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Autore: Elgul1    04/09/2018    8 recensioni
Questa è la storia di come è nato. Questa è la nascita del più grande assassino dei Naraku questa è l'ascesa del Kuroyasha Sakata Gintoki.
Dato che mi sembrava giusto distaccarmi dal manga ho deciso di dare un vero e proprio passato al mio personaggio. Qua vedrete com'è nato e i suoi legami verso i Naraku e i suoi nemici Joi.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Dark, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Nuovo personaggio, Sakamoto Tatsuma, Takasugi Shinsuke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Nel folto della boscaglia i joi si erano appostati. Nessuno fiatava, nessuno emetteva il minimo rumore.
Un ragazzo, dai corti capelli neri, stringeva con forza la sua katana. Si avvertirono dei passi lungo il sentiero di fronte a loro.
Lui alzò la mano destra a pugno i quaranta joi attorno a lui iniziarono a confluire verso i punti predisposti per l'imboscata. Non appena i passi furono a portata di spada il ragazzo aprì la mano.

I samurai uscirono allo scoperto urlando attaccando con un  impeto mostruoso la compagnia amanto, grande circa tre volte il loro numero, fu sorpresa da quell'arrivo così repentino.
Il ragazzo si fece largo in mezzo a quella bolgia. Evitò la lama di un avversario per poi tagliargli la testa. Un secondo, più grosso, lo attacco dal fianco sinistro lui si abbasso in tempo per evitarlo per poi tranciare di netto le giunture delle gambe per farlo cadere a terra. " Coraggio non abbiate timore!" Gridò ai suoi che, lentamente, stavano prendendo il sopravvento dei nemici ancora sorpresi e costretti a difendersi nel fitto della boscaglia che gli svantaggiava vista la loro formazione. Il ragazzo continuò a farsi largo seguito dai suoi di quei mostri non se ne sarebbe salvato neanche uno.

Dopo una decina di minuti lo scontro ormai era finito, il giovane stava seduto sotto un albero in completo silenzio mentre, attorno a lui, i suoi uomini portavano via i feriti, i compagni caduti e depredevano dei loro averi quegli sporchi mostri. Appoggiò la testa all'albero e penso a quanto tempo era passato da quando era entrato anche lui in quella guerra così violenta. L'intero Giappone invaso da quei mostri alieni ormai era un teatro di guerra e violenza sempre di più.

" Ohi Takasugi." Disse la voce di un altro ragazzo della sua età alto e dai lunghi capelli neri con addosso una divisa da samurai completa distogliendolo dai suoi pensieri. 
" Che c'e Katsura?" Chiese lui sempre stando seduto. 
" Com'è andata alla vostra unita?" Domandò facendo notare all'amico molte chiazze di sangue non suo lungo tutta la corazza e sul volto. L altro si guardò attorno. I feriti erano più di una dozzina e, dei quaranta uomini oltre dieci erano caduti.
 " Siamo riusciti a far fuori un'intera compagnia ma, abbiamo perso un terzo degli effettivi a te?" Rispose prendendo dell'acqua dalla sua borraccia.  
" Da me un'po meglio ma abbiamo subito perdite anche noi. Per il momento conviene ritirarci in una zona distaccata." Suggerì lui. 
Takasugi sputo l'acqua appena bevuta. " Dovremmo ancora ripiegare? Perchè?" Chiese stufo ormai di continuare con attacchi mordi e fuggi alle truppe degli invasori. 
" Perché siamo in inferiorità numerica in questa regione..." Gli iniziò a spiegare nuovamente Katsura serio.
" Inoltre abbiamo dato una bell'arrestata alla loro avanzata per il momento." Concluse mentre l altro si alzava prendendo la sua spada per seguirlo. " E poi il maestro vuole vederci." Aggiunse stavolta facendo mostrare al volto di Takasugi vero interesse. 

"Vuole vederci? Dopo quasi un anno da quando siamo entrati in questa guerra, vuole incontrarci? Perchè?" Domandò confuso ma, al tempo stesso, lieto che volesse ritrovarsi con loro. Ormai si sentivano solo tramite le lettere che si spedivano in maniera sporadica era stato lui a ispirare loro e tanti altri giovani a scendere in campo per proteggere il proprio paese.
 " Ha indotto una specie di concilio di gruppi armati, sta cercando di unificarne più che può." Rispose Katsura spiegando in breve. 
" Dove si terrà l'incontro?" Chiese incuriosito.         
 " A uno dei vecchi possedimenti di Oda Nobunaga se ci sbrighiamo in tre giorni saremmo là." Disse l altro giovane.
 " Molto bene, raduna tutti i nostri gruppi armati partiremo oggi stesso." Annunciò Takasugi dirigendosi per dare istruzioni al suo gruppo. 
" Ti vedo molto carico..." Commentò Katsura affiancandolo e restandone visibilmente felice. Il suo amico era sempre nervoso e teso quasi più di lui. 
" Perché lo sono è da anni che desidero rivedere il maestro e lottare al suo fianco." Spiegò brevemente il moro dirigendosi sempre più spedito verso i propri compagni.


-


L uomo osservava attento gli ideogrammi che stava leggendo poi brontolo qualcosa di incomprensibile e gettò via la lettera. 
" Cattive notizie maestro Maoto?" Chiese un giovane ragazzino dai corti capelli castani arruffati.
Il vecchio si girò. Aveva una folta barba bianca riunita in una specie di piccola coda che gli arrivava sul mento, i capelli bianchi erano raccolti in alcune trecce che cadevano lungo le spalle ossute ricoperte da una spessa armatura nera come la notte.

" Purtroppo si, il gruppo di Kodai non intende unirsi a noi, sono già duecento joi in meno nelle nostre fila, intendono restare arroccati al passo a sud e cercare di respingere inultimente l'avanzata amanto." Spiegò stizzito da una simile tattica.
" Sapeva bene signore che non tutti i gruppi si sarebbero uniti." Commentò però il giovane.
Il vecchio annuì. " Purtroppo gli ideali che ci hanno condotto a guidare la guerra variano per ogn persona. Ma si dovrebbe essere tutti comunque fedeli alla propria patria." Disse lui severo notando, tra le mani del suo attendente, una dozzina di pergamene. " Altre risposte?" Domandò ormai abituato a leggerne dozzine ogni giorno.
Il giovane annuì. " Si, altri cinque gruppi ci hanno dato il loro responso anche quello di Katsura e Takasugi sono diretti qui." Rispose il giovane.
L'uomo sorrise compiaciuto. " Questa è una splendida notizia." Ammise sia a se stesso che al suo allievo. " I due piccoli pulcini che ho allevato sono diventati due giovani falchi...." Si avvicino alla grande balaustra in legno pregiato delle sue stanze da cui intravedeva l'immensa magione di cui aveva fatto il suo quartier generale. " Chissà se saranno pronti a spiccare il volo e diventare così come ho sempre sperato due maestosi falchi adulti." Mormorò più a se stesso che al ragazzo mentre, da lassù, ammirava il sole che, lentamente, stava solcando l'orizzonte.


-


Il ragazzo castano guardava il mare di fronte a se estasiato da quella vista. Il rumore dei gabbiani gli fece alzare la testa notando lo stupendo cielo costellato dalle nuvole bianche come lo zucchero.
La piccola nave a vela andava spediva col vento in poppa e la spingeva sempre di più verso la sua metà. " Bamboccio, ci stiamo avvicinando alla costa." Annunciò un marinaio facendosi largo tra le vele spiegate che ostruivano il cammino. 
" D'accordo." Rispose lui sorridendo iniziando ad ammainarle.
 " Mi domando cosa andrai a fare laggiù." Borbottò abbastanza perplesso un altro marinaio con un fiasco di sake in mano. " Là si combatte veramente non è come a Tosa dove non si fa nulla se non mercanteggiare. Ci si uccide là." Continuò serio in volto. 
Lui, continuò a guardare di fronte a se, poi rispose: " E' vero, da dove provengo, non si sta così male però..." Si girò verso il suo interlocutore. " Qualcuno mi chiamato e mi ha detto di venire qui e io come potevo essimiermi dall'accettare il richiamo?" 
Quello lo guardò confuso poi disse:" E chi ti avrebbe chiamato?" 
Il giovane sorrise tornando a guardare le coste frastagliate del Giappone che si mostravano di fronte a lui irte e piene di pericoli. " Il destino..." Rispose mentre le onde si infrangevano contro la loro piccola nave. 







ANGOLO DELL'AUTORE: Eccomi col terzo capitolo dello spin off a breve posterò anche il capitolo successivo nella serie principale grazie a chi legge alla prossima.
   
 
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