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Autore: Crystal eye    07/09/2018    2 recensioni
"Ma non successe nulla per molti, lunghi minuti, tanto che Harry abbassò leggermente la guardia. In quel preciso momento, la sensazione triplicò e si alzò un forte vento nel parco.
“Sarai mio!”.
Quelle due parole portate dal vento erano state pronunciate da una voce così calda e suadente che al giovane sembrò terribilmente familiare."
Una guerra che rischia di sconvolgere tutto il Mondo Magico, una tregua forzata, nuovi amori e nuovi amici.
Abbiate pietà è la prima storia che pubblico e spero vi piaccia. è dedicata alla mia migliore amica Averyn, che mi ha incoraggiato a pubblicare. Crystal
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da VI libro alternativo
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NOTE DELL'AUTRICE: Salve a tutti!!!! Ecco qui un altro capitolo!!! Spero vi piaccia!!! Ringrazio tutti coloro che hanno letto il precedente e coloro che, dopo anni, ancora seguono la storia, come lunadistruggi, grazie, grazie grazie!!!! 
Un bacione
Cry


Capitolo 25


In alcuni momenti, Harry si pentiva di aver accettato l'offerta di Voldemort di allenarlo, soprattutto quando l'uomo decideva di fargli aumentare resistenza, velocità e riflessi usandolo come bersaglio mobile.

Fortunatamente, dopo solo un mese di allenamento intensivo era migliorato abbastanza da riuscire a schivare e/o deviare quasi tutti i colpi che puntavano verso di lui.

Voldemort fermò tutto quando uno degli incantesimi lama tagliente arrivò dritto dritto sul giovane, aprendogli diverse ferite più o meno profonde.

“Bene, bravo! Stavolta sei riuscito a non farti prendere nè dagli incantesimi di fuoco né da quelli mortali! Stai finalmente sfatando il mito che mi sei sfuggito solo grazie alla tua fortuna sfacciata!” Disse Tom, avvicinandosi a Harry, seduto accanto ad uno dei manichini-bersaglio e mettendosi ad usarlo.

“Sai inizio a pensare che tu mi abbia offerto lezioni private per potermi uccidere e dichiarare che è stato un incidente!” ribatté il ragazzo massaggiandosi con una pomata curativa dei lividi su una spalla.

Lord Voldemort sorrise sornione e gli lanciò un “Epismendo”.

“Chissà… Magari voglio solo torturarti un pochino!” fece con tono setoso, facendo rabbrividire Harry.

Quando l'altro usava i toni e i modi del Tom Riddle che aveva conosciuto, Harry si inquietava e aveva la sensazione che ci provasse con lui…

E la cosa lo spaventava alquanto.

Lo ignorò, finendo di spargere la pomata e si risistemò, venendo raggiunto dai suoi amici, Neville e Blaise, che avevano appena finito di allenarsi con uno dei vampiri.

“Ehi, Harry! Ho appena saputo che organizzeranno una festa per il nostro compleanno!” disse Neville con un sorriso a 32 denti.

Harry sorrise di rimando.

“Come va con l'allenamento, Potter? Sempre ridotto ad uno straccio, vedo!” chiese Blaise, osservando il suo aspetto con occhio critico.

Harry si scompigliò i capelli e ridacchiò.

“Beh… i vestiti non sono a prova di scontro, purtroppo… E quel maledetto si diverte a lanciarmi contro incantesimi esplosivi e di fuoco…” spiegò, rimettendosi la maglia pulita e lanciando un’occhiata storta al suo maestro.

Gli altri due risero e insieme i tre si allontanarono per andare in uno dei salottini dove incontrarsi con gli altri.

°°°

Si appoggiarono sui comodi divanetti, chiacchierando della festa in attesa dei loro amici.

“Ehi, ragazzi! Aveva sentito la novità? Vogliono organizzare una festa per voi!” esclamò Hermione entrando nel salottino sovraeccitata, senza neanche dare loro il tempo di dire nulla.

“Hermione, tesoro, dovresti dare loro il tempo di parlare, se sapevano di questa novità non avrebbero potuto fare nulla per dirtelo, visto che non hai dato loro il tempo!” disse da dietro le sue spalle, Draco, passandole un braccio attorno alla vita e dandole un bacio sulla guancia.

La ragazza arrossì a quelle parole e abbassò leggermente gli occhi.

Ron, appena accomodato sulla poltrona, alzò i suoi al cielo.

“Dai, Hermione! Lo sappiamo come sei fatta! Non ti devi preoccupare.” Le disse.

Hermione gli fece la linguaccia e gli altri scoppiarono a ridere.

Ginny recuperò fiato e domandò.

“Ragazze voi cosa volete indossare per la festa? Avete già in mente qualcosa?”

Pansy si portò una mano al mento, assumendo un'aria pensierosa.

“Io stavo pensando ad un abito lungo, in verde o in argento, ma ancora non so… Alexander mi ha assicurato che potremmo vedere tra gli abiti dei sarti di corte.” rispose alla fine.

Hermione invece aveva deciso di attendere di vedere se qualcosa attirava la sua attenzione.

“Altrimenti, ritirerò fuori il vestito del ballo del ceppo.” aggiunse pratica.

Pansy emise un suono indignato e Draco la guardò male.

Luna intervenne in quel momento nella discussione.

“Io probabilmente indosserò un amuleto per tenere lontani gli attacchi psichici dei vampiri…” disse a nessuno in particolare, giocando con una ciocca di capelli.

Quasi sovrappensiero si girò verso Harry.

“Semmai ne do uno anche a te…”

Il giovane spalancò gli occhi verdi e si rabbuiò per un instante.

“Luna!” la ripresero quasi in coro tutti gli altri, lasciandola stupita.

“Che cosa? Avete tutti dei Nargilli nelle orecchie che vi fanno parlare insieme?” domandò, inclinando il capo di lato, e facendo ridere Harry, che aveva superato il momento di tensione interiore.

“Grazie per il pensiero, Luna. Sarebbe davvero carino.” disse con un sorriso.

I ragazzi chiacchierarono ancora un po', passando ad altri argomenti, fino all'ora di cena, dove raggiunsero i loro insegnanti e gli studenti rimasti.

°°°

Il giorno della festa tanto attesa arrivò prima di quanto tutto si aspettassero.

Harry venne graziato dal suo insegnante che gli concesse il pomeriggio libero, per potersi riposare e preparare per la festa.

Tornato nella sua stanza, Harry decise di farsi un bagno per cercare di rilassare i muscoli tesi e indolenziti.

Ammollo nell'acqua calda, lasciò la mente vagare, chiedendosi se Adrian si sarebbe presentato alla festa o avrebbe trovato una scusa per non farlo.

Sin dall'ultima volta che si erano parlati, lui non si era più fatto vedere, sempre in missione o ad interrogare possibili spie.

Persino le poche volte che si erano incontrati nei corridoi, non gli aveva rivolto neanche una parola, e a malapena lo aveva salutato.

Harry aveva ogni volta ingoiato il magone di lacrime che gli si formava in gola e aveva tirato dritto per la sua strada ignorando le stilettate di dolore che sentiva al cuore.

Non sapeva cosa fare.  

Erano anime gemelle, ma sembrava che l'altro ora sopportasse appena la sua presenza, figurarsi se riuscivano a chiarirsi e stare nella stessa stanza per più di qualche secondo.

Gli occhi cominciarono a bruciare per le lacrime trattenute decise di lasciarle cadere, lavandole via immergendosi completamente.

Una volta finito di prepararsi, si guardò un'ultima volta allo specchio e cercò di domare il caos che erano i suoi capelli.

Sospirò, rinunciando immediatamente all'impresa.

Si guardò negli occhi e poi disse.

“Sei veramente elegante, Harry. Qualcuno potrebbe anche prenderti per una persona importante” si schernì.

La veste verde smeraldo bordata oro che indossava lo avvolgeva come una seconda pelle, mettendo in risalto la sua figura snella.

Pantaloni neri in pelle di drago e stivali della stessa fattura completavano il look.

Strisciò delle pieghe invisibili sulle maniche e uscì dalla sua stanza pronto ad affrontare gli invitati alla festa.

°°°

Venne accolto da un paggetto che gli chiese se doveva annunciarlo, ma Harry decise di aspettare Neville ed entrare insieme per dividere le attenzioni della folla che sentiva scalpitare dall'altro lato della porta.

“Pronto Harry?” gli chiese Neville, guardandolo sorridente.

“Sì certo, perché non dovrei?” ribattè sorridendo ironico. “Almeno questa volta dividerai con me la fama del grande e famoso Harry Potter.” aggiunse, facendo un teatrale gesto per passare un braccio attorno alle spalle di Neville, che arrossì di imbarazzo e ridacchiò.

“Sai, forse dovrei farti entrare da solo ed entrare dopo di te.” scherzò.

“Non provarci neanche, amico! Siamo in due su questa barca ed entrambi affronteremo la folla che ci attende con trepidazione!” continuò il giovane Harry.

“Oh, addirittura? Beh, allora non ho altra scelta che accompagnarti in questa impresa!” scherzò ancora Neville, abbracciando l'altro con un sorriso, poi tornò serio e mormorò dritto all'orecchio di Harry. “Qualunque cosa accada oggi, in qualsiasi modo si comporti Adrian, io sono con te, amico. Non devi affrontarlo da solo.” Harry si tese per un secondo, poi si rilassò alle parole dell'amico.

“Grazie, Neville. So di poter contare su di te.” disse con un sorriso.

Il ciambellano di corte li annunciò a tutti quanti, facendo girare tutti i presenti verso i festeggiati.

“Signore e signori, gli ospiti d'onore di questa festa! Il signor Harry Potter e il Signor Neville Paciock!” Tutta la sala trattenne il fiato guardando l’anima gemella del futuro re dei vampiri incedere con passo sicuro nel grande salone decorato.

Nonostante il nervosismo, Harry regalò a tutti, anche a coloro che non conosceva, un sorriso o qualche parola, facendo intenerire la maggior parte delle donne presenti.

Harry e Neville raggiunsero i loro amici che li riempirono di complimenti e auguri, venendo interrotti ogni tanto da altri presenti che si avvicinavano per fare gli auguri ai festeggiati.

Anche Adrian si avvicinò al gruppo.

“Buonasera a tutti! Neville, Harry, vi faccio i miei più sentiti auguri!” disse, chinando il capo leggermente e guardando Harry dritto negli occhi.

Quest'ultimo non rispose, annuì con uno scatto della testa e strinse i pugni, cercando di trattenere la frustrazione.

Ginny invece esplose.

“Come osi? Dopo come ti sei comportato non hai il diritto di venire qui e fare gli auguri a Harry come se niente fosse!” disse, poi venne bloccata da Neville, per evitare che attirasse troppe attenzioni.

“Ti ringrazio, principe.” fece Neville con voce gelida, mentre tutti gli altri guardarono il principe vampiro con occhi gelidi e omicidi.

Adrian recepì il messaggio e si congedò dal gruppo, scusandosi.

Harry però, a dispetto dal dolore e della sofferenza che aveva patito per colpa sua, voleva comunque provare a chiarire per l'ultima volta.

“Aspetta Adrian!” chiamò con voce bassa, non si sarebbe reso ridicolo gridando come un ossesso, non di nuovo.

Se il vampiro non avesse ascoltato come faceva di solito, non avrebbe più provato a parlargli, si sarebbe arreso.

Il vampiro, invece, si fermò e si girò verso di lui.

“Possiamo parlare?” gli domandò, mantenendo un tono di  voce normale, ma sapendo di avere una preghiera scritta negli occhi.

Il vampiro sospirò pesantemente e fece segno ad Harry di seguirlo.

Tutt’intorno a loro c’erano bisbigli e sussurri, mentre gli invitati si chiedevano di cosa dovessero parlare.

Arrivati in una stanza più riparata dove poter parlare in pace si sistemarono uno di fronte l’altro.

“Perchè?” chiese Harry dopo qualche istante di silenzio assoluto.

Adrian si tese leggermente, prima di nascondersi dietro una maschera d’indifferenza.

“Mi sono reso conto che sei troppo debole per essere la mia anima gemella, perciò è meglio che mi rimani lontano, sarai più al sicuro e non  rischierai di diventare un bersaglio al mio fianco!” disse gelido e indifferente.

L’altro strinse i pugni e ricacciò a forza le lacrime.

“Davvero? Allora dovrò migliorare ancora! Diventerò più forte e non sarò più un bersaglio! Non sarò più un peso!” ribatté cercando di mantenere la voce ferma.

“Se pensi di riuscirci…” mormorò con tono distaccato, per poi uscire dalla stanza.

Appena la porta si chiuse dietro le spalle dell’altro, Harry rilasciò un’ondata di magia che fece tremare tutta la stanza.

Sentiva che Adrian gli aveva detto quelle cose solo perché sperava di allontanarlo, ma lui non aveva alcuna intenzione di arrendersi.

Avrebbe continuato ad allenarsi e avrebbe lottato per quel legame che sentiva dentro.

Non poteva pensare di vivere senza di lui.

Ne aveva bisogno e sarebbe riuscito nel suo intento.

Risoluto nella sua decisione, uscì dalla stanza, per ritrovarsi faccia a faccia con un vampiro nemico che cercò di attaccarlo.

Parò con un incantesimo scudo e lo colpì con vari incantesimi in rapida successione, riuscendo a ferirlo.

Il vampiro cercò di afferrarlo per un braccio e limitare i suoi movimenti per poterlo mordere, ma Harry riuscì ad evitarlo.

Poi lo colpì con un incendio dritto negli occhi e il vampiro lo artigliò alla cieca, riuscendo a ferirlo ad una spalla.

Il mago prese la mira e lanciò un confrigo al centro del petto, facendolo esplodere.

“Maledetto! Piccolo mago, aspetta che ti prendo! Ti pentirai di avermi ferito! Mi vendi…” stava urlando intanto il vampiro, cercando di trovare Harry seguendo l’odore, bloccato dall’esplosione.

Harry si allontanò dal corpo ormai senza vita e corse verso il salone, dove trovò decine di vampiri impegnati a combattersi a vicenda e i suoi insegnanti e compagni che lottavano.

Raggiunse Ron, Hermione e Draco, che, dalla protezione fornita da un tavolo rovesciato, bombardarono gli avversari di incantesimi e fatture.

“State bene?” chiese Harry appena giunse al riparo.

“Noi si, altri un pò meno, nessuno si aspettava un attacco nel cuore del castello!” rispose Ron, squadrandolo da capo a piedi e fece per dire qualcosa, ma Hermione lo anticipò.

“Harry! Cosa ti è successo alla spalla?” chiese preoccupata, mettendosi a cercare di bendarlo e fermare la fuoriuscita di sangue.

“Ho incontrato un nemico mentre tornavo qui, ma non è nulla Hermione. E’ solo un graffio…” spiegò.

“Attenti! Bombarda Maxima” gridò Draco colpendo un vampiro che era arrivato alle loro spalle, ma non fece in tempo a prendere il secondo che affondò una mano artigliata poco sotto lo stomaco di Harry e le zanne nel suo collo.

Harry gridò e per allontanarlo rilasciò tutta l’energia che riuscì a radunare nonostante il dolore e lo stordì per un  tempo abbastanza lungo da permettere alle guardie del re, che ormai avevano fermato quasi tutti i nemici, di prenderlo ed eliminarlo.

“Harry!” gridò Hermione, cercando di tamponare le ferite e di tenere sveglio l’amico, per paura che potesse morire per via della perdita di sangue.

Diversi dottori e amici si avvicinarono di corsa per aiutarlo e uno di questi lo sollevò per portarlo in infermeria.

La notizia che era ferito e che era molto grave fece velocemente il giro del castello e Adrian desiderò poter andare da lui e chiedere di curarlo lui stesso.

“Fratello! E’ la tua anima gemella! Come puoi pensare ad interrogare i sopravvissuti per capire come sono entrati? Dovresti essere da Harry in questo momento! Ha bisogno di te!” lo riprese Alexander, cercando di spronarlo ad andare da Harry.

“No, fratello. Se anche andassi da lui non potrei fare nulla. Qui almeno posso rendermi utile in qualche modo…” provò a giustificarsi.

“Non importa! Non è qui che dovresti essere! Rischia di morire! Ti rendi conto? Potresti non rivederlo mai più e preferisci stare qui a fare gli interrogatori.” gridò, cercando di convincerlo in tutti i modi a fare la cosa giusta, ma Adrian scosse la testa.

Alexander guardò suo fratello maggiore come se non lo conoscesse.

“Sai, per tutta la vita ho difeso mio fratello, che veniva calunniato senza che la verità fosse scoperta. Ora invece non so come poter difendere l’estraneo che ho di fronte e che ha le sembianze di mio fratello…” disse e poi se ne andò, lasciando Adrian da solo con i suoi pensieri.

Ma l’altro sapeva di stare facendo la cosa giusta, uno dei vampiri di suo zio aveva un messaggio per lui.

Suo zio voleva sfidarlo a duello, come avevano fatto tanti anni prima, solo che questa volta Adrian aveva un compagno e poteva essere più vulnerabile.

Non poteva rischiare che Harry lo seguisse e venisse ferito.

L’unico modo che aveva di proteggerlo era andare da suo zio da solo e vincere di nuovo.

Strinse i pugni fino a farsi sanguinare le mani per la frustrazione, doveva prepararsi a passare da Harry per sapere se si sarebbe rimesso presto.

°°°

Intanto i dottori stavano cercando di curare le ferite di Harry, ma a parte aver rallentato la perdita di sangue, non riuscivano a far chiudere le ferite.

La cosa più preoccupante poi era che il livello magico del giovane si stava abbassando sempre di più e se non riuscivano a fare qualcosa in fretta rischiavano di perderlo.

Il principe entrò proprio mentre uno dei dottori stava facendo l’ennesimo tentativo di suturare lo squarcio nella pancia di Harry e rimase sconvolto da quella vista.

Si portò all’istante accanto a Harry e gli prese la mano, tentando di raggiungere il loro legame per spingerlo a guarire.

La magia di Harry all’inizio si nascose, istintivamente, allontanandosi da quell’energia che sapeva essere familiare, ma anche portatrice di dolore.

Adrian avvolse il nucleo con la sua energia, trasmettendogli tutto il suo amore e questo si aprì, facendo reagire la magia di Harry con quella del dottore per attivare la guarigione accelerata e permettere alle ferite di rimarginarsi.

Il dottore uscì dalla trance abbastanza a lungo per commentare.

“Se non fosse arrivato, credo che non ci sarebbe stato altro da fare che arrendersi… Il suo nucleo e la sua magia non ha fatto altro che cercare di respingere la mia e quella dei miei colleghi.” Adrian lo guardò stupito e preoccupato insieme.

“Non mi sembrava fosse stato colpito da qualche incantesimo…” mormorò.

“Non lo è stato, infatti. Ma il suo comportamento freddo e distaccato degli ultimi tempi può aver provocato una reazione nei suoi cicli magici che l’hanno spinto a nascondersi e rifiutare tutto, Signore.” ribatté sfacciatamente, senza neanche guardarlo.

Il principe alzò un sopracciglio di fronte a quel comportamento irrispettoso, ma non commentò, sapendo che il dottore probabilmente aveva ragione.

Era colpa sua se Harry aveva reagito a quel modo.

Adrian strinse un’ultima volta la mano di Harry e gli posò un bacio leggero sulle labbra, sussurrando con un filo di voce.

“Spero che un giorno potrai perdonarmi, amore mio!” e gli lasciò arrotolato al polso un ciondolo che aveva avuto molti anni addietro con il suo stesso sangue, che lo avrebbe protetto in futuro dagli attacchi fisici e psichici.

Sperava che, se anche lui avesse fallito e suo zio avesse vinto, quel ciondolo lo avrebbe protetto dalla sua vendetta.

Lo guardò malinconico per qualche altro secondo, prima di alzarsi e lasciare nella mano di Harry un piccolo scritto e andare alla ricerca di suo fratello Valerian, che sapeva non avrebbe obiettato sull’assenza di Harry.

°°°

“No! Adrian! E’ troppo pericoloso! Senza la tua anima gemella sarai più debole! Non puoi pensare di affrontarlo così e sperare di vincere!” disse Valerian dopo che suo fratello gli finì di spiegare la situazione.

“Valerian, Harry è ferito e io non penso sia in grado di sostenere uno scontro con nostro zio!” cercò di farlo ragionare l’altro.

“Io stesso fino a poco tempo fa ti avrei detto la stessa cosa. Ma tu ora lo stai sottovalutando. Capisco il tuo desiderio di proteggerlo, ma così lo condanni ad una vita di solitudine se tu muori.” ribatté, spiazzando Adrian, che però mantenne la sua posizione.

“Harry ora è ferito e non potrebbe comunque venire… Non perderò contro nostro zio, sta tranquillo!” disse. “Ora andiamo!” aggiunse incamminandosi.

Pochi passi dopo si girò verso suo fratello, ancora immobile a guardarlo serio e continuò.

“A meno che tu non preferisca che chieda a qualcun altro…”

“No! Ma sono pienamente convinto che te ne pentirai a voler fare tutto da solo!” esclamò l’altro, avviandosi e superandolo.

Nel mentre inviò un messaggio psichico a Harry sul luogo del duello, cosicché quando si fosse svegliato sarebbe stato in grado di trovarli.

°°°

Harry spalancò gli occhi svegliandosi di soprassalto quando sentì una presenza nella sua mente lasciare delle coordinate e l’immagine di una radura.

Si sollevò a sedere, facendo una smorfia di dolore per via della ferita quasi del tutto guarita e mormorò “Adrian!”.



 
  
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