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Autore: AdhoMu    12/09/2018    8 recensioni
[Alicia Spinnet/Bastian Macnair (OC)]
Il regolamento parla chiaro: al migliore studente del corso di Pozioni Avanzate, la Cambridge Magical University offre una borsa di studio per affiancare la docenza di Hogwarts sulle classi del 6° e 7° anno.
Grazie al punteggio stratosferico ottenuto agli esami, un esultante e macchinoso Bastian Macnair si aggiudica il posto e si appresta a raggiungere il castello dove - ne è certo - riuscirà finalmente a portare a compimento il suo Piano.
Una volta a destinazione, però, il nostro ambizioso antieroe scopre che si dovrà impegnare il doppio... per evitare di perdere definitivamente la testa.
*
Warning: prologo postumo!
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alicia Spinnet, Angelina Johnson, Nuovo personaggio, Walden Macnair
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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14. Luglio (Epilogo B, parte 2)
 
Dove i nostri eroi raggiungono il mondo nuovissimo e finalmente ricominciano a vivere, recuperando i ricordi passati e preparandosi ad accumularne molti, molti altri.
 
Il paesaggio filava veloce oltre il vetro impolverato del finestrino. 
Man mano che si allontanavano da Darwin diretti a sud, addentrandosi inesorabilmente in quel paessaggio via via più arido, secco e rossastro, gli spazi si dilatavano intorno a loro, aumentando la sensazione di sentirsi una nullità nell'immenso.
Bastian strinse gli occhi, feriti dalla luce.
Quello, si disse, non poteva essere lo stesso sole che illuminava i cieli grigi di Glasgow e quelli fuligginosi di Londra. Era un sole enorme, giallo e accecante, contro il quale i suoi preziosi occhiali con la montatura di corno erano in grado di fare ben poco.
Lo scompartimento era occupato solo da loro due (tre, contando anche Uluru). Alicia ne aveva approfittato e si era sdraiata sulla fila di sedili davanti a lui; ed ora dormiva un sonno rumoroso e disordinato (dopo soli dieci minuti che avevano preso posto, nello scompartimento già regnava il caos più totale, chissà perché), degnamente accompagnata dall'ornitorico che a sua volta ronfava alla grande, indegnamente spiaggiato ai suoi piedi.
Bastian la osservò.
Averla così vicina e non poterla toccare era una vera tortura, ma doveva imporsi di starsene buono. Alicia gli credeva: lo aveva dimostrato facendolo evadere dall'oscura magione del Signor Zio e portandolo in Australia con sé; i suoi ricordi, però, erano ancora alterati e si vedeva che lei tendeva ad evitare di stargli vicino più dello stretto necessario.
"Ogni cosa a suo tempo" pensò il giovane, giocherellando con la bacchetta di legno di castagno rossastro che era appartenuta a sua nonna. Era davvero un bell'oggetto: lucido, sobrio; un pochino troppo lungo, forse - avrebbe dovuto esercitarsi a lungo per abituarsi alle nuove proporzioni.
Mentre il Ghan (1) procedeva sbuffando, inoltrandosi rapido nell'entroterra, Bastian ripensò alle ultime ore.
A Londra, erano sfuggiti per un soffio alla cattura da parte dei Mangiamorte grazie al furto della Passaporta il che, una volta a Darwin, aveva procurato loro un sacco di grane da parte dell'Ufficio Immigrazione. Mentre lui, accantonato ormai ogni briciolo di dignità, vomitava indecorosamente in un angolo della sala a causa degli effetti del fuso orario troppo spaziato (che vergogna, a ripensarci), Alicia aveva dovuto convincere una mezza dozzina di ufficiali che si era trattato di vita o di morte. Alla fine, dopo aver realizzato un breve scan dei suoi ricordi, le avevano creduto, applicando però loro una multa tutt'altro che irrisoria che lui, stremato, aveva pagato con una manciatella di smeraldi scovati chissà come in quel casino che era ormai il suo povero baule.
Una volta chiarito l'equivoco, Bastian aveva avvistato un cartello con su scritto "Brisbane" e aveva cominciato a trascinarsi stancamente in quella direzione.
- Dove vai? - lo aveva fermato Alicia.
- Non... non andiamo a Brisbane?
- No - aveva risposto lei, scuotendo la testa. - La convocazione alla sede degli Warriors (2) è solo a fine mese. Prima passiamo dai miei.
- Ah. - Bastian era un po' a disagio. - E dove stanno i tuoi?
- Ad Alice Springs.
Probabilmente lui aveva fatto quella tipica faccia di chi non ha mai sentito parlare di un determinato luogo in vita sua.
- Puro entroterra, Sebastian - aveva riso lei, sorridendogli di gusto per la prima volta da quando si erano rivisti. - Centro fisico dell'Australia. Polvere vermiglia. Outback. Vita da bovari, bogan e redneck... altro che alta sartoria alla Madama McClain - aveva aggiunto allegramente, sbirciando di sottecchi il suo completo a giacca nero, tutto sgualcito da fare pietà (e che però gli stava gran bene, ammise compiaciuta la ragazza).
- Molto bene - aveva commentato lui, arrotolandosi con estremo metodo le maniche della camicia (faceva caldo, molto caldo in quella dannata città; e lui, al caldo, non era proprio abituato). Poi, aveva cominciato a guardarsi intorno alla ricerca di un cartello contrassegnato dal nome della loro ignota destinazione.
- Non ci sono Passaporte che conducono là - aveva detto Alicia, interpretando i suoi pensieri. - Dobbiamo prendere il treno. Vieni.
E si era avviata facendo ondeggiare i capelli color del grano e stringendosi al petto il cestino di Uluru, preceduta dal suo baule al quale aveva applicato un Incantesimo Locomotor. Bastian l'aveva seguita un po' riluttante, facendo attenzione a non perdersi fra la folla che gremiva la stazione. Intorno a loro c'era davvero di tutto: maghi aborigeni interamente tatuati, fattucchiere vittoriane con pappagalli coloratissimi posati sulle spalle, bambini intenti a giocare con i loro koala di pezza e saltellanti Patroni a forma di canguro. In sottofondo, suoni vellutati di didjeridoo, di conchiglie giganti e di bastoni della pioggia. Bastian camminava e si guardava intorno meravigliato, rendendosi conto di quanto fosse stato ristretto il suo mondo fino a quel momento. Lui, che si riteneva un glamouroso cosmopolita ma che in realtà, in vita sua, non aveva mai messo piede fuori dalla Gran Bretagna.
Una volta raggiunta la stazione ferroviaria erano saliti a bordo del treno che, dopo un po', era partito sferragliando.
 
Il viaggio durò un'eternità. 
Erano partiti da Londra a notte fonda e, causa fuso orario, avevano raggiunto Darwin che era già mattina; il Ghan aveva viaggiato spedito per tutto il giorno con pochissime soste, addentrandosi in un paesaggio sempre più solitario e desertico.
Alla fine, quando ormai il sole - enorme palla arancione - si apprestava a coricarsi nel suo letto di montagne rocciose dai profili rossastri, Alicia si alzò in piedi, stiracchiando pigramente le membra intorpidite.
- Siamo arrivati.
La stazione di Alice Springs era piccola; Bastian e Alicia scesero dal treno, che subito ripartì sferragliando, e si avviarono all'uscita trascinandosi dietro i bauli lungo la banchina quasi vuota.
- Ora ci aspetta una breve camminata - disse lei, annodandosi i capelli sulla nuca.
La breve camminata si rivelò un po' meno breve di quanto Bastian avesse immaginato; raggiunti i margini della cittadina, Alicia imboccò una strada sterrata che conduceva fuori dal centro urbano, inoltrandosi nell'outback che, a quell'ora, cominciava ad animarsi di ombre fruscianti.
Dopo quasi un'ora (il giovane era ormai impolverato e stropicciato da far paura, e si chiedeva con quale coraggio si sarebbe fatto presentare ai genitori di Alicia), finalmente, la ragazza decretò:
- Eccoci qui.
Bastian si guardò intorno e non vide nulla: non c'era nessuna casa nei paraggi, il paesaggio desertico era completamente sgombro, eccezion fatta per un eucalipto gigantesco che si stagliava contro l'orizzonte e che lui aveva già avvistato a chilometri di distanza.
Revelio!
Alicia agitò la bacchetta e, per incanto, una grande casa di legno cominciò ad affiorare fra le radici dell'enorme albero. Era tutta dipinta di bianco e circondata da un'ampia veranda ricolma di amache e cuscini colorati. Attraverso le finestre aperte brillavano le luci e filtravano brani di conversazione e musica, mentre un delizioso aroma di cibo si spandeva nell'aria.
- Mio padre sovrintende all'estrazione di opali magiche molto preziose - spiegò Alicia a Bastian, che osservava la casa facendo tanto d'occhi - quindi la Gringott ha apposto incantesimi ad alta protezione sulla nostra casa.
Inutile dire che entrambi furono accolti con grande entusiasmo.
Alicia prese Bastian per il gomito e lo presentò ai suoi familiari: papà, mamma, la sorella Magda (una ragazza bionda e bellissima, di qualche anno più grande di Alicia) e il fratello Rupert con la moglie Lisa e le due figliolette Eerin e Kylie (3).
Mentre Bastian, un po' imbarazzato, prendeva posto a tavola accanto a Magda, Alicia prese discretamente da parte i genitori e si appartò con loro in un angolo della sala; durante la breve conversazione che ne seguì il ragazzo si accorse che i signori Spinnet gli rivolgevano numerose occhiate, fra il curioso e il corrucciato. Quando però fecero ritorno in tinello, lo trattarono in modo franco e amichevole.
 
Passarono alcuni giorni.
Casa Spinnet era una dimora tutt'altro che lussuosa, ma ci si viveva allegramente e Bastian, che pure non era tipo da socializzare facilmente, si sentì molto presto a suo agio. La famiglia di Alicia lo trattava bene e lui era libero di muoversi a suo piacimento per la casa e dintorni; un giorno, il signor Spinnet lo aveva addirittura portato a vedere le opali, e lui era rimasto a dir poco affascinato dalla loro bellezza ammaliatrice. Iridescenti e pulsanti, sembravano organismi dotati di vita propria; non lo stupì venire a sapere che gli aborigeni le consideravano preziose alla stregua di stelle cadute donate dagli dei.
La situazione con Alicia, però, non si sbloccava.
Bastian, con calma, le aveva raccontato tutto e le aveva anche spiegato il perché della sua decisione di obliviarla; in quell'occasione lei aveva protestato a gran voce e, quando aveva saputo del Marchio Nero (il ragazzo non ne poteva più di tenerlo nascosto sotto le maniche lunghe della camicia: faceva troppo caldo; aveva solo avuto l'accortezza di celarlo sotto ad un cerotto per non turbare le bambine) aveva fatto il diavolo a quattro. 
Lui si era aspettato che lei gli chiedesse immediatamente di rimuovere l'incantesimo di memoria ma, inspiegabilmente, la ragazza non l'aveva fatto. E Bastian, che con il passare degli anni aveva imparato ad aspettare il momento giusto per ogni cosa, non osava forzare i tempi  anche se, evidentemente, la cosa gli pesava.
Alicia gli piaceva, gli era sempre piaciuta e, per un breve momento, era stata sua; la desiderava ancora disperatamente e vedersela girare intorno senza poterla toccare lo faceva ammattire. Però sapeva, lo sapeva e basta, che lei aveva bisogno di tempo per riabituarsi all'idea di averlo vicino; proprio lui che, per anni, era stato per lei una specie di incubo ad occhi aperti.
Si era però accorto che, giorno dopo giorno, questo riavvicinamento avveniva: in modo impercettibile (ma non per lui) forse, centimetro dopo centimetro, con lentezza esasperante, è vero. Ma avveniva.
Un'occhiata, un sorriso; poi una leggera stretta al gomito, una mano sfiorata. Piccoli, infinitesimali avvicinamenti fisici sintomatici di un avvicinamento dell'anima, che Bastian gustava come fossero palline di zucchero infilate su una collana.
E una sera di luglio, mentre si trovavano soli in veranda, seduti uno accanto all'altra sui morbidi cuscini colorati ad ammirare quelle stelle gigantesche che Bastian riconosceva a fatica, lei si girò verso di lui e lo guardò.
- Tu hai degli occhi davvero bellissimi, lo sai?
- No, non me lo avevano mai detto - rispose lui, con aria innocente.
- Bugiardo - rise Alicia, allungandogli una pacchetta sullo sterno.
Lui le afferrò al volo la mano e non la lasciò andare. 
Rimasero immobili a guardarsi, mentre il silenzio frusciante dell'outback friniva intorno a loro.
E Bastian, che non aspettava altro, scivolò verso di lei e le fece scivolare le braccia intorno alla vita sottile, avvicinandola a sé; poi, accostato il viso al suo, catturò le sue labbra in un bacio infuocato.
Lei non si irrigidì né si ritrasse; lo abbracciò a sua volta e lo tenne stretto, godendosi quel delizioso sapore di inchiostro e fuliggine che le pervadeva le narici e le stuzzicava la punta della lingua.
E Bastian, affannato e assolutamente incapace di fare il bravo, aveva già cominciato ad armeggiare con la cerniera della sua felpa quando lei, inaspettatamente, si tirò indietro con un sospiro.
- Io... io credo di non poterlo fare, Sebastian - gli disse, mordicchiandosi l'interno della guancia.
- Hai ancora paura di me?
Lei esitò per un attimo.
- No. Però non è come... - rispose infine, cercando le parole per descrivere quello che provava. - Io ti credo, davvero. Ma non riesco a ricordare...
- E non credi... - incominciò lui, in tono pacato - che sia giunto il momento di rimuovere l'incantesimo di memoria?...
Alicia parve riflettere per qualche secondo; poi, però, alzò il mento e lo guardò negli occhi, risoluta.
- Sì - gli rispose, in tono deciso. - È ora. Fallo ora. Fallo Sebastian, ti prego.
Lui estrasse la bacchetta di castagno dalla tasca e la puntò verso di lei.
- Molto bene allora - le disse, prendendo fiato. - Sei pronta?
Alicia chiuse gli occhi e annuì.
- Mnemonium!
Una piccola scarica elettrica fuoriuscì dalla punta della bacchetta e la colpì in fronte. Alicia barcollò appena; poi, aperti gli occhi, fissò Bastian, in attesa davanti a lei.
- Come... come ti senti? - le chiese lui dopo qualche istante, un po' nervoso, dato che lei non diceva nulla.
Alicia sospirò.
- Esattamente come prima, purtroppo - gli rispose abbassando lo sguardo, amareggiata. - Temo... temo che l'incantesimo non abbia funzionato.
Quella rivelazione lo colpì come uno schiaffo in pieno viso.
- Oh, merda! - urlò, saltando in piedi.
- Co-cosa...?
- Vieni con me - le ordinò Bastian, dirigendosi di corsa verso la stanza che gli era stata assegnata dalla signora Spinnet.
Una volta sul posto, Bastian afferrò un vecchio libro dallo scaffale perfettamente ordinato (il giorno successivo all'arrivo aveva fatto una rigorosa cernita del contenuto del suo baule, decimato dal disordine e dall'incuria) e prese a sforgliarlo furiosamente.
- Come pensavo - disse ad Alicia con voce sepolcrale una volta che ebbe individuato e letto il paragrafo che cercava. Con fare desolato, tese il libro verso di lei.
La ragazza afferrò il volume e lesse il trafiletto che lui le indicava:
La rimozione degli incantesimi di memoria potrà essere eseguita soltanto avvalendosi della stessa bacchetta che li ha applicati.
I due segmenti spezzati della vecchia bacchetta di ebano di Bastian, posati sul comodino, sembravano deriderli con infinito scherno.
- OH, MERDA!!! - gridò Alicia in tono talmente alto da svegliare tutta la casa.

Frustrazione e mestizia.
Bastian e Alicia non si capacitavano di tanta sfortuna: così vicini da potersi toccare e, al tempo stesso, separati dalla perdita dei ricordi. I due ragazzi non si davano pace, non riuscivano ad accettarlo. 
Bastian pensò allora di estrarre tutti i ricordi che possedeva per mostrarglieli; Alicia, però, gli fece notare che suo padre non disponeva di un Pensatoio in cui avrebbe potuto guardarli e che nessuno di loro conoscenza ne possedeva uno.
Tanto dissero e tanto fecero, comunque, che la voce del loro affaccendarsi giunse alle sagge orecchie di Nonna Hanya, la vecchia strega aborigena vicina di casa degli Spinnet e nonna dei fratelli Zahu, amici d'infanzia di Alicia.
Con la scusa di invitarli a mangiare un bel tortino di carne di varano (che Bastian addentò per pura educazione, per poi trovarlo squisito), la strega si fece raccontare quanto era successo; poi, guardandoli placidamente, disse loro:
- Credo di avere la soluzione che fa per voi.
E, ai due ragazzi che la guardavano speranzosi, raccontò che, quando ancora non esistevano le bacchette (portate dai maghi europei nel XVII secolo) gli stregoni nativi australiani facevano incantesimi avvalendosi del potere dei tatuaggi tribali, dei boomerang cerimoniali, dei bastoni della pioggia, delle opali e delle rocce magiche.
- La Lizard Rock (4) è uno dei punti più magici di tutta l'Australia - disse ad Alicia, che annuiva col capo. - Recatevi laggiù durante la prima notte di plenilunio (che, per vostra fortuna, sarà dopodomani) e vedrete che il vostro problema si risolverà in un battibaleno.
Poi diede loro istruzioni: la brocca con l'acqua, il modo in cui dovevano sedersi, le frasi da recitare.
Due giorni dopo, Alicia e Bastian si prepararono per l'escursione.
- Non è il caso di fare l'elegantone - commentò Alicia quando lo vide uscire dalla sua stanza vestito di tutto punto, con camicia, cravatta e scarpe inglesi perfettamente lucide. - Si va nell'outback, signor Occhione.
E lo costrinse a cambiarsi con gli abiti di Rupert, facendogli vestire un paio di jeans sdruciti, felpa con cappuccio e scarponi chiodati, in un insieme che Bastian giudicò di una sciatteria desolante. Dopo qualche centinaia di metri, però, fu costretto a ricredersi: il sentiero era accidentato e infido, e la cosa peggiorò quando, lasciato il deserto, si addentrarono negli sconnessi canyon dell'Ellery Creek, scavati nel corso dei millenni dal fiume Finke.
Alicia, imperturbabile, procedeva davanti a lui con la brocca d'acqua in bilico sulla testa, in perfetto silenzio.
Era già notte fonda quando giunsero a destinazione: l'enorme lucertola di pietra si stagliava maestosa contro il cielo stellato. Aiutandosi con le mani, i due ragazzi scalarono la grande roccia e ne raggiunsero il dorso; esattamente al centro, proprio come preannunciato da Nonna Hanya, c'era un bacino perfettamente liscio, intagliato nella pietra.
Facendo molta attenzione a non disperdene neppure una goccia, Alicia versò il contenuto della brocca nel bacino. E l'acqua, illuminata dalla luce della luna, divenne immediatamente lucida come uno specchio d'argento.
Bastian e Alicia, allora, sedettero ai lati della pozza, uno davanti all'altra: tesero le braccia e si presero per mano, chiudendo gli occhi e cominciando a recitare lentamente la complicata litania cerimoniale in lingua aborigena che la vecchia strega aveva loro insegnato.
E mentre le loro voci crescevano di intensità l'outback parve animarsi intorno a loro, e le bestie fantastiche d'Australia fecero capolino fra le ombre per guardarli, e il flusso dei ricordi di Bastian passò attraverso lo specchio magico e si riversò nella mente di Alicia, restituendole la memoria; e tutto prese a girare vorticosamente intorno a loro finché, improvvisamente, non cadde il silenzio e la quiete calò su di loro.
Nello specchio magico, divenuto nuovamente un semplice bacile scavato nella roccia, non era rimasta una goccia d'acqua: le stille magiche, intrise di pensieri e ricordi, erano andate ad impregnare l'anima di Alicia.
La ragazza si riscosse e sbattè le palpebre, aprendo lentamente gli occhi.
Bastian, ancora seduto davanti a lei, la guardava trattenendo il fiato.
- Ba... Basteen?
Mentre si abbracciavano con quanta più forza era loro possibile, in piedi sul dorso di quella lucertola millennaria, Bastian pensò che, in vita sua, non era mai stato così felice.
 
Dopo circa una settimana da quella notte, ci trasferimmo a Brisbane, dove Alicia era attesa dalla squadra dei Wallgong Warriors al gran completo. Era piuttosto nervosa, quel mattino, ma io le dissi di non preoccuparsi visto che, in quel gioco da barbari, lei è davvero molto, molto brava, lo dice uno che non se ne intende affatto ma che sa il fatto suo.
Nei primi tempi della nostra convivenza, visto che lei si trovava spesso impegnata in partite ed allenamenti, io tentai di godermi l'ozio e la vita da spiaggia, ma senza successo, perché francamente detesto la sabbia che ti si infila dappertutto e, soprattutto, l'indecorosa abitudine dei babbani di andarsene in giro in mutande per il bagnasciuga.
Quindi, stufo di starmene con le mani in mano, decisi di mettermi al lavoro e di unire l'utile al dilettevole, dandomi da fare per rifornire questa landa dimenticata da Salazar con una birra scura al doppio malto degna di questo nome, secondo una ricetta 100% scozzese + una goccia di pozione segreta.
Modestia a parte, la Ausscottie va alla grande , ed ha scalato in fretta le classifiche delle birre artigianali più consumate nei locali magici e babbani di mezza Oceania.
Il Marchio Nero me lo feci rimouvere, o meglio, "modificare", da un mago tatuatore polinesiano amico di Wakiki Zahu. Dico "modificare" perché, ahimé, il simpatico artista ebbe la bella idea di trasformarlo in un bell'ibiscus col pistillo all'infuori. Davvero orribile ma, se me lo permettete, sempre meglio del teschio linguacciuto.
Qualche mese fa abbiamo deciso di trasferirci a Poé, in Nuova Caledonia, che si trova a un tiro di schioppo da Brisbane. Io mi ero illuso di trovarci qualcosa di scozzese, ma mi sono dovuto abituare all'idea che qui, la gente, usa il pareo invece del kilt. 
E va beh, va bene lo stesso.
Casa nostra è bella, con vista mare, un po'scrostata e ovviamente, visto chi ci abita, disordinata da fare spavento. Ma va bene lo stesso anche quello.
E va bene lo stesso anche il fatto che, tutte le domeniche, per "riposare" dopo la partita del sabato, quell'iperattiva di Alicia mi trascina in spiaggia a fare surfLei fa surf, beninteso; io, ovviamente, non ci penso nemmeno. Mi siedo buono buono sotto l'ombrellone, sulla mia sedia a sdraio, con un paio di incantesimi antisabbia distribuiti tutt'intorno.
E poco importa che, dopo essere uscita dall'acqua ed essersi rotolata ben bene nella rena, quell'adorabile pasticciona mi si butterà addosso, trasformandomi all'istante in una disgustosa ed indigesta cotoletta alla milanese.
La sabbia si può sempre levare piú tardi con una bella doccia, dico bene?
 
Note:
1) Il Ghan esiste davvero: è il treno che attraversa l'Australia da nord a sud congiungendo Darwin ad Adelaide. Più o meno a metà percorso si trova la cittadina di Alice Springs, nei pressi della quale risiede la famiglia Spinnet.
2) Forse non l'ho spiegato prima (e avrei dovuto farlo); i Wallgong Warriors sono una squadra di Quidditch australiana che compare in Il quidditch attraverso i secoli. La Rowling non specifica in quale città si trovi la loro sede, e così ho deciso di stabilirli a Brisbane, splendida città bagnata dalle calde acque del Pacifico.
3) La famiglia di Alicia qui è solo citata, ma nella vecchia storia che la vedeva protagonista ("Agli Antipodi") questi personaggi erano stati tratteggiati con maggior precisione (va specificato che Lisa è babbana e lavora come hostess sulle linee aeree australiane. Rupert si è innamorato di lei perché, nonostante sia babbana, la ragazza "sa volare"). Ad essi va aggiunta una sorta di "famiglia allargata" costituita dai vicini di casa: Nonna Hanya, una vecchia strega aborigena, con i tre nipoti Tommy, Jimmy e Wakiki Zahu, cresciuti insieme ai fratelli Spinnet. Tommy ha due anni più di Alicia ed è stato il suo primo "fidanzatino"; Jimmy e Wakiki sono gemelli e nati lo stesso anno della nostra Aussie. Wakiki è la migliore amica di Alicia in Australia. [Tommy, Jimmy e Wakiki Zahu, tra l'altro, sono personaggi del libro "La Compagnia dei Celestini" di Stefano Benni, membri della squadra di pallastrada oceanica chiamata Manakoko Wallabies].
4) Anche la Lizard Rock esiste davvero: è una grande roccia a forma di lucertola situata non lontano da Alice Springs, lungo il corso dei canyon chiamati Ellery Creek.
5) E questo è veramente tutto. La versione soft di questa Aussie/Basteen finisce qui, nonostante sappiamo che Alicia prenderà parte alla Battaglia di Hogwarts e che, sicuramente, Bastian vi si recherà con lei. Spero vivamente di avervi fatto compagnia durante l'estate e, soprattutto, di avervi allietati almeno la metà di quanto mi sono divertita io scrivendo questa storia. Ovviamente le avventure dei nostri due beniamini male assortiti continuano negli spezzoni de La Cura Universale e de Le Prodigiose Sorprese di un Armadio Svanitore, che costituiscono la diretta sequenza dell'Epilogo A di questa storia. Per chi non l'avesse letta, è stata anche pubblicata in separata sede una OS intitolata Alicia in (Mac)WonderNair che si inserisce all'altezza del capitolo 11 (Maggio) della qui presente long. 
Grazie infinite a tutti coloro che hanno letto, seguito e partecipato.
Alla prossima! Mu.
   
 
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