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Autore: padme83    13/09/2018    15 recensioni
1. Rapture (Se non dopo, quando?): "Ti è bastato un istante, durante la prima passeggiata in paese, per capire, per avere l'assoluta certezza che con quella massa scomposta di ricci scuri niente sarebbe stato facile – per te, più che per lui. Hai incrociato il suo sguardo per la frazione di un secondo, e ti sei sentito perduto."
2. Devotion (La collina di Monet): "Ti guarda divertito – la sua timidezza, così come l'impaccio iniziale, non sono altro che un vago ricordo – e il suo sorriso è un miracolo del quale ancora non riesci a capacitarti. Si erge rilassato fra le lenzuola, scivolandoti addosso con la grazia e l'eleganza di un cigno che volteggia sulle acque placide di un lago."
3. Annihilation (La sindrome di S.Clemente): "- Non ti staccare da me. - soffi sulle sue labbra - Per nessuna ragione al mondo. - Il "No" che ricevi in risposta è a malapena un sussurro, così flebile che non sei nemmeno certo di averlo udito davvero."
4. Choices (I luoghi dello spirito): "Ma, che ne sia conscio o meno, Apollo ormai vola con lui, ed Euterpe lo accompagna, donandogli ali di diamante, e un universo infinito da conquistare."
[Oliver's POV]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I mortali lo chiamano Eros alato,
gli immortali invece Pteros, perché costringe a mettere le ali.

(Platone - Fedro)

 

 

 

Choices ~

 

 

 

 

"E a ogni passo lasciare portarci via
da un'emozione non piena, non colta:
rivedersi era come rinascere ancora una volta.
"

 

 

 

Le nuvole danzano pigre nel cielo di New York, volteggiando sulle note di una brezza leggera.
In alto, oltre il profilo irregolare dei grattacieli, l'orizzonte è tinto di un azzurro così limpido e intenso da apparire irreale, frutto dell'estro sapiente di un pittore che nessun pennello umano, per quanto visionario, sarà mai in grado di eguagliare.
L'aria è tiepida, nonostante Ottobre abbia già compiuto metà del suo percorso sul calendario, e ovunque attorno a te è un rincorrersi festante di colori vividi e sgargianti, un tripudio di giallo, ocra, porpora e rosso scuro che lambisce divertito il nervo ottico, stuzzicandolo con la grazia e l'impertinenza di un bambino vivace e un po' dispettoso. È la magia dell'Autunno, e Central Park in questo periodo sfoggia le sue vesti migliori.
Ci vieni spesso, e non solo per correre: trascorri giornate intere, soprattutto nei fine settimana, seduto su di una panchina o appoggiato al tronco di un albero, con l'unica compagnia di un buon libro e degli elaborati dei tuoi studenti da correggere. Ti sembra di lavorare meglio e con maggior profitto in questo modo; di certo sei più rilassato quando ti capita di imbatterti in una fra le tante improbabili scemenze partorite di continuo dalla fervida immaginazione dei ragazzi che frequentano i tuoi corsi.
Oggi, però, la tua mente non ne vuole proprio sapere di rimanere concentrata: ogni cinque o sei righe sei costretto a interrompere la lettura, obbedendo all'imperativo irresistibile di posare lo sguardo sulla figura longilinea ed elegante che se ne sta tranquilla a pochi passi da te, appoggiata alla balaustra, intenta ad ammirare in silenzio le acque scintillanti del JKO Reservoir. Sei combattuto fra il desiderio di continuare a osservarla a sua insaputa – anche se hai il fondato sospetto che sia sempre consapevole di tutte le tue occhiate, palesi o furtive che siano –, e la voglia urgente di attirare la sua attenzione, di ascoltare di nuovo quella voce calda e vibrante capace di far tremare parti di te che nemmeno credevi di possedere ancora.
- Ehi, Holden, - butti fuori in un soffio, senza riuscire a trattenerti - guarda che se non la smetti di fissarle così quelle anatre finiranno col denunciarti per molestie. -
Elio si volta con calma verso di te, aggrottando le sopracciglia e increspando le labbra perfette in una lieve smorfia ironica.
- Non sto fissando le anatre, professore. -
- E allora che fai? -
- Penso. -
- A cosa? -
- Questioni private. -
Ridi. Una volta una risposta del genere ti avrebbe probabilmente ferito, spingendoti ad allontanarti da lui, ma adesso questo semplice scambio di battute non fa altro che riempirti l'anima di una gioia profonda. È una sensazione strana, pervasiva, totalizzante, alla quale non sei abituato; l'avverti bruciare simile ad una fiamma guizzante proprio lì, all'altezza del petto, e il suo calore dolce ti fa stare bene, in pace con te stesso, come non accadeva da tempo.
Sono passate appena due settimane da quando Elio è rientrato nella tua vita, due settimane dal momento in cui te lo sei visto comparire davanti alla fine di una delle tue lezioni pomeridiane alla Columbia. Nell'attimo esatto in cui hai sollevato gli occhi e hai incontrato i suoi, che ti scrutavano attenti e inquieti, ogni cosa nel raggio di un chilometro ha immediatamente cessato di esistere. Il cuore ti è rimbalzato in gola, bloccando l'afflusso di ossigeno da e verso i polmoni. Ricordi di esserti sentito alla stregua di una creatura deforme e miserabile, un novello Ecatonchiro che, dopo aver passato l'intera esistenza prigioniero negli abissi più isolati e tenebrosi del Tartaro, all'improvviso viene trascinato in superficie, e, una volta libero, si lascia incantare dalla prima cosa che scorge attorno a sé: la luce dorata e splendente del fratello Iperione. Per interminabili secondi sei rimasto immobile, incollato alla sedia, sconvolto, attonito, incapace di pensare o fare alcunché. Quando la tensione è diventata insostenibile – o, almeno, a te è parso che lo fosse –, Elio si è deciso a spezzare l'incantesimo, cominciando a parlare piano, con un tono incerto, carico d'apprensione, esitante. - Scommetto che non ti ricordi di me. - ha avuto l'impudenza di dire, e tu, al cospetto di quell'affermazione così intrinsecamente assurda (però tipica di Elio), non hai potuto fare a meno di alzarti in piedi scuotendo la testa esasperato, per poi attirarlo d'impulso a te e stringerlo con ardore fra le braccia. L'intera manovra è durata meno di un battito di ciglia, eppure entrambi siete coscienti che da quell'istante tutto è stato di nuovo messo in discussione, le vostre prospettive e priorità redistribuite, le carte in tavola rimescolate. La Terra ha ricominciato a girare correttamente intorno al suo asse, tornando a posizionarsi nell'orbita ad essa destinata e alla quale appartiene di diritto, dopo aver vagato in lungo e in largo nello spazio, come la pallina impazzita e abbandonata a se stessa di un vecchio giocattolo rotto.
Da allora non avete lasciato passare un solo giorno senza trovare un pretesto per incontrarvi, malgrado i numerosi impegni di Elio; i tuoi riesci a gestirli senza troppi problemi, avendo a che fare principalmente con il tuo lavoro in Facoltà. Il ragazzo invece si trova nella Grande Mela per organizzare con il suo agente il tour che lo porterà a esibirsi nei più prestigiosi teatri d'America. Che fosse un prodigio al pianoforte l'hai sempre saputo: ora c'è un mondo intero pronto a scoprire il suo incredibile talento, un mondo che non aspetta altro che ascoltare la sua musica straordinaria per poi prostrarsi adorante ai suoi piedi. Sei fiero di lui, tantissimo, e non perdi occasione per ribadirlo, anche se conosci bene il modo in cui Elio tende a reagire alle lusinghe e ai complimenti, in particolare quando è convinto di non meritarseli.
Ma, che ne sia conscio o meno, Apollo ormai vola con lui, ed Euterpe lo accompagna, donandogli ali di diamante, e un universo infinito da conquistare.

 

 

"Time, it needs time to win back your love again.
I will be there, I will be there.
Love, only love can bring back your love someday.
I will be there, I will be there.

Fight, babe, I'll fight to win back your love again.
I will be there, I will be there.
Love, only love can break down the wall someday.
I will be there, I will be there.

If we'd go again all the way from the start
I would try to change things that killed our love.
Your pride has built a wall,

so strong that I can't get through.
Is there really no chance to start once again?
I'm loving you."


 


 

"And try, baby try to trust in my love again.
I will be there, I will be there.
Love, our love just shouldn't be thrown away.
I will be there, I will be there.

If we'd go again all the way from the start
I would try to change things that killed our love.
Yes, I've hurt your pride, and I know
what you've been through.
You should give me a chance,

this can't be the end.
I'm still loving you."

 

 

Tuttavia, sebbene sia indiscutibile il piacere che avete riscoperto nello stare l'uno in compagnia dell'altro, c'è qualcosa che si interpone fra voi, una sorta di inquietudine sfuggente che vi impedisce di avvicinarvi, di ritrovare la sintonia e la chimica di quell'estate lontana. Elio è cauto nei tuoi confronti, lo percepisci chiaramente: lo intuisci dal suo modo di muoversi, trattenuto, quasi timoroso, dalla sottile agitazione che lo coglie tutte le volte in cui, per un qualsiasi motivo, siete obbligati a entrare in più stretto contatto; oppure dal velo d'oscurità che, di tanto in tanto, sporca la trasparenza pura e cristallina del suo sguardo. Questa sfiducia ti fa male, ma la comprendi e, in fondo, riconosci di meritarla: non si guarisce facilmente dal tipo di ferita che gli hai inferto, anzi, semmai è vero il contrario; a maggior ragione nel caso in cui, oltre alla testa e al cuore, a essere coinvolto è anche l'orgoglio. Puoi intravedere le tracce del tuo passaggio nei lineamenti scavati del volto di Elio, nelle minuscole fessure attorno alla bocca e alle palpebre, anche se non hai – non puoi avere – la pretesa di pensare che ogni singolo segno impresso su quei tratti raffinati porti il tuo marchio esclusivo. Dopo il tuo ritorno negli Stati Uniti, Elio è andato avanti per la sua strada, facendo esattamente ciò che ti eri aspettato da lui; quel che è accaduto da allora a oggi non è argomento che ti riguardi. Non gli fai domande, rispettando il suo riserbo; sempre che, naturalmente, non sia lui, in piena autonomia, a volerti rendere partecipe degli avvenimenti e delle esperienze che hanno arricchito la sua vita al di là dell'Oceano Atlantico. E, d'altra parte, nemmeno tu senti il bisogno di portare allo scoperto quell'intricato cespuglio di rovi che, negli anni trascorsi lontano da lui, ha cosparso di spine aguzze e taglienti il tuo cammino, trasformandolo in un campo minato, dal quale sei emerso a fatica e solo dopo esserti battuto con tutte le tue forze e aver versato fino all'ultima goccia del tuo sangue. Elio non è uno sciocco, tutt'altro, e può vedere attraverso di te come se fossi una porta aperta: sei convinto – no, ne hai la certezza – che abbia capito ogni cosa sin dal principio. Avete sofferto entrambi, seppure per motivi diversi, ma tutti riconducibili a quel legame raro, speciale e indissolubile che è nato fra voi all'ombra dei peschi profumati di Villa Perlman: tu, però, all'epoca hai fatto una scelta, una scelta precisa (e ai tuoi occhi obbligata), credendo – erroneamente, certo, ma in totale buonafede – di avere il diritto e, soprattutto, il dovere, di decidere non solo per te, ma anche per Elio. Ora sei tenuto a pagare una ad una le conseguenze delle tue azioni: non ti sei mai tirato indietro di fronte alle responsabilità, e questa circostanza non fa eccezione, a meno che... a meno che non sia Elio – Elio, sempre Elio, inevitabilmente Elio – a muovere in maniera differente i pezzi sulla scacchiera. Non lo forzerai in alcun modo, sia chiaro: lo hai già fatto una volta, e non ripeterai il medesimo sbaglio; raccoglierai il tuo coraggio e accetterai la sua scelta, qualunque essa sia, anche se dovesse decidere di intraprendere un percorso che non implichi un "noi" nel suo futuro. Speri soltanto di avere la possibilità di dimostrargli quanto la situazione adesso sia radicalmente cambiata, quanto la sua mancanza abbia spazzato via la paura di un tempo, dissolvendola come neve al sole. Ti ci sono voluti dieci anni per comprendere che, a volte, le scelte giuste si rivelano sbagliate, e quelle sbagliate sono le uniche che contano davvero[1].
Il ragazzo che hai davanti non è più tale da un pezzo, e una voragine divide te dal giovane e spensierato dottorando partito per l'Italia in quel torrido luglio del 1983: siete cresciuti, tutti e due, e questo è un dato di fatto incontrovertibile, ma, alla resa dei conti, non ha alcuna rilevanza, perché ora siete insieme, spalla a spalla sulla griglia di partenza, e tu sei impaziente di svelare ogni minimo dettaglio, ogni nuova sfumatura dell'uomo intrigante e sicuro di sé che Elio si appresta a diventare. Pur di riaverlo al tuo fianco sei pronto ad affrontare qualsiasi ostacolo e, dai recessi più intimi e segreti del tuo animo, ringrazi Dio per averti concesso questa seconda opportunità.
Solo, hai il timore che per Elio non valga lo stesso discorso.

 

 

"Continuerai a farti scegliere,
o finalmente sceglierai?"

 

 

- È tardi, vuoi mangiare qualcosa? - chiedi d'un tratto, più per smorzare l'angoscia che per una reale esigenza.
- No, non mi va adesso. Dopo. -
Come può una parola così piccola racchiudere dentro di sé un significato così grande?
- E allora che vorresti fare? - continui, cercando inutilmente di celare l'emozione incontrollata e selvaggia che ti sta consumando fin sotto la pelle.
- Non lo so. Che ne dici di un salto in libreria? -
- Ancora? Ma ci siamo andati ieri! -
- Sì, ma io non ho finito di fare rifornimento. Non ho potuto portare molti libri con me, lo sai, e in qualche modo devo pur sopravvivere. -
- Io ho una lista, se vuoi. - esali d'un fiato.
- Lista? Che lista? - domanda stupito, non riuscendo, come al solito, a dissimulare la sua curiosità.
- Nulla di che. Ogni volta che terminavo un libro particolarmente interessante mi ripetevo sempre "questo sì che sarebbe piaciuto a Elio", così ho iniziato ad annotarmi tutti i titoli in una lista che, in pratica, non ho mai smesso di aggiornare. Se ti va te la porto. -
- Mi farebbe piacere, grazie. - sussurra, gettando gli occhi nei tuoi, e le sue iridi, verdi e oscure come le foreste più fitte, sono così luminose che ti sembra di contemplare lo scintillio immoto e misterioso di un cielo trapunto di stelle. - Ma ho una proposta migliore. Li hai tenuti, quei libri? -
- Ovvio che sì. Perché? - lo incalzi, cominciando però a intuire dove Elio voglia andare a parare con il suo ragionamento.
- Perché così me li puoi prestare. -
- Ti avverto che io non sono il tipo di persona che va in giro a prestar libri a chiunque, eh. -
- Oh, non ho dubbi a riguardo. - insiste. - Ma io non sono chiunque, Elio. -
Colpito e affondato.
Te lo saresti dovuto immaginare, lo ammetti. Elio fiuta le tue intenzioni come un serpente che saggia gli odori nell'aria, lo hai forse dimenticato?
No, tu ricordi tutto.
Trattieni a stento le lacrime, mentre una domanda ti attraversa la mente, rapida come un lampo, terribile e meravigliosa ad un tempo: è meglio parlare o morire?
Avanti, dannato stupido, parla ora o taci per sempre
. - No, tu non sei chiunque, Oliver. -
Finalmente.
Il sorriso di Elio è un'esperienza mistica, adesso lo sai per certo. È una droga della quale non potrai più fare a meno, un sortilegio dai cui lacci non vorrai mai liberarti.
- E se mi prometti che torneranno indietro... -
- Sì, beh, mi sembra che sia così che funzioni con i prestiti, no? - conclude, leggermente spazientito – ma le sue labbra continuano a sorridere. - Allora, domani? -
- Domani. -
Domani, dopodomani e poi il giorno successivo ancora.
In uno sprazzo di struggente consapevolezza, realizzi che non hai mai desiderato altro che questo, per te, per lui, per voi: poter pensare d'avere un domani e non stare lontani. Si chiama fiducia, e ha un suono bellissimo, melodioso, accattivante, identico alla risata di Elio – un inno alla vita in grado di ancorarti a sé con la sola forza della sua presenza.
Un lieto fine? No, un nuovo inizio[2].
Ed è più di quanto voi due abbiate mai avuto.
Elio si incammina a passi svelti verso i confini del parco, avvolto dal bagliore rosseggiante del crepuscolo, e ti invita a seguirlo con un muto cenno del capo; mentre raduni in fretta le tue cose e ti alzi per raggiungerlo, ti coglie l'improvviso sospetto che sia in realtà l'amore, e non la morte, a non avere limiti[3].
Sbrigati, Oliver.
Corri, se necessario.
Ad aspettarti c'è la tua scelta.

 

 

"We've got to hold on to what we've got.
It doesn't make a difference if we make it or not.
We've got each other and that's a lot for love.
We'll give it a shot.
Woah, we're half way there.
Woah, livin' on a prayer.
Take my hand, we'll make it I swear.
Woah, livin' on a prayer.
"

 


 


 


 

[1] Sia benedetto Gagnor che mi infila queste perle nelle storie più improbabili (Gagnor – Sciarrone, "Paperoga eroe dello spazio", Topolino 3007);
[2] ringraziamo i Rumbelle che, in quanto ad amori travagliati e a seconde (e terze, quarte, quinte... centesime) occasioni possono tranquillamente impartir lezioni al mondo intero (Once Upon a Time – E22xS06);
[3] parafrasando Gabriel Garcia Màrquez, in "L'amore ai tempi del colera".

 

 

{Words count: 2315}

 


 

- FINE -

 


 


 

Nota:

Ed eccoci giunti al termine anche di questa piccola avventura.

Lo confesso, sono stata indecisa fino all'ultimo se pubblicare o meno questo capitolo: per intenderci, non sono sicura che la proverbiale ciambella stavolta sia riuscita col buco. Mi farebbe piacere conoscere la vostra opinione a riguardo. L'unica cosa che so è che dare un minimo di speranza a questi due disgraziati, a prescindere dal finale del libro e del film, ad un certo punto è diventato un imperativo categorico impossibile da ignorare. Riconosco che come what if? sia abbastanza utopistico: non sono tanto ingenua da credere che un futuro simile si sarebbe potuto realizzare sul serio – non così facilmente, perlomeno. Capiamoci, rimanendo sempre sul vago – non era questa la sede opportuna per una approfondita analisi psicologica e sociologica della situazione, cosa per la quale comunque io non possiedo le competenze necessarie – ho immaginato un Oliver divorziato (dopo una difficile e dolorosa – ma completamente autonoma – presa di coscienza) e senza figli (circostanza improbabile, me ne rendo conto, ma non impossibile), e un Elio che da un lato lo sa (dato che Oliver ne ha fatto cenno nella sua corrispondenza con il Prof. Perlman), e dall'altro però si guarda bene dal precipitarsi immediatamente da lui, perché, appunto, sta andando avanti per la sua strada. Passano 10 anni divisi, di cui, dopo il divorzio di Oliver, almeno 4\5 ciascuno per i fatti propri, anche se senza mai dimenticarsi l'uno dell'altro, naturalmente. Poi Elio capita a New York per lavoro, va a trovare Oliver – come accade nel libro, del resto – e, sostanzialmente, entrambi ci ricadono subito dentro, pur con tutti i dubbi, le paure e le cautele del caso, soprattutto da parte di Elio. Insomma, per farla breve, in questo piccolo angolino, dove sono io e solo io a decidere*Elio ed Oliver DOVEVANO in qualche modo avere una seconda possibilità. L'idea era di scrivere una flashfic, giusto per mostrare i nostri protagonisti in procinto di intraprendere un nuovo percorso di vita insieme, ma, mannaggia a Oliver che ha deciso tutto d'un colpo di diventare ancora più logorroico di Elio, dalle cinquecento parole iniziali siamo arrivati a duemila e passa. Parbleau. Giuro che ho dovuto intimargli di chiudere la bocca, perché davvero non la smetteva più di blaterare. Spero comunque di essere riuscita a rendergli giustizia, e chiedo perdono se ogni tanto mi sono presa con lui ben più di una libertà (ma chi resisterebbe alla tentazione davanti ad un personaggio del genere?) XD

Scrivere questa storia è stato un processo molto difficile ma estremamente terapeutico, una vera e propria catarsi: mi ha aiutata a sbrogliare l'intricata matassa di emozioni non sempre positive che quest'ultimo anno si è trascinato dietro, dandomi la possibilità di analizzarle ed elaborarle nel dettaglio per poi, finalmente, lasciarle andare, almeno per un po', almeno fino al prossimo giro di giostra.

Comunque, vi lascio con l'original soundtrack del capitolo (questa volta ho voluto strafare, lo so): in ordine "Farewell"Francesco Guccini (che ritorna anche più avanti nel testo); "Still loving you"Scorpions (INTERA, rigorosamente, c'è anche bisogno di spiegare perché?); "Verranno a chiederti del nostro amore"Fabrizio De André"Livin' on a prayer"Bon Jovi.

*(ed eccolo qui, quel famoso complesso di Dio misto a delirio di onnipotenza col quale prima o poi ogni autore – termine che nel mio caso è da prendere sempre con la dovuta elasticità, ovviamente – si ritrova a fare i conti)


 

Ringraziamenti:

Un grazie sentitissimo a Velia, che con la sua sola presenza ha scacciato via l'orrido blocco, facendo riemergere la mia voglia di scrivere dalla palude melmosa in cui stava affogando. E i risultati si vedono. Che la Forza sia sempre con noi, carissima.

Ringrazio le ragazze del gruppo fb Boys Love – Fanfic & Fanart World, che in pochissimo tempo mi hanno fatta sentire a casa.

Ringrazio me stessa, perché sono riuscita a portare a compimento questo progetto nonostante tutto, scrivendo, letteralmente, tutti e quattro i capitoli agli orari più improbabili e nei luoghi più impensabili. Sempre con una mano sola. L'altra, ovviamente, era impegnata – lo è tutt'ora – a sorreggere il #PiccoloSith, o ad accarezzare il #PiccoloPadawan.

Ringrazio come sempre chi vorrà leggere, e magari lasciarmi un piccolo commento.

Ringrazio chi ha già recensito, e chi ha inserito la storia fra le preferite\ricordate.

Infine, ringrazio Elio Oliver, che mi hanno insegnato ad amare di nuovo.

Scriverò ancora di loro? Forse. Quel che è certo è che ne sento già la mancanza.

At least, mi trovate su Lost Fantasy, se vi va ;)

Later!

Pescosamente vostra,


padme


 

EDIT: non so se ve ne siete resi conto, ma ognuno dei 4 capitoli di questa raccolta corrisponde perfettamente (in base alla sua collocazione temporale) ad una delle 4 parti in cui è diviso il libro di Aciman (Rapture – Se non dopo, quando?; Devotion – La collina di Monet; Annihilation – La sindrome di S.Clemente; Choices – I luoghi dello spirito). Pensavate che l'avessi fatto apposta? E invece no, me ne sono accorta solo a cose fatte. Per la serie cervelli – diluiti nella trielina – fantastici e dove trovarli. Però obbiettivamente ci sta, vero? Sono parecchio soddisfatta, lo ammetto :D E se l'avessi pianificata in questo modo fin dall'inizio sono sicurissima che non mi sarebbe uscita così bene.

   
 
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