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Autore: crige    14/09/2018    2 recensioni
***Seguito di SAVE ME***
Tre anni dopo "Nobody said it was easy".
Vedremo come è andata avanti la vita di Feffe e tutti gli altri.
Cosa sarà cambiato? E cosa invece è rimasto invariato?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Dentro di noi spesso abbiamo battaglie di cui non sappiamo neanche l' esistenza.
Ci avvelenano a nostra insaputa.
Come i virus.
Si insinuano in ogni fibra del nostro corpo senza che noi possiamo accorgercene.

Sì, ogni tanto lasciano qualche traccia dietro di sé, ma mai niente di troppo palese.
Mai nulla che possa far suonare il nostro campanello di allarme.
E quindi, quando poi esplodono, ci trovano del tutto impreparati.

Rimaniamo lì a bocca aperta, completamente immobili.
Mille domande nella testa che non riescono ad avere risposta.
E noi che ci sentiamo prosciugare man mano sempre di più.

Sono quelle battaglie contro la nostra coscienza.
Quelle continue lotte tra testa e cuore.
Quelle che il nostro "io" interiore tende a nascondere sotto un tappeto.
Come si fa con la polvere.

Ma il problema è che accumulando, accumulando prima o poi la polvere esce fuori.
E ti ritrovi a dover affrontare tutto insieme.
Senza una minima idea da cui partire.

La testa è realista, oggettiva, sicura.
Sa quello che è meglio per te e cerca di fartelo capire.
A volte anche con prepotenza.

Il cuore invece è un salto nel buio.
E' avventura, imprevisto, sopresa e passione!
E' il desiderio di scoprire, di vedere come andrà!
E' fantasia e libertà.

Abbiamo queste battaglie dentro di noi, perché in realtà tutti sappiamo chi scegliere.
Ma abbiamo troppa paura dell' ignoto.
La regolarità ci piace.
Ci fa sentire al sicuro.

Solo che dopo un po' inizia a starci stretta.
E vogliamo di più.
Ci meritiamo di più.

Possiamo non accorgerci delle lotte che avvengono dentro di noi.
Ma sappiamo benissimo cosa fare quando esploderanno.
Basta solo avere il coraggio di dire "Sì!".







-Cioè, fammi capire- mi asciugo le lacrime per le troppe risa -te sei andata da lei completamente fatta?-

-Sì!- annuisce, ridendo.

-Non ci posso credere!- mi apro in una nuova risata, incapace di controllarmi -oddio! Avrei pagato per vedere la sua faccia!-

Io e Feffe parliamo e ridiamo ormai da almeno un' ora.
Ci siamo ricomposte dopo tutte quelle rivelazioni e abbiamo riso quando i nostri stomaci hanno brontolato all' unisono.
La fame chimica era arrivata per tutte e due.
Così abbiamo deciso di ordinare una pizza.

Ce la siamo divorata sul divano.
Adesso siamo ancora qui.
Lei seduta con le gambe stese sul tavolino e io stesa con la testa sopra di lei.
Mi era tremendamente mancato tutto questo.

-Comunque- si ricompone, continuando a raccontarmi -alla fine l' ho baciata-

-Cosa?- quasi urlo, sorpresa -ma come?-

-Non posso farci niente- alza le spalle -ho provato a far finta di nulla, ma non ce la faccio più-

-E che intendi fare, scusa? Tra due settimane te ne vai- mormoro, senza riuscire a trattenere una nota di tristezza.

-Non lo so, Nene- scuote la testa, sospirando -abbiamo deciso che ci penseremo poi-

Quando ho capito  che la Nana provava ancora qualcosa per la mia amica, ho sperato che si riavvicinassero.
Ho sperato con tutte le mie forze che questo avrebbe fatto cambiare idea a Francesca sulla sua partenza.
E adesso, adesso c'è una speranza concreta.
Ma dopo tutto quello che mi ha detto, non so quanto le faccia bene rimanere.

Non potevo immaginare niente di quello che mi ha confessato.
Non so come io non sia riuscita a rendermene conto.
Eppure ero sempre a casa sua.
Qui, con lei, a cercare di tirarla su.
Evidentemente non ci riuscii.
E il solo pensare che quel giorno avrei potuto perderla, mi scaturisce un brivido di terrore per tutta la schiena.

-Tu invece che intendi fare con Erica?- chiede, dopo qualche minuto di silenzio.

-Non lo so- sospiro -di sicuro devo ridurre l' alcool-

-Eh direi- sorride divertita -o vuoi continuare a baciare sconosciuti?-

-Non me lo ricordare- mi si contorce la faccia in una smorfia di disgusto.

-Vedrai che capirai come rimediare- afferma, sinceramente convinta, iniziando ad accarezzarmi i capelli.

-Una mezza idea ce l'ho- sogghigno -ma ci devo ancora pensare bene-

-E sarebbe?-

-Non dico nulla per scaramanzia!- scoppia a ridere a quella mia affermazione -non prendermi in giro!- le lancio un' occhiataccia -sono stata cacciata di casa dalla mia fidanzata!-

-Così impari! Vecchia alcolizzata!- ride di nuovo, non curandosi del mio sguardo di rimprovero.

Mi mancava tutto questo.
Io, lei a parlarci sinceramente come facevamo un tempo.
A ridere e scherzare senza chiederci cosa sarà.
Ma solo vivendoci il momento.

So che dovrei essere a pezzi per come è andata con Erica e infatti lo sono.
Ma non posso non essere felice di aver ritrovato finalmente la mia amica.
Francesca è decisamente il punto migliore da cui partire, per risolvere tutti gli altri casini che ho combinato.

Non so ancora se la mia idea farà si che Erica mi riaccetti a casa.
Posso solo sperarci.
Posso solo sperare con tutte le mie forze che lei mi perdoni.
Sono stanca di leggere nei suoi occhi solo e sempre delusione e rabbia.
Non voglio essere quel tipo di persona.

Voglio che sia fiera di me.
Voglio che con me sia felice.
E che si senta amata.
M' importa solo questo.

-Pensi che mi perdonerà?- lo chiedo in un sussurro, chiudendo gli occhi.

-Io credo di sì- risponde sicura -devi solo dimostrarle di aver capito-

Annuisco, godendomi le sue carezze.
Spero tanto che abbia ragione.
Non so che farei se Erica uscisse dalla mia vita.

-Raccontami qualcosa di Londra- le dico sorridendo -qualcosa di divertente!-

-D' accordo- acconsente.

Allunga una mano recuperando il suo tabacco sul tavolincino.
Si rolla la sigaretta accendendosela subito.
Tira qualche boccata prima di parlare.

-Ok, questa la devi sapere- scoppia a ridere da sola -ero in Inghilterra da ormai qualche mese e non stavo ancora con Ilaria- inizia, non riuscendo a controllare le risa -eravamo in un pub con la squadra dopo allenamento e stavamo bevendo quando, ad un certo punto, si avvicinano un gruppo di ragazze dicendo di essere della squadra di football americano della città-

-Esiste davvero?-

-Sì!- annuisce -comunque, ci sfidano ad una gara di bevute. Un testa a testa a suon di shot. Due contro due! Le mie compagne scelgono me dopo la mia bellissima prestazione alla mia matricola contro Ilaria e quest' ultima si offre per fare la seconda!-

-Ma mi hai detto che non regge l' alcool!-

-Esatto!- scoppia di nuovo a ridere -eravamo io e lei contro due ragazze robuste e ben piazzate! La sfida è a bicchierini di vodka liscia. Per i primi quattro giri tutto nella norma. Al quinto però, Ilaria inizia a dare segni di cedimento! Due giri dopo non riesce a buttare giù e sputa rovinosamente tutto addosso a una delle due avversarie-

-Ma come???!!- scoppio a ridere, immaginandomi la scena.

-Oddio non ti dico le risate!- si asciuga una lacrima per le troppe risa -questa si incazza di brutto e inizia a dare di matto! Rum, palesemente ubriaca marcia, le si porta davanti e inizia a spingerla e non so manco come, ci ritroviamo in mezzo ad una rissa! Ho dovuto caricarmela sulle spalle e darmela a gambe perché queste volevano ucciderla!-

-Dio, avrei tanto voluto esserci- ridiamo insieme, incapaci di frenarci -se fossimo state io e te, avremmo vinto a mani basse-

-Senza alcun dubbio- sorride, cercando il mio sguardo.

Duriamo qualche secondo prima di riaprirci in un' altra sincera risata.
Sono stata veramente un' idiota a dubitare di lei.
Ho dato per scontato che mi avesse abbandonato senza motivo, senza mai chiedermi davvero il perché.
Mi sento veramente una stupida.

D' un tratto ci giriamo all' unisono quando sentiamo il portone di casa chiudersi.
Qualche secondo dopo appare in salotto proprio Ilaria.
Scoppiamo a ridere senza controllo.
Lei ci guarda interrogativa per qualche momento, prima di avvicinarsi.

-Ma siete sbronze?- chiede, leggermente divertita, portandosi davanti al divano.

-No- Francesca scuote la testa -le ho raccontato della gara di shot al pub-

-E che cazzo, Mostro! Eddai, no!- ride anche lei, mettendo le mani avanti -che figure mi fai fare?!-

-Come se io e Nene non ne avessimo mai fatte- si difende la mia amica -comunque che ci fai qui? Non dovevi essere da Lucia?-

-Ho dimenticato delle cose e son venuta a prenderle! Ma sì, me ne rivado subito- le fa una linguaccia -così potrai continuare a sparlare di me!-

Alza il mento con sguardo fiero e abbandona la stanza dirigendosi in camera di Francesca.
Direi che è il momento giusto per scusarmi pure con lei.
So di non essere stata la persona più amichevole del mondo in questo periodo.
E me ne dispiace.

-Dove vai?- chiede, Feffe, vedendomi alzare.

-Voglio parlare un attimo con lei- le sorrido, per poi raggiungere Ilaria.

La trovo di spalle intenta a buttare vestiti in uno zaino.
Sembra avere abbastanza fretta.
Non le ruberò troppo tempo.

-Posso?- domando, bussando sulla porta aperta -vorrei parlarti un attimo-

-Entra pure!- mi rivolge un sorriso, dandomi successivamente le spalle -ti ascolto, eh! Solo che ho promesso a Lucia che avrei fatto presto-

-Tranquilla, non ci metto molto- affermo, avvicinandomi -senti, io volevo solo chiederti scusa per il mio comportamento. Soprattutto alla cena dai miei. Sono stata una vera stronza e mi dispiace-

Si ferma quasi di scatto, voltandosi.
Mi guarda con aria sorpresa, continuando a scrutarmi attenta.
Incrocia le braccia, parlando qualche secondo dopo.

-Ti ha detto la verità, eh?!- soffia, alzando un sopracciglio.

-Come..-

-Oh, avanti- m' interrompe -l' ho lasciata che era incazzata nera con te e ora vi trovo qui a ridere e a scherzare come se niente fosse- soffia -la conosco- aggiunge, dopo una breve pausa -non fraintendermi: sono contenta che abbiate chiarito e che lei ti abbia finalmente detto tutto, ma ora mi chiedo se sei qui a farmi le scuse perché lo pensi davvero o per far felice lei-

-Lo penso davvero- dico, con tono leggermente risentito -ho sbagliato tutto con te, dall' inizio. Credo che fossi un po' gelosa del vostro rapporto, visto che mi sembrava che il nostro stesse andando a rotoli-

-Pensi che io non lo avessi capito?!- domanda, retorica, con un sorriso -le ho detto più volte di dirti tutto, ma non voleva che tu potessi fartene una colpa. Lo sai come è fatta-

-Si, lo so- sorrido, sincera -beh, credi che possiamo ricominciare da capo?-

-Certo, biondona!- esclama, facendomi un occhiolino -esigo che mi racconti tutte le cose più imbarazzanti di Francesca-

-D' accordo- annuisco, ridendo -torno di là-

-Vai pure! Noi siamo a posto- mi regala un gran sorriso, tornando poi alle sue faccende.

Aveva ragione Federica quando mi diceva che ho un carattere impossibile.
Che le persone devono sempre stare a decifrare ogni mio comportamento.
Lei diceva che sarebbe  tutto più facile se io mostrassi subito il mio lato migliore.
E magari prima di farmi odiare.
Avrei dovuto evitare di fare la stronza con Ilaria.

Non posso avercela con lei.
Non dopo quello che mi ha raccontato Francesca.
Dovrei solo ringraziarla per essere stata dietro alla mia amica.
Evidentemente anche meglio di me nell' ultimo periodo che era qui.

-Mi piace, Ilaria- affermo, tornando a stendermi sul divano.

-Ne sono contenta- sorride, riprendendo ad accarezzarmi i capelli -anche se ci hai messo un po'-

-Devo pur sempre mantenere la mia reputazione da stronza, no?-

-Eh giusto- ride, coinvolgendomi -lei è importante per me e vorrei davvero che voi due andaste d' accordo-

-Tranquilla- le sorrido, chiudendo gli occhi -tutto sistemato-

-Brava-

Riapro le palpebre giusto in tempo per veder tornare Ilaria.
Si para di fronte a noi con un borsone in mano.
Mette le mani sui fianchi, scuotendo la testa.

-Cioè, manco di casa da neanche un giorno e già mi rimpiazzi?- punta un  dito contro Feffe -mi deludi, Amore!-

-Perché non te ne torni da Lucia? Fattele fare da lei le coccole! Così non rompi più a me!-

-Come osi?- si porta una mano al petto, finta indignata -questa me la lego al dito, Creatini- scoppia a ridere subito dopo -bene, ho finito di fare l' idiota e adesso me ne vado. Così magari riesco pure a scopare!-

-Ilaria!- Francesca la riprende, buttando gli occhi al cielo -è possibile che pensi solo a quello?-

-Disse quella che portava a casa una ragazza diversa dall' altra ogni sera-

-Esagerata!-

-Pfff- sbuffa, scuotendo la folta chioma -vado!- si allunga lasciando un bacio a stampo alla mia amica e uno sulla guancia a me -buona serata!-

-Anche a te!- rispondiamo in coro -e domani chiamami che ti devo aggiorare su alcune cose!- aggiunge poi Feffe.

-Sì signore!- fa il saluto da militare prima di uscire di casa.

-Ma ora che hai sta cosa con Alessia, come la metti con ste effusioni con Ilaria? E Lucia che dice?-

-Ah non ci avevo pensato- ammette, grattandosi la nuca -immagino che ne dovremmo parlare-




                                                              **********


Musica nelle orecchie.
Calma rilassante intorno a me.
Idee che si susseguono nella mia testa come proiettili.
Una dietro l' altra.

Finalmente dopo una bella dormita rigenerante, son riuscita a lavorare sul serio.
Stamattina mi sono svegliata presto e dopo una bella colazione sono scesa in cantina.
Ho acceso il computer e preso il mio album da disegno.
Ormai è passata pure l' ora di pranzo.
Penso di aver realizzato delle buone cose.
Devo solo riguardare le ultime rifiniture e poi spedire tutto per email al mio capo.
Credo che le mie idee gli piaceranno.
O almeno spero.

Sobbalzo quando dal niente mi sento toccare una spalla.
Mi giro di scatto con ancora il cuore in gola.
Mi tolgo poi una cuffietta dall' orecchio, fulminando la persona davanti a me.

-Marta!- la richiamo -mi hai fatto prendere un infarto!-

-Ti chiamo da almeno dieci minuti!- si difende, scocciata -ti ho cercato per tutta casa!-

-Hai bisogno?- le chiedo, indicandole la sedia di fronte a me.

-Te che dici?!- sbuffa, sedendosi.

-Che cos'è questo tono?- la riprendo, inarcando un sopracciglio -sei arrabbiata con me per qualche motivo?-

-Mi chiedi se sono arrabbiata?- scoppia a ridere, nervosa -io sono furiosa!-

-Ma che..?-

-Eleonora è passata da casa, stamattina- mi informa, guardandomi duramente -l' ho sentita discutere con i Santoro e ho udito qualcosa che forse non avrei dovuto sentire-

-Tipo?-

-Tipo tu quasi morta!- alza il tono, alzandosi di scatto -dimmi che ho sentito male!-

-Marta..-

-DIMMELO!- urla, stringendo le mani a pugno.

Chiudo gli occhi per un momento, prendendo un gran respiro.
Non avrei mai voluto che lo venisse a sapere.
Per giunta in questo modo!
So che Eleonora non lo ha fatto apposta, però porca troia.

-Ho sbagliato- mormoro, in fine -non era intenzionale-

-Perché non me lo hai detto?- vedo i suoi occhi inumidirsi -sei andata via per quello, vero?- soffia -hai lasciato che ti odiassi!- tuona, spiazzandomi -pensavo che mi avessi di nuovo abbandonato! Che mi avessi lasciato indietro ancora una volta!-

-Ehi, no- mi alzo, andandole incontro -mi dispiace, va bene? Non sapevo cosa fare e di certo non potevo dirtelo. Me ne vergognavo troppo e non volevo coinvolgerti nelle mie cazzate!-

-Sono tua sorella!- grida -sono la tua cazzo di famiglia! E non ho più dieci anni! Devi smetterla di non dirmi le cose!-

-Hai ragione- lascio andare un sospiro -ti chiedo scusa-

Mi spintona con rabbia.
Si passa una mano tra i capelli, nervosamente.
Sorrido involontariamente a quel gesto che mi ricorda troppo Eleonora.
In questi anni ha preso molte cose da lei.
Non tutte positive però.

Marta non è mai stata così.
Non mi ha mai aggredito in questo modo.
Né a parole, né tantomeno fisicamente.
E non è la prima volta che glielo vedo fare.

Una sera fuori dal Danger l'ho vista spintonare rabbiosamente Lorenzo.
Non so per quale motivo e ho deciso che non erano fatti miei, ma che era una cosa tra loro.
Però non va bene.
E questo, lo ha preso sicuramente dalla mia amica.

-Voglio venire con te!-

-Cosa?-

-Voglio venire con te!- ripete, più convinta -a Londra! Voglio stare con te! Voglio stare con mia sorella!-

-Marta, tu hai tutta la tua vita qui- mi avvicino ancora di più -e Alessandro-

-Ma io sono stanca di non averti nella mia vita- mormora, abbassando lo sguardo.

-Ma io ci sono!- ribatto, abbracciandola -ci sarò sempre per te-

-Non come vorrei però- la sento piangere contro la mia spalla.

Non so con quale forza riesco a non versare lacrime a mia volta.
E' solo che devo essere forte per tutte e due.
Anche se non posso negare che tutto ciò mi sta uccidendo.

Vederla così.
Dovermene andare sapendo che la ferirò a morte, ancora una volta.
Come faccio a farle capire che non può venire con me, senza che mi odi?

Lei ha un lavoro qui.
Ha i Santoro e Alessandro.
Loro possono occuparsi di lei, sicuramente meglio di quanto potrò farlo io là.

A Londra non sono mai a casa.
Tra il lavoro, la palestra, gli allenamenti e le partite non ho mai un momento libero.
A malapena riesco a badare a me stessa!
Non posso dover pensare anche a lei.

-Ti prometto che sarò più presente, ok?- mi stacco, così da guardarla negli occhi -ti farò venire da me tutte le volte che posso e ti prometto che farò il possibile per tornare qui a Natale-

-Allora non capisci!- si allontana bruscamente -se non posso venire da te, allora rimani!- si passa un braccio sul viso, asciugandoselo dalle lacrime.

-Non posso, Marta- scuoto la testa, dispiaciuta -ho un lavoro e la squadra e...-

-Potresti averlo anche qui un lavoro e potresti giocare qui!- ribatte -la verità è che a te non frega un cazzo di rimanere!-

-Non è vero, Marta!- faccio un passo verso di lei, fermandomi quando la vedo scattare.

-Era meglio se tu non fossi tornata!- esclama, prima di correre via.


Mi lascio cadere sulla sedia, tenendomi il viso tra le mani.
Le sue parole mi hanno ferito a morte.
E io sono veramente sfinita.
Risolvo una guerra e ne scoppia un' altra.

Non posso mandare tre anni a puttane.
Non posso rinunciare a tutto e restare.
Questo non c'entra nulla con quello che voglio io o meno.
E se mi getto nel vuoto e poi capissi che sarebbe stato meglio non saltare?
Ma a quel punto è troppo tardi perché sono già spiaccicata al suolo?

Sono combattuta.
Mi sento in mezzo a due fuochi e sto per scoppiare.
Vorrei solo spaccare tutto.
Ma non mi sembra il caso.

Lascio andare un ringhio di frustrazione, gettando la testa all' indietro.
Mi perdo a guardare il soffitto chiedendomi quale sia il modo giusto per affrontare Marta.
Del resto è solo colpa mia e devo rimediare.

-Allora sei viva!-

Mi giro di scatto a quella voce.
Sorrido di getto, ancor prima di confermare la mia teoria su chi possa essere.
Alessia mi guarda con le mani sui fianchi e un' espressione di disappunto dipinta in volto.

-Speravo che tu fossi morta, così almeno avresti avuto una scusa valida per essere sparita!- mi viene incontro -se ti sei pentita, bastava dirlo! Se hai capito di aver fatto una cazzata, potevi venire da me e parlarmene e..-

Mi alzo poggiando le mie labbra sulle sue.
Le cingo la vita con un braccio, attirandomela contro.
Dopo un primo momento di sorpresa, la sento sorridere.

-Scusa- soffio, sulla sua bocca -mi sono lasciata trasportare dagli eventi e ho dimenticato di scriverti-

-Non ti stai propriamente salvando, Creatini- mormora, alzando un sopracciglio -ti sei dimenticata di me?-

-Mai!- 

Mi piego sulle ginocchia, abbracciandole le gambe.
La guardo beffarda prima di farle staccare i piedi da terra.
Urla, poggiando entrambe le mani sulle mie spalle.
 
-Allora, mi perdoni?- chiedo, facendola saltare come si fa con i bambini.

-No!- ride, contagiandomi.

-E adesso?- la faccio andare un po' più in alto.

-Mettimi giù!- ordina, guardandomi da lassù.

-Lo sai che devi dire!-

-E va bene, hai vinto! Ti perdono! Ma ora fammi scendere!- scoppia a ridere, quando tocca di nuovo il pavimento -sei un' idiota!- mi molla un colpo giocoso sul fianco.

-E tu sei bellissima- affermo, prendendo una sua mano tra le mie.

M' incanto a fissarla come ogni volta.
Oggi emana una luce tutta sua.
Sarà che ha dato ancora più volume a quei boccoli che adoro.
Ma, davvero, è uno splendore.

Indossa dei pantaloncini di cotone decisamente troppo corti.
Una camicina bianca, smanicata con dei fiori ricamati.
Ai piedi ha delle semplici infradito.

-Ruffiana!- arrossisce vistosamente, abbassando lo sguardo per un secondo  -comunque, mi spieghi che è successo? Stavo per suonare quando è uscita Marta di corsa in lacrime. L'ho salutata ma non si è fermata-

-E' una lunga storia- sospiro -è arrabbiata con me. Vuole che la porti a Londra oppure che io rimanga qui-

-Io non ho impegni per oggi- ribatte, sedendosi sulla sedia occupata precedentemente da mia sorella -raccontami tutto!-

-Alessia- mi siedo di fronte a lei, sporgendomi in avanti -ti prego, fatti bastare questo per il momento. Oggi non ce la faccio ad affrontare altre conversazioni impegnative- soffio -ho lavorato tutta la mattina-

Posso leggerle in faccia tutta la delusione che sta provando.
E mi dispiace davvero molto.
Ma non  posso dirle tutta la verità in questo momento.
Ho bisogno di un po' di tranquillità.

-D' accordo- annuisce, in fine -allora mi fai vedere a cosa hai lavorato?-

-Volentieri! Così mi dai pure un parere da possibile consumatrice!- mi volto recuperando il computer -devo ideare una pubblicità per delle nuove merendine-

-Ma tu manco le mangi!- ride -tu e le schifezze siete due mondi paralleli!-

-Allora, vuoi prendermi in giro o vedere i miei progetti?- 

-Scusa, scusa- porta le mani avanti, facendosi subito dopo il gesto della "Zip" sulle labbra.

Giro lo schermo nella sua direzione mostrandole le varie proposte.
Gliele illustro una per una.
Ogni tanto commenta o mi fa delle domande.
Mi ritrovo a pensare a quanto sarebbe bello se diventasse una routine.




                                                                                                         **********



Entrare in casa di Feffe mi ha fatto decisamente uno strano effetto.
Erano anni che non venivo qui.
Dall' ultima volta che ci siamo viste.

Ogni stanza emana il suo profumo buono.
E' esattamente tutto come mi ricordavo.
A parte il pianoforte in salotto.
Quello deve essere sicuramente una traccia della presenza di Eleonora.

-Sai, credevo che ti fossi pentita- le dico, all' improvviso.

Dopo che mi ha mostrato i vari progetti, ci siamo spostate in salotto.
Francesca aveva bisogno di riposarsi.
Quindi ci siamo sdraiate sul divano e abbiamo messo un film.

Io sopra di lei.
La testa sul suo petto.
Le nostre mani unite e le gambe intrecciate.
E' come se avessi passato gli ultimi anni in apnea, in attesa di questo momento.

-Mi dispiace- porta una mano sulla mia guancia, così da guardarmi negli occhi -non volevo sparire-

-Quindi non ti sei pentita?-

-Assolutamente no- sorride -non potrei mai pentirmi di te- mormora, prima di baciarmi.

Lascio che catturi le mie labbra con le sue.
La sento sospirare quando passo la lingua sul suo labbro inferiore.
Sorride, accogliendola.

Una sua mano prende ad accarezzarmi la schiena.
L' altra stringe una ciocca dei miei capelli.
Mi scappa un gemito quando mi morde il labbro.

Porto una mano sotto la sua maglietta, accarezzandole distrattamente il ventre.
Sento i suo muscoli tendersi e questo mi strappa un sorrisetto soddisfatto.
Sorrisetto che sparisce dal mio volto, quando mi afferra il sedere.

-Ok- si stacca leggermente -ok- ripete -stà buona perché sennò non riesco più a controllarmi-

-Non so quanto questo potrebbe dispiacermi- soffio, maliziosa.

-Alessia- mi richiama, dolcemente -tra due settimane io me ne devo andare- afferma, dispiaciuta -non voglio complicare ulteriormente le cose-

-Sisì, lo so- annuisco -stai tranquilla- le lascio un rapido bacio.

Sorride prima di voltare di nuovo la testa verso la televisione.
Ogni tanto sospira e chiude gli occhi.
Oggi sono decisamente di un verde troppo scuro.
Non mi piace.

Dice di aver discusso con Marta.
Ma mi chiedo se sia solo quello la causa del suo stato d' animo.
Vorrei tanto sapere qualcosa di più.
Però rispetterò la sua decisione di rimandare.
Vedo quanto è stanca..


-Mi stai fissando- soffia, senza voltarsi.

-Solo perché sei bella!- 

-Alessia- sorride -che c'è?-

-Uffa- sbuffo -niente di ché- dico sbrigativa -hai detto che non ne vuoi parlare-

Si gira, puntando i suoi occhi nei miei.
Inarca un sopracciglio, scrutandomi.
Tutte le volte è come se volesse cercare di leggermi nella mente.
Mi mette ansia.

-Chiedimi-

-Ma..-

-Chiedi- m' interrompe -hai una domanda sola, però, per oggi. Sceglila bene- dice, divertita.

-Mi risponderai davvero?- domando, sorpresa.

-Si- annuisce -promesso-

Ci penso un po'.
In realtà ci sono così tante cose che vorrei chiederle, che pensarne solo una è difficile.
Però devo ammettere che è da tre anni che ho una domanda in testa.
Una cosa che mi ha destabilizzato.
Vorrei togliermi il dubbio.

-Sai, ho tante domande- ammetto -ma c'è una cosa che vorrei chiederti da un bel po'-

-Dimmi-

-Quando quella sera venni qui a dirti di Stella, tu sembravi già sul punto di una crisi di nervi- inizio, osservandola ascoltarmi con interesse -so di meritarmi il modo in cui mi hai trattato e forse io avrei anche fatto di peggio, ma mi dici cosa era successo? Stavi così già per colpa mia?-

Quella sera Francesca era fuori di sé.
Sudava molto, aveva le pupille dilatate e faticava a stare ferma.
Era irrequieta e tesa come un filo.
Quando poi io le ho detto di Stella, è esplosa.
Per un attimo ho avuto pure paura che mi colpisse.

Ha iniziato a urlarmi contro.
Ha rovesciato cose e stava pure per tirare un pugno contro il muro.
Poi d' un tratto si è bloccata e mi ha detto di andarmene.
Quasi con tono di supplica.
Mi son sempre chiesta se fossi stata davvero io a ridurla così.
Mi sentii davvero in colpa.

Feffe mi scosta dolcemente, alzandosi.
Recupera il tabacco, rollandosi un drum.
Poi inizia a camminare nervosamente per la stanza.
Non voglio interrompere i suoi pensieri.
Ma credo di aver toccato un punto dolente.

-No- risponde, in fine.

-No cosa?-

-Non è stata colpa tua- confessa, sospirando -era già una brutta serata- si ferma, guardandomi -avevo ricevuto una telefonata da mio padre- mormora, spiazzandomi -era ubriaco e vaneggiava sul fatto di venire a uccidere Marta davanti i miei occhi. Mi ha sconvolto. Non solo per quello che ha detto, ma per il potere che aveva ancora su di me. Come se non fosse cambiato niente dopo tutti quegli anni- tira una boccata dalla sua sigaretta -avevo assunto delle droghe, Alessia. Non le solite canne. Qualcosa di più pesante e avevo anche già iniziato a bere quando sei arrivata tu-

-Francesca, io..-

-Mi spiace per come ho reagito- m' interrompe -non ero in me e tu hai solo peggiorato le cose. Non era di certo il momento adatto per una confessione di quel tipo- sorride, facendomi capire che è tutto ok -avrei dovuto comportarmi in maniera più matura e responsabile, ma non ero molto brava a quel tempo e se devo dirla tutta, non so quanto io sia migliorata-

Mi alzo andandole incontro.
La fisso per un momento, prima di buttarle le braccia al collo e stringerla forte.
Stringe i miei fianchi attirandomi a sé immediatamente.
La sento sospirare tra i miei capelli.

-Mi dispiace- mormoro al suo orecchio -l' ultima cosa che volevo era ferirti, ma l'ho fatto e non me lo perdonerò mai-

-E' passato, Alessia-

-Sì, ma non cambia i fatti- ribatto -che hai fatto poi con tuo padre?-

-Nulla- sospira -gli ho solo risposto che se avesse provato a richiamare lo avrei denunciato-

-L' hai detto a qualcuno?-

-Solo a Nene- m' informa -ma solamente quando sono tornata qui-

-Francesca!- la richiamo staccandomi, così da guardarla negli occhi -dovevi dirlo a Maria o a Giovanni-

-No- scuote la testa, indietreggiando di un passo -va bene così-

-Ma..-

-Non parliamone più- si allontana -vuoi qualcosa da bere?- domanda poi, sparendo in cucina.

Non mi sarei mai immaginata una cosa del genere.
Come può quell' uomo renderla ancora così  nervosa?
Come fa ad avere ancora tutto questo potere su di leI?
E' bastato nominarlo per farla agitare.

Certo, alla fine non è che mi abbia mai detto molto sui suoi genitori.
Però è passato tanto tempo.
Lei è cresciuta ed è diventata una donna forte.
Perché non capisce che lui non può più farle del male?

Lascio andare un sospiro, portandomi una ciocca di capelli dietro l' orecchio.
Lentamente la raggiungo, trovandola di spalle intenta a scegliere cosa prendere dal frigo.
Mi porto dietro di lei, abbracciandola.

-Lui non può più toccarti- soffio -non lasciare che ti spezzi di nuovo-

-Non succederà- si volta, cingendomi per i fianchi -stai tranquilla- si allunga, lasciandomi un leggero bacio sulle labbra -allora, ti va di dividere una Leffe con me?-

-E me lo chiedi?!- rido, rubandole un altro bacio.

Sorride raggiante, tornando a rivolgere la sua attenzione al frigo.
Ne estrae una bottiglia, chiudendolo subito dopo.
La stappa, riempendo un bicchiere per me e uno per sé.

-Ecco a lei, signorina- trilla, porgendomi il mio.

-Grazie vostra signoria- 

Sono ancora preoccupata per lei.
Non mi piace che si senta ancora così quando si tratta di suo padre.
Ma non posso negare di essere anche molto contenta.
Contenta per il fatto che si sia aperta con me.
E di sua spontanea volontà!

Quando stavamo insieme era raro che mi parlasse di qualcosa senza che io insistessi.
E ora che non so cosa siamo e che quindi non so quanti diritti io possa avere su di lei, si apre con me senza che sia io a chiederglielo!
E non è la prima volta che succede da quando ci siamo riviste.

Non so quanto questo nostro rapporto ci faccia bene.
Perché non so che futuro possa avere.
Il fatto che non ne abbiamo parlato mi destabilizza un po'.
Certo, sono io ad averle chiesto di pensarci a tempo debito.
Però il non sapere mi sta facendo impazzire.

-Amooooreeee- 

Sobbalziamo entrambe a quella voce improvvisa.
Ci voltiamo all' unisono verso la porta della cucina.
Dopo poco vediamo apparire Ilaria tutta sorridente.

-Oh, scusate- soffia, imbarazzata -non volevo disturbare-

-Non disturbi, Rum- le sorride, Francesca -avevi bisogno?-

-Ciao Alessia!- trilla la rossa, venendomi incotro -sono contenta di vederti!- mi bacia una guancia, per poi tornare a rivolgersi a Feffe -comunque, sì! Ho bisogno che tu e la biondona veniate al Challenge con me e Lucia!-

-E perchè?-

-Perché lei vuole passare del tempo con le mie amiche e dice che stasera c'è una serata figa a quel locale per froce!-

-Ma è una nostra compagna di squadra! Ci conosce già!- ribatte, un po' scocciata -e poi tutte le volte che siamo andate lì, abbiamo sempre trovato da litigare-

-Beh, sarà sicuramente  colpa delle altre! Dato che tu e la biondona sexy avete due caratteri così adorabili- dice, sarcastica, inarcando un sopracciglio e facendomi ridere.

-Dio, se sei insopportabile!- esclama, Francesca -lo chiederò a Nene, ok? Tanto dovrebbe tornare tra poco-

-No! La chiami adesso!- afferma, con un tono che non ammette repliche.

-Ilaria!-

-Francesca!- butta le mani in aria, sospirando -per favore!- si apre in un enorme sorriso, facendo gli occhi a cucciolo -è importante-

-Che palle- sbotta, in fine -va bene, come vuoi!-

-Siiiii!- urla, gettandosi tra le sue braccia -l'ho sempre detto che sei la migliore!- 

Le lascia un bacio a stampo, che mi fa scuotere la testa più volte.
Ok, non abbiamo ancora definito cosa siamo, ma non credo di volere che qualcun' altro la baci.
Specialmente non lei che ci è andata a letto non so quante volte.
In realtà mi domando quando è stata l' ultima....

-Piantala- sorride divertita -vado a chiamarla- recupera il telefono dalla tasca, lasciando poi la stanza.

-Allooora- Ilaria unisce entrambe le mani dietro la schiena, avvicinandosi -Francesca mi ha accennato qualcosa riguardo a voi due-

-Ah, si?-

-Sì!- annuisce con vigore -io non ho niente contro di te, Alessia, ma spezzale ancora una volta il cuore e io ti faccio fuori. Intesi?-

-Mi sembra giusto- rispondo, con tono piatto -e tu baciala di nuovo e io ti spezzo le gambe, intesi?-

-Mi sembra giusto- ripete le mie stesse parole, ridendo successivamente -ma solo in tua presenza!-

-Ilaria..-

-Scherzo- m' interrompe, sorridendo -eviterò-

Annuisco soddisfatta per quella piccola vittoria.
Poi però ci ripenso.
In fin dei conti non so quanto spetti a me decidere una cosa del genere.
Forse dovrebbe essere Francesca a mettere dei paletti con la sua amica.

-Magari, ecco, parlane con Francesca. Ok?-

-Lo farò- acconsente -ma credo che la pensi come te- aggiunge, strappandomi un sorriso -manco viene più a letto con me da quando ha capito di provare ancora qualcosa per te!-

-Cosa?- quasi urlo -ma..-

-Ha detto che per lei va bene- Francesca ci interrompe tornando in cucina -ci troviamo lì verso le ventidue e mezzo?-

-Facciamo le ventitrè! Così prima mi do da fare con Lucia!- sorride, maliziosamente -ora vi lascio in pace! Mi sa che ho già fatto danni!-

-In che senso?-

-Ciao ragazze!- saluta con la mano, scappando velocemente verso la porta.

Feffe si volta  a guardarmi in cerca di risposte.
Il sorriso che aveva sul volto sparisce una volta vista la mia faccia.
Penso di essere ancora abbastanza sconvolta.
Anche se non so fino in fondo il perché.

Insomma, non stavamo e non stiamo insieme.
Lei è libera di fare quello che vuole.
Ma allora perché mi dà così tanto fastidio?

-Che ti ha detto?- chiede, poi, dopo qualche minuto di silenzio -qualcosa di cattivo per la quale la devo uccidere?-

-Ci vai ancora a letto?- le domando di getto, guardando da un' altra parte.

-Eh?-

-Insomma, vi baciate ancora, lei ti chiama "Amore" e mi ha detto che andavate pure a letto insieme fino a poco tempo fa-

-Alessia- si avvicina, mettendomi una mano sulla guancia -io e te non stiamo insieme- afferma, non migliorando di certo le cose -ma non andiamo più a letto insieme da un po'. Lei me lo aveva proposto qualche giorno fa, ma io ho rifutato. E ha smesso di chiedermelo da quando le cose con Lucia si sono fatte serie. Ci sei solo tu nei miei pensieri-

-Sì, ma..-

-Non possiamo definirci perché io tra poco me ne riandrò e tu rimarrai qui- mormora, interrompendomi -ma ti posso assicurare che fino ad allora io sarò solo tua-

-E i baci con Ilaria?-

-Per quelli ci dovrai scusare- alza le spalle -è una cosa a cui non facciamo più caso, ma cercheremo di evitare, ok?-

-D' accordo- annuisco, sentendomi meglio -scusami, non volevo essere pesante-

-Pesante? Tu?- scoppia a ridere, senza che io ne capisca il motivo.

Poi all' improvviso mi afferra alzandomi da terra.
Ci ha preso gusto oggi a farmi prendere dei colpi assurdi.
Ma non posso non ammettere che la semplicità con cui mi solleva, mi fa eccitare tremendamente.

-Sei un peso piuma!- ride di nuovo, lasciandomi poco dopo.

-Amo sentirti ridere- sorrido, gettandole le braccia al collo -in realtà amo ancora tutto di te-




                                                                                                   **********





Sbuffo gettando una pila di fogli sulla scrivania.
Mi butto indietro sullo schienale della poltroncina girevole, perdendomi a guardare il soffitto.
Essere tornata a lavoro fa decisamente schifo.
Preferivo di gran lunga oziare in mutande a casa tutto il giorno.

Almeno sono riuscita a non incrociare i miei genitori.
Dopo la discussione di questa mattina non ho intenzione di parlarci ancora.
Continuerò così per molto tempo.

Non riesco a capacitarmi di come abbiano potuto tenermi fuori da una cosa così grossa!
Così importante!
Detesto quando mi trattano come una bambina.
Insomma, stiamo parlando di mia madre!

Con che coraggio hanno preso la decisione di non dirmi niente?
E se le cose non fossero andate così bene?
Se avvessi sprecato gli ultimi momenti all' oscuro di tutto?
Ok, è andato tutto per il meglio e ne sono felice, ma non è questo il punto.

Pretendono che io capisca.
Come sempre, del resto.
Non si sono mai degnati di chiedermi un mio parere.
Su niente!

E adesso scopro che è stata mia madre a dire a Francesca di non dirmi niente sul suo trasferimento.
Le cose sarebbero andate diversamente se loro non mi avessero tenuto nascosta anche quella cosa.
Avrei sicuramente capito l' esigenza della mia amica di andarsene!
Certo, questo non giustifica il suo comportamento dopo, ma non sto parlando di ciò adesso.

Giuro che mi sto sforzando di capire come mai i miei genitori ritengono che non dirmi le cose sia sempre la scelta giusta.
Oppure si limitano ad un "Eleonora per favore, fà la persona matura".
Ma se sono proprio loro a impedirmelo!

Io devo sempre capire tutto e tutti.
Devo sempre reagire al meglio.
Ma mai una volta che loro si degnassero di capire me.
La loro figlia!
La vera figlia!
Cazzo.

Sbuffo di nuovo, passandomi le dita tra i capelli.
Allungo una mano verso il cassetto dove tengo la vodka.
Poi ci ripenso e mi alzo.
Non posso bere.
Non può diventare un' abitudine.
E di sicuro non voglio perdere Erica per questo.

I miei pensieri vengono interrotti da un leggero bussare alla porta.
Non rispondo, fingendo di non esserci.
Non ho proprio voglia di vedere nessuno e non ho appuntamenti questo pomeriggio.
Quindi, chiunque sia, può benissimo andare al diavolo.

-Tesoro- la voce di mia madre mi entra prepotentemente nelle orecchie -so che ci sei-

-Vattene!- 

-Eleonora, fà la persona matura!- ecco che ci risiamo -sto entrando-

Mi volto giusto in tempo per vederla entrare.
Si chiude la porta alle spalle, per poi guardarmi.
Non ha un bell' aspetto.

-Che vuoi?- domando, scontrosa -non ho niente da dirti!-

-Allora ascoltami- sospira, esasperata -siediti-

-Preferisco stare in piedi!-

Lascia andare un altro sospiro, mentre prende posto su una delle due sedie di fronte la mia scrivania.
Accavalla le gambe, portandosi poi le braccia in grembo.
Non mi sfugge la smorfia di dolore che le passa sul viso.

-Eleonora, mi dispiace, va bene?- punta i suoi occhi nei miei -avremmo dovuto dirtelo. Abbiamo sbagliato a tenertelo nascosto, ma non volevamo farti preoccupare- soffia, rammaricata -stavi già soffrendo per Francesca e sembravi così stressata nell' ultimo periodo che non volevamo darti il peso anche di questo-

-Non spettava a voi decidere cosa sono in grado di sopportare!- sbotto -non sono una bambina!-

-Lo so, tesoro- accenna un sorriso -ma per noi resterai sempre la nostra bambina-

Rido sarcastica, prendendo a camminare avanti e indietro.
Certo, lo sono quando gli fa comodo ricordarmelo.
Però quando sparivano settimane lasciandomi da sola, ero grande abbastanza.
E adesso invece non sono abbastanza adulta da gestire quella informazione?

-Voi fate sempre così- ringhio -prendete tutte le decisioni al posto mio! Tu hai detto a Francesca di non dirmi nulla! Tu l'hai lasciata andare senza che mi salutasse!-

-Ancora, Elenora?- sospira -ne abbiamo già parlato questa mattina!-

-Ah, allora è tutto risolto!- sputo, con la mia classica vena ironica.

-Se te lo avesse detto tu non l' avresti lasciata andare! Sei troppo protettiva nei suoi confronti! Quando si parla di lei tu non ragioni lucidamente! E' sempre stato così!-

-Ti rendi conto che tu fai lo stesso con me?-

-Ma te sei mia figlia!- allarga le braccia, esasperata -il compito mio e di tuo padre è quello di proteggerti. Sempre! Indipendentemente da quanti anni tu abbia!-

-Sono stanca di sentirti dire sempre le solite cose!- sbuffo, passandomi una mano tra i capelli per l' ennesima volta -vi dispiace, avete sbagliato, dovevate dirmelo- cantileno, roteando gli occhi -ho afferrato! Ho capito! Ora puoi andare!-

-Eleonora..- si alza, facendo un passo nella mia direzione.

-No, mamma- alzo una mano, bloccandola -non ho tempo per questo. Sto cercando di sistemare le cose con Francesca e con Erica e di riprendere il controllo di me stessa. Non ce la faccio proprio adesso a stare dietro pure ai miei genitori-

Posso leggere sul suo volto tutta la tristezza che sta provando in questo momento.
E spero che lei legga la stessa cosa sul mio viso.
Perché lei e mio padre devono capire che mi hanno ferito.
Che hanno contribuito a farmi andare in pezzi.
Devo rialzarmi e non posso farlo se prima non smaltisco un po' di questa rabbia che mi sta annebbiando la mente.

-D' accordo- si arrende, in fine, abbandonando le braccia lungo i fianchi -martedì ho l' operazione per la ricostruzione del seno- m' informa -vorrei trovarti quando mi sveglierò-

Non le rispondo.
Mi limito a guardarla mentre abbandona il mio ufficio.
Lascio andare un ringhio frustrato mentre recupero le mie cose dalla scrivania.
Ho bisogno di uscire da qui.
E in fretta anche.
Quella bottiglia di vodka mi sta attirando come una calamtina.
E non posso permettermelo.

Butto tutto quello che mi occorre dentro la mia ventiquattrore.
Recupero la giacca dall' attaccapanni e mi fiondo fuori.
Quasi corro fino al garage del palazzo.
Prendo le chiavi della macchina e mi ci chiudo dentro.

Getto la valigetta sul sedile del passeggero.
Abbandono la testa contro il volante, cercando di regolarizzare il respiro.
Sta per venirmi un attacco di panico, ma vorrei veramente evitarmelo.
Chiudo gli occhi focalizzando i miei pensieri su altro.

Mi ci vogliono una decina di minuti prima che riesca a ricompormi.
Quando constato che sono in grado di guidare, metto in moto abbandonando definitivamente quel posto.
Spero di trovare Francesca.
Ho bsisogno anche solo di vederla.

Ci impiego più di venti minuti per arrivare a casa.
Parcheggio la macchina lì di fronte e mi affretto ad entrare.
Tiro un sospiro di sollievo quando sento la sua risata.
Dio, quanto mi era mancata.

Mi chiudo la porta alle spalle, dirigendomi poi in cucina.
Trovo la mia amica e Alessia al tavolo.
Stanno ridendo mentre bevono una birra.
Sorrido contenta.

-Ehi- saluto una volta che si sono accorte della mia presenza.

-Nene!- Feffe sorride felice -ti unisci a noi con una birra?-

-Volentieri- annuisco -ciao Alessia-

-Ciao Ele- alza una mano nella mia direzione -come è andata a lavoro?-

-Una noia mortale- alzo gli occhi al cielo, recuperando una bottiglia dal frigo -e ho dovuto pure affrontare mia madre-

-Come è andata?- mi chiede preoccupata la mia amica, sfiorandomi una mano quando mi siedo accanto a lei.

-Lasciamo stare- scuoto la testa, prendendo un sorso dalla mia birra -la vostra giornata?-

-Alla grande!- esclama radiosa Feffe -ho portato un sacco avanti il mio progetto di lavoro! Sto aspettando una risposta dal capo!-

-Ne sono felice- le dedico una carezza sulla guancia -Alessia stasera sei dei nostri al Challenge?- chiedo poi, spostando l' attenzione sull' altra ragazza.

-Non posso- sospira -devo vedermi con Erica-

-Oh- soffio -come sta?-

-Come te- accenna un sorriso -adesso vado- si alza, avvicinandosi a Francesca -ci sentiamo dopo?-

-Certo!-

-Bene- si allunga dandole un veloce bacio sulle labbra.

La segue con lo sguardo fino a quando non la vede sparire.
Le tiro una gomitata facendola riprendere.
A quel gesto si volta di scatto guardandomi male.

-Che vuoi?-

-Hai gli occhi a cuoricino- scoppio a ridere, alzandomi -sei proprio andata-

-Piantala- arrossisce, seguendomi -allora? Che ti ha detto Maria?-

-Le solite cose, Feffe- dico, dirigendomi in camera mia -che a loro dispiace, che hanno sbagliato e bla bla bla- sbuffo, aprendo l' armadio.

All' improvviso mi sento abbracciare da dietro.
Le braccia di Francesca mi avvolgono la vita.
La sua testa trovo posto su una mia spalla.

-Ci stanno davvero male, Nene- sussurra al mio orecchio -hanno fatto una cazzata, ma sono pur sempre i tuoi genitori! E tua madre ha bisogno del tuo supporto-

-Questo lo so- ribatto, scontrosa -ma direi che potevano pensarci prima-

-Nene- mi richiama, cantilenando.

-Ho solo bisogno di tempo, ok?- sbotto, sospirando -devo sbollire un po'-

-Va bene- mi lascia un bacio su una guancia -lo sai che io sono qui se hai bisogno, vero?-

-Sì- sorrido automaticamente -tranquilla-

-Bene!- esclama, liberandomi dalla presa -non farti troppo figa che lo sai come va a finire poi!- scoppia a ridere, lasciandomi sola.

Scuoto la testa leggermente divertita.
E' incredibile come mi basti vederla per cambiare totalmente il mio umore.
Non va bene tutto ciò.
Non posso dare di matto solo perché lei non c'è.
Ma come faccio?

Lascio sul letto gli abiti che ho deciso di indossare per questa sera e poi raggiungo Feffe.
La trovo sul divano intenta a scegliere qualcosa da guardare.
Ha preso posto sulla penisola, sdraiandosi.
Mi porto vicino a lei, appoggiando la testa sulla sua spalla.
Cerco una sua mano, stringendogliela.

-Che c'è?- chiede in tono dolce, senza distogliere l' attenzione dallo schermo.

-Niente- scuoto la testa -solo..- sospiro -solo mi mancherà non averti qui-

-Mi mancherai anche tu- soffia -oggi ho discusso con Marta-

-Perché?- domando, sorpresa.

-Ha sentito cosa hai detto stamani ai tuoi- 

-Cazzo!- alzo la testa di scatto, guardandola negli occhi -mi dispiace! Non credevo fosse in  casa! Scusa! Faccio sempre casini!-

-Nene- sorride divertita dal mio sproloquio -tranquilla- stringe un po' di più la mia mano -avrei dovuto dirglielo- ammette, sospirando -vuole venire via con me, oppure vuole che io rimanga-

-Non può venire a Londra con te!- esclamo, agitandomi.

-Lo so- annuisce -è quello che le ho detto. Ma non posso neanche rimanere e quindi non so come fare per rimediare-

-Mi dispiace- porto una mia mano sulla sua guancia -non so come aiutarti-

-Perché non puoi- alza le spalle -posso farlo solo io-

Sbuffo, riportando la mia testa sulla sua spalla.
Ecco perché aveva quello sguardo strano.
Solo che non potevo chiederglielo davanti ad Alessia.
Non ho ben capito che tipo di rapporto abbiano.

-Alessia?- le chiedo, quindi -che intenzioni hai con lei?-

-Sinceramente? Non lo so- mormora -so solo che mi fa stare bene e al momento non m' importa di altro-

-E lei?-

-Lei mi ha praticamente detto più volte che mi ama- la vedo sorridere -ma io non so cosa risponderle. Cioè, ovvio che provo ancora qualcosa per lei. Ma come faccio a dirglielo se tanto tra poco dovrò riandarmene? Renderebbe soltanto le cose più difficili di quello che già sono-

-Sì, ma sii chiara con lei- le avvolgo lo stomaco con un braccio -non le dare false speranze-

-Non lo farò-

-Bene- annuisco, contenta -e ora ripetimi perché cazzo dobbiano andare in quel cazzo di locale stasera-

Scoppia a ridere, facendo alzare ulteriormene il mio sopracciglio.
Cambia canale alla tv, cercando qualcosa di più interessante.
In fine riporta l' attenzione su di me.

-Penso che le cose tra Ilaria e Lucia stiano diventando talmente serie da far andare nel panico Ilaria- ride di nuovo -credo che Lucia le abbia chiesto di uscire con noi per vedere come si comporta quando sono in mezzo ad altre persone-

-Beh, lo sai come è fatta Lucia!- esclamo -quando qualcuno le piace davvero, vuole essere sicura di essere ricambiata prima di far evolvere ulteriormente le cose-

-Sì, lo so- concorda -spero che Ilaria si comporti a modo con lei-

-Lo vedremo stasera!- incrocio il suo sguardo, sorridendole fiduciosa -basta che non ci sia la solita stronza che tutte le volte mi dà il tormento perché sennò è la volta buona che l' ammazzo!-

-Speriamo ben di no, allora- scoppia a ridere, coinvolgendomi.





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ANGOLO AUTRICE:

Buona sera! ^^
O almeno spero che la vostra lo sia.
Io sono alle prese con l' influenza.
E pure con una scommessa che di sto passo non vincerò mai e dovrò quindi pagare un' intera serata alcolica ad una mia compagna di squadra.
Dato che sono povera come la merda, se volete darmi una mano e seguirmi su Instagram ve ne sarei grata.
Nel caso scrivetemi che vi dò il contatto.
Anche se non so quanto io sia in grado di reggere un' altra sbronza...

Coooomuuuunque, venendo al capitolo, che dire?!
E' un po' di passaggio, ma mi serviva.
E poi vi ho dato un po' di Feffessia, quindi non lamentatevi :D
Il prossimo sarà divertente e importante!
Spero di aggiornare la prossima settimana!
Dovete ammettere che sto migliorando!

Ad ogni modo, facciamo un punto della situazione:
Eleonora ha in mente qualcosa per farsi perdonare da Erica.
Marta ce l' ha abbestia con Francesca e vorrebbe andare con lei, oppure che la sorella restasse.
Alessia nasconde ancora qualcosa riguardo a cosa l' ha spinta davvero a lasciare Milano.
Francesca invece molto probabilmente ha paura ad ammettere di amare Alessia, perché sennò la sua decisione su cosa fare sarà ancora più complessa.

Mi sembra più o meno tutto.
Aspetto con ansia i vostri pareri.
Come sempre, per qualsiasi cosa, sapete come contattarmi!

Un bacio a tutti,

Crige.



  
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