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Autore: Laura28    15/09/2018    3 recensioni
La storia si inserisce nella quinta stagione di Once upon a time e va, a parer mio, a riempire dei vuoti non di trama quanto piuttosto di "extra" che mi sarebbe piaciuto vedere per rendere la storia più completa. In un intreccio di flashback a Camelot e scene ambientate nel presente della stagione a Storybrooke, tra scene aggiunte e piccoli rimandi a scene proprie della serie, vediamo Emma dibattersi e cercare di convivere con l'Oscurità che ne influenza le azioni e Uncino che cerca di starle vicino, tuttavia sente qualcosa di strano: è inconsapevole, a Storybrooke, di essere anch'egli un Signore Oscuro, ma io ho voluto lanciare dei piccoli indizi, appunto per completare questa parte di storia. Dunque la trama è una sorta di spaccato di quella stagione con degli approfondimenti al rapporto di Emma e Killian tra di loro e con l'oscurità che minaccia il loro rapporto, condito con varie introspezioni e colpi di scena. Spero vi piaccia!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Storybrooke

Killian Jones si sarebbe aspettato di tutto, eccetto quello che si parò dinanzi ai suoi occhi: una comunissima stanza.  La rabbia prese il sopravvento:
“Mi prendi in giro, Swan?! Parli di fiducia, di non essere cambiata, e mi conduci in una maledetta stanza qualsiasi di casa tua?! Una stanza che probabilmente nemmeno usi, perché tu non dormi.”
Non se la merita la nostra fiducia, prendiamogli il cuore!
La Signora Oscura mise a tacere le voci e poi rivolse uno sguardo ad Uncino, stavolta sembrava leggermente meno freddo.
“Hai ragione, questa è una camera da letto e io non la uso. Infatti non l’ho preparata per me.”
Uncino non rispose, la sua mente all’opera per cercare di capire qualcosa in quel turbinio di sensazioni ed informazioni.
“Questa doveva essere la tua stanza. Ho sempre pensato che avresti vissuto con me. Da qui si vede il porto.”
Man mano che la rabbia cessava, Uncino riuscì a vedere con più lucidità la stanza che aveva davanti. Sembrava attendere proprio lui, c’era persino una lampada accanto alla porta che creava nella penombra della stanza l’illusione del mare su soffitto e pareti. Allora quella creatura aveva dei veri sentimenti? Era davvero ancora Emma sotto quella coltre di imperturbabilità?
Sospirò. Non doveva farsi abbindolare, era quello che facevano i Signori Oscuri, fare leva sui sentimenti delle persone, utilizzandoli come punti deboli per manovrarli a loro piacimento. Doveva stringere i denti ed uscire da quella casa, o avrebbe finito per cedere al coccodrillo.
“Mi dispiace, Swan. Non basta.”
NON MERITA LA NOSTRA FIDUCIA, PRENDILO!
“Maledizione, Killian!” Urlò la Signora Oscura. Se lui non voleva amarla, lo avrebbe COSTRETTO.
Torse la mano e lo costrinse a voltarsi e a guardarla, dopodiché con un altro gesto gli bloccò le braccia aperte.
Uncino si divincolava, cosa gli stava facendo?! Non riusciva a muoversi, Emma gli aveva bloccato uncino, mano e piedi. Cosa voleva da lui?
La Signora Oscura gli rivolse un altro sguardo, stavolta non freddo, ma caldo, bollente, e muovendo appena le dita in circolo a mezz’aria gli stava aprendo la camicia.
Così, brava, il potere può farti avere tutto. PRENDILO!
“Cosa vuoi, Emma?!” urlò Uncino.
Lei lo guardò negli occhi senza smettere di muovere il dito, si avvicinò e, sfiorandogli il collo con il viso, sussurrò:
“Ti voglio, Killian …”
Uncino si paralizzò. Quelle parole … Dove le aveva già sentite? In un tempo lontano, in un luogo che non riusciva a richiamare alla memoria, per quanto si sforzasse.
Si riscosse dai pensieri e guardò quella creatura in piedi davanti a lui, la camicia ormai completamente aperta. No, quella non era la sua Emma. Con uno sforzo sovrumano richiamò a sé tutte le sue forze, pronto a rinunciare a quello che aveva sempre voluto, ma non in questo modo. Strinse la mandibola e disse a denti stretti:
“Ma io non voglio te, SIGNORA OSCURA.”
Per Emma fu come una secchiata d’acqua gelida. Che cosa stava facendo all’uomo che amava?
No, no, continua! Puoi avere tutto!
“SILENZIO!” Urlò, poi senza nemmeno guardare Killian negli occhi, con un secco gesto del braccio lo teletrasportò via.
   
 
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