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Autore: Recchan8    17/09/2018    1 recensioni
Nessuno ha ricordato il primo dei quattro elementi fondamentali.
Nessuno si è mai accorto della sua costante presenza, della sua grinta e della sua passione.
Nessuno sapeva che il Maestro Eraqus aveva un quarto allievo.
Nessuno ha mai parlato di Ignis, la ragazza dai capelli rosso Tiziano che si è innamorata della persona giusta al momento sbagliato.
[Avvertenza: Le vicende narrate iniziano in Birth By Sleep e si sviluppano attraverso 358/2, KH2 e Dream Drop Distance, fino ad arrivare alla vigilia di KH3]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Flashback: Meeting




-”Thunder!”-.
A contatto con la scarica elettrica, un Fluttuante svanì, avvolto in una fiamma nerastra; il secondo venne colpito in pieno dal fulmine e tremolò, barcollando nell'aria. Ignis lo colpì col Keyblade, e anch'esso, finalmente, scomparve. Non ebbe nemmeno il tempo di voltarsi che sentì materializzarsi alle sue spalle tre Boxer e una Fialabietta.
-”Maledetti esseri!”-. Non pensava che i Mondi fossero popolati da quegli strani mostri nati dall'Oscurità. Comparivano dal nulla e svanivano nel buio; attaccavano chiunque incontrassero sulla loro strada, senza risparmiare nessuno. La loro natura le era sconosciuta, così come il loro nome.
Notando le proprietà curative che esercitava sui Nesciens più grandi, Ignis decise di concentrarsi sulla Fialabietta. La distrusse senza troppe difficoltà. Uno dei due Boxer prese la rincorsa, fletté le gambe e saltò; i suoi rimbalzi a terra produssero delle forti onde d'urto che colpirono Ignis in pieno. La ragazza venne sbalzata lontano ma si rialzò appena in tempo per pararsi dal successivo attacco. Ruotò su se stessa e contrattaccò.
-”Lama Caos!”-.
Con un potente fendente colpì il Boxer più vicino e lo portò in stato confusionale. Puntò al suo enorme stomaco e finì il Nesciens con un Blizzard; poi si allontanò di qualche passo dai restanti due nemici e prese la mira.
-”Zero Assoluto”- mormorò.
Avvalendosi del potere del ghiaccio, la ragazza dagli abiti di fuoco si lanciò contro i Nesciens, colpendoli più e più volte e danzando tra loro come se stesse scivolando su un lago ghiacciato. Uno dopo l'altro i Nesciens svanirono inghiottiti dalle fiamme nere. Ignis, esausta, conficcò il Legame di Fuoco nel terreno battuto e vi si appoggiò. Fece dei respiri profondi, cercando di recuperare fiato e di riportare la propria temperatura corporea alla normalità. Ancora non riusciva a padroneggiare egregiamente lo Zero Assoluto.
Il cortile del castello era finalmente deserto. Tutti i Nesciens erano stati eliminati e le note di una festosa melodia riecheggiavano nell'aria. Ignis guardò la scalinata del candido e luminoso castello, domandandosi se al suo interno vi fosse un ballo. Da bambina aveva letto molti libri su bellissime principesse che vivevano in lussuosi castelli e si divertivano alle sontuose feste che i re davano in loro onore.
-”Posso essere una principessa?”- aveva chiesto una volta a Eraqus.
L'uomo aveva preso in braccio la bambina e aveva scosso la testa. Il volto della piccola Ignis si era rabbuiato.
-”No, ma forse un giorno le incontrerai”-.
-”Incontrerò delle principesse?!”- aveva esclamato.
-”Solo se il tuo cuore sarà puro come il loro”-.
Forse avrebbe dovuto dubitare dell'affetto del Maestro Eraqus già da allora.
Ignis distolse lo sguardo dall'incantevole entrata del castello e lo gettò a terra. Doveva smettere di sognare e di rievocare il passato.

Aveva appena estratto il Legame di Fuoco dal terreno quando udì ciò che le sue orecchie identificarono come il sordo suono di due mani che battono l'una contro l'altra.
-”Complimenti!”-.
Una figura maschile dagli abiti aderenti e il volto coperto da una maschera nera scese la scalinata del castello applaudendo lentamente. Si diresse verso Ignis e si fermò a pochi metri di distanza da lei.
-”Non male, davvero!”- disse con una traccia di sarcasmo nella voce graffiante.
Ignis avvertì una strana sensazione pervaderle il corpo, un'emozione che fin'ora non aveva ma provato: paura. L'istinto le ordinò di indietreggiare lentamente. Un passo per volta, Ignis aumentò la distanza che la separava dall'inquietante figura, fino a sfiorare il bordo della grande fontana posta al centro del cortile del castello.
-”Li hai sconfitti tutti”- commentò il ragazzo guardandosi attorno con aria soddisfatta. -”Non te ne sei fatto sfuggire nemmeno uno!”-.
-”Tu... sai cosa sono?”- gli domandò Ignis con timore. Quel tipo emanava una strana aura, piena di oscurità.
-”Si chiamano Nesciens”- spiegò alzando un dito e agitandolo per aria.
Ignis aveva un brutto presentimento.
-”Chi sei?”-. Non sembrava un abitante di quel Mondo.
Il ragazzo spostò il peso del corpo sulla gamba sinistra e allargò le braccia, stringendosi un poco nelle spalle.
-”Chiunque tu vuoi che io sia!”- rispose soffocando una risata.
Non va bene”.
Ignis assecondò l'impulso appena recepito e puntò il Keyblade contro il giovane mascherato. Era la prima volta che faceva una cosa del genere, nonostante il suo carattere impulsivo. Eraqus le aveva insegnato che puntare un'arma contro qualcuno era come dichiarargli apertamente guerra. La ragazza aveva capito che quell'inquietante figura senza volto non si era presentata con dei buoni intenti.
L'apparente nemico alzò entrambe le braccia in segno di resa e si lanciò delle rapide occhiate intorno, falsamente spaventato.
-”Ehi, bambolina! Vacci piano...”-. Fece un passo in avanti, le braccia sempre alzate e ben visibili. Inclinò la testa di lato e si sporse in avanti. -”Che bel Keyblade che hai! Rosso fuoco, come te”-. Abbassò le mani e si abbandonò a una risata sguaiata.
-”Che hai da ridere?”- sbottò Ignis con gli occhi azzurri spalancati dall'incomprensione.
-”Mi piacciono molto i tuoi capelli, sai?”-.
Smise di ridere e abbandonò le braccia lungo i fianchi, facendole ondeggiare avanti e indietro. Reclinò la testa all'indietro e assunse una posizione inquietante. Ignis tentò di indietreggiare ancora, ma non riuscì a farlo: dietro di lei c'era il bordo della fontana.
-”E' un gran peccato...”- disse lentamente. -”Sei un custode del Keyblade, ergo devo eliminarti. Potresti esserci d'intralcio”-.
Eliminarmi...?!”.
Il ragazzo sussultò. Si portò una mano dove, sotto la maschera, si trovava la bocca e puntò un indice contro Ignis.
-”Oh, ma tu guarda! Vieni dalla Terra di Partenza! Anche tu sei un'allieva di Eraqus?”-.
Ignis si coprì con la mano l'emblema che portava appuntato alla fascia rossa avvolta attorno alla vita. Come faceva quella persona a conoscere il simbolo del Maestro Eraqus?
-”Chi sei?”- gli domandò nuovamente a denti stretti.
Il giovane mascherato fece schioccare la lingua. Tese un braccio di fronte a sé ed evocò un Keyblade più grande di quello di Ignis, nero e rosso, ricoperto a tratti da spesse catene: un Keyblade oscuro. Ignis sapeva che esistevano anche dei Keyblade appartenenti all'Oscurità, ma non ne aveva mai visto uno dal vivo.
-”Lui non mi aveva detto che esisteva un quarto custode...”- sussurrò tra sé e sé. -”Tornando al discorso di prima, non posso rispondere alle tue domande, bambolina. Sai perché?”-. La maschera, simile a un casco nero, svanì parzialmente, lasciando visibile solo il mento e la bocca del ragazzo. Un ghigno terribile comparve sulle sue labbra, così malvagio e ostile da far rabbrividire Ignis. -”Perché è inutile fornire spiegazioni a un morto”- scoppiò a ridere.
Si lanciò contro Ignis con velocità inaudita. Gli occhi della ragazza, non aspettandosi un attacco così veloce, lo persero di vista. Il giovane mascherato riapparve di fronte a lei, a pochissimi centimetri dal suo viso. Ignis alzò subito il Legame di Fuoco. Tentò di parare il letale fendente del ragazzo, ma la sua offensiva si dimostrò troppo potente. Ignis perse la presa sul proprio Keyblade e vide l'arma staccarlesi dalle mani e roteare in aria, fino a cadere al centro della fontana. Si voltò di scatto con l'intenzione di recuperarlo, ma il ragazzo mascherato le si parò davanti, le caviglie affondate nell'acqua e il Keyblade oscuro appoggiato su una spalla.
-”Che riflessi scadenti!”- la prese in giro.
Si chinò e prese in mano il Legame di Fuoco. Lo analizzò, guardandolo con aria incuriosita e interessata. Ignis cercò di interrompere l'evocazione ma il Keyblade, intrappolato nella mano del nemico, sembrava non risponderle.
-”Non va bene contenderselo così, sai? Potrebbero esserci delle brutte, bruttissime conseguenze”- la rimproverò con finto tono preoccupato.
Lanciò il Legame di Fuoco in aria ed entrambi lo guardarono atterrare ai piedi di Ignis. Con un salto uscì dalla fontana, scavalcò Ignis e le si parò nuovamente davanti. La sua scura figura scozzava con la luce bianca proveniente dal castello alle sue spalle. Ignis raccolse la propria arma e assunse una posizione difensiva. Aveva ormai capito che, in attacco, il nemico mascherato la superava di gran lunga.
-”Ah! Ma non mi dire!”- esclamò lui a un tratto. Interruppe l'evocazione dello spaventoso Keyblade e, dal nulla, un portale oscuro apparve dietro di lui. Lentamente indietreggiò. -”Sembra stia per arrivare il protagonista della tragedia”- disse. -”Lascio a lui il palcoscenico. Ci vediamo presto, bambolina”- sussurrò, e svanì all'interno del portale, il quale si chiuse immediatamente una volta fagocitato il ragazzo.
Così come erano improvvisamente scomparsi, riapparvero diversi Nesciens: Fluttuanti, Boxer, Pili-Pili, Calzevedette... Ignis si ritrovò circondata.
-”Questa non ci voleva!”- esclamò allarmata.
Stava per iniziare l'attacco lanciando un Fira quando il suo Keyblade si smaterializzò di propria iniziativa. Ignis guardò incredula la sua mano mentre i Nesciens si preparavano a soverchiarla. Le tornarono in mente le parole dell'inquietante ragazzo dal volto coperto e si chiese se la sua malvagia influenza non c'entrasse qualcosa. Il calo di tensione e la stanchezza fino a quel momento accumulata decisero di palesarsi nel momento meno opportuno. La giovane dagli occhi azzurri barcollò e cadde in ginocchio, completamente schiacciata dal peso della spossatezza.
Fu allora che Ignis e Terra si incontrarono per la prima volta, al Castello dei Sogni.
Terra entrò di corsa nel cortile, attirato dalla presenza dell'Oscurità. Vide Ignis in ginocchio circondata dai Nesciens e si affrettò a raggiungerla. Le si piazzò davanti brandendo il suo primo Keyblade, lo Scuotiterra.
-”Stai indietro”- le ordinò. -”Lascia fare a me”-.
In pochi minuti i Nesciens vennero sopraffatti dall'abilità e dalla potenza di Terra. La sua forza era prorompente; i suoi movimenti violenti quanto un terremoto ma incredibilmente precisi. In quel povero lasso di tempo Ignis notò che il ragazzo portava l'emblema del Maestro Eraqus. Capì così che anche lui veniva dalla Terra di Partenza.
Che sia stato inviato dal Maestro? Quindi lui è uno dei suoi allievi...!”.
Se le sue supposizioni erano esatte, il suo soccorritore era stato mandato col solo scopo di riportarla indietro. Poco prima della fine del combattimento, con le ultime forze che le erano rimaste, Ignis si strappò l'emblema dalla fascia rossa e lo gettò nella fontana. Lo guardò andare a fondo, sparendo sotto l'acqua e portando con sé gli ultimi legami che aveva con la Terra di Partenza. Il suo salvatore, chiunque egli fosse, non avrebbe mai dovuto sapere quale fosse la sua casa.
Quando finalmente l'ultimo Nesciens svanì, Terra, con le possenti spalle che si alzavano e abbassavano, si girò verso Ignis. Fece sparire lo Scuotiterra e le porse una mano.
-”Stai bene?”- le domandò preoccupato. -”Ti hanno ferita?”-.
Non riusciva ad alzare lo sguardo. Si sentiva terribilmente affaticata, avvertiva il corpo pesante come un masso e rigido come una colonna. Scosse lievemente la testa, facendo ondeggiare i capelli mossi.
-”Sei sicura?”-.
-”Sono solo... stanca”- fu tutto quello che riuscì a dire a fatica.
Ignis strinse i denti e si costrinse ad alzare lo sguardo. Finalmente riuscì a mettere a fuoco il volto del suo salvatore e allora venne presa da una lancinante fitta allo stomaco: si ritrovò a fissare un giovane dai capelli castani e gli occhi azzurro cielo, con un dolcissimo sorriso su uno splendido viso. Ignis arrossì violentemente.
-”Hai qualcosa che non va. Lascia che ti aiuti”- disse Terra con premura.
Prese in braccio la ragazza e, assicurandosi che non ci fossero altri Nesciens nei dintorni, attraversò il cortile, raggiungendo il cancello e lasciandosi la reggia alle spalle. Percorse il sentiero che si snodava attraverso un piccolo boschetto e che sfociava in un'ampia radura dalla forma circolare. Durante il tragitto, Terra avvertì il corpo di Ignis rilassarsi. La guardò e constatò che era collassata. Sorrise: se lo aspettava.
Dopo circa un quarto d'ora di cammino, Terra, con Ignis stretta al petto, arrivò nei pressi di una villa. C'era una piccola fontana rotonda e, vicino a essa, una bianca panchina di marmo. Terra vide che le luci della villa erano spente: ciò significava che gli abitanti stavano dormendo o che non erano in casa. Certo che quel posto fosse sicuro e lontano da sguardi indiscreti, adagiò Ignis sulla panchina e attese pazientemente il suo risveglio, che avvenne, fortunatamente, qualche minuto dopo.
Ignis si tirò lentamente su a sedere e si guardò attorno, confusa. Si portò una mano alla fronte e chiuse gli occhi. La testa le faceva un po' male.
-”Ti sei ripresa?”- le chiese una profonda voce alla sua destra.
-”...Credo”- rispose insicura. Provò ad alzarsi e constatò che le sue gambe, contrariamente a quanto era successo poco
tempo prima, reggevano perfettamente il suo peso. -”Sì, direi che sto molto meglio”- disse con più sicurezza.

Il ragazzo le sorrise, sollevato.
-"Mi chiamo Terra"- si presentò.
-"Ignis"-.
Terra la squadrò, soffermandosi più volte sui suoi abiti. C'era qualcosa in lei che non andava, un senso di familiarità che un abitante del Castello dei Sogni non avrebbe dovuto trasmettergli. Le bande nere che le si incrociavano sul seno formando una grossa X gli erano tremendamente conosciute.
La presenza di Terra e il suo sguardo insistente stavano mettendo Ignis in imbarazzo. Gettò lo sguardo a terra e incrociò le dita dietro la schiena. Posizione più imbarazzante di quella non poteva trovarla. Se ne rese conto e, nel cercare di trovarne una più disinvolta, inciampò in una pietra e perse l'equilibrio. Terra scattò in piedi e l'afferrò al volo, prima che finisse rovinosamente al suolo.
-"Sono inciampata, sto bene!"- disse Ignis frettolosamente e arrossendo. Si liberò dalle braccia di Terra e si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Terra la guardò intenerito e si portò un pugno alle labbra, nascondendo il sorriso che aveva appena fatto capolino sul suo volto.
Nello scuro cielo della notte, la luna risplendeva come un sole notturno. Al di sopra delle fronde del boschetto il cielo si rischiarava, brillando delle luci del castello. Ignis si sedette accanto a Terra sulla panchina. L'imbarazzo iniziale aveva lasciato il posto all'ansia. Ancora non sapeva per quale motivo il ragazzo si trovasse in quel Mondo. L'idea che il Maestro Eraqus avesse mandato qualcuno a cercarla la lusingava, ma, al tempo stesso, la infastidiva: l'aveva avuta vicina per una vita intera, l'aveva scartata in favore di un altro allievo e, solo dopo la sua fuga, si era ricordato della sue esistenza?
Inaccettabile.
Esisteva un modo per far vuotare il sacco a Terra? Non sembrava una persona ostile; non emanava la stessa negatività del tizio mascherato.
-”Cos'erano quegli esseri che mi hanno attaccata?”- gli domandò dopo un po'.
-”Nesciens”- rispose con semplicità Terra.
-”Non è una risposta esaustiva”- lo punzecchiò.
Con la coda dell'occhio lo vide voltare il capo verso di lei e sussultare un poco. Si era esposta troppo?
-”Ancora non lo sappiamo”- sospirò.
-”Perché parli al plurale?”-.
Il sopracciglio sinistro di Terra scattò verso l'alto. Per un attimo riuscì a guardare negli occhi la ragazza dai capelli rosso Tiziano; questa distolse subito lo sguardo e fece spallucce. Terra, sospettoso, si discostò un poco da lei.
-”Mi stai nascondendo qualcosa, Ignis?”- domandò cauto.
-”E tu?”- gli chiese di rimando. -”Mostri sconosciuti, una strana chiave usata come arma, una persona mai vista da queste parti... Non sembri di questo Mondo”-.
Terra tentennò, colpito dalla perspicacia della ragazza. Il Maestro Eraqus era stato fin troppo chiaro: mai e poi mai accennare all'esistenza di vari Mondi. La prontezza mentale di Ignis lo aveva preso in contropiede. E ora? Avrebbe dovuto dirle la verità o provare a mentirle, arrampicandosi sugli specchi e, molto probabilmente, scivolando rovinosamente?
-”Come hai fatto a capirlo?”- finì col chiederle.
Ignis spalancò gli occhi e lo indicò con entrambe le mani. Terra capì cosa volesse dire e si passò una mano tra i capelli, sospirando sconfitto.
-”Già, vengo da un altro Mondo, la Terra di Partenza. L'arma che mi hai visto usare è un Keyblade, serve a eliminare i Nesciens e a mantenere gli equilibri dei Mondi”-. Così spiegò in poche parole il suo compito a Ignis. Del fatto che in realtà stesse seguendo le tracce del Maestro Xehanort e del ragazzo con la maschera, Vanitas, non ne fece parola; del resto non lo aveva detto nemmeno ai suoi migliori amici. Perché dirlo a una persona appena conosciuta?
Il fatto che Terra non parlò della ricerca di una ragazza la tranquillizzò; se Terra avesse voluto, l'avrebbe già catturata con la forza e condotta con sé a casa. Perciò no, Eraqus non aveva inviato nessuno al suo inseguimento.
Come aveva fin'ora pensato, il Maestro l'aveva dimenticata.
-”Ti ringrazio per avermi detto la verità”- disse a un certo punto Ignis. -”E anche per avermi salvata”-.
-”E' il mio lavoro”- le sorrise Terra.
Poi, tutto a un tratto, il ragazzo si alzò in piedi. Guardò Ignis e chinò il capo a mo' di saluto.
-”Qualcosa non va?”-.
-”Perdona la fretta, ma ora devo andare. Non stupirti troppo di quello che stai per vedere”- rise. Indossò l'armatura, trasformò il Keyblade e salì sul mezzo interdimensionale.
Ignis, accecata dalla luce del Keyblade e del varco aperto nel cielo, si parò gli occhi con un braccio.
-”Terra, aspetta un attimo!”- gli gridò dietro. Aver pronunciato il suo nome ad alta voce le fece uno strano effetto.-”Ci... Ci incontreremo di nuovo un giorno?”-.
-”Chissà”- rispose Terra alzando la voce per sovrastare il suono ruggente dei motori. Senza guardarsi indietro, Terra attraversò il varco interdimensionale e sparì nel cielo stellato del Castello dei Sogni.
L'improvvisa partenza e il brusco addio di Terra lasciarono nel cuore di Ignis un vuoto. La ragazza, un tempo completa, sentiva che le mancava qualcosa. Nei giorni successivi il suo pensiero corse più volte a Terra, alla sua gentilezza e alla sua bellezza. Quelle pochissime ore trascorse con lui le avevano ricordato cosa si provasse a sentirsi accettati. Non seppe dare un nome al sentimento che, giorno dopo giorno, sentiva nascere dentro di sé, ma di una cosa era certa: voleva rivedere Terra. Ignis lasciò il Castello dei Sogni e partì alla ricerca del custode dello Scuotiterra. Un cuore puro e brillante come il suo doveva essere ben visibile!
Presto Ignis capì di essere nel torto.
Giungeva in ogni Mondo che il ragazzo visitava, poco dopo il suo arrivo. Lo osservava da lontano e si sorprendeva nel vederlo avere contatti con individui oscuri e malvagi. Terra sembrava non rendersi conto della pericolosa vicinanza dell'Oscurità. Una persona tra tutte emanava una pericolosissima aura nera, così forte da essere quasi visibile a occhio nudo. Era un uomo, un vecchio calvo dal pizzetto bianco e gli occhi dorati. La sua schiena era ricurva in avanti e le sue mani ossute costantemente intrecciate dietro la schiena. Ignis lo vide diverse volte parlare con Terra nel bel mezzo di una landa desolata, uno sconfinato deserto roccioso. Il ragazzo dagli occhi azzurri sembrava portargli molto rispetto e prendere ogni sua parola come oro colato. Ci volle un po' a Ignis per riconoscere l'uomo, ma quando ci riuscì sentì il sangue ribollirle nelle vene. Quel vecchio era la persona che, tempo addietro, aveva portato Ventus al Maestro Eraqus; era lui la causa di tutti i suoi mali. Cosa voleva da Terra? Perché i loro incontri sembravano così misteriosi e sospetti?
Gli interrogativi di Ignis ottennero delle risposte quando, dopo che Terra lasciò il luogo dell'incontro, vide apparire al fianco del vecchio il giovane mascherato. Come poteva colui che Eraqus aveva definito amico e compagno, Maestro del Keyblade, farsi accompagnare da un individuo oscuro come quell'individuo dal volto coperto?
Le indagini di Ignis proseguirono e, quando finalmente arrivò alla verità, era ormai troppo tardi: il cuore di Terra era molto più vicino all'Oscurità di quanto Terra stesso pensasse, Xehanort aveva pianificato tutto, Vanitas era a un passo dal forgiare il X-Blade, e Aqua e Ventus erano in pericolo quanto il loro amico.
Terra aveva deciso di recarsi al Cimitero dei Keyblade per porre fine alla storia, proprio come gli aveva consigliato il Maestro Xehanort. Lì, in quella landa desolata che era stata teatro dei loro incontri, si sarebbe svolto lo scontro finale.
Ignis riuscì per un soffio a intercettarlo al promontorio dell'Isola Che Non C'è. Doveva impedirgli di partire, a qualunque costo.

 

 

   
 
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