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Autore: evil 65    21/09/2018    6 recensioni
Dopo essere morto nel tentativo di salvare suo figlio dalla furia dell'Imperatore, Darth Vader , alias Anakin Skywalker , si ritrova catapultato indietro nel tempo, nei mesi successivi alla distruzione della Prima Morte Nera.
Armato di nuovi propositi e della capacità di usare sia il Lato Chiaro che il Lato Oscuro della Forza , l'uomo darà il via ad una sanguinosa rivoluzione , nel tentativo di creare un nuovo Impero e preparare la Galassia all'arrivo di una brutale razza di creature provenienti dalle regioni sconosciute : gli Yuuzhan Vong.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Chelli Lona Aphra, Mara Jade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco qui un nuovissimo capitolo !
Come potete vedere, a causa dell'università, gli aggiornamenti arriveranno molto più in ritardo che in estate.
Buona lettura, spero che lascerete un commento!




Oltre il bordo

La luce solare brillò sul sottile rivestimento metallico di un corpo che sfrecciava a velocità supersonica verso lo Star Destroyer dell’Ammiraglio Rax.
La rotta irregolare che l'astronave stava seguendo non era dovuta a un'avaria, bensì al disperato tentativo del pilota di evitare il fuoco avversario.
Una violenta tempesta di raffiche di energia concentrata per poco non colpì lo scavo metallico del Tie Fighter, come uno sciame di remore iridate che cercavano di attaccarsi a un riluttante portatore.
Una delle raffiche di energia sfiorò la nave in fuga, colpendo la deriva solare principale.
Juno Eclipse rispose al fuoco e abbattè l’inseguitore.
Schegge scintillanti di metallo e materiale sintetico furono proiettate nello spazio, mentre la piccola nave si disintegrava in migliaia di pezzi.
In quel preciso istante, l’imperiale intravide la figura di Darth Vader che fluttuava dolcemente nel vuoto dello spazio, ad appena un centinaio di metri dalla carcassa dello Star Destroyer.
Senza perdere tempo, attivò il Com-link della tuta di volo.
<< Signore, l’ho trovato ! >> esclamò attraverso il ricevitore.
<< È ancora vivo ?>> domandò la voce calma e suadente di Thrawn, dall’altro capo della linea.
Juno fece una rapida panoramica dei sistemi del Tie Fighter.<< I sensori rilevano segni vitali, anche se molto deboli >>
<< La tuta deve averlo protetto dall’esposizione prolungata nello spazio >> commentò il Comandante Supremo, con meraviglia a mala pena celata.
Dopo una breve pausa, aggiunse : << Portalo subito al centro medico su Coruscant, non possiamo rischiare che rimaniate coinvolti nel fuoco incrociato durante il rientro >>
<< Sissignore >> ribattè la pilota imperiale, mentre calibrava il raggio traente della nave.
Lentamente, il corpo del Signore Oscuro cominciò ad arrancare verso la camera stagna del Tie.
Juno deglutì a fatica.
<< Resista, Lord Vader. Ci siamo quasi >> sussurrò, cimentandosi in una preghiera silenziosa.

                                                                                                                                                                                * * *

Era buio e poi, quando cominciarono ad adattarsi, gli occhi di Vader videro come delle lucciole.
Una luminosa schiuma danzante, milioni di lucine che gli turbinano intorno.
Cos'è? Pensò sbalordito.
 Vedeva soltanto una densa schiuma che gli avvolgeva il corpo.
 Non aveva una struttura e, a quanto pare, non aveva nemmeno confini. Era solo un oceano ondeggiante, una schiuma splendente e sfaccettata.
Sentì una grande bellezza e una grande pace a lui familiari. Era riposante star qui.
Mosse le mani per raccogliere la schiuma, facendola turbinare con i suoi gesti. Ma presto notò che le mani stavano diventando trasparenti, e che poteva vedere quella schiuma scintillante attraverso la propria carne.
Si guardò il resto del corpo. Non indossava più l’armatura.
La schiuma aveva reso trasparenti anche le gambe, il torso… tutto quanto. Era una sensazione molto piacevole.
Diventava sempre più leggero.
Come dal nulla, venne sollevato in aria e fluttuò nella sconfinata schiuma oceanica.
Fluttuò con le mani dietro la nuca. Si sentiva felice. Avrebbe potuto rimanere lì in eterno.
Poi, si rese conto che in questo oceano c'era anche qualcos'altro, un'altra presenza.
<< C'è qualcuno qui?>>.
“Io sono qui”, rispose una voce.
Sobbalzò, perchè fortissima. O lo sembrava.
Per un attimo, si domandò se avesse davvero udito qualcosa.
 << Hai parlato?>> chiese all’oceano luminescente.
“No.”
“E allora come possiamo comunicare?” si chiese.
“Come ogni cosa comunica con ogni altra cosa”.
“E cioè?”
“Perché lo domandi, se conosci già la risposta?”
“Ma io non la conosco”.
 La schiuma lo spostò delicatamente, dolcemente, ma per un po' non rispose.
 Sospettò di essere di nuovo solo.
“Sei lì?”
“Sì”
“Pensavo che te ne fossi andato”
“Non c'è un luogo dove andare”
“Vuoi dire che sei imprigionato in questo posto?”
“No”
“…Vuoi rispondere a una domanda? Chi sei?”
“Non sono un chi”
Fece una pausa.
“Sei per caso…la Forza?” chiese con esitazione.
“Forza è una parola”
“Voglio dire… sei un essere superiore? Una coscienza superiore?”
“Superiore a cosa?”
“A me, immagino.”
“Quanto sei alto tu?”
“Pochino. Almeno credo”
“Hai poca autostima di te stesso”.
 Mentre fluttuava nella schiuma, lo turbò l'ipotesi che la Forza si stesse prendendo gioco di lui.
“Mi stai prendendo in giro?” pensò stizzito.
“Perché lo domandi se conosci già la risposta?”
“Sto parlando sì o no con la Forza?”
“Non stai parlando per niente”
“Tu …prendi molto alla lettera quello che dico”
“Davvero?”
“Sì. Perché lo fai ?”
“Perché lo domandi se conosci già la risposta?”
 In un altro momento, pensò Vader, queste risposte ripetitive lo avrebbero irritato, ma ora non sentiva alcuna emozione.
 Non erano giudizi, dopotutto. Stava ricevendo solo delle informazioni.
“Sei la Forza” concluse con finalità.
“Così mi chiamate” ribattè la schiuma.
Dondolando nel vuoto, il Signore Oscuro pensò: “ Scusami, ma vorrei che ti spiegassi e la smettessi di parlare per enigmi”
“Allora vedrò di essere più chiaro. Su pianeta da cui provieni c'è un animale che si chiama Rankor. È un grosso animale, molto più grosso di voi umani, ed è intelligente e ingegnoso e ha un cervello grande come il vostro. Ma si distingue da voi per un aspetto importante. Non sa svolgere quell'attività che chiamate immaginazione. Non sa costruirsi immagini mentali di come la realtà potrebbe essere. Non sa concepire quello che chiamate passato e quello che chiamate futuro. Questa particolare capacità di immaginare è ciò che ha fatto la grandezza della vostra specie. Null'altro. Non la vostra disponibilità a imitare, non l'attitudine a servirvi di utensili, né il linguaggio, né la violenza, né la cura dei piccoli né il raggrupparvi in società. Non è nessuna di queste cose, che hanno anche altri animali. La vostra grandezza è nell'immaginazione. La capacità d'immaginare è la parte principale di quella che chiamate intelligenza. Voi pensate che essa sia soltanto un utile mezzo per risolvere un problema o per far succedere qualcosa. Ma è l'immaginarlo che lo fa succedere. Questa è la dote della vostra specie e questo è anche il pericolo, perché voi non scegliete di controllare la vostra immaginazione. Immaginate cose meravigliose e immaginate cose terribili, ma non vi assumete la responsabilità di scegliere. Dite d'avere in voi sia il potere di fare il bene sia quello di fare il male, l'angelo e il demonio, ma in verità in voi avete una cosa soltanto: la capacità di immaginare. Ed è il motivo per cui scelto voi e a molti altri come miei figli, sopra tutte le altre specie”
“Perché mi dici questo ?” domandò il Sith, con un pensiero flebile.
“Perché voglio che tu comprenda il tuo potenziale in quanto persona, Anakin”
“Non sono Anakin”
“È il tuo nome”
“ Ho perso il diritto di usarlo. Ora sono Vader”
“No, ora non sei nemmeno lui. Forse sei entrambi. È un bene, credimi. Ne avrai bisogno”
“Per cosa ?”
“Per fare ciò che deve essere fatto”
“Sei tu che mi hai mandato indietro nel tempo?”
“Sì”
“Perché ?”
“Perché ho bisogno del tuo aiuto. Ora, figlio mio…ascolta con attenzione”.

                                                                                                                                                                     * * *

Darth Vader si svegliò di soprassalto all’interno dell’ala medica del Palazzo Imperiale, prendendo un rapido respiro attraverso la maschera.
Cominciò a guardarsi attorno freneticamente, fino a quando i suoi occhi non si posarono sulla figura argentata di un droide medico.
<< Faccia attenzione, mio signore, è stato coinvolto in una violenta esplosione >> affermò la voce metallica del robot, con tono calmo e professionale.
Vader prese un altro paio di respiri calmanti e abbassò la testa, osservando l’armatura.
Era danneggiata in diversi punti, con molte delle parti metalliche che fuoriuscivano dal rivestimento del telaio.
<< Quanto…quanto tempo sono stato incosciente? >> domandò con evidente difficoltà.
La risposta del droide fu rapida ed efficiente.
<< Non molto, approssimativamente mezz’ora. È stato portato in questa stanza appena dieci minuti fa, ma sembra che le ferite riportato non fossero troppo gravi >>
<< Sono sopravvissuto a cose peggiori >> ribattè il Signore Oscuro, con un sonoro sbuffo.
Affianco a lui, il robot annuì con movimenti lenti e meccanici.
<< Non ne dubito. Tuttavia, le consiglierei comunque una giornata di riposo >> disse con un sottofondo di divertimento a mala pena celato.
Inconsciamente, le labbra cicatrizzate di Vader si arricciarono in un debole sorriso.
<< Se solo ne avessi il tempo >> borbottò con aria stanca, mentre cercava di mettersi in piedi.
Scese a fatica dal letto e utilizzò il muro adiacente per mantenersi in posizione eretta. Dopo quasi un minuto, lasciò andare punto di sostegno, con grande costernazione del droide medico.
<< Signore, non credo che sia una buona ide…>>
<< Sto bene >> ribattè freddamente il Sith, interrompendo l’avvertimento della macchina.
L’ultima cosa che voleva era apparire debole in una situazione precaria come quella in cui vessava attualmente la capitale.
Camminò con passo lento e marcato finò all’uscita dell’ala medica e aprì la porta.
Come dal nulla, un fulmine azzurro si schiantò contro il suo torace, avvolgendo un paio di esili braccia attorno alla sua figura corazzata.
<< Maestro ! >> esclamò una voce femminile, mentre una giovane donna dal volto parzialmente coperto affondava la testa nel petto del Signore Oscuro.
Vader dilatò le pupille e appoggiò delicatamente una mano sul capo della nuova arrivata.
<< Lumiya >> disse con voce morbida, facendo sì che l’accolito incontrasse il suo sguardo.
<< Maestro, ero così preoccupata. Quando il nostro collegamento mentale si è interrotto io…ho temuto il peggio >> mormorò la giovane donna, gli occhi verdi bagnati dalle lacrime.
Dietro di lei, si stagliarono le figure di Aphra e una ghignante Mara Jade, seguite rapidamente da Thrawn e Piett. Quest’ultimo stava osservando l’interazione con un’espressione quasi incredula.
Vader non poteva biasimarlo. Dopotutto, non era tutti i giorni che una persona poteva dire di aver testimoniato la persona più temuta dalla Galassia…mentre abbracciava qualcuno.
Il Sith rilasciò un sospiro sommesso.
<< Sto bene, Lumiya, ero solo svenuto >> disse gentilmente.
Aphra, naturalmente, non si lasciò sfuggire una simile occasione.
<< Però, capo, non mi aveva mai detto di essere un tale rubacuori >> commentò con un sorriso impertinente, che fu presto emulato da Mara.
Affianco alla coppia di donne, Thrawn si portò un pugno alla bocca e tossì, mentre il volto di Piett divenne rosso come le fiamme di Mustafar.
La reazione di Lumya fu più o meno la stessa.
Rendendosi conto della posizione in cui si trovava, compì rapidamente un passo all’indietro.
<< Perdonami, Maestro, ero fuori linea >> disse cimentandosi in un profondo inchino.
Vader lanciò ad Aphra un’occhiata di rimprovero e agitò la mano destra con fare disinvolto.<< A proprio agio apprendista, non sono arrabbiato >>
Detto ciò, volse la propria attenzione nei confronti di Thrawn.
 << Comandante Supremo, rapporto sulla battaglia >> ordinò con tono improvvisamente serio.
L’alieno si drizzò di scatto, seguito rapidamente da Piett.
<< Le forze di Rax sono state quasi completamente annientate, e i resti della sua flotta sono in procinto di essere catturati. Il numero di perdite è stato minimo, anche se molti dei membri del 501 sono morti nell’esplosione causata dall’ammiraglio >> terminò con voce calma e suadente.
Vader strinse ambe le mani in pugni serrati.
<< Sono stato un incosciente. Ho sottovalutato il fanatismo di Rax >> ringhiò attraverso il respiratore della maschera.
Thrawn inarcò un sopracciglio. << Con il dovuto rispetto, signore, un errore rimane tale finchè non viene riconosciuto o corretto. Presumo che questa esperienza vi abbia insegnato qualcosa >>
<< Più di quanto lei crede >> ribattè Vader, superando la figura dell’alieno e inoltrandosi nel corridoio adiacente all’ala medica.
Il Chiss lo osservò con placido interesse e procedette a seguirlo, affiancato dalle figure di Aphra, Mara Jade, Lumiya e Piett.

                                                                                                                                                                               * * *

<< Questo sì che è freddo! >>
Luke Skywalker ruppe il silenzio che aveva osservato fin da quando aveva lasciato, qualche ora prima, la nuova base ribelle.
Era in groppa a un tauntaun, l'unico essere vivente, a parte lui, visibile a perdita d'occhio. Si sentiva stanco e solo, e trasalì al suono della propria voce.
Come gli altri membri dell'Alleanza Ribelle, Luke faceva a turno delle esplorazioni delle candide distese di Hoth, raccogliendo informazioni sul loro nuovo rifugio. E, come tutti gli altri, tornava alla base con una sensazione mista di sollievo e solitudine.
Non c'era nulla che smentisse i loro primi sopralluoghi: su questo gelido pianeta non esisteva alcuna forma di vita intelligente. Durante le sue solitarie perlustrazioni, Luke non aveva visto altro che lande di neve e catene montuose sfumate d'azzurro che sembravano svanire tra le brume degli orizzonti lontani.
Il giovane apprendista Jedi sorrise dietro il fazzoletto grigio che gli copriva il volto come una maschera e lo proteggeva dai venti gelidi di Hoth.
Scrutò le distese di ghiaccio attraverso gli occhiali di protezione e si calò meglio sulla testa il berretto foderato di pelliccia.
 Gli venne da sorridere quando cercò di immaginare gli esploratori al servizio del governo imperiale.
“La galassia è costellata di insediamenti di coloni che non si interessano alle faccende dell'Impero e dell'Alleanza Ribelle”pensò. “Ma nessun colono sano di mente penserebbe di accampare dei diritti su Hoth. Questo pianeta non ha niente da offrire a nessuno... a parte noi”.
L'Alleanza Ribelle aveva stabilito un avamposto su questo pianeta di ghiacci da poco più di una settimana.
Alla base, Luke era conosciuto da tutti e, benché avesse appena ventitré anni, gli altri combattenti ribelli gli rivolgevano la parola chiamandolo comandante Skywalker.
 Quel titolo lo metteva un po' a disagio, eppure, era già in grado di impartire ordini a un drappello di veterani. Quello che aveva passato, dopo aver fatto esplodere la Morte Nera, lo aveva cambiato molto.
Luke stesso stentava a credere che appena tre anni prima era stato un ingenuo agricoltore di Tatooine, il suo pianeta natio.
Il giovane comandante spronò il tauntaun.
 << Dai, bella, vai >> sollecitò.
In quel preciso istante, dal comlink giunse un crepitio di statiche. Poi, una voce familiare si fece sentire attraverso le interferenze.
<< Ragazzo, mi senti ?>> domandò Han Solo, attraverso la ricetrasmittente.
La sua voce era molto più matura e profonda di quella di Luke.
Per un istante, il giovane riandò con la mente al suo primo incontro con il contrabbandiere spaziale corelliano nella buia taverna gremita di alieni, allo spazioporto di Tatooine. Adesso era uno dei pochi amici di Luke che non era un membro ufficiale dell'Alleanza Ribelle.
<< Forte e chiaro, Han. Di cosa hai bisogno ?>>
<< Mon Mothma ha indetto una riunione di emergenza, devi rientrare subito >> lo informò il compagno, cercando di farsi sentire attraverso il canale piuttosto instabile.
Il giovane apprendista inarcò un sopracciglio e rispose : << Sarò lì tra quindici minuti >>
Poi, senza perdere tempo, l’adolescente fece dietro-front con il tauntaun e cominciò a incamminarsi verso l’entrata della base.
 
                                                                                                                                                                                        * * * 

La sala istruzioni si trovava nel sottosuolo del pianeta.
La lunga aula dal soffitto basso era dominata da un podio e da un grande schermo disposto sulla parete più lontana. Le panche erano occupate da piloti, navigatori e diverse unità R2.
Han Solo e il suo compagno d’avventure, Chewbacca, si tenevano il più possibile lontani dal podio dove si erano radunati numerosi ufficiali e senatori.
Il contrabbandiere cercò con gli occhi Luke nella sala.
Non lo vide, ma riconobbe subito la principessa Leia che parlava a bassa voce con un uomo anziano con il petto decorato di medaglie, il generale Dodonna.
Han si avvicinò cautamente a lei, proprio mentre Luke si faceva strada tra i ribelli.
In quel momento, nella sala entrò Mon Mothma, una bella donna dai capelli rossi, che avanzò impassibile nel brusio della folla.
Portava una veste bianca gallonata d'oro e la sua espressione severa non era senza motivo: era il capo eletto dell'Alleanza Ribelle.
Come il padre adottivo di Leia, come lo stesso Palpatine prima di proclamarsi Imperatore, Mon Mothma era stata senatore della Repubblica e aveva fatto parte del Consiglio Supremo.
Quando la Repubblica aveva incominciato a sgretolarsi, Mon Mothma rimase in Senato fino all'ultimo, organizzando il dissenso e cercando di stabilizzare il governo sempre più impotente. Verso la fine, aveva anche organizzato delle cellule politiche, gruppi di resistenza, ognuno dei quali all'oscuro dell'identità degli altri, incaricati di fomentare la rivolta contro l'Impero quando si fosse finalmente scatenata.
C'erano stati altri capi, ma molti erano stati uccisi quando la prima Morte Nera aveva annientato il pianeta Alderaan. In quell'immane olocausto era perito anche il padre adottivo di Leia.
Mon Mothma era poi passata alla clandestinità e aveva unito le sue cellule politiche alle migliaia di guerriglieri e di rivoltosi sorti in opposizione alla crudele tirannia dell'Impero. Altre migliaia si erano uniti all'Alleanza Ribelle e Mon Mothma era diventato il capo riconosciuto da tutti i popoli della galassia rimasti senza patria a causa dell'Imperatore. Senza patria, ma non senza speranza.
Mon Mothma attraversò la sala, si fermò accanto allo schermo olografico e conferì con i suoi principali consiglieri, il generale Madine e l'ammiraglio Ackbar.
Madine era un Corelliano, duro, intraprendente, anche se un po' fanatico.
Ackbar, invece, era un Calamariano puro... una creatura gentile, color salmone, dai grandi occhi tristi, l'enorme cranio allungato e le mani palmate che lo facevano sentire più a suo agio nell'acqua che a bordo di un'astronave.
Se gli umani erano il braccio della Ribellione, i Calamariani ne erano l'anima. Non che non fossero degli ottimi combattenti quando venivano spinti al limite, sia chiaro.
E l'Impero malvagio aveva superato quel limite. Anche se, nelle ultime settimane, la situazione era drasticamente cambiata.
In quel preciso istante, Mon Mothma compì un paio di colpi di tosse, richiamando l’attenzione di ogni singolo individuo presente in quella stanza.
<< Membri dell’alleanza….la situazione è la seguente >> esordì la donna, con voce calma e raccolta. << L’attacco a Coruscant è appena terminato e l’esercito di Darth Vader ne è uscito vittorioso. Gran parte dei dissidenti sono stati uccisi o catturati, mentre il resto dell’armata di Rax si sta disperdendo nello spazio. Le nostre spie ribelli affermano che Vader è rimasto gravemente ferito nell’attacco, ma è sopravvissuto. >>
Al sentire tali parole, gran parte dell’alto comando rilasciò un sospiro scontento.
Madine, al contrario, arricciò ambe le labbra in un sorriso e battè una mano sulla superficie del podio.
<< Dico che dovremmo approfittarne. Una situazione simile potrebbe non verificarsi mai più, dopotutto. Attacchiamo la capitale mentre stanno riorganizzando le forze! Coglieremo l’Imperatore e i suoi accoliti di sorpresa >>  disse con eccitazione palpabile.
Nella sala serpeggiò un mormorio concitato.
Ecco, la grande occasione che tutti i ribelli attendevano. La speranza che nessuno aveva osato sognare. La possibilità di colpire l'Imperatore dritto al cuore.
Quando il mormorio si attenuò, Mon Mothma proseguì.
<< Vedo che molti di voi si trovano d’accordo con questa linea di pensiero. Ora, resta solamente da discutere se una simile azione sarebbe vantaggiosa alla nostra causa >> disse con tono impassibile.
Il tempo parve fermarsi.
Un silenzio inesorabile sembrò calare nelle profondità della stanza.
Credendo di aver capito male, Leia fu la prima a farsi avanti.
 << Che vuoi dire Mon ? Questa è un occasione d’oro per rovesciare il governo che combattiamo da anni ! >> esclamò con voce incredula.
Mon annuì in accordo.
<< Un governo che è stato disprezzato dai suoi cittadini per molto tempo…fino a due settimane fa >> terminò, sorprendendo la principessa e tutti gli altri partecipanti all’incontro.
Chiuse gli occhi e rilasciò un sospiro, prima di volgere al gruppo un’espressione stanca, quasi rassegnata.
<< Signori, voglio essere franca con voi. Di recente, il numero di sistemi che appoggiano il governo totalitario di Vader…bhe, ha subito una brusca impennata verso l’alto, e la Ribellione ha perso gran parte del sostegno che deteneva durante il regno di Palpatine. >>
<< E perché diavolo dovrebbero sostenere un altro tiranno?>> domandò Han, ricevendo un ruggito di accordo ad opera di Chewbecca.
Affianco a Mon, il Gerale Dodonna sospirò a sua volta.
<< Perché quel tiranno sta facendo più di quanto La Repubblica e Palpatine abbiano mai fatto per loro >> affermò come un dato di fatto.
Tale dichiarazione non potè che scuotere gli animi dei ribelli. Darth Vader, il volto della crudeltà dell’Impero da oltre vent’anni…amico del popolo ? Sicuramente doveva trattarsi di uno scherzo, fu il primo pensiero che attraversò la mente di Han.
In quel momento, Mon riprese a parlare, interrompendo le divagazione mentali della folla.
<< Da quando è salito al potere, Darth Vader ha fatto in modo di mantenere tutte le promesse fatte durante il suo discorso d’apertura. La criminalità è scesa ai minimi storici, la schiavitù è stata abolita in tutta la galassia, i vari pianeti dell’Impero hanno avuto la possibilità di scegliere i propri governatori, anche tra i locali, e il razzismo che aveva caratterizzato la marina Imperiale solo fino a poco tempo fa sembra ormai un lontano ricordo >> disse con il suo solito tono calmo e raccolto.
Leia strinse i denti e sbattè violentemente la mano destra sul tabellone della sala.
<< Sta solo cercando di ingraziarsi la popolazione! Quell’uomo è senza cuore, si preoccupa solo del proprio tornaconto >>
<< Probabilmente >> acconsentì Dodonna. << Tuttavia, se questa è semplicemente una tattica per mantenere il potere…bhe, sta funzionando. È probabile che se l’Alleanza Ribelle decidesse di attaccare il centro Imperiale in questo momento… >>
<< saremo accolti non come liberatori, ma come i terroristi con cui l’Impero ha sempre cercato di identificarci >> terminò Mon, abbassando gli occhi verso il pavimento.
Leia dilatò le pupille e boccheggiò incredula.
<< Ma…ma non ha alcun senso! Quell’uomo ha commesso innumerevoli crimini di guerra e ha sostenuto un governo responsabile della distruzione di un intero pianeta! Come possono i cittadini della Galassia dimenticare una cosa simile? >> chiese con voce disperata.
Han le posò una mano sulla spalla, nel tentativo di rassicurarla.
Nel mentre, Ackbar arricciò le labbra in un ghigno sprezzante e disse : << Saresti sorpresa di quanto in fretta possa cambiare l’ideologia politica della popolazione, giovane Leia. Vader si è trasformato da comandante spietato a sovrano benevolo, e finchè deciderà di mantenere questa posizione la Galassia lo accoglierà a braccia aperte >>
<< Allora cosa, dovremmo solo aspettare che faccia un passo falso? >> ribattè Leia, stringendo ambe le palpebre degli occhi. << Con il rischio di lasciare che innumerevoli innocenti paghino per la nostra negligenza? >>
Inutile dire che la domanda fu accolta con espressioni incerte da parte di tutti i membri dell’alto comando.
Dopo quello che sembrò un tempo interminabile, Madine volse la propria attenzione nei confronti di una persona ben precisa.
<< Maestro Skywalker, è rimasto stranamente silenzioso durante tutta la conversazione. Pensavo che lei più di tutti avrebbe colto l’occasione di attaccare Coruscant, considerando il suo rapporto con l’attuale Imperatore >> disse con tono leggermente beffardo.
Sorpreso, Luke alzò la testa e incontrò gli sguardi dei suoi compagni con esitazione.
<< Io…non so cosa pensare >> sussurrò , sorprendendo sia Han che Leia.
Dopotutto, l’odio che Luke provava nei confronti del Neo-Imperatore era ben noto a tutti i membri dell’alleanza. Non solo perché l’uomo era responsabile della morte del suo mentore, il generale Obi Wan Kenobi, ma anche perché, a quanto pare, Vader era stato direttamente coinvolto nell’omicidio del padre biologico di Luke, Anakin Skywalker.
Il fatto che l’adolescente fosse restio a compiere la sua tanto agognata vendetta…bhe, non potè fare a meno di sconcertarli.
Consapevole dei pensieri che intercorrevano nella mente dei suoi amici, il giovane prese un respiro profondo.
<< La prima volta che vidi Vader attraverso la Forza…sembrava quasi un pozzo  senza fondo, un buco nero capace di annientare tutto ciò che lo circondava >> disse sopprimendo un brivido.<< Adesso, ogni volta che compare sull’Holo-Net…l’oscurità che lo circonda è bilanciato da un alone di luce dorata, quasi come se incarnasse il giorno e la notte. Qualunque cosa gli sia successa, per incitare un simile cambiamento…bhe, sembra genuina >> ammise con voce riluttante.
Madine chiuse il volto in un’espressione di puro sdegno.
<< Che sciocchezza è mai questa? Luce e oscurità ? Questi trucchi da salotto piaceranno ai bambini, ma qui siamo in guerra. Voglio prove, non le supposizioni di un aspirante Jedi >> ribattè con un ringhio.
Luke strinse gli occhi sulla figura del generale.
<< Vi consiglio di non sottovalutare la Forza >> ammonì con tono calmo, nonostante la frecciata.
In tutta risposta, l’uomo si limitò a sbuffare.
<< Per favore, l’attaccamento deprecabile a quell’antica religione non ha nemmeno dato ai Jedi la chiaroveggenza necessaria per impedire il loro sterminio…>>
<< Generale Madine, questo è abbastanza ! >> esclamò Mon Motham, sorprendendo i vari ribelli raccolti.
Dopotutto, era assai raro che la donna perdesse la propria compostezza. Il fatto che avesse alzato la voce per interrompere Madine, fu il segnale che l’uomo stava ormai camminando sul ghiaccio sottile.
Ecco perché il generale si zittì all’istante e distolse lo sguardo con aria colpevole.
Nella stanza calò un’aria pesante, che fu interrotta solo dall’entrata improvvisa di un responsabile delle comunicazioni.
<< Signora, abbiamo ricevuto un messaggio! >> esclamò l’uomo, il volto adornato da una carnagione insolitamente pallida.
Mon Mothma inarcò un sopracciglio.
<< Da parte di chi ?>> domandò la donna con sospetto, dopo aver notato lo stato in cui vessava il ribelle.
Questi deglutì e prese un respiro profondo.
<< Da parte di…Darth Vader, signora >> sussurrò con voce flebile.
Si fece da parte e, quasi come ad un segnale, un droide sonda imperiale, nero come la notte, svolazzò all’interno del centro di comando.
Un sussulto unanime attraverso il silenzio scioccato della camera.
Mothma osservò il robot con circospezione e poi, lentamente, camminò fino a lui.
Lanciò occhiate incerte al resto dei ribelli, soffermandosi temporaneamente su Leia.
La principessa incontro il suo sguardo e annuì con decisione.
Emettendo un sospiro sommesso, la donna si bagnò le labbra.
<< Trasmetti >> ordinò freddamente.
E poi, come dal nulla, nella stanza calò un'ombra che la fece trasalire, nonostante la sua abituale imperturbabilità.
Era la spaventosa sagoma di Darth Vader, sotto forma di ologramma. Dietro l'orribile maschera, i suoi occhi parevano di un rosso incandescente. A parte la contrazione di un muscolo sulla guancia, tuttavia, la donna rimase del tutto impassibile.
Senza perdere tempo, il Signore Oscuro cominciò a parlare.
<< Membri dell’alleanza Ribelle, giungo a voi con la lieta notizia…di un opportunità >> esordì il messaggio, facendo trasalire la maggior parte dei ribelli presenti, compresa Leia.
<< Come potete vedere, sono a conoscenza della posizione della vostra nuova base segreta. Tuttavia, non avete di che preoccuparvi, non ho alcuna intenzione di ordinare un attacco>> continuò l’uomo, con voce impassibile.
<< Per coloro che potrebbero trovare questa dichiarazione il primo passo di un arguta trappola…posso assicurarvi che, se avessi voluto distruggervi, non avrei annunciato il mio arrivo in maniera tanto…vistosa>>
E, per qualche strana ragione, Mon Mothma non ebbe alcun problema a credergli.
<< Verrò subito al punto. Desidero organizzare un incontro per stipulare una tregua duratura con l’Alleanza. Chiamatelo un gesto di buona volontà, per dimostrarvi che il mio nuovo Impero non seguirà le orme di quello vecchio >> continuò Vader, sorprendendo non poco le persone presenti nella stanza.
Per la seconda  volta, in quella giornata, molti dei membri della Ribellione credettero di aver sentito male.
Darth Vader, il loro nemico giurato…aveva appena offerto loro un armistizio ?
<< Se decidete di accettare…>> proseguì il Sith, << inviate attraverso questo droide una data e i nomi delle persone che verranno coinvolte nelle trattative, che si svolgeranno a Coruscant . Di nuovo, mi sembra doveroso rircondarvi che, se vi avessi voluti morti, di certo non avrei lasciato scappare l’occasione di annientarvi tutti attraverso un bombardamento orbitale >>
Detto ciò, il Neo-Imperatore si cimentò in un brusco inchino.<< Attendo con ansia la vostra prossima trasmissione >>
E fu allora, che il messaggio s’interruppe.
Questa volta, il silenzio che calò nella camera fu, se possibile, ancora più palpabile.
Han deglutì a fatica, e poi…aprì bocca.
<< Sul serio… cosa diavolo è appena successo ?>>
 
                                                                                                                                                                         * * *

Spuntò l'alba sulla foresta pluviale del pianeta noto come Yashuvhu .
Il sole pallido bruciò il freddo del mattino e l'umida nebbiolina appiccicosa, rivelando un gigantesco mondo silenzioso.
 Alberi enormi con tronchi di dieci metri di diametro salivano ad altezze di sessanta metri, dove spiegavano la loro densa fronzuta tettoia, nascondendo il cielo e gocciolando perpetuamente. Tendine di grigio muschio, e rampicanti e liane, penzolavano aggrovigliate dagli alberi ; orchidee parassite spuntavano dai tronchi.
 Al suolo, enormi felci, luccicanti d'umidità, crescevano all'altezza del petto di un uomo e racchiudevano la nebbia. Qua e là, una macchia di colore.
Tuttavia, l'impressione di base era quella di un vasto, smisurato mondo grigio-verde, di un luogo estraneo e inospitale.
Kreist posò il blaster e distese i muscoli, indolenziti a causa dell’armatura da Stormtrooper.
L'alba spuntava rapida su questo pianeta. In un attimo faceva già chiaro, anche se ancora permaneva la nebbiolina.
Diede un'occhiata al campo della spedizione cui aveva montato la guardia; otto tende colore arancione acceso, una tenda azzurra per la mensa, un'incerata legata sopra le casse dei rifornimenti nel vano tentativo di tenerli all'asciutto.
Vide Jamon, un altro Stormtrooper, seduto su una roccia. Kreist gli fece un cenno di saluto.
 Vicino c'era l'attrezzatura per trasmettere: un'argentea antenna parabolica, la nera cassetta del trasmettitore, i serpeggianti cavi coassiali che arrivavano sino all’Holocron portatile montato su un treppiede pieghevole.
Gli imperiali si servivano di questa attrezzatura per trasmettere rapporti quotidiani via satellite alle varie navi che orbitavano attorno a quei pianeti che non erano ancora stati colonizzati. Kreist era il capo squadra scelto per portare avanti la spedizione esplorativa di questo nuovo mondo, scoperto in uno degli angoli più remoti dell’Orlo Esterno.
Ne aveva già guidate altre: società minerarie, équipe di cartografi, squadre in cerca di nuove fonti e gruppi esplorativi come questo. Le aziende imperiali che mandavano squadre sul campo avevano bisogno di uno che conoscesse gli usi e i dialetti quanto bastava per trattare con i portatori e organizzare il viaggio.
Kreist era abilissimo in questo lavoro.
Tuttavia, non riusciva a immaginare perché un tale requisito sarebbe stato necessario per questa missione, dato che il pianeta su cui erano atterrati non sembrava presentare alcuna specie indigena dall’intelletto poco più che superiore a quello di un Bantha.
Del resto, l’uomo capì quasi subito che quella spedizione non si trattava di una semplice missione esplorativa, ma di un tentativo alla cieca di trovare nuovi giacimenti di un minerale assai specifico.
In fatto di minerali l’Orlo Esterno era il quadrante più ricco della galassia, poiché poco conosciuto.
Durante le numerose esplorazioni svoltesi negli ultimi vent’anni, a partire dalla fondazione dell’Impero stesso, erano stati ritrovati grandi giacimenti d'oro, stagno, zinco, tungsteno e uranio.
Ma quasi tutti questi minerali erano altrettanto abbondanti sui pianeti minerari vicini al Centro Imperiale.
 Kreist conosceva troppo bene la galassia per chiedere ai suoi superiori come mai volessero andare proprio in un pianeta come questo, e comunque lo aveva scoperto abbastanza presto.
Una volta che la spedizione ebbe superato l’atmosfera del planetoide e si trovò nella foresta pluviale, i geologi cominciarono a perlustrare il fiume e i letti dei torrenti.
 Il fatto che cercassero giacimenti alluvionali significava che speravano di trovare cristalli. Risultò che si trattava proprio di cristalli. Ma non di cristalli qualsiasi.
I geologi erano a caccia di quelli che chiamavano cristalli kyber, quelli che durante la Repubblica erano utilizzati dai Jedi per fabbricare le spade laser!
Si riteneva che gli ultimi giacimenti, su Jedah, fossero stati completamente prosciugati, ma, a quanto pare, nell’Orlo Esterno sembrava che ce ne fossero altri mai utilizzati.
 Ogni nuovo campione veniva immediatamente sottoposto a una prova elettrica. La conversazione che ne derivava era oltre la portata di Kreist— discorsi su divari dielettrici, ioni di reticolo, resistività. Comprese però che quelle che importavano erano le proprietà elettriche dei cristalli, che li rendeva una grande fonte d’energia.
Lo stormtrooper ne aveva esaminati parecchi, ed erano tutti bianchi a causa della loro purità.
Per dieci giorni, la spedizione era passata da un deposito alluvionale all'altro. Era la procedura normale: se trovavi oro o cristalli nei letti dei torrenti, proseguivi a monte verso la presunta fonte erosiva dei minerali. La spedizione si era spostata a un'altitudine maggiore, lungo i pendii occidentali di una catena vulcanica del pianeta.
E tutto procedeva normalmente finché un giorno, verso il mezzodì, gli animali incaricati di portare la maggior parte delle scorte si rifiutarono recisamente di proseguire.
Kreist convocò il loro responsabile. << Che diavolo hanno gli animali ?>>
<< Questo posto…è forte nel lato Oscuro della Forza. Dovremmo rimanerne lontani >> disse l’uomo con un sussurrò, seguito rapidamente dai borbottii dei compagni.
Kreist sospirò.
Come tanti imperiali, era profondamente stufo di sentir parlare della Forza.
La Forza era dappertutto, nelle piante e nelle rocce e nelle tempeste e in ogni genere di nemici. Ma la fede nella Forza  era diffusa in gran parte della Galassia e saldamente radicata.
Kreist era stato costretto a sprecare il resto della giornata in tediosi negoziati.
Alla fine, raddoppiò loro il salario, ed essi accettarono di proseguire.
Lo Stormtrooper considerò l'incidente un'irritante manovra delle guide. Si poteva star certi che prima o poi gli allevatori avrebbero fatto appello a qualche superstizione per farsi aumentare la paga, una volta che la spedizione si fosse talmente inoltrata sul campo da dover dipendere da loro.
Ma aveva messo in bilancio questa eventualità e, una volta accettate le loro richieste, non ci pensò più. Non si preoccupò neanche quando s'imbatterono in varie zone coperte di frammenti sparsi di ossa — che spaventavano molto i geologi.
Dopo averle esaminate, scoprì che non si trattava di ossa umane ma di quelle piccole e delicate dei Kowakian, piccole creature simili a scimmie che vivevano sugli alberi, molto diffuse nei pianeti tropicali.
Era comunque vero che c'erano moltissime ossa, e Kreist non aveva idea del perché fossero così disseminate. Tuttavia, di cose inspiegabili, nei pianeti dell’Orlo Esterno ne aveva viste tante.
Non si lasciò neppure impressionare dai frammenti di pietra coperti di vegetazione che incontrarono poco dopo, da cui si poteva dedurre che in questa zona c'era stata un tempo una città.
Si era già imbattuto altre volte in ruderi inesplorati.
La prima sera s'accampò nei pressi delle rovine.
I portatori, presi dal panico, sostenevano che le forze maligne li avrebbero attaccati durante la notte. La loro paura contagiò anche i geologi. E Kreist, per farli star tranquilli, aveva disposto per la notte due sentinelle, se stesso e Jamon, il più fidato dei suoi sottoposti.
La considerava una stupidaggine, ma gli era parsa una mossa politicamente opportuna. E, proprio come si aspettava, la notte era trascorsa tranquilla. Verso mezzanotte c'era stato un po' di movimento tra i cespugli, e qualche sommesso ansito sibilante che lui aveva attribuito a un grosso felino.
Per il resto, era andato tutto benissimo, e adesso era ormai l'alba : la notte era passata.
Attirò la sua attenzione una sorta di sommesso BIP.
Lo udì anche Jamon, che rivolse a Kreist un'occhiata interrogativa.
 Sulla trasmittente lampeggiò una luce rossa.
Lo Stormtrooper si alzò e attraversò il campo per avvicinarsi all'apparecchio.
S'accovacciò sulla nera cassetta del trasmettitore con il suo ID rettangolare.
Premette alcuni pulsanti e comparve sullo schermo la scritta SD MI che annunciava una trasmissione dalla nave che orbitava attorno al pianeta. Premette il codice di risposta e lo schermo stampò HK.
Ciò significava che l’ammiraglia chiedeva di trasmettere con l’Holo-Video.
Diede un'occhiata alla macchina sul suo treppiedi e vide che sulla cassetta stava ancora lampeggiando la luce rossa.
Premette il pulsante del portante e lo schermo stampò SATLOK ad annunciare l'arrivo imminente di una trasmissione via satellite.
Ora ci sarebbe stata un'interruzione di sei minuti, il tempo richiesto per agganciare il segnale rimbalzato dall’ammiraglia.
Forse era meglio svegliare il capo geologo, pensò.
In alto, i Kowakian stridevano e strillavano sugli alberi scuotendo i rami.
Kreist alzò gli occhi, chiedendosi che cosa li avesse scatenati. Ma la mattina era normale che i Kowakian litigassero tra loro.
In quel preciso istante, qualcosa lo colpì leggermente al petto. Pensò dapprima che fosse stato un insetto, ma poi, abbassando lo sguardo sull’armatura, vide una macchia rossa, e un succoso pezzetto di un frutto rosso rotolò sul telaio bianco,spiaccicandosi sul terreno fangoso.
 Quelle maledette scimmie stavano lanciando bacche.
 Si chinò a raccoglierlo. E si rese conto che non si trattava di un pezzo di frutto. Era un bulbo oculare umano, schiacciato e viscido al tatto, di un bianco rosato con un filamento del bianco nervo ottico ancora attaccato dietro. Si girò con il blaster in mano e rivolse lo sguardo verso la roccia dove sedeva Jamon.
Ma Jamon non c'era più.
Kreist riattraversò il campo.
In alto i Kowakian erano ammutoliti.
Udì i suoi stivali fare squisc nel fango, mentre passava davanti alle tende dei dormienti. E poi di nuovo quella specie di ansito sibilante. Un suono strano, sommesso, trasportato dalla turbinosa nebbia mattutina. Kreist si domandò se non si era per caso sbagliato, se si trattava davvero di un felino.
Fu allora che vide Jamon.
Giaceva supino, senza casco, in una sorta di aureola di sangue.
Il suo cranio era stato schiacciato da entrambi i lati, le ossa facciali ridotte in frantumi, il viso ristretto e allungato, la bocca aperta in uno sbadiglio osceno, l'occhio superstite spalancato e sporgente. L'altro era esploso lontano per la forza dell'impatto.
Chinandosi a esaminare il cadavere, Kreist si sentì martellare il cuore.
Si domandò che cosa potesse aver provocato un tale disastro. Poi, udì di nuovo il sommesso ansito sibilante e stavolta era praticamente certo che non si trattava di un felino. Allora i Kowakian cominciarono a stridere e lo Stormtrooper balzò in piedi urlando.
Poi…in tutta la giungla risuonarono gli spari.



Com'era ? Spero bello ! Per scoprire in cosa sono incappati gli stormtrooper e quali informazioni la Forza ha rivelato a Vader...bhe, dovrete aspettare il prossimi cap !

 
  
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