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Autore: Elgul1    23/09/2018    8 recensioni
Questa è la storia di come è nato. Questa è la nascita del più grande assassino dei Naraku questa è l'ascesa del Kuroyasha Sakata Gintoki.
Dato che mi sembrava giusto distaccarmi dal manga ho deciso di dare un vero e proprio passato al mio personaggio. Qua vedrete com'è nato e i suoi legami verso i Naraku e i suoi nemici Joi.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Dark, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Nuovo personaggio, Sakamoto Tatsuma, Takasugi Shinsuke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Shin osservava il fuoco crepitare all'interno della sua capanna nel folto del bosco. In lontananza vedeva i fuochi accessi del loro campo e le urla dei propri compagni e scosse la testa. 

" Eccomi Shin!" Urlò Ureka tornata dalla mensa con due scodelle di riso e due piatti di minestra. Il colosso guardò male quel poco di cibo. 
" Hanno di nuovo finito le scorte?" Chiese prendendo schifato quella brodaglia e quel riso vecchio. 
La giovane annuì. " Gli amanto ancora non ci hanno portato le provvigioni, stanno subendo molti attacchi nel Kanto occidentale e orientale. Da come mi hanno detto." Mormorò la giovane.
 " Pazienza, ci accontenteremo di questo." Borbottò seccato Shin mangiando con foga. 
" Ti volevo chiedere una cosa maestro se posso..." Disse all'improvviso la giovane. 
La spada sussulto. Da quando conosceva Ureka erano poche le volte che usava quell appellativo solo, in certi casi, si permetteva. 
" Cosa vuoi chiedermi?" Domandò posando le ciotole per terra. 
" Si tratta di Gintoki..." Mormorò la giovane pensierosa. " Perché si comporta sempre così?" Domandò infine. 
" Così come?" Le rispose lui confuso.
" Così seccato da tutto quello che riesce a ottenere..." Disse lei. " E' diventato una spada a quindici anni, è stato allievo prima di Utsuro e adesso è tuo allievo perché non è mai felice di quello che riesce a ottenere..." Chiese confusa. " Da quando lo conosco non l'ho mai visto ridere o sorridere se non quando trova qualcuno alla sua altezza tu sai perché è così?" Domandò infine la giovane. Shin osservo il fuoco davanti a lui danzare con le sue fiamme.
 " Perché ti interessa saperlo Ureka?" Mormorò lui serio. 
" Perché lo conosco da più di tre anni e non capisco mai cosa gli frulla in testa!" Replicò lei convinta.
Shin sospirò.  " Ureka, non tutti puntano alle stesse cose..." Gli spiegò lui. " C'e chi punta a una cosa piccola come un semplice pasto decente, chi punta a diventare una spada e c'e chi punta a qualcosa di così alto che è quasi impossibile da vedere..." Rispose lui enigmatico. " Quello a cui punta Gintoki è qualcosa a cui io non ho mai ambito perché sapevo di non esserne in grado lui invece ci vuole arrivare. E, se sarà una strada lunga, la affronterà comunque." Concluse. 

" E a cosa sta puntando?" Domandò ancora la ragazzina che non capiva dove volesse andare a parare il suo maestro.
Shin stava per replicare quando, un cracchiare continuò, lo fece voltare.

Su un ramo di un albero un corvo si era appollaito. Shin si alzò prendendo il piccolo messaggio legato alla sua zampa. Lo aprì delicatamente e, letto il contenuto, disse:" Va subito a chiamare Gintoki digli che hanno un primo lavoro per lui." Ureka si alzò sbuffando. Avrebbe preferito ricevere quella dannata risposta. 


-


Gintoki se ne stava solo al locale ai piedi della montagna. La notte era discesa nuovamente e lui si sentiva veramente svuotato. Bevve dal bicchiere di liquore che aveva davanti. Le risate sguaiate dei suoi commilitoni lo urtavano come al solito ma non gli importava loro erano solo feccia. 

" Anche stasera tutto solo soletto?" Chiese una voce che conosceva fin troppo bene.                                  
" Oboro che spiacevole sopresa averti qui..." Mormorò ironico voltandosi e trovandosi davanti il viso della ormai decantata quinta spada.                           
" Ho saputo che l'altro giorno hai sostenuto la prova. Complimenti ora sei solo dieci gradini dietro a me." Disse ancora sarcastico mettendosi a sedere di fronte a lui.                                                                                                                " Risparmia il fiato. Sei solo più vecchio di una decina d'anni perciò sta zitto." Replicò freddamente il più giovane prendendo il bicchiere ma venendo bloccato dal grigio.                                                                                                     
 " Occhio a quello che dici ragazzino..." Sussurrò quello stringendo la presa sul polso di Gintoki che fu tentato di estrarre la spada. " Gli incidenti capitano anche ai migliori...." Disse ancora Oboro serio in volto con uno strano luccichio negli occhi chiari. Gintoki mise la mano libera sull'impugnatura della spada.
" Sai Oboro... Qualcuno dovrebbe davvero staccarti la testa da quel tuo inutile collo..." Sibillò quello dai capelli bianchi.   
" Invece qualcuno dovrebbe farvi entrare un'po di sale in zucca in quelle vostre fottute teste bacate!" Gli rimproverò una terza voce femminile seguita da due rapidi pugni sulla testa di entrambi i giovani.
I due alzarono la testa trovandosi davanti una donna di mezz' eta alta dai lunghi capelli corvini. La divisa, slacciata sul davanti, evidenziava la scollatura della donna e, una maschera di volpe, gli ricadeva lungo la cintura nera allla vita su cui si intravedeva una lunga katana verde.

" Oboro dovresti smetterla di importunare i più giovani." Rimarcò la donna severa rivolta a lui.
" E tu che ci fai qua?!?" Sbottò lui evidentemente spazientito.
" Sono venuta a bere un goccio che c'e non posso?" Chiese con lo stesso tono  osservando attenta il giovane. Oboro la guardò male poi, dando una spallata a Gintoki se ne ando in silenzio.
" E tu, avrai fatto un'ottima prova ma non hai il diritto di comportarti così con un tuo superiore." Disse a Gintoki sempre severa.                                                               
 " E tu chi diavolo saresti per parlami così?" Chiese il bianco massaggiandosi la testa ancora dolorante.
La donna lo guardò ghignando e rispose:" Io sono Kurenay quarta spada." Gintoki la osservo non percepiva alcun istinto omicida in lei come poteva avere un simile livello e non farlo percepire? Notò, a un certo punto, al fianco della donna una ragazzina di qualche anno più piccola di lui dai lunghi capelli neri e gli occhi rossi intenta a mangiare una ciambella voracemente. 

" Quella chi sarebbe?" Chiese indicando la piccoletta. 
La donna si giro schioccando le dita. La bambina si voltò come un cane e si mise sull'attenti sempre con la ciambella in bocca. " Lei si chiama Nobume..." Disse scompigliandogli i capelli alla piccola ancora in tenta a mangiare.
" L'ho trovata su un campo di battaglia era tutta sola con una spada tra le mani." Spiegò brevemente la donna. A Gintoki tornò in mente come aveva conosciuto Utsuro proprio in quel modo. Affamato e stremato andava a giro per i campi di battaglia raccogliendo quello che poteva. 
" Ho deciso così di prenderla con me e farne mia allieva..." La guardò sorridendo. " Lei sarà la futura quarta spada un giorno. Ne sono sicura." Concluse con un tono quasi materno.
Gintoki le si avvicinò abbassandosi e disse:" Piacere, io sono Gintoki Sakata e sono la...." Prima che finisse di parlare Nobume lo morse alla mano che lui gli stava tendendo per poi nascondersi dietro la donna. " Ma che le prende? Volevo solo salutarla!" Sbottò Gintoki muovendo la mano avanti e indietro per il dolore.
" Perdonala." Disse subito Kurenai. " Non si fida molto degli altri. E' piuttosto diffidente. Forse gli anni da sola l'hanno resa così..." Rispose ancora.                 
 " E' per questo motivo che non parla proprio?" Domandò Gintoki serio. La donna annuì. " Da quando la conosco non ha mai detto una parola. Sa sia leggere che scrivere per fortuna almeno quello però, non spiccica una parola." Rispose lei con la piccola attaccata alla veste che fissava storto Gintoki.
Il giovane stava per dire qualcosa quando sentì qualcuno piombargli sulla schiena con forza dandogli uno scappellotto. " Ecco dov'eri! Shin ti stava cercando." Disse Ureka severa. 
" Ahia mi spieghi perché devi sempre fare così?" Sbottò Gintoki stufo di doversi sempre sobbarcare la schiena con quella mocciosa. 
 " Perché te lo meriti screanzato..." Borbottò la ragazzina facendo ridere Kurenai. 
Ureka la fisso per qualche istante notando anche Nobume e sussurrò:" Ehi non credi che siano una troppo grande e un'altra troppo piccola per te?" A sentire quelle parole Gintoki avvampo. " Ma che cazzo di discorsi fai sottospecie di mocciosa!" Urlò lui. Senza dire niente fece un cenno alle due donne e poi si diresse con la peste verde sulla schiena da Shin. " Ti giuro Ureka, prima o poi ti ucciderò." Borbottò mentre la ragazzina se la rideva.               
" Dovresti vedere la tua faccia." Disse lei ridendo ancora. Lui sbuffò incamminandosi per il bosco a passo veloce verso la tenda di Shin.               
" Sai per caso cosa vuole quel colosso da me?" Domandò serio Gintoki cercando di cambiare discorso. La ragazza dai capelli verdi smise di ridere e rispose:" Da quanto ho capito hanno una prima missione come undicesima spada da darti. Vogliono vedere di che pasta sei fatto."  Lui annuì eccitato. Strinse con forza i pugni e aumento il passo non vedeva l'ora finalmente sarebbe sceso in campo. 

   
 
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