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Autore: Elgul1    02/10/2018    8 recensioni
Questa è la storia di come è nato. Questa è la nascita del più grande assassino dei Naraku questa è l'ascesa del Kuroyasha Sakata Gintoki.
Dato che mi sembrava giusto distaccarmi dal manga ho deciso di dare un vero e proprio passato al mio personaggio. Qua vedrete com'è nato e i suoi legami verso i Naraku e i suoi nemici Joi.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Dark, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Nuovo personaggio, Sakamoto Tatsuma, Takasugi Shinsuke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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" Eccomi Shin allora cosa devo fare?" Domandò eccitato Gintoki alla terza spada che era seduta su un masso.
Shin aveva letto la lettera due o tre volte per essere sicuro su quale fosse l'incarico e rispose:" Come primo incarico il sommo Utsuro ti ordina di sterminare dei gruppi Joi che passeranno a queste coordinate tra due giorni."
Il sorriso di Gintoki scomparve mostrando una faccia seccata.
 " Tutto qui? Uccidere dei miseri joi?" Disse con un tono opposto al precedente. 
" Si, questi sono gli ordini del sommo Utsuro. Ti sarà concesso di portarti qualcuno con te come supporto." Aggiunse Shin. 
" Io mi aggrego volentieri!" Esclamò Ureka alzando la mano destra per essere contata. Era stufa di stare in panchina. 
 
" E' assurdo!" Urlò Gintoki contrariato. " Perché devo occuparmi di un simile compito? Non ci sono i gregari per questo?" Sbottò ancora furioso.   " Non sempre possono essere usati, si vede che, in questo caso, gli avversari sono più forti del normale..." Gli rispose Shin con tono pacato. Gintoki sospirò afflitto. Avrebbe preferito qualcosa di meglio. 
" Bhe, speriamo che tu non ti sbagli..." Borbottò stizzito ancora il giovane a bassa voce. 
" Quanti membri posso portarmi dietro?" Domandò il giovane con un tono più alto. 
" Ti sarà permesso di avere due dozzine di gregari, una spada a diritto ad avere una scorta armata se sola." Rispose Shin. Lieto che, il giovane, si fosse calmato.
 " Molto bene, darò disposizioni per averli subito a disposizione ho intenzione di partire immediatamente." Annunciò serio in volto per poi girarsi di schiena e dirigersi verso il campo base.
 " Ehi! Ho detto che voglio venire anche io!" Gli gridò dietro Ureka che fu bloccata da Shin.
" Tu devi restare qui e lo sai bene..." La rimproverò l omone severo. La ragazza lo guardò per poi sbuffare.
" Volevo aiutarlo..." Borbottò indispettita. 
" Lo so ma, in questo momento, Gintoki deve affrontare da solo questo cammino. Se vuoi fare qualcosa per lui allenati per camminare un giorno al suo fianco." Gli disse con tono più dolce la terza spada.
Ureka rivolse il suo sguardo alla schiena del ragazzino dai capelli bianchi. - Camminare al suo fianco...- Pensò fra sè e sè totalmente rapita da quell'idea che non gli sembrava affatto male.
 
 
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Si erano accampati nel folto della boscaglia. Evitavano il più possibile le strade nonostante l'appoggio di molti villaggi amici non potevano rischiare di essere attaccati in territori scoperti e neppure di provocare la morte dei poveri cittadini di quei territori.
 
Takasugi osservò il fuoco di fronte a lui bivaccare tranquillo se non qualche scoppio sporadico. " Sei pensieroso?" Gli chiese Katsura sedendosi accanto a lui e porgendogli una ciotola di riso. Takasugi annuì e rispose: " Tra meno di due giorni saremmo a destinazione. Abbiamo evitato gli scontri il più possibile però..." 
" Però cosa?" Chiese l'altro perplesso. 
" Mi sembra tutto troppo facile. Nessuna compagnia di amanto che tenti di bloccarci? Oppure che controlli la zona?Niente di niente. Tutto questo è sospetto." Spiegò la cosa che gli frullava in testa da ormai qualche giorno.                  " Forse gli scontri nel Kanto li stanno tenendo più impegnati del previsto. Oppure si stanno riorganizzando." Mormorò Katsura proponendo entrambe le idee.
" Potrebbe essere ma, al momento, la nostra priorità è congiungerci con i restanti gruppi al castello. A costo di fare una marcia serrata aumenteremo il ritmo non voglio correre rischi." Propose Takasugi serio in volto e visibilmente preoccupato. 
" Come vuoi tu, informerò i miei uomini e manderò alcuni esploratori più avanti stasera stessa se hai timori di imboscate." Disse il castano.                       
    Takasugi scosse la testa. " No, meglio che riposino il più possibile, almeno per oggi." Rispose il moro alzandosi da terra e posando la ciotola ormai vuota. " Vado a riposare pensaci tu a informare gli uomini." Gli ordinò facendogli un cenno con la mano e dirigendosi al suo giaciglio.
 
 
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Gintoki continuava a correre senza fermarsi. Dietro di lui, i suoi uomini, faticavano a stargli dietro ma non gli importava. Avevano corso interrotamente per quasi due giorni e lui non si sentiva esausto che razza di pappamolle aveva alle calcagna?

 " Mio signore." Disse uno dei gregari avvicinandolo sulla sinistra. 
" Che c'e?" Domandò seccato il giovane senza voltarsi ma continuando per la strada. 
" Gli uomini avrebbero bisogno di una pausa. E' da più di un giorno che non facciamo che correre per questo bosco, sono sfiniti." Spiegò anche lui con l'affanno piuttosto evidente.
 Il bianco sospirò. " Non vi preoccupate, tra cinque minuti ci fermeremo le coordinate sono vicini ci apposteremo e faremo scattare la trappola avrete qualche attimo di pausa." Spiegò brevemente. 
" Ma signore, se dovessimo trovare i nemici prima di quel momento li affronteremo totalmente esausti." Rispose sconvolto dal piano il sottoposto.
La spada si fermò e, con lui, l'intera colonna. Agguantò l'uomo sulla sinistra con forza per il collo." Sono io che do gli ordini è chiaro!" Ruggì Gintoki spaventandolo. " Se dico che faremo così. Faremo in questo modo voi dovete solo ubbidire!" Gridò ancora scagliandolo al suolo con forza. " E adesso coraggio. Muovetevi." Disse ancora riprendendo la marcia.
 
 
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I joi continuavano a marciare a ritmo sostenuto Takasugi si era messo alla testa del gruppo coaudivato da altri quattro uomini con cui stava aprendo la strada.
A un certo punto, un rumore di passi veloci, attirò la sua attenzione. Alzò la mano destra e la colonna si bloccò. " Mettetevi in formazione!" Ordinò perentorio al gruppo che, subito, si piazzò pronto a difendersi. " Tu, va ad avvisare Katsura digli di tenersi pronto." Disse a un sottoposto che corse subito nelle retrovie.

 
Da di fronte a loro una bolgia di uomini in nero fuoriscì. I Joi frapposero le spade  e gli scudi ma, i Naraku, cozzarono  contro la loro difesa riuscendo a forzarla e iniziando a lottare disseminati per il bosco. Takasugi si fece largo fino a che, una lama, non lo costrinse a retrocedere di qualche passo. 
" Non so chi sei ma hai sbagliato avversario..." Mormorò Takasugi estraendo la spada sicuro di se. 
Gintoki di rimando attacco con rabbia con una stoccata dritta al fianco del suo avversario. Takasugi si sposto di lato contrattaccando rapidamente mirando alla spalla dell uomo mascherato. Gintoki si abbassò evitando la lama per poi mettersi in posizione e cercando con un fendente laterale di prendere il braccio del giovane joi che si distanzio per evitare il colpo.
Il Naraku gli ando addosso cercando di abbattere la difesa solida del moro che fù costretto ad attaccare con varie stoccate per allontanare l'aggressore. L'assassino non si tirò indietro e si avventò nuovamente su di lui mirando al petto con una sciabolata ma, prima che arrivasse al bersaglio, una terza lama si frappose bloccando il suo attacco.

" Stai perdendo colpi eh Takasugi?" Gli domandò Katsura col fiatone per la corsa appena fatta.
 " Lo avevo in pugno!" Sbottò seccato l'altro giovane attaccando da dietro il compagno con un fendente che Gintoki fu costretto a evitare per non venirne colpito.
" Che ne dici di un'po di lavoro di squadra?" Domandò Katsura mettendosi al suo fianco.
                
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" Potete essere quanti volete sarete solo spazzatura..." Mormorò Gintoki seccato da tutte quelle intromissioni. Una rabbia incontrollata prese il soppravento quei due l'avrebbero pagata cara.

 Il duo partì alla carico da entrambi i lati Takasugi scagliò un fendente all'altezza del petto del bianco che, però, parò l'attacco con la lama. Katsura attacco in quel preciso istante costringendolo così a roteare la lama per evitare un colpo pulito sul suo fianco sinistro. Gintoki cercò di decapitare Katsura con un fendente rapido ma, la spada del moro, bloccò l'attacco consentendo all'amico di attaccare e costringere così il naraku a spostarsi all'indietro, I due samurai si muovevano in maniera coordinata conoscendo a menadito le abilità e le capacità dell'altro e riuscendo così a chiudere tutti gli spazi del loro avversario che, nonostante fosse nettamente superiore a loro come forza e velocità, non riusciva a scalfire la loro tattica. Gintoki ne era stupito non credeva ci fosse qualcuno di così forte da costringerlo a impegnarsi più del necessario. Si bloccò nel suo retrocedere e poi cambiò posizione di guardia.
 I due, notata la cosa, si misero sull'attenti. " Devo ammetterlo sono stato costretto solo da poche persone dei nostri ranghi a usare questa tecnica, lieto che voi siate i primi vermi su cui la userò..." Annunciò stringendo con forza la spada e mandandola all'indietro.
Ispiro piano poi, focalizzati i due obiettivi, partì come un treno verso di loro. Takasugi sferrò un rapido fendente all'altezza del petto. Il bianco lo vide a rallentatore eseguendo una giravolta per poi colpire in pieno la spalla del suo avversario facendo uscire dei fiotti di sangue. Katsura, provo a prenderlo di spalle, Gintoki roteo su se stesso bloccando l'attacco inclinando la spada per poi eseguire un lungo arco che prese in pieno il braccio sinistro aprendo una ferita su esso. Il tempo sembrò tornare normale i due joi finirono in ginocchio tenendosi con la mano sano i punti feriti. Attorno a loro, i compagni, erano caduti oppure erano stati resi impotenti avevano perso.
 
 " Bene, bene a quanto pare il lavoro è quasi finito..." Annunciò Gintoki ghignante di fronte ai due ragazzi. " Devo ammetterlo, questo vostro gruppetto si è rivelato molto ostico. Avete ucciso ben dieci dei miei venti uomini e siete riusciti perfino a costringermi a fare sul serio vi ammiro..." Ammise camminando di fronte a loro con la spada sempre puntata alla loro gola. 
" Chi siete voi?" Domandò Takasugi invenelito e colmo di rabbia. Sotto la sua maschera Gintoki sorrise divertito.
 " Noi siamo i Naraku, uccidiamo su ordine chi intralcia il giusto cammino e voi..." Disse indicandolo con la spada. " Lo avete fatto e oggi morirete." Concluse sollevando la spada pronto a colpirlo. 
 
A un certo punto, una selva di proiettili, erutto da dentro la boscaglia in punti non ben definiti iniziando a colpire i Naraku delle retrovie. Gintoki si girò confuso e, dal folto degli alberi, dozzine di samurai iniziarono a sciamare come api verso di loro. Gli uomini in nero gli andarono incontro cercando di opporre resistenza ma, il numero, non era più dalla loro parte.       
" Coraggio andiamo!" Gridò la voce di un ragazzino che, con una stoccata, aveva ucciso a sorpresa un naraku e stava guidando la carica.
 Il bianco ringhiò sommesso la situazione si era ribaltata doveva andarsene. Strinse con forza i pugni per la rabbia. " Ritirata!" Ruggì perentorio la spada. I sottoposti lo guardarono confusi per poi, seguirlo nel fitto del bosco.
 
I joi urlarono di gioia mentre vedevano gli avversari fuggire. Alcuni aiutarono i due capitani a rimettersi in piedi. 
" State bene?" Chiese il giovane di fronte a loro con ancora la spada tra le mani sporca di sangue. 
" Stavamo meglio prima..." Rispose stringendo i denti Takasugi tenendosi la spalla ferita da cui usciva ancora rivoli di sangue.
 " Non vi preoccupate, abbiamo un medico nel nostro gruppo vi rimetterà in sesto." Lo rassicurò facendo cenno a un uomo dalla folta barba bianca. 
" Tu chi sei?" Domandò Katsura meno ferito del compagno e più preoccupato su chi avessero incontrato. Quello sorrise sinceramente e, mentre riponeva la spada, disse:" Il mio nome è Sakamoto Tatsuma..." Chinò la testa in segno di rispetto. " Sono giunto fin qui da molto lontano insieme a svariati compagni e vorremmo unirci a voi nella vostra lotta." Spiegò in breve sicuro di quello che diceva.
 
 
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Mentre si ritiravano Gintoki sentì una stretta al petto e una strana sensanzione che era nuova per lui. Sconfitta. - Sono stato battuto.- Pensò fra sè e sè totalmente allibito. Lui che non aveva mai fallito una missione lui che aveva fatto sempre il suo dovere aveva compiuto un fallimento? Digrignò i denti dalla rabbia quei dannati joi gliela avrebbero pagata cara.
   
 
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