I personaggi non mi appartengono. La storia non ha scopo di lucro.
Nero su bianco
Si tastò la pelle: nero su bianco. Il disgusto le invase il viso e l’animo, poi vennero la vergogna, l’umiliazione, il terrore.
L’aveva divorata con denti, artigli, crudeltà.
Le dita si fecero tremanti, gli occhi meno arditi.
Nella notte, tra gli incantesimi, sopra alle urla, aveva visto quegli occhi gialli fissarla eccitati – e poi c’era stato il vero buio.
Che fosse ancora viva era un miracolo, che fosse viva così una maledizione.
Seduta sul letto, nella penombra, studiava i tagli non ancora del tutto rimarginati che portava sul corpo. Sentiva il sangue bruciarle nelle vene e ancora non sapeva fino a che punto l’avesse maledetta, quella belva.
Note d'Autrice
Non sono mai stata una particolare simpatizzante per Lavanda Brown (questione non agevolata dalla stessa Rowling nel corso della saga e, in particolar modo, durante il Sesto libro), tuttavia mi ha sempre affascinata la figura mitologica del licantropo, anche grazie allo splendido personaggio di Remus Lupin, quindi ho pensato di unire i due argomenti e vedere un po' che cosa sarei finita per scrivere. A voi il giudizio.
Spero sia stata una buona lettura.
Mimi