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Autore: Eowyn 1    12/07/2009    3 recensioni
Eccomi qui che provo a pubblicare la mia prima storia… Non so che risultato otterrò. Spero solo che piaccia a qualcuno... Di fronte a lei si stendeva un prato immenso, ancora addormentato sotto la lieve e tiepida oscurità che regnava in quel luogo...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti

Salve a tutti! Eccomi qui che provo a pubblicare la mia prima storia… Finora ho scritto solo Fan Fiction, ma ho sempre sperato di riuscire a scrivere una storia mia, creata interamente da me… Beh, eccola qui… non so che risultato otterrò, né quanto impiegherò per completarla. Spero che piaccia a qualcuno… Quindi per favore, se potete, mi lasciate un commentino? Solo per sapere se vi piace o no, cosa ne pensate… vanno benissimo anche le critiche, l’importante è che siano costruttive… A presto, con il prossimo capitolo!

 

 

 

 

Prati, colline e… Folletti?

 

- Ora basta! Hanno ragione loro! Butterò via tutto! - e si accinse a strappare un foglio.

E lo fece. Strappò quel foglio. Uno di quei fogli che le erano stati amici a lungo.

- Hanno ragione! Non serve a niente tutto questo! Non esiste nulla! - urlò Lisa, e strappò un altro foglio.

Ma già al secondo foglio la sua rabbia lasciò il posto al pianto.

Un pianto quasi disperato di chi si sente incompreso. Di chi troppe volte si è sentito dare del matto. Di chi troppe volte si è sentito trattare diversamente dagli altri, e perché poi?

Solo perché ha il potere di vedere oltre le cose! Solo perché ha il potere dell’immaginazione! Solo perché la fantasia è la sua migliore amica!

“ Perché è normale solo chi sente la musica che ascoltano tutti gli altri,  parla come tutti gli altri, fa quello che fanno tutti gli altri? Perché è normale solo chi si adatta a uno stupido concetto di normalità che ci priva di ogni nostra peculiarità? ” è questo ciò che pensava Lisa.

Le solite ridondanti domande che le affollavano la mente.

“ Perché non mi capiscono? Ognuno non è forse libero di fare ciò che ritiene giusto?

 

- Non sei normale! - le dicevano.

- Ma a che ti serve perdere tutto questo tempo in stupidaggini simili? -

- Credi di essere simpatica con queste tue storielle cretine? Per non parlare dei disegni che fai! -

- Non perdere il tempo con queste cose inutili! Scrivere storie, poesie, canzoni, disegnare e suonare non ti servirà a nulla! E non ti porterà a nulla! Invece di perdere tempo con queste cavolate vedi di sfruttarlo in modo migliore! -

Credeva di averci fatto ormai l’abitudine a questo genere di commenti, ma non era così.

Per l’ennesima volta era tornata a casa arrabbiata. Ne aveva basta di sentirsi dire che era strana, che i suoi passatempo se li era scelti solo per mettersi in mostra agli occhi di chi aveva hobby differenti dai suoi.

Sì, diversi dai suoi, ma omologati agli hobby di tutti gli altri ragazzi “ normali ” della sua età.

Normali… insomma, così si definivano loro.

 

- Perché non mi lasciano in pace? Non mi pare di aver mai dato fastidio a nessuno! – singhiozzava la ragazza stesa sul letto, tenendo ancora stretti far le mani i fogli che aveva stracciato.

Così, piangendo e stringendo i fogli a cui era tanto affezionata, si addormentò.

 

Passò del tempo, forse ore, forse minuti, o forse solo secondi, chi può dirlo? E la ragazza finalmente si svegliò.

Gli occhi ancora appannati dal sonno faticavano ad aprirsi, e le lacrime che la ragazza aveva versato prima di addormentarsi non facilitavano certo l’operazione.

Si fregò gli occhi con le mani, bruciavano! Caspita se bruciavano! La leggera oscurità che invadeva la stanza, per fortuna, alleviò il bruciore.

 

Lisa si alzò dal letto, e la strana sensazione che provò quando appoggiò i piedi per terra la fece sobbalzare.

- Erba? D… Dov’è finito il pavimento? – poi alzò lo sguardo ed esaminò quella che avrebbe dovuto essere la sua stanza.

L’unica cosa che riusciva a riconoscere era il letto, ma tutto il resto?

Tutto il resto era diverso! Non si trovava più nella sua stanza, nossignore! Di fronte a lei si stendeva un prato immenso, ancora addormentato sotto la lieve e tiepida oscurità che regnava in quel luogo e, più lontano, dove si stava risvegliando il sole, si stagliavano dolci colline dall’erba verde smeraldo, che iniziava la sua danza giornaliera sotto la leggera brezza mattutina.

Quel luogo trasmetteva un’infinita calma e dolcezza, che si riversarono anche nel cuore della ragazza.

Qualcosa le suggeriva di abbandonare la sicurezza che le donava il letto su cui era ancora seduta, e sbirciare un po’ in giro.

Nonostante questo però, non riuscì ad alzarsi, non aveva alcuna intenzione di mettersi ad esplorare quel luogo. D’altronde, lei avrebbe dovuto trovarsi nella sua camera! La tentazione era però troppo forte…

“ Ma sì, posso anche concedermelo un giretto, no? D’altra parte, si tratta certamente di un sogno, e comunque si mettano le cose, appena mi sveglierò tutto tornerà come prima! “ pensò Lisa sollevata, appoggiando definitivamente i piedi sul manto erboso sotto di lei ed alzandosi.

Un passo, due passi, tre passi… “ Che meraviglia! “ pensava intanto la ragazza. Eppure le sembrava di aver già visto quel posto da qualche parte.

La leggera brezza che soffiava sulle colline in lontananza giunse presto da lei, ed iniziò ad accarezzarle il viso e scompigliarle i capelli.

“ Che bella sensazione! “ improvvisamente, la colse il desiderio di stendersi sul prato e riposarsi tranquillamente, mentre il vento la cullava. E così fece.

Passarono alcuni minuti, e lei era ancora lì, stesa sull’erba con gli occhi chiusi, quando iniziò a sentire degli strani rumori, provenire da lì vicino.

Aprì di scatto gli occhi, e si mise seduta. Nel frattempo, il sole aveva iniziato a fare capolino da dietro le colline lontane, illuminando la vallata e rendendo più chiaro e visibile ogni singolo filo d’erba.

Gli strani rumori continuavano. La ragazza non avrebbe saputo dire chi o cosa li stesse provocando, ma dopo un po’, iniziarono sempre più ad assomigliare a piccole risatine divertite.

- Chi è? – chiese la ragazza alzandosi in piedi.

Le risate aumentarono, giungendo come unica risposta alla sua domanda.

- Si può sapere chi sta ridendo? – domandò questa volta Lisa, quasi urlando.

- Calma ragazza, calma! – disse una prima voce.

- Non avere fretta! – aggiunse una seconda.

- Per le spiegazioni abbiamo a nostra disposizione tutto il tempo che desideri! – concluse una terza.

- Ma… ma chi siete? – chiese ancora lei.

- Curiosa la ragazza eh? - disse ancora la prima voce.

- Beh, non ha torto ad esserlo! – continuò la seconda.

- Ma come? Eppure dovresti conoscerci! – suggerì la terza.

- Ma conoscere chi? Io? Almeno fatevi vedere! – supplicò Lisa che iniziava ad essere un po’ spaventata.

- Beh, anche su questo ha ragione… - disse una delle tre voci.

- Ma come? Non dovevamo prima farle qualche scherzetto? – disse un’altra.

- Lo sai che non c’è tempo! –

- Oh, e va bene! Allora forza ragazzi! – concluse una delle tre voci.

In men che non si dica, la ragazza si ritrovò davanti tre figure alquanto buffe.

Erano tre ometti alti circa una cinquantina di centimetri, non di più. Con tre lunghe barbe bianche che gli incorniciavano il volto, illuminato da occhi dall’aria sbarazzina.

Uno era vestito di blu: camicia blu, giacca blu e calzoni blu. Un altro di verde: camicia verde, giacca verde e calzoni verdi. E l’ultimo era vestito di giallo: camicia gialla, giacca gialla e calzoni gialli.

Si trattava di... sì, erano proprio loro… tre… Folletti? Gnomi? Ma… da dove erano saltati fuori?

- Piacere! Joh! – disse quello vestito di blu.

- Roh! – continuò quello vestito di verde.

- E Reh! – dichiarò l’ultimo, quello vestito di giallo.

- Al tuo servizio! – conclusero contemporaneamente.

- Cosa? Non è possibile! Sto proprio sognando! – esclamò la ragazza senza pensarci.

- Ehi! Non offendiamo! – urlò offeso Joh, facendola sobbalzare.

- Noi non siamo un sogno! – spiegò Roh.

- Non vorrete dirmi che siete reali! Perché non ci credo! – disse la ragazza ridendo.

- Ehi, proprio tu ti prendi gioco di noi? – continuò Joh sempre più contrariato.

- Non è carino essere presi in giro dalla persona che ci ha creati! – disse Reh.

- Ma non sto prendendo in giro proprio nessuno! È solo che si tratta di un sogno davvero buffo! Non mi era mai capitato di sognare i personaggi delle mie storie! – esclamò Lisa divertita.

- Sogno? Ma che stai dicendo! Questa è tutta realtà! – spiegò Reh.

- Certo… - disse lei ironica - Il sogno si fa sempre più interessante! –

- Fratelli, c’è un solo modo per convincerla del fatto che non si tratta di un sogno… - esclamò Joh.

- Afferrato fratello! – urlarono all’unisono gli altri due.

Detto questo, estrassero da un minuscolo taschino, che avevano nella giacca a livello del cuore, un minuscolo fischietto, logicamente ognuno aveva il fischietti dello stesso colore del suo abbigliamento, e vi soffiarono dentro.

 

   
 
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