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Autore: Harley Sparrow    04/10/2018    3 recensioni
Anno 1993/1994
Mentre Harry Potter vive il suo terzo anno a Hogwarts, tre ragazzi Serpeverde del quinto anno si troveranno ad affrontare misteri inaspettati. Tra feste clandestine nel bagno dei prefetti, amori, delusioni, un misterioso cane nero che sembra perseguitarli e la minaccia del famigerato assassino Sirius Black che cerca di introdursi a Hogwarts, riusciranno Edmund, Margaret e Frannie ad arrivare a fine anno interi e a passare i G.U.F.O.?
*
Sono presenti anche personaggi Disney e de Le Cronache di Narnia, faranno da contorno alla storia. Vi consiglio di leggere l'introduzione per capire meglio come abbiamo gestito loro e i personaggi di Harry Potter.
*
Dal testo:
“Era…Era…”
“Sì” rispose Margaret, che aveva il volto rigato dalle lacrime.
“Ma cosa ci faceva un Dissennatore qui? È grave, praticamente siamo tutti disarmati!” disse Laetitia con la voce incrinata.
“Per Sirius Black, ovvio. Vorranno assicurarsi che non tenti di avvicinarsi a Potter. Ma è davvero assurdo mandarne uno qui sopra!” esclamò Frannie con rabbia.
Quei pochi istanti di gelo avevano riportato alla mente di tutti dei ricordi terribili.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Serpeverde
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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IV
HALLOWEEN CON FELPATO


Nei giorni successivi la Casa Serpeverde acquistò maggior sicurezza di sé, tanto che i membri più giovani, dal terzo anno in giù, diventarono piuttosto arroganti nei confronti delle altre Case. Solo i Grifondoro si fermavano ad affrontarli, facendo nascere degli screzi più o meno pesanti nei corridoi. Fran e Edmund, in quanto Prefetti, dovettero sedare gli animi dei ragazzini in seguito al richiamo da parte di alcuni professori.
Quel giorno Mag e Jasmine erano arrivate in Sala Comune insieme e videro Fran parlare con un ragazzo del secondo anno. La ragazza parlava seria con le mani sui fianchi, mentre Edmund teneva le mani conserte e annuiva. Il ragazzino sbuffò e se ne andò, Edmund gli diede un buffetto sulla testa.
- Che succede?
Chiese Mag sedendosi sulla poltrona lì accanto.
- Nulla, ci ha solo fatto perdere cinque punti perché ha aggredito Colin Canon dopo la lezione della McGranitt.
Sbuffò Edmund.
- Poi lei ci ha convocati per invitarci a fargli un discorsetto.
Aggiunse Fran.
- Un genio, insomma, ad aggredire qualcuno davanti a Minnie…
Scherzò Jasmine.
- Pare che abbia insultato Potter davanti a Canon, che è un suo fan accanito, soprattutto per il Quidditch.
Spiegò Edmund.
- …Aiuto…
Sorrise Mag scuotendo la testa.
- Razza di idiota. Che hai lì?
Scandì Frannie ponendo fine alla discussione. Mag teneva in mano un foglietto.
- Che hai lì?
 - Oh, giusto!
Disse sedendosi meglio sulla poltrona, Edmund si sedette su uno dei braccioli per leggere.
- Hogsmeade!!
Esclamò leggendo una delle prime parole.
- Sì, la prima gita dell’anno! La facciamo il giorno di Halloween!
Disse lei passando il foglio a Fran, i cui occhi si erano illuminati sentendo il nome del tanto amato villaggio.
- Che bello, è fra meno di due settimane!
Disse la ragazza con aria sognante.
I quattro iniziarono a fare progetti per la giornata, poi si decisero a mettersi a studiare. Fran e Edmund continuarono a parlottare fra loro, dopotutto gli esami erano ancora lontani.
*
Tra una lezione e l’altra, Halloween arrivò in fretta. Molti professori avevano fissato la consegna di temi e compiti per il giorno prima, così, volenti o nolenti, i ragazzi furono occupatissimi a studiare e fare pratica per Incantesimi e Trasfigurazione. Le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure non richiedevano grandi sforzi: imparavano tutto a lezione e alla fine non c’era bisogno di perdere molto tempo sui libri.
Quando terminò Pozioni, l’ultima lezione del venerdì, Mag, Fran e Laets decisero di passare gran parte del pomeriggio in cortile, a prendere un po’ di aria fresca; erano state chiuse in biblioteca per giorni e non importava se aveva iniziato a far freddo. Edmund era andato a farsi un giro con Lucy, mentre Jasmine aveva detto che le avrebbe raggiunte dopo.
Quando rientrarono dalla Sala Grande videro che i primi addobbi per Halloween erano già stati appesi, e furono accolte da un allegro professor Vitious che canticchiava canzoni di Halloween su una scala traballante, mentre incantava delle zucche ghignanti sospese sui tavoli delle Case.  
- Nel paiolo cuocerààà… Pom pom pom! Una serpe acquatica pom pom buongiorno ragazze!
Le salutò con un gran sorriso. Quando le ragazze gli passarono vicino dovettero trattenere una risata.
Jasmine era piuttosto nervosa quella sera. Quando aveva saputo che ci sarebbe stata la visita a Hogsmeade era sembrata entusiasta, ma man mano che si avvicinava il giorno era sempre meno contenta.
- Che ha Jas secondo te?
Chiese Mag a Fran quella sera, quando la ragazza salì al dormitorio molto prima di loro.
- Secondo me non è molto felice di venire a Hogsmeade con noi… Un po’ la capisco.
- Già, non credo che incasserete presto il vostro galeone.
S’intromise Edmund che stava leggendo accanto a loro. Le due scoppiarono a ridere. Sembrava che Fred e Mag avrebbero perso, ma non era detto che presto George e Fran avrebbero vinto in fretta.
Il sabato mattina furono occupati ad allenarsi a Quidditch, mentre nel pomeriggio Mag e Laets si rinchiusero in biblioteca. Fran fece un giro con Baston prima degli allenamenti di Quidditch, mentre Edmund rimase in Sala Comune per passare un po’ di tempo a chiacchierare con i suoi compagni di dormitorio.
Quel sabato passò così lentamente che alla sera non vedevano l’ora di andare a dormire per cancellare quella noiosissima giornata.
Quando si misero a dormire le tre Serpeverde erano piuttosto strane, soprattutto Jasmine e Fran. Margaret non sapeva cosa dire, perciò chiese a Fran come stessero andando le cose con Oliver e se l’indomani lo avrebbe passato con lui, ma udendo la risposta dell’amica decise che avrebbe indagato meglio il giorno seguente.
- Non lo so, forse ci incontriamo direttamente là.
Rispose evasiva, Mag capì che la conversazione era conclusa; diede la buonanotte e la luce si spense.
*
L’indomani i musi lunghi della sera prima si erano già dissolti. Edmund aspettò le ragazze in Sala Comune e insieme andarono a fare colazione già pronti per uscire, con i mantelli pesanti. Jasmine continuava a lanciare sguardi nervosi verso il tavolo dei Grifondoro. Aladdin non c’era; Mag guardò verso il tavolo e vide Harry Potter che ascoltava Ron con l’aria piuttosto triste. Si chiese come mai in una giornata simile potesse essere così giù di tono, ma poi capì: Ron e Hermione si alzarono per andare verso il cortile (i ragazzi del terzo anno dovevano trovarsi un quarto d’ora prima per consegnare le autorizzazioni dei genitori), ma Harry rimase fermo dov’era.
- Chissà come mai Potter non va.
Disse quando si alzarono tutti e passarono davanti al tavolo dei Grifondoro.
- Sarà per Black… Pare che sia stato avvistato in un villaggio vicino a Hogsmeade.
Disse Ed, che leggeva sempre il Profeta.
I ragazzi del quinto anno si erano ammassati nel cortile. Quando arrivò il gruppo Serpeverde c’erano già i gemelli Weasley, Lee Jordan e le coetanee che chiacchieravano con alcuni Tassorosso. Poco più in là Philip abbracciava Aurora da dietro e ascoltava la sua ragazza che chiacchierava con un’amica. Mag rimase incantata dalla bellezza che i due emanavano. In quel momento, mentre non riusciva a distogliere lo sguardo, capì che era giusto così, che Philip sarebbe stato felice solo con Aurora. Fran era troppo occupata a controllare che non ci fosse Oliver per accorgersi di quello che stava succedendo nella mente dell’amica. Anche Jasmine si guardava intorno: Aladdin non era nemmeno lì. Era tentata di tornarsene nella Sala Comune, tanto era affranta. L’unico che notò l’espressione di Mag fu Edmund, ma non le disse nulla e ringraziò il cielo quando Laetita e Susan corsero nella loro direzione per salutarli, trascinando con loro un’amica Corvonero che i ragazzi conoscevano molto poco.
- Ciao ragazzi! Come state?
Chiese sorridendo a tutti.
I due gruppi avevano fatto programmi diversi e incompatibili, quindi decisero che era meglio separarsi, anche se avrebbero fatto la strada insieme. Partirono quando Gazza disse loro che potevano andare. Erano rimasti ultimi, quindi dovettero sorbirsi tutte le raccomandazioni del custode che vietava qualsiasi aggeggio che potesse arrecare disturbo alla quiete del castello.
- …Anzi, non andate affatto da Zonko!
Urlò alla fine.
- Certo, certo!
Fran si allontanò ridendo. Non c’era neanche bisogno di incrociare le dita per una promessa falsa del genere.
Erano quasi a metà strada quando udirono una voce chiamare Jasmine. Si voltarono tutti e videro un imbarazzatissimo Aladdin correre verso di loro. Jasmine lo aveva udito per prima e si era fermata a qualche passo dagli amici.
- Lo aspetto io, voi andate pure! Ci vediamo là!
Disse cercando di celare l’imbarazzo.  
I ragazzi alzarono le spalle, salutarono e continuarono a camminare. Aladdin era lontano una cinquantina di metri e riprese a correre verso la ragazza dai capelli corvini. Quando la raggiunse portò una mano dietro la spalla, imbarazzato.
- Non sapevo se venire fino all’ultimo…
Disse muovendo gli ultimi passi verso di lei.
- Non ti ho visto in Sala Grande, infatti!
Rispose lei rimanendo ferma e aspettando che il gruppo di amici si allontanasse ancora di più.
- Sì, non ho neanche fatto colazione infatti.
Rispose evasivo il ragazzo, pentendosi di quel che aveva detto non appena la ragazza gli propose di andare a fare insieme colazione da Mielandia. 
- Ehm… Ne faccio anche a meno, tranquilla! Perché non facciamo una passeggiata?
Le disse senza guardarla negli occhi.
Il ragazzo aveva l’aria sbattuta, ma Jasmine capì qual era il problema: non aveva soldi per pagarsi la colazione e qualsiasi altra cosa. Decise che lo avrebbe assecondato, ma poi avrebbe trovato il modo per comprargli qualcosa.
Passeggiarono per la via principale discutendo sul dove andare. Aladdin aveva una gran voglia di prenderle la mano – e magari anche di baciarla – ma non riusciva a prendere coraggio. Era così impegnato a impedirsi di fare cose stupide che quasi non l’ascoltava nemmeno. Jasmine era incantata da quel posto, così diverso dall’Arabia, così nuovo, che dopo cinque anni girava ancora con gli occhi sbarrati dallo stupore. Lui la osservava e non poteva fare a meno di pensare quanto fosse bella.
- Sai, ho proprio voglia di una girella alla cannella, mi accompagni da Mielandia?
Gli chiese vedendo il negozio far capolino in fondo alla strada.
- Certo, andiamo!
Rispose il ragazzo lievemente imbarazzato.
I due entrarono e videro che c’erano molti studenti che avevano già iniziato a ingozzarsi di caramelle.
- Guarda quello dietro di me!
Disse Aladdin mettendosi davanti alla ragazza, la quale si sporse e vide dietro la spalla del ragazzo un ragazzino del terzo anno, un Tassorosso, mettere in bocca un boccone troppo grande di cheesecake e iniziare a tossire. Fortunatamente una pacca sulla schiena da parte di un suo amico lo fece riprendere.
Jasmine scoppiò a ridere e per tenersi mise una mano sul torso del ragazzo. Quando i loro sguardi s’intrecciarono, Jasmine fu la prima ad allontanarsi. Prese una ciocca di capelli fra le mani e se la lisciò.
- Prendo queste!
Disse allegramente Jasmine quando arrivò al banco dei dolci.
- Ne prendi due? Ti ho detto che io non la voglio!
Chiese Aladdin sbarrando gli occhi e cercando di non essere scortese.
- Beh, una adesso e una dopo, sono buonissime!
Disse la ragazza alzando le spalle e cercando qualche spicciolo nella tasca. Aladdin alzò le spalle e dopo che la ragazza ebbe pagato le aprì la porta per farla uscire.
Decisero di andare a fare un giro da Zonko. Fortunatamente il gruppo degli amici di Jasmine era andato da un’altra parte, così rimasero da soli per tutto il tempo. Jasmine aveva intenzione di comprare una gran quantità di vermi gommosi da mettere nei letti delle sue migliori amiche quella sera, così trascinò il ragazzo anche se non era molto felice di entrare nel negozio e continuava a ripetere che avrebbe preferito farsi una passeggiata verso la Stamberga Strillante.
- Dopo ci andiamo, giuro!
Disse la ragazza spingendolo dentro al negozio. Stare con lui la faceva diventare allegra, serena, spontanea.
Alla fine non prese solo i vermi, ma anche un paio di Tazze da Tè Mordinaso, mentre Al guardava malinconicamente tutti gli articoli esposti.
- Questa farà venire a Mag un infarto.
Gli disse sventolando davanti al naso del ragazzo una di quelle tazze che mostrò i denti e cercò di mordere anche lui, che finalmente scoppiò a ridere e si tranquillizzò.
Quando fu il momento di pagare sorse un grave problema. Jasmine guardò nella borsa e ne riemerse pallidissima.
- Oh no non ci credo!
Disse a bassa voce, ma il ragazzo, che teneva in mano per lei gli oggetti e guardava con noncuranza una serie di pozioni colorate molto invitanti, la sentì e le chiese che problema ci fosse.
- …Ho dimenticato al dormitorio il borsellino…
Disse la ragazza rovistando nella borsa e trovando qualche zellino, decisamente non abbastanza per comprare un solo articolo. In tasca trovò solo il resto delle due girelle: ben tre zellini.
- Devo rimettere tutto giù, non riuscirei ad appellare i soldi da qui…
Disse la ragazza andando verso il ragazzo per farsi consegnare i vermi. Lui esitò a darglieli.
- Jas io… Mi spiace, vorrei poterteli pagare io ma…
Farfugliò a disagio il ragazzo. Non voleva dirle che nelle sue tasche non c’era neanche mezzo zellino, ma al tempo stesso si sentiva in dovere di farlo.
- Ma no, figurati, non te lo permetterei!
Rispose lei ponderando bene le parole “Non te lo permetto” ripeté facendo finta di dare per scontato che il ragazzo ne aveva di soldi. Rimasero a guardare il pavimento per qualche istante, poi Jas si mosse di nuovo verso di lui, che ancora una volta non le permise di riprendere gli oggetti.
- Che vorresti fare?
Chiese incerta la ragazza soffocando una risata nervosa.
Il ragazzo tirò fuori la bacchetta con fare misterioso e iniziò a guardarsi le spalle. C’era una ressa di gente non indifferente, avrebbe aiutato molto.
- Ho avuto un’idea. Tu mettili in borsa, io Confondo il tizio all’uscita. Se facciamo in fretta non si accorgeranno di nulla.
Disse a bassa voce.
- Al, non so se…
Disse la ragazza sbarrando gli occhi, guardando a destra e sinistra e poi il ragazzo. Non si chiese se era giusto o sbagliato, o cosa sarebbe successo se li avessero beccati – probabilmente avrebbero fatto perdere un centinaio di punti alla loro Casa, come minimo, Piton poi avrebbe fatto espellere Aladdin dandogli la colpa di tutto – questi pensieri ormai erano stati allontanati con le parole “se ci prendono”. Quel che le premeva sapere era un’altra cosa.
- Lo hai già fatto prima?
Chiese con un sorriso complice.
- Può darsi. Ti fidi di me?
Le rispose alzando le spalle.
Sul suo viso si distese un sorriso tranquillo, contagioso. Finalmente le porse quello che a breve sarebbe stato il loro bottino, stava a lei prenderlo.
Lei lo guardò di nuovo, forse lo vide davvero per la prima volta e in un attimo di follia pensò che se fossero usciti vivi da quella bravata avrebbe dovuto baciarlo.
- …Sì.
Prese gli oggetti e, guardandosi ancora alle spalle li mise nella borsetta. Aladdin puntò la bacchetta verso la borsa della ragazza, che non smetteva di guardarsi intorno e sussurrò “Protego”. La borsa si illuminò per un istante ma poi tornò arancione e azzurra come prima.
- Vado prima io. Aspetta che mi perquisisca, poi tu passerai senza farti perquisire. Io saprò cosa fare. L’incantesimo non terrà per molto, hanno dei mezzi apposta per evitare furti di questo genere.
Disse prendendola per mano e conducendola verso l’uscita. Il cuore della ragazza iniziò a battere fortissimo, temeva che sul suo viso si leggesse la paura e che l’avrebbero scoperta subito.
Aladdin andò verso l’uomo che si trovava all’uscita, il quale lo perquisì. Non trovò nulla, dal momento che il ragazzo non aveva niente con sé, così lo lasciò andare. In quel momento il giovane Grifondoro tirò fuori la bacchetta e sussurrò “Confundus”. Mentre Jasmine si dirigeva quasi tremante verso l’uomo, vide che l’espressione di questi si era notevolmente instupidita. Passò oltre trattenendo il fiato.
- Hey!
Disse la guardia guardandola incerto. A Jasmine si ghiacciò il sangue nelle vene. Lo guardò colpevole.
- Ma l’ha già controllata!
Esclamò Aladdin tendendole la mano. Lei si fidò per la seconda volta e la prese. Il mago balbettò qualcosa ma la lasciò passare. Quando si trovarono fuori fecero un respiro di sollievo. Furono accolti dalla fresca aria frizzante del mezzogiorno. Camminarono velocemente verso una stradina laterale. Erano passati pochissimi istanti quando una voce fece loro rizzare i capelli sulla nuca.
- VOI!
Urlò la guardia che si era svegliata dal torpore dell’incantesimo. Aladdin si guardò alle spalle e lo vide estrarre la bacchetta. Li avrebbe Schiantati? Avrebbe fatto apparire delle corde? Li avrebbe fatti cadere? Meglio non scoprirlo. Afferrò di nuovo Jasmine per la mano e urlò “CORRI!” la trascinò nella stradina. I due iniziarono a correre rischiando più volte di investire qualche ragazzo. Fortunatamente il gran numero di ragazzi che si era riversato per le strade bloccò quasi subito i tentativi del commesso di raggiungere i due ladruncoli.
Corsero a perdifiato per qualche minuto, allontanandosi il più possibile dal centro della città – da Zonko – e alla fine rallentarono con il fiatone, Jasmine teneva stretta la borsa con una mano e con l’altra si massaggiava un fianco.
- Ci è mancato poco!
Disse fra respiro e l’altro. Poi scoppiò a ridere, divertita come non mai.
Aladdin, che era impallidito parecchio, sia per lo spavento, sia per l’idea di averla messa seriamente in pericolo, aveva cercato di riprendere il fiato silenziosamente, guardandola intimorito dalla scenata che avrebbe potuto fargli. Quando la ragazza scoppiò a ridere iniziò a riprendere colore. La risata di Jasmine scaldava il cuore, forse perché di solito sorrideva tanto ma rideva poco, quindi la sua risata argentina era una novità, forse perché semplicemente era la donna della sua vita. Iniziò a sentire caldo e quando lei sollevò lo sguardo per guardarlo negli occhi, lui non riuscì più a trattenersi. L’attirò a sé prendendola per le spalle e la baciò, facendole sbarrare gli occhi pieni di lacrime per il gran ridere, ma poi anche lei li chiuse e si godette quel momento perfetto, portando a sua volta le braccia a cingergli le spalle e abbandonandosi a lui.
Quando si staccarono sembrava che il tempo si fosse fermato, ma allo stesso tempo fossero insieme da una vita. Jasmine sorrise radiosa e lo baciò di nuovo, poi lo abbracciò.
- Era da una vita che ti aspettavo.
Si strinse a lui.
- Anche io… Ma avevo troppa paura che non mi volessi a causa della mia…
Si bloccò. Fece per allontanarsi ma lei lo tenne stretto.
- La tua cosa!?
La ragazza si scurì in volto.
- …La mia povertà.
Concluse il ragazzo evitando a tutti i costi il suo sguardo.
- Pensi che io sia così superficiale? È questo che pensi?
Esclamò lei lasciandolo andare e allontanandosi di qualche passo.
- No, certo che no!
Mentì lui accorgendosi di essere stato un autentico idiota a pensarlo.
- E invece sì che lo pensavi!
Disse lei dandogli le spalle, arrabbiata. Poi si voltò di nuovo verso di lui.
- …Perché non me l’hai detto? …Ti avrei dato la mia risposta mesi fa, forse anni fa!
Lo guardò negli occhi.
- Quale risposta?
Aladdin era completamente a disagio, avrebbe preferito andare dal commesso di Zonko per farsi arrestare piuttosto che rimanere lì con lei che lo odiava.
- Che non m’importa, m’importa solo stare con te, al diavolo il resto!
Rispose facendo cadere le braccia lungo i fianchi.
Vedendola così indifesa, così bella, Aladdin capì che era stato davvero uno sciocco a pensare che lei non lo avrebbe voluto. Capì che cosa doveva fare, così coprì la distanza che li separava e la baciò di nuovo.
Avevano molto da di cui parlare. Si sedettero su una panchina isolata che si affacciava sulla campagna e rimasero lì abbracciati, la testa di Jasmine appoggiata al petto del ragazzo che le accarezzava i capelli. Mangiarono insieme le due girelle di Jasmine e decisero di non farsi vedere in centro per le ore successive.
*
-Dovete darmi una mano ragazzi, non credo di farcela.
-Onestamente Fran, credo che ormai tu non possa più evitarlo.
Mormorò Edmund, mordendosi il labbro.
-Sono una brutta persona.
Continuò Frannie, guardando il calice di burrobirra ormai vuoto. Edmund e Margaret si guardarono preoccupati. L'amica, sotto le pressanti domande di Mag, aveva ammesso che il fantasma che le infestava il sonno negli ultimi giorni era la sua imminente rottura con Oliver Baston.
-Non sei una brutta persona. Ci hai provato, non è andata.
La rassicurò Mag, dandole un buffetto sulla spalla.
-Non posso dirgli che lo ho preso in giro tutto il tempo.
-Non devi dirgli questo, perché non è vero. Non lo hai preso in giro, non gli hai detto niente di falso, solo che avreste provato a conoscervi meglio.
Cercò di convincerla il ragazzo di fronte a lei.
-Come no, omettendo il particolare che sono innamorata di un altro.
Rispose, alzando gli occhi al cielo. Gli altri due sbuffarono. 
-Andrà benissimo Frannie, non hai fatto niente di male. Tanto non ci avresti mai provato con Tony, e di certo Baston non è stato tradito. Hai provato a pensare ad altro e non ha funzionato, tutto qui. Non sei mai stata troppo seria con lui, se lui l'ha presa più ufficiale di quello che è stato, beh è un problema suo. Sei stata molto chiara a riguardo.
Intervenne Edmund, fermo. 
-Prima faccio questa cosa, meglio sarà. Spero finisca presto.
Una donna matura di bell'aspetto, con un grembiule bianco e i capelli raccolti in uno chignon, si avvicinò al loro tavolo con un vassoio.
-Posso? 
Chiese, indicando il boccale vuoto di fronte a Frannie. Agli altri mancavano ancora alcune dita di liquido dorato per finire la loro bibita. La ragazza annuì e la donna sollevò pigramente la bacchetta facendo levitare il boccale sul vassoio, allontanandosi. Madama Rosmerta era più scontrosa del solito, i ragazzi poco prima la avevano sentita borbottare riguardo a dei dissennatori.
Margaret si abbassò e si avvicinò agli altri sporgendosi lungo il tavolo.
-Avevi ragione Ed, è stato avvistato.
Disse in un sussurro. Edmund si scosse, sorpreso.
-Intendi...
-Sì. Sirius Black.
Gli occhi di Margaret brillavano sopra i bicchieri quasi vuoti. Frannie si guardò nervosamente intorno.
-Credete che ci riuscirà?
Chiese Edmund a bassa voce.
-A entrare nel castello, intendo. A prendere Potter.
-È escluso.
Esclamò Margaret, che pur non essendo la più ottimista aveva una cieca e assoluta fiducia nel preside.
-Troppi dissennatori, troppi incantesimi di difesa... e poi c'è sempre Silente.
-Io non vedo perché no. Non ho la presunzione di pensare che entrare a Hogwarts sia più difficile che evadere da Azkaban.
Rispose Frannie, alzando le spalle.
-In situazioni normali ti darei ragione Fran, ma dopo tutto quello che è successo il castello ha gli occhi del mondo magico puntati addosso.
Commentò Edmund, un po' timoroso, prima di mandare giù gli ultimi resti della burrobirra, ormai quasi raffreddata completamente.
-Comunque sia, credo sia meglio andare. C'è qualcosa che non mi piace, qui. Si avvicina, lo sento.
Mag e Frannie si guardarono per un istante, facendo saettare gli occhi prima sull'amico e poi tra loro. Edmund dal secondo al terzo anno aveva manifestato una grande sensibilità alla magia oscura, insieme alla sua strana refrattarietà al freddo e alla neve. Se parlava in quel modo, c'era sicuramente da fidarsi. Le ragazze si alzarono velocemente, con sguardo cupo. Non si era più lamentato di qualcosa di sinistro dall'ultima volta, un anno prima. E quando era successo, poco dopo, Laetitia era stata pietrificata e la sorella di Fred e George... le ragazze scacciarono il pensiero sgradevole con violenza. In quell'istante la porta si aprì, e un gatto rosso entrò schizzando nel locale, all'inseguimento di un piccolo topo grigio e malconcio.
-Crosta!
-Grattastinchi!
Weasley e Granger, che si teneva il fianco con le mani per lo sforzo, si affacciarono ai Tre Manici. Madama Rosmerta li guardò con cipiglio severo, polverizzandoli con lo sguardo. Weasley arrossì vistosamente sino alla punta delle orecchie. I tre ragazzi li guardarono con una smorfia di disappunto, ma un po' divertiti. Allungarono qualche falce a Rosmerta ed uscirono addentrandosi nel villaggio. L'aria era fredda e tagliente, si sentiva che l'inverno stava arrivando. Edmund fece fare un giro supplementare alla sciarpa Serpeverde intorno al suo collo, anche le altre si strinsero nei loro mantelli.
-Andiamo da Zonko, Fred e George devono essere là.
Disse Margaret, guardando verso il centro del paese. Frannie quasi inciampò in un grosso cane nero che fissava la porta dei Tre Manici con occhi iniettati di sangue. 
-Ma che ca...
Borbottò, aggrappandosi maldestramente ai due amici per non cadere.
-Sembra il cane che accarezzava Peter quel giorno dei dissennatori.
Mormorò Ed, un po' scosso al pensiero ma cercando di non darlo a vedere.
-Non ci ha portato grande fortuna l'ultima volta eh?
Chiese Frannie lisciandosi il mantello con le mani e aggiustandosi la sciarpa dopo essersi rimessa in equilibrio.
-Da quand'è che credi nella fortuna?
Chiese Margaret ghignando e porgendole il braccio. L'amica la prese a braccetto cogliendo l'invito.
-Da quando non ne ho più.
Rispose Frannie, ridendo.
I ragazzi si avviarono stretti nei loro mantelli verso il negozio di scherzi, quando videro uscirne due ragazzi pel di carota che discutevano animatamente. Fred rideva di gusto, mentre George aveva l'aria imbronciata. Almeno, da quello che sembrava: i tre Serpeverde avevano quasi imparato a riconoscerli dopo tutti questi anni, ma non ci avrebbero messo certo la mano sul fuoco.
-Che succede, ragazzi?
Chiese Edmund, aggrottando la fronte. 
-Indovina chi ci deve un galeone?
Chiese Fred, dando a Mag una gomitata amichevole.
-Ma non mi dire! 
Esclamò lei, sorridendo e spalancando contemporaneamente la bocca in segno di sorpresa.
-Impossibile!
Commentò Frannie fredda. Edmund rise sotto i baffi.
-Infatti non è così. Tranquilla Frannie, non è successo nulla.
Bofonchiò George, incrociando le braccia turbato.
-Nulla? Quello lo chiami nulla?
Rise il gemello.
-Insomma! Volete dirci quello che è successo oppure no?
Chiese Edmund impaziente ma ancora col sorriso.
-Li abbiamo visti sfrecciare come saette, sicuramente avranno combinato qualche disastro.
Rispose George, alzando le spalle.
-Sfrecciare come saette mano nella mano, Georgie.
-Lui la trascinava per andare più veloce, tutto qui, Freddie.
I gemelli si fissarono con due identici sguardi competitivi, le identiche sopracciglia piegate in due identiche espressioni di sfida.
Interrompendo la discussione, due ragazze con la sciarpa Corvonero apparirono accanto a loro, infreddolite.
-Che ci fate qua fuori?
Chiese Susan guardando apprensiva Edmund, con Laetitia subito dietro.
-Parlavamo di affari.
Rispose Frannie guardano tagliente Fred, ma con un ghigno divertito sul volto.
-Mh. Immagino.
Esclamò Laetitia, guardando l'amica poco convinta. Margaret diede il cinque a Fred tentando di non essere vista.
-Andavamo a prendere un tè da madama Piediburro, venite con noi?

 
*
 
Il resto della giornata a Hogsmeade era passato piuttosto tranquillamente. Erano dovuti fuggire dalla sala da tè perché Fred e George avevano fatto cadere una caccabomba per sbaglio, ovviamente vicino al buffet dei dolciumi ma a parte questo, dopo un breve aperitivo alla Testa di Porco, tutto si era svolto a meraviglia. 
Tornati al castello, i tre Serpeverde si diressero verso la Sala Grande, pronti per la cena. Frannie era nuovamente nervosa, sapeva che stava arrivando il momento della verità.
Margaret batté una mano sulla spalla dell'amica, sorridendole incoraggiante.
-Su, su, tra qualche ora ti sentirai libera come l'aria.
-Preferirei dare i G.U.F.O. di aritmanzia prima di cena che questo.
-Ma Frannie... tu non segui aritmanzia!
-Lo so.
Mag sbuffò e Edmund alzò gli occhi al cielo.
-Non farla lunga Fran, vedrai che andrà benissimo. Devi solo...
-... mollarlo.
Quando la ragazza pronunciò sconsolata quest'ultima parola, Oliver Baston apparve davanti alla porta della sala, come evocato. Lei deglutì.
-Ehi ragazzi!
Il giovane Grifondoro sorrise a trentadue denti vedendoli arrivare.
Mag e Ed si guardarono nervosi, blaterarono un "ciao!" frettoloso e sgusciarono via, per evitare l'imbarazzo.
-Ciao, Oliver.
Sospirò lei, sorridendo forzata. Il portiere si sporse verso la ragazza tentando di darle un bacio, ma lei fece un passo indietro. Lui sollevò le sopracciglia e spalancó gli occhi, confuso.
-Ti va di fare un giro?
Chiese Frannie, allentandosi il nodo alla cravatta e giocando nervosamente con la spilla verde smeraldo appuntata sul maglione della divisa.
La coppia camminò verso il giardino, silenziosa. Lui la guardava in attesa di risposte.
-C'è una cosa che devo dirti. Ecco, siediti.
I ragazzi si accomodarono sulle arcate che davano sul cortile. Faceva freddo. Baston non aveva ancora parlato, ma sembrava iniziare a capire che qualcosa non andava.
-Credo che...
"Forza Frannie, non tirarla per le lunghe, peggiori solo le cose in questo modo."
-Credo che dovremmo smettere di vederci.
La ragazza parlò tutto d'un fiato. L'altro alzò lo sguardo di scatto e socchiuse la bocca, stava per chiedere qualcosa ma lei lo precedette.
-Mi dispiace e mi trovo bene con te, davvero... sono stata felice questo mese... ma sento di non essere stata onesta con me stessa. Credo di...
"Credo di essere innamorata. 
Oh, splendido, così penserà che gli hai fatto le corna. No, meglio di no, tanto non starai con Tony comunque. Meglio evitare."

-Credo di avere bisogno di tempo per me. Di essere libera, capisci? Divertirmi.
-D-divertirti?
Il ragazzo balbettò confuso e Frannie ebbe la netta sensazione che non capisse quello che gli stava dicendo. Era abbastanza popolare, all'ultimo anno, capitano della squadra, sospettò che non fosse mai stato scaricato prima.
-Sì, cioè, non che con te non mi divertissi ma... è complicato. Mi dispiace. Sei stato carino con me. Ti prometto che non ti confonderò prima della partita.
Frannie tentò un sorriso, e Baston rise freddamente anche se non sembrava avesse capito la battuta, o che la ragazza ne aveva appena fatta una.
-Beh, ehm, grazie Oliver. Stammi bene. 
Lei gli diede goffamente un bacio sulla guancia, imbarazzata.
-In bocca al lupo per i M.A.G.O.
Borbottò, allontanandosi camminando all'indietro e continuando a guardarlo.
-Grazie altrettanto.
Mormorò lui, confuso. Quando Frannie aprì la porta della Sala Comune e se la richiuse alle spalle si sentì incredibilmente leggera. Margaret aveva ragione. Fece un lungo sospiro liberatorio e si avvicinò al tavolo Serpeverde, sedendosi di fronte ai due amici, che erano uno accanto all'altra.
-Beh? Com'è andata?
Chiese ansiosa Mag.
-Lui dov'è?
Chiese sospettoso Edmund. La ragazza non sapeva cosa rispondere.
-Oddio, non lo hai schiantato, vero?
Pigolò l'amica, impaurita.
-Ma secondo te? 
Sbuffò infastidita Frannie, per poi ridacchiare a bassa voce.
-È andata bene... è andata.
-Cosa vuol dire "è andata"? Lui che ha detto?
-In realtà... niente.
La ragazza alzò le spalle.
-Un bellissimo, imbarazzatissimo, piacevolissimo niente.
Come a confermare la sua tesi, il giovane Grifondoro entrò nella Sala Grande ancora inebetito.
-Sicura di non averlo schiantato?
Chiese Edmund ridendo.
-Abbastanza!
Rispose lei sorridendo a trentadue denti. Oliver barcollò verso la tavola dei Grifondoro, i gemelli Weasley lo guardarono preoccupati e poi guardarono Frannie, che arrossì e tentò di nascondersi dietro la testa di Edmund. 
-Sì riprenderà.
Mormorò Frannie abbassandosi il più possibile, alzando le spalle.
-Speriamo di no, o comunque non prima della partita.
Ridacchiò Edmund, e Mag annuì sorridendo. In quel momento, la porta della Sala si aprì di nuovo.
-OH PORCO GODRIC!
Gridò Frannie, battendo il pugno sul tavolo. Pansy Parkinson si voltò spaventata verso di lei, scossa dal rumore improvviso.
-SÌ! VAI COSÌ!
Si udì dal tavolo di Grifondoro. Fred Weasley, stavolta non c’erano dubbi, si era alzato e stava improvvisando un balletto sul posto. Il gemello sbuffò e gli lanciò delle occhiate torve. Edmund e Margaret si misero a ridere incontrollabilmente.
Aladdin e Jasmine avevano fatto la loro entrata trionfale. Si tenevano per mano e lui aveva l'aria di essere stato colpito da un'amortentia micidiale, si sarebbero potuti addirittura riconoscere piccoli cuoricini danzare dentro le sue pupille, e aveva la bocca socchiusa in un sorriso che definire ebete sarebbe un complimento. Lei sembrava ancora più bella del solito, scuoteva i capelli fiera e sembrava che stesse sfilando dopo aver vinto la coppa del mondo di Quidditch. Teneva la mano dell'altro saldamente, sorrideva decisa e aveva il mento all’insù. Quando si avvicinarono ai tavoli lo voltò con uno strattone, lo baciò in bocca alzandosi sulla punta dei piedi, e si avviò verso il tavolo leggera, che sembrava stesse levitando a due centimetri da terra. Si sedette accanto a Frannie. Sospirò felice, versandosi un bicchiere di succo di zucca. Frannie si morse le labbra e si frugò nella tasca, con la fronte aggrottata. Mag sorrise raggiante tendendo la mano. Una grossa moneta d'oro venne fatta cadere sul suo palmo.
-Cosa... cosa significa?
Chiese Jasmine confusa, aspettandosi quantomeno un terzo grado da parte dei suoi amici.
-Hanno scommesso su te e Aladdin. Secondo Frannie e George sareste stati insieme entro Natale... per Margaret e Fred non più tardi di Halloween.
Rispose Edmund, alzando le spalle.
-Per un giorno. Un. Giorno. Miseriaccia. Non potevi aspettare sino a domani, Jasmine?
Borbottò Frannie a denti stretti.
-Voi... cosa?
Margaret sembrava molto imbarazzata, arrossì vistosamente. L'altra non sembrava essere minimamente toccata dall'essere stata smascherata, invece guardava George con aria sconsolata. Odiava perdere. Il Grifondoro ricambiò lo sguardo attraverso la sala.
L'araba, senza prendersela troppo ma scuotendo la testa divertita e un po' indispettita, iniziò a raccontare le avventure della giornata. Edmund sbuffò leggermente, senza darlo a vedere per non offendere l'amica. Non aveva molta simpatia per le scene romantiche. Margaret, al contrario, ascoltava la storia sospirando rumorosamente a ogni colpo di scena.
-Hai rubato? Ed, Fran, dovreste toglierle punti!
Esclamò Margaret evidentemente stupita. Jasmine aggrottò la fronte.
-Non... non lo farete, vero? Non lo direte a nessuno.
Chiese, diffidente. Pare che si fosse accorta solo in quel momento che i due amici erano effettivamente dei prefetti.
-Ovviamente Jas, stai tranquilla!
La rassicurò Edmund. Margaret si morse le labbra, ovviamente non diceva sul serio, ma la storia continuava a non piacerle. Comunque sia, la storia a lieto fine di Jasmine le fece subito evaporare il malumore, insieme al suo galeone nuovo di zecca. Frannie intanto aveva l'aria sognante e guardava un punto lontano della Sala, non prestando molta attenzione al resto.
-Ora che sono libera gli chiederò finalmente di sposarmi.
Commentò a bassa voce, dimenticandosi di tutti gli altri. Edmund ridacchiò.
-Sei libera?
Chiese Jasmine, confusa.
-Sì, beh, ho lasciato Oliver circa un'ora fa.
Rispose senza staccare gli occhi dallo stesso punto della Sala.
-Senza offesa Frannie ma... era ora.
-Già.
Rispose sospirando la ragazza.
-Quindi hai intenzione di chiedere a McMartian di uscire?
Chiese Jasmine, interessata.
-McMartian?
Ripeté Frannie confusa. Jasmine, Edmund e Margaret strabuzzarono gli occhi.
-Sì Frannie... ovviamente. Perché, di chi stai parlando?
Chiese Margaret aggrottando la fronte.
-Lupin, ovviamente!
Rispose, fissando il tavolo dei docenti. Il professore sembrava allegro come raramente i ragazzi lo avevano visto, e stava parlando serenamente con Vitious.
-Sei incorreggibile!
Esclamò Jasmine, sospirando divertita. La cena proseguì piacevolmente. I ragazzi mangiarono soddisfatti, la cucina era anche migliore del solito. Edmund spazzolò avidamente quattro cosce di pollo, due porzioni di pasticci di patate e una pagnotta di pane dolce intera.
-Come fai a essere così magro e mangiare così tanto?
Chiese Margaret frustrata ma sorridente.
-Ho un incantesimo di estensione irriconoscibile nello stomaco!
Rispose lui con un ghigno.
-Finirà che comincerò a crederci!
Borbottò Frannie divertita, guardando l'amico.
La sala era già mezza vuota quando i ragazzi si alzarono dalla tavola. Fred Weasley apparve dietro di loro a dare un cinque vistoso a Margaret, che gli fece l'occhiolino. George e Frannie si davano una sconsolata pacca sulla spalla.
-Siete davvero fastidiosi.
Commentò Jasmine tagliente, prima di andare a salutare il suo nuovo fidanzato. Dalla vicenda delle pasticche vomitose il mese prima provava una certa diffidenza verso i gemelli. Si gettò tra le braccia del ragazzo sognante.
-Caspita, quell'Aladdin sembra che abbia vinto un miliardo di galeoni stamattina...
-...ha passato tutta la cena in silenzio...
-...con lo sguardo perso...
-...un sorriso enorme...
-...sicuri che la vostra amica non lo abbia stregato?
Chiesero Fred e George divertiti.
-Cosa? No! Assolutamente no!
Rispose Mag guardandoli incredula. I gemelli rivolsero il loro sguardo su Frannie.
-A proposito...
-...abbiamo saputo...
-...lo hai sistemato per bene, eh?
-...Baston, ovviamente...
-...sembra che sia saltato in braccio al Platano Picchiatore!
Frannie aggrottò la fronte, visibilmente in difficoltà.
-Non preoccuparti Fran...
-...se non si è ucciso dopo l'ultima vittoria dei Serpeverde...
-...vuol dire che può sopportare tutto!
Tutti scoppiarono a ridere. I ragazzi si salutarono, e dopo un breve cenno a Laetitia uscirono verso la loro Sala Comune. Scesero nelle profondità dei sotterranei, quando sentirono un gran trambusto venire dai piani superiori. Per un attimo pensarono di andare a controllare, ma arrivarono alla conclusione che Pix si stava semplicemente prendendo gioco di quelli del primo anno. Erano arrivati quasi al dormitorio quando il professor Piton fece irruzione nella Sala. Gli studenti lo guardarono sconvolti. Non era mai sceso sin là, prima. Draco Malfoy aveva lo sguardo decisamente atterrito, alcuni studenti del primo anno tremarono. Zabini, che giocava a scacchi con Theodore Nott, lasciò cadere un pedone sul pavimento di pietra. Tutti gli occhi erano puntati sul professore.
-Firwood, Pevensie. 
I due ragazzi si avvicinarono svelti.
-Sì, signore.
-Scortate i vostri compagni in Sala Grande, subito. Niente domande. Controllate che qui dentro non rimanga nessuno.
-Sì, signore.
-Bacchette alzate. Non abbassate la guardia per nessun motivo. Tutto chiaro?
-Sì, signore.
L'uomo svanì per le scale, il mantello ondeggiava in uno strascico sinistro alle sue spalle.
Edmund sfoderò la bacchetta, mentre Frannie si voltò verso il resto della Sala.
-Beh, avete sentito il professor Piton? In fila, forza!
Esclamò a voce alta, estraendo la sua.
-Margaret, Jasmine, controllate i dormitori femminili, se è già entrato qualcuno fatelo uscire subito. 
Continuò, cercando di contare i presenti.
-Draco, Blaise, guardate in quelli maschili, svelti. Anche nei bagni per sicurezza, nessuno deve restare indietro.
Aggiunse Edmund, in tono piatto. I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte. Nessuno sapeva cosa fosse successo, ma l'espressione del professor Piton era stata sufficiente a far percepire l'assoluta gravità della situazione. Quando i quattro tornarono dai rispettivi dormitori assicurando che erano completamente deserti, si inserirono in coda nella fila ordinata di studenti che si erano sistemati durante il controllo.
Frannie fece un cenno a Edmund, che si mise a guidare la fila, lei invece aspettò che avanzassero per infilarsi in coda e assicurarsi di non perdere alunni lungo la strada. Si mise proprio dietro Jasmine e Margaret, arrivate ultime dopo la ricognizione.
Le tre ragazze si guardarono preoccupate, non sapendo che dire. Quando anche l'ultimo studente ebbe lasciato la Sala Comune, Frannie si fermò un secondo a pregare i serpenti di pietra a guardia del passaggio di non far entrare nessuno e, se fosse arrivato uno studente in possesso della parola d'ordine, di rimandarlo in Sala Grande immediatamente e con accortezza massima. Una volta arrivati si accorsero che le altre tre Case avevano già preso possesso della Sala. Frannie intravide Baston e fece una smorfia di disappunto. Le solite quattro tavolate più quella dei professori erano addossate ai muri, per terra centinaia di sacchi a pelo viola erano ordinati in otto file che attraversavano la stanza.
Silente, la McGranitt, Piton e Lupin uscirono in gran fretta. I primi due erano furiosi e preoccupati, il terzo disgustato come sempre (i ragazzi più vicini notarono il fremere delle sue narici) ma in modo più marcato, l'ultimo con un’espressione indecifrabile e il volto assurdamente pallido. Mag si morse le labbra vedendoli passare, Frannie da dietro le sfiorò la spalla con la mano.
-Avete sentito il professor Silente? Tra dieci minuti luci spente, si dorme!
Gracchiò Percy Weasley, e videro Peter correre accanto a lui, probabilmente per cercare di mitigare la sua mania del controllo.
Fred e George Weasley si separarono da Potter, con il quale parlavano sino al momento prima, e corsero verso il gruppo dei Serpeverde. Raggiunsero Edmund, il più vicino a loro, e gli sussurrarono una cosa all'orecchio. Il ragazzo sbiancò di colpo e sgranò gli occhi.  I gemelli si dileguarono di nuovo. Frannie prese Mag per mano e si fece strada sgomitando, le ragazze videro Lucy Pevensie parlare atterrita con la sorella Susan, con Colin Canon fermo ad ascoltarle.
-Edmund? Ed! Cosa diavolo succede?
Il ragazzo le guardò impaurito come l'avevano visto poche volte nella loro vita.
-Sirius Black è nel castello.
-COSA?!
Le due ragazze esclamarono in coro.
-Ha rubato il quadro all'entrata della Torre di Grifondoro, non è riuscito a entrare nel dormitorio pare, per fortuna.
-Mannaggia a Merlino.
Borbottò Frannie, sconvolta.
Due mani si appoggiarono sulla spalla sua e di Edmund.
-Venite ragazzi, i prefetti devono far guardia alle porte. Non si dorme stanotte, temo.
Peter Pevensie sorrise accomodante ai due ragazzi, e Mag sussurrò
-Ma no, come...
Era chiaro che avrebbe voluto discutere dell'accaduto approfonditamente con i suoi amici. Jasmine la raggiunse e si diressero malvolentieri verso due sacchi a pelo all'altezza del punto in cui solitamente si trovava il tavolo dei Serpeverde.
-Domani ne parliamo. Di tutto.
Le sussurrò Frannie, guardando Edmund di sottecchi. Lui sbuffò. 
-Non so di cosa tu stia parlando.
-Oh, lo sai benissimo invece!
Mormorò Frannie, infastidita.
Tutti o quasi si erano sistemati nei loro giacigli. Peter con un gesto veloce della bacchetta spense le candele della Sala, facendola sprofondare nel buio quasi totale. Le stelle del soffitto incantato luccicavano con molto meno vigore del solito. Non c’era traccia della luna, quella notte.
-Hai detto che avevi una brutta sensazione, che sentivi un pericolo... ed eccoci qui. 
I due cominciarono a passeggiare tra le due file dei Serpeverde, come gli altri prefetti facevano con quelle delle loro case. Sussurravano per non farsi sentire nel silenzio della Sala. 
-Non funziona così Frannie, non è un allarme.
-Non so cosa sia Ed, ma di certo è qualcosa. L'anno scorso era il Basilisco e adesso...
-Smettila! Ricordo benissimo cosa è successo! Non prevedo il futuro Fran, sono solo un po'... sensibile alle persone sgradevoli.
-Sensibile alle persone sgradevoli? Tu definiresti Tom Riddle e Sirius Black "persone sgradevoli"?
-Quello che ho avvertito non era Sirius Black.
-Come fai a saperlo?
-Perché quella sensazione... la sento ancora adesso. In questa stanza. E non vedo nessun evaso in giro, tu?
La schiena della ragazza venne percorsa da brividi, ma non seppe cosa rispondere. Continuò a guardarsi intorno, atterrita. Intanto, alla fila dei Grifondoro Ron Weasley dormiva stringendo il suo topo.
Intanto Margaret, noncurante degli avvisi, era strisciata quatta verso la fila di Grifondoro, approfittando del buio e del fatto che quasi tutti sembravano addormentati. I prefetti confabulavano a coppie e non facevano già più molto caso agli studenti. Strisciò piano tentando di localizzare Fred e George. Una volta trovati, si diresse verso di loro silenziosa.
-Psst! Ehi! Fred, George! Psst!
I ragazzi aprirono un occhio assonnati, borbottando improperi. Accanto a loro Lee Jordan si rigirò nel sacco a pelo. Quando videro chi li aveva chiamati si destarono di colpo.
-Margaret?
-Che diavolo...?
Si sporsero verso di lei.
-Dovevo chiedervelo. Avete controllato? Lo avete visto? Sapete dov'è?
I ragazzi capirono subito a cosa si stava riferendo l'amica.
-No, certo che no. Cioè...
-...certo che sì, abbiamo controllato...
-... ma no, non c'era già più, dev'essere uscito dal castello.
-Non pensate che dovreste dire a Silente della Mappa? Non pensate che potrebbe essergli utile per smascherare Black?
-Non possiamo dare la mappa a Silente lo sai...
-... non possiamo buttare tanta fatica in questo modo...
-...cosa penserebbero loro se lo facessimo?
La ragazza alzò gli occhi al cielo. Sapeva che si riferivano ai fantomatici Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso. 
-Ci dev'essere qualcosa che potete a fare a riguardo. Se non volete darla a Silente allora...
Un'idea balzò nella mente della ragazza. Guardò Potter, steso a pochi centimetri di Ron Weasley a qualche sacco a pelo di distanza. Sembrava addormentato. Prima che potesse esporre ai gemelli la sua idea, una voce echeggiò nella Sala.
-Rosander, che diamine stai facendo? Torna subito al tuo posto!
Una ragazza carina, prefetto Corvonero, si avvicinò a passo svelto. Si chiamava Belle, ed era esattamente il tipo di persona che Piton avrebbe definito "una insopportabile so tutto" e per una volta Mag si trovò d'accordo col professore di Pozioni.
-Pensa ai tuoi studenti O’Hara, e lascia in pace i miei.
Abbaiò Edmund severo, congelandola sul posto.
-Lo farò quando tu imparerai a tenere i tuoi, Pevensie.
Frannie balzò in avanti, colpita dall'offesa al suo amico.
-Non osare...
Estrasse la bacchetta di scatto, ma lui le prese il braccio, bloccandola.
-È tutto ok Fran, è tutto ok. Non si immischierà più nei nostri affari, non è così?
La voce di Edmund era straordinariamente tagliente. La ragazza non rispose. Sentiva gli occhi del caposcuola, fratello di Edmund, puntati addosso. I due Serpeverde la considerarono come una resa e sorrisero. Frannie fece dardeggiare un ultimo sguardo di fuoco sulla Corvonero, poi fece un cenno a Margaret, che si alzò in piedi e tornò al suo posto in tutta fretta. Ringraziò il buio, nessuno avrebbe visto il suo rossore. Si sentì in colpa per aver tirato in ballo i suoi amici, ma la domanda ai gemelli era troppo importante per essere rimandata. Edmund vide Peter fargli un cenno come a dire "tutto ok?" lui annuì impercettibilmente, e il Tassorosso tornò a confabulare con Diggory. I loro volti, simmetrici e oggettivamente gradevoli, erano incupiti da un'espressione dura e fredda. Per tutta la notte, nessun altro parlò. Sirius Black non si fece vivo. Margaret e Jasmine restarono sveglie a fissare il soffitto, come molti altri studenti. Qualcuno russava. Frannie vigile passò la nottata a guardare preoccupata Edmund, che non si scollò di dosso la sensazione oscura sino al mattino. Peter e Cedric non smisero un istante di fare la ronda attorno alle file di Tassorosso, e Percy Wesley restò col naso adunco rivolto verso la sala, pronto a captare ogni minimo movimento. Belle O'Hara lanciava a intervalli regolari occhiatacce verso i Serpeverde, mal tollerate dalla sua collega Susan, sorella di Edmund, che ogni volta nel notarlo sbuffava leggermente.
Al mattino tutti erano sfiniti, persino e forse soprattutto i docenti. Il castello venne dichiarato sicuro, e gli studenti tornarono nelle loro case. I Serpeverde si trascinarono nel dormitorio, bofonchiano la parola d'ordine e si buttarono nei loro letti senza parlare. Frannie si ripromise di chiedere a Mag della sua conversazione coi Weasley della sera prima, e Mag di chiedere a Frannie se avesse indagato su Edmund e sulla sua sensazione del pomeriggio, rivelatasi esatta. Nessuna di loro si sentì di farlo al momento, e si addormentarono esauste senza neanche togliersi i vestiti.

 
Note
Vedo che la storia inizia a essere un po' seguita, ma solo una persona si è fatta avanti per commentarla! Non siate timidi, a me fa piacere sentire i vostri pareri, mi piace interagire con chi mi segue, rivelare qualche curiosità, parlare di Harry Potter... Insomma, fatevi sentire!

Come avete visto, questo Halloween è stato piuttosto movimentato. Una coppia canon finalmente si è formata (Jasmine e Aladdin sono bellissimi insieme), e Mag e Fred hanno vinto la scommessa (io e l'altra ragazza che sta scrivendo la storia abbiamo deciso chi delle due avrebbe vinto in modo piuttosto singolare, non semplicemente "lanciando la moneta". Se volete sapere, commentate XD).
Edmund ha qualche preoccupazione che lo perseguita e nel prossimo capitolo forse inizierà ad aprirsi con le sue amiche. La presenza dei Dissennatori lo rende triste e fragile, chi conosce il personaggio potrebbe immaginare il perché.
Ah. Belle di La Bella e la Bestia ci sta molto antipatica, scusate.

A lunedì!
   
 
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