Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lily97    04/10/2018    2 recensioni
Capelli scuri arruffati, di sicuro incantati da qualche stupida magia; occhiali rotondi, rotti.. sempre rotti; un sorriso a trentadue denti anche quando da sorridere non c'è proprio un bel nulla; fisico mozzafiato, andatura fiera e sicura; una risata snervante.
Si, sono tutte caratteristiche che Lily Evans conosce alla perfezione. Purtroppo a queste si accompagnano un carattere infantile, un ego spropositato, l'inclinazione a scatenare risse coi Serpeverde e, dulcis in fundo, una domanda. Quella DANNATISSIMA domanda alla quale la ragazza risponde da più di sei anni con la stessa identica frase, ossia che preferirebbe di gran lunga uscire con la Piovra Gigante che essere accompagnata ad Hogsmeade da LUI.
Il risultato? Semplice.
Una vita d'inferno.
Ma allora perché la Caposcuola non cede alle avances ed accetta l'invito?
Semplice pure questo.
Lei è Lily Evans. Lui è James Potter e sono l'uno l'opposto dell'altro.
Ah.. e si odiano.
Genere: Angst, Guerra, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter 6

"Non mi pare proprio una buona idea".
Peter osservò Sirius mentre cercava di afferrare un libro in bilico su uno scaffale colmo di tomi dall'aria arcigna.
"Neppure a me, ma necessito" disse l'altro.
"Se ti vedesse Remus, probabilmente ti ucciderebbe".
"Sì, beh.. ma Lunastorta qui non c'è, quindi non può dirmi nulla. Aiutami, piuttosto. Spostami la sedia un po' verso destra".
L'amico osservò lo sgabello dall'aria davvero antica e tremolante. Quella gli pareva proprio l'idea più idiota che avesse mai sentito. "Ti romperai l'osso del collo" osservò.
"Non me lo sono rotto quando James mi ha buttato giù dalla scopa. Sinceramente, cadere da due metri mi spaventa poco" replicò. "Per favore. Devo prendere quel dannatissimo libro".
"Ancora non capisco a cosa ti serva. Non sai nemmeno leggere". Peter afferrò le gambe dello sgabello e sospirò. L'avrebbero sbattuto ad Azkaban per quello che avrebbe fatto da lì a poco. Già si immaginava la propria fotografia sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta: "Studente cicciottello ed apparentemente innocuo complice del suicidio del giovane Black". Gli pareva proprio una brutta maniera per concludere il settimo anno.
"Sto per spingere" annunciò.
"Alla buon ora. Sto facendo polvere come questi tomi qui" fu la risposta.
Successe quello che tutti si sarebbero aspettati: la spinta troncò di netto le gambe dello sgabello, che vacillò e sotto il peso di Sirius collassò, portandosi dietro il ragazzo ed il povero amico.
Piombarono a terra con un tonfo sordo, in un miscuglio di braccia e gambe.
"Serve una mano?" domandò Alice, sbucando da dietro un angolo, con le braccia stracolme di libri.
"Maledetta te. Non potevi arrivare due minuti prima?" mugugnò Felpato, con un braccio di Peter schiacciato sulla bocca.
La ragazza lo fissò male. "Mi pare sia stata una tua idea quella di arrampicarti sullo scaffale e fidarti di Minus come appoggio".
"Ehi! Io non ero nemmeno d'accordo con l'iniziativa" si lamentò Codaliscia, balzando in piedi e spolverandosi il maglione.
"Tu che ci fai qui, Prewett?" chiese Sirius, squadrandola. "E non dirmi che stavi leggendo. Non ci crederei".
Le guance della grifondoro si colorarono di un delizioso rosso fuoco. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma non riuscì ad inventarsi nulla di sensato.
L'occhio scaltro del Black si illuminò di una luce maliziosa ed iniziò a guardarsi intorno, con fare circospetto. "Non starai mica pedinando qualcuno?" domandò sibillino.
Alice lo fulminò con lo sguardo. "Non pedino nessuno, Black. Stavo.. cercando qualcosa per la pozione di Lumacorno" si giustificò.
"Questa scusa è più falsa delle docce di Mocciosus" commentò Felpato. Le si avvicinò, con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.
"Vedi, Prewett, in biblioteca ci sono solo quattro persone, oltre a noi. Partendo dal presupposto che tu non sia dell'altra sponda e constatando che due persone sono ragazze, il campo si restringe. Mi auguro vivamente che il tuo patriottismo nei confronti dei Grifondoro -e soprattutto il tuo orgoglio- sia più alto dei tuoi sentimenti, quindi escluderei con sicurezza anche la Serpe là in fondo.. beh, cara Alice, ne è rimasto solo uno. Quel bel Corvonero seduto in fondo a sinistra".
La ragazza scosse la testa, sconfitta ed imbarazzata.
Il Black sogghignò. "Sono una bomba" si vantò.
"E sarai anche piuttosto morto se oserai riportare a qualcuno la nostra conversazione".
Il giovane sentì la punta della bacchetta della compagna di Casa sulle costole. "Ma certo, Prewett. Sono una tomba, lo sai".
"Una tomba aperta, vorrai dire" precisò Peter, con nonchalance.
Ricevette un'occhiata di sbieco.
"Non mi guardare così" si difese il piccoletto "Non sempre i fatti degli altri si fanno Roma-New York a caso".
"Siete due bestie" brontolò Sirius.
Si rivolse nuovamente verso Alice. "Quindi? Non vuoi andare a parlare al tipo e raccontargli tutte le baggianate da femmina, che pensate ci interessino ma che invece ci fanno solo terribilmente annoiare?".
Alice sollevò un sopracciglio. "Non mi aiuti e poi, no. Non andrò a dire niente a nessuno, siccome non mi piace quel tipo e ti stai facendo solo macumbe mentali" e detto questo, prese le sue robe ed uscì dalla biblioteca.
"Magari non le piace" azzardò Peter.
Sirius sbuffò. "Ma dai, Pete. Si vede chiaro come il sole che le interessa!".
Poi, gli venne un'idea.
Peter lo sapeva. Lo capì appena scorse la tipica luce-da-danno accendersi negli occhi dell'amico. Avrebbe potuto fermarlo, ma tanto in un modo o nell'altro Felpato lo avrebbe convinto comunque. Sospirò.
Si avvicinarono entrambi al tavolo del Corvonero.
"Ciao" salutò Sirius. "Disturbiamo?" domandò, troppo gentilmente. Si sedette prima che il ragazzo potesse anche solo rispondere.
"Bella giornata, eh?" sorrise il Black. Lasciò subito cadere le idiozie. "Senti, non è che io mi sieda al tavolo con chiunque, di solito" mise in chiaro, come se questo lo avrebbe fatto sentire onorato "Tu sai chi è Alice Prewett?" domandò diretto.
Il Corvonero alzò le sopracciglia, preso alla sprovvista.
Si aggiustò gli occhiali sul naso, con fare nervoso, probabilmente perché la sola presenza di Black lo metteva a disagio. "Ehm.. si".
"Come fai a conoscerla?".
Peter si accorse dell'assurdità della situazione. La conversazione, se mai si fosse potuto parlare di conversazione, stava degenerando e sfociando in un vero interrogatorio. "Intendeva dire" si intromise "se per caso aveste mai frequentato classi insieme".
Il ragazzo annuì. "Sì, frequentiamo Erbologia e Divinazione insieme, il martedì ed il venerdì, terza ed ultima ora".
Sirius roteò gli occhi. "Corvonero puro. A malapena mi ricordo il nome dei professori e questo pure le ore e le lezioni" borbottò.
Peter ed il Corvonero si lanciarono un'occhiata.
"Comunque" riprese "ti piace?".
Thomas, perché il nome del malcapitato era proprio quello, strabuzzò gli occhi nocciola ed avvampò. "Senza offesa, ma non credo siano affari tuoi" osservò.
Le labbra di Felpato si piegarono in un ghigno malefico. "Lo sapevo" affermò.
"Sapevi cosa, scusa?" domandò il Corvonero, chiudendo il libro.
"Che anche tu sei cotto" rispose.
"Alice non è cotta" sussurrò Codaliscia all'amico.
"Oh, Pete. Certo che lo è, solo si vergogna ad ammetterlo".
"Anche?". Thomas iniziò a non capirci più nulla.
Black appoggiò la schiena alla sedia ed intrecciò le dita delle mani, con fare tragico. "Possibile che l'unico intelligente qui sia io?" sbottò, esasperato. "Intendevo che Alice..".
Venne fermato appena in tempo dall'amico, che lo trascinò via per un braccio, lasciando il povero Corvonero a fissarli senza averci ancora capito nulla.
"Ma, insomma! Stavo per rivelargli l'identità della donna della sua vita!" si lagnò il Black.
Si ricompose all'istante, quando una voce cristallina ed allegra salutò Peter, alle loro spalle.
"Ciao, Mary" disse Codaliscia, rispondendo al sorriso.
"Ciao, Mary" ripeté Felpato, con voce suadente.
La ragazza gli scoccò un'occhiata fugace, abbozzando un sorrisetto impacciato. "Ciao Black" disse sbrigativa "Peter, avrei bisogno di una mano con la Mandragola. Madama Sprite non vuole lasciarmi entrare nella serra, perché non crede che io abbia davvero bisogno di quell'ingrediente" spiegò.
Sirius anticipò Peter. "Purtroppo, Codaliscia deve andare a sistemare una cosa che aveva lasciato indietro per la McGranitt" rispose, falsamente dispiaciuto. "Posso accompagnarti io, se vuoi".
L'amico inarcò le sopracciglia, sorpreso. "Davvero?" lo interrogò.
"Ma si, Peter, quella cosa" insistette Sirius, lanciandogli un'occhiata eloquente.
"Ma non.. aaaaaah" fece il grifondoro, afferrando il concetto. "Mh.. si, quella cosa. Scusami, Mary, ma se non consegno il compito alla McGranitt entro.. domani.. mi spella" inventò.
La ragazza li fissò, interdetta. "Okey. Allora grazie, Sirius" sorrise. "Ciao Peter" salutò ed i due si voltarono per andare verso la serra.

 
<>

"Che cosa doveva fare Peter?" gli chiese.
"Un tema" inventò.
"Davvero? Non mi pareva che avessimo un tema da svolgere" rifletté la ragazza.
Sirius imprecò tra sé e sé. Come aveva fatto a dimenticare che anche lei seguiva ogni loro lezione?
"Un tema.. di recupero. Sai, non aveva fatto bene quello sulle.. quello scorso e quindi la professoressa gli ha detto di riscriverlo".
Le labbra di Mary si piegarono in una smorfia. "Oddio, che noia".
"Già".
Proseguirono fino alla serra senza aprir bocca.
"Salve, Madama Sprite" salutò Mary, la voce leggermente nervosa. "Sono tornata con Black per prendere le Mandragole che, per inciso, mi servivano già prima".
Nel vedere il giovane, il volto della donna si distese in un ampio sorriso.
"Black" esclamò. "Sono contenta che stia aiutando la sua compagna" scoccò un'occhiataccia a Mary "Evidentemente la signorina McDonald non aveva capito che le Mandragole pesano molto e che una ragazzina esile come lei non sarebbe mai riuscita a trasportare il vaso".
Mary restituì lo sguardo pieno di risentimento. "Io avevo capito benissimo e sarei stata capace di farlo" ribatté.
Black si intromise, candidamente. "Mary, fammi vedere quale Mandragola ti serve" la invitò, entrando all'interno della serra.
La ragazza si arrampicò agilmente sul tavolo al centro della stanza, sopra il quale pendevano molti vasi abbastanza grandi.
"Ehi, stai attenta! Non vorrei che ti facessi male" esclamò Sirius.
La grifondoro lo squadrò. "Per favore, Black" lo zittì. Con un incantesimo fece volare il vaso dall'estremità fino alle braccia del malandrino, che dovette trattenere uno sbuffò di fatica, quando sentì il peso della Mandragola.
"L'hai presa bella grande, eh?" ridacchiò, nonostante non ci fosse proprio nulla da ridere perché la sua schiena si stava spaccando in due a causa delle manie da brava scolaretta della nana che aveva di fronte.
"Serviva di medie dimensioni, ma ho preferito abbondare" si giustificò lei. "Dobbiamo portarla all'aula di pozioni".
"Non potremmo incantarla?" propose lui.
"Assolutamente no! Se Madama Sprite ci vede mentre facciamo fluttuare il suo preziosissimo vaso, ci mette in punizione a vita".
Sirius represse un'imprecazione davvero poco signorile e continuò a barcollare in avanti. "Perché diavolo stai facendo la pozione di sabato?" le domandò.
Mary scrollò le spalle. "Non voglio arrivare l'ultimo giorno e poi domani vorrei andare ad Hogsmeade".
Lo sguardo da segugio di Black si illuminò. "Ah si? E con chi?".
"Amiche" rispose lei.
Arrivarono nell'aula di Pozioni, occupata da alcune coppie di studenti che, come loro, stavano cercando di capirci qualcosa tra ingredienti e ricerche.
"Mettila pure su quel tavolo" gli disse, indicando un banco su cui erano già posti un calderone ed alcuni coltelli.
Sirius appoggiò il vaso e fu sicuro di aver perso almeno dieci anni della propria vita.
Mary lo osservò, divertita, di nascosto.
Era stato gentile ad accompagnarla ed aiutarla, nonostante fosse abbastanza sicura che Peter non aveva avuto nessun contrattempo, se non quello di reggere il gioco all'amico. Sembrava leggermente provato, con ciocche di capelli scuri arruffati davanti agli occhi e le guance lievemente arrossate.
Non giocando a Quidditch come l'amico, aveva comunque un fisico eccezionale, che gli aveva permesso di farsi il tragitto dalla serra al castello senza stramazzare al suolo come la metà delle persone normali.
Si accorse che la stava osservando divertito, solo quando si rese conto che anche lei lo stava scrutando da qualche minuto.
Si riscosse. "Scusami. Stavo pensando ad altro".
"Ho notato" ghignò Felpato, avvicinandosi a lei.
L'accorciamento delle distanze tra i due corpi mise in allerta la giovane, che fece due passi indietro e si rifugiò dietro al banco.
Il grifondoro non si lasciò abbattere. Era perfettamente consapevole dell'effetto che aveva sulle ragazze e sapeva che tutte, alla fine, avrebbero ceduto. Anche Mary..
"Che ne dici se domani andassimo ad Hogsmeade insieme?" le propose.
Si accorse dell'espressione sorpresa che si dipinse sul volto della McDonald, che però continuò a non guardarlo.
Era fatta. Lei avrebbe accettato, sarebbero usciti insieme e poi.. beh, poi sarebbero stati tutti fuochi d'artificio.
"Te l'ho già detto: ci vado con le mie amiche" rispose invece la grifondoro.
Inizialmente, Sirius pensò di aver capito male. Forse la ragazza aveva detto non ci vado con le mie amiche. Poi, riflettendoci, la risposta sarebbe stata davvero idiota, nel caso.
Quindi, aveva capito bene.
Mary McDonald, una ragazza, aveva rifiutato l'invito di Sirius Black.
Rimase senza parole, per qualche istante, a fissare la chioma scura di Mary che ancora si ostinava ad osservare la Mandragola e non i suoi occhi.
"Okey" fece lui, con voce tranquilla. "Era solo per sapere. Tanto ci sarei andato comunque con James".
Perché la stava informando di qualcosa che sicuramente non le importava?
Che figura da cretino.
"Ti serve ancora una mano?" si informò.
"No, grazie".
"Allora io vado" disse, indicando la porta col pollice.
"Va bene. Grazie per il vaso".
"Grazie a te".
Si fissarono.
Grazie a te, di cosa? Di avergli rifilato un bel due di picche? Doveva filarsela prima che qualcuno potesse affermare di aver visto coi propri occhi
Sirius Black messo in difficoltà da una ragazza.
Si voltò ed uscì dall'aula, lasciandola sola davanti al calderone.

 
<>

"Già di ritorno?" chiese Peter, sollevando gli occhi dalla Gazzetta del Profeta.
Era semi-sdraiato sul divanetto della Sala Comune di Grifondoro, insieme a Remus e Marlene. "Dove l'hai lasciata?" s'informò, non vedendo la
ragazza dietro all'amico.
"Dove hai lasciato chi?" s'insospettì Remus.
"Nessuno che ti interessi" rispose Felpato, lasciandosi cadere con poca grazia di fianco alla McKinnon.
"Vorrà dire che lo chiederò a Peter" commentò Lunastorta.
Si girò verso l'altro grifondoro, con un'espressione che non ammetteva bugie. "Chi ha incontrato Sirius?" domandò, nonostante fosse piuttosto certo della risposta.
"Mary McDonald".
Lunastorta sospirò, passandosi una mano sulla fronte e tra i capelli.
I tre ragazzi trattennero il respiro, pronti all'ennesima ramanzina da parte di Lupin.
"Sei un vero idiota!" esclamò Remus.
Sirius sbuffò, alzando gli occhi al cielo. "Non sono in vena, mamma".
"Sei un irresponsabile! Non puoi andare in giro a farti tutte le ragazze che ti pare! Dio, ma non ci pensi?!".
"Remus, ma che.. non mi sono fatto Mary!" ribatté infastidito.
Peter si sporse per guardarlo in faccia. "Cosa?".
"Non mi sono fatto la McDonald" scandì Felpato.
Tra i quattro scese un silenzio imbarazzato.
"Chi non si è fatto chi?". James sbucò dal buco del ritratto, ancora con la divisa da Quidditch addosso.
Sirius chiuse la bocca di scatto, per nulla intenzionato a rivelare al migliore amico la disfatta di qualche minuto prima. "Nessuno" rispose, nello stesso istante in cui Marlene disse "Sirius e Mary".
Ramoso strabuzzò gli occhi. "Oddio, non dirmelo" esclamò, sedendosi davanti all'amico. "E' un uomo".
Remus sputò in faccia a Peter l'acqua che stava bevendo. "Cosa?!".
Ramoso lo fissò. "Non riuscirei a trovare un'altra ragione per cui Sirius non si sia fatto Mary".
"Possiamo smettere di parlare di Mary come se fosse una bambola?" pregò Marlene, lievemente disgustata.
"Io vorrei sapere perché Sirius non si sia.. ehm.. non abbia baciato Mary" s'intromise Peter.
"E' quello che vorremmo sapere tutti".
Sirius aveva la faccia di uno che non avrebbe rivelato niente a nessuno. Afferrò una Cioccorana sul tavolino ed incominciò a scartarla, molto lentamente.
"Allora?" insistette Potter.
"Sto mangiando, James. Pulisciti gli occhiali, sono sporchi di fango".
In quel momento Alice sbucò dalla porta, con un diavolo per capello. "Ti ho detto che non sono affari miei se non sei dentro nella squadra!" urlò, rossa in volto.
Tutti si voltarono ad osservare la scena di Frank che compariva dietro alla ragazza, con un cipiglio più che incazzato. "Solo perché l'anno scorso mi sono fatto male le ultime due settimane, questo non ti da il diritto di prendermi il posto" ribatté, adirato.
Potter sospirò. "Vanno avanti così da tutto l'allenamento. Se non la piantano, li caccio entrambi".
Tutti i presenti sapevano alla perfezione che non avrebbe mai osato buttar fuori dalla squadra due dei suoi migliori giocatori, non l'ultimo anno di Hogwarts, quando avrebbero potuto vincere la Coppa.
"Te l'ho già spiegato! Sono migliore di te, fattene una ragione!". Alice si sedette, furiosa, di fianco all'amica.
Frank la seguì e si mise davanti alla Prewett e a lato di Remus. "Devi per forza stare qui?" le domandò.
"Ora hai anche da dire su quello che faccio fuori dal campo?!".
"Finché sei sempre tra i piedi, sì!".
La bacchetta di Alice comparve in un decimo di secondo davanti al naso di Paciock, che ammutolì, come il resto del gruppo.
"Non" sibilò "venirmi a dire qual è il mio posto".
Si alzò furibonda e se ne andò nel dormitorio.
"Sei davvero un cretino" commentò Marlene, prima di seguire l'amica su per le scale.
Frank sbuffò, scocciato. La Prewett non aveva nessun diritto di rubargli il posto in squadra.
"Non stavate parlando della McDonald e di Sirius?" domandò, per cambiare discorso.
James si illuminò. "Giusto! Sputa il rospo, cagnaccio!".
"Che noia che siete! Eh va bene.. eravamo nell'aula di Pozioni e la stavo aiutando. Lei si è avvicinata per baciarmi, dicendomi che le piaccio dal quarto anno e che finalmente sarebbe diventata la mia ragazza, ma l'ho allontanata perché, sapete, non sono per niente uno di quelli che si impegna. E poi, sinceramente, non per una come la McDonald" raccontò, facendo intendere che avrebbe potuto avere ragazze molto più belle di lei.
Notò subito l'espressione agghiacciata di Peter e l'occhiata d'ammonimento di Remus, ma non ebbe il tempo di voltarsi. Udì solo il rumore di piccoli passi e poi l'immagine di Mary gli comparve davanti: con gli occhi lucidi di lacrime e colmi di rabbia ed umiliazione, le guance rosse e le labbra storte in una smorfia amareggiata.
Il suono dello schiaffo riecheggiò per tutta la Sala Comune, ma il dolore arrivò solo un attimo dopo.
"Sei disgustoso" sibilò Mary ed uscì nuovamente dal ritratto, sbattendo con forza la porta dietro di sé.
La Sala dei grifondoro cadde in un silenzio attonito. Tutti gli occhi erano puntati sul giovane Black, che ancora non era riuscito a cancellarsi dal viso l'espressione sorpresa. Si sfiorò la guancia dolorante con la punta delle dita e chiuse gli occhi, serrando i denti. Quella mocciosa lo aveva ricoperto di ridicolo davanti a tutti. Respirò profondamente e poi si stampò un sorriso beffardo in faccia.
"Che ci volete fare?" disse allegro. "Si arrabbiano tutte, quando dico di no. Poi non devono venirmi a fare scenate".
I ragazzi presenti si misero a ridacchiare e le ragazze tirarono un sospiro di sollievo: la McDonald non aveva conquistato il cuore del Black, come qualcuno aveva ipotizzato. Tutto era tornato alla normalità.
A James, però, non sfuggì l'occhiata fugace dell'amico nella direzione in cui era scappata la grifondoro.



Aloha!
(non so se sia scritto giusto, onestamente ahahahah)
Beh, beh, beeeeeeh!
Allora? Vogliamo davvero dire quanto sia stato stronzo Sirius? Io sono tutta la vita team-Mary e spero tanto che lo prenda a pugni sul naso.. ma poi mi ricordo che sono io la scrittrice ed è meglio non lasciarsi prendere troppo la mano ahahaha
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Fatemi sapere che ne pensate, dolci Potterheadsssssss

Vi mando un bacione enorme!!
Laura

 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lily97