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Autore: Signorina Granger    07/10/2018    10 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Dalla notte del 2 Maggio del 1998 sono passati dieci anni, la guerra è finita, ma a vincere è stata la fazione di Voldemort: Harry Potter è morto.
Sotto il suo regime i Nati Babbani vivono alla stregua dei Babbani, non gli è permesso frequentare Hogwarts, non viene loro venduta alcuna bacchetta e vengono, anzi, perseguitati.
I Mezzosangue, invece, hanno due scelte: possono frequentare una scuola speciale, il Covenant, e diventare Sentinelle con il compito di uccidere i Nati Babbani e sopprimere le resistenze, oppure passare la vita a prestare servizio nelle case dei Puri. La comunità magica vive così da dieci anni, e i primi segni di ribellione sono iniziati ad emergere, ma riuscirà “La Causa” a girare la medaglia?
Genere: Angst, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Half-Blood 


Epilogo 


“Mi dispiace così tanto… non ho idea di come sia potuto succedere, davvero…”
Penny trattenne a fatica un singhiozzo mentre, seduta sul suo letto, era circondata da Hunter e da Larisse, che le accarezzò la schiena prima di parlare:

“Non è colpa tua, non ne avevi idea…”
“Ma non mi sono resa conto di niente, sono una stupida incapace.”

“Non dire così, non sei affatto una stupida. Nessuno di noi avrebbe fatto diversamente, ok? Adesso si sistemerà tutto, non ci dovrai più pensare.”

Hunter le sfiorò il viso con una mano e Penny annuì mesta mentre Erik, che era entrato nella camera della ragazza, si schiariva la voce, a disagio:

“Ecco, Penny… io volevo scusarmi con te per quello che è successo stasera.”
“Non importa Erik, sto bene.”  Penny si asciugò una lacrima mentre Hunter, invece, spostava lo sguardo da lei ad Erik con gli occhi ridotti a due fessure:

“Perché? Che cosa le hai fatto?”
“Non importa Hunter, davvero, pensava che fossi io la responsabile di tutto. Non posso credere che fosse Anna, pensavo di conoscerla.” 
“Lo so, è schioccante, ma non addossarti la colpa, ok? Qui nessuno ti ritiene responsabile.”

“Sì, Penny, non sta a te preoccupartene adesso. E ci dispiace, a tutti.” 
“Che cosa le succederà?”

“L’abbiamo portata da Royal e abbiamo deciso di toglierle la memoria, questa volta non ricorderà nulla… nella sua mente la sua sorellina è morta a causa di un incidente stradale. Quanto a Grace, la sbatteremo ad Azkaban: lasciare il Paese senza i dovuti moduli è vietato, ma lei l’ha fatto dopo la nascita di Henry grazie ad un aiuto dall’alto, quindi abbiamo la perfetta scusa per liberarci di lei.”

Erik aveva una nota quasi soddisfatta nella voce, sorridendo appena mentre pensava alla sorella della sua migliore amica: finalmente non avrebbero più dovuto preoccuparsi di lei.

“Quindi la sorella di Audrey e Anna erano d’accordo?! Ma com’è possibile?”

Larisse aggrottò la fronte, confusa ma Erik non fece in tempo a risponderle perché la porta della stanza si aprì e un Lud trafelato entrò, cercando Penny con lo sguardo:

“Ho sentito che siete tornati… Penny, come stai?!” 

Il ragazzo si avvicinò all’amica, sollevato di vederla, e la bionda abbozzò un sorriso mentre lo abbracciava:
 
“Bene, non preoccuparti.”
“Bene un cavolo, sei sconvolta… vuoi che rimanga qui stanotte?”  Larisse sorrise all’amica, che annuì mentre Hunter, offeso, si rivolgeva alla rossa: 

“Stavo per chiederglielo io!”
“Beh, allora faremo un pigiama party tutti insieme e appassionatamente, io da qui non mi muovo. Lud, sei invitato anche tu.”

“Ma allora Anna? Tornerà qui?”
“Beh, suo padre è un uomo importante, non possiamo farla sparire dalla circolazione… quindi sì, tra qualche giorno. Ma faremo una visitina anche a Mr Travers, giusto perché non si ricordi di Grace e non ci crei problemi.”

“Grace? Che c’entra Grace?!”
“Oh, giusto, voi non sapete… beh, ora vi spiego.”


*


“Come sta?! Posso vederla?!” 

Haze si catapultò da Erzsébet non appena la ragazza uscì dalla stanza di Audrey, guardandola con impazienza e tirando un sospiro di sollievo quando la ragazza annuì:
 
“Sì, è sveglia, anche se non è molto lucida. Credo che domani mattina gli effetti saranno svaniti, ma ci vorrà qualche ora.”
Haze annuì e superò la pozionista per entrare nella stanza, avvicinandosi al letto per sedere sul materasso.

Erzsébet, intanto, fece per raggiungere Aeron, Carma, Faye e Quinn da Royal, ma si bloccò quando si trovò Henry davanti – con tanto di faccino implorante –:

“Erza, posso vedere Tìa Odri adesso? Le hai dato la medicina?”

L’unica persona ad averla mai chiamata Erza era sua sorella – e sua madre, certo –, non aveva mai permesso a nessuno di apostrofarla in quel modo. Per Henry però il suo nome era molto difficile, così aveva accettato di farsi chiamare in quel modo da lui. Certo, i suoi occhioni lo avevano aiutato a guadagnarsi un trattamento di favore da parte della strega.

“Emh… Sì Henry, adesso la zia sta abbastanza bene.”
“Posso andare da lei? Per favore!”
“Ecco… sì, vai pure piccolo.”
 
La strega annuì con un sospiro e il bambino la superò con un sorriso, portandola a chiedersi mentalmente – e con una voce molto simile a quella della gemella, stranamente – se per caso non si stesse rammollendo.

 


“Ehy… come stai?”
“Mi sento un po’ stanca, ma sono stata peggio.”

Audrey gli sorrise debolmente, ancora piuttosto pallida, e Haze allungò una mano per sfiorarle il viso con delicatezza, guardandola con occhi carichi di preoccupazione: Erzsébet li aveva raggiunti e, dopo aver dato una breve occhiata alla ragazza, le aveva rifiliamo un antidoto e gli aveva suggerito di riportarla a casa visto che stanchezza, spossatezza e vertigini sarebbero stati parte degli effetti collaterali.

“Henry come sta?”
“Sta bene, sta solo implorando per vederti.”
“Posso vederlo? Lo devo abbracciare, ne ho bisogno.”

“Ok.” Haze annuì e, dopo essersi chinato per darle un bacio sulla fronte, fece per alzarsi per chiamare il bambino, che Max aveva portato a casa poco prima, ma venne preceduto dallo stesso Henry, che aprì timidamente la porta: 

“Tìa?”
“Ciao mi amor… vienes aquì.”
Audrey gli sorrise, gli fece cenno di avvicinarsi e il bambino non se lo fece ripetere due volte, arrampicandosi sul letto per raggiungerla carponi e stendersi vicino a lei, lasciandosi abbracciare. 

“Davvero non mi vuoi più?”  
“Che cosa? No, certo che no mijo, perché lo pensi? Io ti vorrò sempre con me.”

Audrey lo strinse più forte, parlando a bassa voce mentre Henry annuiva, rincuorato.
Haze sfiorò i riccioli del bimbo con la mano prima di parlare, gettando una rapida occhiata all’orologio:

“Henry, è tardi… perché non lasci riposare la zia e vai a dormire anche tu?”
“Posso dormire con te?”
“Ok.”

Audrey annuì e il bambino s’infilò subito sotto le coperte accanto a lei, con Duchessa acciambellata ai piedi del letto come al solito. Haze esitò e Audrey abbozzò un sorriso, parlando sfiorandogli la mano:

“Puoi restare anche tu, se vuoi.”

Haze esitò ma poi annuì, togliendosi le scarpe prima di sistemarsi con cautela vicino ad Henry, le dita ancora intrecciate in quelle di Audrey.

*


Quattro mesi dopo 


Faye, essendo nata proprio quell’anno, non aveva ricordi di quando un Harry Potter in fasce aveva sconfitto – o almeno, così si era detto – il Signore Oscuro, ma una volta ad Hogwarts, frequentandola negli stessi anni del Prescelto, aveva sentito molte storie a riguardo: decine di suoi compagni di scuola avevano menzionato le parole dei loro genitori, parlando di festeggiamenti durati una settimana, di gente che prorompeva nelle strade urlando e abbracciandosi sotto gli sguardi attoniti dei Babbani ma senza, per una volta, curarsi minimamente di loro. 

Faye quella sera era in piedi vicino alla finestra, e osservando le strade di Londra pensò che questa volta avrebbe avuto qualcosa da raccontare anche lei, un giorno.
Abbozzò un sorriso di fronte ai fuochi d’artificio che illuminarono il cielo buio di tanti colori diversi, pensando allo stato confusionale in cui dovevano trovarsi i Babbani in quel momento.

Il Signore Oscuro era morto, questa volta per davvero, solo il giorno prima. E il cuore della società magica inglese non avrebbe certo risparmiato i festeggiamenti, pur cercando comunque di contenersi almeno un po’.

Lei stessa aveva provveduto a sbattere quello che sapeva essere il marito di sua madre dentro una cella ad Azkaban, mentre le gemelle – che l’avevano quasi pregata di lasciarlo a loro – avevano pensato a Yaxley, decretando di aver aspettato quel momento per almeno tre anni.
I membri della cerchia più stretta che erano sopravvissuti al 1998 erano stati portati ad Azkaban ad uno ad uno da un gran numero di Sentinelle, molte delle quali si erano dimostrare ben felici di dare una mano per liberarsi di loro.

Kingsley aveva potuto tornare allo scoperto – destando una gran quantità di gioiosi consensi da parte dei maghi, che parvero sollevati di saperlo vivo e vegeto – ed stato nominato Stregone Capo del Wizengamot e nuovo Ministro ad honorem, il giorno seguente avrebbero avuto inizio i processi. Lei avrebbe testimoniato come tanti altri, ma nessuno nutriva dubbi sui verdetti che il Wizengamot avrebbe emesso dopo essere stato costretto a stare in silenzio per quasi un decennio intero. 

Il Signore Oscuro morto. Finalmente avrebbero potuto riprendere a pronunciare il suo nome ad alta voce, e anche se con tutto il lavoro che avevano – ossia trovare tutti i suoi seguaci – non sarebbe stato facile e rapido, Faye si sentiva comunque leggera come non si sentiva da almeno dodici anni.

Quando sentì le braccia di Quinn stringerla dolcemente la strega si mosse appena, facendo risalire una mano sull’avambraccio del ragazzo per accarezzarglielo mentre Quinn appoggiava il capo sulla sua spalla, dandole un bacio su una guancia prima di parlare a bassa voce: 

“Vuoi scendere e unirti ai festeggiamenti?”
“Non è necessario. Sto benissimo qui dove sono.”  Faye si voltò per incontrare lo sguardo del fidanzato, perdendosi in quelle splendide iridi cerulee. Quinn le sorrise prima di baciarla, annuendo e mormorando che valeva anche per lui.

“Faye?”
“Mh?”
“Adesso che è tutto finito e possiamo pensare un po’ a noi stessi… Ti andrebbe di trasferirti definitivamente qui?”

“Passo già qui circa tre giorni alla settimana.”
“Allora non sarà difficile passare da tre a sette, no?”

Quinn la guardò con aria speranzosa e la strega annuì, sorridendo mentre gli accarezzava il viso prima di alzarsi in punta di piedi e baciarlo di nuovo. 
Non proferì parola, ma il mago lo prese come un segno d’assenso.

*


Sei mesi dopo 



Penny e Hunter entrarono in chiesa tenendosi per mano, lei avvolta in un vestito color giallo pastello e lui con un completo elegante addosso.  
“Adoro i matrimoni, sono così emozionata!”

Penny sorrise, gli occhi azzurri luccicanti, mentre Hunter invece sbuffò debolmente, borbottando che sarebbero piaciuti anche a lui se solo non fosse stato obbligatorio vestirsi in quel modo mentre si tormentava il nodo della cravatta. 

“Non dire così, stai benissimo!” Penny gli allontanò la mano dal collo e il fidanzato alzò gli occhi al cielo, asserendo che quella a stare benissimo fosse lei mentre lui, invece, sembrava un pinguino.

“Non essere ridicolo, sei stupendo.” Penny sorrise e gli diede un bacio sulla guancia prima di prenderlo sottobraccio, facendolo sorridere debolmente:

“Grazie. Vedi Larisse e Rafe?”
“Sono laggiù, andiamo a sederci?”

“Va bene, anche se confesso che non mi dispiacerebbe vedere come se la cava mia sorella al momento…”


*


La macchina inchiodò sulla ghiaia davanti alla chiesa e Erik la raggiunse sbuffando, aprendo la portiera per permettere ad una sorridente Max di uscire:

“Ciao tesoro! Come siamo belli…”  La ragazza sorrise allegra al ragazzo, prendendogli il viso tra le mani per dargli un rapido bacio mentre anche Faye scendeva dall’auto insieme ad Henry.

“Grazie, anche tu stai benissimo, ma SIETE IN RITARDO!” 
“Non è stata colpa mia, truccare queste due è stata un’impresa! Dammi una mano, avanti!”

Audrey uscì a fatica dall’auto a causa dell’ampia gonna di tulle del vestito, mentre Faye si aggiustava la gonna rossa del vestito sentendosi a dir poco a disagio: non era abituata a vestirsi in modo così elegante, così come Maxine che stava già maledicendo mentalmente i tacchi che Audrey le aveva fatto indossare.

“Beh, l’importante è che ora siate qui, mancate solo voi. Coraggio, andiamo… Campione, tu devi portare queste, sei pronto?”

Erik si inginocchiò davanti al bambino, porgendogli le fedi che Henry prese annuendo con aria solenne:

“Sì Tìo.”
“Bene, allora andiamo signore… Quinn, che ci fai qui adesso?!”

Erik sgranò gli occhi chiari quasi con orrore – ormai era certo che Haze si sentisse abbandonato all’altare – quando vide Quinn avvicinarsi, gli occhi azzurri puntati su Faye:

“Vengo a salutare la mia bella… Ciao tesoro, sei favolosa.”  Quinn sorrise mentre si avvicinava al gruppetto, rivolgendosi a Faye prima di abbracciarla e darle un bacio. 

“Che carini!” Max sorrise allegra mentre Erik, invece, alzò gli occhi al cielo prima di annuire con fare sbrigativo:

“Sì, siete meravigliosi, ma potrete scambiarvi effusioni dopo la cerimonia, qui qualcuno deve sposarsi!”
“Erik ha ragione. TUTTI DENTRO, PRESTO!”

 


Quando vide Quinn tornare a sedersi in seconda fila – sorridendogli e strizzandogli l’occhio – Haze pregò che fossero finalmente arrivate. Le sue speranze parvero esaudirsi quando poco dopo un Henry sorridente e con un piccolo completo addosso sfilò lungo la navata tenendo le fedi e guadagnandosi sorrisi e sguardi inteneriti da tutti gli invitati. 
Il bambino le consegnò e poi, soddisfatto, raggiunse la nonna seduta in prima fila per prendere posto accanto a lei mentre anche Faye e Maxine attraversavano la navata.

Max aveva appena raggiunto l’altare quando Haze sentì finalmente intonare la marcia nuziale, e tutti i presenti si alzarono mentre Faye e Maxine si scambiavano un sorriso.



“Sei pronta?”
“Sì. Grazie per aver accettato.”
Audrey abbozzò un sorriso in direzione di Erik e lui, per tutta risposta ricambiò e le porse il braccio:
“È un piacere per me.”  

Audrey lo strinse, e dopo essersi data un’ultima aggiustata al velo e alla gonna sospirò, annuendo:

“Ok, andiamo.”



“Che bel vestito!”
“Scomodo.”
“I tuoi gusti sono pessimi Erza, come possiamo essere sorelle?!”
“Non so, ma se non fossimo gemelle omozigote direi che una delle due è stata adottata…”
 
Erzsébet venne interrotta da una signora seduta di fronte a loro, che si voltò e le zittì, destando espressioni indignate nelle due è una risatina da parte di Aeron, che cercò invano di soffocarla mentre la sposa attraversava la navata.

“SH LO VADA A FARE A SUA SORELLA, SIGNORA!”



Haze sorrise quando la vide, sentendosi improvvisamente molto più tranquillo e rilassato, quasi leggero.
Mancavano molte persone quel giorno, suo padre, sua cugina e il suo migliore amico prima di tutte, ma l’importante era che ci fosse lei: avendola accanto non poteva che andare tutto per il meglio.

Anche Audrey intercettò il suo sguardo prima di raggiungerlo, lo guardò mentre camminava stretta ad Erik e forse pensò a suo padre a sua volta, o a come immaginava dovesse sentirsi lui quel giorno.
Ma dovette trarre le sue stesse conclusioni, perché sorrise.

Sorrise e basta.






………………………………………………………………………….
Angolo Autrice: 

Buonasera!
Ed eccomi finalmente con l’Epilogo di questa storia.
Ora, so che ci sono delle cose lasciate in sospeso, come le vendette dei personaggi, ma le vedrete in separata sede con le OS: ho infatti deciso di scrivere una piccola Raccolta per le coppie, che verrà pubblicata piuttosto a breve. 
Alle autrici dei personaggi che non fanno parte di una coppia consiglio, se vogliono, di mandarmi qualcosa sul futuro dei loro OC visto che sicuramente prima o poi pubblicherò qualcosa per alcuni di loro su Slice of Life.

In secondo luogo, vorrei ringraziarvi tutte per aver preso parte alla storia e per avermi accompagnata in questo lungo percorso durato sette mesi, Half-Blood è la storia che fino ad ora mi ha preso più tempo e prima di cominciarla l’ho avuta in testa per due mesi buoni, quindi per me finirla è una bella soddisfazione e spero davvero che l’abbiate gradita. 

A prestissimo con le OS, grazie ancora!
Signorina Granger 

   
 
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