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Autore: Harley Sparrow    08/10/2018    1 recensioni
Anno 1993/1994
Mentre Harry Potter vive il suo terzo anno a Hogwarts, tre ragazzi Serpeverde del quinto anno si troveranno ad affrontare misteri inaspettati. Tra feste clandestine nel bagno dei prefetti, amori, delusioni, un misterioso cane nero che sembra perseguitarli e la minaccia del famigerato assassino Sirius Black che cerca di introdursi a Hogwarts, riusciranno Edmund, Margaret e Frannie ad arrivare a fine anno interi e a passare i G.U.F.O.?
*
Sono presenti anche personaggi Disney e de Le Cronache di Narnia, faranno da contorno alla storia. Vi consiglio di leggere l'introduzione per capire meglio come abbiamo gestito loro e i personaggi di Harry Potter.
*
Dal testo:
“Era…Era…”
“Sì” rispose Margaret, che aveva il volto rigato dalle lacrime.
“Ma cosa ci faceva un Dissennatore qui? È grave, praticamente siamo tutti disarmati!” disse Laetitia con la voce incrinata.
“Per Sirius Black, ovvio. Vorranno assicurarsi che non tenti di avvicinarsi a Potter. Ma è davvero assurdo mandarne uno qui sopra!” esclamò Frannie con rabbia.
Quei pochi istanti di gelo avevano riportato alla mente di tutti dei ricordi terribili.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Serpeverde
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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V
NOVEMBRE

Dopo la movimentata festa di Halloween, per permettere ai ragazzi di riprendersi, i professori decisero di cancellare le lezioni del mattino seguente, mentre i Prefetti, che avevano dovuto vegliare sui ragazzi per tutta notte, ebbero l’intera giornata libera.
La maggior parte degli amici di Mag aveva il pomeriggio libero, dal momento che non frequentavano Aritmanzia, quindi a un certo punto la ragazza dovette alzarsi e trascinarsi a lezione. Laetitia arrivò in ritardo e prese posto accanto a lei proprio mentre la professoressa stava entrando.
- Ciao, di solito è Belle che mi sveglia, ma stava ancora dormendo.
Disse a mo’ di scusa. Udendo il nome del Prefetto Corvonero, Mag s’irrigidì e alzò le spalle senza rispondere. Si stava dimenticando lo scontro della notte precedente che le aveva fatto giurare di odiarla per l’eternità. Si appuntò mentalmente di ringraziare Fran e Ed per averla difesa, la sera prima.
Finita la lezione le due si trascinarono ognuna nella propria Sala Comune senza parlare molto. Mag era stanca per non aver dormito, mentre Laets, pur avendo dormito abbastanza bene – di conseguenza non sapeva nulla dello scontro verbale fra i suoi migliori amici – pensava con ansia alla lezione di poco prima, che era stata davvero incomprensibile.
Quando Mag superò la porta d’ingresso della Sala Comune, la vide piuttosto deserta. Probabilmente erano tutti ancora a lezione o a dormire. Edmund e Fran invece erano seduti su un divanetto e ridevano, i volti decisamente riposati.
- Oh ciao Mag!
Esclamò Edmund vedendola arrivare.
- Vi siete appena svegliati?
Disse lei sedendosi sulla poltrona di fronte.
- Mezzora fa, sì!
Sospirò Fran stiracchiandosi.
- Beati voi, io sono ribaltata oggi, non vedo l’ora di tornare a dormire…Di che parlavate?
- Niente, Fran si stava chiedendo se è possibile chiedere al Ministero una Giratempo con lo scopo di vedere la faccia di O’Hara quando Pete l’ha zittita questa notte.
Rispose Edmund scoppiando a ridere alla fine.
- Che arpia, eh?
Disse Mag facendo una smorfia.
- “O’Hara, lascia in pace i miei studenti”
Ripeté Fran imitando Edmund e suscitando la risata dell’amica.
- Che carino, siamo tuoi studenti!
Margaret si stava tenendo la pancia per il gran ridere.
- Guarda che ti tolgo dieci punti, Rosander!
Sibilò il ragazzo, leggermente imbarazzato.
- Sì, sì, certo, Pevensie.
Lo liquidò Frannie con una risata sprezzante.
- A proposito, Mag, che cosa stavi facendo tra i Grifondoro quando quella ti ha vista?
Margaret diventò improvvisamente seria. Sapeva che Fran non l’avrebbe capita né appoggiata. Forse Edmund sì, ma Frannie non avrebbe mai voluto rinunciare alla Mappa del Malandrino, perciò decise di rispondere evasiva. Se i gemelli avessero deciso di darle ascolto gliene avrebbe parlato più avanti.
- Nulla, volevo solo sapere se c’era qualche ferito fra i Grifondoro…
Disse pensando al giovane Potter. Edmund la guardò negli occhi e capì che non era sincera. Frannie invece alzò gli occhi al cielo.
- Mag, basta con questa storia! Philip stava benissimo, lo hai visto anche tu!
Rispose con tono di rimprovero. Mag strabuzzò gli occhi; aveva accettato quella situazione il giorno prima ma non aveva ancora avuto il tempo e la voglia di confidarlo alle amiche. Le dispiaceva dover fingere, ma almeno si sarebbe risparmiata un altro tipo di discussione, assai più spiacevole. Alzò le mani in segno di resa.
- Beccata! Dovevo sapere, anche Fred e George mi hanno presa in giro quindi… cambiamo argomento che è meglio.
Concluse ridendo nervosamente. Edmund rise, ma rise di lei, non per la sua battuta. Mag lo capì e arrossì ancora di più.
- …Dopo ne parliamo, se vuoi!
Rispose Fran toccandole una gamba con affetto.
- Sì, ecco, parlatene dopo di Philip.
Disse Edmund interrompendo finalmente il contatto visivo con la ragazza, che stava iniziando a sudare.
- …Comunque… Sapete cosa mi ha dato più fastidio? Che mi abbia detto come fare il mio lavoro!
- Sì, infatti, che spocchiosa maleducata!
Disse Fran.
In quel momento Severus Piton si materializzò davanti ai ragazzi. Era entrato nella Sala con un passo talmente felpato che, semplicemente, se lo ritrovarono davanti. Il viso era più pallido e sbattuto del solito. Mag pensò che gli avrebbe regalato volentieri una pozione per pulire i capelli, se solo avesse saputo il giorno del suo compleanno.
- Firwood, Pevensie. Volevo informarvi che a partire da domani i Prefetti si alterneranno per sorvegliare i corridoi e accompagnare a lezione i ragazzi dal quarto anno in giù.
Lo disse velocemente, senza dar loro il tempo di ribattere in alcun modo.
- Domattina passate dal mio studio, vi darò i turni che io e il resto dei professori concorderemo in queste ore.
I due ragazzi annuirono, Fran rispose semplicemente “Va bene”, Piton li salutò con un cenno e uscì dalla Sala. I tre si guardarono in faccia, leggermente impauriti. L’anno precedente si erano trovati tutti nella situazione di essere protetti da Prefetti e Caposcuola; quest’anno sarebbero stati loro a proteggere gli studenti. Fran e Edmund sentirono il peso della responsabilità insinuarsi nei loro cuori e lo accolsero a metà fra lo spaventato e l’orgoglioso.
- …Speriamo che la situazione non precipiti come l’anno scorso…
Disse Mag mordendosi un labbro.
Dopo cena i tre andarono quasi subito a dormire, consapevoli che davanti a loro si presentava un nuovo periodo stressante.
Fran si distese sul letto, esausta, ma trovò la forza per farfugliare un pensiero che la perseguitava da giorni, ormai.
- Edmund è strano.
Disse a bassa voce, gli occhi chiusi.
- …Questa storia di Black lo rende nervoso… Per non parlare dei Dissennatori.
Mag si sedette sul letto con il pigiama ancora in mano, incuriosita.
- È vero… I Dissennatori lo stanno… è come se lo stessero spegnendo.
Disse incerta.
- …Sembra che su di lui abbiano maggior potere. Ieri a Hogsmeade e poi in Sala Grande non faceva che dire di avere una brutta sensazione… Di avvertire una presenza Oscura… Mi spaventa, ecco.
Disse Frannie aprendo gli occhi e tirandosi un po’ su.  
- Una presenza Oscura!?
- Ha detto di essere sensibile alle persone sgradevoli. Minimizzava. Lui ha sentito che c’era un Mangiamorte nelle vicinanze, lo ha sentito, capisci? Ma perché, come fa?
- Fran, dobbiamo trovare il modo per parlargli.
Disse Mag allarmata.
- Gliel’ho detto che ne avremmo parlato, ma forse non se la sente, o non si fida… Forse…
- …Forse dobbiamo attendere il momento più opportuno e fargli capire che può fidarsi di noi.
Concluse Mag. Le due rimasero in silenzio per qualche istante, poi la ragazza ricominciò a vestirsi e si mise nel letto. Jasmine sarebbe arrivata a breve, probabilmente.
Spensero la luce, poi Fran, prima di addormentarsi, disse un’ultima cosa.
- Non è sempre stato come adesso… I primi anni era sempre da solo, sempre scontroso, ricordi?
Erano passati cinque anni da quando si erano conosciuti al tavolo dei Serpeverde, ma solo due da quando i tre erano diventati davvero amici. Mag non aveva grande memoria di Edmund prima che diventasse suo amico. Era sempre sulle sue, imbronciato e isolato. Molto bravo a lezione, ma parlava con poca gente, Fran era stata la prima a diventargli veramente amica, lo era stata dal primo giorno, anche se lui ci aveva messo un po’ per accettarlo.
- Cerchiamo di scoprire perché.
Rispose semplicemente, rimandando al giorno dopo la realizzazione di un piano più accurato.
*
Le due ragazze riuscirono a far parlare l’amico solo la settimana successiva. Al ragazzo erano toccati tre turni di guardia piuttosto vicini fra loro, mentre per il momento Fran ne aveva fatti solo un paio. Era arrivato al venerdì sera stravolto, e dopo un allenamento di Quidditch piuttosto deludente, era tornato silenzioso e imbronciato in Sala Comune seguito da una silenziosa Mag. Nei giorni successivi aveva parlato più seriamente con l’amica e le due avevano deciso di non forzarlo a parlare, ma di passare più tempo con lui e fargli capire che erano sue amiche e che con loro poteva confidarsi.
Quando entrarono nella Sala Comune, Fran stava aspettando leggendo un libro per Babbanologia (Mondo BabbanoAbito o tuta? Mille abiti per mille occasioni) e quando li vide andò loro incontro.
- Vi ho aspettati per la camomilla!
Disse sorridendo e indicando loro un tavolino isolato dal resto della Sala Comune, di solito utilizzato dagli innamorati per non essere visti né disturbati.
- Ti adoro, ne ho proprio bisogno.
Sospirò Edmund precedendo le due ragazze, che si scambiarono uno sguardo nervoso.
Si sedettero intorno al tavolino, Mag levò la bacchetta e versò la camomilla ai due amici. Edmund prese fra le mani la tazza bollente; Mag avrebbe scommesso sulla coda del suo gatto che le mani del ragazzo fossero mille volte più fredde delle sue.
- Allora, come vanno gli allenamenti? Pronti per la prossima vittoria?
Chiese Fran mescolando svogliatamente il contenuto della sua tazza. Edmund alzò le spalle e non rispose, Mag disse semplicemente che Flint era un rompiscatole, suscitando il sorriso dei due amici. Edmund era arrabbiato perché a fine allenamento il Capitano gli aveva detto che si aspettava di più da lui, che si era allenato male e lo aveva accusato di essere svogliato, quando in realtà era solo stanco e abbattuto.  Più che arrabbiato, in quel momento era molto triste. Si prese la testa fra le mani e sospirò.
- Sentite, mio zio mi ha mandato una bottiglia di Burrobirra, l’altro giorno… Vi va se la beviamo stasera? Tanto non ci vede nessuno!
A Mag si illuminò il viso e annuì, anche se era un po’ stanca, mentre Edmund alzò le spalle con disinteresse. Fran si alzò e corse verso il dormitorio. Mag aveva continuato a guardare nervosamente l’amico con le mani sul tavolo. Non le era mai capitato di sentire un bisogno così impellente di abbracciare qualcuno, si vedeva che stava male. Mosse una mano verso il ragazzo senza sapere di preciso cosa fare o dire. Gli sfiorò il braccio.
- Hey…
Sussurrò. Lui sollevò leggermente il viso, ma in quel momento arrivò Fran con la Burrobirra nascosta sotto al golfino.
- A voi! Non ci sono bicchieri…
Disse stappando silenziosamente la bottiglia e bevendo a canna il primo sorso. La passò a Edmund, il quale la afferrò e buttò giù due sorsi prima di passarla a Mag. La ragazza stava ancora bevendo quando Edmund iniziò a parlare.
- È colpa del freddo. È colpa del freddo se sto facendo così schifo. Sono una delusione per la Casa e non posso farci niente.
Disse queste parole prima borbottando, poi scandendole con più precisione.
A Mag andò quasi di traverso la Burrobirra, si scambiò uno sguardo d’intesa con Fran.
- Ed, qui non fa più freddo del solito.
Disse lentamente quest’ultima, cercando di non farlo arrabbiare.
- …Devi dirci che diavolo ti sta succedendo. Lo sai che puoi fidarti di noi.
- Di cosa? Che non lo andiate a dire in giro?
Chiese lui sprezzante, strappando dalle mani di Mag la bottiglia e portandola alla bocca per la seconda volta. La posò facendo rumore, le due ragazze si guardarono alle spalle, sperando che a nessuno venisse l’insana idea di unirsi a loro, ma nella Sala Comune c’era solo Malfoy che si faceva accarezzare la testa da Pansy Parkinson e poco più in là Montague che pomiciava allegramente con una ragazza del quarto anno, quindi non c’erano grossi pericoli di essere visti o ascoltati.
- Come ha potuto permettere che quei cosi entrassero nel Castello!
Sibilò il ragazzo fissando la finestra alle spalle di Fran. Non ci volle molto per capire che si riferiva a Silente e ai Dissennatori.
- L’ho rivissuto sul treno, l’ho rivissuto due mesi fa, lo rivivo ogni volta che esco da questo maledetto Castello e sento il respiro gelido di quei cosi sul mio collo…
Disse afferrandosi la testa. Le due ragazze rimasero mute.
- Insomma, voi quali traumi rivivete quando sono nelle vicinanze?!
Chiese con aria sprezzante, come se le stesse sfidando. Poi si incupì ancora di più.
- No, scusate, non è mia intenzione sminuire i vostri problemi… è che… Voi non avete mai messo in pericolo la vostra famiglia… Di proposito.
Il ragazzo sentiva che le due amiche continuavano a guardarsi, ma non aveva il coraggio di sollevare lo sguardo per averne la conferma. Avrebbe significato mostrare la sua debolezza, e ne stava già mostrando troppa iniziando quel discorso. Ma era troppo arrabbiato, troppo giù di morale per tenerselo ancora dentro. Fece un respiro e si decise a raccontare.
- Mia zia è una Mangiamorte. Per due estati io e gli altri siamo dovuti andare da lei, dal momento che nostra madre non poteva occuparsi…
Si bloccò
- E papà…
Si bloccò di nuovo e lasciò morire quel che avrebbe voluto dire.
- Peter e Sue non hanno mai capito che avrebbero dovuto lasciarmi in pace, e Lucy… Beh, lei era piccola, è sempre stata una gran rompiscatole. La preferita.
Fece una smorfia e continuò.
- Zia Jadis ha sempre tenuto nascosto questo suo lato con i nostri genitori, loro non sapevano nulla, o almeno, mamma. Non facevamo che litigare. Peter mi stava sempre addosso e io non ne facevo una giusta. Avevo undici, dodici anni, ero solo. C’erano gli altri ma ero solo, e volevo rimanere tale. E zia Jadis… A volte mi faceva paura, specialmente quando puniva Peter...
Il ricordo dello sguardo sofferente ma risoluto del fratello maggiore lo fece rabbrividire.  
- La prima estate ci portò nella terra dei giganti e ci mostrò quanto era stato potente Voi-Sapete-Chi. Peter capì subito con che razza di strega avevamo a che fare e presto convinse le altre che saremmo dovuti scappare, ma io…
Si bloccò. Bevve un altro sorso, Frannie mosse una mano per accarezzargli il braccio, ma lui si scostò. Mag invece lo fissava con gli occhi lucidi.
- Ho fatto la spia. Mi ero convinto che se avessi fatto come voleva, lei non mi avrebbe fatto del male. Solo a me, capite? Peter si ritrovò ad affrontare un gigante, e non poteva usare la magia. Lei lo risparmiò all’ultimo, dicendogli cosa avevo fatto. Traditi. Voi non potete capire… Avete mai deluso una delle persone a cui tenete di più? Io sì, in quel momento. I suoi occhi… I loro occhi delusi, tristi, il peggio è stato vederli spaventati, e non solo dalla zia, ma anche da me. Li vedo ogni singolo giorno da quando ho rimesso piede qui, quest’anno. Se non sono i Dissennatori allora ci pensano gli incubi.
Mag tirò su col naso, cercando di non farsi sentire.
- Peter non aveva mai smesso di ribellarsi, e lo fece anche in quel momento. La zia usò la Maledizione Cruciatus su di lui, più di una volta, e io non potevo fare altro che guardare. Quel che è peggio è che per un attimo sono stato… felice… di quella visione.
Il ragazzo non aveva staccato gli occhi per un istante dal tavolo di legno scuro. Frannie si portò una mano alla bocca, sconcertata.
- Ed…
Riuscì a dire dopo qualche istante di silenzio, toccandogli il braccio. Lui questa volta non si scostò.
- Aveva preso me sotto la sua ala protettrice perché sapeva che ero il più debole, il più manipolabile… Quello più attratto dalle Arti Oscure. Sapeva che avevo bisogno di attenzioni, e me le diede… All’inizio. Poi però, vedendo Peter in quello stato ho aperto gli occhi.
- Come… Come è finita?
Chiese Fran. Edmund bevve di nuovo.
- Ho provato a farla ragionare, le ho detto che non c’era bisogno, ma ovviamente lei non aveva mai avuto intenzione di darmi ascolto. Così sono riuscito a spezzarle in due la bacchetta, ma non prima di essermi preso la mia dose di Crucio. Peter usò la magia per difendermi, così praticamente evocò un membro del Ministero. Aveva ancora la Traccia, sapete… Ci vide in quello stato e ci portò via. Lei ora è ad Azkaban.
Fran capì subito perché la fuga di Black lo metteva così in agitazione: sapeva che se quell’orribile megera fosse riuscita a evadere come aveva fatto Black, avrebbe cercato i fratelli Pevensie, probabilmente per ucciderli. Edmund ormai aveva finito da un pezzo il suo racconto. Rimasero tutti e tre in silenzio.
- Siete contente ora che lo sapete?
Chiese il ragazzo in tono di sfida sollevando finalmente lo sguardo, ma senza ancora guardarle in faccia.
- …Ora che sapete che razza di persona sono? …A volte mi sembra di meritare la presenza dei Dissennatori…
Concluse a denti stretti. Per Mag fu troppo.
- Non dirlo nemmeno per scherzo. Eri poco più che un bambino!
Lo vide giocare pericolosamente con la bottiglia e gliela strappò di mano. Bevve un sorso. Orma era a più di metà. Fran la guardò e le fece cenno di passarla anche a lei.
Quando anche Fran ebbe bevuto, prese parola.
- Ed, Mag ha ragione… Eri spaventato e ti sei comportato da immaturo. E i tuoi fratelli non ti hanno aiutato come dovevano. Ma ora è finita, finita. Peter ti vuole un bene dell’anima, non devi dimenticartelo.
Passò la bottiglia al ragazzo cercando di intrecciare lo sguardo col suo.
- …Non devi permettere che i Dissennatori ti facciano questo. Devi superarla, come hanno fatto loro, Peter, Sue e Lucy, intendo!
- …Perché scommetto che loro ti hanno perdonato da tempo.
Aggiunse Margaret. Edmund si rabbuiò. Frannie avvicinò la sedia alla sua e gli cinse le spalle con un braccio. Appoggiò la testa alla spalla di lui, che rimase rigido al suo posto. Non amava il contatto fisico, ma quando i suoi fratelli o Frannie o Mag si sbilanciavano con degli abbracci non gli dispiaceva quasi mai.
- Non permettere a quella maledetta di comandarti anche adesso, da lontano. Ogni volta che dici così la dai vinta a lei, lo sai?
Gli disse Frannie. Edmund alzò le spalle. Sentì pizzicare gli occhi ma non si sarebbe mai messo a piangere davanti a loro, non lo aveva mai fatto e non intendeva iniziare quel giorno.  
- Grazie…
Sussurrò dopo minuti che parvero ore, incapace di guardarle negli occhi. Con Fran era un po’ impossibile, ma lo sguardo del ragazzo fu molto attento a non soffermarsi su quello di Mag, accanto a lui che gli accarezzava il braccio.
Rimasero in quella buffa posizione per qualche minuto, poi l’atmosfera di intimità fra gli amici fu rotta dall’arrivo di Jasmine.
- Eccomi!
Esclamò arrivando alle loro spalle, facendoli sussultare.
- Hey, questa dove l’avete presa?
Chiese indicando la bottiglia ormai quasi vuota.
- Tieni, finiscila pure!
Disse Edmund dopo essersi schiarito la voce, passandogliela senza guardarla in faccia. Frannie si era staccata da lui non appena aveva visto arrivare l’amica; a Jasmine sembrò che avessero appena finito di parlare di sport, quindi non si fece troppe domande.
- Di che parlavate?
Chiese appoggiandosi allo schienale della sedia di Edmund, il quale ringraziò il cielo che la ragazza non potesse vederlo in faccia.
- Oh, niente, stavamo proprio per andare a dormire!
Rispose Mag evasiva. Fran le diede man forte annuendo.
- D’accordo, io vado avanti, sono stanchissima…
Disse stiracchiandosi. In quel momento Fran si accorse che era piuttosto spettinata. Doveva essere stata con Aladdin fino a quel momento. Le fece l’occhiolino, Jas capì e fece lo stesso.
- Buonanotte!
Trillò scompigliando i capelli di Edmund, che si voltò appena per risponderle.
- …Vado anche io adesso, ragazze.
Annunciò alzandosi in piedi non appena Jasmine scomparve nel dormitorio. Continuava a non guardarle in faccia.
I tre camminarono lentamente verso il dormitorio del ragazzo. A quel punto fu impossibile non guardarsi negli occhi. Frannie fu la prima a parlare.
- Sono felice che ti sia confidato con noi… Noi non volevamo saperlo per giudicarti, ma per capire
Disse mettendogli una mano sulla spalla.
- Tranquilla.
Rispose lui imbarazzato. Mag ascoltava in silenzio.
Quando Fran si allontanò fu il turno di Margaret di parlare, ma la ragazza non aveva più parole, sentiva solo il bisogno di abbracciare l’amico, e lo fece. Gli buttò le braccia al collo e lo strinse forte a sé. Lui rimase interdetto per un istante, ma poi ricambiò l’abbraccio, rimanendo comunque un po’ rigido per l’imbarazzo.
- Dormi bene.
Gli sussurrò Mag all’orecchio, sperando che il suo augurio impedisse agli incubi di presentarsi di nuovo nella mente del ragazzo, almeno per quella notte. Lui rispose stringendola un po’ di più. Giunse il momento di staccarsi. I loro sguardi si incontrarono per un breve istante, ma poi gli occhi volarono altrove. Non erano abituati a dimostrazioni d’affetto come quella.
- Buonanotte ragazze.
Disse lui prima di scomparire dietro la porta.
Fran e Mag si diressero verso il dormitorio in silenzio, incapaci di proferir parola su ciò che avevano scoperto quella sera. Decisero con un tacito accordo di non raccontare nulla a Jasmine, anche perché la ragazza era così felice in quei giorni che non aveva senso guastare la gioia che le dava Aladdin con la triste storia che avevano appena appreso, e poi Edmund di sicuro non avrebbe voluto.
- Nox.
Sussurrò Fran. Le luci si spensero e dovette lottare contro sé stessa per non mettersi a piangere. Eppure al buio era impossibile non ripensare allo sguardo affranto del suo migliore amico. Tirò su col naso cercando di non far troppo rumore. Sentì Mag che poco più in là si soffiava silenziosamente il naso. Si chiese come avrebbero affrontato l’amico il giorno dopo ma non trovò risposta perché finalmente si assopì.
*
Dopo l'incursione di Black nel castello la sicurezza triplicò. I professori accompagnavano gli studenti in ogni aula e persino nella Sala Comune alla fine delle lezioni del pomeriggio. Essendoci troppe classi per il solo corpo docenti quelle del primo e secondo anno erano scortate dai prefetti, quindi Frannie e Edmund erano pieni di lavoro sin sopra ai capelli. Dopo Halloween Margaret aveva cominciato a pensare ai G.U.F.O. ed era più seria del solito, così come Laets. Le due si ritrovavano spesso in biblioteca a studiare, e il mese piovoso scorreva lento tra incantesimi, pozioni, e corse su e giù per le scale. Peter girava sempre più stressato con la sua spilla da caposcuola, seguito ora da Diggory ora con suo grande disappunto da Percy Weasley. I suoi doveri da caposcuola continuavano ad aumentare e diventare frenetici, e come se non bastasse lo spettro dei M.A.G.O. incombeva sul ragazzo come un Dissennatore. Vedendo il fratello organizzarsi per gli esami finali e al ricordo della sua assenza prossima causa diploma, Edmund si era rabbuiato ancora di più. Con i compiti supplementari in vista degli esami e con l'ordine della ragazza di scortare gli studenti, Tony e Frannie avevano quasi smesso di vedersi e lei era più silenziosa che mai. E poi c'era stata la rivelazione di Edmund. Le due amiche avevano empatizzato con il ragazzo e lui aveva apprezzato la loro vicinanza discreta nei giorni seguenti, ma aver riesumato quel ricordo lo turbava e gli faceva male. Fu per tutte queste cose e anche di più che Frannie ebbe un'idea per risollevare le sorti del trimestre appena cominciato. Irruppe in Sala Comune dopo aver aiutato una Grifondoro del primo anno a sfilarsi dal trabocchetto sui gradini verso il dormitorio, sfinita ma con una luce negli occhi. Edmund e Margaret, seduti su uno dei divani vicino al fuoco, si godevano il tepore in silenzio con Jaime acciambellato nel pavimento poco più avanti, il più vicino alle fiamme possibile. Edmund doveva essere appena arrivato, quel pomeriggio aveva dovuto portare una classe del terzo anno sino alla capanna di Hagrid per una lezione sul veleno di Acromantula. Frannie osservò il cappotto buttato disordinatamente sul pavimento di pietra scura. Jasmine, l'unica che stava attraversando serenamente la settimana, non c'era. Probabilmente in quel momento passeggiava romanticamente al tramonto col suo nuovo fidanzato. Appena i due amici la videro entrare, Edmund sollevò un sopracciglio, diffidente.
-Ehi Frannie. Che... che cosa c'è? Quello sguardo mi spaventa.
Chiese Mag, mordendosi il labbro e sollevando gli occhi dal libro di astronomia. La ragazza si accovacciò di fronte a loro guardandosi intorno per assicurarsi che nessuno li stesse guardando. Edmund e Margaret parevano sempre più interessati e preoccupati da quello che aveva da dire.
-Voglio organizzare una festa. Privata. Nel bagno dei prefetti.
Gli occhi di Edmund si spalancarono e il ragazzo ghignò, allettato dalla proposta.
-Nel bagno dei prefetti, oh, mille grazie Frannie.
Sussurrò Margaret un po' delusa, alzando gli occhi al cielo.
-Non essere sciocca Mag, tu puoi venire. Noi ci saremo tutti.
-Hai una strana concezione di festa privata, Frannie.
Borbottò Edmund ridacchiando.
-Ci saranno tutti i Prefetti ovviamente, e i Caposcuola. E ognuno di noi potrà portare un ospite onorario. Ovviamente noi porteremo Margaret e Jasmine.
Rispose, guardando ammiccante l'amica.
-Beh, sì, va già meglio.
Commentò Mag sistemandosi più comodamente sulla poltrona. Jaime le saltò in grembo facendo le fusa.
-Non chiederò a Fred e George di organizzare un bel nulla, così Silente non se ne accorgerà questa volta.
Concluse Frannie in un borbottio. Margaret si lamentò a bassa voce, memore della vergogna che aveva provato alla scoperta del preside della loro prima festa dell'anno. Tuttavia, guardando i due amici già lanciatissimi nell'organizzazione e meditando sul fatto che tutti ne avrebbero avuto un serio bisogno, non disse nulla.
L'idea piacque a tutti. I giorni seguenti Frannie aveva caricato Dante di inviti, e Edmund era corso ad avvisare Peter e Susan, con Mag al seguito.
-Non sono sicura sia una buona idea. Non dovremmo chiedere il permesso, prima?
Chiese Susan, titubante.
-Figurati Sue, a quanto ho capito sarà una cosa tranquilla. Non è così?
La rassicurò Peter guardando i due Serpeverde di sottecchi.
-Molto tranquilla. Tranquillissima.
Annuì Margaret con un sorriso. Edmund continuò
-Splendido. Con voi due ci siamo quasi tutti! Chissà se Weasley...
Lo sguardo di Peter si incrinò.
-Weasley? Weasley chi?
-Percy Weasley, ovviamente. È un caposcuola.
-Ed, ti prego, non dirmi che avete parlato di questa cosa a Percy Weasley. Non dirmelo.
Ed e Mag iniziarono a diventare rossi e balbettare.
-Ehm... Frannie potrebbe... avergli mandato un gufo... abbiamo invitato tutti i capiscuola e i prefetti…
-Cosa? Va subito fermato, presto! O ci ritroveremo tutti dal preside!
Esclamò Susan agitata, rischiando di farsi sentire in mezzo alla Sala Grande. Qualche studente si voltò verso di loro. Peter era bianco come un cencio.
-Andiamo, è il fratello di Fred e George, non può essere così... così...
Balbettò Edmund, ma il fratello era già corso fuori dalla sala.
-Oh, miseriaccia.
Borbottò Edmund verso Margaret, grattandosi la testa confuso.
-L'abbiamo fatta grossa, dici?
-È possibile.
Per loro fortuna Peter Pevensie aveva nervi di ferro oltre che riflessi pronti. Fece subito la cosa migliore da fare: assoldò Fred e George che, per la modica cifra di cinque falci ciascuno, trafugarono la lettera dal letto a baldacchino di Percy poco prima che, tornando al termine delle lezioni, la leggesse e scoprisse tutto. Frannie, a cui era stato raccontato l'accaduto, li pagò malvolentieri.
-Siete degli sciacalli voi due.
Sospirò, andando da Draco a farsi scambiare un galeone d'oro per diciassette falci d'argento. I gemelli sogghignarono ammiccanti.
-Ti è andata bene che non abbiamo chiesto dieci galeoni, altro che dieci falci...
-...è stato molto scortese da parte vostra non invitarci...
-...noi vi abbiamo sempre trattato come ospiti d'onore alle nostre feste!
I Serpeverde arrossirono sensibilmente, imbarazzati.
-Andiamo Fred, Angelina ti inviterà sicuramente.
Esclamò accomodante Edmund.
-E tu George puoi venire al posto di Percy, se vuoi. Abbiamo un posto libero.
Lui assunse un'espressione di profondo disgusto.
-Quando prenderò il posto di Percy in qualcosa sarà il giorno che dovrete uccidermi, perché non sarò io ma qualche malfattore con la pozione polisucco.
-Non preoccuparti Georgie, non lascerei mai che una cosa del genere accadesse.
Rispose affettuoso il fratello. Gli altri tre scoppiarono a ridere di gusto.
-Va bene. Allora facciamo che puoi venire in qualità di DJ!
Sorrise Frannie, mettendogli una mano sulla spalla.
-Voi chi portate?
Chiese Fred, curioso.
-Margaret, ovviamente. Giusto?
Rispose Edmund risoluto, guardando verso la ragazza.
-Oh. Beh... certo. Avevamo deciso così.
Balbettò lei guardandosi le nocche in imbarazzo. Frannie sogghignò e guardò i gemelli. Forse era il caso di fare una nuova scommessa.
-Io vado a chiederlo a Jasmine. Se volete scusarmi... ci vediamo a divinazione!
Sbottò, andando alla ricerca dell'amica, che in quei giorni era sempre impegnata a gironzolare con Aladdin col naso per aria. Ma lei, sorprendentemente, rifiutò.
-Ehm scusa Frannie, ma non potendo portare Al mi sentirei in imbarazzo ad andare senza di lui. Capisci, non è vero?
La ragazza, delusa, non poté replicare. In effetti appena l'altra ebbe risposto le sembrò tutto così chiaro, a ripensarci ora se avesse accettato sarebbe stato molto più strano. Ringraziò e andò a cercare Laetitia, sicura che lei invece sarebbe stata entusiasta. La sua risposta la sconvolse ancora di più.
-Oh, grazie Frannie... ma io vado con Belle. Mi ha invitata proprio stamattina, le ho già detto sì.
Balbettò imbarazzata, ben sapendo che le due non si erano mai state tanto simpatiche e a fronte dell'incidente di Halloween lo erano ancora meno.
-Capisco. Fa nulla. Grazie lo stesso.
Sospirò lei, guardando l'orologio. La lezione sarebbe iniziata a minuti. Quando arrivò vicino alla scaletta che portava alla classe, Edmund e Margaret la attendevano per entrare.
-Che è successo Frannie? Hai una faccia!
Commentò Edmund, e Margaret gli diede di nascosto una gomitata, punendolo per la mancanza di tatto. Frannie non se ne accorse, si stava guardando la punta delle scarpe con rinnovato interesse per sfuggire agli sguardi dei suoi amici.
-È incredibile.
Disse in un sussurro,
-Ho organizzato io la festa e nessuno vuole venirci con me. Tu, Ed, Fred, George, Laets, siete già dentro e io invece...
Sbuffò nervosa. Gli altri due si guardarono, non credevano possibile che l'amica avesse trovato tanta difficoltà a trovare qualcuno. Un tossicchiare eloquente dal piano superiore li distolse dai loro pensieri e li spinse a entrare. Occuparono un tavolo con una grande palla di vetro al centro. Dentro la stanza il clima era soffocante e la puzza di incenso li stordiva. Tutti gli altri erano già al loro posto.
-Voi dite che il professor Lupin...
-Non puoi invitare un professore a una festa clandestina Fran.
La sgridò Edmund corrucciato. La ragazza sbuffò più forte. Era davvero di malumore.
-Qualche problema, mia cara?
Si avvicinò la professoressa Cooman, attirata dai sospiri sconsolati. I suoi enormi occhi verdi, in tono con la tunica, la fissavano da dietro due spesse lenti tonde.
-Oh mi scusi professoressa, non volevo disturbare la lezione. È solo che ho appena visto che mia madre morirà entro la fine del trimestre, schiacciata dalla caduta di una macchina volante.
A giudicare dall'espressione affranta della ragazza, che non era cambiata di una virgola da quando parlavano della festa, la storia parve del tutto convincente. Margaret per poco non soffocò tentando di trattenere le risate, completamente spiazzata. Edmund sgranò gli occhi. La capacità di Frannie di inventare frottole con assoluta nonchalance era sempre stata disarmante.
-Eccellente! È proprio quello che si vede qui dentro!
Gracchiò la professoressa, deliziata, sbirciando nella palla di cristallo.
-Dieci punti a Serpeverde! Nessuno vede altro?
Una Tassorosso dall'aria titubante alzò la mano, e la Cooman si allontanò.
-Sentite condoglianze, allora.
Ridacchiò Edmund rivolto verso l'amica. Lei sorrise debolmente, un po' risollevata.
-Ti inviterò al funerale, non temere.
Margaret stava ancora tentando di trattenere le risate.
Qualche minuto dopo si rizzarono, sentendo la voce di Laetitia. La ragazza prendeva molto sul serio quel tipo di lezioni, e i tre faticavano a capirne il motivo.
-Un cane. Nero, e grosso. E un topo. Un cane e un topo. Si inseguono, il cane sta per sbranarlo, ma il topo sguscia via un attimo prima che...
-IL GRAAAAMO!
Strillò la donna, facendo sussultare tutti. Margaret guardò gli amici confusa.
-Avete sentito? Un cane nero! Non può essere una coincidenza.
-Ma figurati Mag, non crederai a queste cose!
La liquidò Frannie con un gesto della mano.
-No che non credo a queste cose Fran, ma credo anche che oltre un certo numero le "coincidenze" non si possano più ritenere tali, non credi? Sii razionale. Abbiamo incontrato due volte il cane nero ed entrambe le volte è successo il finimondo. Ora Laetitia lo vede nella sua sfera.
Borbottò, senza ascoltare quello che la professoressa aveva da dire su questo fantomatico gramo. Edmund invece registrò tutto con attenzione. La Cooman catturò il suo sguardo.
-Ragazzo... mio povero ragazzo...
Fran e Mag alzarono gli occhi al cielo.
-Vedo qualcosa nei tuoi occhi... un'ombra nera... succederà quello che temi.
Lui la guardò alzando il sopracciglio, per niente impressionato. La donna continuò.
-Tuo fratello.
A quelle parole lui sussultò.
-Mi dispiace... è troppo tardi. Entro la fine dell'anno... beh, farai meglio a tenerlo stretto per il tempo che ti resta, fidati di me.
L'espressione spavalda del ragazzo svanì leggermente. Se c'era un punto debole in Edmund, era proprio quello. Prima che il silenzio diventasse troppo imbarazzante, Fred Weasley alzò la mano raggiante. Non prometteva nulla di buono.
-Professoressa! Professoressa! Vedo qualcosa!
Lei emise un sospiro acuto e corse al tavolo dei gemelli. Si affacciò a guardare dentro la sfera, dal lato opposto rispetto a quello del ragazzo. George già rideva sommessamente.
-Dimmi caro, cosa vedi?
-È... è davvero sgradevole.
A quelle parole George si accasciò in terra tenendosi la pancia dal ridere. Tutti gli altri guardavano senza capire.
-Sgradevole? Perfetto, continua.
-Sì, davvero sgradevole. Ha un'aura negativa.
George continuava a contorcersi sul pavimento, la professoressa non ci badò, sporgendosi ancora di più verso la sfera.
-La figura ha un aspetto mostruoso. Una chioma fittissima e gonfia si dirama dalla testa come un intrico di rovi.
-Di rovi, uhm...
Laetitia prendeva appunti borbottando, ora anche Lee Jordan rideva, iniziando a capire.
-Sì e i suoi occhi brillano come fari nella notte, acquosi e spaventosi...
Anche Edmund iniziò a ridacchiare, capendo la situazione. La professoressa ascoltava con la massima attenzione.
-Sono occhi enormi professoressa, più grandi della sua faccia... e la sua tunica... per Godric, la sua tunica è la cosa più orripilante che...
In breve tutti gli studenti presenti nella classe avevano capito che Fred stava descrivendo minuziosamente il riflesso deformato nella sfera di vetro proprio della professoressa Cooman. L'unica a non averlo capito era proprio lei. Belle O'Hara, seduta accanto a Laetitia, aveva un'espressione assolutamente indignata. Un motivo in più per cui Margaret, Edmund e Frannie alla fine dovettero asciugarsi le lacrime dal ridere. Quando il suo racconto terminò, a Fred furono assegnati dieci punti per la visione mostruosa, cosa che suscitò una nuova ondata di ilarità nella classe. Quando la lezione finì, Margaret aveva predetto la morte del suo gatto per annegamento e una gita al San Mungo per un malore improvviso di sua sorella maggiore entro la fine del trimestre. Serpeverde aveva guadagnato altri dieci punti, e i ragazzi uscirono soddisfatti dall'aula. L'umore di Frannie era un po' più alto, Edmund invece aveva l'aria un po' preoccupata. Le due amiche, sapendo che si sarebbe offeso molto se avessero mostrato di capire che si era fatto intimorire dalla Cooman, non dissero nulla.
Quando entrarono nella Sala Comune, un'idea saettò nella mente di Frannie. Cercò di scacciare il pensiero senza riuscirci, non voleva litigare con Margaret e, miseriaccia, quello sì che la avrebbe fatta arrabbiare… ma neanche avrebbe voluto presentarsi da sola. Guardò Draco Malfoy sedere su una delle poltrone con Pansy Parkinson appollaiata alla sua destra su un bracciolo che lo guardava con aria adorante. Se c'era una cosa per cui avrebbe messo la mano sul fuoco, era su Draco Malfoy accettare il suo invito alla festa. Come prima cosa, aveva sempre gradito la sua compagnia; ma soprattutto essere invitato a una festa esclusiva di ragazzi dal quinto anno in su da una ragazza Serpeverde di buona famiglia neo eletta prefetto avrebbe fatto schizzare la sua popolarità presso le scimmie dei suoi amici.  Si morse il labbro con decisione, Mag e Ed la guardavano titubanti. Chiuse gli occhi, sbuffò e andò a sedersi su una poltrona vuota, pesantemente.
-Frannie! Ehi! Che succede?
Chiese Mag accorrendo alla poltrona.
-Niente.
Mugugnò, guardando torva il gruppetto del terzo anno. Draco rivolse lo sguardo verso di lei e impallidì, sentendosi quello sguardo accusatorio sulla pelle.
"Non voglio litigare alla festa, e poi ci vado per divertirmi coi miei amici. Se ci andassi con lui non sarebbero contenti e non mi divertirei comunque, oltre a rovinare la festa a loro."
Vedendo che non accennava a parlare, Margaret e Edmund decisero di ignorarla. Lui raggiunse Zabini per sfidarlo a una partita a scacchi, e Mag prese a leggere il libro di pozioni, ripassando le proprietà delle pietre lunari.
-Che bel visino oggi, Malfoy. Ti fai ancora il bagno nel latte di asina?
Un ragazzo alto dai capelli ramati e un principio di barba abbaiò entrando nella Sala Comune, riferendosi probabilmente al pallore eccessivo del ragazzo. Draco non capì, e balbettò un grazie in risposta, nominando una lozione al muschio. Il ragazzo rise scuotendo la testa. Margaret ridacchiò un po' troppo di gusto, e lui si voltò.
-Rosander! Pevensie! Come butta?
-Ehi Hans!
Esclamò Edmund sorridendo amichevole, battendo il cinque al suo compagno di squadra.
-Begli allenamenti ieri, Westergard.
Continuò Mag, e lui le fece l'occhiolino. Hans si sedette per terra di fronte a loro e sussurrò
-Un po' tocco quel Malfoy, non trovate? Ogni tanto lo prendo in giro ma non credo capisca quel che gli dico.
Mag allargò il sorriso, Edmund si sistemò i capelli imbarazzato senza commentare, Frannie fece una piccola smorfia. I Westergard erano tra le famiglie più ricche del Regno Unito, e dunque tra le pochissime che né subissero il fascino né provassero timore della famiglia Malfoy.
-Scusate ma ho un po' di fame, vado a cena!
Frannie si alzò di scatto e balzò via, sbattendo su Jasmine che entrava nella sala con aria sognante.
-Ehi Fran, che dia...
-Lasciala stare, è un po' strana oggi.
Liquidò Edmund con un gesto della mano. Malfoy zittì la Parkinson con lo sguardo, la ragazza non aveva smesso un attimo di ridere e parlare del nulla, si alzò a sua volta e uscì senza dir niente a nessuno. Margaret alzò un sopracciglio. Edmund le posò una mano sulle gambe.
-Enchanté.
Mormorò Hans alzandosi, facendo il baciamano a Jasmine che stava per sedersi accanto agli amici nel posto lasciato libero da Frannie. La ragazza arrossì timidamente.
-Tu sei Hans, non è vero? Sono Jasmine.
Rispose cordiale, stringendogli la mano.
-E così ti piace circondarti di ragazze carine, eh Pevensie?
Rise, ammiccando a Jasmine e Margaret. Mag avvampò e Edmund tossicchiò a disagio.
-Mi piace circondarmi di persone intelligenti, di solito.
Disse, un po' freddo. I ragazzi chiacchierarono ancora un po' nella Sala Comune, Jasmine raccontò delle sue origini straniere e Hans parlò della sua villa in Scozia. Quando arrivò finalmente l'ora di cena, circa mezz'ora dopo l'uscita di scena di Frannie, i quattro Serpeverde si avviarono verso la Sala Grande abbastanza allegri. Edmund si era distratto e l'idea della festa lo elettrizzava, Margaret non si era ancora ripresa dall'estasi della frecciatina a Draco e gongolava in silenzio, mentre Jasmine era felice come una pasqua perché a cena avrebbe rivisto Aladdin. In quanto a Hans, beh, aveva l'aria di uno che mai nella vita aveva provato sensazioni come l'ansia e lo stress e il suo sorriso era più radioso che mai. Quando arrivarono nella Sala Frannie parlava fittamente con Draco Malfoy. Vedendoli si alzò e andò loro incontro, sembrava più sollevata e per questo motivo Margaret non disse niente. Vide Laetitia scoccare occhiatacce alla scena dal tavolo di Corvonero. Odiava apertamente Draco e in verità provava anche un morboso disprezzo per Hans. Forse perché Elsa, una delle sue migliori amiche, le aveva raccontato delle cose su di lui che non le erano piaciute per niente.
-Scusami Westergard,
Si affrettò a dire, raggiungendoli.
-Ero un po' nervosetta prima.
-Ti capisco Firwood, non preoccuparti. Ti ho vista correre avanti e indietro stamattina, dovrebbero lasciarvi un minuto libero. E, Pevensie?
Si girò verso Edmund ghignando.
-Confermo l'opinione che ho espresso sulle tue amicizie.
Edmund tossì ancora più forte, e Jasmine si defilò da Aladdin.
-Ora, se volete scusarmi...
Fece un breve inchino e si incamminò verso Marcus Flint, seduto a capotavola.
-Comunque,
Esclamò Frannie fiera,
-Non vengo sola alla festa.
-Non vieni sola?
Esclamò Mag sorpresa.
-E chi viene con te, allora?
La ragazza alzò le spalle, sorridendo enigmatica.
-Uno fico.
Le giornate sino al weekend passarono abbastanza velocemente, i ragazzi studiavano e basta. I prefetti facevano su e giù come sempre, ma nonostante ciò Edmund e Frannie iniziarono a presentarsi più spesso in biblioteca, le due amiche che vivevano praticamente chiuse là dentro li facevano sentire in colpa. Quando arrivò il venerdì i ragazzi erano visibilmente sollevati, persino Peter e Susan. I gemelli, iperattivi, non vedevano l'ora di andare alla festa, e faticavano molto a tenere il segreto con i non invitati. A colazione Frannie divorò la torta alla melassa, sgraffignando l'ultima fetta sotto il naso di Edmund.
-Ehi, ladra! Ne hai già mangiate tre!
-È buoniffima, fcufa Ed.
Farfugliò masticando rumorosamente. Margaret rise di gusto e Jasmine assunse un'espressione disgustata.
-Che bella giornata!
Sospirò Margaret allegra. Trasfigurazione, incantesimi, due ore di Lupin e poi weekend!
-E stasera la festa!
Aggiunse Frannie, dopo aver ingoiato la torta.
-Il tuo entusiasmo mi perplime, Frannie.
Commentò un po' diffidente Jasmine, facendo una smorfia.
-Però devo ammetterlo Frannie, hai avuto proprio una buona idea. La settimana è volata, questo novembre sembrava infinito sino a qualche giorno fa e ora siamo oltre la metà!
Disse Edmund sorridendo, dandole una pacca sulla spalla. Jasmine e Margaret si alzarono per andare a salutare Laetitia. Frannie stava per alzarsi dietro di loro, ma Edmund la trattenne.
-Ehi, Fran, aspetta!
La ragazza si voltò, con un sopracciglio alzato. Lui si avvicinò per sussurrarle una frase all'orecchio.
-Non... non hai invitato Draco, vero? Non che abbia qualche problema, lo sai, ma potrebbe davvero scoppiare il caos questa volta!
La ragazza arrossì leggermente.
-No Ed, stai tranquillo. Cioè, non nego di averci pensato ma... no. Meritiamo un po' di pace almeno stasera. Abbiamo solo parlato un po’. Mi ha spinta lui verso il mio accompagnatore. È uscito seguendomi perché ha capito che qualcosa non andava.
Lui le sorrise grato.
-Ma allora chi...
-Ehi gente! Siete pronti?
Fred e George apparvero dietro di loro facendoli sussultare.
-Quante volte devo dirtelo Fred? Io sono nata pronta!
Rispose la ragazza ridendo, buttando la testa all'indietro e posandola sulla pancia dell'amico, in piedi alle sue spalle.
-Forza, altrimenti la McGranitt questa volta ci fa neri per davvero!
I due Serpeverde si alzarono lesti, Fran diede una veloce aggiustata ai capelli di Edmund e raggiunsero gli altri. Arrivarono alla lezione giusto in tempo, e Margaret insistette per sedersi al primo banco. Avrebbero affrontato la smaterializzazione delle lumache, e evanescere qualcosa si diceva fosse abbastanza difficile. A fine lezione nessuno era riuscito a far sparire la sua lumaca, ma quelle di Mag e Fran erano vistosamente sbiadite, e quella di Edmund aveva acquisito straordinarie capacità camaleontiche. Dopo un'ora di esercizi di incantesimi di orientamento e due di una affascinantissima lezione sulle contromaledizioni di primo livello in cui Fran non aveva fatto altro che sospirare sognante al professore sinché Mag non la aveva silenziata con un incantesimo, i ragazzi decisero di saltare il pranzo per prepararsi, avrebbero mangiato a sufficienza alla festa, programmata a partire dalle cinque di quel pomeriggio. Dato che si erano mostrati così entusiasti, Fred e George Weasley erano stati incaricati dell'allestimento. Edmund, Margaret e Frannie si avviarono verso la Sala Comune dei Serpeverde, mentre Jasmine li abbandonò per il pranzo. Nel dormitorio Margaret iniziava a essere nervosa, e Frannie più elettrizzata che mai.
-Sai, la tua felicità mi preoccupa.
Sospirò Margaret, mentre l'altra l'aiutava con la zip del vestito.
-Sono felice perché amo le feste.
Mugugnò lei facendola voltare.
-Stai benissimo. E il costume non si vede affatto.
-Perfetto!
Rispose l'amica guardandosi allo specchio pensierosa. Il vestito blu notte scendeva a campana, lo scollo a barca scopriva le scapole bianche.
Frannie si stava ancora infilando il costume pensando a cosa mettere.
-Credo che andrò sul nero, cosa ne dici Mag?
Borbottò, guardando un tubino buttato sul letto.
-Non vedo perché no.
Rispose Margaret senza neanche aver sentito la domanda, sistemandosi qualche forcina tra i capelli. Frannie si truccò di corsa, infilò il tubino nero e afferrò il mantello, indossandolo in modo che coprisse la totalità del vestito. Gli altri studenti e, specialmente, i professori non dovevano capire che i ragazzi erano vestiti a festa.
-Vai con Ed, ci vediamo lì.
-Come sarebbe ci vediamo lì? Fran? Fran!
La ragazza era già sparita. Margaret sbuffò sonoramente, aggiustandosi il rossetto. Dopo aver finito di prepararsi si infagottò anche lei nel mantello di Serpeverde e uscì dal dormitorio affannata. Edmund la aspettava sorridente, col mantello chiuso da un bottone d'argento, sorrideva smagliante. La ragazza arrossì leggermente.
-Ehi Ed!
-Andiamo?
Lui le tese la mano, incoraggiante. Stando attenti a non far uscire un solo centimetro di tessuto dai lunghi mantelli, camminarono svelti verso il bagno. Le scale collaboravano, come i due notarono con molto piacere, portandoli dritti al piano.
-Non sono mai stata nel bagno dei prefetti!
Esclamò Mag in un sussurro.
-È bellissimo, davvero. Vedrai.
I ragazzi erano a due passi dalla porta, Edmund bussò tre volte, secco, come d’accordo.
-Cognome e nome, prego.
Fece la voce di un Weasley da oltre la soglia.
-Pevensie, Edmund. Prefetto. Rosander, Margaret. Accompagnatrice.
Rispose, facendole l'occhiolino.
-Fate passare il vostro invito sotto la porta, prego.
-Quale invito? Abbiamo organizzato noi la festa, salame!
Sentirono una risata, poi la porta si aprì. I ragazzi capirono che doveva essere stata stregata con un incantesimo muffliato, perché aprendosi vennero investiti dalla musica. I due entrarono di corsa e George Weasley chiuse immediatamente l'entrata, sigillandola. Margaret spalancò gli occhi sbalordita, osservando il bagno. I lavandini erano d'oro massiccio, e tutto, dal pavimento al soffitto, era composto da un luccicante marmo bianco con venature verdi e rosate. Al centro della stanza una grande vasca era riempita d'acqua con una schiuma di un blu intenso che emanava un dolce aroma di lillà. Philip e Aurora erano seduti in acqua uno accanto all'altro, lui teneva in mano un bicchiere pieno di liquido ambrato, si sorridevano l'un l'altra. Il cuore di Mag ebbe un tuffo. Frannie le aveva chiesto il permesso per invitarlo, le sarebbe sembrato sgarbato invitare Angelina e non lui, e lei le aveva detto di sì. Improvvisamente si sentì sicura della sua scelta: Edmund si era tolto il mantello. Portava un completo in gessato verde bottiglia e una camicia candida, come la cravatta e le scarpe. Sorrideva togliendosi i pelucchi lasciati dal mantello sulla spalla con la mano sinistra. Lo guardò per qualche istante senza sapere cosa dire, togliendosi il suo.
-Stai bene.
Disse lui guardandole il vestito e spiazzandola completamente.
-Oh, beh, grazie. Anche tu.
George continuava a far guardia alla porta, assistito dalla Johnson. Fred Weasley esaminava attentamente i rubinetti sulla sinistra, consultandosi animatamente con Cedric Diggory. Cho Chang, la sua accompagnatrice, si avvicinò ai due ragazzi per salutarli, in imbarazzo.
-Ciao.
Mormorò confusa.
-Ciao, piacere. Mi chiamo Margaret.
-Cho.
Lei le strinse dolcemente la mano.
-Io sono Edmund. Cercatrice di Corvonero, mi sbaglio?
La ragazza rise piano.
-No, è proprio così. Sapete, non conosco nessuno qui, a parte Ced. E mi sembra piuttosto impegnato al momento. Stanno cercando di incantare i rubinetti in modo che spillino idromele e burrobirra.
La risata argentina della ragazza li mise un po' a disagio. Arrivarono anche Laetitia e Belle, insieme al prefetto Corvonero, non accompagnato. Margaret e Edmund salutarono Laetitia con gentilezza un po' impostata, e non guardarono l'altra in faccia nemmeno un attimo. Un tavolo pieno di stuzzichini era stato allestito vicino alle docce, e Edmund assaggiò una tartina al prosciutto. Mag versò due calici di burrobirra e ne passò uno all'amico, e un altro a Peter che era appena entrato insieme a Susan.
-Dov'è Frannie?
Chiese Peter curioso. Prima che Margaret potesse rispondere Edmund, che aveva lo sguardo verso la porta, si strozzò con un sorso e sputacchiò la burrobirra sul pavimento con gli occhi sbarrati. Mag sentì un
-Ciao amico! Che diavolo ci fai qui?
Da parte di Diggory, e si voltò. Probabilmente se avesse avuto della burrobirra in bocca la avrebbe sputata anche lei. Tony stava aiutando Frannie a togliere il mantello, prima di sfilarsi il suo nero e oro. Portava un elegante completo color castagna e una camicia candida, senza cravatta. Sorridevano entrambi. Proprio in quel momento, mentre i due si avvicinavano agli amici, sentirono un
-Per Merlino, sì!!!
E tutta la sala si voltò, ammaliata. Dai rubinetti usciva a fiotti un idromele di ottima fattura.
-Lo senti anche tu George?
-Musica per le mie orecchie, Fred!
Esclamarono i gemelli sognanti, tendendo l'orecchio al flusso che sgorgava dai tubi dorati.
Tony era andato a salutare Diggory verso la piscina, ora anche lui e Cho facevano il bagno, e Frannie si avvicinò saltellando agli amici.
-Cosa significa?
Chiese Margaret, sorridendo a trentadue denti. Fran alzò le spalle senza smettere di ridacchiare compiaciuta.
-Mi sono decisa alla fine. Però... sono stata ben attenta a specificare "come amici".
-Cosa?
Domandò Edmund.
-Perché?!
Sbraitò Mag.
-Perché non mi vuole, ecco perché. Se glielo avessi chiesto in quel senso non sarebbe venuto.
-È venuto, però.
Constatò Edmund, guardandolo di sottecchi.
-Solo perché ho specificato "solo amici", o non sarebbe qui.
-Non puoi saperlo, Frannie!
Rispose Margaret, indignata.
-Andiamo, andiamo, per ora sono contenta così, va bene? Non roviniamo tutto, vi va?
Gli altri sospirarono. Fred e George arrivarono correndo con un vassoio carico di calici di idromele. Frannie ne afferrò due e Susan la guardò con severità.
-Uno è per Tony, tranquilla.
Balbettò lei, grattandosi la testa nervosa mentre i calici levitavano accanto a loro. Margaret ne prese uno e lo assaggiò con la punta delle labbra.
-Ma è ottimo!
Edmund stava ancora terminando la sua burrobirra, mentre Peter era appena a metà del suo bicchiere di whisky incendiario. Susan rifiutò con garbo l'offerta e i due si diressero verso la piscina. Laetitia e Belle avevano creato un idromassaggio con le bacchette, e si godevano le bolle discutendo di libri. Il prefetto Corvonero era rimasto sul bordo, completamente vestito, e le fissava come se non avesse idea di quel che stessero dicendo. Tony si avvicinò al gruppo che beveva, salutò calorosamente Peter e si presentò agli altri. Accettò con gentilezza il suo calice e si mise a bere chiacchierando amichevolmente. Ci fu un giro e poi un altro, e Margaret cominciava a sentirsi un po' allegra.
-Che caldo eh?
Borbottò Frannie sventagliandosi con la mano.
-Non fa caldo, hai solo bevuto troppo.
Ridacchiò Peter, che reggeva benissimo l'alcool.
-Perché non – woops – entriamo in piscina?
Chiese Edmund che stava per inciampare nei suoi stessi piedi.
-Certo che sei proprio un astemio, Ed.
Commentò Margaret ridacchiando, ma anche lei era tutta rossa sulle gote e ogni tanto singhiozzava leggermente.
-Sai che ti dico Eddie? È una spleeendida idea!
Frannie annuiva con vigore. Tony, che se era brillo non lo dava affatto a vedere, rise guardandola con affetto. Susan si guardò intorno, fece una smorfia e decise di congedarsi.
-Fate i bravi.
Raccomandò ai fratelli, sgusciando via in silenzio. Edmund alzò gli occhi al cielo.
-Non avercela con lei Ed, anzi dovresti esserle grato. Sa che sarebbe insopportabile e piuttosto che rovinarci la festa preferisce andare via.
Lui sbuffò sommessamente.
-Se lo dici tu.
In breve, tutti i presenti alla festa si buttarono in piscina, Tony non senza una certa insistenza e qualche bicchiere in più.
-Perché si vergogna tanto? È stupendo!
Sussurrò Frannie all'orecchio di Mag a un certo punto della serata. Lei si mise a ridere imbarazzata e non rispose. A un certo punto, l'irreparabile. George cercò di tirare un mucchio di schiuma verso Fred, mancandolo palesemente causa whiskey incendiario nel sangue. Lo schizzo finì dritto sulla guancia di Cho, il tempo parve fermarsi. Cedric Diggory, incredibilmente oltraggiato, restituì il favore, ma qualche goccia di schiuma finì nell'occhio di Edmund, facendolo lacrimare. Da lì, il caos. Peter con un calcio sollevò un'ondata che investì in pieno Cedric, Cho, Philip e Aurora, che stavano dall'altro lato della pozza. Tony iniziò a preparare una difesa, alzando un muro di schiuma con la bacchetta, che però si infranse quando uno schizzo d'acqua saponata lo attraversò gettato dalla bacchetta di Philip, dietro cui si era rannicchiata spaventata ma divertita Aurora. Belle uscì dalla piscina sbuffando, scocciata dal trambusto, ma accidentalmente Margaret le schizzò i capelli di schiuma candida non appena riuscì ad asciugarsi.
-Oooops!
Esclamò la ragazza, Edmund e Frannie ridevano a crepapelle. Con grande disappunto di Belle, Laetitia non uscì, bensì si buttò nella mischia. Angelina Johnson sembrava un demonio, aveva sempre una manata di schiuma pronta per la faccia di qualcuno. Dopo una ventina di minuti la guerra si quietò e i ragazzi tornarono a rilassarsi. Philip e Aurora si scambiarono un bacio appassionato. Sia Frannie che Edmund guardarono Margaret preoccupati, ma la ragazza sembrava avere altro per la testa. Poco dopo, con grande orrore di tutti i presenti, la maniglia della porta si mosse: qualcuno stava cercando di entrare. Diggory spense in fretta la musica, un mormorio di voci iniziò a diffondersi per il bagno.
-Cosa? Chi sarà mai? Ci siamo tutti.
-Forse è Susan Pevensie che ha cambiato idea.
-Impossibile scemo, non ha bussato tre volte.
-Che sia qualcuno di estraneo alla festa?
-Da escludersi, solo i prefetti vengono in questo bagno, e sono stati tutti informati!
Calò il silenzio per un attimo, la maniglia girò a vuoto un'altra volta.
-Alohomora.
Gracchiò una voce dietro la porta. Per miracolo, l'incantesimo di chiusura dei gemelli tenne.
-Percy. È l'unico a parte noi che usa questo bagno, e noi ci siamo ancora tutti.
Sibilò Frannie, in tono asciutto. Tutti parvero svegliarsi dall'ebbrezza.
-Che facciamo? Dobbiamo farlo entrare, o andrà a chiedere a Gazza perché la porta non funziona. Frannie intanto smaterializzava i vestiti sparsi nella stanza, trovandolo molto più facile che smaterializzare delle lumache. Sparirono senza problemi. Margaret, presa dall'adrenalina, trasfigurò piatti e bicchieri vuoti in pile di asciugamani.
-Nascondiamoci, presto!
I ragazzi uscirono dall'acqua, Edmund dovette essere tirato su di peso da Peter e Tony.
-Chi gli apre?
La maniglia girò per la terza volta.
-Lui, mi sembra il più sobrio.
Belle indicò Tony col dito tremante dalla paura.
-Non può aprirgli lui, non è un prefetto, non dovrebbe essere qui, zucca vuota.
Abbaiò Frannie con disprezzo.
-Non guardate me!
Mugugnò Edmund, che a stento si reggeva in piedi. Cho Chang rideva come una cretina, aveva bevuto troppo.
-Qualcuno la silenzi, presto!
Piagnucolò Aurora, la voce colma di preoccupazione.
-Ho capito, ho capito, vado io.
Borbottò Peter, scuotendosi i capelli e coprendosi interamente ancora in bermuda col primo mantello capitato a tiro, rievocato per l'occasione. Gli altri, ancora in costume da bagno e bagnati fradici, si chiusero nei cubicoli dei bagni in attesa. Sentirono la porta aprirsi.
-Pevensie?!
La voce di Weasley echeggiò per tutto il bagno. Nel gabinetto di Mag, Ed, Fran e Tony si guardavano atterriti.
-Scusa Percy, il bagno è fuori servizio.
-È perché sei qui dentro, allora?
-Oh, ehm, i gabinetti sono fuori servizio. Io volevo farmi una doccia.
-Vedo.
Commentò freddo Percy, che doveva aver notato la vasca. Molte cose potevano dirsi di quel ragazzo, ma non era certo uno stupido.
-Quello è un mantello Grifondoro?
-Questo? Certo che no.
La voce di Peter cominciava a incrinarsi. Rise nervoso.
-Sì che lo è. Guarda lo stemma, è chiaramente un leone.
-Oh caspita, hai ragione. Devo aver preso per sbaglio quello di mia sorella.
-Quello è il mantello di tua sorella di dodici anni? Deve andarle un po' lungo.
Commentò tagliente. Ci fu silenzio. Probabilmente si stava guardando intorno per trovare qualcosa fuori posto. Edmund riusciva a immaginare la faccia finta impassibile di Peter e rischiò di scoppiare a ridere. Mag gli tappò la bocca con la mano e il ragazzo emise un suono strozzato. Evidentemente Weasley non trovò alcun cedimento sul volto di Peter e di certo non sentì il singhiozzo divertito di Edmund.
-Sei tutto bagnato.
-Te l'ho detto Perce, mi stavo facendo una doccia.
-Mh. Come vuoi. Buona notte, Peter.
I ragazzi sentirono una porta chiudersi e dei passi trascinarsi in lontananza.  Peter sospirò di sollievo.
Fred e George furono i primi ad affacciarsi dal gabinetto, insieme ad Angelina Johnson.
-Avvoltoio spennacchiato.
Imprecò George, che si stringeva nelle spalle tentando di scaldarsi. Frannie fece riapparire i loro vestiti e i ragazzi cominciarono ad asciugarsi. Peter si tolse il mantello.
-Tieni Philip. Temo di averlo bagnato, mi dispiace. Non mi sono curato di chi fosse, avevo una certa fretta.
-Non preoccuparti amico, non è un problema.
Rispose lui cordiale. Quando furono vestiti e asciutti, era chiaro che la festa era finita. Frannie guardò l'orologio, erano le dieci.
-Se siamo fortunati, gli altri saranno già al dormitorio. Non ci noteranno.
Mormorò Diggory, sistemando il mantello a Chang.
I ragazzi uscirono di soppiatto, guardandosi intorno. Belle diede un'ultima occhiata in giro per assicurarsi che nulla fosse diverso dal solito. La piscina era stata svuotata e pulita. Si separarono, ognuno verso la sua casa.
-Ciao Fran, grazie dell'invito.
Tony le scoccò due baci sulla guancia e lei trattenne a stento un grido di giubilo.
-Oh, figurati, è stato divertente.
Borbottò imbarazzata la ragazza. Tornarono tutti al dormitorio di buonumore, a parte Belle che si era presa davvero un bello spavento a causa di Percy, forse perché non aveva bevuto. Margaret invece contrariamente al solito sembrava molto tranquilla per essere stata appena quasi scoperta, probabilmente perché lei invece aveva mandato giù parecchi bicchieri. I tre arrivarono alla Sala Comune sorridendo sereni. Edmund camminava un po' incerto ma iniziava a riprendersi seriamente.
-Meno male che Sue se n'era andata...
Esclamò con un brivido. Al momento di accomiatarsi, Mag lo salutò calorosa.
-Sei stato un buon accompagnatore!
Disse ridendo, baciandolo sulla guancia.
-Lo so!
Rispose lui, facendole l'occhiolino.
-Buona notte Ed. A domani.
Gli disse Frannie stringendolo in un breve abbraccio.
-A domani Fran.
Mormorò, prima di barcollare nella camera. Le due ragazze entrarono nel loro dormitorio, grate di trovare Miles e Jasmine già addormentate. Si liberarono in fretta dei mantelli e dei vestiti, struccandosi con un colpo di bacchetta.
-Fico eh?
Chiese Fran, buttandosi sul letto, esausta.
-Fico.
Concordò Mag, infilandosi sotto le coperte. Erano brille e stanche e si addormentarono subito. Quella notte dormirono un lungo sonno senza sogni, in serenità.  
 

Note

Dunque, questo capitolo è stato un po' malinconico all'inizio. Edmund finalmente si è confidato con le sue amiche e non è stato facile riprendersi. Abbiamo cercato di reinventarci la sua storia ne Le Cronache di Narnia adattandola al contesto di Harry Potter, spero prorpio che vi sia piaciuta!
La festa nel bagno dei prefetti ha risollevato il morale di tutti. Frannie si è decisa a invitare Tony, anche se ha molta paura di dichiararsi; Edmund e Mag sono stati bene insieme, ma sono due grandi imbranati
.
Nel prossimo capitolo arriverà dicembre, e con esso due eventi importanti: prima di tutto, una partita di Quidditch molto particolare, e poi ci sarà il compleanno di Mag. Evviva.
Vi ricordo che non mordo e che ho molto piacere a leggere i vostri commenti!

A giovedì!
   
 
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