Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Harley Sparrow    15/10/2018    1 recensioni
Anno 1993/1994
Mentre Harry Potter vive il suo terzo anno a Hogwarts, tre ragazzi Serpeverde del quinto anno si troveranno ad affrontare misteri inaspettati. Tra feste clandestine nel bagno dei prefetti, amori, delusioni, un misterioso cane nero che sembra perseguitarli e la minaccia del famigerato assassino Sirius Black che cerca di introdursi a Hogwarts, riusciranno Edmund, Margaret e Frannie ad arrivare a fine anno interi e a passare i G.U.F.O.?
*
Sono presenti anche personaggi Disney e de Le Cronache di Narnia, faranno da contorno alla storia. Vi consiglio di leggere l'introduzione per capire meglio come abbiamo gestito loro e i personaggi di Harry Potter.
*
Dal testo:
“Era…Era…”
“Sì” rispose Margaret, che aveva il volto rigato dalle lacrime.
“Ma cosa ci faceva un Dissennatore qui? È grave, praticamente siamo tutti disarmati!” disse Laetitia con la voce incrinata.
“Per Sirius Black, ovvio. Vorranno assicurarsi che non tenti di avvicinarsi a Potter. Ma è davvero assurdo mandarne uno qui sopra!” esclamò Frannie con rabbia.
Quei pochi istanti di gelo avevano riportato alla mente di tutti dei ricordi terribili.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Serpeverde
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
VII

We need a little Christmas

*



 
“Hai quasi finito?”  
Un’impaziente Frannie guardò l’amica che scriveva con calma su una pergamena a forma di albero di Natale. 
“Aspetta ancora un attimo!” si lamentò Mag. 
Intanto Edmund stava trafficando con un orologio piuttosto difficile da incartare a causa della forma bitorzoluta. Ognuno dei fratelli Pevensie aveva il compito di incartare un regalo destinato agli altri, e al ragazzo Serpeverde era toccato l’orologio nuovo per Susan. Ogni tanto lanciava qualche imprecazione contro il Magiscotch e Frannie rideva.  
“Ecco, ho finito! Firmate anche voi!” esclamò Mag porgendo la pergamena ai due ragazzi. Edmund fece per prenderla ma Fran lo precedette. Lesse velocemente gli auguri scritti in un elegante corsivo e approvò il bigliettino destinato ai gemelli Weasley.  
“Ricordiamoci di farlo firmare anche a Laetitia!” disse Edmund prendendo la penna che gli stava passando l’amica.
Il pacco per Fred e George era il più grande, ma ancora dovevano fare l’Incantesimo di Estensione Irriconoscibile. Stavano attendendo che Fran, la più brava in questo campo, finisse di impacchettare i suoi regali.
Mag aveva ormai finito e si stava occupando di scrivere i bigliettini (anche quelli degli amici). Si alzò e aprì lo scatolone per controllare che ci fosse tutto.
“Foglie di alloro, polvere di ossa di drago…” disse fra sé e sé “Hey, dove sono le fialette di fegato di salamandra e di sangue di drago?”   
“Sotto alle foglie di quercia!” rispose Fran senza distogliere lo sguardo dal suo pacchetto.  
“Oh, giusto!” disse prima di tornare al suo posto. Si sedette e aspettò che gli altri due finissero.
La Sala Comune dei Serpeverde, sotto Natale, era semplicemente meravigliosa. Dal soffitto pendevano nastri argentati e stalattiti di ghiaccio calde per magia. I lampadari d'argento purissimo avevano assunto la forma di fiocchi di neve, e ovunque erano appese ghirlande di bucaneve bianchi e profumati, che non appassivano. Margaret, Edmund, Jasmine e Frannie erano gli unici Serpeverde rimasti per le vacanze di Natale e mentre prendevano un tè nella sala comune (grazie al nuovo bollitore di Mag) si erano ricordati che avevano ancora parecchi regali da impacchettare. La mattina precedente tutti gli altri studenti erano tornati a casa, lasciando il castello deserto. I fratelli Pevensie, che non avevano un posto in cui andare dal momento che erano orfani di padre e la madre lavorava molto – così avevano detto – erano rimasti a Hogwarts, e Frannie e Margaret di conseguenza, per non farli sentire soli. Jasmine, dopo la storiaccia con Jafar, aveva bisogno di stare lontana per un po'; tanto più considerando che Aladdin, il suo nuovo fidanzato, non aveva abbastanza denaro per tornare a casa più di una volta l'anno, inoltre era troppo orgoglioso per accettare prestiti. Persino Laetitia aveva deciso di rimanere nell'istituto. I genitori erano andati in vacanza in Francia e lei aveva saggiamente scelto di restare, sia per avere compagnia sia per impegnarsi con lo studio, consapevole che in Francia avrebbe fatto ben poco. Harry Potter ovviamente era rimasto nel castello ormai per il suo terzo anno consecutivo, con il fratello di Fred e George alle calcagna, come sempre. In ultimo Hermione Granger, che come Mag e Fran aveva deciso di rimanere per stare più vicina ai due amici.  
L’Albero di Natale scintillava incantevole davanti alla luce del pomeriggio della Vigilia di Natale; Mag rimase a fissarlo rapita finché non fu ridestata da Fran che esclamava “Finito!”, poi si diresse verso il pacco controllato poco prima da Margaret e agitò la bacchetta.  
Adduco Maxima!”
Il pacco si restrinse così tanto da diventare poco più grande di un pugno chiuso.  
“Perfetto!” trillò Mag prendendolo fra le mani e iniziando a impacchettarlo. 
Quando anche Edmund ebbe finito la battaglia contro il suo pacchetto – agli altri avrebbe pensato quella notte – si alzarono tutti, afferrarono i loro pacchi da spedire e si diressero verso la Voliera. 
Margaret fece levitare le tazze sino al baule del suo dormitorio, appena dopo averle rese nuovamente scintillanti con un tocco di bacchetta.  
“Aspettate!” li interruppe Frannie rimanendo seduta. “…Tanto Laets arriverà in ritardo, ci scommetto. Non ho ancora deciso se inviare il mio regalo a Tony…”  
La ragazza si coprì la faccia con le mani, imbarazzata. In quei mesi il giovane Tassorosso si era avvicinato parecchio a lei (per studiare, ovviamente, continuava a ripetere la ragazza senza però celare un certo compiacimento).  
“Beh, Fran, lo hai comprato. Sarebbe stupido non mandarlo, non credi?” ridacchiò Edmund.  
“E se lui non mi manda nulla? Ci resterei male e lui si vergognerebbe”  
“Sì ma se invece lui ti mandasse qualcosa e tu nulla, saresti tu a vergognarti. Soprattutto sapendo di averglielo comprato ma non mandato” spiegò Margaret conciliante. Frannie sospirò scuotendo la testa.  
“E va bene. Ma se non mi manda nulla me la prenderò con voi” rispose riluttante alzandosi in piedi.  
“Abbiamo tutto?” chiese Jasmine guardando gli altri tre. Mag controllò nella scatola delle buste da tè, ci infilò la bacchetta per far luce.  
“Sembra di sì!”  
I ragazzi uscirono dalla Sala Comune e si incamminarono verso la Voliera. Frannie strinse una scatola di cereali, i preferiti del suo gufo Dante. Quando arrivarono all'ultimo piano della torre, dopo essere usciti per la scala esterna e aver sonoramente imprecato, soprattutto Edmund e Jasmine, per il freddo, constatarono con un'alzata di sopracciglio che Laetitia non era ancora arrivata.  
“Io ve lo avevo detto” commentò Fran sollevando il braccio per far posto al gufo. Si versò un po' di cereali al miele nella mano libera e lui iniziò a becchettare.  
“Chi è il chicco di mamma, eh?” chiese strofinando il naso fra le piume fulve di Dante, che tubò felice.  
 “Allora, cominciamo!” esclamò Edmund ponendo fine a quella scena.  
Fran affidò al gufetto quattro pacchetti: quello per i gemelli Weasley, i guanti da portiere per Tony, e infine due pacchettini per i genitori. 
“Ehi!”  
Un grido offeso li fece voltare di scatto. Laetitia, col suo gatto Rui stretto in braccio, si affacciò alla porta della Gufiera con il volto colmo di disappunto.  
“Avete iniziato senza di me!”  
“Non sapevamo quando saresti arrivata…!” rispose Jasmine alzando le spalle.  
“Io?!?” rispose la ragazza con finto sconcerto “Quando mai sono arrivata in ritardo? Arrivo sempre al momento giusto!” 
Gli altri scoppiarono a ridere. Lei si avvicinò e Rui soffiò al gufo sul braccio di Frannie, che lo ignorò bellamente. La ragazza accarezzò il gatto per tranquillizzarlo.  
“A che ora siete arrivati?”  
“Non da molto, tranquilla!” rispose Mag “Stavamo giusto per spedire quello per i gemelli! Tieni, firma il biglietto!” aggiunse porgendole la pergamena. La ragazza posò a terra il gatto, che iniziò a strusciarsi fra le sue gambe e Edmund si abbassò per dargli una carezza.  
Mag aveva tre pacchetti: uno per Aurora e due per i genitori. Per Aurora aveva comprato un bel vestito azzurro scuro che, girando due volte verso destra, diventava rosa. Alla giovane Tassorosso sarebbe stato benissimo. Per i suoi genitori due sciarpe molto calde, sperando che le avrebbero apprezzate.  
Edmund aveva fatto la maggior parte dei regali con le due amiche, quindi aveva solo l’orologio per Susan e un regalino per la madre. Lo affidò a Silver, il suo falco.  
Laets, dopo un’accurata scelta del gufo, gli affidò i regali per due sue care amiche Corvonero che erano tornate a casa per le vacanze. Per Elsa, una ragazza bellissima ma anche molto timida e fragile, aveva preso due regali, dal momento che era totalmente indecisa: cioccolatini di ogni genere e una cornice con due foto all’interno, una di Elsa con la sorellina Anna da piccole che ridevano e scherzavano insieme – che Anna le aveva inviato in quei giorni – e una foto di loro due al secondo anno, ancora molto piccole, quasi bambine, che ridevano per una battuta ormai dimenticata. Per Belle, la sua migliore amica, aveva preso un libro intitolato “Femminismo: cosa manca al mondo Babbano”.
“Potreste iniziare a andare? Devo salutare il mio gufo” disse Fran quando tutti ormai avevano finito di caricare i regali. Gli altri rimasero perplessi. Jasmine arricciò le labbra, mentre Edmund alzò un sopracciglio, ma poi capì. Prese Margaret sottobraccio e Laetitia per la spalla, le invitò a uscire.  
“Andiamo da Peter e da Aladdin, vi va?”  
A quelle parole anche Jasmine lo seguì, meno riluttante. Frannie sorrise scuotendo la testa, pensando all’amico che l’aveva capita. Tirò fuori dalla tasca del mantello una bustina di velluto verde.  
"Andranno bene? In genere ci azzecco sempre a Natale, ma di solito sono a casa e mamma mi aiuta con lo shopping"
Tastò i gemelli d'argento dentro la bustina, cercando di riconoscere l'incisione a forma di serpente attraverso la stoffa. Si assicurò che il cartellino Draco Malfoy fosse leggibile e infilò tutto nel sacchetto di Dante con aria furtiva, senza bisogno di rimpicciolire nulla, dato che il regalo era piccolo e leggero. Allungò un ultimo cornflake al gufo rossiccio e lo vide becchettare nella ciotola dell'acqua. 
“Ciao Dante, a domani!” sospirò grattandogli le penne sulla nuca. 
Quando arrivò in Sala Grande vide che gli amici erano lì ad aspettarla. Rimase stordita dalla maestosità della sala, dalle enormi ghirlande di pungitopo, dalle stelle di Natale attorcigliate all'agrifoglio, dal soffitto incantato che proprio in quel momento stava facendo nevicare: i fiocchi di neve si dissolvevano, volteggiando, appena pochi metri sopra le loro teste. 
I ragazzi erano vicini al tavolo Tassorosso. Peter era seduto a capotavola sorridente con le gambe incrociate. Margaret alla sua sinistra, con dietro Edmund in piedi che si appoggiava con i palmi sulle sue spalle e parlava col fratello ridacchiando. Laetitia alla destra di Peter, dove Frannie la raggiunse svelta mettendosi nella stessa posizione di Edmund che stava di fronte. Il ragazzo le fece l'occhiolino e lei ricambiò con un ghigno. 
“Che combinate voi due?!” chiese Peter sospettoso.  
Niente!” risposero i due in coro. Gli altri aggrottarono la fronte, poco convinti. Fortunatamente in quel momento arrivò Susan, compagna di Casa di Laetitia, di un anno più grande di lei. Si infilò nella sala guardandosi intorno sospettosa. Si avvicinò al tavolo senza smettere di guardarsi alle spalle e scambiò con i fratelli uno sguardo complice.  
“Dov’è Lucy?” sussurrò accovacciandosi tra Edmund e Peter. 
“Tirati su, Sue, dovrebbe essere in Sala Comune con Potter e Weasley” rispose Edmund ridendo. Margaret si morse il labbro ammirata. Lucy Pevensie era stata l’unica della famiglia a essere riuscita a relazionarsi con Harry Potter, un po’ la invidiava.  
“Lo hai preso?” chiese Peter. 
“Sì, è un vero demonio. È nella nostra Sala Comune”  
Laetitia si ridestò incuriosita.  
“Cosa ci hai portato, Susan?”  
“Oh, il regalo per mia sorella…” spiegò la ragazza “Le abbiamo preso un gatto, ma è un autentico diavolo!” 
Edmund sorrise.
“Allora è perfetto per Lucy!”  
“Tienilo tu se la cosa ti rende così felice!” sibilò la sorella. 
“Sì, Ed, portalo nella nostra Sala Comune! Così gioca con Jaime!” esclamò Margaret entusiasta.  
“Ma che dite, lasciatelo a noi, così gioca con il mio Rui!” si intromise Laets, che non avrebbe mai rinunciato alla possibilità di avere vicino un gatto “E poi ormai è nella nostra torre!” 
Frannie scoppiò a ridere sentendo il tono deciso dell’amica.  
“Ha già un nome?” chiese Peter con aria serena.  
“La negoziante ha detto che si chiama Aslan. Sembra forte, era il più bello! Ha il pelo color miele e il collare rossiccio… Un leone in miniatura!”  
“Sembra bellissimo!” sospirarono Mag e Laets con aria sognante.  
“Sì, peccato che abbia distrutto tutti gli addobbi della nostra Sala Comune, Laets” rispose Sue seria. 
“Ti aiuto io a sistemare tutto, tranquilla!” la confortò la ragazza.  
“E comunque Lucy lo addomesticherà per bene. Gli animali la capiscono” concluse Peter rassicurando la sorella.  
Poco dopo la Sala Grande si riempì di studenti e professori, quelli che erano rimasti. Videro Potter parlottare con il piccolo Weasley e Aladdin scambiare due parole con la Granger e Lucy; Susan si era unita a loro per non rimanere nel tavolo da sola, mentre Peter e Laetitia si unirono ai Serpeverde.   “Ma non potevamo metterci tutti nello stesso tavolo? Siamo pochissimi!” chiese Jasmine che sentiva già la mancanza del suo ragazzo.  
“Magari lo facciamo domani! Tanto fra poco ce ne andiamo!” disse Fran mangiando i suoi ravioli in brodo svogliatamente.  
La maggior parte dei ragazzi si alzò dal tavolo: non vedevano l'ora che arrivasse l'indomani. Susan e Laetitia si avviarono verso la torre di Corvonero (Laetitia stava convincendo la ragazza che i gatti vanno amati e basta). Jasmine e Aladdin andarono a farsi una passeggiata prima di dormire, lui le cinse i fianchi con il braccio e lei posò la testa sulla sua spalla.  
Anche i professori si dileguarono silenziosi, e quando le candele iniziarono a spegnersi nella Sala Grande erano rimasti solo Margaret, Frannie, Edmund e Peter. 
Margaret e Frannie si alzarono insieme, e guardarono Edmund in attesa che le seguisse, prima di salutare l'altro. Lui per un attimo le guardò perplesso, poi capì e sorrise scuotendo la testa.
“Andate pure, io non vengo.” 
“Non vieni?” chiese Mag.  
“Non vai?” chiese Peter.  
“Certo che no! Sei l'unico Tassorosso stanotte, Pete, non crederai che ti lascerei passare la vigilia di Natale da solo!”
Il fratello maggiore lo fissò incredulo.  
“Ma tu non puoi entrare nella mia Sala Comune, lo sai questo vero?” L’altro alzò gli occhi al cielo.  
“Per Merlino Peter, non sono un idiota. Rimarremo qui, ovviamente.” 
“Vuoi passare la notte in Sala Grande?” Peter sgranò gli occhi, mentre Frannie sorrise eccitata.  “Restiamo anche noi!”  
Margaret la fissò timorosa.  
“Anche noi? Ma è vietato passare la notte fuori dal dormitorio!” Ricordò ai ragazzi, memore di tutte le precauzioni che la scuola aveva adottato contro Sirius Black.  
“Che sciocchezza” rispose Edmund agitando la mano come per scacciare un insetto fastidioso “Siamo una decina di studenti, le regole oggi sono più elastiche del resto dell'anno.” 
“Saranno più elastiche forse, ma ancora esistono...” commentò Peter stringendo le labbra. 
“Ok, ok, facciamo così: restiamo qui a farci compagnia per un po' e quando caschiamo dal sonno e non ci reggiamo più in piedi andiamo a dormire ognuno in camera sua. Ci state?” 
Frannie parlò con fierezza. Edmund le sorrise grato, Margaret e Peter la guardarono poco convinti. Finalmente, il Tassorosso sospirò.
“E va bene. Ma a mezzanotte tutti a letto!” 
Frannie e Ed si scambiarono un sonoro cinque. Peter sfoderò la bacchetta verso la porta della sala, mormorando “Muffliato”.
"Se Mag non avesse avuto quell'idea balzana di dare a Potter la Mappa del Malandrino potremmo controllare se arriva qualcuno. Fred e George ce l'avrebbero lasciata sicuramente." pensò Frannie alzando gli occhi al cielo e alzandosi in piedi. 
“Dove vai?” chiese Mag sorpresa.  
“Vado a prendere una cosa. Restate qui.” 
I ragazzi si guardarono perplessi, preoccupati dal sorriso da sfinge della ragazza. Sgattaiolò quatta fuori dalla porta, chiudendosela alle spalle ridacchiando. 
“Miseriaccia, a saperlo avremmo chiesto di restare anche a Sue e Laets” commentò Peter con sguardo triste. 
Margaret tentò di dissimulare una smorfia. Il ragazzo non aveva mai chiamato Laetitia con il suo soprannome prima, e poteva ovviamente non significare nulla, ma si chiese se dietro quelle parole potesse esserci di più. Guardando Edmund si accorse dall’espressione del ragazzo che anche lui doveva aver pensato lo stesso. 
“A proposito, cosa avete regalato all'altra vostra sorella?” chiese Mag, scuotendosi dai suoi pensieri. 
“Oh, questa ti piacerà. Fred e George ci hanno dato l'idea...” cominciò Edmund. 
“Le abbiamo preso un orologio magico a quattro lancette. Ci siamo noi due, lei e Lucy, ovviamente. Ogni lancetta rappresenta uno di noi, e indica cosa stiamo facendo, dove siamo e soprattutto se siamo al sicuro in quel momento.” 
Margaret sgranò gli occhi dalla meraviglia. 
“Ma è stupendo! Mia madre lo adorerebbe!” 
Esclamò pensando subito dopo che con Black nei paraggi e dopo la storia di Halloween probabilmente guardando la sua lancetta la avrebbe ritirata dalla scuola. 
Frannie riapparve dalla porta principale, con qualcosa di non identificato che le volava dietro, seguendola. Come si sedette accanto a Margaret e di fronte a Peter, quattro bicchieri e una bottiglia di liquido verde si posarono sul tavolo con un tintinnio leggerissimo. 
Peter afferrò la bottiglia e la stappò, odorandone il contenuto. 
“Assenzio!” commentò il ragazzo, guardandola stupito. 
“Dove lo hai rimediato Fran?” chiese Edmund incuriosito.
La ragazza sorrise senza rispondere. Margaret scosse la testa ridendo. Frannie versò due dita di liquore in ogni bicchiere. Edmund guardò Peter incerto, dopo la prima festa dell'anno aveva sempre avuto un po' di inibizione nel bere vicino a lui.  
Il fratello maggiore gli sorrise rassicurante facendogli cenno di stare tranquillo. Bevvero alla loro salute; Peter si lamentò che forse era troppo forte, ma gli altri lo zittirono.  
 “Sono contento di passare la vigilia con voi. Grazie” mormorò il ragazzo, giocando col suo bicchiere. Edmund gli batté timidamente la mano sulla spalla, fuggendo il contatto visivo. 
"Sono proprio un disastro quei due insieme" pensò Mag osservando i Pevensie con affetto. Frannie annuì, come se l’avesse sentita. I quattro chiacchierarono per un po', Frannie e Peter si fecero un altro bicchiere.
Quando Margaret cominciò a sbadigliare capirono che era il momento di andare, anche se Edmund non perse l’occasione per ridere di lei.   
“È l’una di notte, ragazzi, è ora di andare a dormire” disse Peter alzandosi.  
“Se è l'una questo vuol dire che... è Natale!” esclamò Edmund sorridendo.  
Anche gli altri non riuscirono a trattenere un sorriso a quelle parole. Frannie, prima che chiunque potesse replicare, versò un altro goccio di assenzio nei bicchieri. Brindarono di nuovo.  
Qualche minuto dopo i quattro si avviarono finalmente verso il letto.  
“Buon Natale, Peter!” lo salutò Edmund dandogli una pacca sulla spalla, mente Fran e Mag gli diedero due baci sulle guance. Gli ultimi tre rimasti scesero nei sotterranei e, una volta entrati nella Sala Comune, notarono che i regali li aspettavano già per il mattino seguente.  
“Buona notte, Ed, tanti auguri!” mormorò Frannie dandogli un bacio sulla guancia; il ragazzo ricambiò.
“Buonanotte Frannie, grazie per tutto… E per l’assenzio” disse ridendo.
La ragazza guardò gli altri due, che dovevano ancora salutarsi, e senza aspettare oltre si infilò nel dormitorio. Arrivata in camera notò che Jasmine era già a letto addormentata, come si era aspettata. Iniziò a cambiarsi in silenzio.
Intanto Margaret era rimasta a guardare Edmund stringendosi nelle spalle.  
“Tanti auguri Ed” borbottò abbracciandolo timidamente. Lui invece la strinse un po’ troppo forte.  
“Tanti auguri Mag. Grazie per essere rimasta anche se avevi sonno. Ho apprezzato moltissimo, davvero” le disse mentre ancora erano abbracciati. 
“Non ringraziarmi, è stato bello” rispose lei separandosi lentamente dall’abbraccio.  
I due si guardarono negli occhi, e in quelli di lui apparve un lampo improvviso, come se stesse per dire o fare qualcosa. Era come se l'aria fosse diventata più trasparente, come se per un attimo tra i due ci fosse il vuoto, si videro con estrema chiarezza e c’era una forza strana che li chiamava.
Ma durò un attimo. Edmund sbatté le palpebre e Margaret si morse le labbra, nessuno dei due si mosse e il momento finì. D'un tratto, entrambi non furono neanche sicuri di aver sentito qualcosa, pensarono di aver frainteso, il ricordo di quello sguardo strano iniziò a svanire e a mutare come quando ci si sveglia e il ricordo del sogno è di momento in momento più vago, sinché non si è neanche sicuri di aver veramente sognato. Così, con un pensiero vago e confuso verso quello che sarebbe potuto accadere ma non è accaduto, i ragazzi si salutarono e si separarono. 
Quando Mag entrò nella stanza, Frannie, che aveva gli occhi ormai abituati al buio, la fissò senza che lei potesse vederla. Le lesse negli occhi che il piano non aveva funzionato, ma fu compiaciuta nel vederla un po' scossa. Probabilmente ci erano andati vicino. Alzò le spalle, per quella notte non c'era niente da chiedere. Si rigirò nel letto fingendo di dormire, e quando Margaret ebbe finito di cambiarsi e si fu infilata nel letto, non finse neanche più.
 
*
 
Fran e Jasmine furono da svegliate da una dolce melodia natalizia che Mag aveva fatto partire poco dopo essersi svegliata, incantando la ghirlanda appesa alla porta d’ingresso del dormitorio.  
“Che cos’è?” chiese Fran con la voce impastata di sonno. 
“Buon Natale!!” esclamò Mag seduta sul letto a gambe incrociate, felice come non mai. Queste parole bastarono per convincere le due amiche ad aprire gli occhi, improvvisamente sveglie.  
“Oh, che bello! Buon Natale a voi!!” disse Fran alzandosi e correndo ad abbracciare prima Mag e poi Jas, che si stava ancora alzando.  
“I regali sono in Sala Comune, così li apriamo con Ed…” disse Fran quando si furono fatte gli auguri a vicenda “che ne dite se andiamo a vedere subito?” chiese impaziente. Mag e Jas si stavano già mettendo la vestaglia sorridendo.  
Edmund si era svegliato molto presto, così aveva preceduto le ragazze in Sala Comune. La stanza era quasi completamente vuota, ma l’atmosfera era quella che avevano lasciato la sera prima, forse ancora più forte: pace, calore e dolcezza. Ad aspettarli c’era in via straordinaria un tavolo imbandito di dolci e bevande per la colazione. 
Quattro deliziose pile di regali li aspettavano davanti all’albero che nei giorni precedenti avevano addobbato con altri ragazzi della Casa. Prima di dirigersi verso la propria, ognuno prese dal tavolo una fetta di torta e qualche biscotto alla cannella.  
Aprirono prima i regali che si erano fatti reciprocamente.  
“Io pensavo di darvi quelli che vi ho fatto con Al dopo, quando ci vediamo!” disse Jasmine con aria sognante afferrando uno dei pacchetti provenienti da casa.  
“Oh, certo, abbiamo fatto la stessa cosa anche noi!” rispose Fran indicando a Mag e a Edmund i regali da parte sua.
Mag aveva appena scartato il regalo dell’amica e corse a ringraziarla. Fran intanto aprì il regalo che le aveva indicato Edmund. Quando sciolse i nastri e strappò la carta ne uscì una conchiglia piuttosto grande, di quelle che se si avvicinano all’orecchio fanno sentire il mare. La portò all’orecchio ed effettivamente sentì il mare, ma era più vivido, più reale.   
“Se la immergi nell’acqua senti anche il canto di una sirena, così mi hanno detto quando me l’hanno venduta!” spiegò il ragazzo andandole vicino.  
“Ma è bellissima!” esclamò la ragazza.  
“…Così avrai sempre il mare con te!” disse Mag ammirata “che bel regalo, Ed!”
“Vero, grazie Ed!”  
Fu il turno del pacchetto di Mag. Quando lo aprì si ritrovò in mano una carta piuttosto ingiallita che raffigurava il mondo.  
“Bello” disse con tono incerto “…Che cos’è?”  
“L’ho trovata al Ghirigoro quest’estate. È una cartina del mondo magica. Praticamente se tocchi una qualsiasi parte del mondo con la bacchetta, questa ti rivela che posto è e tutto quel che c’è da sapere su quello stato, città o territorio… Ecco!” disse vedendo che l’amica aveva già toccato con la sua bacchetta il Canada. Comparve una scritta che indicava il paese, che tipo di magia si trovava e l’impatto che aveva avuto sul territorio; poi iniziò a parlare degli abitanti.  
“È magnifica!” disse quando iniziò a capire. Jas si alzò per vedere anche lei. 
“…E puoi anche allargarla e appenderla ad una parete o rimpicciolirla e portartela dietro quando viaggi…” aggiunse “E… Ah, sì, più ti avvicini al luogo che vuoi visitare e più la mappa ti rivela notizie su quel posto… Ho pensato che ti sarebbe tornata utile per la tua anima di viaggiatr—” non fece in tempo a finire la frase che fu travolta dall’abbraccio dell’amica.  
“Grazie” disse stringendola ancora di più, gesto che caricò quella semplice parola di significato.  
“Oh, mio padre mi ha mandato un modellino animato di tigre da mettere sul mio comodino!” esclamò Jas tenendo fra le mani una tigre che si muoveva e ringhiava come una vera tigre, anche se il tono era decisamente più basso. Mag si alzò per vederla meglio. Era davvero bella, sembrava vera. 
Quattro sacchetti pieni di caramelle, biscotti e cioccolatini direttamente dalla Tana da parte dei gemelli Weasley fecero fare loro una pausa prima di aprire gli altri regali.  
“Ricordiamoci di chiedere ai gemelli di farci invitare a cena, l’estate prossima!” disse Jasmine addentando un dolce di Natale.  
Fu il turno del regalo che Tony aveva inviato a Fran. Aprì il sacchettino di seta verde e ne uscì un batuffolo rosa piccolo come il pugno di un bambino, incredibilmente soffice. Quel batuffolo si mosse ed emise uno strillo soffocato dalle dimensioni della creatura, ma dannatamente adorabile.  
“Una Puffola Pigmea!!” esclamò la ragazza portandosi lo strano animaletto a una guancia per accarezzarlo. Provando subito simpatia per la nuova padrona, la Puffola emise dei teneri gorgheggi e intonò una canzoncina di Natale, suscitando le risate divertite degli amici.   
“Io sposerò quel ragazzo” sospirò arrossendo vagamente.  
“Devi darle un nome” disse Mag mentre iniziava ad aprire uno degli ultimi pacchetti, quello di Aurora.
Ne estrasse un bellissimo nastro per capelli di raso verde, ricamato in oro. 
“Ti starà benissimo!” disse Jasmine guardandolo. Mag passò agli ultimi due pacchetti, che contenevano il regalo dei genitori e delle sorelle, un set per la manutenzione della Nimbus 2001. Si chiese come facessero a conoscere simili aggeggi.  
Edmund intanto aveva messo da parte lo Spioscopio nuovo che gli aveva regalato Jasmine; ora stava analizzando le pedine della scacchiera ricevuta da Fran. Erano fatte di avorio e bronzo, eleganti, rifinite minuziosamente, si lamentò con la ragazza dicendo che era troppo.  
“Così eviti di usare ancora quelle brutte e vecchie che si trovano in Sala Comune” rispose la ragazza con orgoglio, felice di aver fatto un regalo così gradito.  
“Grazie, Fran!” le disse scompigliandole i capelli, più felice di quel che cercava di dare a vedere.  
“Questo è da parte mia” disse Mag indicando il pacchetto blu accanto a dei cioccolatini.  
“Grazie” disse il ragazzo. Nella stanza era sceso il silenzio interrotto dal rumore della carta che si stracciava. 
“Le più grandi battaglie magiche: strategie e storia militare” il ragazzo lesse il titolo del libro “Wow, grazie, Mag!”  
“…So che passi molto tempo a discutere di queste cose con Peter, speravo che ti interessasse…” in tutta risposta il ragazzo le accarezzò i capelli, lasciandola rossa in viso e senza fiato per alcuni istanti – che Fran non mancò di notare – poi disse, ridendo nervosamente “Quando lo avrai finito me lo presterai”  
Quando il ragazzo ebbe finito si dedicò al pacco più grande, quello da parte dei fratelli. Si trattava di una nuova divisa da Quidditch, con i colori della Casa Serpeverde. Calda e imbottita per l’inverno; ne fu entusiasta e dovettero dissuaderlo dall’indossarla per presentarsi a pranzo.  
Fran ricevette dai suoi genitori cinque biglietti per la Finale della Coppa del Mondo di Quidditch, che si sarebbe tenuta quell’estate. “Per te e per i tuoi amici, buon Natale” recitava il bigliettino che avevano allegato.  
“Wow, questo non me l’aspettavo!” esclamò la ragazza alzandosi in piedi. Gli amici, che non avevano ancora visto di cosa si trattava, la guardarono voltare verso di loro i biglietti.  
“È quello che penso io?!” disse Ed alzandosi a sua volta in piedi.  
“SÌ” esclamò la ragazza iniziando a saltare “ovviamente siete voi i miei amici e voi verrete con me, e anche Laets ovviamente!!”   
Jasmine si appuntò mentalmente di comprare un biglietto anche per Aladdin vicino a loro, così che non sarebbe rimasto escluso.  
Passarono qualche minuto a esultare per il bellissimo regalo, poi tornarono agli ultimi pacchetti.  
Fran aveva regalato a Mag un boccino d’oro per allenarsi, dal momento che la ragazza aveva ripreso da poco gli allenamenti di Quidditch.  
Edmund invece le aveva fatto un regalo che la fece saltare di gioia: da un pacchetto argentato aveva estratto una grossa moneta rotonda, decorata con strani simboli, probabilmente Rune Azteche e con un teschio proprio al centro. Quando la riconobbe saltò addosso all’amico urlando “Il tesoro di Cortès!!”  
“Questo non è maledetto, però!” ridacchiò il ragazzo, contento di aver fatto un regalo così gradito.  
Jasmine aveva regalato a Mag dei buonissimi dolcetti indiani chiamati barfi, che emanavano un dolce profumo. Fran disse che li aveva assaggiati a Uagadou.   
I fratelli Pevensie avevano pensato anche alle due migliori amiche del fratello e regalarono loro due braccialetti composti da un nastrino di velluto verde e delle perline bianche. Mentre le due ragazze entusiaste se li legavano ai polsi, Edmund e Jasmine si alzarono per raggiungere il tavolo della colazione.  
“Dovremmo aver finito, giusto?” disse Margaret alzandosi da terra.  
Frannie guardò dentro al sacchetto che le aveva portato Dante: c’era ancora un pacchettino. Alzò la testa con indifferenza.  
Fecero colazione con calma, felicissimi per i regali ricevuti. Si riempirono di dolcetti di ogni sorta, di tè caldo e di succo di zucca. Dopo un’oretta corsero a vestirsi e uscirono dalla Sala Comune per andare a trovare tutti gli altri amici. Fran aveva deciso di mettere una maglia argento e una gonna attillata nera, mentre Mag indossò un vestito verde con la gonna a campana; anche Jasmine decise di mettere un vestito rosso natalizio. Edmund invece le accolse vestito con pantaloni verde scuro e maglione bianco con un serpente decorato nel centro.  
“Scusate, ragazzi, devo andare ancora un attimo in bagno!” disse Fran poco prima di scomparire di nuovo verso il dormitorio; gli altri si guardarono e alzarono le spalle.  
“Fai in fretta, sono curiosa di vedere Lucy col suo nuovo gatto!” le urlò Edmund, di buon umore.  
La ragazza si infilò nella porta del dormitorio e se la chiuse alle spalle. 
Colloportus” mormorò per impedire a qualcuno di entrare cogliendola, letteralmente, con le mani nel sacco. Aprì il regalino, molto piccolo, in carta verde mela. La strappò e trovò al suo interno un foglio appallottolato, con dentro una catenina argentata e un ciondolo a forma di serpente. Sorridendo se la infilò in tasca, chiedendosi che scusa si sarebbe potuta inventare per farla saltare fuori tra qualche giorno. Era davvero carina, un peccato non poterla indossare. Stirò la pergamena appallottolata. 

 
"Peccato che non verrai quest'anno, non ti ho vista sul treno e Blaise mi ha detto che sei rimasta a far compagnia a Pevensie. Pansy continua a fare battutine sul fatto che siete sempre insieme, ma le ho detto ancora una volta che siete amici e niente di più. È così, non è vero? Ho sentito che al pranzo del ministro ci sarà Bertha Jorkins... l'anno scorso era insopportabile, sto pensando di darmi malato, ma mia madre insiste. Spero che mio padre e tuo padre non si mettano a discutere come sempre.
Divertiti al pranzo al castello,  
D. M."  

La ragazza scosse la testa sorridendo.
“Questo ragazzo è incorreggibile."  
Sapeva bene che dei suoi amici l'unico a sopportarlo era Edmund, e sapeva anche che per la maggior parte del tempo Draco era in grado di essere un vero infame, ma a lei aveva sempre fatto molta tenerezza. Si conoscevano sin da quando erano piccoli, da prima di venire a Hogwarts, e Frannie sapeva quanto era stata fortunata a essere cresciuta in una famiglia come la sua, che in quell'ambiente era più unica che rara. Conosceva tanti figli di colleghi dei genitori, ed erano tutti come Draco, senza eccezioni. Anzi, in lui vedeva una potenzialità che gli altri invece non avevano. Per questo con lui sprecava tante energie, confidando che con la giusta spinta si sarebbe emancipato dai modi inqualificabili del padre molto presto. 
Tornando nella Sala Comune, decise di non arrendersi e continuare a scommettere sul ragazzo anche se, almeno con Potter, ultimamente sembrava che anziché emanciparsi amasse grufolare nel fango genitoriale più che mai.  
Quando tornò dagli altri, i quattro Serpeverde uscirono insieme e si avviarono verso la Sala Grande.   
Proprio mentre stavano arrivando, arrivò anche Aladdin, così Jasmine corse verso di lui, lo abbracciò e lo baciò con passione. Dopo un po’ raggiunsero gli altri e diedero a Fran e a Mag il loro regalo.  
“Questa l’abbiamo preparata insieme, ci sono voluti quasi due mesi… Abbiamo iniziato subito dopo esserci messi insieme. È stata un’idea mia ma Al mi ha aiutata” disse Jas con gli occhi più luminosi del solito, guardando prima Fran e poi il suo amore.  
Fran scartò il regalo e ci trovò una fiala piuttosto grande come una bottiglia piena di un liquido color verde acqua, brillante, di sicuro molto dolce.  
“Una volta mi hai detto che di notte fai spesso brutti sogni…” iniziò a spiegare la ragazza “una goccia di questa pozione nella tisana della sera ti farà dormire più serenamente!”  
A Fran si illuminarono gli occhi. 
“Non garantisce bei sogni, ma ho letto che sono un effetto collaterale della serenità, quindi perlomeno addio incubi!” concluse Aladdin, ricevendo un abbraccio dall’amica. 
“Piton sarebbe fiero di voi… Più o meno…” disse Fran sorridendo.  
“Forse ne avrebbe bisogno anche lui!” intervenne Mag unendosi al gruppo. 
“Mag, questo è tuo!” disse Al dando alla ragazza un pacchetto.  
Fu il momento di consegnare ai due fidanzati il Tappeto Magico che avevano fatto arrivare dall’Arabia. Aladdin era senza fiato, davvero felice, Jasmine stritolò le due amiche in un abbraccio.  
Con calma arrivarono anche Susan e Laetitia. Ancora una volta le scale avevano rallentato il loro arrivo e Laetitia arrivò furente, mentre Susan rideva. L’amica indossava un vestito davvero superbo. Blu notte tempestato di tanti piccoli puntini luminosi che si rivelarono essere fiocchi di neve, che lo rendevano ancora più bello e radioso. 
“Wow, Laets, dove l’hai preso?” disse Mag ammirando l’amica. 
“Oh, è bellissimo, vero?” disse lisciandosi la gonna “Elsa mi ha aiutata a crearlo, anzi, ha fatto tutto lei prima di partire!”  
“Grande, è davvero brava!” disse Fran ammirata.   
Mag e Fran le diedero il loro regalo. Quando lo scartò vi trovò dentro un libro (I movimenti fallimentari per la liberazione degli elfi domestici del 1597 e perché avrebbero successo adesso) e un paio di occhiali molto strani.  
“Quelli servono per leggere di notte” spiegò Mag. 
“…Così le tue compagne di stanza non proveranno più l’impulso a Schiantarti ogni volta che accendi la luce all’una di notte” rise Fran poco prima di ricevere un caloroso abbraccio.  
“Questi sono per voi” disse Laets prendendo dalla borsa due pacchetti.  
Quello di Mag era abbastanza leggero, di forma rettangolare. Ne scivolarono fuori due libri piuttosto sottili. 
Alice nel paese delle meraviglie, Alice attraverso lo specchio” lesse Mag entusiasta.  
“Non li avevi già, vero? So che ti piacciono le favole e di sicuro questa può piacerti!”  
“No, non l’avevo! Ho visto solo il cartone ed è anche il mio preferito! Grazie Laets, bella idea!” 
“Ha anche delle ottime illustrazioni, guarda!” disse l’amica indicando i libri.  
“Ma non si muovono” sospirò Edmund ficcando il naso nel libro di Mag.  
“Certo che non si muovono, asino! È un libro babbano!” commentò il fratello dandogli un buffetto sulla testa.  
A Frannie invece regalò un quadro che ritraeva il mare “Che bello, è la Sardegna!!” che si muoveva come se fosse una finestra sul mare vero. Nel bigliettino spiegava che il mare rifletteva il tempo del luogo in cui si trovavano. Al momento era mosso e scuro a causa della neve che ricadeva sopra la brughiera scozzese.  
“Magnifico!” sospirò Jas rapita dalle onde. Fran intanto balbettava che lo avrebbe presto appeso al suo letto, commossa dalla possibilità di avere con sé il mare tanto amato.  
Laetitia aveva regalato a Jasmine un braccialetto a forma di Serpente, tanto bello che sembrava vero – era vero: un serpente incantato che si muoveva impercettibilmente. Jas lo adorava già. 
“Che cosa hai ricevuto tu?” chiese Mag mentre si dirigevano verso la Sala Grande per il pranzo. 
“Oh, Elsa mi ha spedito una quantità di cioccolato inimmaginabile, mentre Belle mi ha regalato lo stesso libro che le ho regalato io, neanche a farlo apposta!” rispose raggiante la ragazza.  
“Siete proprio in sintonia!” rise Fran.  
“Sì, non è magnifico?” rispose la ragazza con aria sognante. 
 
Arrivarono i professori per il pranzo e allestirono un unico grande tavolo destinato a tutti, studenti e professori, che erano in tutto meno di venti. Dai dodici grandi abeti provenivano musiche natalizie che avvolgevano la Sala in un’aura di magica serenità.  
Piton sedette accanto a Silente con la sua solita aria arcigna. Quando vide il gruppo di Serpeverde fece loro gli auguri sforzandosi di sembrare cordiale. I ragazzi erano troppo felici per fare i sostenuti con quel professore poco simpatico, così gli sorrisero e gli fecero gli auguri di cuore. La professoressa Sprite li abbracciò tutti, ad uno ad uno; Vitious e la McGranitt sorrisero imbarazzati ma non abbracciarono nessuno, così come fece Silente, che cordialmente li invitò a sedersi.  
In quel momento arrivarono trafelati anche Potter e i due inseparabili amici, chiedendo scusa per il ritardo. Piton fece una smorfia, tutti gli altri risposero che non c’era problema e Silente diede inizio al banchetto.  
Davanti a ogni posto c’erano i Christmas Cracker che Mag, Aladdin e Harry amavano tanto, dal momento che li avevano scoperti solo entrando nella comunità magica. Edmund, seduto accanto a Mag, trovò un cappello da pirata, che cedette volentieri alla ragazza vedendo i suoi occhi diventare due stelle alla vista del regalo, mentre la ragazza fu felice di dargli l’elmo da cavaliere che aveva trovato. Harry e Ron si diedero una serie di gomitate cercando di non ridere troppo; Fran e Mag guardarono verso Piton e capirono il motivo: indossava un cappello assai bizzarro, sicuramente da donna, e non era capace di toglierselo, dal momento che era stato il preside a ficcarglielo in testa.  
Lucy invece trovò una pioggia di croccantini per gatti, Margaret poté giurare di aver visto Laetitia buttarne in tasca un pugno con nonchalance.  
“Oh, dei topolini!” esclamò Laetitia, felice di aver qualcosa per far giocare il suo Rui. 
Fran invece trovò un arco con delle frecce. 
“Se vuoi questo pomeriggio t’insegno, sono piuttosto brava!” si offrì Susan. 
“Sarebbe bello, grazie!” sorrise la ragazza.   
Il pranzo fu davvero piacevole, sia per la compagnia, sia per il cibo. Harry Potter non era un ragazzo molto loquace, soprattutto con gli estranei: tendeva a chiudersi nella sua cerchia di amici, ma Lucy e Peter riuscirono a farlo parlare un po’ di Quidditch. Mag invece scambiò due parole con lui e la Granger su quanto il mondo babbano fosse noioso rispetto a tutto ciò che li circondava a Hogwarts.   
Ad un certo punto fece la sua comparsa anche la professoressa Cooman, che generalmente non si univa mai al corpo insegnanti; informò tutti dell’imminenza di catastrofi senza possibilità di rimedio, suscitando le risate divertite di tutti gli studenti, che si scambiarono occhiate complici, conoscendo ormai la tendenza dell’insegnante a essere melodrammatica. Ci fu anche un divertente ed esilarante scambio di battute acide con la McGranitt, momento davvero memorabile.  
Quando il pasticcio di patate era ormai quasi terminato, Piton si schiarì la gola e parlò per la prima volta da quando si erano seduti. Stando ben attento a farsi sentire da tutti i presenti, scandendo le parole con attenzione.
“Peccato che il professor Lupin stia male anche questo mese, spero che domani trovi qualcosa da mangiare avanzato dal pranzo.”
Hermione Granger si sistemò sulla sedia a disagio. A quelle parole Mag e Frannie si guardarono di scatto, con degli occhi che gridavano "Pensi anche tu quello che penso io?" La McGranitt aggrottò la fronte e intrappolò Severus in uno sguardo glaciale. Harry Potter cercò di trattenersi dall'alzarsi a picchiarlo, mentre Mag fece silenziosamente il tifo per lui, divertita. Silente sorrise sereno come sempre, e tutto quello che riuscì a dire fu:
“Remus starà benissimo, e abbiamo chiesto agli elfi di conservare questo pranzo per stasera a cena anche per lui. Sta uscendo da un brutto momento, ma si sta già riprendendo nei suoi alloggi.” Esclamò tranquillo, assaggiando un po' di salsiccia abbrustolita. Ricominciarono a mangiare e pian piano l’atmosfera tornò a essere rilassata come prima. 
Albus Silente era un vero spasso. Irradiò tutti del suo umorismo, Mag pendeva dalle sue labbra e Edmund ad un certo punto le fece notare, sottovoce, che era troppo vecchio per lei.  
“Zitto, Pevensie” gli rispose dandogli una gomitata, facendolo ridere. 
I primi ad alzarsi furono Harry e Ron, di conseguenza furono i primi a scoprire che, a detta della Cooman, sarebbero morti nei giorni successivi. Subito dopo Jasmine e Aladdin si allontanarono dicendo che non vedevano l’ora di provare il tappeto magico per volare intorno a Hogwarts. Anche i professori, a mano a mano, si alzarono.  
“Ah, sono troppo vecchio per giocare a palle di neve!” sospirò Silente poco prima di alzarsi “Confido che la signorina Rosander sia in grado di battere gli avversari anche per me!”  
Frase che fece in un primo momento arrossire la ragazza, che poi rispose “Venderò cara la pelle, professore!”
“Con quel cappello non ne dubito” le disse Edmund, facendola sorridere.  
Prima di uscire in cortile Fran e Mag si confrontarono sull’assenza di Lupin insieme a Laetitia. 
“Chissà come deve stare, è triste che sia da solo anche oggi…” sospirò Laets. 
“Secondo me non ha nemmeno ricevuto regali, se non da Silente, al massimo” disse Fran mentre si avviavano verso la Sala Comune per prendere i mantelli pesanti per uscire. Laets le stava accompagnando, poi avrebbero accompagnato lei alla Sala Comune Corvonero.  
“Ragazze, secondo voi se gli portassimo una torta lo apprezzerebbe?” esclamò Mag a un certo punto.  
“Certo che sì, anzi, è proprio una bella idea! La facciamo al cioccolato!” rispose subito Fran. 
“Sì, con scritto ‘Guarisci presto!’ con il cioccolato bianco!” disse Laets.  
Corsero nelle cucine col cuore colmo di gioia e sentimenti di affetto nei confronti del professore. Gli Elfi Domestici si stavano riposando, ma quando le videro corsero verso di loro chiedendo se volevano altri dolci. Il viso di Fran si aprì in un sorriso.
“Potete farci una torta al cioccolato subito?”
 
Dopo dieci minuti uscirono soddisfatte dalla cucina; Fran reggeva la torta, Laets e Mag ai suoi lati e Edmund, che avevano incontrato poco prima ed era stato d’accordo con loro, le scortava davanti al gruppo.  
Arrivati davanti all’ufficio del professore Mag bussò due volte, nascondendosi poi dietro a Fran.  
“Chi è?” chiese una voce titubante da dietro la porta.  
“Firwood, professore!”  
Il sorriso della ragazza si rifletteva sulla voce  
“Abbiamo un regalo per lei, se la sente di aprirci?”  
Un rumore di catene e catenacci rimbombò per il corridoio, la pesante porta di legno si aprì e scoprì un professore pallido, emaciato e con gli occhi lucidi di malattia. Probabilmente aveva la febbre.  
“Ragazzi, non so se…” 
Buon Natale!” esclamarono tutti in coro, Fran gli tese la torta.  
“…Spero che le piaccia” disse Margaret, Laets annuì.  
“Io…” gli occhi del professore si riempirono di qualcosa che probabilmente non provava da tempo, da anni.  
“Sono senza parole” sussurrò il professore cercando di rimanere saldo sui piedi.  
“Buon Natale anche a voi” disse sorreggendosi alla porta, stremato per l’emozione che stava provando.
“Silente ha detto che lei non si sentiva bene, ma è brutto passare il Natale senza almeno una torta” disse Laets sorridendo a sua volta. 
“Grazie, lo apprezzo tanto! Come vedete non sono per niente in forma ma vi offrirei volentieri un tè, se volete rimanere, così ce la dividiamo!” disse finalmente sorridendo. Era ancora più bello quando sorrideva, e Fran credette che a breve si sarebbe sciolta.  
“Oh, non potremmo mai! È il suo regalo, non il nostro!” disse Laets sorridendo. 
“Va bene, va bene. Mi duole dirlo ma avete ragione… E ha un aspetto davvero invitante! Devo riposare un po’” sospirò il professore andandosi a sedere al tavolo.  
“…Posso aspettarvi la settimana prossima per un tè?”  
I quattro sorrisero sollevati. 
“Con grande piacere!” rispose educatamente Mag, guardando Frannie e ridendo sotto i baffi.  
“Certo, così ci dirà se era buona!” disse Fran continuando a sorridere e guardandolo negli occhi. Gli consegnò il dolce. 
“Ma certo! Grazie di cuore” disse prendendo la torta e sbattendo le palpebre velocemente cercando disperatamente di non far scendere una lacrima. Per un attimo sembrò che volesse abbracciarli tutti ma poi si ritrasse; comportamento molto strano.  
“…Forse non voleva attaccarci la febbre o quel che aveva” disse semplicemente Mag mentre si dirigevano verso il cortile.  
“Stava per mettersi a piangere” fece notare Laets. 
“Ho visto…” sospirò Fran “chissà che malattia ha”  
“Chissà quanti regali ha ricevuto, piuttosto!” concluse Ed.
Quando arrivarono nel corridoio principale, incontrarono Peter e Susan che li chiamavano gesticolando vistosamente. 
“Stiamo andando in giardino, vi va di venire?” chiese Peter mentre indossava una cuffia. In quel momento da dietro l’angolo arrivò un grido di Lucy.  
“Guardate! Sta nevicando!!”  
Laetitia, Margaret e Frannie sorrisero, pronte ad andare a vedere; Susan e Peter fecero scattare automaticamente gli occhi su Edmund, preoccupati. Lui si guardò i piedi mordendosi il labbro, la sua espressione era indecifrabile. Poi, tirando fuori la sciarpa Serpeverde e mettendosela al collo, sfoggiò il suo sorriso migliore.  
“Chi arriva ultimo è Gilderoy Allock!” gridò mettendosi a correre verso il cortile. Gli altri si guardarono per un attimo interdetti, poi Peter e Frannie scattarono al suo inseguimento ridendo a crepapelle, seguiti dopo un attimo da Margaret e Susan. In ultimo Laetitia, col pesante libro in mano, che gridò loro dietro: “Aspettate! Non so correre!!”  
Edmund uscì scavalcando un’arcata con un balzo, Peter gli fu subito dietro. Il Tassorosso, ancora correndo, si piegò per afferrare un pugno di neve e lo scagliò contro il fratello, colpendolo alla testa.  
“Ah, villano! Alle spalle!” esclamò il giovane Pevensie voltandosi e schizzando neve con la punta della bacchetta.
“Baro che non sei altro!  La bacchetta no!” urlò Peter, ma Edmund gli stava già scagliando contro una palla di neve. L’altro la schivò buttandosi a terra fulmineo, e questa finì dritta sullo stomaco di Frannie, che si trovava proprio dietro di lui.  
“Ahia! Se ti prendo…” gli gridò lanciandosi a sua volta all’inseguimento.  
Lucy e Mag fecero squadra buttandosi nella mischia, coprendosi le spalle a vicenda. Mag aveva evocato un uccello fatto di neve, che scaricò palle sugli altri tre ogni due minuti netti. Peter mandò magistralmente la contraerea, congelando i ricci della ragazza e facendo centrare al suo uccello il mantello di Lucy, facendole così cadere con precisione chirurgica della neve gelida dentro il colletto. Frannie sorprese Edmund alle spalle, colpendolo sulla nuca, facendo volare un cumulo di neve con un solo cenno della mano.  
“Se ci fosse Elsa starei in squadra con lei, fa certe magie con il ghiaccio che dovreste proprio vedere. Sono la sua specialità” sospirò Laetitia mentre si allontanava con Susan.
Le due stesero una coperta autoriscaldante isolante sul giardino innevato, regalo di Natale delle compagne di stanza della Pevensie. Si sdraiarono sulla larga coperta al caldo, guardando di sottecchi gli altri giocare mentre leggevano i libri che avevano ricevuto quella mattina.  
Peter, con un ampio gesto del braccio, formò con la bacchetta una spada di neve e tentò di abbatterla sul fratello, che schivò il fendente facendo una veloce capriola. Ad attenderlo però trovò Mag, la quale lasciò cadere una palla di neve proprio sul suo viso, dall'alto, mentre lui tentava di rialzarsi. Nel frattempo Frannie stava cercando di costruire un fortino di nevischio ghiacciato; una volta terminato, si arrampicò su una torretta lanciando mitragliate di grandine. Peter la fece cadere a terra afferrandola per un piede e le sporcò di neve i capelli castani. 
“Ehi! Prenditela con qualcuno della tua stazza!” gridò Lucy, colpendolo con tre sonore pallonate, prima di rifugiarsi dietro il castello ormai in piedi a metà. Susan ogni tanto alzava gli occhi dalle pagine e rideva sommessamente guardandoli, mentre Laetitia ormai era completamente assorbita dalla lettura. Quando furono tutti stanchi e rantolanti, Margaret decise di unirsi alle due lettrici tirando fuori Alice nel paese delle meraviglie. Si infilò tra Susan e Laetitia accoccolandosi sulla lana calda, e aprì soddisfatta la copertina. Lucy decise di tornare in Sala Comune a stressare quel diavolo di un gatto, mentre Frannie mise un braccio sulle spalle di Edmund e uno su quelle di Peter. 
“Sapete cosa ci vuole adesso?”  
“Se tiri fuori un'altra bottiglia ti porto in infermeria, Fran. Stai diventando alcolizzata, sul serio” commentò Laetitia sinceramente preoccupata, alzando gli occhi dalla sua copia di "Femminismo: cosa manca al mondo babbano". 
“In realtà” esclamò Fran “Stavo per proporre una bella tazza di tè, per scaldarci un po'!”
Una volta rientrati rimasero ancora un’oretta a giocare a Sparaschiocco e a scacchi tutti insieme. La lunga e sanguinosa partita fra Edmund e Peter fu il momento più alto del pomeriggio, ancora di più della battaglia a palle di neve, e la conclusione fu ancora più esilarante. A poche mosse dalla fine, Aslan fece irruzione sulla scacchiera, seguito da Rui e Jaime che avevano deciso di dichiarare guerra al nuovo gatto, suscitando le peggiori imprecazioni di Edmund e la risata generale di tutti, compreso Peter. Una volta calmati gli animi, Lucy, Laets e Mag giocarono un po’ con i loro gatti, che dopo la lotta della scacchiera sembrarono andare più d’accordo. Jas e Aladdin intanto avevano fatto ritorno e raccontavano a Fran quanto fosse bello il tappeto che avevano ricevuto in dono; Frannie ascoltava rapita indecisa se chiedere di poter fare un giro anche lei, alla fine rimandò la richiesta di qualche mese. Dopo un po’ Susan appellò il suo arco e insegnò alla Serpeverde come tirare, impressionando tutti per la sua bravura, anche se l’allieva si dimostrò dopo pochi tiri quasi già degna della Corvonero. Al termine della giornata, Mag, Ed e Fran si diressero verso la Sala Comune, davanti alla quale trovarono Jasmine e Aladdin intenti a baciarsi. Aladdin iniziò a balbettare qualcosa ma prima che finisse la frase i tre erano già spariti dietro alla porta, per non imbarazzarli.  
“Credo che sia uno dei più bei Natali della mia vita” disse Mag acciambellandosi su un divanetto. 
“Per me è il Natale più bello della mia vita” esclamò Fran accarezzando con affetto la sua Puffola rosa, che aveva deciso di chiamare Arcobaleno.  
“Grazie per essere rimaste, lo apprezzo tanto” disse timidamente Edmund, guardando il tappeto verde per terra. Fran e Mag si scambiarono uno sguardo d’intesa ma sul momento non seppero cosa rispondere.  
“Io sono rimasta per Silente, non per te!” rispose Mag ridendo dell’assurdità dell’insinuazione dell’amico. Chiamò a sé il suo Jaime e lo posò sulle gambe.  
“E io per Lupin, che poi nemmeno c’era” continuò Fran stando al gioco dell’amica.
Il fatto che fossero rimaste per lui era palese, ma ammetterlo sarebbe stato brutto e lo avrebbe messo in imbarazzo ancora di più.
Grazie” ripeté il ragazzo alzando gli occhi e incontrando quelli di Mag, che gli sorrise.  
“…E poi lo sappiamo che tu sei rimasto per la Cooman, ammettilo!” esclamò Fran lanciandogli un cuscinetto e interrompendo quello scambio di sguardi.
Passarono un’altra mezzora a scherzare sui professori strambi che avevano e a ridere fino alle lacrime, poi quando arrivò Jasmine si alzarono e andarono a dormire, felici, riempiti di quella sensazione di calma e serenità che solo un Natale ben riuscito era in grado di infondere.   


 
Note

Finalmente è arrivato Natale! Ricordo bene che l'anno scorso non abbiamo fatto particolare fatica a scrivere questo capitolo perché erano proprio i giorni di Natale. Spero che riusciate a entrare un po' nell'atmosfera anche se adesso siamo ad ottobre! Nella mia pagina ho pubblicato qualche immagine che potrebbe aiutarvi a farlo :)

Prima delle considerazioni finali vi avverto che da oggi in poi l'aggiornamento sarà una volta a settimana, il venerdì. Vogliamo andarci piano anche se abbiamo parecchi capitoli pronti, ma se pubblichiamo tutto subito non c'è più gusto. E poi così vi diamo il tempo per recensire U.U

Allora, i nostri amati Serpeverde hanno passato un magnifico Natale a Hogwarts per fare compagnia a Edmund e ai suoi fratelli. La situazione famigliare del ragazzo è un po' complicata, ne parla molto poco ma forse più avanti spiegheremo il perché.
Avete visto? Frannie è sgattaiolata un'altra volta dal vecchio Aberfoth e ha rimediato un po' di assenzio per festeggiare tutti insieme. Intanto fra Margaret e Edmund c'è qualche sentimento che inizia a lottare per emergere, ma è ancora troppo strano e troppo complicato per loro.
Vi sono piaciuti i regali? Io e Frannie (la co-autrice) ci siamo impegnate molto per inventarceli!
La scena in cui andiamo a portare la torta a Lupin - che in quei giorni era Lupo Mannaro - è una delle mie preferite di tutta la storia. Nel prossimo capitolo ci ringrazierà come potrà. No, purtroppo non sposerà Frannie XD

A venerdì! Grazie a tutti quelli che ci stanno seguendo! :)

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Harley Sparrow