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Autore: Harley Sparrow    19/10/2018    1 recensioni
Anno 1993/1994
Mentre Harry Potter vive il suo terzo anno a Hogwarts, tre ragazzi Serpeverde del quinto anno si troveranno ad affrontare misteri inaspettati. Tra feste clandestine nel bagno dei prefetti, amori, delusioni, un misterioso cane nero che sembra perseguitarli e la minaccia del famigerato assassino Sirius Black che cerca di introdursi a Hogwarts, riusciranno Edmund, Margaret e Frannie ad arrivare a fine anno interi e a passare i G.U.F.O.?
*
Sono presenti anche personaggi Disney e de Le Cronache di Narnia, faranno da contorno alla storia. Vi consiglio di leggere l'introduzione per capire meglio come abbiamo gestito loro e i personaggi di Harry Potter.
*
Dal testo:
“Era…Era…”
“Sì” rispose Margaret, che aveva il volto rigato dalle lacrime.
“Ma cosa ci faceva un Dissennatore qui? È grave, praticamente siamo tutti disarmati!” disse Laetitia con la voce incrinata.
“Per Sirius Black, ovvio. Vorranno assicurarsi che non tenti di avvicinarsi a Potter. Ma è davvero assurdo mandarne uno qui sopra!” esclamò Frannie con rabbia.
Quei pochi istanti di gelo avevano riportato alla mente di tutti dei ricordi terribili.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Serpeverde
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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VIII

APPUNTAMENTI INASPETTATI E CAPPELLI A ROVESCIO

Quella mattina a colazione i ragazzi erano più assonnati del solito. Gli studenti iniziavano ad arrivare dalle vacanze e la pausa natalizia si era ufficialmente conclusa. Nel castello regnava la confusione, i giovani maghi storditi dalle vacanze appena passate caracollavano verso le lezioni tentando disperatamente di riprendere il ritmo. Dopo il giorno di Natale Margaret e Laetitia avevano iniziato a studiare furiosamente, e dopo lunghe ed estenuanti trattative persino Edmund e Frannie si erano convinti a unirsi a loro ogni tanto, spingendo sul fatto che quello, senza i compiti da prefetto a causa della mancanza degli studenti, sarebbe stato il momento migliore per portarsi un po' avanti il lavoro. I due avevano accolto seppur molto a malincuore quell'argomentazione e si può dire che, chi più chi meno, i quattro erano arrivati ai primi di gennaio con una discreta base di studio. La giornata non si prospettava particolarmente stressante, i ragazzi erano a fare colazione in Sala Grande prima delle lezioni, quando venne movimentata nel più inaspettato dei modi.
-Dante!
Esclamò Frannie, indicando il suo gufo fulvo sfrecciare per la sala e dirigersi al tavolo dei Serpeverde. Arcobaleno pigolò sulla sua spalla saltellando impaziente. Edmund la prese in mano per calmarla e la accarezzò col dito ridendo. Margaret sentendo il baccano alzò gli occhi dal libro di Aritmanzia.
-Vuoi chiudere quella roba? Per la barba di Merlino Mag, sono le sette del mattino.
Sbuffò Frannie accogliendo il gufo sul braccio teso. Lui le becchettò l'orecchio affettuoso e la ragazza gli porse un po' di cereali sul palmo aperto. Edmund sorrise osservando la scena e Margaret alzò gli occhi al cielo, chiudendo il libro con un sospiro.
-Sono così indietro Fran, tu non capisci...
Edmund fece un ghigno affettuoso e divertito mentre afferrava al volo la Gazzetta di giornata lanciata da Silver.
-Mia madre?
Balbettò Frannie confusa, guardando la lettera con il sigillo di famiglia. La aprì in fretta temendo brutte notizie. Sgranò gli occhi con un'espressione indecifrabile e Mag e Ed si guardarono preoccupati. La ragazza si fece rossa, sembrava stesse soffocando un'emozione forte con scarsi risultati.
-Frannie...
Sussurrò Margaret porgendole la mano tentando di sfiorarla. Edmund aveva un'aria terrorizzata, non era mai stato molto bravo a consolare le persone. Gli occhi della ragazza li guardavano lucidi. Dopo un lungo interminabile momento dalle sue labbra uscì un soffio liberatorio seguito da una risata incontrollabile. Edmund si accasciò sulla panca, improvvisamente sollevato. Margaret sorrise e borbottò:
-Sei proprio un'idiota, Firwood.
Frannie si guardò circospetta intorno, con un ghigno. Fece un cenno di saluto a Draco appena arrivato dalle vacanze di Natale con aria stranamente colpevole e poi sussurrò
-Non qui. In giardino, vicino al lago, subito dopo le lezioni. Vedrete.
-Non oso nemmeno immaginare.
Borbottò Edmund ridacchiando. Frannie prese Arcobaleno e la affidò a Dante, intimandogli di portarla nella sua stanza. Il volatile la afferrò dolcemente con gli artigli e la puffola pigolò spaventata. Si alzarono in volo. Improvvisamente Jasmine apparve dietro di loro, saltellando con un grosso sorriso stampato sulla faccia.
-Cavalcata mattutina?
Chiese Mag con un sorriso.
-Sì, oh, quanto adoro quel tappeto! È stato un regalo meraviglioso, non vi ringrazierò mai abbastanza!
Rispose con sguardo sognante, poi rivolse a Frannie un'occhiata sorpresa.
-Collana nuova?
La ragazza sbiancò un istante e si toccò di sfuggita il serpente argentato che portava al collo.
“Merda. E adesso?”
Pensò, nel panico. Se Margaret avesse saputo che lei e Draco si era scambiati delle lettere e i regali di Natale durante le vacanze, sarebbe sicuramente stata intrattabile.
-Oh, ehm, sì... è un regalo di Natale.
Edmund sgranò gli occhi mentre Margaret alzava un sopracciglio.
-Un regalo di Natale? Li abbiamo scartati assieme! Non ricordo nulla del genere.
-È arrivato in ritardo perché... viene dall'America. È di mia zia... Muriel.
-Tua zia Muriel? Ma non era la zia di Fred e George?
-La mia è un'altra!
Rispose frettolosa Frannie. Lo sguardo di Margaret si trasformò in un cipiglio sospettoso e severo. Jasmine si stava già pentendo di aver fatto quella che pareva una domanda innocente, quando Edmund, che aveva capito tutto e appoggiava l’amica, si morse il labbro ed esclamò
-Zia Muriel, certo! Dall'America! Dai su, ce ne ha parlato proprio il mese scorso!
-Il... il mese scorso?
Balbettò Margaret interdetta, aggrottando le sopracciglia.
-Certo che avete una pessima memoria voi due eh? Meno male che c'è Edmund!
Rise Frannie, un po' rasserenata. Margaret la guardò con sospetto. Lei aveva un’ottima memoria, e se Frannie avesse avuto una zia americana di nome Muriel se ne sarebbe ricordata di certo.
-E ora muoviamoci, oggi abbiamo mio marito alla prima ora!
Jasmine alzò le spalle, arresa, e i ragazzi si alzarono. Margaret era ancora poco convinta, ma gli altri le sorrisero con aria innocente. Andarono a recuperare Laetitia al tavolo Corvonero, era appena arrivata a colazione e si stava annodando la cravatta con una mano mentre beveva un bicchiere di succo di zucca con l'altra. Appena vide i suoi amici avvicinarsi, alzò gli occhi al cielo.
-Di già? Ma sono appena arrivata!
-Sai che ore sono Laets?
Chiese Margaret arricciando le labbra.
-In realtà no. Che ore sono?
Accanto a lei, Belle O'Hara ridacchiò fastidiosamente e Frannie, Edmund e Mag si scambiarono uno sguardo eloquente. Laetitia captandolo arrossì leggermente.
-Andate, ok? Io vi raggiungo!
-Va bene Laets... a tra poco allora.
Disse Frannie alzando le spalle, prendendo Margaret per il polso e allontanandosi insieme agli altri.
-Sta diventando troppo amica di quella là.
Sibilò Margaret appena si furono allontanati. Frannie annuì mordendosi il labbro e Edmund mugugnò un assenso.
-"Che stai facendo Rosander? Torna a dormire!"
Le fece il verso Jasmine, assumendo la sua espressione da "prefetto perfetto". Gli altri ridacchiarono complici. Si infilarono svelti nell'aula di Difesa contro le arti oscure, c'era già qualche studente presente, tra cui Tony appena tornato dalle vacanze.
-Ciao ragazzi!
Si avvicinò stringendo la mano a Edmund e Margaret, prima di dare due baci sulle guance a Frannie.
-Grazie dei guanti! Sono molto belli!
Lei arrossì.
-Oh, beh, figurati. Grazie per Arcobaleno.
-Arcobaleno? È così che l'hai chiamata?
-Sì, beh, è stupido, lo so...
Rispose lei grattandosi nervosamente i capelli.
-No, è molto carino invece!
L'arrivo del professore interruppe la conversazione, e i ragazzi presero posto nei banchi. Margaret e Frannie corsero ai primi, con Edmund che le seguiva a fatica sgomitando. Misero le pergamene sul tavolo e Mag tirò fuori la sua penna prendiappunti. Il professore rivolse un particolare sorriso al loro banco, e Frannie strinse la gamba di Margaret sorridendo smagliante. Lupin aspettò qualche minuto, per lasciare anche agli altri studenti il tempo di arrivare a lezione. Dopo un po’ di tempo, quando anche Fred, George e Laetita furono seduti ai loro posti, cominciò la lezione.
Dopo due più che appassionanti ore di lezione sui vampiri in cui Frannie aveva fissato negli occhi il professore per tutto il tempo e Margaret e Edmund la avevano presa in giro sfacciatamente senza che lei se ne accorgesse con la penna di Mag che prendeva appunti da sola, gli studenti portarono indietro le panche e iniziarono ad accalcarsi verso l'uscita chiacchierando rumorosamente. Frannie con tutto questo baccano si ridestò dalla trance e si guardò spaesata intorno. Non si era minimamente accorta del passare delle due ore, durante le quali aveva contemplato il professore tutto il tempo.
-Come? Di già?
Margaret e Edmund scoppiarono a ridere sino a tenersi la pancia, Mag in particolare era tutta rossa e alcune lacrime le rigavano le guance.
-Ehi, che avete da ridere voi due?
Chiese Frannie, ancora più confusa di prima. Mentre i ragazzi mettevano via le loro pergamene (quella di Mag piena, quella di Edmund con qualche riga di appunto e parecchi scarabocchi e quella di Frannie immacolata) il professore si avvicinò al loro banco, mentre gli altri si allontanavano dall'aula. L'uomo chiamò anche Laetitia con un cenno, che si avvicinò titubante. Lupin sorrise dolcemente e appoggiò i pugni sul banco, chinandosi verso avanti. Frannie deglutì guardandolo negli occhi e Edmund riuscì con molto sforzo a soffocare una risatina. Margaret sarebbe sembrata impassibile, se non fosse per il color rosso rubino che si stava lentamente ritirando dalle sue guance. Laetitia sedette nel posto accanto a Edmund lasciato vuoto da Jasmine.
-Buongiorno ragazzi.
-Buongiorno, signore.
Risposero educatamente.
-Spero che abbiate passato delle belle giornate sul finire delle vacanze.
-Sì, signore. Anche troppo!
Disse Edmund sorridendo.
-Lei come sta?
Aggiunse Frannie d'un fiato. Lupin fece una smorfia impercettibile e poi tornò a sorridere.
-Sto benissimo. Non era niente di grave, sono solo di salute ahimè piuttosto cagionevole. Diciamo che da ragazzo ho conosciuto madama Chips più di quanto ci tenga ad ammettere.
Alzò gli occhi al cielo con un ghigno, i ragazzi videro passare l'ombra dei ricordi della sua gioventù nei suoi occhi. Per un attimo videro un ragazzino sveglio, con un ghigno allegro e molte meno cicatrici che sembrava in procinto di fare uno scherzo a qualche malcapitato. Durò un istante. I ragazzi lo guardarono con grande attenzione.
-Ma del resto, non siamo qui per parlare di me. Se non mi sbaglio ci eravamo accordati per un tè, giusto?
Loro annuirono decisi, ansiosi di poterlo conoscere un po’ meglio.
-Direi, se è compatibile con i vostri impegni di studio e di orario, che potremmo fare oggi stesso, alle cinque in punto.
Frannie aveva già annuito vistosamente, gli altri si guardarono un attimo, pensierosi.
-Non abbiamo allenamenti oggi, vero Mag?
Chiese Edmund, meditabondo.
-No, non mi pare! Dovrebbero essere giovedì sera.
-Ci siamo allora.
Rispose Edmund con un sorriso cordiale.
-A me va bene.
Concluse Laetitia con fermezza.
-Perfetto! Allora a più tardi! Ora su, forza, o arriverete in ritardo alla prossima lezione!
-Oh nessun disturbo professore!
Borbottò Frannie pur alzandosi insieme ai compagni.
-Arrivederci, signore!
Salutarono uscendo di fretta dall'aula. Laetitia ridacchiò scuotendo la testa.
-Neanche un'Amortentia fa quest'effetto, Fran.
-Stronzi.
Mugugnò lei, sorridendo a sua volta. Sapeva che avevano ragione. Era completamente cotta.
-Passeggiata al lago? Così vi faccio leggere la lettera. La adorerete!
I ragazzi annuirono curiosi.
-Che bello!
Sospirò Edmund stiracchiandosi.
-Ora siamo liberi sino a pranzo, oggi ci manca solo astronomia!
-Cavolo!
Margaret si batté una mano sulla fronte, affranta.
-Che c'è Mag?
Chiese Edmund scattato sull'attenti.
-Astronomia! Andremo a letto tardissimo, avrei voluto fare un risposino! E invece ora abbiamo quel tè...
-Oh suvvia Mag, dormirai subito prima di cena!
Rispose frettolosamente Frannie. Aveva paura che l'amica cambiasse idea e il tè saltasse a un altro giorno.
-O puoi dormire adesso!
Replicò Edmund.
-Non abbiamo più lezioni oggi a parte stanotte...
-Parla per te!
Sospirò Laetitia contrita.
-Già, noi abbiamo una sola ora buca e poi due ore di Aritmanzia.
Concluse Margaret alzando gli occhi al cielo. Frannie e Edmund si lanciarono uno sguardo complice. Sospirarono allegri.
-Ahhhh! Aritmanzia! Non c'è materia che mi fa più felice non seguire!
Esclamò Frannie, scuotendo i capelli pavoneggiandosi. Edmund le diede un cinque.
-Sai, Tony va forte ad aritmanzia. Penso che gli chiederò ripetizioni... che dici Frannie?
Rispose maliziosamente Laetitia. La ragazza spalancò la bocca, indignata.
-Brutta gargoyle egoista, non oserai! Non puoi vendicarti con me solo perché hai scelto la materia più barbosa del mondo magico!
Margaret sbuffò sonoramente.
-A me piace aritmanzia, Fran.
-Sì sì come n... oh. Ciao, Draco.
Edmund aveva praticamente travolto il ragazzo girando l'angolo andando verso il cortile. Si rimise in equilibrio lisciandosi il mantello e sorrise debolmente. Guardò Frannie con aria preoccupata e lei capì. Annuì ricambiando lo sguardo apprensivo.
-Ciao ragazzi!
Esclamò cordiale Malfoy, guardando amichevolmente i due prefetti e guastando impercettibilmente lo sguardo sulle altre due. Tiger e Goyle restavano due passi indietro, parlando tra loro e guardandoli di sottecchi.
“Come fanno a sembrare sempre così deficienti?”
Pensò Laetitia, guardandoli con disgusto.
-Dove andate di bello? Noi alla foresta proibita. Lezione col troglodita, oggi. Spero di non ferirmi un'altra volta, mi sono appena dimesso.
"Questo sì che sarebbe un bel risvolto di giornata"
Pensò Margaret sorridendo all'idea, e il ragazzo parve leggere il pensiero nei suoi occhi. Fece una piccola smorfia intrisa d’astio.
-In realtà stavamo andando al lago nero.
Rispose Frannie, cominciando a camminare. Gli altri la seguirono, Draco fece un cenno truce a Tiger e Goyle che si misero in coda. Laetitia e Margaret si guardarono nervosamente alle spalle, mentre i due gorilla li seguivano.
-Perfetto, allora stiamo andando nella stessa direzione.
-Già. Beh, come stava la mia Bertha?
Esclamò Frannie goffamente dandogli una gomitata amichevole, tentando di ignorare la tensione nell'aria. Il ragazzo sbuffò alzando gli occhi al cielo.
-Benissimo, purtroppo. Non ha smesso un attimo con le sue solite domande imbarazzanti. Ha quasi smontato tua madre per sapere perché non c'eri. Per fortuna ho portato Zabini con me.
-Ahah, già, non mi è mancata per niente. Almeno non ti ho lasciato solo.
Chiacchierarono per qualche minuto riguardo al pranzo di Natale di Draco, parlando di elementi del ministero che gli altri non conoscevano, ogni tanto coinvolgendo Edmund. Percorsero buona parte del giardino conversando quasi normalmente, gli altri quattro scivolavano silenziosi dietro di loro lanciandosi delle occhiatacce. Il tempo era freddo e il cielo era scuro, minacciava pioggia. Edmund sospirò e disse di sperare che la lezione di astronomia saltasse quella sera a causa del tempo. Si separarono accanto alle serre, ognuno per la sua strada, e Frannie stava per dichiarare lo stato di scampato pericolo all'amico, quando il biondo si voltò un'ultima volta.
-Ehi, Firwood. Bella collana. Chi te l'ha data? Deve aver buon gusto.
Ammiccò facendole l'occhiolino, e se ne andò.
-Grazie Malfoy, bei gemelli!
Gli gridò, ostentando naturalezza. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Le sembrò che la temperatura si alzasse di dieci gradi. Lei e Edmund sbiancarono gradualmente, mentre Margaret cominciava ad avvampare. Attimi di silenzio in cui Laetitia li guardava confusa.
-Zia Muriel eh? E pensavi di riuscire a nascondermelo? Ah!
Rise Mag, fredda. Laetitia era sempre più confusa.
-Per evitare discussioni come questa.
Rispose la ragazza alzando gli occhi al cielo.
-Certo, se pensi che quel piccolo viziato Ammazza-Ippogrifi si merita dei gemelli, peggio per te. E sto parlando anche con te Edmund, è inutile che fai quella faccia.
Rispose avvicinandosi all'amica e fingendo di osservare meglio la collana; in verità l’impulso era quello di distruggere il regalo. Fran sospirò in modo da farsi sentire, Edmund la imitò, odiava trovarsi in mezzo a queste discussioni, peggio ancora quando anche Laetitia si schierava dalla parte di Mag contro Malfoy.
- …E comunque dovresti ringraziarmi.
Continuò la ragazza sistemandosi i capelli ricci
-Per non aver detto a Laets che a settembre sei andata a trovarlo in infermeria, perché l’ho capito, sai?
-Lei ha che cosa?!
Gridò Laetitia iniziando a ricomporre il puzzle.
-Tu hai che cosa?!
Esclamò Ed contemporaneamente prima che la ragazza sotto processo avesse il tempo di ribattere, al che lei alzò le spalle rivolta all’amico, sperando che non iniziasse anche lui a rompere e chiedendosi il perché di quella reazione.
-E non potevi dirmelo che così andavamo insieme?!
Continuò il ragazzo fingendosi offeso. 
Dicendo queste parole ribaltò la situazione: adesso erano due contro due. Frannie sorrise grata, Margaret lo guardò offesissima, Laetitia sbuffò guardando male gli amici, anche Mag perché sapeva ma non le aveva detto nulla.
-Dai ragazze, è pur sempre amico mio…
Mormorò Fran cercando di non rispondere male alle amiche, che a volte sapevano essere davvero assillanti con quella storia. Loro non risposero e Edmund sbuffò dando un calcio a un ciottolo, che rotolò a lungo finendo nelle profondità del lago.
-E se vi dicessi che posso farmi perdonare? Che sto per sollevare il morale a tutti?
Disse Frannie enigmatica. Edmund la guardò speranzoso.
-Ti direi che ti sbagli di grosso.
Rispose Laetitia, secca.
-E invece sei tu che ti sbagli.
Sussurrò Frannie, saltando in avanti e andando a sedersi sotto il loro solito albero in riva al lago. Edmund la guardò con interesse, Laetitia scettica. Margaret non lasciava trapelare alcun coinvolgimento. Alzò un sopracciglio, impaziente.
-Avanti su, sedetevi!
Frannie batté con le mani a terra invitandoli ad accomodarsi accanto a lei. Svelto Edmund si infilò alla sua destra, poco dopo Mag li raggiunse e si sistemò alla sua sinistra. Non lo dava a vedere, ma era fiduciosa. In ultimo, dopo un lungo sospiro, Laetitia si sedette di fronte. Frannie si schiarì la voce per aumentare la suspense, Edmund rise, Margaret e Laetitia alzarono gli occhi al cielo. La ragazza tirò fuori la lettera e la allisciò. Recitò fieramente:
-Cara Frannie. Ti scrivo innanzi tutto per chiederti come è andata a Natale senza di noi. Tu ci sei mancata molto. Spero abbia gradito il regalo, tu ma anche i tuoi amici.
Alzò un attimo gli occhi dalla lettera, i loro sguardi si erano addolciti. Ghignò soddisfatta.
-Il motivo principale per cui ti scrivo però, è un altro. Tuo padre mi sta facendo diventare matta. Al pranzo di Natale del ministero ha discusso con Lucius Malfoy e ora ne paga le conseguenze. Ti spiego: quell'idiota (in questo caso l'idiota Malfoy, non l'idiota tuo padre) ha raccontato come una barzelletta che un ragazzino di Hogwarts nato babbano è stato sorpreso da Draco a Hogsmeade col cappello a rovescio. Ha iniziato una digressione sulla stupidità dei Nati Babbani e sulla loro scarsa adeguatezza nelle faccende del mondo magico.
Frannie alzò di nuovo gli occhi. Edmund era una statua di sale e la guardava come a dire “Che cazzo ti metti a leggere? Peggiorerai le cose così!”, Margaret e Laetitia avevano l'aria funesta. Frannie sorrise a trentadue denti.
-Allora, avresti dovuto vederlo, tuo padre si è alzato in piedi. Ha detto che il cappello a rovescio del ragazzino sicuramente non era una svista ma una "scelta di stile" ed è Lucius a non essere al passo coi tempi. Ha detto che è una moda molto recente che lui trovava molto chic. Lucius è diventato rosso perché non sapeva cosa dire e Narcissa stava per strozzarsi con l'idromele (tecnicamente per lo sgomento ma secondo me sotto sotto si stava divertendo). Fatto sta che nessuno gli ha dato retta ovviamente, e volevo sotterrarmi. Lucius allora ha risposto educatamente che sicuramente scherzava, dato che non ha mai visto tuo padre girare col cappello a rovescio, e sai l'idiota cosa ha risposto? (Stavolta l'idiota è tuo padre) "Non è vero, io uso sempre il cappello a rovescio! È la mia moda preferita!". La discussione è finita lì anche perché il ministro ha lasciato intendere di non infiammare gli animi, ma andandosene quello scemo è uscito veramente col cappello a rovescio. E anche oggi, Merlino lo perdoni, è andato a lavoro così, si vedeva l'etichetta e tutte le cuciture! Lo ho pregato di non farlo, ma lui ha risposto tranquillissimo "Non so di cosa tu stia parlando. Lo ho sempre portato così.” ed è uscito. Non so proprio che fare con lui. Se Lucius passerà al San Mungo in questi giorni probabilmente gli verrà un colpo. Draco lo hai visto? Ti ha raccontato anche lui? Buon ri-inizio di lezione, ci manchi. Mamma.
Frannie ripose la lettera nella tasca. Edmund aveva un'aria molto divertita, sorrise con la bocca aperta per lo stupore. Margaret tentava senza riuscirci di rimanere impassibile, ma sorrise e alzò gli occhi al cielo, arresa. Laetitia aveva perso ogni barriera di astio così faticosamente costruita nell'ultimo quarto d'ora ed esclamò:
-Nooo! Tuo padre è un grande! Da oggi metterò anche io un cappello a rovescio! Chissà la faccia di Draco!
I ragazzi scoppiarono a ridere.
-Guardate che lo farò sul serio! Confermerò la versione di tuo padre!
Rispose fiera, alzandosi in piedi.
-Anzi, sapete che vi dico? Vado a raccontarlo a Belle!
La ragazza si sistemò la veste e tornò verso il castello, Frannie la guardò confusa, poi si voltò verso l'altra.
-Quindi...?
Chiese ammiccante.
-Quindi ho perdonato tuo padre per frequentarli, ma ce l’ho ancora con te.
-Cosa? Ma era una storia bellissima!
-È la storia di tuo padre però, non la tua. Anzi, secondo me non lo appoggi neanche.
-Scherzi? Certo che lo appoggio! Che discorsi fai?
La ragazza fece una smorfia pensierosa.
-Se lo appoggi non avrai problemi stasera ad andare a cena col cappello a rovescio, vero?
Edmund sgranò gli occhi e si fece piccolo piccolo, sperando che quella sorte non toccasse anche a lui.
-Ehi, questo è un ricatto!
-Hai detto di poterti far perdonare, no? Fatti perdonare.
Lei sbuffò.
-Vedremo.
-Bene. Quindi vedremo se ti perdono.
Rispose Margaret giocando coi suoi capelli. Frannie alzò gli occhi al cielo.
-Vado a vedere che sta facendo Tony.
Sbottò, alzandosi pigramente. Dopo che si fu allontanata a sufficienza, Edmund si sporse verso l'amica.
-L'hai già perdonata, vero?
-Ovviamente. Però sarà divertente. Soprattutto guardare Malfoy vederla arrivare col cappello al contrario.
Rispose la ragazza ridacchiando e sdraiandosi sull'erba.
-Sei una iena, Rosander.
-Oh, finiscila Pevensie. E ringrazia che non l'ho chiesto anche a te... posso ancora cambiare idea, sai?
Il ragazzo scosse la testa sorridendo, appoggiando la schiena al tronco di un albero. Si mise a giocare distrattamente con la sua cravatta, e quando fu ora di Aritmanzia la accompagnò al castello, dove trovarono Laetitia già con il suo cappello infilato tutto storto, e poi andò a cercare Frannie. La trovò appoggiata al muro della Sala Grande che chiacchierava coi gemelli al tavolo Grifondoro. Fred era stranamente silenzioso, mentre lei e George ridacchiavano per qualche motivo.
-Ehi ragazzi, novità?
Frannie sembrava essersi ripresa bene dalla discussione di poco prima.
-Fred sta testando la nuova versione di Mou Mollelingua... non sembra una favola, eh?
Il ragazzo aveva un'espressione truce e teneva le labbra sigillate, probabilmente per non far scivolare fuori la lingua.
-Il problema è che non abbiamo trovato ancora il controincantesimo!
Ridacchiò George, guardando il gemello malizioso. L'altro ringhiò sommessamente.
-Un giorno vi passerà la voglia di giocare con quella roba!
Rise Edmund scuotendo la testa.
-Nah amico, non credo proprio!
In quel momento dalla porta principale schizzò Aslan, il gatto di Lucy, con un gattone rosso alle calcagna.
-Ehi quello è il gatto della Granger!
Esclamò George alzando un sopracciglio. Guardò Fred, che ricambiò lo sguardo sospettoso.
-E quello è il gatto di mia sorella.
Fece eco Edmund, asciutto. Aveva assunto improvvisamente un’espressione sgradevole.
-Sembrava inseguissero qualcosa.
Commentò Frannie, facendo una piccola smorfia.
-Almeno Ron capirà che non ha niente contro il suo maledetto topo. Anche dopo che se l'è mangiato continua a cacciare.
-Hanno mangiato il topo di tuo fratello?
Chiese Edmund con una faccia preoccupata e disgustata.
-Era vecchio!
Risponde George alzando le spalle, mentre Fred sorrise sforzandosi di non separare le labbra. Dalla porta, improvvisamente, fece il suo ingresso un ansante Peter.
-Dove... dove sono andati? Li avete visti?
Il ragazzo si slacciò il mantello tenendosi il fianco, aveva le guance rosse e il fiato grosso.
-Per carità amico, è questo l'effetto che fa frequentare Percy per più di cinque minuti?
Chiese George sprezzante. Frannie lo guardò interdetta, non l'aveva mai visto così scomposto.
-Lu mi ha chiesto di recuperare il gatto. Era così preoccupata, non ho saputo dire di no. Quello non è un gatto, è un demonio con la coda. Sempre dietro a quello stupido cane…
Sospirò il ragazzo, tenendosi allo stipite della porta. Frannie ed Edmund si guardarono preoccupati.
-Dai Pete, vieni, le diremo che lo abbiamo cercato insieme senza trovarlo, ok?
Lui entrò zoppicando nella Sala Grande.
-Grazie Ed. Mi farà diventare matto. Non potevamo regalarle, chessò, dei cioccolatini?
 
Quando la lezione di aritmanzia finì, Laetitia teneva la piuma infilata tra i capelli scarmigliati e un'espressione abbattuta. Margaret, che aveva più familiarità con la materia, non era altrettanto scossa ma aveva l'aria stanca e le braccia cariche di pergamene gonfie di appunti. Imboccarono il corridoio andando verso il pranzo mentre Mag infilava le pergamene nella borsa, quando si sentì chiamare.
-Ehi, Rosander!
Laetitia le diede una gomitata veloce e lei alzò gli occhi di scatto. Gomitata poteva voler dire una sola cosa: Hans Westergard. Era da qualche giorno che aveva parlato ai suoi amici più stretti di un interesse che iniziava a nutrire nei suoi confronti. O meglio, iniziava a nutrire era un eufemismo, ma i dettagli più estremi e folli della faccenda li sapeva solo Frannie. L'amica aveva imparato a tollerare le frecciatine dello scozzese per Draco dopo l'offerta della birra post partita, e ora appoggiava Mag completamente. Edmund sembrava diventare di cattivo umore ogni volta che si toccava l'argomento, cosa che faceva gongolare Frannie quasi quanto Lupin che la convocava nel suo studio dopo la lezione. Laetitia aveva sempre provato un non tanto velato disprezzo nei confronti del rosso, e preferiva non esprimersi a riguardo. Jasmine era una dei fan numero uno della potenziale coppia, e consigliò Mag principalmente parlandole di come aveva fatto a conquistare il cuore di Aladdin. Ovviamente, come Mag faceva prontamente notare ogni volta, quel caso era diverso: Aladdin a quei tempi era già assolutamente cotto di lei.
Come volevasi dimostrare, il ragazzo che la chiamava dall'altro lato del corridoio era proprio Hans.
-Oh, Westergard! Ciao!
Laetitia fece una piccola smorfia e continuò a camminare indispettita, lasciandola sola con il ragazzo che si stava avvicinando.
-Lezioni finite per oggi?
-Più o meno. Stanotte astronomia!
Rispose, aggiustandosi i capelli sperando di non essere arrossita.
-Brutta storia, brutta storia. Ti chiamavo perché questo pomeriggio Flint mi ha sfidato a una partita a scacchi. Non che lo tema, non mi dà l'impressione di essere troppo bravo. È solo che lui ha reclutato già Bletchley per dargli man forte e so che tu hai assistito Pevensie nelle sue partite qualche volta. Si tratta solo sai, di controllare il tempo e cose del genere. Sempre se non hai altro da fare, è ovvio.
-Oh.
Borbottò Margaret una volta preso coscienza della richiesta.
-A... a che ora?
Chiese, sperando che la risposta non fosse quel che temeva.
-Le cinque, in Sala Comune!
La ragazza si rabbuiò all'istante.
-Oh, mi dispiace Hans... ho un impegno stasera alle cinque... con un professore... improrogabile.
Per un attimo sembrò che il sorriso dello scozzese si incrinasse un istante, ma la sensazione svanì com'era venuta e anzi il ragazzo allargò il sorriso.
-Certo, capisco. Era solo perché so che sei già abituata a fare questa roba.
-Ovviamente. Magari la prossima volta.
Balbettò Margaret, con la netta sensazione di essere arrossita. Arrivata in Sala Grande per il pranzo, Frannie confermò la sua sensazione.
-Che hai fatto alla faccia?
Chiese, già seduta accanto a Edmund e di fronte a Jasmine. I ragazzi avevano già iniziato a mangiare.
-A-alla faccia?
-Sei tutta rossa!
Ridacchiò Jasmine, accanto alla quale la ragazza prese posto, sedendosi così di fronte a Edmund.
-Oh, Hans mi ha chiesto di controllare il tempo alla sua prossima partita di scacchi questa sera. Ho dovuto dire di no. Il tè, sapete.
Farfugliò imbarazzata a bassa voce, per non farsi sentire dagli altri commensali. Rivolse al ragazzo seduto a capotavola un'occhiata furtiva. Edmund iniziò a tossire, il succo di zucca doveva essergli andato di traverso. Frannie gli batté con energia una mano sulla schiena, sorridendo a trentadue denti.
-Scherzi? Ma è magnifico!
Esclamò Jasmine a voce un po' troppo alta.
-Shhhhhhh!!!!!
Borbottarono Mag e Frannie in coro. Margaret guardò Frannie, che le sorrise con uno sguardo che diceva "Fangirlerai con me dopo." Lei ricambiò il sorriso.
-Tu non mi hai mai tenuto il tempo.
Borbottò Edmund appena udibile con la bocca piena di pasticcio di manzo.
-Beh, tu non me lo hai mai chiesto.
Rispose Margaret, un po' infastidita. Per un attimo ebbe la tentazione di rispondere "Strano che tu me lo dica. È grazie al fatto che ti sto sempre dietro alle partite che me l'ha chiesto." ma qualcosa le disse che era meglio evitare. E poi, a ben pensarci, anche Frannie se poteva non si perdeva una partita, però Hans aveva chiesto a lei.
Per il resto del pranzo il ragazzo restò freddo e distaccato. Appena ebbe finito di mangiare si alzò, mugugnò una scusa e se ne andò in silenzio. Jasmine sospirò non appena il ragazzo sparì dietro il portone.
-Ma cosa gli prende a quello?
Frannie alzò le spalle facendo una smorfia, Margaret continuò a bere dal suo calice di succo con una stentata nonchalance, facendo finta di non aver sentito la domanda. Frannie si appuntò mentalmente di chiedere cosa veramente era successo tra loro la notte di Natale per fare chiarezza sull'accaduto. Poco dopo Lucy si alzò dal tavolo dei Grifondoro ed uscì dalla stanza, ma le ragazze non se ne accorsero.
Finito il pranzo con più calma Jasmine si allontanò con Aladdin per fare un giro, e Laetitia le raggiunse, dato che tempo qualche ora e sarebbero dovuti andare dal professor Lupin.
-Ehi ragazze!
Esclamò, sedendosi al tavolo dei Serpeverde quasi vuoto.
-Dov'è Ed?
Chiese confusa guardandosi intorno. Margaret alzò le spalle.
-Non ne abbiamo idea. Ci raggiungerà direttamente da Lupin, credo.
E invece, come se l'avesse evocato, Edmund Pevensie fece capolino nella stanza insieme alla sorella più piccola. Sembrava che stare con lei lo avesse rasserenato. Lui abbozzò un sorriso e si infilò tra Laetitia e Frannie, evitando l'altra con lo sguardo. Lucy salutò educatamente e poi filò di nuovo al tavolo della sua casa, unendosi a Ginny Weasley e Colin Canon, suoi compagni di classe. Le prime ore del pomeriggio passarono pigre e l'aria imbarazzante andò via via estinguendosi, tanto che quando si fecero le cinque l'incidente del pranzo era quasi dimenticato. I ragazzi avevano passato le due ore precedenti nel corridoio che dava sul giardino, ora era in corso un temporale. Guardarono attraverso le arcate il prato battuto dalla pioggia, e gli alberi piegati dal vento. Ogni tanto un lampo squarciava l'aria e un tuono li faceva sussultare. Frannie non stava più nella pelle aspettando il momento e gli altri tre la prendevano bonariamente in giro. Quando furono finalmente le cinque, la ragazza fu la prima a saltare giù dal muretto su cui sono seduti. Cominciò a saltellare senza ritegno, gli altri ridacchiarono.
-Dovrai darti una regolata, Fran. Non vorrai presentarti saltellando!
Disse Margaret, mettendole una mano sulla spalla per fermarla e sistemandole la cravatta. Arrivarono al piano tutti un po' emozionati. Edmund batté sulla porta, bussando leggermente. Una voce un po' stentata ma decisamente su di tono rispetto all'ultima volta li invitò ad accomodarsi. Quando Laetitia aprì finalmente, davanti a loro si presentò un uomo gioviale, con un bel sorriso sincero, i capelli striati di grigio ben sistemati e, contrariamente al giorno di Natale, ben fermo sulle gambe. Alla scrivania, oltre la sedia vuota del professore, quattro sedie comode sistemate ordinatamente su uno dei lati lunghi. Sopra la cattedra, al posto dei soliti libri e scartoffie, una grande teiera e cinque tazze, ma soprattutto un vasto assortimento di pasticcini direttamente dalle cucine.
-Bel cappello, Oaks!
Esclamò ridacchiando, riferendosi al cappello a rovescio che come deciso Laetitia aveva già messo su con grande orgoglio.
-Grazie, signore!
Rispose fiera la ragazza.
-Sedetevi, prego!
Con un gesto della mano Lupin indicò le sedie allineate davanti alla cattedra e solo dopo che tutti ebbero preso posto si accomodò sulla sua. Versò piano il tè in tutte le tazze, la sua per ultima, rifiutando un'offerta di aiuto da parte di Margaret.
-Prendete, mangiate pure. Non saranno buoni come la torta che avete portato a Natale, ma...
-Le è piaciuta, quindi?
Lo interruppe Frannie sorridendo a trentadue denti, per poi arrossire leggermente subito dopo.
-Oh, semplicemente deliziosa. Triplo cioccolato... la mia preferita.
Edmund allungò la mano e prese un bignè alla crema, addentandolo con gusto.
-Mhhh. Anche questo è buonissimo, però!
Esclamò, assaporando il dolcetto. Fece un'espressione tale che le ragazze si affrettarono a pescare un dolce a testa e ad assaggiarlo, non prima che Margaret gli avesse lanciato il suo sguardo da sei-una-pattumiera-Edmund-Pevensie.
-Davvero ottimo!
Concordò Laetitia, masticando un muffin alla carota.
-Mi dica professore...
Cominciò Edmund, allegro.
-Le interessa molto il Quidditch? Ho notato che sinora non si è perso una partita!
L'uomo sorrise, ma sembrò intristirsi leggermente.
-In realtà non ne vado pazzo. È più un'abitudine di quando ero ragazzo.
-Giocava, forse?
Azzardò Margaret, sorridendo conciliante.
-No, no. Non sono mai stato bravo sulla scopa. Preferisco tenere i piedi per terra, se posso. No, andavo a vedere i miei amici.
-Erano bravi?
Chiese Laetitia, incuriosita. Gli altri ascoltavano con attenzione.
-Sì. Uno, soprattutto. Ha anche una targa nella scuola, sapete. Magico sulla scopa.
Il suo sguardo assente vagò per epoche lontane.
-Erano vivaci però, eccome. Silente mi fece Prefetto sperando che riuscissi a contenerli, ma sapevo in partenza che non ce la avrei mai potuta fare. Sarebbe stato come cercare di fermare la pioggia. Inutile e frustrante.
Sbuffò sorridendo dolcemente.
-E così, ho comprato un ombrello.
I ragazzi si guardano tentando di decifrare quello che avevano appena sentito, poi l'uomo parve scuotersi. Bevve un sorso di tè.
-Ma non siamo qui per parlare solo di me, spero. Ditemi un po', avete i G.U.F.O. quest'anno, mi sbaglio?
Frannie sbuffò leggermente, Edmund abbassò lo sguardo. Laetitia aveva l'aria contrita e Margaret fece una piccola smorfia di disappunto.
-Oh, ovviamente so che nel tempo libero non amate parlare di esami ma...
-È veramente pesante. I compiti, lo studio e tutto il resto.
Sbottò Frannie, sconfortata.
-Noi ce la caviamo, però.
Mormorò Margaret, sicura di sé.
Laetitia annuì leggermente.
-Non ne dubito. So come siete durante le mie lezioni e ho anche sentito qualcuno dei miei colleghi a riguardo... sono sicuro che non avrete problemi. Insomma, persino ahèm, Severus non ha niente da ridire nei vostri confronti. E io lo conosco, eravamo in classe insieme da ragazzi.
-Beato lei, che è sicuro...
Sbuffò Edmund mordendosi il labbro. I ragazzi cercarono di processare l'idea di Piton giovane in classe con qualcuno. Il professore decise che era meglio cambiare argomento.
-Sono felice che le Case ora si mischino tra loro. Quando ero uno studente sarebbe stato impensabile trovare gruppi così eterogenei. Ho visto che frequentate anche i Weasley, giusto?
-Sì, è vero. E anche qualche Tassorosso in realtà.
Edmund guardò Frannie di sottecchi,
-Ma la verità è che è ancora un po' così. Non sono tanti quelli che fanno amicizia al di fuori della propria Casa.
-Beh, questo vi rende ancora più onore al merito.
Esclamò Lupin, soddisfatto.
-Non voglio che se ne vada.
Disse Frannie di fretta, come pensando a voce alta. Appena si rese conto di quello che aveva detto, sgranò gli occhi. Laetitia le lanciò un'occhiata furtiva, Margaret si irrigidì. Edmund si schiarì la voce e aggiunse, per coprirla.
-Beh, sa, sinora nessun insegnante di difesa è durato più di un anno... Silente glielo avrà detto.
L'uomo sorrise imbarazzato.
-Beh, grazie Firwood. E sì Pevensie, ne sono al corrente. Mi auguro di insegnare qui il più a lungo possibile naturalmente, anche se le mie condizioni di salute potrebbero rendere difficile...
-Dice così perché non ha visto il professor Raptor. Altro che condizioni di salute!
Sghignazzò Laetitia, maliziosa.
-O Allock. Anche lui non era esattamente a posto!
Aggiunse Edmund, divertito.
-Sono sicuro che anche loro avevano le loro qualità.
Esclamò Lupin pacatamente.
-Solo perché non li conosce, mi creda.
Concluse Margaret. Gli altri annuirono vistosamente, e anche al professore scappò una risatina. Frannie pensò che se le fosse venuto un infarto in quel momento, sarebbe morta contenta.
Quando l'ultima goccia di tè fu bevuta e l'ultima briciola di dolce mangiata, quando ormai tutti gli animali fantastici presenti nelle teche della stanza erano stati descritti e tutti i dubbi chiariti, i ragazzi, affascinati e soddisfatti, si accomiatarono.
-Ora dobbiamo proprio andare, professore. Tra poco è ora di cena.
Disse gentilmente Edmund, facendo scorrere la sedia indietro e alzandosi in piedi.
-Certamente, non voglio trattenervi oltre.
Rispose l'uomo alzandosi per educazione a sua volta. I ragazzi andarono verso la porta, salutando calorosamente.
-Venite a trovarmi quando volete.
-Sì professore.
Risposero cordialmente. Frannie fece come per dire qualcosa, ma ci ripensò.
-Non mancheremo.
Disse semplicemente, e si chiuse la porta alle spalle.
-Non è carinissimo?
Sussurrò, quando si furono allontanati abbastanza. Gli altri scoppiarono a ridere.
-Ci mancava solo che facessi una serenata, Frannie!
Esclamò Margaret sghignazzando.
-Non è colpa mia...
Borbottò imbarazzata.
-E chi cena adesso? Sono piena come un uovo!
Sospirò Laetitia, toccandosi la pancia.
-Ah, io cenerò di certo!
Esclamò Edmund, divertito.
-Ehi! Dove credi di andare tu?
Chiese Margaret d'un tratto, afferrando Frannie per la spalla.
-A cena!
Rispose l'amica innocentemente, alzando le spalle.
-Non dimentichi qualcosa?
Disse ammiccando verso il cappello della Corvonero. La ragazza sospirò rumorosamente.
-Oh Mag, non dirai sul serio! Credevo...
-Cosa, che ti avessi perdonata così in fretta? Ero solo in pace perché avevi promesso!
-Andiamo Mag, per favore...
-Niente da fare! O cappello o niente.
Frannie sbuffò un'altra volta e si diresse strisciando i piedi verso il dormitorio.
-Sei proprio cattiva.
Sussurrò Edmund con un ghigno.
-Oh, sciocchezze. Ha fatto benissimo.
Replicò Laetitia soddisfatta. Quando la ragazza entrò nella Sala Grande aveva l'aria truce ma decisa. Se c'era qualcosa in cui era esperta era fare buon viso a cattivo gioco. Attraversò tutta la sala e si avvicinò al tavolo. Draco non la salutò ma al suo passaggio si sistemò sulla panca a disagio.
-Bel cappello Firwood!
Abbaiò il capitano della squadra qualche posto più in là rispetto ai suoi amici. Jasmine la guardò confusa.
-Non lo sai, Flint? È l'ultima moda.
Rispose risoluta la ragazza, sedendosi nel posto vuoto accanto a Margaret. A quelle parole Malfoy prese un colore vagamente giallastro e Mag gongolò sonoramente, Frannie dal canto suo era decisa a non incrociare lo sguardo dell'amico e non si accorse della sua espressione turbata.
-Ti odio.
Sillabò senza voce, lasciando che Margaret le leggesse le labbra. In tutta risposta la ragazza sorrise sorniona. Edmund scosse la testa senza speranza.
-La finirete mai con questa storia?
-No.
Risposero entrambe all'unisono, guardandosi con aria di sfida. Al tavolo infine li raggiunse una splendida notizia: causa nuvole e maltempo la lezione di astronomia era stata annullata. Tutti i ragazzi del quinto anno esultarono a gran voce. Quando tornarono al dormitorio, Frannie con una certa fretta, si buttarono sul letto con un sospiro liberatorio. Avevano salutato Edmund davanti a quello maschile e Jasmine era andata a fare un giro notturno sul tappeto con Aladdin, erano sole. Fran si sfilò il cappello e lo raddrizzò per il verso giusto, buttandolo poi ai piedi del letto con un gemito di fastidio. Fece per dire all'amica quanto pensava fosse spregevole, quando lei la precedette.
-Non. Ci. Credo!
Esclamò, buttandosi un cuscino in faccia tentando di reprimere l'emozione.
"Hans" ricordò Frannie, e decise di passare sopra ai commenti acidi, almeno per questa sera.
-A me! Ha chiesto a me! Certo, ha motivato la scelta, ma anche tu segui Edmund nelle partite no? Eppure ha chiesto a me.
-È vero.
La assecondò sorridendole.
-Del resto conosce meglio me che te, sarebbe stato strano il contrario, però...
-Voleva invitarti, Mag. Voleva te e te l'ha chiesto.
-È così, non è vero?
Chiese con un gran sorriso.
-È così.
Margaret squittì affondando nuovamente la faccia nel cuscino.
-La prossima volta ci andrai.
La ragazza spuntò dal letto con aria improvvisamente preoccupata.
-E se non ci fosse una prossima volta?
Chiese con un'espressione di puro terrore.
-Ci sarà.
-Sarei dovuta venire oggi. Magari interpreta male e...
-Non interpreterà niente Mag, vedrai. Ci sarà di sicuro una prossima volta. Ne sono certa.
La ragazza annuì, ma sembra poco convinta.
-Fidati di me. È solo questione di tempo.
Continuò l'amica, rassicurandola. Le due si infilarono il pigiama discutendo sulle tattiche da adottare e su come ora Margaret si sarebbe dovuta comportare in presenza del ragazzo. "Naturale ma cordiale" le intimò Frannie seriamente. Quando arrivò Jasmine, dormivano già. Sorridevano nel sonno.
 

NOTE
 
Eccoci alla fine di questo capitolo. Le cose tra Mag e Edmund sembravano andare sin troppo bene per due amici stretti come loro, e a quanto pare Margaret ha deciso di allentare la presa e concentrarsi su qualcos'altro. O qualcun altro. Chi mi segue dovrebbe conoscere molto bene la mia ossessione per Hans, e dal momento che Mag è il mio personaggio, è stata totalmente fulminata da questo magnifico esemplare di essere umano. Forse si è convinta di aver voluto stare con Edmund solo per spirito da crocerossina, chissà XD
Il nostro povero Ed non sembra entusiasta all'idea. Affronterà Margaret o anche lui, schiavo dell'orgoglio, troverà qualcuno con cui consolarsi?
Il nostro amato professore di Difesa invece si è lasciato andare un po' troppo ai sentimentalismi, ma noi gli vogliamo bene comunque. È possibile che non tutti saranno contenti di questo bel rapporto professore-alunno instaurato coi ragazzi... ma ne saprete di più al prossimo capitolo.

A venerdì!
 
   
 
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