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Autore: Recchan8    20/10/2018    1 recensioni
Nessuno ha ricordato il primo dei quattro elementi fondamentali.
Nessuno si è mai accorto della sua costante presenza, della sua grinta e della sua passione.
Nessuno sapeva che il Maestro Eraqus aveva un quarto allievo.
Nessuno ha mai parlato di Ignis, la ragazza dai capelli rosso Tiziano che si è innamorata della persona giusta al momento sbagliato.
[Avvertenza: Le vicende narrate iniziano in Birth By Sleep e si sviluppano attraverso 358/2, KH2 e Dream Drop Distance, fino ad arrivare alla vigilia di KH3]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Fire Duty

 

 

 

Per quanto lo stesse interrogando con lo sguardo da diverse ore, il bianco soffitto dell'immacolata camera non gli rispondeva in alcun modo.
Ovviamente.
Axel assottigliò gli occhi verdi dal taglio allungato e serrò le labbra, facendo poi schioccare la lingua e tirandosi su a sedere, il capo chino sulle lenzuola sfatte del suo letto. Non riusciva a capire come fosse possibile che quella ragazza, quella pazza squinternata che aveva incontrato qualche giorno prima sulla Torre dell'Orologio di Crepuscopoli, conoscesse il suo titolo, il suo rango e persino il nome dell'Organizzazione. Nessuno dei tredici membri aveva mai divulgato informazioni riservate, se non per ordini del Superiore o per motivi ben precisi. Se fosse successo qualcosa del genere, Xemnas avrebbe ordinato l'esecuzione immediata degli eventuali traditori, esattamente come era successo coi ribelli del Castello dell'Oblio. Ad Axel sembrava strano che la missione di qualcuno consistesse nello svelare le informazioni dell'Organizzazione a quella tizia, per cui era più che sicuro che ci fosse qualcosa che non stesse andando secondo i piani del Numero I.
-”Non credo che il letto si rifarà da solo se continuerai a fissarlo in quel modo”- ridacchiò Demyx appoggiandosi con una spalla allo stipite della porta.
-”Lo so”- sbuffò Axel irritato. Scoccò un'occhiataccia al ragazzino e gli fece cenno con la testa di levarsi di torno. Non era dell'umore adatto per sorbirsi una delle pesantissime e inutili chiacchierate di Demyx, lamentele rivolte alla (secondo lui) ingente quantità di lavoro e al fatto che nessuno apprezzasse come si deve la sua abilità nel suonare il sitar.
-”Solo una cosa”- saltellò sul posto. -”Hai per caso visto uno dei miei spartiti? Ho fatto innervosire Xaldin e me li ha spazzati via tutti con una folata di vento”- spiegò grattandosi la nuca con imbarazzo. -”Credo sia invidioso del mio talento”-.
-”Ecco cos'era quell'urlo disperato...”- borbottò il rosso ripensando alle grida acute che aveva sentito qualche ora prima riecheggiare per tutto il Castello Che Non Esiste.
Demyx si strinse nelle spalle appuntite e annuì.
-”No, qui non c'è niente”- tagliò corto il Numero VIII. Si abbandonò sul letto e si girò su un fianco, dando le spalle al ragazzo castano. -”Cerca da un'altra parte”- gli consigliò agitando svogliatamente una mano.
Demyx se ne andò sbuffando e maledicendo Xaldin per quello scherzo di cattivo gusto. Axel chiuse gli occhi, concentrandosi sul silenzio appena tornato e sul volto della ragazza misteriosa che continuava a tornargli in mente, ancora e ancora, come un boomerang. C'era qualcosa nei suoi modi di fare che aveva finito per fargli credere con convinzione che non facesse parte di quel Mondo: sembrava una straniera, una outlander; eppure, per quanto ne sapesse, era possibile viaggiare attraverso i Mondi solo tramite i corridoi oscuri.
Sospirò.
Quella tipa meritava tutto il tempo che le stava riservando? La risposta era chiaramente “No”.
Infilò una mano inguantata sotto al cuscino. Le sue dita sfiorarono un corpo estraneo e Axel aggrottò le sopracciglia. Agguantò lo strano oggetto, stringendolo tra l'indice e il medio, e lo sfilò dal cuscino.
-”Com'è finito qui?”- mormorò ispezionando con lo sguardo uno spartito musicale.
Gli interessava davvero saperlo? La risposta era nuovamente “No”.
Nel cielo del Mondo Che Non Esiste, una notte perenne, brillava una luna a forma di cuore: Kingdom Hearts, l'ossessione del Numero I dell'Organizzazione XIII. Xemnas aveva fondato l'Organizzazione al solo scopo di aprire il portale per Kingdom Hearts, ottenere un nuovo cuore e, finalmente, poter esistere veramente. Grazie al suo vecchio amico erano riusciti a instaurare un contatto con Kingdom Hearts, ma adesso quella persona era scomparsa, svanita nel nulla.
Fuggita.
-”Nessuno sentirebbe la mia mancanza”- aveva detto prima di abbandonare Axel.
Lo spartito di Demyx aveva appena assunto la forma di un aeroplanino quando un suono sordo e inquietante infranse il silenzio. Un corridoio oscuro comparve nel mezzo della stanza e da esso uscì un ragazzo dai lunghi capelli azzurri e una cicatrice a forma di X sul volto. I suoi occhi gialli, indagatori come quelli di una pantera, si conficcarono su Axel. Gli angoli della sua bocca sottile si incurvarono con disgusto verso il basso.
-”Brutta abitudine, eh?”- disse Axel senza distogliere lo sguardo dall'aeroplanino. Tese il braccio verso l'alto e mimò un volo spericolato. -”Chissà a cosa servono le porte”-.
Saïx non rispose. Aveva smesso di ribattere a quelle stupidissime battute da una decina d'anni.
-”Sei stato convocato da Lord Xemnas nella Sala dei Tredici”- comunicò piatto.
Il Nessuno steso sul letto si tirò su a sedere a sfidò con lo sguardo l'altro, alzando un sopracciglio e lasciandosi scappare un sorrisetto beffardo. Gli occhi felini di Saïx si ridussero a due taglienti fessure.
-”Com'è fare il paggetto del Superiore? Ah, pardon, volevo dire cagnolino”-.
-”Non sfidare la sua pazienza, Numero VIII”-.
-”Cosa vuole da me Xemnas?”-.
-”Lord Xemnas”- lo corresse Saïx con un ringhio.
Axel agitò per aria una mano, visibilmente infastidito. Odiava l'attaccamento morboso che Saïx aveva sviluppato nel corso degli anni per Xemnas: lo seguiva ovunque come un viscido animaletto domestico ed eseguiva ogni suo ordine senza fiatare. Certo, anche Xigbar si comportava più o meno in quella maniera, ma almeno quella sottospecie di vecchio pirata non se ne andava in giro con un'inguaribile flemma.
Il Numero VII, stufatosi dell'inutile resistenza di Axel, alzò un braccio e gli indicò il corridoio oscuro. Gli ordinò di seguirlo e di smetterla con le sue solite pagliacciate perditempo. Axel si passò una mano tra i capelli rossi e scosse la testa, facendo schioccare la lingua. Passò accanto a Saïx, fulminandolo con lo sguardo, e fece come gli era stato ordinato. Il corridoio li portò all'interno della Sala dei Tredici, un grande ambiente circolare dal soffitto pressoché infinito, ovvero il luogo delle riunioni dei membri dell'Organizzazione. A ogni Nessuno era stato assegnato un trono di altezza differente. Seduto su quello più alto, torreggiante e solenne, sedeva il Numero I, Xemnas, l'affascinante quanto misterioso uomo dalla carnagione olivastra e i capelli argentati. Coi suoi occhi ambrati scrutò i due membri appena arrivati, soffermandosi qualche attimo di più su Axel.
-”Accomodatevi”- disse con voce profonda.
Sia Saïx che Axel non se lo fecero ripetere due volte. Si teletrasportarono sopra i loro troni e Saïx, come attirato da una calamita, volse immediatamente lo sguardo verso Xemnas, in attesa delle sue prossime parole. Axel incrociò le braccia al petto e accavallò le gambe. Per quanto stesse facendo il possibile per apparire, come suo solito, strafottente e sereno, c'era qualcosa in tutta quella solennità che gli stava dando da pensare. Fece vagare lo sguardo per la Sala e notò che, oltre a loro, vi era anche una quarta persona, un uomo il cui volto era celato sotto al cappuccio del soprabito nero. Poteva tentare di nascondersi come voleva, ma il suo fisico possente lo avrebbe sempre tradito: si trattava di Xaldin. Fu proprio lui il primo a prendere la parola.
-”L'abbiamo trovato”- disse piano la sua voce rude.
Il suono di quelle parole si propagò nell'aria, arrivando alle orecchie di Axel e facendogli subito venire in mente un nome e un volto.
-”Chi avreste trovato?”- domandò, nonostante conoscesse benissimo la risposta. Stava sperando con tutto se stesso di non udire quel nome, nemmeno per sbaglio.
-”La Chiave del Destino”-.
Le sua braccia conserte si irrigidirono. Gli occhi verdi scivolarono su Saïx e il suo sguardo si indurì quando lo vide sorridere malignamente.
-”Soffio di Fiamme Danzanti”- lo chiamò Xemnas dall'alto. -”Sai cosa fare”-. Detto ciò il Superiore svanì, abbandonando la Sala dei Tredici e lasciando a Xaldin il compito di spiegare i dettagli al sicario; perché sì, Axel aveva capito benissimo per quale motivo era stato convocato. Saïx non riusciva a togliersi dalla faccia il ghigno di orrenda soddisfazione che gli era comparso non appena aveva visto la reazione di Axel al solo sentir nominare il titolo dell'ex Numero XIII.
-”La situazione non è facile”- iniziò Xaldin. -”Sembra che la sua mente sia intrappolata in una realtà virtuale all'interno della Vecchia Villa di Crepuscopoli. Qualcuno deve essere riuscito a trovarlo prima di noi. La nostra, o meglio, la tua priorità...”-.
-”State scherzando”- lo interruppe a un tratto Axel.
Xaldin si zittì. Il suo petto possente emise un silenzioso e breve sospiro.
-”Ti ricordo che ha voltato le spalle all'Organizzazione. Ormai non è più uno di noi”-.
-”Sbarazzarsi di lui?! Volete che io mi sbarazzi di lui?!”- saltò su. -”Aspettato un secondo, non è troppo presto per farlo?”-.
Sotto al cappuccio, Xaldin sogghignò.
-”E' un ordine”- gli fece notare con calma. -”Perché stai esitando? Non sei tu quello che ha giustiziato spietatamente coloro che hanno tradito l'Organizzazione?”-.
-”Non ci ha traditi!”- insistette. -”E' solo che non è in grado di tornare!”-.
-”Se non lo farà, dovrà pagarne il prezzo”- concluse Xaldin freddamente.
Axel non riuscì a ribattere. Restò in silenzio con le mani strette attorno ai rigidi braccioli del suo trono. Sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, ma aveva sempre sperato con tutto se stesso che il suo amico fuggiasco fosse abbastanza in gamba da riuscire a far perdere le proprie tracce. Xemnas aveva gradito molto il suo operato all'interno del Castello dell'Oblio, perciò era scontato che avrebbe richiesto i suoi particolari servigi anche in altre situazioni.
Ma, tra tutti gli esseri dei Mondi, proprio lui doveva eliminare?
Xaldin notò la forte esitazione nello sguardo perso di Axel.
-”Se ti opporrai a questi ordini, sarai tu quello che dovrà pagare”-.
Axel alzò gli occhi e guardò il Numero III, appena in tempo per vedersi scagliata contro una delle sei lance di Xaldin. L'arma andò a conficcarsi nello schienale del trono, a pochi centimetri dalla sua tempia. Il monito arrivò forte e chiaro.
-”Va bene, ho capito!”- sbottò il ragazzo dai capelli rossi. Xaldin richiamò la lancia. -”Lo farò, lo faro!”-.
Svanì come precedentemente aveva fatto Xemnas, senza guardare e senza salutare nessuno. A chi avrebbe dovuto augurare una buona giornata? A quel leccapiedi di Saïx e a quella bestia di Xaldin? Si rintanò nella sua stanza, sperando che nessuno comparisse sulla soglia, pena l'immediata combustione. Si gettò sul letto e si liberò dell'aria nei polmoni con un ringhio contenuto.
Così come qualcuno era riuscito a incastrare il ragazzetto biondo, l'Organizzazione aveva messo nel sacco Axel.
-”Cosa farai adesso, eh?”- sussurrò.

 

   
 
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