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Autore: Nikki Potter    21/10/2018    2 recensioni
[Post season 2]
Derek se n'era andato. Aveva abbandonato Beacon Hills lasciando a Scott, Jackson ed Isaac un messaggio sul cellulare con scritto di non cercarlo [...]
Quando gli avevo sbattuto la verità in faccia e pure i miei ancora confusi sentimenti lui si era chiuso a riccio cacciandomi in malo modo dal loft, allontanandomi con parole cattive e piene di terrore.
Mi aveva detto che avevo solo diciassette anni e che sarei riuscito a passare oltre e che lui mi avrebbe facilitato le cose. E così aveva fatto prendendo la decisione di andarsene lontano da me.
Era passata l'estate e solo tornando a scuola mi ero reso conto che c'era qualcosa che davvero non andava in me. Perchè tutti gli incubi, la difficoltà di dormire li avevo imputati a Derek, ma poi col tempo invece di migliorare la cosa era peggiorata drasticamente [...]
La risonanza non aveva fatto altro che confermare la demenza frontotemporale e la velocità repentina con cui si stava manifestando la malattia, esattamente come aveva fatto con mamma. Non me lo avevano detto ma avevo fatto da solo una stima del tempo che mi rimaneva, circa due anni.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Derek/Stiles, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stiles- Malattia

Derek se n'era andato. Aveva abbandonato Beacon Hills lasciando a Scott, Jackson ed Isaac un messaggio sul cellulare con scritto di non cercarlo.

Loro erano dell'opinione che fosse andato via per superare la dipartita di Boyd ed Erica che avevano preferito un altro branco con un altro alfa a lui. Ma io lo sapevo perfettamente che non era così.

Isaac, Jackson e Scott non sapevano che l'ultima persona ad aver visto Derek ero io e che era in seguito alla nostra discussione che lui aveva deciso di andarsene o meglio scappare. Era scappato da me.

Sì, perchè gli avevo urlato in faccia quello che ormai c'era tra noi, il nostro legame di compagni che non potevamo più ignorare per quanto la cosa stupisse entrambi.

Derek non era riuscito a capacitarsi di come il suo lupo avesse scelto tra tutti proprio me, la persona che meno sopportava ed io non ero da meno, ma a differenza di lui avevo accettato la cosa già da tempo ed ero giunto persino alla conclusione che lui, nonostante il brutto carattere e le poche parole, mi piacesse in qualche contorto modo.

Quando gli avevo sbattuto la verità in faccia e pure i miei ancora confusi sentimenti lui si era chiuso a riccio cacciandomi in malo modo dal loft, allontanandomi con parole cattive e piene di terrore.

Mi aveva detto che avevo solo diciassette anni e che sarei riuscito a passare oltre e che lui mi avrebbe facilitato le cose. E così aveva fatto prendendo la decisione di andarsene lontano da me.

Era passata l'estate e solo tornando a scuola mi ero reso conto che c'era qualcosa che davvero non andava in me. Perchè tutti gli incubi, la difficoltà di dormire li avevo imputati a Derek, ma poi col tempo invece di migliorare la cosa era peggiorata drasticamente. Avevo iniziato ad avere allucinazioni anche di giorno ed avevo anche dei buchi di memoria, minuti e a volte anche ore in cui non sapevo dov'ero stato e cosa avevo fatto. Era stato quando non ero riuscito a leggere davanti ad un testo che avevo capito. Io quei sintomi li avevo già visti, uno ad uno su mamma.

Scott era stato troppo distratto dalla rottura con Allison per fare caso ai miei comportamenti sempre più nervosi ed aggressivi ed Isaac li aveva imputati al fatto che anch'io fossi incazzato perchè Derek aveva levato le tende. Certo, ero furioso con Derek, ma non era solo quello. Avevo perso anche la mia parlantina incessante per abbracciare il silenzio e la voglia di stare da solo, erano tutti sintomi.

Ero tornato a casa da scuola con l'ansia pronta a divorarmi ed ero rimasto immerso nel buio, seduto sul divano a gambe raccolte, il mento appoggiato sulle ginocchia e lo sguardo perso nel vuoto ad attendere il ritorno di papà sapendo di distruggerlo.

"Stiles? Perchè sei al buio?"

Papà mi aveva rivolto uno sguardo strano, quasi consapevole, come se prima di me avesse capito cosa stava succedendo.

"Credo di avere la stessa malattia di mamma" risposi senza il minimo tatto. "Non riesco più a leggere".

Papà si era irrigidito, gli occhi lucidi e la bocca stretta per non piangere probabilmente, visti gli occhi lucidi. Si era seduto vicino a me e mi aveva abbracciato forte senza dire nulla. Sì, lui aveva compreso prima di me, stava solo aspettando che anche io me ne rendessi conto.

La risonanza non aveva fatto altro che confermare la demenza frontotemporale e la velocità repentina con cui si stava manifestando la malattia, esattamente come aveva fatto con mamma. Non me lo avevano detto ma avevo fatto da solo una stima del tempo che mi rimaneva, circa due anni.

Non avevo detto nulla a Scott ma sapevo che Melissa sarebbe venuta a sapere del mio esame. Infatti dopo una settimana non mi stupii di vedere entrare Scott dalla finestra della mia camera mentre cercavo di studiare anche se faticavo sempre di più a leggere.

"Che succede?"

Alzai un sopracciglio fingendomi confuso.

"Mamma mi ha detto che sei andato in ospedale la settimana scorsa per fare degli esami" disse Scott sedendosi davanti a me.

Osservai il suo viso chiedendomi quando avrei cominciato a non riconoscerlo più. Negli ultimi mesi quando andavo da mamma ero fortunato le volte in cui lei non si ricordava di me perchè quando aveva anche una vaga idea di chi fossi mi aveva ritenuto una minaccia per la sua vita ed era stato orribile.

"Non sto bene" risposi passandomi una mano tra i capelli e chiudendo il libro.

"Centra Derek? E' da quando è andato via che sei diverso".

Mi sorpresi, allora Scott aveva notato dei cambiamenti in me ma non aveva mai osato parlarmene, probabilmente per non turbarmi.

"All'inizio pensavo che fosse per lui ma no. Derek è stato forse la miccia per la mia pazzia ma no, lui non centra" replicai appoggiandomi alla testata del letto.

"Pazzia?"

Sospirai. "Sono malato. Demenza frontotemporale, la stessa che ha colpito mia mamma. Ne sono affetto anch'io".

Scott mi fissò spaventato, terrorizzato, quasi convito che sarei scomparso in una nuvola di fumo.

"Non c'è una cura" aggiunsi sapendo di fargli male, ma era inevitabile. "I medici non me l'hanno detto, ma credo di avere uno, massimo due anni di vita".

Non mi sorpresi delle lacrime che uscirono dagli occhi scuri di Scott e nemmeno dell'abbraccio intenso in cui mi avvolse.

"Io non ti lascerò morire" mi sussurrò con voce roca.

"Non c'è nulla che puoi fare, Scotty" risposi contro la sua spalla.

"Io no, ma Derek può morderti e guarirti" replicò Scott convinto.

Non riuscii a reprimere un singulto e il mio migliore amico mi fissò confuso.

"Non voglio che lo sappia".

"Scherzi, vero? Lui è l'unico che può salvarti" Scott non capiva.

Sentii i miei occhi diventare lucidi, mi morsi il labbro per cercare di non piangere come un disperato e non sembrare più patetico di quanto già non fossi.

"Sono io il motivo per cui lui se n'è andato" rivelai.

Scott aggrottò le sopracciglia. "Di che parli? E' andato via per Erica e Boyd..."

Scossi il capo. "A te, Jackson ed Isaac ha fatto credere così. Ma è per me che ha lasciato Beacon Hills...io...lui...noi..."

Scott mi strinse una spalla nel tentativo di calmarmi, la preoccupazione chiaramente visibile sulla faccia.

"Il suo lupo mi ha scelto come compagno" dissi sentendo una lacrima rigarmi la guancia.

Scott sussultò chiaramente preso in contropiede.

"E lui ha deciso di andarsene per non affrontare la cosa" aggiunsi stringendo la mano a pugno. "Per questo non voglio che lui lo sappia. Non lo deve sapere nessuno. Nessuno, Scott".

Il mio amico annuì abbracciandomi di nuovo ed io ringraziai di averlo vicino.

*

Scott davvero aveva mantenuto il silenzio anche con gli altri. Eppure non era durato a lungo perchè Lydia aveva capito dopo qualche settimana e ne aveva parlato direttamente con me.

Anche lei aveva insistito affinchè Derek tornasse per mordermi ma ero stato sul serio irremovibile. Era patetico ma non volevo che mi vedesse così e non volevo soffrire ancora, per lo meno non più della sofferenza che avrebbe portato la malattia. Rivedere Derek significava altro dolore inutile, mi aveva rifiutato perchè doveva aver già compreso che fossi un rifiuto umano.

Aveva fatto bene a scappare via da me.

I mesi erano passati tra notti insonni, incubi sempre più reali e terrificanti ed allucinazioni che ormai avvenivano anche a scuola. Grazie al cielo i miei amici lupi riuscivano ad avvertirle quasi subito sia grazie al mio odore che al mio battito cardiaco che diventava quello di un colibrì.

Mi dispiaceva davvero non riuscire la metà delle volte a leggere, avrei dovuto leggere più manga quando ero ancora sano.

E poi era successo che avevo camminato nel sonno ed ero andato nella riserva in una delle notti più fredde dell'anno. Scott era diventato pazzo a cercarmi, non riusciva a localizzarmi. Mi avevano trovato Melissa e Allison e portato all'ospedale per il quasi assideramento.

Dovevo restare lì per una settimana, mi ero beccato anche una bella influenza per il freddo. Vedevo che papà in quei giorni in cui non ero a casa finalmente non aveva più le occhiaie ed era meno stanco e nervoso. Stavo facendo impazzire lui e tutti gli altri, ero davvero diventato quello che più temevo, un peso.

Così una sera ero semplicemente scappato dall'ospedale, stavolta consapevole di quello che stavo facendo. Dovevo andare via, lasciarli vivere in pace.

Per loro era un tormento vedermi così e per me lo stesso.

Prima di andare via però dovevo dire davvero addio. Passai a casa e presi la jeep andando poi verso la riserva. Spensi l'auto e scesi osservando le rovine di villa Hale davanti a me.

"Capisco perchè non mi hai voluto, Derek. Dico davvero, non importa. Hai fatto la scelta giusta" dissi al vento.

Adesso sì che sembravo davvero pazzo visto che parlavo da solo, eppure ero anche più lucido del solito.

"Vado via anch'io. Sto facendo credere a tutti che sto scappando, ma appena sarò abbastanza lontano la farò semplicemente finita" confessai. "Non voglio arrivare al punto di mamma. Sarà una cosa veloce e nessuno verrà a saperlo. Basterà un ponte isolato ed un fiume, tu sai che non sono mai stato un bravo nuotatore...mi lascerò semplicemente andare e basta".

Mi sembrò quasi di sentire il suo idiota nell'aria. Presi il telefono e lo lanciai per terra tra gli alberi.

"Addio".

Rimontai sulla jeep ed uscii da Beacon Hills. Sapevo che il segnale GPS del telefono avrebbe portato tutti alla riserva e che avrei avuto il tempo sufficiente per fare quello che andava fatto.

Sentii una stretta al cuore al pensiero di Scott. Lo stavo lasciando solo ma era meglio così, col tempo avrebbe capito e sperai che mi avrebbe perdonato un giorno.

Lasciai la jeep in un parcheggio e poi mi incamminai verso un ponte che sapevo essere nelle vicinanze. A quell'ora di notte non c'era nessuno in giro e questo era un vantaggio per me. Quando intravidi il ponte presi un respiro ed andai avanti fino a raggiungere la metà del fiume sottostante. Strinsi forte la ringhiera di ferro e chiusi gli occhi, davanti mi comparvero immagini sparse di tutta la mia vita.

Nel complesso non era stata male, avevo vissuto esperienze che molti non avrebbero nemmeno potuto immaginare, avevo scoperto l'esistenza del mondo sovrannaturale e per un po' ne avevo fatto anche parte.

Mi consolai al pensiero che avrei rivisto mamma, mi mancava così tanto...cercai di non pensare a papà perchè era davvero doloroso.

Mi sedetti sulla ringhiera ed osservai sotto sentendo il rumore dell'acqua e vedendo solo nero. Non ci pensai e mi gettai in avanti col peso, in un primo momento mi sembrò di volare ma poi la forza di gravità mi portò giù, verso quel nero. Sentivo i polmoni bruciare, era freddo e non respiravo. Era più doloroso di come mi ero immaginato, ma presto sarebbe finito. Mi lasciai portare via, completamente immobile, arrendendomi.

"STILES!"

Corrugai le sopracciglia, e sentii qualcosa di affilato afferrarmi il braccio e spalancai gli occhi di colpo. Non ero bagnato, ero ancora nella riserva circondato dagli alberi, la jeep dietro di me con i fari accesi e puntati sui resti della villa. Avevo avuto un'altra allucinazione, non ero riuscito a morire.

Realizzai di essere a terra tra le foglie e qualcuno mi stava ancora scuotendo. Alzai gli occhi e trattenni il respiro. Doveva essere anche quella un'altra allucinazione, un sogno in un sogno, ne avevo avuti un paio ed erano stati i peggiori.

Davanti a me c'era il viso di Derek, gli occhi verdi allacciati ai miei. Sembrava preoccupato e confuso ed aveva addosso la sua giacca di pelle. Sì, non avrei potuto sognarlo senza quella addosso.

"Cosa fai qui?"

La voce di Derek era sempre la stessa, bassa e tremendamente sexy, eppure aveva usato una nota dolce del tutto nuova. Era la mia allucinazione, era per quello. Sorrisi triste.

"Aspetto di svegliarmi per poi andare a fare quello che avevo in mente".

"E sarebbe?"

Mi uscì una breve risata secca. "Buttarmi giù da un ponte e morire".

Realizzai di avere il busto sollevato da terra da un braccio di Derek solo in quel momento, perchè lo sentii stringermi più forte fino quasi a farmi male.

"Non scherzare".

"Lo sai che dico la verità. Tu sai sempre quando gli altri mentono, sei un lupo" replicai con ovvietà.

Derek non smise di fissarmi negli occhi un secondo alla ricerca di chissà cosa.

"Per me?" chiese incerto.

"No" risposi semplicemente. "Ho accettato il tuo rifiuto, anche io mi sarei rifiutato".

Non la smetteva di fissarmi in attesa che continuassi. Quel suo sguardo mi stava davvero facendo impazzire però non volevo svegliarmi troppo presto da quell'allucinazione. Già altre volte mi era capitato di sognare Derek ma non era mai stato così con me. Era sempre stato duro e cattivo e mi mandava via da lui, a volte ferendomi anche. Che male c'era nel voler godere un po' di quella dolcezza anche se era solo una fantasia dovuta alla mia pazzia? Considerai quel sogno come un regalo prima della mia dipartita.

"Sono malato, presto morirò" dissi diretto.

Sentii Derek sussultare e i suoi occhi verdi si sgranarono diventando se possibile ancora più belli.

"Demenza frontotemporale, quella che ha ucciso mia mamma. E non c'è una cura, continuerò ad impazzire sempre di più fino a quando il mio corpo non reggerà più" spiegai.

Lo vidi indurire la mascella e stringermi ancora più forte a lui, come se avesse paura che potessi scomparire. Che cosa ridicola, era un sogno, certo che sarei scomparso, come anche lui, eppure come in tutti gli altri incubi lui sembrava così vero...riuscivo quasi a sentire il suo profumo forte...ero davvero impazzito.

"Ma appena mi sveglierò andrò a morire, non voglio andare avanti e finire i miei giorni non ricordando più nessuno".

Derek corrugò le sopracciglia.

"Sei stato l'allucinazione, il sogno più bello che potessi avere prima di andarmene" mormorai sentendo i miei occhi diventare lucidi e salire la voglia di piangere. "In qualche strano modo ho potuto dirti addio".

"Non dire così" ribattè Derek deciso e quasi arrabbiato.

Assomigliava di più al Derek che conoscevo e lo sentii quasi più vicino. Il cuore mi si strinse in una morsa calda ed al contempo dolorosa.

"Anche se sei solo un'allucinazione lo dirò comunque sperando che tu possa in qualche modo sentire le mie parole, ovunque tu sia" proruppi con voce roca. "Mi dispiace che tu sia andato via per colpa mia, non ho mai voluto questo".

"Non importa".

"Shhh" lo zittii appoggiando l'indice sulla sua bocca.

Lo sentii trattenere il respiro. Sorrisi e sentii una lacrima bagnarmi il viso.

"Cerca di essere felice. Trova qualcuno che sappia tirare fuori la parte migliore di te che ti ostini a nascondere a tutti, qualcuno che sia la tua luce" continuai. "Sai, avrei voluto essere io ma va bene così".

"Stiles..." sussurrò Derek con voce tremolante.

"Ti amo, Derek" mormorai sorridendo dolce.

Derek sollevò il braccio libero e con la mano mi accarezzò una guancia.

"Dovevi sapere che c'è qualcuno che ti ama, che meriti anche tu questo e di essere felice" aggiunsi.

Ora che avevo detto tutto ciò che c'era da dire mi sentivo leggero e bene, finalmente potevo morire in pace, aspettavo solo di svegliarmi anche se una parte di me non avrebbe mai voluto staccarsi da Derek nonostante fosse solo una fantasia mentale.

"E se ti mordessi? Tu guariresti" intervenne Derek.

Era animato da uno spirito battagliero che non gli avevo mai visto. Non voleva lasciarmi andare e fu ancora peggio.

"No invece, tu sei un'illusione ed io non guarirò".

Derek si morse il labbro ed io lo trovai adorabile. "Ok, ma se io tornassi e potessi salvarti, tu lo vorresti?"

"Perdere la mia umanità e la mia malattia e diventare un lupo come te e vivere?" riassunsi.

"E vivere con me" aggiunse lui serio.

Sorrisi. "Certo, non c'è cosa che vorrei di più".

"Il morso potrebbe ucciderti" mi ricordò lui.

"Sono già con un piede nella fossa" replicai ironico.

Vidi i suoi occhi diventare rossi e le zanne spuntare. Lo osservai imprimendomi bene nella testa il suo viso e quando lo vidi avvicinarsi chiusi gli occhi. Lo sentii allargare lo scollo della mia maglietta ed il suo respiro caldo all'altezza della clavicola. Girai la testa verso di lui toccando con la punta del naso la sua guancia pungente per la barba e respirai a pieni polmoni il suo profumo forte e muschiato.

"Addio, sourwolf" sussurrai vicino al suo orecchio.

E poi sentii i suoi denti affondare nella mia pelle proprio lì, tra la spalla ed il collo e mi lasciai andare al buio.

*

Aprii gli occhi piano e mi stupii della luce che entrava dalla finestra. Rimasi spaesato e sorpreso, non ero in ospedale e nemmeno nella riserva, ma in una stanza enorme del tutto sconosciuta.

Sentii un fastidio ed abbassai gli occhi trovando un grosso cerotto bianco sulla spalla, proprio nel punto in cui Derek nel sogno mi aveva morso.

Era anche questo un sogno allora? Mi misi a sedere e notai all'istante Derek in piedi davanti a me appoggiato al muro. Mi stava fissando in modo davvero strano.

"Dove siamo?"

"Al mio loft".

Ah, adesso la mia mente aveva immaginato che Derek fosse proprietario di un loft...beh in effetti ce lo vedevo.

"Stiles, stai bene?" domandò avvicinandosi al letto.

Feci una rapida analisi: ero con lui, stavo sognando ma soprattutto c'era lui. Annuii.

Derek mi sorrise e sentii il mio cuore accelerare il battito in modo repentino. Era bellissimo, meraviglioso.

Si avvicinò sedendosi proprio ai piedi del letto inclinando la testa senza smettere di osservarmi.

Ed in quel momento percepii una cosa strana, del tutto nuova, sembravano emozioni ma non erano le mie. Sembrava sollievo e pace e felicità? Aggrottai le sopracciglia confuso.

"Come fai a capire se è un sogno?"

Ero talmente immerso nelle mille domande che mi stavano vorticando in testa che quasi la sua mi era sfuggita.

"Nei sogni hai delle dita in più" risposi automaticamente.

Derek sollevò entrambe le mani permettendomi di contare sottovoce. Mano a mano che i numeri passavano sentivo il cuore battere sempre più veloce fino all'ultimo dito, al dieci finale che equivaleva solo ad una cosa.

"Non è un sogno" mormorai leggermente sconvolto. "Tu sei reale".

Si avvicinò fino a sistemarsi seduto sul bordo del letto proprio di fianco a me. Allungò una mano e la posizionò sopra la mia appoggiata al materasso. Era calda, grande quasi quanto la mia. Mamma mi aveva sempre detto fin da piccolo che avevo le mani straordinariamente sproporzionate e che sarebbe stata una fortuna per la persona che avrei amato perchè avrei potuto stringere più forte la sua mano per impedirgli di andare via. Mamma pensava che quello fosse il mio superpotere e ne ero stato convinto anch'io per un periodo, fino a quando era morta ed era andata via nonostante stessi stringendo la sua mano, all'epoca ancora più grande della mia. Mi ero detto che era stato per quello che non aveva funzionato, ma ora non era così, ora ero io ad avere la mano più grande.

Persi un paio di secondi ad osservare le nostre mani insieme e poi alzai gli occhi affondando nei suoi e collegai tutto quanto.

"Non era un sogno, tu mi hai morso davvero".

Sentivo ancora il cerotto sulla pelle e la ferita del morso rimarginarsi lentamente.

"Sì" rispose Derek serio.

Ero diventato un lupo come lui, un suo beta. Ero quindi guarito, perfettamente sano.

"Perchè sei tornato?" buttai fuori di getto.

Derek sospirò. "Non sono mai stato bravo con le parole...ma ci proverò, per te".

Affondai nel verdo grigiastro dei suoi occhi, ero nervoso, volevo davvero sentire la sua risposta?

"Avevo bisogno di stare da solo per capire alcune cose su di me e soprattutto cosa volevo. Dopo la morte di Laura ho perso il controllo, non avevo più un punto di riferimento ed ho fatto un sacco di scelte sbagliate" iniziò Derek.

La sua mano sopra la mia era ancora lì, calda ed immobile, per certi versi rassicurante.

"Sono tornato perchè ho trovato le risposte che mi servivano".

Derek si avvicinò ulteriormente e lo sentii stringere forte la mia mano. "Ho bisogno di te nella mia vita. Sei tu la mia luce, la luce di cui ho bisogno, sei sempre stato tu in tutto questo tempo solo che non volevo ammetterlo perchè avevo paura. Anche adesso ho il terrore di lasciarmi andare, ma voglio farlo perchè ne vale la pena, tu vali la pena".

Avevo trattenuto il respiro. Sapevo cosa significavano le sue parole, anche lui mi amava a modo suo. Probabilmente sarebbe dovuto passare un bel po' di tempo prima che mi dicesse quelle due parole, o forse non me l'avrebbe mai detto. Ma lui era più un tipo da gesti che da parole e ne ebbi conferma quando si sporse verso di me dandomi un bacio sulle labbra.

Dio, e sarei morto senza aver mai baciato Derek...quello sarebbe stato davvero il rimpianto della mia vita. Sorrisi sulla sua bocca ricambiando poi il bacio ed affondai la mano libera tra i suoi capelli.

Ci staccammo dopo un po' e mi persi nei suoi occhi ora rossi, i miei dovevano essere gialli. Derek mi tolse il cerotto dove non c'era più nessuna ferita e mi toccò una guancia.

"Ora abbiamo tutto il tempo del mondo".

Gli sorrisi avvicinandomi di nuovo e sfiorando la punta del suo naso con la mia. "Non ti libererai più di me, sourwolf".

E Derek sigillò le mie parole con un altro bacio che portava con sè il significato del per sempre.



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