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Autore: Harley Sparrow    26/10/2018    1 recensioni
Anno 1993/1994
Mentre Harry Potter vive il suo terzo anno a Hogwarts, tre ragazzi Serpeverde del quinto anno si troveranno ad affrontare misteri inaspettati. Tra feste clandestine nel bagno dei prefetti, amori, delusioni, un misterioso cane nero che sembra perseguitarli e la minaccia del famigerato assassino Sirius Black che cerca di introdursi a Hogwarts, riusciranno Edmund, Margaret e Frannie ad arrivare a fine anno interi e a passare i G.U.F.O.?
*
Sono presenti anche personaggi Disney e de Le Cronache di Narnia, faranno da contorno alla storia. Vi consiglio di leggere l'introduzione per capire meglio come abbiamo gestito loro e i personaggi di Harry Potter.
*
Dal testo:
“Era…Era…”
“Sì” rispose Margaret, che aveva il volto rigato dalle lacrime.
“Ma cosa ci faceva un Dissennatore qui? È grave, praticamente siamo tutti disarmati!” disse Laetitia con la voce incrinata.
“Per Sirius Black, ovvio. Vorranno assicurarsi che non tenti di avvicinarsi a Potter. Ma è davvero assurdo mandarne uno qui sopra!” esclamò Frannie con rabbia.
Quei pochi istanti di gelo avevano riportato alla mente di tutti dei ricordi terribili.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Serpeverde
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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IX

L'IRA DI PITON
 
Dopo una sola settimana di lezioni, gli studenti del quinto anno furono sommersi di compiti da tutti i professori, compreso Lupin.
“La prima metà dell’anno ormai è passata, è tempo di impegnarsi seriamente” aveva annunciato la McGranitt prima di iniziare a spiegare la Trasfigurazione dei mammiferi; alla fine della lezione aveva assegnato un tema di mille parole sull’argomento.
“Fatelo per la settimana prossima, avete tempo sufficiente, sì, signor Weasley, sono sicura che tra una ragazzata e l’altra possiate trovare il tempo per farlo” aveva risposto severa alle occhiatacce di George, portavoce del generale disagio della classe.  
“Sono completamente pazzi” sbuffò Edmund quando uscirono da lezione.
Mag era più preoccupata del solito e disse che avrebbe iniziato quel giorno stesso, mentre i gemelli Weasley sembravano totalmente a loro agio, nonostante in aula avessero dato l’idea opposta, come Frannie, che avrebbe fatto tutto all’ultimo momento e avrebbe guadagnato ugualmente dei punti per la sua Casa.
Consumarono un pranzo veloce e si recarono verso l’aula del professor Ruf. Mag e Laetitia presero un banco in fondo all’aula e iniziarono il tema per la McGranitt (“almeno noi diamo un senso all’inutilità di queste lezioni”), mentre la magnifica penna Prendiappunti di Mag, prestata a una Frannie seduta poco più avanti, scriveva parola per parola la lezione, la ragazza intanto chiacchierava allegramente con Edmund e i gemelli Weasley.
Alla fine della lezione erano tutti sollevati: Mag e Laets avevano placato un po’ l’angoscia ed erano già quasi a metà tema, mentre Fran aveva riso per tutto il tempo per una storiella che le avevano raccontato Fred e George sulla loro ultima disavventura con Gazza, la sera prima. Mentre si incamminavano verso la Sala Comune Serpeverde, la raccontarono a Mag e a Jasmine.
I due ragazzi avevano raccontato che la sera prima stavano girando per i corridoi indisturbati quando un petardo difettoso del Dottor Filibuster in tasca di Fred si era acceso improvvisamente proprio mentre da quelle parti passava Mirtilla Malcontenta, che aveva iniziato ad urlare indispettita. I due avevano cercato di pregarla di non dire niente a nessuno, ma lei aveva iniziato a urlare dicendo che avevano disturbato il suo sonno ristoratore.
“…E allora Fred le ha fatto notare che essendo morta non aveva alcun bisogno di dormire…” disse Fran con le lacrime agli occhi.
“E lei ha urlato ancora più forte, attirando l’attenzione di Gazza, che li ha fatti mettere in punizione” concluse Edmund, vedendo che Fran aveva difficoltà a continuare a parlare, soffocata dalle risate.
“…E adesso devono pulire per una settimana le serre” concluse Frannie.
“Che idioti” disse Mag prima di scoppiare a ridere anche lei.
Dall’altra parte del castello, però, c’erano due persone che non si stavano divertendo per niente.
Terminata la lezione con i ragazzi del secondo anno, Remus Lupin si era reso conto con sommo dispiacere di aver dimenticato nell’aula professori alcuni libri che gli sarebbero serviti il giorno seguente per affrontare una lezione sui Sortilegi Scudo. Camminò stancamente attraverso i due ampi corridoi che separavano il suo studio dall’aula ripensando con affetto al calore che molti studenti dimostravano nei suoi confronti; nonostante la stanchezza e l’imminenza di una nuova luna si sentì rincuorato dal pensiero di quella ragazza, Firwood, che gli aveva fatto intendere di essere molto amato tra gli studenti. Arrivò finalmente davanti alla porta. Pregò in goblinese di non ritrovarsi da solo con Piton e l’aprì.
Piton c’era, dovette constatare con sommo rammarico, ma fortunatamente non era solo: con lui c’era Minerva che correggeva dei compiti. Ogni tanto la sua bocca si arricciava disgustata per quel che leggeva; si sporse un pochino e distinse un foglio tutto pasticciato appartenente palesemente a Neville Paciock. Piton invece scriveva indaffarato su una pergamena.
La voce del piccolo, stupido Remus adolescente, che da quanto era tornato a Hogwarts emergeva sempre più spesso, si chiese se si fosse lavato i capelli qualche volta da quando aveva messo piede a Hogwarts, vent’anni prima. Scacciò subito quel pensiero e salutò cordialmente i colleghi, sedendosi al tavolo e cercando con gli occhi i libri che aveva lasciato. Sicuramente erano stati sommersi dai numerosi libri e pergamene che lasciavano sempre in giro Filius e Pomona.
“Per caso avete visto dei libri sugli incantesimi Scudo?” chiese iniziando a impilare per i colleghi i vari libri, nel tentativo di fare un po’ di ordine.
Piton lo ignorò per qualche lungo istante, prima di fare un cenno negativo, mentre Minerva staccò esausta gli occhi dal compito.
“Ti aiuto volentieri, altrimenti rischio di andare a prendere per le orecchie quel somaro” esclamò con aria contrariata. La donna si pentì subito di quell’affermazione, vedendo che sul volto di Piton si era dipinto un sorriso di trionfo.
“Paciock è una calamità per Hogwarts, Minerva, era ora che te ne accorgessi” disse senza sollevare il viso dalla sua pergamena.
La strega strinse le labbra. Non le piaceva parlar male degli studenti, men che meno con Severus, che le dava sempre ragione, ma la faceva anche sentire sbagliata.
“Beh, c’è da dire… Tutto sommato… Che gli darò la sufficienza” cercò di riparare il danno “Dopotutto le conoscenze minime le ha acquisite”
Piton alzò le spalle e tornò a scrivere. Remus decise di intromettersi.
“Neville è migliorato molto dall’inizio dell’anno” disse sorridendo “Forse basta sapere come prenderlo, alla fine”
“Forse hai ragione, Remus” convenne Minerva, anche se non aveva alcuna intenzione di essere meno severa con il ragazzo del terzo anno. Aveva giurato a sé stessa che non avrebbe mai fatto le preferenze con nessuno (salvo Potter, ma non in ambito scolastico, quindi la sua coscienza era immacolata). Ancora una volta Piton ignorò i due colleghi.
“Il ritorno dalle vacanze è sempre difficile” esordì Minerva alzandosi in piedi e iniziando a riordinare i libri ammassati sull’ampio tavolo “Oggi ho rischiato di trasformare i gemelli in due scimmie, tanto erano agitati”
Lupin scoppiò a ridere. Tipico della professoressa McGranitt minacciare di trasformare gli studenti in qualcosa che richiamasse il loro carattere o per rimarcare un concetto. Una volta, una vita prima, aveva minacciato James e… Lui di trasformarli in due statue di legno, se non avessero smesso di parlare durante la sua lezione.
“Ammetto che quella classe è parecchio difficile anche per me” disse continuando a sorridere. Piton alzò le spalle. Nelle sue ore era davvero raro avere problemi di disciplina. Forse solo una volta aveva dovuto riprendere un Tassorosso che aveva osato chiedere al compagno davanti le indicazioni su cosa fare.  
“…Ma ci sono tanti cari ragazzi. È forse la classe più unita che ci sia a Hogwarts, Serpeverde compresi” aggiunse ammirato.
“Hai ragione, in questi ultimi anni si sono uniti molto” convenne Minerva, che forse stava facendo caso a quell’aspetto per la prima volta da quando quei ragazzi avevano messo piede a Hogwarts.
“Proprio la settimana scorsa ho avuto la possibilità di discuterne con Rosander, Pevensie, Firwood e Oaks, davanti a un tè” aggiunse Remus con noncuranza, ignaro della catastrofe che avrebbero generato le sue parole.
“Ma davvero?”
Finalmente Piton parlò. Non c’era nulla di rassicurante nelle sue parole. Remus, però, che aveva iniziato quel discorso con tutte le buone intenzioni di questo mondo, non si accorse del tono del collega.
“Sì! Sono molto amici con i Weasley, ma anche con alcuni Tassorosso, McMartian e Rosie, mi pare” disse tutto soddisfatto “Non ho visto molti studenti di Case diverse così uniti”
Piton strinse le labbra, mentre Minerva si mostrò interessata al discorso del collega.
“Non ci ho mai fatto caso” rifletté la professoressa per un attimo “certo, le volte in cui non si parlano sono sempre a ridosso delle partite di Quidditch… In ogni caso è davvero una bella cosa, non trovi, Severus?”
“Ammirevole” mormorò il professore facendo intendere che pensava esattamente il contrario.
“…Non è mia abitudine offrire il tè ai miei studenti” aggiunse con noncuranza.
“Oh, beh, nemmeno io” rispose subito Lupin sentendo il sorriso vacillare per la prima volta “Ma i tuoi studenti e Oaks sono stati così carini con me a Natale che offrir loro un tè mi sembrava il minimo!”
Piton strinse gli occhi, Minerva prese parola.
“Che cosa vuoi dire?”
Lupin pensò saggiamente che fosse meglio omettere il dettaglio della torta regalo.
“Hanno saputo – immagino da voi – che ero indisposto per… Beh, lo sapete… E sono passati a fare gli auguri anche a me” disse alzando le spalle. Capì che forse sarebbe stato il caso di non dirlo a Severus, vista la sua reazione, ma, che diamine, ormai erano passati gli anni in cui si odiavano deliberatamente!
“Oh, eccoli!” finalmente intravide i suoi tre libri. Li prese.
Minerva intanto aveva sorriso con calore, un sorriso che pochi studenti avevano avuto la fortuna di conoscere, mentre chi la conosceva come Minerva ormai sapeva riconoscere come autentico.
“Molto gentile da parte loro”
“Ti è passato per la mente, per un attimo” esordì Piton con un sorriso maligno dipinto sul volto “…Che lo abbiano fatto solo per conquistarsi la tua benevolenza?”
Mettere in discussione il gesto così bello che avevano fatto quei ragazzi diede parecchio fastidio a Remus, così, assumendo un bel sorriso falso, rispose a tono.
“Eventualità che ho già preso in considerazione, grazie Severus” disse alzandosi in piedi e respirando stancamente “ma fino a prova contraria sono io l’esperto di Arti Oscure, anche quelle messe in atto da un branco di ragazzini che mirano a voti più alti, quindi confido che me ne sarei accorto”
Minerva sembrava spaesata dal gelo che si era improvvisamente creato nell’aula professori. Remus e Severus si guardarono placidamente con aria di sfida, finché Piton non fece un cenno con la testa per dire “è come dici tu” e la questione si chiuse, anche se continuò a maledire l’odiato collega nella sua mente.
“Ora, se mi volete scusare, torno nel mio studio!” disse Lupin tornato sorridente “A stasera!”
I due colleghi lo salutarono e lui si chiuse la porta alle spalle. Si diresse verso il suo studio pensando che non c’era da stupirsi se i Serpeverde erano comunemente considerati persone sgradevoli.
“…Con un direttore della Casa così…” pensò amareggiato.
*
Quella sera, mentre Severus Piton si ritirava nelle sue stanze nei sotterranei covando sentimenti di puro odio nei confronti degli studenti del quinto anno, degli ignari Frannie, Margaret, Edmund e Laetitia si dirigevano sorridenti verso le rispettive Sale Comuni. I tre Serpeverde avevano deciso di accompagnare Laetitia fino alla Torre Corvonero, dato che non avevano voglia di tornare immediatamente nei Sotterranei.
“Così ci muoviamo un po’… Siamo sempre seduti a studiare!” disse Mag quando l’amica Corvonero chiese loro se erano sicuri di fare tutte quelle scale per niente.
Il tragitto fu più lungo del solito: oltre alle numerose scale che sembravano non aver voglia di trasportarli (“sei sicura di non aver una maledizione, Laets?” – aveva chiesto Fran alzando gli occhi al cielo all’ennesima rampa di scale che aveva cambiato direzione all’ultimo), un branco di Grifondoro e Tassorosso del primo anno era passato davanti al gruppo. Fran si arrabbiò al punto che, in accordo con Edmund, urlò ai ragazzi che si allontanavano “Cinque punti in meno a Grifondoro e Tassorosso!”.
I ragazzi, vedendo per la prima volta il distintivo sul petto dei due Prefetti erano sbiancati e avevano balbettato delle scuse.
“Così imparano” annuì Mag d’accordo con la decisione dei due amici.
“Se fossero stati Corvonero non avreste tolto loro dei punti, vero?” chiese Laets ridendo.
“Ovviamente no” disse Fran prima di aggiungere con un sorriso “…dato che tu sei qui con noi”
La ragazza alzò gli occhi al cielo e sorrise. Ormai erano arrivati, perciò Fran, Mag e Edmund tornarono indietro dopo aver dato la buonanotte all’amica.
Quando entrarono nella Sala Comune decisero di andare a dormire presto: il giorno seguente avrebbero cominciato con due ore di Pozioni, per concludere con Antiche Rune. Non erano sicuri che sarebbero sopravvissuti.
Le due ragazze diedero la buonanotte a Edmund e salirono le scale del loro dormitorio. Jasmine era già arrivata, così rimasero un po’ a parlare con lei. Arrivate le undici Mag insistette per spegnere la luce e dormire, così si coricarono e entrarono ben presto nel mondo dei sogni.
L’indomani si attardarono un po’ a colazione.
“Muoviti, Ed! Piton ci uccide se arriviamo dopo di lui!” Mag pregò Edmund, che stava prendendo distrattamente un nuovo bambolone alla crema.
“E va bene, e va bene!” si alzò e mangiò il dolce durante il tragitto.
Arrivarono proprio mentre il professore si avvicinava all’aula, con il suo solito mantello nero che lo faceva sembrare un pipistrello molto cresciuto.
“Buongiorno, ci scusi!” disse Laetitia.
Piton fece una cosa molto strana. Aprì la porta e li lasciò passare con un gesto che da parte di qualsiasi altra persona sarebbe potuto sembrare educato e galante, ma da parte sua, con quel sorrisetto indecifrabile, a Mag sembrò di più un invito a entrare in una cella di Azkaban.
Piton chiuse la porta non appena anche Edmund fu entrato mentre masticava l’ultimo boccone di dolce. La porta si chiuse con un tonfo sordo. L’inferno stava per iniziare.
“Oaks, Pevensie!” chiamò il professore vedendo i due ragazzi che stavano prendendo posto in fondo all’aula “Ci sono quattro posti più avanti” scandì con un sorriso maligno.
I quattro notarono con sommo dispiacere che c’era un banco da due vuoto in seconda fila e un altro in terza fila, nella fila accanto. Osservati da tutta la classe si posizionarono dove aveva indicato il professore senza ribattere. Mag si mise accanto a Laetitia, mentre Fran seguì Edmund.
“Oggi preparerete la Pozione per Attraversare una Fiamma Incantata” annunciò il professore con la voce strascicata.
L’intera classe ebbe un leggero fremito. Era una pozione decisamente difficile da preparare. Mag ricordava di averla intravista fra le ultime pagine del libro di Pozioni del quinto anno, e loro erano poco prima della metà.
“Ora” continuò il professore sogghignando leggermente alla vista dell’intontimento generale in cui era precipitata la classe “Chi sa dirmi a che cosa serve questa pozione?” si guardò intorno. Nessuno alzò la mano; erano tutti impreparati.
“Allora chiamerò io. Oaks.”
Mag sentì Laetitia sussultare accanto a lei e le sue viscere si strinsero.
“Io… Ehm…” presa alla sprovvista, per di più da un professore che incuteva un certo timore, iniziò a balbettare “Credo che serva per superare una barriera di fuoco” riuscì a dire infine.
“…In altre parole un’inutile perifrasi del nome della pozione. Cinque punti in meno a Corvonero.”
Mag non riuscì a celare il suo sbigottimento; guardò esterrefatta l’amica, che sembrava essere rimasta stordita da ciò che aveva appena detto il professore. Erano anni che non toglieva punti ai Corvonero, e di certo non per colpa sua.
“Qualcun altro? Pevensie?”
Edmund si irrigidì, intanto Belle, la compagna Corvonero diede un colpetto sulla spalla all’amica, seduta davanti a lei.
“Beh, ci sono vari tipi di fiamme, quindi immagino che gli ingredienti cambino a seconda del colore della fiamma…” azzardò il ragazzo cercando di rimanere lucido. Si pentì all’istante di aver mangiato l’ultimo bombolone.
Immagina?!” Rispose Piton con aria sarcastica “Rosander, ha qualcosa da aggiungere?”
Margaret perse un colpo, poi iniziò a balbettare. Pensava che fosse finita, e invece era appena iniziata. Sotto pressione era la studentessa che faceva più fatica, in quel gruppo di amici.
“Beh, ricordo che…” si bloccò per prendere fiato “come ha detto Edm… voglio dire, Pevensie, in base al colore della fiamma – blu, giallo, verde e nero – ci saranno degli ingredienti diversi. Posso azzardare… Erba fondente… Alga rossa del mar Caspio… e…” completamente paonazza non riuscì ad aggiungere altro.
“…Luparia…” aggiunse il professore.
Mag – e il resto della classe – non capì di cosa stesse parlando, e Piton lo captò subito, esattamente come aveva immaginato.
“Luparia, Rosander. Luparia. Conosciuta anche come Aconito. Sono cose che saprebbe anche un Nato Babbano del primo anno.”
Non era un insulto ai Nati Babbani. Era un insulto alla sua ignoranza. Rimasero tutti con il fiato sospeso, mentre Mag impallidì per l’errore grossolano che aveva fatto. La verità era che dopo la lezione introduttiva del primo anno, nessuno, compreso Piton, aveva più chiamato l’Aconito “Luparia”. Belle, dietro di lei, annuiva saccente, gesto che Fran non poté non notare. La sua espressione di disgusto nei confronti della compagna Corvonero si trasformò in paura quando sentì pronunciare anche il suo nome dal professore.
Firwood, è in grado di mettere in ordine tutti i frammenti che i suoi colleghi sono riusciti a balbettare fino ad ora?” chiese con un ghigno malefico dipinto sul volto.
Fran era piuttosto brava ad ascoltare gli interventi dei colleghi e a rigirarli in modo migliore per guadagnare punti e non destare sospetti, ma quel giorno quella sua abilità non la fece sorridere.
“Ecco, questa pozione serve per attraversare incolumi una fiamma prodotta dalla magia. Gli ingredienti variano in base alle fiamme che il mago o la strega si trovano davanti. Al momento conosciamo le fiamme blu, gialle, verdi e nere”
Piton strinse le labbra e non rispose. Evidentemente la definizione della ragazza era inattaccabile. La classe, però, notò con disappunto che le risposte insufficienti di Rosander e Pevensie non avevano fatto perdere punti ai Serpeverde.
Piton diede le spalle alla classe e andò a sedersi alla scrivania.
“Gli ingredienti e la preparazione li trovate a pagina 725. Entro la fine della lezione dovete preparare questa pozione per le Fiamme Nere”
Tutta la classe si affrettò a cercare la pagina indicata. Avevano capito tutti che quel giorno non era aria. Mag si voltò per guardare Fran e Edmund con fare interrogativo; i due alzarono le spalle per farle capire che non si spiegavano quel comportamento nemmeno loro. Piton non si era mai comportato in quel modo con la loro classe. Forse qualche volta aveva strapazzato qualche Tassorosso più del dovuto, ma mai si era scagliato con tanta arroganza contro i quattro studenti, men che meno con quelli appartenenti alla sua Casa.
Dopo tre quarti d’ora Mag e Laetitia erano decisamente in difficoltà. Era la materia che più odiavano – professore compreso – e quella lezione così difficile non era prevista. Lo stesso per Fran e Edmund, poco più in là. Fran era sicuramente la più brava fra i quattro, anche Edmund generalmente se la cavava, ma questa volta era così teso che l’amica dovette aiutarlo. Piton iniziò a fare un giro fra i banchi. Il primo a ricevere un insulto fu proprio il Prefetto Serpeverde.
“È così che ha sminuzzato lo zolfo, Pevensie? Sul libro c’è scritto “polvere, questi sembrano quasi sassi. Lo rifaccia.”
Edmund sollevò il viso adirato solo quando il professore passò oltre.
“Ma che gli prende oggi?” sussurrò all’orecchio dell’amica.
“Non ne ho idea” rispose Fran, preoccupata alzando gli occhi. Qualche paiolo più in là nemmeno Mag stava passando un buon momento.
“Oh, bene. A quanto pare Pevensie le ha attaccato l’incapacità di leggere. Le pare forse azzurra, questa pozione, Rasander?” chiese il professore attendendo una risposta che tardò ad arrivare.
“…Oaks le ha forse tagliato la lingua? Goffa com’è non mi stupirei.”
Mag dovette alzare il viso paonazzo e rispondere un “no” sussurrato.
“No, signore” aggiunse Piton, rigido. Lei abbassò gli occhi, mortificata.
“Mi scusi, signore. Provo a rimediare”
“Ti conviene, Rosander. Perché alla fine della lezione daremo un po’ della pozione al tuo gatto e staremo a vedere cosa succede. Forse così imparerai a fare le cose per bene.” disse lentamente prima di voltarsi e andarsene, lasciando Mag e Laetitia orripilate all’idea.
Mag si voltò verso il fondo dell’aula, dove Jaime e Rui sonnecchiavano ignari di tutto, poi sentì Laets che chiedeva aiuto a Belle; lei invece preferì rivolgersi a Fran, anche se non sembrava messa molto meglio di lei, ma almeno la sua pozione era arancione, come indicato sul manuale.
Intanto Fred e George lanciavano occhiate sospettose ai quattro amici, chiedendosi se per caso si fossero persi qualcosa negli ultimi giorni. Forse avevano disturbato il professore durante il riposino pomeridiano, o gli avevano calpestato il mantello… Nemmeno con loro, sempre molto attenti a comportarsi bene con Piton, si era mai rivolto in quel modo, arrivando a minacciare gli animali domestici.
“Firwood, nessuno ti ha chiesto di esibirsi” tuonò Piton dall’altra parte della sala, dove faceva finta di osservare la pozione preparata da Tony McMartian “torna alla tua pozione!”
La ragazza aveva appena aggiunto un crine di Thestral nel paiolo di Edmund. Fortunatamente non l’aveva vista mentre suggeriva a Mag di abbassare il fuoco, tenuto troppo alto.
Piton raggiunse ad ampie falcate il banco di Edmund.
“A quanto pare anche i vostri gufi tenteranno la sorte fra le fiamme!” disse a denti stretti con un sorrisetto di trionfo.
Intanto Mag si era legata i capelli e aveva iniziato a lavorare in modo disperato. Nonostante i suggerimenti di Fran, aveva di nuovo sbagliato a tagliare l’Erba Fondente e Piton non aveva perso l’occasione per insultarla di nuovo. La ragazza era sull’orlo di una crisi di panico.
Quattro file più in là Jasmine e Aladdin parlottavano fra di loro, chiedendosi cosa stesse succedendo. Tutta la classe si era accorta che i quattro studenti erano stati deliberatamente presi di mira, quel giorno. Verso la fine della lezione, all’ennesimo “Dimmi, Oaks, mi hai sentito quando ho detto che le dosi dovevano essere la metà di quelle scritte sul libro? Non sai contare?!” e dopo i vari “Firwood, quanta acqua del Lago Nero hai intenzione di mettere?!”, tutti gli studenti, tranne i quattro sventurati, parlottavano fra loro, ma Piton sembrava non accorgersene, troppo impegnato a torturare i suoi odiati bersagli.
Solo alla fine, quando arrivò il momento della Verità, disse mollemente “Silenzio, silenzio!”
Si diresse lentamente verso il banco di Mag e Laets, le quali avevano in viso un pallore cadaverico.
“Bene, tutti qui!” ordinò il professore con gli occhi neri che scintillavano di impazienza “Signorina Rosander, porta qui il tuo gatto. Se è riuscita a preparare una Pozione per Attraversare una Fiamma, il gatto dovrebbe attraversare incolume questa.”
Con un colpo di bacchetta fece apparire delle minacciose fiamme nere. Mag si voltò e andò a prendere il gatto in preda al panico; aveva iniziato a tremare per il senso di rabbia e impotenza che aveva avuto per tutta la lezione. Mentre si voltava registrò due volti: Edmund, che la guardava mordendosi le labbra e cercava invano di assumere un’espressione incoraggiante… E Belle, che sembrava estremamente divertita dalla situazione. Anche Frannie l’aveva notata; diede una gomitata a Edmund, che guardò la collega disgustato.
Mag portò Jaime al professore; quando il gatto vide le fiamme cercò di graffiare prima lei e poi Piton, ma il professore lo afferrò per il coppino e il gatto si calmò emettendo un miagolio disperato. A quel punto le lacrime iniziarono ad affiorare negli occhi di Margaret. quando il suo gatto soffriva, soffriva anche lei.
Piton immerse un cucchiaio nella pozione bianco sporco di Mag e lo mise davanti al naso del gatto bianco e grigio, il quale, stranamente, iniziò ad annusare e a bere. Poi lasciò andare l’animale, il quale non poteva fare altro che attraversare le fiamme, che si erano strette attorno a lui. Laets prese la mano di Mag; erano entrambe in preda al panico.
Jaime le attraversò correndo, rimase totalmente illeso. Neanche una bruciatura sul pelo immacolato. Mentre il gatto correva indispettito verso il fondo della stanza si levò un applauso ammirato da parte di tutti gli studenti, i quali erano rimasti col fiato sospeso fino a quel momento. Persino Tony, che odiava fortemente i gatti, non poté fare a meno di unirsi agli altri.
“Altri cinque punti in meno a Corvonero.” disse Piton facendo scomparire con un colpo di bacchetta la pozione di Margaret. La ragazza aveva iniziato a sbattere le palpebre per non fare traboccare le lacrime. Non aveva intenzione di mettersi a piangere davanti a un professore, men che meno Piton, che ne avrebbe approfittato per umiliarla ancora di più, e per quel giorno – quell’anno – le bastava.
“Ti avevo detto di non aiutarla, Oaks. La lezione è finita.” aggiunse il professore voltando le spalle a una sbigottita Laetitia, che non riuscì a trattenersi.
“Ma io non l’ho aiutata, signore!”
“La lezione. È. Finita.” ripeté il professore uscendo dalla stanza da una porta dietro alla cattedra.
Raccogliendo le ultime forze, Mag prese la sua borsa e uscì per prima, senza accorgersi che Jasmine si stava avvicinando. Una volta uscita si appoggiò a una colonna sbattendo ancora le palpebre, anche se ormai le prime lacrime stavano iniziando a traboccare. La prima a raggiungerla fu proprio Jasmine, seguita da Aladdin e Laetitia che parlavano fra di loro, furiosi. Vedendola, Jasmine non poté fare altro che abbracciarla, lasciando che l’amica si sfogasse sulla sua spalla.
“In-insomma… Che ho f-fatto di m-male?” singhiozzò la ragazza.
Odiava farsi vedere in quello stato, ma aveva cercato di bloccare le lacrime troppo a lungo. La sua vista era totalmente annebbiata, ma sentiva dei mormorii intorno a lei: la stavano guardando tutti. La raggiunsero anche Frannie e Edmund, furiosi come mai li aveva visti prima.
“Ma che cazzo aveva oggi?” sbraitò Frannie a voce alta, una volta uscita dall’aula.
Laets intanto cercava di consolare l’amica, anche se era piuttosto sconvolta e arrabbiata.
“Se avesse fatto del male a Ser Jaime sarei venuta con te da Silente” disse “è inammissibile”
“Inammissibile quanto togliere dieci punti a Corvonero totalmente a caso!” osservò Aladdin “…senza offesa, ma vi ha torturati per tutta la lezione e non ha tolto mezzo punto ai Serpeverde”
“Avrei preferito che lo facesse! Sapeva benissimo che l’ho aiutata io a finirla, ad un certo punto mi ha vista ma non ha detto nulla!” urlò Fran parlando velocemente. Anche lei aveva iniziato a tremare per la rabbia.
Edmund intanto ripeteva “E io non saprei leggere. Quel libro glielo metto su per il…”
Mag intanto continuava a singhiozzare con il fiato corto, esausta e totalmente abbattuta. Fortunatamente il sotterraneo era diventato deserto, tranne per loro e i due gemelli Weasley, che osservavano la scena sforzandosi di non ridere. Decisamente non c’era nulla da ridere.
“Amici…” iniziò Fred. Frannie si voltò verso di loro, gli occhi iniettati di sangue.
“È il momento di confessare” continuò George in tono solenne.
“Nessuno vi giudica, credeteci”
“…Avete fatto esplodere Caccabomba nell’ufficio di Piton, in questi giorni?”
“Dovete dircelo, possiamo aiutarvi a superarlo!”
Magari!!!” dissero Fran e Edmund all’unisono.
Mag, poco dietro, soffocò una risata lacrimosa sulla spalla di Jasmine, che continuava a ripeterle cattiverie di ogni genere su Piton, anche in arabo – Aladdin rideva e la guardava ammirato. Edmund si girò e impacciatissimo le posò una mano sulla spalla, per consolarla, poi rovistò nella sua tasca e trovò un fazzoletto.
“Che n-nervoso” disse finalmente la ragazza prima di soffiarsi rumorosamente il naso “Grazie, Ed”
Il ragazzo le strinse affettuosamente la spalla e si voltò verso i gemelli, mantenendo il contatto con Mag.
“Non abbiamo fatto nulla di male, è da mesi che non lo prendiamo in giro, tra l’altro! Non può averci sentiti!”
“Seriamente, qualcosa dovete aver fatto” disse George scuotendo la testa.
“Di solito nella nostra classe se la prende con i Tassorosso, al massimo con noi Grifondoro!” aggiunse Fred, facendosi serio.
“Io vorrei solo Schiantarlo” disse Fran ancora fuori di sé.
Se c’era una cosa che non sopportava, qualcosa che la faceva star quasi male per la rabbia, era essere trattata con prepotenza da qualcuno che sfruttava la propria posizione di superiorità per scagliarsi contro i più deboli, lei compresa.
“Non so come abbiate fatto a non rispondergli, ad un certo punto” disse Jasmine, staccandosi da Mag che sembrava essere sulla buona strada per calmarsi.
“Come facevamo?!” rispose Laets decifrando l’espressione di Frannie “è già tanto se gli ho fatto notare che non sono stata io ad aiutarla.”
“In effetti avremmo scommesso che ti avrebbe incenerita con lo sguardo” disse Fred pensieroso. Alla fine Laets era l’unica che poteva sentire la propria coscienza vagamente a posto, per quella risposta.
“Comunque se dovesse succedere ancora io andrei a parlare con lui per chiedergli che problemi ha” disse coraggiosamente Edmund.
“Io andrei da lui per spaccargli la faccia, magari gli raddrizzo il naso” esclamò Fran.
“Firwood, non ti avevo mai vista così” disse George ammirato, prendendola sottobraccio.
“Dai, andiamo. Altrimenti ci perdiamo il pranzo.” disse Aladdin mettendo d’accordo tutti.
Iniziarono a incamminarsi verso la Sala Grande. Mag, seguita da Laets e da Fran, fece tappa nel bagno femminile per lavarsi la faccia. Fran fece lo stesso. Era rossa in viso.
“Ragazze, scusatemi per prima…” disse con la voce un po’ tremante “che figuraccia… è che essere trattata così mi fa venir da piangere…”
“Mi stupirei del contrario” rispose Fran glaciale “quello stronzo non merita le tue lacrime, menomale che non sei scoppiata mentre era ancora lì”
“Ho fatto di tutto per evitarlo” disse la ragazza prima di fare un respiro profondo, che la fece calmare definitivamente.
Quando uscirono trovarono i due gemelli, Aladdin, Jas e Edmund che parlottavano ancora fra loro sull’accaduto. Fred doveva aver fatto una battuta che aveva suscitato l’ilarità generale.
“Che stavate dicendo?” chiese Laets temendo già la risposta.
“Che Ser Jaime si è spostato da Piton più in fretta di quanto Piton scapperebbe da una bottiglietta di shampoo” disse George asciugandosi delle lacrime immaginarie.
Jasmine tornò a ridere come una pazza, Frannie quasi cadde a terra e Mag e Laets dovettero sorreggersi a vicenda.
“Questa dovreste scriverla” disse Aladdin in preda alle risate.
La Sala Grande era quasi deserta, salvo per alcuni studenti del settimo anno, qualcuno del primo e Harry Potter, con accanto Ron, il fratello minore di Fred e George, e Hermione Granger, che stringeva a sé il grosso gatto rosso e discuteva animatamente con Ron.
Ognuno si sedette al suo tavolo. I tre Serpeverde, nonostante le risate, erano ancora piuttosto mortificati per accaduto. Mangiarono in silenzio, interrotto da Mag e Fran che borbottavano insulti ogni volta che alzavano gli occhi e vedevano Piton, che ogni tanto guardava soddisfatto verso di loro.
“Comunque dobbiamo indagare” disse Mag a un certo punto. Il suo viso stava riacquistando il normale colorito.
“Ce l’aveva con solo noi quattro, nessun altro” annuì Edmund pensieroso.
“Magari gli dà fastidio che fraternizziamo con i Corvonero” azzardò Jasmine, cercando di aiutare gli amici a venire a capo di quella sventurata faccenda.
“Ma è da cinque anni che fraternizziamo con tutti!” disse Frannie “Insomma, fino a due anni fa Mag era sempre in banco con Aurora, anche alle sue lezioni!”
“Forse però ha qualcosa contro i Corvonero” disse Mag pensierosa.
“Beh, allora avrebbe dovuto togliere dei punti anche a quell’oca di Belle” disse Fran.
“Non mi ci far pensare. Avrei volentieri lanciato delle fiamme contro il suo gufo, poi vediamo chi avrebbe avuto voglia di ridere!” disse Mag facendo una smorfia al pensiero della compagna di classe che rideva mentre Piton la obbligava a prendere il suo gatto. L’odiata ragazza aveva raggiunto Laetitia al tavolo dei Corvonero.
“Stronza smorfiosa” disse Edmund dilaniando un pezzo di carne con il coltello. Odiava quella ragazza.
“Beh… Avete fatto qualcosa voi tre e Laets che possa averlo fatto arrabbiare?”
“A parte studiare tutti insieme e prendere un tè con Lupin… Direi di no!” disse Fran alzando le spalle.
Rimasero in silenzio per un attimo, un silenzio carico di tensione. Poi fu Edmund il primo a parlare, rivelando ciò che avevano iniziato a pensare tutte e tre.
“Non… Non pensate che Lupin gli abbia detto del tè, vero?” chiese guardandole negli occhi.
“Se anche fosse, perché prendersela tanto!?” rifletté Mag “che motivo avrebbe di odiare Lupin… E noi?!”
“A parte il fatto che gli abbia soffiato il posto come professore di Difesa contro le Arti Oscure?!” suggerì Jasmine.
Frannie alzò gli occhi al cielo. Se fosse stato così, era un comportamento davvero infantile da parte di un quarantenne.
“Magari Fred e George ne sanno qualcosa!”
Decisero di finire di mangiare e si diressero verso il tavolo dei Grifondoro insieme a Jasmine.
Si sedettero di fronte a Fred e George; poco distante da loro, Harry Potter guardava Ron mangiare come un maiale l’ennesima fetta di arrosto.
“Secondo voi è possibile che Piton odi tanto, ma dico tanto il professor Lupin?” chiese Frannie scettica ai Grifondoro.
“Firwood ha scoperto l’acqua calda!” gridò Fred, facendosi sentire da tutta la Sala.
“Ssssh” lo zittì Mag.
“Seriamente, non vi siete mai accorti di quanto lo odi?” chiese George vedendo lo smarrimento negli occhi dei compagni.
“Beh… No.” rispose Edmund “Voglio dire, non che sia particolarmente amichevole con i suoi colleghi, ma non abbiamo mai notato nulla di eccessivo con Lupin!”
I quattro Serpeverde arrossirono lievemente.
“Non solo gli ha soffiato il posto tanto ambito! È considerato quasi all’unanimità il miglior professore degli ultimi anni!” spiegò George, col fare di una che la sa lunga.
Frannie e gli altri rimasero in silenzio. Non volevano rivelare quello che ormai avevano capito.
“Potter!” disse Fred alzandosi in piedi e raggiungendo il ragazzo “hai dei nuovi colleghi”  
“Che stai dicendo, George?” disse il ragazzo imbarazzato.
“Sono io George!” lo corresse il gemello ancora seduto.
Harry alzò gli occhi al cielo mentre Fred lo trascinava davanti a quei ragazzi praticamente sconosciuti.
“Colleghi nel Club dei Bersagli Preferiti di Piton, ovvio!” gli spiegò Fred.
“…Lei è Rosander! Per poco il suo gatto non ci lasciava la pelle” disse George indicando Mag che era di nuovo arrossita.
“Poi c’è Pevensie, che non sa leggere” aggiunse Fred.
“E Firwood, che invece non sa fare le dosi come Sua Maestà richiede”
Harry sembrava un po’ spaesato, ma capendo che erano ragazzi presi di mira da Piton, non poté far altro che sorridere.
“Io invece esisto” disse alzando le spalle.
“Se le cose stanno così allora puoi essere Presidente del club” disse Mag ridendo.
Potter la guardò e si accorse che i suoi occhi erano rossi; probabilmente aveva pianto. Impacciato come al solito si sforzò di sorriderle. I ragazzi intorno scoppiarono a ridere; intanto si erano avvicinati anche Ron ed Hermione.
“Che succede?” si intromise a quel punto il rosso.
Harry gli spiegò brevemente quello che sapeva.
“Fico, allora non è vero che i Serpeverde sono intoccabili!” rispose Ron, ammirato.
Alla fine rimasero un po’ a parlare delle follie che i ragazzi del terzo anno avevano dovuto subire da parte del professore nel corso degli anni. La Granger non era molto felice all’idea di parlare male di un professore, ma alla fine, quando anche Laetitia si intromise e raccontò dell’ingiustizia dei punti tolti ai Corvonero, non poté far altro che darle ragione, avendo anche lei subito simili ingiustizie. Alla fine del pranzo il trio del terzo anno salutò i nuovi amici e corse via verso una lezione.
Mag era davvero felice di aver finalmente parlato con Potter.
“Certo che con la faccia meno rossa sarebbe stato meglio” aggiunse alla fine. Quando piangeva rimaneva rossa in viso per tutto il giorno.

Antiche Rune fu decisamente più rilassante. La professoressa Babbling era molto più solare del professore di Pozioni – non che ci volesse molto per esserlo. Notando che c’era qualcosa che non andava aveva cercato di non tartassare eccessivamente gli studenti, anche se alla fine assegnò loro una versione piuttosto lunga.
Alla sera i tre Serpeverde continuarono a parlare di quel che era accaduto con Piton quella mattina. Mag aveva paura che la situazione si ripetesse, ma Fran era fiduciosa che si sarebbe trattato di un episodio isolato.
“Speriamo piuttosto che non se la prenda solo con Laetitia, altrimenti vado da Silente per davvero” aggiunse, animata da sentimenti di giustizia come non mai.
“Comunque secondo me è andata proprio così: Lupin si sarà lasciato sfuggire che ci ha invitati per un tè, o peggio, che gli abbiamo fatto il regalo di Natale, e lui se l’è presa con noi” disse Edmund dopo che avevano cercato di ricostruire l’accaduto.
“…Giustamente con i più deboli che rischiano l’espulsione se osano ribellarsi” disse Mag con rabbia.
“Però non possiamo lamentarci con Lupin, non voglio né che si senta in colpa né che pensi che facciamo le vittime” disse Frannie pensierosa.
“Noi siamo vittime” fece notare Edmund alzando un sopracciglio. Era impossibile ribattere.
“Per le più consunte mutande di Merlino, che urto” concluse Frannie.
“Potremmo portare una torta al cioccolato anche a Piton” azzardò Mag poco convinta.
Frannie rise sprezzante, Edmund scosse la testa sorridendo appena.
“Se lo scorda, non merita gli stessi regali di Lupin” disse Frannie.
“E poi penso che ci farebbe un Bombarda con quella torta” disse Edmund alzando gli occhi al cielo.
Dopo un’altra dose di insulti e imprecazioni andarono nei rispettivi dormitori.
Quando Mag e Frannie entrarono nel loro notarono che Jasmine non era ancora arrivata.
“Menomale che non ho incontrato Hans oggi… Con questa faccia…” sospirò la ragazza sciogliendosi i capelli e iniziando a mettersi il pigiama.
Frannie la guardò e decise di chiederle una cosa che avrebbe voluto sapere molto prima e soprattutto in un altro momento, ma non le si era ancora presentata l’occasione.
“Mag…” la chiamò “devo chiederti una cosa, a proposito di Edmund”
Udendo il nome dell’amico la ragazza arrossì lievemente ma non si scompose. Parlò prima che l’amica le facesse la domanda.
“Mi è passata. La cotta, voglio dire. Mi è passata ormai”
“Immaginavo” rispose Frannie “ma volevo chiedertelo da un po’, visto quel che è successo sotto Natale, sai, non è passato molto tempo…”
“A dire il vero non è successo nulla” disse Mag voltandole le spalle con noncuranza.
“Pensavo che…” disse Frannie pensierosa “sai, a Natale… Siete rimasti soli… E poi dopo quel che è successo al tuo compleanno…”
“Ci ho riflettuto, e, sì, ho avuto una cotta per lui, ogni tanto il spirito da crocerossina emerge e non capisco più niente. Sai, dopo quel che ci ha raccontato su di lui, sulla sua famiglia…” rispose prontamente la ragazza sdraiandosi sul letto. Poi aggiunse con un mezzo sorriso “A Natale non è successo nulla, anche se per un attimo l’ho sperato. E poi l’ho notato che ci hai lasciati soli apposta, sai?”
“Beh, vi stavo solo aiutando” rispose l’amica ridendo.
“Adesso mi dovrai aiutare a uscire di nuovo con Hans” cambiò argomento Mag con aria sognante.
“Chiederemo a Piton di insegnarci a creare un Filtro d’Amore” disse Frannie scoppiando a ridere.
“Come ci aveva suggerito Allock l’anno scorso, ti ricordi? A San Valentino!”
“Sì!” disse Frannie sogghignando.  
Le due furono soffocate dalle risate per qualche minuto, balbettando gli aneddoti più divertenti dell’ex professore di Difesa contro le Arti Oscure.
“Chissà che fine ha fatto” sospirò alla fine Mag.
“Papà mi ha detto che è ancora al San Mungo…”
Rimasero a parlare per un po’ delle sorti dell’odiato/amato professore dell’anno prima, poi decisero di dormire. Quella giornata era durata anche troppo.
*
L’indomani si svegliarono tutti di buon umore. La notte aveva cancellato i brutti pensieri del giorno prima. Fortunatamente ora avevano ben altro a cui pensare: eccellere nel corso di Difesa contro le Arti Oscure, far riguadagnare i punti persi ai Corvonero (solo 10, non di più) e vendicarsi con Belle, dato che aveva riso di loro per quasi tutta la lezione.
La prossima lezione con Piton era abbastanza lontana da permettere loro di concentrarsi su altro, inoltre quella sera i Serpeverde si sarebbero allenati a Quidditch, quindi Mag e Edmund confidavano che sarebbero riusciti a scacciare definitivamente le loro preoccupazioni. Il Quidditch era decisamente più importante di un professore capriccioso.
Per la vendetta decisero di rivolgersi ai numeri uno fra gli esperti nel campo degli scherzi: i gemelli Weasley.
Passarono la colazione a organizzare tutto. I due fratelli erano d’accordissimo con loro, e informarono il gruppo che la ragazza non si era limitata a ridere di loro, ma l’avevano sentita fare un commento assai infelice su Edmund.
Non c’era il suo caro fratellino a proteggerlo”
Commento che aveva fatto infuriare il ragazzo, il quale aveva deciso di finanziare con alcuni dei suoi risparmi l’acquisto di un petardo del Dottor Filibuster che Fred e George avrebbero fatto esplodere nelle vicinanze della ragazza. Se c’era una cosa che faceva uscire Edmund di testa era sentire qualcuno insinuare che senza Peter lui fosse un codardo o che non potesse fare qualcosa.
Alla fine anche Mag e Frannie contribuirono alla spesa: i gemelli erano in possesso di un petardo che provocava un buco nel terreno, ma costava un Galeone, quindi si divisero la spesa, anche se Edmund insistette per mettere più denaro. Era una questione d’onore.
Alla sera, terminate le lezioni, uscirono dall’aula della Cooman dopo aver pregato tutti i Prefetti, tranne Belle, ovviamente, di andarsene subito dopo la lezione. I Tassorosso e i Grifondoro non fecero domande, vedendo negli occhi di Frannie e Edmund una determinazione tale da incutere un certo timore.
Fred e George si appostarono nel corridoio. Mag invece si occupò di intrattenere Belle facendola rimanere nell’aula da sola.
“Belle, devo chiederti un favore!” si alzò al segnale di Fred “Quel libro che hai preso in biblioteca… Quanto ti ci vuole ancora? Me lo consigli?”
La ragazza, senza alcun sospetto, aveva iniziato a parlare della trama del libro, incurante delle occhiate nervose che Mag lanciava ai ragazzi che, incuriositi ma timorosi, abbandonavano l’aula.
Finalmente rimasero sole. Intanto i gemelli si erano nascosti dietro un’armatura, nel corridoio adiacente all’aula, mentre Edmund e Fran fecero finta di aspettare Mag poco più avanti.
Quando Mag e Belle uscirono dall’aula, George fece un saluto da marinaio al fratello, il quale colse il segnale e lanciò il petardo verso le due ragazze, senza farsi vedere. Ci fu un’esplosione piuttosto rumorosa. Quando il fumo divenne rado, Belle scoprì con orrore che un’enorme voragine si era aperta nel pavimento, lasciando intravedere il corridoio sotto, fortunatamente deserto.
“Ma che…” disse Mag fingendosi stupefatta.
“Che sta succedendo?” urlò Belle cercando di vedere attraverso il polverone che si era sollevato.  
Frannie tirò fuori il suo sorriso migliore e chiamò l’amica.
“Mag, ti vuoi muovere?!”
Mag alzò le spalle, lasciò Belle e corse verso i due amici.
“Siete stati voi?!” urlò la ragazza Corvonero.
“Ma che dici, ci hai visti, stavamo parlando!” rispose Edmund.
Intanto Fred e George, con un riuscitissimo Incantesimo di Disillusione sgattaiolarono via.
“Aiutatemi, vado a chiamare aiuto!”
Non c’era infatti da aspettarsi che la Cooman sarebbe accorsa.
“Tranquilla, andiamo noi, tu resta qui! Così posso chiamare il mio caro fratellino” disse Edmund guardandola sprezzante. Mag e Fran fecero di tutto per non ridere.
“Sei un Prefetto, hai il dovere di rimanere a presidiare il luogo del delitto” disse Fran voltandole le spalle.
I tre si incamminarono lasciandola da sola.
Quando voltarono l’angolo scoppiarono a ridere silenziosamente. In quel momento arrivò Pix. Frannie lo guardò trionfante, era meglio di quel che si sarebbe aspettata.
“Vai a vedere, Pix, ci sarà da ridere!” disse indicando il luogo dove c’era ancora Belle.
Il Poltergeist, incuriosito, li superò e iniziò ad urlare eccitato, attirando l’attenzione di Gazza.
Il resto poterono solo immaginarlo. Quel che avevano visto e sentito fu sufficiente per far loro decretare la vittoria.
Alla sera Silente fece un discorso chiedendo, a nome di Gazza, di non far esplodere alcun tipo di petardo per nessun motivo. Mag non poté fare a meno di notare che il tono era ben diverso da quello adottato dal professore quando aveva sgridato gli studenti del quinto anno. Questa volta sembrava che non gl’importasse nulla delle richieste del bidello.
Belle guardava altezzosa il preside. Non era stata incolpata, ma aveva dovuto subire per almeno due ore le lamentele di Gazza, le domande dei professori accorsi e gli strilli di Pix. Decisamente frustrante, e a Edmund, Mag e Frannie bastava.  
“…Vorrei poterlo fare anche con Piton” sospirò Edmund alla fine della cena. Lui e Mag avevano mangiato molto poco perché li aspettava l’allenamento.
La vendetta contro il Prefetto Corvonero non era servita a cancellare del tutto la rabbia e la frustrazione che aveva generato la lezione del professor Piton. Mai, nella loro vita, erano stati trattati così male dal professore.
“Se venerdì fa ancora così, giuro che gli sputo in un occhio” mormorò Frannie prima che si alzassero per andare ognuno per la propria strada.
 
 
NOTE

Non avete idea di quanto mi sono divertita a scrivere questo capitolo, anche se i miei personaggi sono stati strapazzati più del dovuto. Piton è stato un vero stronzo, sia con Lupin sia con i suoi studenti. Frannie e Edmund erano arrabbiati come delle vipere, mentre Mag e Laetitia hanno rischiato la vita dei loro gatti, inoltre essere trattata così da un professore abbassa sempre il morale a Mag, ma Jasmine che spara parolacce in arabo per consolarla è oro puro. Tutto per una torta al cioccolato :'D Spero che abbiate trovato IC la scena tra la McGranitt, Lupin e Piton!
Intanto i sentimenti di Margaret cominciano a essere più chiari, ma sarà la scelta giusta?
Che facciate il tifo per l'affascinante scozzese dai capelli rossi o per la testa calda campione di scacchi che tutti amiamo, ci sarà da ridere e da piangere per tutti in ogni caso. Ne vedrete delle belle.
Comunque, come avete già visto in passato, Belle ci sta estremamente antipatica, lo scherzo finale è stata una piccola soddisfazione personale :°)

A venerdì!
 

 
   
 
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