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Autore: Vera_D_Winters    31/10/2018    0 recensioni
Tributi:
Sabo e Zoroko
Ace e Kidda
Pell e Miss Doublefinger
Kobi e Tashigi
X Drake e Lawiko
Izou e Whitey Bay
Paulie e Kalifa
Wiper e Nami
Sanji e Shirahoshi
Marco e Nico Robin
Ichiji e Reiju
Bartolomeo e Rebecca
Settantacinque anni fa i pirati di Raftel insorsero per rivendicare la propria libertà dal governo mondiale oppressivo e totalitario. Attraverso la marina ed altre organizzazioni governative però, tale ribellione venne sedata con il sangue ed ogni isola tacciata di essere rifugio dei pirati venne distrutta.
Solo dodici isole vennero risparmiate dalla furia dei nobili di Marijoa, e per far si che gli orrori del passato non venissero ripetuti, ogni anno da quel momento in poi ogni isola ebbe l'obbligo di offrire in tributo un giovane e una giovane del luogo, affinchè questi partecipassero ai "Giochi dei Sette Mari", un torneo all'ultimo sangue da cui un solo tributo può uscire vincitore.
Tutto proseguì dunque in questo macabro ordine, almeno fino ai settantaquattresimi giochi, nei quali uno dei giovani provenienti dalla più povera e cupa delle isole, sfidò apertamente Marijoa e il Presidente in carica Akainu.
Cosa succederà dunque nell'incombente edizione della memoria?
Genere: Angst, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akainu, Altro Personaggio, ASL, Famiglia Vinsmoke, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Violenza
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Nella sala degli allenamenti era stato portato un pianoforte.
Per quale motivo? Perché Akainu nella sua immensa magnanimità, o per meglio dire nella sua maschera di dittatore magnanimo, aveva deciso di rendere pubblica quella sessione, portando telecamere e presentatori ad intervistare i tributi.
Il pianoforte era solo un sotterfugio per regalare una parvenza di eleganza in un luogo in cui si insegnava a dare la morte, ed era una di quelle cose che faceva impazzire i nobili di Marijoa, tutti incollati davanti agli schermi per vedere quel macabro reality show.
La preparazione dei tributi era sempre stata segreta fino ad allora. Per ben settantacinque anni agli spettatori dei Giochi dei Sette Mari era stato concesso solo di vedere il bagno di sangue nell'arena, perciò l'eccitazione e le aspettative erano alle stelle per quella novità.
All'insaputa di Akainu però, un ordine era stato dato da alcuni dei mentori, nel loro continuare a provare a interrompere quella barbarie prima che i Giochi veri e propri cominciassero. Un ordine che fu Marco ad eseguire per primo.
Quando le telecamere infatti si accesero, il giovane uomo dai capelli biondi si sottrasse al giornalista che voleva intervistarlo, ed andò a sedersi proprio al piano, sorridendo placido come se nulla fosse, come se non stesse appena intraprendendo un'azione totalmente sovversiva in diretta mondiale.
Le sue dita cominciarono a volare sui tasti, dando vita ad una musica armoniosa e leggiadra, che invase con innaturale dolcezza la stanza con le sue note d'amore.
Pochi attimi dopo Bay si sedette al suo fianco, poggiando la testa sulla sua spalla e sfiorandosi il ventre con le dita, sorridendo mesta: Un chiaro messaggio ai cittadini di Marijoa, che avevano tifato per la loro coppia da quando questa era nata: una famiglia si stava formando in quell'unione. Una nuova vita prendeva forma cullata dal corpo delicato della donna.
Un mormorio serpeggiò allora tra i tributi ignari di quella notizia.
Era tutto vero? O era una messa in scena orchestrata per spingere i nobili a chiedere la sospensione dei giochi in modo da costringere Akainu a fare marcia indietro?
Quale che fosse la realtà, quell'onda andava cavalcata senza ripensamenti o remore, e mentre i cameraman impazziti cercavano le migliori inquadrature di Marco e Bay, e i presentatori non sapevano più cosa fare, Izou artigliò Nico Robin per un polso e con leggiadra eleganza cominciò a farla volteggiare attorno al piano, esibendosi in un sensuale sogghigno, accompagnato da un intenso sguardo che la donna ricambiò con un'espressione complice ed affabile.
Due concorrenti di diversi distretti che danzavano assieme prima dei giochi? Quando laggiù avrebbero dovuto per forza uccidersi a vicenda?
Inaudito.
Un gesto di solidarietà e amicizia che non sarebbe mai dovuto esistere. Una sfida diretta al potere del dittatore che muoveva i fili delle loro vite.
Cogliendo il significato di quanto stava accadendo perciò, anche Ace prese senza perdere tempo una delle dame presenti, optando senza accorgersene per la bella spadaccina dai capelli verdi del distretto dodici, la quale sembrava totalmente incapace di muovere un solo passo.
Al moro veniva da ridere mentre cercava di farla danzare con grazia, ma niente, un manico di scopa avrebbe fatto meglio di lei e sarebbbe stato anche più collaborativo. Poco importava però, ciò che contava realmente era che il messaggio giungesse forte e chiaro: noi ci opponiamo. Noi siamo uniti in questa battaglia.
E piano piano anche gli altri compresero e si unirono a volteggiare in quello spiazzo divenuto pista da ballo.
Impensabile.
Akainu dovunque fosse, si stava sicuramente mangiando le mani nel vedere il proprio piano ritorcerglisi contro.
Perfino Ichiji Vinsmoke si era chinato con fare principesco, e chiedendo il passo ad una Shiraoshi sbalordita, e davanti ad un Sanji quanto mai contrariato, si era unito agli altri ballerini, facendo peraltro sfigurare un po' tutti coloro che stavano improvvisando a differenza sua che invece era un danzatore nato.
Instancabili le dita di Marco intanto continuarono a creare quell'atmosfera soffusa e delicata, cambiando motivo da un classico minuetto ad un valzer, e a quel punto perfino Eustass Kidda si decise a fare la sua mossa, pizzandosi davanti a Sabo con la mano tesa ed il volto serio.
Si capirono con uno sguardo.
Lei chiaramente avrebbe preferito ballare con uno zoppo, ma proprio perchè non digeriva il biondo, danzare con lui avrebbe avuto molto più significato, per questo il tributo del docesimo distretto acconsentì, fingendo un sorriso tanto largo ed abbagliante, che quasi ci credette davvero anche lui.
Le loro dita si intrecciarono e i loro piedi trovarono il medesimo ritmo mentre si univano al gruppo ormai nutrito di ballerini, e fu meno peggio del previsto, nonostante la rossa fosse più impegnata a guardare dove metteva i tacchi, con i quali peraltro, lo sorpassava di quasi tutta la testa. Il che non era particolarmente edificante per il giovane, che si sentiva un po' in soggezione ed un po' infastidito come un moccioso.
Alla fine tutti i tributi si unirono a quel ballo improvvisato, e la diretta televisiva venne interrota bruscamente, adducendo ad un guasto alle linee di telecomunicazione.
Ciò che doveva essere visto però, ormai era impresso in maniera indelebile nella mente di tutti gli spettatori.

 

 

Sabo guardava la strada sottostante attraverso la grande vetrata dell'attico in cui alloggiavano i tributi del dodici. La via adiacente il grattacielo era gremita di cittadini, tutti uniti in un unico urlo: fermate i giochi.
Ed ovviamente Akainu non avrebbe mai potuto far disperdere la folla in maniera violenta, come avrebbe fatto in qualsiasi altro distretto. Quella era la capitale, quelli erano i nobili che costruivano il tessuto sociale su cui lui faceva leva per sostenere il proprio governo. Non poteva in alcun modo perdere il loro favore, o far loro del male.
Era stato messo alle strette, proprio come Dragon San aveva previsto.
« Siete stati molto bravi oggi. »
La voce del mentore risuonò alle spalle del giovane, facendolo voltare sorpreso, tanto che il movimento fu accompagnato da un lieve sobbalzo.
« Non credo di aver fatto molto, a parte pestare i piedi ad Eustass Kidda, guadagnandomi ancora un po' del suo odio. »
Sospirò dunque il biondo, esibendosi in una semplice scrollata di spalle.
Il proprio dire però, trovò in risposta un gesto di diniego da parte dell'adulto il cui compito era riportare a casa lui e Zoroko.
« Ed invece avete creato un'alleanza. Se Akainu deciderà comunque di mandarvi nell'arena, il pubblico si aspetterà di vedere i tributi dell'undici e quelli del dodici spalla a spalla, proprio com'è accaduto oggi. Forse non era ciò che Ace e Kidda avevano in mente, ma ormai il dado è tratto. Degli sponsor hanno contattato sia me che il loro mentore, Inazuma. »
Sabo si lasciò di nuovo andare ad un sospiro cupo e colmo di rassegnazione.
Ace gli piaceva molto, combattere spalla a spalla con lui era un'idea che lo elettrizzava più di quanto fosse lecito, ma quella Kidda... dava l'idea di una capace di sbranare anche il proprio alleato.
Come avrebbe potuto fidarsi di lei?
Fu Zoroko però ad attirare l'attenzione dei due compagni, con un quesito cui invece il biondo non aveva pensato.
« E se rimarremo solo noi quattro alla fine, cosa succederà? Questa volta Akainu non lascerà uscire più di una persona viva dall'arena. Non farà lo stesso errore che ha fatto l'anno scorso.»
Il peso di quella verità calò su tutti loro come un incudine, facendo sentire Sabo come se fosse sul punto di vomitare.
Era colpa sua se erano di nuovo tutti in quella situazione.
L'odio della belva scarlatta dell'undici non era poi così ingiustificato.
Il seme della speranza però, ancora una volta venne gettato da Dragon.
« Se siamo fortunati in realtà, finirà tutto molto, molto prima. »

 

 

// SONO TORNATA CON QUESTA FF, COLTA DA UN MOMENTO D'ISPIRAZIONE.
Cerco di promettervi un capitolo a settimana, perchè in realtà voglio finirla al più presto, ma come sempre non posso assicurarvi nulla, se non che però, non passeranno più così tanti mesi prima che aggiorni.
Grazie per avere avuto la pazienza di aspettarmi, e grazie a chi vorrà ancora seguirmi.
Un abbraccio a tutti da una pirata che sta rubando la connessione del lavoro per pubblicare muahahahahaha

 

   
 
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