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Autore: _M4h_    08/11/2018    2 recensioni
Questa è una storia che parla di amore, di speranza e del tempo che passa inesorabile a volte troppo lentamente ed altre davvero troppo in fretta.
Non é stata pensata come seguito della ff “Per Sempre” ma potrebbe benissimo esserlo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hello !! scusatemi per il mostruoso ritardo... chiedo venia !!! quindi non cinchischio oltre. :-)
Enjoy!

“Non potete essere seri. Non possiamo permettergli d’incontrarsi, dobbiamo fare qualcosa” disse Sango scioccata.
“Sango, amore mio. Davvero vuoi farli soffrire cercando di separarli? Senza nessun motivo tra l’altro?” le chiese amaramente Miroku.
“Io non voglio che tu muoia ancora, non posso farcela. Non posso vederti morire un’altra volta. Due giorni senza di te mi sembrano un infinità, immagina centoventicinque anni..” disse la sterminatrice piangendo.
L’ex-monaco la prese tra le braccia e cerco di rassicurarla “sono qui non preoccuparti, sono qui. Non sei sola”
“Sango smettila!” le disse Inuyasha adirato “Sesshomaru prova esattamente la stessa cosa che provi tu in questo momento, l’unica differenza é che tu e Miroku avete avuto la fortuna di esservi rincontrati undici anni fa, loro solo da qualche mese. Male che vada passerete più o meno diciotto anni insieme. Non é molto lo so benissimo” disse ciò guardando Kagome “ma sono sicuro che se ne avessero la possibilità Sesshomaru e Rin farebbero subito cambio con te e Miroku, senza nenache pensarci. Loro sono sempre gli ultimi ad incontrarsi ed ogni volta passano solo pochi anni insieme. Prova a pensare a come deve sentirsi lui quando, egoisticamente, gli chiedi di sacrificarsi e di restare lontano da Rin, soprattutto se lei si ricorda di lui. Puoi capire quanto sia ingiusto da parte tua chiedergli una cosa del genere?”
“Inuyasha non..”
“No Kagome, ha ragione lui io non volevo, non mi rendevo conto. Il dolore non mi fa ragionare correttamente. Mi dispiace, davvero!” disse Sango.
“Non preoccuparti, è una reazione perfettamente umana la tua” cercò di consolarla Kagome, abbracciandola.
“Va bene, va bene, ora basta con tutte ste moine. Visto che è tardi ormai, potete rimanere qui per la notte. Così magari riusciamo a dormire un pò e saremo tutti più riposati ed informa per il brunch di domani” propose Inuyasha.

Era domenica mattina, si erano addormentati solo da poche ore ma Kagome e Inuyasha furono svegliati da un suono costante ed irritante. Kagome stava maledicendo mentalmente chiunque avesse deciso di mettere la sveglia a quell’ora quando si rese conto che quel rumore molesto era la suoneria del suo cellulare. Qualcuno la stava chiamando alle otto di mattina, di domenica.
Era sicuramente il suo capo e ciò voleva dire : cattive notizie! 

Aveva ragione, era il suo capo. Il padre di uno dei suoi bambini, il Signor Takumi, aveva colpito suo figlio Yuudai con una violenza tale da farlo finire all’ospedale. Kagome era furiosa, era anni che faceva quel lavoro ma non capiva ancora come fosse possibile che un genitore potesse fare volontariamente del male al proprio bambino. Ora doveva andare all’ospedale per informarsi sullo stato di salute di Yuudai e in seguito sarebbe dovuta andare alla polizia per occuparsi del caso del signor Takumi, testimoniando a suo sfavore. Avrebbe parlato dei suoi frequenti attacchi d’ira e del suo carattere violento, sperando che la polizia avesse questa volta abbastanza prove da poterlo chiudere in carcere per sempre.
“Inuyasha mi dispiace ma sarà una lunga giornata, non sò neanche se riuscirò  a tornare a casa per la notte. È inutile che mi aspetti, davvero vai con gli altri al brunch e divertiti, anche per me.” disse la ragazza
“È praticamente impossibile senza di te” disse il mezzodemone abbracciandola per la vita e attirandola a sé “fai attenzione ok?” le disse poi, baciandola dolcemente.
Kagome sorrise e uscì dall’appartamento e fu immediatamente avvolta dal caotico tran-tran della città.

Gli abitanti della casa si svegliarono placidamente, presero un café veloce ed incominciarona a prepararsi per uscire. Però si bloccarono tutti quando videro Sesshomaru, già pronto, uscire dalla sua stanza e sedersi sul divano in spasmodica attesa.
Sentendosi osservato si girò verso di loro e disse “Invece di perdere tempo a guardarmi non sarebbe meglio che vi deste una mossa? Soprattutto tu Miroku, sei sempre l’ultimo. Non intendo arrivare in ritardo per il brunch!”
“Cosa ti importa scusa? Ma vieni anche tu?” chiese sconcertato Inuyasha
“Ovviamente” rispose il demone, come se si stesse rivolgendo ad uno stupido.
“Ah, ok. Bhe, non devi preoccuparti, Kohaku ha detto che anche loro sono in ritardo. A quanto pare Rin si é svegliata dieci minuti fà” rispose Sango. Sesshomaru si limitò a fissarla senza dire una parola, non l’aveva ancora perdonata.
La comitiva preferì non aggiungere altro e continuarono a prepararsi. Inspiegabilmente, sotto lo sguardo severo di Sesshomaru, il gruppetto fu molto più veloce del normale.
Venti minuti dopo erano tutti fuori dall’appartamento in direzione del Blu Jam Cafe. Arrivarono in trenta minuti precisi ma Rin e Kohaku non erano ancora arrivati, anche se abitavano a quindici minuti di distanza.
“Dove diavolo sono? Non possiamo entrare? Io sto morendo di caldo” si lamentò Inuyasha
“Non intendo sottostare ai tuoi capricci solo perché sei nervoso” disse Sesshomaru, ricevendo un’occhiataccia da parte di suo fratello
“nNon preoccuparti Inuyasha, andrà tutto bene, Kagome é una ragazza in gamba e sappiamo tutti che sa cavarsela da sola” lo rincuorò Sango.
“Eccoli” disse poco dopo Miroku.

Appena si accorse della presenza di Sesshomaru Rin si blocco sul posto
“Ehi ma che fai? Perché ti blocchi? Rin siamo già in ritardo muoviti” la spronò Kohaku. Ma Rin non lo ascoltava.
Non poteva crederci, c’era anche lui. Ma perché? Se l’avesse saputo si sarebbe vestita meglio. La stava fissando, si non poteva sbagliarsi i suoi occhi stavano guardando proprio lei e seguivano ogni suo movimento.
Kohaku, sbuffando, la tirò per un braccio.
Rin si destò dai suoi pensieri e riprese a camminare per poi fermarsi proprio davanti al demone, il quale continuava a fissarla, con un sorriso appena accennato.
Era tornato ad essere lo stesso Sesshomaru dei primi giorni, constatò la ragazza. Aveva forse un disturbo di personalità multipla? O forse un gemello, due Sesshomaru : uno buono ed uno cattivo. Magari!

“Ciao scusa per il ritardo, é da tanto che aspetti?” chiese lei
“No solo qualche minuto non preoccuparti” rispore lui.
“Si bhe, se a qualcuno interessa, anche noi stiamo aspettando qui al caldo da tipo un quarto d’ora. Quindi pochi convenevoli e muovetevi ad entrare nel locale, così iniziamo il brunch” disse Inuyasha imbronciato.
“Non ascoltarlo, é di cattivo umore” disse Sesshomaru a Rin, ingnorando totalmente le lamentele del fratellastro.
Rin si scusò con tutti ed entrarono finalmente nel locale climatizzato, Inuyasha aveva ragione, era una calda giornata di giugno e il fresco del locale era un puro piacere.
Il cameriere li fece accomodare su un tavolo ovale piuttosto centrale e spiegò loro velocemente il menu, lasciandoli liberi di servirsi liberamente sul buffet, e prese l’ordine per le bevande calde.
Rin si ritrovò seduta tra Sesshomaru e Kohaku mentre di fronte a lei era seduta Sango con alla sua destra Miroku et alla sua sinistra Inuyasha.
Al contrario delle sue aspettative, non si sentiva intimorita o in imbarazzo per la presenza di Sesshomaru, anzi, le sembrava tutto totalmente normale e ne fu davvero felice.

Il brunch passo veloce tra risate e battute, soprattutto grazie a Miroku, ma ci furono due momenti un pò strani constatò Rin.
Il primo fu quando Rin decise di andare a servirsi al buffet e Sesshomaru le tese la mano per aiutarla ad alzarsi, e lei si bloccò.
Gli amici le chiesero se fosse successo qualcosa e lei sorridendo disse “ah no, scusate, é solo che per un momento ho avuto come un dejà-vu” e poi rivolgendosi direttamente a Sesshomaru aggiunse “non é che per caso ti capita di vestirti con abiti tradizionali? Per l’esattezza un kimono bianco, con un favo rosso ed una corona di fiori sul colletto e sulle maniche, anch’essi rossi?”
Rin rise ma gli altri la guardarono in modo strano, la ragazza non capiva se erano spaventati o sorpresi, una combinazione di entrambi capì Rin alla fine.
E lei che pensava di essere una ragazza divertente, a quanto pare, si sbagliava.
Andò al buffet e quando tronò l’atmosfera era tornata normale, la ragazza ne fu felice e si rilasso nuovamente.

Il secondo momento strano fu quando Miroku iniziò a parlare del suo lavoro e di sogni. Rin, collegandosi al discorso del giorno prima, disse che quella notte aveva sognato nuovamente qualcosa di strano, come sempre non si ricordava il sogno in sé ma questa volta si ricordava perfettamente che tutti loro ne facevano parte. E chiese loro se credevano alla reincarnazione delle anime. Ecco in quel momento l’atmosfera ridiventò pesante. Per fortuna Sesshomaru ruppe il silenzio lanciando un occhiataccia poco discreta ai suoi amici e disse “si, io ci credo. Sono un demone quindi sono immortale, ma credo che le anime umane, come la tua, siano capaci di reincarnarsi” Rin gli sorrise grata.
“Io sono Shintoista quindi si ci credo anche io” disse Miroku e cosi piano piano tutti confermarono che effettivamente si credevano alla vita dopo la morte e alla rinascita.
Rin si sentiva più sollevata, ma era sempre più convinta che il loro comportamento era parecchio strano ed era praticamente sicura che i suoi nuovi amici nascondono un segreto.
La sua attenzione fu attirata dal suono del suo cellulare, era la sua amica Reiko che le chiedeva di vedersi, sembrava preoccupata “ehm scusate ragazzi ma è una mia cara amica penso abbia dei problemi e vuole che ci vediamo per parlare mi dispiace lasciarvi così ma sembra urgente quindi…” disse Rin.
“Certo Rin figurati vai pure ci vediamo” disse Sango.

Salutò tutti, uscì dal locale e vide con sorpresa che Sesshomaru l’aspettava
“Eh? Ma come hai fatto?” chiese stupita la ragazza
“Sono un demone, e tu hai impiegato almeno dieci minuti per salutare tutti, sei troppo lenta!” rispose lui sogghignando.
“Ah! Già. Mmh devo andare mi dispiace davvero. Ci si vede” disse lei
“Si, stasera” confermò lui. “Potrei giurare che stasera i tuoi nuovi amici finiranno la serata a casa mia quindi puoi raggiungerci lì quando hai finito” aggiunse vedendo la faccia stupita della ragazza “ok!” confermò Rin felice.
Si girò, fece per andarsene e poi ci ripensò fece dietrofront e gli scoccò un leggero e casto bacio sulla guancia.
Sesshomaru non si mosse, ma Rin vide una scintilla attraversare lo sguardo del demone, e ne fu felice.
Sesshomaru rientrò nel locale, appena Miroku lo vide lo accolse con un gran sorriso “quindi Romeo è riuscito a dire addio alla sua Giulietta?” ricevette uno sguardo infuriato in risposta “bene quindi cambiando discorso il ristorante deve chiudere, paghiamo ed andiamo?” chiese Miroku.
“Kagome ha finito prima del previsto, il bambino resterà in ospedale per stanotte quindi lei può tornare a casa per riposare e fare una doccia. Conoscendola penso che sarà triste e stanca quindi non penso che vorrà uscire ma avervi tutti vicini le farà sicuramente bene” disse Inuyasha.
“Certo per noi va benissimo” dissero in coro Sango e Miroku, Sesshomaru si limitò a sorridere impercettibilmente, Inuyasha aggiunse allora in un tono più allegro “dovremo solo fermarci in enoteca, ci servirà del vino, molto vino..”

Continua...

   
 
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