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Autore: Elgul1    25/11/2018    7 recensioni
Questa è la storia di come è nato. Questa è la nascita del più grande assassino dei Naraku questa è l'ascesa del Kuroyasha Sakata Gintoki.
Dato che mi sembrava giusto distaccarmi dal manga ho deciso di dare un vero e proprio passato al mio personaggio. Qua vedrete com'è nato e i suoi legami verso i Naraku e i suoi nemici Joi.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Dark, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Nuovo personaggio, Sakamoto Tatsuma, Takasugi Shinsuke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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 Viaggiarono per quattro settimane prima di arrivare alla metà. 
Lungo il suo cammino Gintoki osservò attento il paesaggio cambiare attorno a se: dalle colline brulle piene di boschi e spesso a volte dalla nebbia dove si era addestrato passò a una pianura affrescata da vari villaggi variopinti e pittoreschi alcuni di essi se li ricordava per le sue prime imprese come derubare oppure uccidere qualche bandito e, infine arrivò a destinazione.
 
Di fronte a se si estendeva una vallata sterminata composta da campi semi incolti tranne quei pochi dove, alcuni vecchi uomini e donne stavano arando il terreno in vista della stagione calda.
 
" Eccoci arrivati." Annunciò la sua guida sistemandosi il cappello di paglia sulla testa coprendosi così dal sole. 
" Hai qualche suggerimento da darmi?" Chiese Gintoki speranzoso fissando il piccolo villaggio davanti a se.
" Nessuno. Sei una spada perciò cavatela da solo." Replicò schiettamente l altro girandosi di spalle. " Ci si vede. Ogni tanto passerò di qui per chiederti come sta procedendo addio." Aggiunse congedandosi e lasciandolo solo con le sue domande.
 
 
Mentre si avvicinava alle piccole casupole di legno e i campi coltivati non pote non notare la strana calma e spensieratezza che si percepiva da quel luogo: Non c'erano terreni distrutti, ne carcasse di animali morti per via di malattie oppure di criminali appesi sopra gli alberi colti in fragrante a rubare. Ovunque vedeva bambini giocare, le madri che li rimproveravano con durezza e uomini che ridevano mentre lavorano duramente per portare i propri frutti del loro lavoro a casa. 
 
- Mi sembra così assurdo un posto così calmo.- Pensò fra sè e sè il giovane mentre, con occhio attento, controllava la zona. 
" Ehi ragazzo attento!" Sentì gridare verso di lui da una voce di donna. Rapido si voltò e, in pieno volto, una sfera gli piombo addosso facendolo finire a terra.
 - Sembrava tutto troppo bello per essere vero.- Pensò maledicendo chiunque gli avesse lanciato addosso quella palla. 
" Scusami tanto." Mormorò una voce squillante e suadente di donna. Gintoki alzò lo sguardo trovando davanti due stupendi occhi verdi come smeraldi. Dei lunghi capelli castani scendevano sulle spalle minute della donna che, dai tratti gioviali, non dimostrava più di trent'anni.
" Si figuri, signora..." Rispose lui mettendosi seduto e tastando la testa in cerca del bernoccolo che, sicuramente, gli era venuto per via della botta.
" Mio figlio ha lanciato troppo forte e non sono riuscito a prenderla. Lo perdoni." Disse ancora mentre, si notava, la figura di un bambino piccolo alla sua sinistra che ne tirava il fondo del kimono bianco come la neve come a volersi nascondere dallo sguardo austero di Gintoki.
 " Come si dice al signore?" Domandò al piccolo severa scostandosi e mostrando il piccolo che, ancora, teneva la testa bassa come un cane bastonato. Gintoki osservò il bambino e, sorridendo gli si avvicinò. 
" Non importa, dico davvero. Può succedere infondo." Disse senza far parlare il piccolo. 
" Come ti chiami?" Gli domandò la donna.
" Mi sembri nuovo di queste parti, visto che, la nostra comunità, è molto piccola." Aggiunse studiandolo attenta.
 " Si, sono un giovane viaggiatore. Sa, con questa guerra, sto vagando dove mi porta il vento. Detesto quello che sta accadendo e, perciò, ho cercato un posto il più lontano possibile dal conflitto." Spiegò in breve sperando che la bugia funzionasse.
 Lei lo fissò in silenzio poi mormorò:" Myamato va a giocare mentre parlo un'attimo con questo signore." Il piccolo annuì e, salutando con la manina si diresse da altri bambini che, da lontano, lo stavano aspettando. Una volta che si fù allontanato a sufficienza la donna si girò verso il bianco. " Comprendo il perché tu sia arrivato fino a questo villaggio. Però sta attento con chi ne parli..." Lo avvertì la donna sussurrando. " Molti hanno mandato i propri figli, o mariti in battaglia sperando in un buon avvenire. Ovviamente siamo lontani dalla guerra perciò siamo al sicuro." Lo rassicurò sorridendo tristemente come se, qualcosa, in quelle sue parole, la facesse star male. 
" Si, comprendo perfettamente. Terrò questa cosa per me." Confermò Gintoki annuendo con la testa.
 La donna sorrise e disse:" Il mio nome è Shinobu Kai. Il tuo?"
 " Gintoki Sakata. Sa se ecco qualcuno ha posto per ospitarmi? Non ho molti soldi purtroppo perciò ripagherei con lavoretti almeno per un'po vorrei stabilirmi qui." Mormorò lui con finto imbarazzo.
 La donna sorrise e, facendogli cenno, mormorò:" Da me c'e posto, almeno per il momento. Dai vieni sarà il mio modo per sdebitarmi per il danno di mio figlio." Gintoki annuì convinto e, mentre la seguiva, i suoi pensieri turbinavano sarebbe riuscito a scoprire la verità?
 
 
-
 
 
Davanti a loro la fortezza stava andando alle fiamme. Katsura tranciò di netto l'ennesimo amanto che ando in mezzo al mucchio di nemici che si erano opposti a loro.
" Coraggio, avanzate!" Ruggì il giovane guidando la carica seguito dalla sua compagnia. Alcuni amanto iniziarono a sparare verso di loro da alcuni nascondigli. Lui, rapido, si sposto dietro un riparo. Sentì i rantoli dei feriti dalla selva dei colpi e aumento la presa sulla spada. Con un balzo uscì fuori dal nascondiglio e si abbatte con furia cieca verso quei mostri che, di fronte alla sua ferocia, furono abbattuti uno a uno. 

 
" Dati una calmata. Siamo qui da dieci minuti e già dai di matto?" Sbraitò Takasugi seguito dal suo gruppo a cui ordinò di proseguire verso la strada principale della città. 
" Si hai ragione, è che sono incazzato." Borbottò seccato facendo mulinare la spada in aria per pulirla per poi rimetterla nel fodero. 
" Per cosa sei arrabbiato?" Gli domandò Takasugi sfruttando quel momento di tregua per parlargli. Da quando erano arrivati aveva visto che, il suo amico, era mogio oltre che tremendamente stressato. 
" Il maestro ci ha spediti a prendere questa città dimenticata da dio mentre lui si occupa del passo a ovest è un ingiustizia bella e buona questa." Rispose inviperito sfogandosi.
 " Ci stiamo assicurando il controllo delle retrovie con questa città. E' di vitale importanza per questo ci ha spediti qui." Replicò l altro giovane mentre, attenti, camminavano lungo il viale con intorno rumori di scontri ancora accesi sparsi qua e là per la zona circostante. Katsura sbuffo ancora. Avrebbe preferito essere al centro degli scontri non in quella stupida cittadina dimenticata da dio. Un rombo gli riscosse dai loro pensieri. Di fronte a loro dozzine di amanto fuoriuscivano da una palazzina armati di tutto punto. I due joi sospirarono e, decisi, si gettarono nuovamente nella mischia.
 
 
-
 
 
Maoto osservava attento lo svolgersi degli scontri di fronte a lui. Dalla piccola collina aveva una vista totale di quello a cui stava assistendo. 
Le forze joi, in assetto da battaglia, stavano dando filo da torcere agli amanto totalmente imprepatati dall'organizzazione dei loro avversari per quel giorno.
 
 " Date ordine all'ala destra di sfoltire i ranghi nemici. L'unita di Yoshi è riuscita ad aprire un varco in città?" Chiese senza distogliere lo sguardo.               
" Per il momento no mio signore, sono bloccati al cancello sud." Rispose uno dei messaggeri con ancora l'affanno per la corsa. 
Maoto, si girò di scatto, facendo segno alle sue milizie personali. " Andremo noi allora, il passaggio dev'essere aperto a ogni costo. Non possiamo aspettare oltre muovetevi." Ordinò perentorio stringendo la spada che aveva alla sua destra e dirigendosi verso gli scontri.
I suoni di corno che preannunciavano la carica generale destarono l animo dei samurai che, alla vista del loro condottiero, iniziarono a combattere con ancora maggiore forza spingendo le orde nemiche.
 
Maoto si gettò nella mischia come una furia. Nonostante l'eta avanzata, in quello scontro, non vedeva avversari alla sua altezza. Sfondo la difesa di un amanto con una stoccata altri due si gettarono su di lui dai fianchi roteando si difese da entrambi per poi decapitarli e si buttò su coloro che aveva davanti. L'ebbrezza della lotta, la consapevolezza del sangue nemico che cadeva queste sensazioni gli erano mancate si sentiva vivo li nel mezzo di quegli scontri. Mentre stava uccidendo l'ennesimo amanto, un ombra nera, attirò la sua attenzione.
 Riconobbe la maschera e il vestito indossato da quel colosso che gli stava davanti con aria tronfia e colmo di baldanza.
" Quindi hanno deciso di mandarne un altro a fare il lavoro sporco eh?" Domandò Maoto mentre i rumori della battaglia si facevano sempre più pressanti attorno a lui. 
" Dannato traditore muori!" Ruggì la spada di risposta sollevando lo spadone e cercando di decapitarlo.
Il vecchio si piegò evitando per un soffio la lama e contrattacco subito con una stoccata. Il colosso deviò l'attacco con la sua spada per poi eseguire un nuovo affondo. Maoto salto di lato sfruttando il masso vicino come perno e cercando di attaccare dall'alto. Quello scosto la testa ed evitò la spada a pochi centimetri dal suo volto e direzionò un colpo verso lo spadaccino che, di risposta, rotolò a terra evitando la lama che perforò da parte a parte la pietra come se fosse burro.
 " Devi essere di bassa lega per non riuscire minimamente a sfiorarmi..." Mormorò il vecchio continuando ad evitare gli assalti del suo avversario senza alcun problema. 
" Taci!" Replicò l altro con un nuovo attacco dal basso che, il vecchio, scanso per poi attaccare e colpire in pieno la gamba destra del suo nemico. " Non solo hai finto la tua morte ma, adesso, dopo anni, ritorni e lotti contro di noi?" Gli disse quello attaccando ancora ma venendo respinto con forza. " Inamissibile sarai punito!" Gridò ancora aumentando la sua forza e spingendo così verso il fondo della strada il vecchio. 
Maoto ghignò divertito. " Io dovrei essere punito?" Domandò scostandosi all'improvviso e facendo disimpegnare così la prova di forza." E voi che avete trucidato e ucciso non so quante persone che cosa dovreste avere eh?" Chiese ancora eseguendo una potente stoccata che fece indietreggiare la spada.
 " Me ne sono andato proprio per questo. Voi: le vostre regole, i vostri credi sono solo bufale create da un pazzo megalomane..." Ringhiò a denti stretti sfrecciando rapido verso l'avversario e scambiando una serie di stoccate contro di lui.        " Questo paese deve cambiare e voi dovete essere estinti!" Esclamò ancora evitando per un soffio la lama sulla sua guancia e colpendo in pieno la spalla destra del suo avversario che sussulto. " Spedire tu, una spada di infimo livello, è un insulto a me. Che ricoprivo l'incarico di prima delle dodici.." Aggiunse infilzando la lama sempre di più nel Naraku e facendo gemere l'avversario dal dolore.            
 " Se tu mi uccidi sai che non ci fermeremo. Qualcun altro verrà non avrai tregua e lo sai." Proruppè l'avversario in ginocchio.
 Maoto lo fissò con due occhi colmi di determinazione e consapevolezza. Estrasse la spada dalla spalla del nemico e, sollevandola sopra la sua testa. " Che vengano pure." Mormorò prima di decapitarlo ponendo così fine alla sua vita. 
 
Mentre il corpo cadeva al suolo privo di vita le urla di giubilio, per l'apertura della porta e la ritirata del nemico, fecero rasserenare l'animo del vecchio che, rivolto al vento, mormorò:" Manda pure quanti uomini e spade vuoi Utsuro niente mi fermerà dalla mia crociata. " Con queste parole ripose la spada e, a passo solenne, si avviò verso la città.










ANGOLO DELL'AUTORE: Eccomi col capitolo sette dello spin off. La conclusione, purtroppo, è sempre più vicina e i capitoli sono stati quasi tutti ultimati. Vi aspetto col prossimo capitolo che, vi assicuro, mi odierete a morte ahahaa.
Grazie a chi legge alla prossima.
   
 
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