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Autore: SliteMoon    05/12/2018    1 recensioni
Sono sempre stata un oggetto per mia madre.
Qualcosa da vendere al miglior offerente per ricavarne profitto.
Mi è vietato essere libera, mi è vietato essere me stessa.
Posso solo essere prigioniera in casa mia.
Beh, le cose stanno per cambiare.
Sono Emma Da Vinci e questa è la mia Ribellione.
Dal secondo capitolo:
“Mi affaccio alla finestra e mentre osservo le bellezze di Firenze penso che la mia vita sia solo uno scherzo. Non è possibile! Vivo nella culla dell’arte e mi è vietato crearla.
Mi è vietato essere me stessa.
Un’artista, ecco cosa vorrei essere.
Colei che materializza i suoi pensieri, colei che trova la libertà nella tela e nei colori.”
Genere: Azione, Generale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Leonardo da Vinci , Nuovo personaggio, Quasi tutti, Vieri de' Pazzi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Arte della Ribellione '
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Cap. 21
La Volpe

 

- Ecco l'ennesimo cadavere...- dico mestamente, osservando il corpo riverso nell'Arno che mio zio sta tentando di afferrare.
- Siamo qui da nemmeno due giorni e questo è già il settimo morto che troviamo... come si può essere arrivati a un tale delirio?- chiede Ezio indignato, fissando zio Francesco trascinare il povero malcapitato sulla sponda del fiume.
L'uomo sembrava essere una guardia della città. È ridotto malissimo. Ha lividi e tagli ovunque, il viso è completamente tumefatto, irriconoscibile a causa delle botte ricevute. Gli abiti sono zuppi di acqua e sangue. Chissà come si saranno divertiti i suoi aguzzini a ridurlo in questo modo. Che fine orribile.
- Requiescat in pace.- sussurra mio zio, chiudendogli gli occhi ormai cerulei.- Figli di un cane, i responsabili di 'sto macello devono pagare. Hanno trasformato la mia bella Firenze in un luogo violento e sanguinario.- dice rabbioso, fissando l'acqua rossa dell'Arno infuocata dal sole che si appresta a tramontare, per poi riportare lo sguardo su me ed Ezio.
- Voi andate da Paola, a questo poerino ci penso io.

Nemmeno il tempo di varcare l'ingresso della Rosa Colta che un gruppo di ragazze urlanti accerchia Ezio quasi placcandolo, allontanandomi da lui a suon di sculettate. Non ce n'è una che non gli faccia le moine e la cosa mi infastidisce non poco. Non fraintendiamo, i gridolini di queste smorfiose mi innervosiscono all'inverosimile, non il fatto che si stiano strusciando come gatte in calore addosso ad Ezio.
- Ragazze, fatelo respirare.- esordisce Paola facendo il suo ingresso in sala, facendosi spazio fra le sue cortigiane ancheggiando vistosamente come suo solito. - Tornate a lavoro: ricordatevi che a momenti inizieranno ad arrivare i primi clienti. Voi due, invece, seguitemi.- dice con il suo classico tono mellifluo che non ammette obbiezioni, conducendoci verso il cortile posteriore dell'edificio.
- Ebbene come state miei cari?- si volta abbozzando un sorriso mesto e povero.
- Ce la caviamo. Tu piuttosto, non sembri in forma.- le risponde Ezio.
- Infatti è così. Questa situazione mi sta sfinendo.- dice Paola con un sospiro colmo di stanchezza, sedendosi con impeccabile eleganza sulla panca in pietra dietro di lei.
- Immagino che Leonardo vi abbia informato, altrimenti non sareste qui.
- Esatto, ma non immaginavamo che le cose potessero andare peggio di come ha detto lui.
- La realtà è sempre più brutta di come possiamo immaginarla e purtroppo, da quando tuo fratello è partito per raggiungervi, la situazione è degenerata ancora di più. Gli omicidi sono aumentati, ritrovandoci gente e guardie uccise ad ogni angolo. I fiorentini hanno paura e se non fermate chi sta compiendo questo scempio non so cosa potrebbe accadere.
- Sicuramente niente di buono.- rispondo tesa, immaginandomi la famiglia de' Pazzi al potere. Rabbrividisco al solo pensiero.
- Siamo qui proprio per questo. Leonardo c'ha detto che è sua madre a manovrare le fila di quest'operazione, ma non sappiamo come avvicinarla discretamente... sai per caso come potremmo...
- La Volpe...
- La Volpe?
- Shh, abbassa la voce.- mi ammonisce alzandosi di scatto.
- Capisco... ma hai idea di dove possiamo trovare questa Volpe?- le domanda Ezio avvicinandosi.
- Magari vicino al mercato vecchio... mi raccomando, state attenti.- dice preoccupata, fissandoci negli occhi per qualche istante, per poi scomparire all'interno del bordello.

- Come facciamo a trovare la Volpe se non conosciamo nemmeno il suo aspetto?
- Potevi chiederlo a Paola. E poi saresti la sorella di un genio...
- E tu potevi chiederlo alle tue amichette. Mi sembra che avessi la loro completa attenzione. Però non lo hai fatto. Perchè?
- Ancora con questo discorso? Sei un po' dura di comprendonio eh?
- Beh, sai, non è che mi dai tante occasioni per farmi cambiare idea. Ti sono saltate addosso come gatte affamate e tu te ne stavi lì in mezzo beato.
- ... sei gelosa?
- Di quelle? Assolutamente no!
- Sei gelosa!
- Ho detto di no!
- Sì si, come no. Gelosa e pure bugiarda.
- Oh senti, dovrei essere contenta di vedere delle tizie arrapate palpeggiarti e strusciarsi su di te?- distolgo lo sguardo e incrocio le braccia al petto. Odio sentirmi punta sul vivo, così, soprattutto davanti a lui.
- Hai ragione. Penso che anche io non avrei reagito molto bene in effetti. Scusa... però sai, è divertente punzecchiarti.- mi dice con un ghigno stampato sulle labbra.
- Bischero.- gli rispondo ridendo per poi tornare a osservare le vie in cerca di qualche indizio.
- Sei tesa vero?
Mi volto verso di lui. -Si capisce così tanto?
- È per la missione?
- In parte... diciamo che è un insieme di cose. Sono di nuovo nella mia città, rischio di trovarmi davanti quello schifoso di Vieri, e soprattutto devo trovare Caterina. Non la vedo da quando mi sono sposata. Ora dovrò confrontarmi con lei, tentare di capirla, persuaderla dal compiere questa follia, evitare di strangolarla e sinceramente, non ho la più pallida idea di come fare.- ragiono quasi più con me stessa che con Ezio.
- Ti capisco. Anch'io mi sono sentito così quando sono morti i miei cari e spesso mi capita ancora, anzi forse sono più disorientato ora che in passato. Ero smarrito, non sapevo assolutamente che pesci pigliare. Mi sono ritrovato con tantissime responsabilità sulle spalle: verso mia madre e mia sorella, verso mio zio e la Confraternita, ma soprattutto verso mio padre e i miei fratelli, morti ingiustamente per un maledettissimo complotto. Devo assolutamente renderli giustizia.
Percepisco chiaramente la rabbia nella sua voce. Mi rivedo la folla chiassosa ammassata tutt'intorno al patibolo. Federico, Petruccio e Giovanni Auditore sopra di esso, quest'ultimo a lottare come un leone per difendere i propri figli e sé stesso da una fine ingiusta e ignobile. Una figura incappucciata che avanza disperata a forza di spintonate verso la forca. Dopo solo il caos, il sapore amaro dell'impotenza in bocca per essere rimasta solamente a guardare quell'atroce spettacolo. Mi ricordo il suo sguardo perso, sconvolto. Guardandolo ora, anche se ha appena ammesso di avere dei momenti di debolezza, mi rendo conto che è cambiato. È più forte e determinato, con uno scopo ben preciso. Non è più quel ragazzo viziato interessato solo a correre dietro alle gonne delle ragazze... o almeno lo spero.
- Sai Ezio, invidio la tua sicurezza.- gli dico con un sorriso amaro impresso in viso.
- Basta sapere cosa si vuole e credere in sé stessi.
- Tu forse ci credi un po' troppo.- ridacchio prendendolo in giro.
- Ahah simpatica.- mi spintona, per poi fissarmi negli occhi, distogliendo purtroppo lo sguardo subito dopo. - Comunque, non credere che io sia così tanto sicuro, o meglio, mi forzo per esserlo, per Claudia e mia madre.
Solo ora ci accorgiamo che siamo finalmente arrivati nei pressi del mercato vecchio.
- Eccoci qua... Ora come facciamo?
Si guarda attorno pensieroso, in cerca di qualche idea. - Ehm, proviamo a dividerci per vedere se lo troviam- non fa a tempo a finire la frase che viene urtato da un uomo.
-Scusatemi messere.- gli dice allontanandosi rapidamente.
D'istinto Ezio porta la mano alla cintura, trovandola stranamente vuota.
- Cosa? La mia borsa! I miei soldi!- esclama innervosito, fissando l'uomo che inizia a scappare. A quanto pare non fa colpo solo sulle donne, ma anche sui ladri.
- Non è possibile! È una fissazione!
- Fai meno il polemico e corri!

L’allenamento intensivo con lo zio e Mario ha dato i suoi frutti.
Siamo decisamente più agili e veloci di prima, miglioramenti che ci hanno permesso di acciuffare il ladro in poco tempo, sul tetto di una casa in riva all'Arno, poco distante dal mercato.
- Non mi interessa farti del male, perciò ridammi i miei soldi e la chiudiamo qui.
- Con calma…
È una voce estremamente sicura e matura quella che si intromette.
Entrambi ci voltiamo, trovandoci davanti un uomo alto e magro avvolto da vesti marroni. Riusciamo a malapena a intravedere completamente il suo volto da sotto il cappuccio. I suoi occhi, che sembrano quasi luccicare, mi sorprendono: sono viola. Ci guarda con attenzione, con sguardo furbo e penetrante. Sembra che ci scruti l’anima.
- Che cosa vuoi? Chi sei?- è Ezio a farsi avanti, anche se con un po’ di mal celato timore nella voce.
- Mi chiamano in molti modi. “Omicida”, “taglia gole”, “ladro”, ma voi potete chiamarmi “La Volpe”. Al vostro servizio messer Auditore e madonna Da Vinci.
- Come conosci i nostri nomi?- chiedo diffidente, provocandogli un sorriso.
- Sapere tutto di questa città è il mio lavoro. Non è per questo che siete qui?- ci chiede, avvicinandosi e intensificando il suo sguardo. Sono quasi certa che nessuno era mai riuscito a mettermi così tanto in soggezione come quest’uomo.
- Esatto, dobbiamo trovare una donna, sapere dove sarà prima ancora che lo sappia lei.- gli risponde Ezio.
- Chi?
- Caterina del Fiore.- dico lapidaria.
- Oh oh, la creatrice di questo caos. Le cose si fanno interessanti.- dice ghignando, più a sé stesso che a noi.- In strada girano voci di una riunione segreta stasera al tramonto. La potrete trovare lì con gli scagnozzi dei Pazzi a pianificare altri scempi.
- Sai forse dove si terrà?
- Ma certo, anzi sbrighiamoci, il sole sta già calando.
- Non dimentichi qualcosa?- chiede Ezio un po’ spazientito.
- Ah si, ecco il tuo denaro. Ora andiamo.
Si volta e scala la parete così rapidamente che in un primo momento sembra scomparire.
Ha un'agilità incredibile. Corre sui tetti con una facilità invidiabile, come se potesse farlo anche dormendo. Inevitabilmente io e Ezio facciamo fatica a stargli dietro.
Saltiamo di tetto in tetto il più velocemente possibile, in totale e incredibile silenzio.
Sgusciamo come ombre dietro a qualche guardia che veglia sulla città, raggiungendo finalmente il luogo dell'incontro: Santa Maria Novella.
- Siamo arrivati. State bene?- chiede divertito nel vederci.
Ezio e io siamo entrambi piegati in due senza fiato, ansimando alla disperata ricerca di ossigeno.
- Mi sono persa un polmone per strada. A parte questo sto benissimo.- ironizzo ritirandomi su. La soddisfazione per i miglioramenti fatti che ho provato fino a qualche minuto fa è completamente scomparsa.
- Bene. Caterina del Fiore sta tenendo la riunione nella chiesa di Santa Maria Novella.
- Come ci arriviamo?
- Ci sono delle catacombe nel sottosuolo della città, vi porteranno in un punto in cui potrete udire tutto ciò che viene detto. Per entrare vi basta usare la maniglia di pietra laggiù.
- Grazie di tutto l’aiuto Volpe.
- Buona fortuna.- ci saluta con un cenno della testa prima di scomparire fra i tetti rossi.



L'Angolino dell'autrice


Ciao a tutti!
Finalmente, dopo molto tempo (non voglio pensare per quanto sono stata inattiva >.<), sono tornata!
Eheh, ha fatto il suo ingresso La Volpe. Era da tantissimo che volevo inserire questo personaggio così intrigante e alla fine eccolo qua ad aiutare Ezio ed Emma. Non che gli abbia dato tutto questo spazio, però in futuro chissà ;)
È un capitolo abbastanza corto, però è servito principalmente come collante per i prossimi (anzi, inizialmente doveva essere un capitolo gigantesco, ma poi ho deciso di dividerlo in due/tre più piccoli).

Ed ora le dovute spiegazioni.
In questo arco di tempo (due anni -.-') sono successe molte cose. Mi sono diplomata, ho iniziato il tirocinio e ho avuto tantissimi impegni che mi hanno totalmente assorbito. Ora potreste dire "Hai pure finito la scuola! Sei una scansafatiche!" e per certi versi non avreste tutti i torti, ma purtroppo l'estate scorsa ho avuto un brutto problema familiare per il quale ho rischiato seriamente di perdere una delle persone a me più care.
In quel periodo ho accantonato tutto, non solo questa storia.
Per fortuna tutto si è risolto, e sono tornata su questa storia più carica che mai! :D
Però tutto il tempo che mi sono presa non è solo per le ragioni sopra elencate, ma anche per le seguenti:
1) Volevo sistemare meglio certi aspetti generali e futuri della trama (ancora in corso);
2) Volevo scrivere più di un capitolo, così da poter aggiornare più spesso ed avere più materiale a disposizione;
3) Grazie ai preziosi consigli e all'occhio di lince di BibyD95 (andate a dare un'occhiata alla sua storia, merita davvero) mi sono accorta di vari piccoli errori/anacronismi nei capitoli precedenti (specialmente nei primi... dopotutto risalgono a più di 5 anni fa ^^'), così ho deciso di ricontrollarli tutti, uno per uno, e correggerli. Questo lavoro di revisione è ancora in atto.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e come sempre ringrazio tutti voi che avete letto fino a qui (se c'è ancora qualcuno), chi continua a seguire e supportare questa storia, chi si ferma a lasciarmi i suoi pareri/critiche/consigli e chi legge in silenzio.
Grazie di cuore!
Spero di aggiornare il prima possibile.
A presto!

Ale

P.s. Un grazie speciale a BibyD95. Non hai idea di quanto mi hai aiutato. Un bacione <3
P.s.s. Quando l'avrò finito aggiungerò anche il disegno di questo capitolo (sono un caso così disperato che dopo quasi due anni ancora non l'ho finito -.-'...)

   
 
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