Il momento tanto atteso era arrivato.
Per Arendelle sarebbe stato un giorno molto speciale: il compleanno di Elsa.
< Elsa, svegliati! > fece Hans piombando sul suo letto < Sai che giorno è oggi? >
< Un giorno triste come tutti gli altri. >
< Adesso smettila di fare la persona infelice. È il tuo compleanno. >
< Compleanno? Quale compleanno? Per me questo giorno non significa nulla. >
Ma Hans non ne voleva sapere di vedere Elsa in quello stato.
L’avrebbe fatta felice in tutte le maniere.
< Quest’oggi avrai la possibilità di rivedere Anna dopo tanti anni… >
Ma nel ricordargli ciò, Elsa lo fissò con sguardo accigliato.
< No. Io non voglio vedere nessuno! > tuonò inviperita < Soprattutto colei che mi ha voltato le spalle dopo tutti questi anni. >
< Ma Elsa… >
< Ti prego di uscire da camera mia. Ho bisogno di rivestirmi. >
Con tono sconsolato, Hans abbandonò la camera della ragazza, incrociando una cameriera che stava passando nelle vicinanze.
< Allora? Com’è la situazione? >
< Malefica… Siete davvero voi? >
< Sì, ma con altre sembianze… Non posso mostrare il mio vero aspetto. >
< Tutto secondo i piani. La ragazza non vuole vedere nessuno, soprattutto non vuole sentir parlare di sua sorella. Dopo tutto quello che è accaduto tra di loro, non si possono più vedere. >
< Benissimo. La solitudine distruggerà per sempre quella ragazza, e i suoi poteri avranno il sopravvento. >
< Hans? >
< Sì, Elsa. Che cosa c’è? >
< Comunica a tutta la popolazione di Arendelle che quest’oggi non ci sarà nessuna incoronazione. Non ho intenzione di guidar questo popolo per niente al mondo. >
< D’accordo. Come vuoi tu. >
Mentre Elsa stava per dirigersi verso il salone grande, la ragazza incrociò lo sguardo con quello della cameriera, manifestando dentro di sé un senso d’inquietudine.
< Hans, evita di perdere tempo. La gente deve sapere. >
< Sì, vado subito. >
Appena l’uomo e la fata rimasero da soli, Malefica non poté trattenere la sua felicità.
< Dopo la sua morte, sarò io che regnerò incontrastata su Arendelle, gettando tutto il Regno in una maledizione che li condannerà tutti. >
< Cosa volete fare, maestà? >
< Questi non sono affari tuoi, mio prediletto… Fai immediatamente quello che ti ha ordinato la principessa. >
A malincuore, Hans comunicò a tutti che la principessa Elsa non avrebbe tenuto nessun ricevimento, scatenando l’ira di tutto il popolo.
Sembrava che nel corso degli anni fosse molto cambiato…
< Allora? Hai fatto come ti ho ordinato? >
< Sì. Ma il popolo non l’ha presa bene. >
< Se ne faranno una ragione… Ah! >
Nel mentre Elsa era occupata a parlare con Hans, la povera ragazza sentì una forte fitta al cuore.
< Hans, che cosa mi sta succedendo? >
< Non lo so, principessa. Magari sei solo molto stanca… >
< Questa non è stanchezza… I miei poteri del ghiaccio stanno arrivando dritto al mio cuore e… >
Elsa non riusciva a stare in piedi.
I suoi poteri la stavano mettendo in ginocchio.
< Vieni con me. Ti riporto nella tua stanza. >
< No, fermati! Non mi toccare! >
< Ma Elsa… >
< Non voglio che anche tu rischi di diventare un cubetto di ghiaccio… Non dopo tutti questi anni che mi sei rimasto accanto… >
Mentre Elsa cercava in tutti i modi di rialzarsi, vide una figura conosciuta avvicinarsi a lei.
< Anna? >
< Sei sorpresa di vedermi, vero sorella? >
< Che cosa ci fai tu qui? >
< Questa qui è ancora casa mia. >
< Casa tua? Ma se te ne sei andata senza darmi una valida spiegazione. >
< Qui l’unica spiegazione che devi darmi sei tu: perché non vuoi farti incoronare Regina di Arendelle? Perché non vuoi incontrare il nostro popolo? >
< Perché non me la sento, Anna. >
< Sciocchezze! Tu ti vergogni soltanto! Di la verità! >
< Anna, non peggiorare una situazione già gravosa. Sto molto male e non voglio vedere nessuno. Soprattutto tu. >
Sentendosi ancora rinnegata dall’indifferenza di sua sorella, questa volta Anna non voleva darsi per vinta.
< No! Questa volta non ti lascerò sola… So di avere molte colpe, ma non farò in modo che tu rimanga a deprimerti come hai fatto fino ad ora… Lasciati aiutare. >
Nel mentre Anna stava per prendere il braccio di sua sorella, Elsa si ritrasse e gli scaraventò il suo potere glaciale, rischiando di congelarla.
< Anna! Stai bene? > domandò Kristoff correndo in suo aiuto.
< Sì… credo di sì… >
< Anna, mi dispiace… >
< Fermatevi. State lontana da lei. >
< Io non volevo fargli del male… >
< I vostri malefici vi stanno annebbiando la mente, maestà. Siete un pericolo per tutti coloro che vi stanno intorno. >
< Questo non è vero! > tuono Hans < La principessa si sente così perché non viene capita. >
< Io e Anna lasceremo per sempre questo posto non tornando mai più. >
< No > fece Elsa con le lacrime agli occhi < Sarò io che me ne andrò. >
Con le lacrime di ghiaccio che gli sgorgavano in viso, Elsa uscì dal castello imbattendosi in tutta la popolazione che voleva assistere alla sua mancata incoronazione.
< Principessa Elsa, perché non volete diventare Regina? >
< Principessa, salutate il mio bambino. Non vi ha mai visto. >
Ma Elsa non ne voleva sapere del suo popolo, ancora intimorita per i suoi poteri incontrollabili.
< Mi dispiace per tutti voi, ma me ne devo andare… >
< Elsa, aspetta! >
< Non seguirmi Hans! Ti prego ! >
< Non posso permettere di lasciarti da sola. >
< Invece lo farai! È un ordine! > gridò la donna lanciandogli contro il suo potere destando lo stupore di tutti i presenti.
Spaventati per quello che Elsa era diventata, la popolazione di Arendelle si sparse per tutto il Regno, mentre il cielo diveniva sempre più scuro.
< Ma cosa sta succedendo? >
< Sta nevicando… In piena estate… >
Ma ormai era troppo tardi.
La Principessa aveva lasciato il castello tralasciando dietro di sé una scia di ghiaccio e di freddo che avrebbe congelato l’intero regno.
Mentre Kristoff era impegnato insieme alla servitù del castello a curare le ferite di Anna, il giovane uomo ripensava alle parole pronunciate contro Elsa.
“Non dovevo trattarla così. Adesso si sentirà distrutta come non mai.”
< Ehi, ragazzo > fece una cameriera attirando la sua attenzione < Ditemi, come sta Anna? >
< Adesso sta riposando nella sua stanza. Ci abbiamo messo molto per calmarla. >
< Vedere sua sorella in quello stato la faceva stare più male del solito… Spero che un giorno di questi si possa riprendere. >
< Non so se sarà possibile… La povera principessa continua a pensare a sua sorella, pentendosi ogni volta per non essergli stata vicino. >
< Che cosa gli potrò dire quando si risveglierà? >
< La verità: che Elsa è scappata da questo castello. >
< Sicuramente vorrà andarla a cercare… e non so se è una buona idea. >
< Ascoltatemi buon uomo: o la ritrovate voi, o prima o poi la popolazione riuscirà a scovarla, facendogli del male. >
< E’ una missione impossibile… >
< Elsa ha bisogno di ritrovare se stessa prima che i suoi poteri la possano consumare definitivamente dentro. >
< Sì, avete ragione. >
< Quando Anna avrà recuperato abbastanza energie, potrete partire. >
< Va bene. Sarà fatto. >
< Adesso però lasciamola riposare. >
< D’accordo. >
Mentre la domestica e Kristoff uscirono dalla stanza, videro una signora completamente vestita di nero e incappucciata aggirarsi nei corridoi.
< Voi andate pure avanti. Io vi raggiungo presto. >
Senza farsi vedere, Kristoff osservò la donna che era impegnata a fissare la giovane principessa.
“Che cosa starà facendo?”
Appena l’individuo misterioso si tolse il mantello, vide che la signora si era trasformata in una creatura orribile.
Intenta a far del male ad Anna, Kristoff irruppe nella sua camera per fermarla.
< Che cosa volete fare?! > tuonò il ragazzo
< Come hai osato spiarmi? >
< Lasciatela stare. >
Inorridita dalla presenza dell’uomo, Malefica scaraventò contro il muro Kristoff, facendogli perdere i sensi.
“Anna... non mollare…”