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Autore: Recchan8    16/12/2018    1 recensioni
Nessuno ha ricordato il primo dei quattro elementi fondamentali.
Nessuno si è mai accorto della sua costante presenza, della sua grinta e della sua passione.
Nessuno sapeva che il Maestro Eraqus aveva un quarto allievo.
Nessuno ha mai parlato di Ignis, la ragazza dai capelli rosso Tiziano che si è innamorata della persona giusta al momento sbagliato.
[Avvertenza: Le vicende narrate iniziano in Birth By Sleep e si sviluppano attraverso 358/2, KH2 e Dream Drop Distance, fino ad arrivare alla vigilia di KH3]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Fire Love




Approfittò di un bug della Crepuscopoli virtuale per fare il suo ingresso. Raggiunse l'ingresso del Ring di Sabbia e alzò le mani all'altezza del petto. Roxas gli dava le spalle e si stava guardando attorno confuso e spaventato dall'improvvisa stasi del pubblico e dei suoi amici. In mano stringeva un Keyblade.
Il primo schiocco delle sue mani inguantate spezzò violentemente il silenzio.
-”Roxas, dai! Fight, fight, fight!”- imitò i cori entusiasti.
Il ragazzetto biondo si voltò e lo squadrò da capo a piedi. Strinse gli occhi blu in un'espressione ostile quando vide Axel entrare nel ring e avvicinarsi a lui con fare spavaldo.
-”Davvero non ricordi? Sono io, Axel”- disse il Nessuno togliendosi il cappuccio nero.
-”...Axel?”- ripeté l'altro.
-”Vuoto di memoria con la V maiuscola...”- commentò sconsolato. -”Per la miseria, daresti del filo da torcere persino ai Simili!”- esclamò evocando subito i chakram. Voleva portare a termine la missione il prima possibile, convincendo Roxas a tornare indietro e a chiedere umilmente perdono a Xemnas. Solo in quel modo c'era la remota possibilità che il Superiore avrebbe revocato la sua condanna a morte.
Roxas strinse le mani attorno all'impugnatura del suo Keyblade. Il suo sguardo celeste vagava attorno a lui, come in una disperata richiesta di aiuto. La confusione era fin troppo evidente sul suo giovane viso.
-”Aspetta un attimo! Dimmi che cosa sta succedendo!”- lo implorò.
Axel fece un tiratissimo sorriso. Xaldin aveva proprio ragione: il loro ex compagno non ricordava quale fosse la natura né di se stesso né dell'ambiente circostante.
-”Questa città è la sua creazione, il che significa che non abbiamo tempo per le domande”- tagliò corto. -”Verrai con me, volente e nolente; poi potrai ascoltare la storia”-.
Rapido e indolore”, pensò piegando le ginocchia e preparandosi a sferrare un attacco. La forza accumulata scemò rapidamente quando l'aria prese improvvisamente a vibrare, come dotata di vita propria. Anche Roxas se ne accorse. Guardò con rabbia il Keyblade, probabilmente accusandolo di tutte le stranezze e i paradossi accadutogli negli ultimi giorni, e, in un impeto d'ira, lo gettò per terra.
-”Che cosa sta succedendo?!”- gridò scandendo le parole.
Sotto i suoi occhi increduli, il Keyblade si smaterializzò e ricomparve tra le sue mani. Axel non si scompose. Gli angoli della sua bocca si incurvarono verso l'alto, in un ironico e rassegnato accenno di sorriso.
-”Numero XIII, Roxas, il prescelto del Keyblade”- sussurrò.



 

-”Cosa pensi dei ricordi, Axel?”-.
Reputò inutile voltarsi: sapeva benissimo a chi apparteneva quell'irriverente voce che gli aveva appena posto una domanda dalla risposta difficile. Si chiese invece come facesse quella ragazza a sapere sempre esattamente dove trovarlo, per di più nei momenti peggiori.
-”Hai un radar o qualcosa di simile?”-.
Nixis rise e si sedette alle sue spalle, schiena contro schiena. Axel non reagì. Per quanto fosse un Nessuno strano e alquanto anomalo, la sua presenza non era per niente minacciosa; o almeno, non più.
-”Possa il tuo cuore essere la tua chiave guida”- recitò Nixis.
Axel inarcò un sopracciglio, senza però distogliere gli occhi dal tramonto.
-”Ecco perché non so mai cosa fare o dove andare”- borbottò con sarcasmo.
Sentì Nixis sospirare.
-”Che cocciuto”-.
-”Che testarda”-.
Aveva incontrato Roxas, l'aveva sfidato ed era stato costretto alla ritirata. Vederlo ridotto in quello stato, privato dei suoi ricordi, gli aveva fatto inspiegabilmente male. Per nessuna ragione al mondo l'avrebbe detto a Nixis. Perché farlo? Per mostrarsi debole e dare ragione alla sua folle teoria sui cuori dei Nessuno?
Dopo il traumatico incontro si era rifugiato sulla Torre dell'Orologio, il suo amato posto che, ahimé, era diventato anche il luogo preferito di Nixis.
-”Cosa pensi dei ricordi?”- insistette la ragazza.
-”Fanno schifo”-.
-”Perché dici così? Ti hanno fatto qualcosa di male?”-.
Axel strinse le labbra e non rispose. Abbassò lo sguardo sul cornicione della torre e spalancò un poco gli occhi. Davanti alle sue iridi verde smeraldo passarono, veloci come un treno, fotogrammi che non credeva più di possedere. Non poteva farci niente: i suoi ricordi, le memorie del suo Qualcuno, avevano la brutta abitudine di riemergere nei momenti meno opportuni.
-”...Fanno schifo”- ripeté lentamente. Si passò pesantemente una mano sul volto, come a togliersi dal volto i residui materiali delle vecchie immagini.
La schiena di Nixis si staccò dalla sua e il Nessuno dai capelli rossastri gli si sedette accanto. Gli lanciò un'occhiata fugace ed enigmatica, poi tornò a guardare il tramonto.
-”Lascia che ti ponga un'altra domanda”- spezzò il silenzio con risolutezza. -”Che cos'è l'amore?”-.
Se la prima domanda l'aveva infastidito, la seconda lo spiazzò. Guardò Nixis con stupore e scoppiò a ridere. Così come se ne accorse Axel stesso, sicuramente ne fu in grado anche Nixis: la sua risata tradiva una nota di tristezza.
-”Spero tu stia scherzando”- le disse scuotendo la testa.
-”Per niente”-.
-”Possibile che tu non abbia niente di meglio da fare?”- sospirò esasperato.
Nixis si spostò i capelli mossi su una spalla e sorrise guardando il cielo.
-”Sei tu il mio meglio”-.
-”...Che vuoi dire?”- domandò Axel cauto.
Nixis alzò le mani e iniziò a gesticolare in silenzio. Gli angoli delle sue labbra erano rivolti verso l'alto. Si stava divertendo, era più che evidente, ma Axel non riusciva a capire per quale motivo. Ogni giorno che passava, Nixis, il Nessuno misterioso, diventava sempre più indecifrabile; eppure, nonostante il suo alone enigmatico, riusciva in qualche modo a trasmettere sicurezza e calore.
-”Non ho capito”- borbottò quando la ragazza smise di muovere per aria le mani candide.
-”Sai perché non hai capito?”- disse lei alzando un indice e sporgendosi verso il suo viso. -”Perché prima devi rispondere alla mia domanda”- sussurrò con un sorriso sornione.
La sua cocciutaggine aveva finito per far credere ad Axel che quel Nessuno non fosse tanto sano di mente. Forse doveva essere una caratteristica del genere femminile: nemmeno Larxene sembrava essere tanto a posto.
Axel sospirò e si grattò la nuca, com'era solito fare quando si sentiva a disagio.
-”Non te lo so spiegare”- si arrese. Che senso aveva continuare a lottare contro il poco buon senso di Nixis? -”Serve un cuore per poter amare, e noi non ne abbiamo uno”-.
-”Sai bene come la penso a riguardo”-.
-”Sì, e anche tu sai cosa ne penso io, per cui finiscila con questa storia. Mi hai stufato”- la freddò. Si sdraiò, si portò le mani sotto la testa e volse le spalle alla compagna.
-”Non sai rispondere a una semplice domanda esistenziale?”- lo punzecchiò la sua voce inspiegabilmente serena.
Axel si voltò, controvoglia. La luce aranciata del tramonto rendeva più rossi i capelli di Nixis. I suoi occhi, di un azzurro profondo, erano puntati in quelli verdi del ragazzo, il quale, per un momento, si sentì in soggezione. La guardò in silenzio per qualche secondo, poi, scocciato, sospirò nuovamente e si rimise seduto.
-”E' qualcosa che va oltre l'amicizia”- borbottò.
Nixis batté le mani.
-”Siamo riusciti a fare un passo avanti! Continua, su”- lo esortò.
-”Non so dirti di più, è inutile che continui a insistere”- sbottò Axel allontanandosi un poco.
-”Pensaci”-.
Axel fece roteare gli occhi e si massaggiò il setto nasale con due dita. Quanto avrebbe voluto trovare il modo di zittirla...! Quella dannata ragazza era davvero insistente, qualunque fosse l'argomento della conversazione.
-”Non lo so!”- scoppiò alla fine. -”Mettiti l'animo in pace e...!”-.
Il suo ruggito si acquietò lentamente quando incrociò i due specchi d'acqua di Nixis. Per quanto potesse urlarle contro e trattarla male, Nixis sembrava non dare peso alla sua maleducazione e ai suoi modi bruschi; il suo sorriso, quel maledetto sorriso compassionevole, non lasciava mai le sue labbra rosee.
-”Quando due persone stanno bene insieme si amano?”- gli domandò lentamente.
-”Non... Non per forza”- rispose Axel spaesato. -”Potrebbe comunque trattarsi di amicizia”-.
-”Quindi come è possibile distinguere l'amore dall'amicizia?”-.
-”Io non...”-.
-”Possiamo considerare l'amore come un'evoluzione dell'amicizia?”-.
-”Non lo so!”- quasi gridò Axel battendo una mano per terra.
Nixis non si scompose e si limitò ad annuire con un'espressione indecifrabile sul volto. Si sdraiò, abbassando le palpebre, e spalancò le braccia; i capelli mossi le incorniciavano il viso e la rendevano simile a una dea fiammeggiante. Il ragazzo dagli occhi verdi la guardò con la mascella serrata e uno strano bruciore allo stomaco. Sentiva qualcosa, qualcosa di strano, ma non riuscì a dargli né un nome né un'origine. Si passò distrattamente un dito su uno zigomo. La lacrima rovesciata non era in rilievo, ma poté comunque avvertirne la presenza. A causa dei suoi capelli a punta, delle lacrime sugli zigomi e degli occhi che sembravano cerchiati dal trucco, all'interno dell'Organizzazione XIII Axel veniva spesso chiamato “Pagliaccio”, ovviamente in maniera dispregiativa.
Continuate pure”, pensava. “Ho eliminato i traditori dell'Organizzazione, sono in grado di fare lo stesso anche con voi che le siete fedeli”.
-”Mi piacciono”-.
L'improvviso apprezzamento di Nixis lo riportò bruscamente alla realtà. Interrogò la ragazza con lo sguardo e lei rispose indicandosi gli zigomi.
-”Dovrei ringraziarti?”- reagì infastidito.
-”No, dovresti solo rispondere a un'altra domanda: se due persone si baciano sono amiche?”-.
Ancora con questa storia?!”.
-”Solo se si baciano sulle labbra, immagino”- rispose stanco.
Nixis si tirò su a sedere. Volse il capo verso Axel e lo squadrò da capo a piedi. Il ragazzo dai capelli rossi le scoccò un'occhiataccia. Per un momento pensò di aprire un corridoio oscuro e di andarsene. Stava iniziando ad averne abbastanza di quell'assurda conversazione.
-”Tu non hai mai amato, vero?”- gli domandò a bruciapelo.
Axel socchiuse le labbra e aggrottò le sopracciglia fiammanti. Guardò il Nessuno senza riuscire a spiccicare parola perché la sua domanda, sorta dal nulla, lo aveva preso in contropiede. Una volta era lui quello in grado di lasciare tutti senza parole: il sicario di fuoco dotato di una notevole ed esuberante parlantina, il Nessuno dal sarcasmo terribilmente reale.
Come aveva fatto quella ragazza misteriosa ad annientarlo?
-”...Non credo, no”- fu tutto quello che riuscì a dire con un filo di voce.
Nixis gli si avvicinò. Sentì il seno di lei premuto contro la sua spalla destra e le sue labbra perennemente sorridenti gli sfiorarono l'orecchio.
-”Vorresti provare?”-.
Un'aurea di fuoco si materializzò attorno a lui e costrinse la ragazza a teletrasportarsi in uno sbuffo di oscurità. Riapparve in piedi qualche passo più in là, le braccia incrociate al petto e un accenno di divertimento nei suoi zaffiri. Axel placò le fiamme che aveva istintivamente evocato e, anche lui in piedi, puntò un dito contro l'altro Nessuno.
-”Tu!”- le urlò contro. Si sentiva... stranissimo. Aveva caldo, molto caldo, e aveva la sensazione che il suo viso stesse andando a fuoco. -”Cosa stavi cercando di fare?!”-. Evocò i chakram e, completamente accecato dall'incomprensione, si preparò a un eventuale scontro contro Nixis. Era sicurissimo che la ragazza volesse fargli del male.
Contro ogni sua aspettativa, lei scoppiò a ridere. Ciò che colpì Axel fu la sincerità di quella risata.
-”Sei arrossito, hai provato imbarazzo, e ancora ti ostini a negare l'esistenza di nostri sentimenti?”- disse tra i singhiozzi allegri. -”Fatti un esame di coscienza!”-.
Un corridoio oscuro si aprì alle sue spalle e Nixis indietreggiò di qualche passo, le mani intrecciate dietro la schiena.
-”Stai tranquillo, non ti avrei baciato”- gli rivelò divertita. -”Non avrei mai potuto farlo perché il mio cuore appartiene a un'altra persona”-.

 

 

   
 
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