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Autore: Abby_da_Edoras    22/12/2018    2 recensioni
Questa long fic è il racconto dettagliato del sogno che Tristan ha fatto quando era rinchiuso nella cella di villa Mikaelson. Chi segue le mie storie sa che, nella mia ff "I can hear you asking me why", Elijah aveva fatto rinchiudere Tristan, considerandolo colpevole di alcuni omicidi avvenuti a New Orleans. Tristan, di nuovo deluso e abbandonato dal suo Sire, sceglieva di accettare il suo destino e si lasciava andare, abbandonandosi a un sogno di mille anni prima. Questa ff racconterà il suo sogno: a Marsiglia, Elijah trasforma Tristan, ma poi decide di non sacrificare lui e Aurora...
Dedico questa ff ad Aliseia, che aspettava di sognare con me con questa AU medievale, e a Lilyy che con tanto affetto segue le vicende passionali e spesso dolorose di questa magnifica OTP.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, sceneggiatori, autori e produttori di The Originals.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Elijah, Tristan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La vie (capitolo settimo e ultimo)

Tristan tornò da Elijah che, nel frattempo, aveva usato la compulsione per indurre il sicario a ricordare l’uomo che lo aveva pagato per assassinare i De Martel e a descriverlo. Il soggiogamento aveva portato il malvivente a ricordare anche i minimi particolari del suo mandante e Elijah ne era stato molto compiaciuto. Poi, come aveva promesso, gli aveva concesso una morte rapida e indolore spezzandogli il collo.

“Aurora ha eliminato l’altro sicario e sta bene” riferì il giovane Conte. “Questo bifolco ha parlato?”

“Sì, mi ha dato una descrizione piuttosto precisa” rispose il vampiro Originale. Poi riportò quello che il sicario gli aveva detto e che comprendeva non solo il nobile che gli aveva parlato personalmente, ma anche quello che lo aveva accompagnato restando in silenzio.

Tristan ascoltò attentamente e un lampo di rabbia attraversò l’azzurro dei suoi occhi.

“Sono il Duca De Trevalion e il Barone De Monluc” sibilò. “Sono stati loro a organizzare la congiura contro di me e contro mia sorella.”

Il giovane fremeva per l’indignazione e Elijah lesse sul suo volto che, se fosse stato per lui, si sarebbe precipitato immediatamente negli appartamenti privati dei due colpevoli e li avrebbe torturati lentamente fino ad ucciderli. Senza parlare, lo prese per le braccia e lo attirò a sé.

“Lasciami, Elijah” protestò il Conte De Martel, “non permetterò che quei due vili la passino liscia. Anzi, la loro punizione dovrà essere talmente esemplare da scoraggiare chiunque altro dal tentare un’azione così scellerata!”

Elijah lo strinse ancora più forte a sé, le sue braccia ad avvolgerlo e a contenerlo, il suo corpo solido come baluardo tra il ragazzo infuriato e la sua sete di vendetta.

“Su questo concordo con te, Tristan” gli disse a voce bassa, parlandogli all’orecchio. “Dovrai punire coloro che hanno tentato di farti del male e dovrai farlo in modo che tutti ricordino e nessuno osi ripetere una simile vergogna.”

“Se sei d’accordo con me, allora lasciami andare” insisté Tristan, cercando di sfuggire all’abbraccio del suo Sire. “Voglio prenderli subito, voglio che inizino a pagare questa notte stessa!”

L’abbraccio di Elijah si fece ancora più forte e il vampiro Originale sollevò il Conte, cercando di portarlo in camera da letto.

“No, Tristan, non ora e non così” mormorò con le labbra sui suoi capelli. Spinse la porta della stanza del giovane e vi entrò con lui. “Tu non sei questo, sei migliore di così, devi essere migliore di così.”

Elijah portò Tristan sul letto, ve lo depose e si distese su di lui, prendendolo per i polsi e iniziando a baciarlo. Tra un bacio e l’altro continuava a parlargli, a frenare la sua ira, a contenerlo e trattenerlo cercando di farlo ragionare.

“Questa notte non pensare a fare giustizia, non pensare a niente, lascia sbollire la tua collera, questa notte è per noi” gli ripeteva, facendo scivolare via le sue vesti di seta e broccato e liberandosi delle proprie. Soffocò le ulteriori e sempre più deboli proteste di Tristan chiudendogli la bocca con la propria, baciandolo sempre più profondamente e intensamente. Esplorò con passione la sua bocca, felice di godersi il sapore e il tepore di lui, quel gusto così familiare e amato, respirò il suo respiro, facendo aderire di più il suo corpo a quello delicato del Conte. Immerse le mani nei suoi capelli e lo baciò ancora, sulle guance morbide, sulle palpebre, agli angoli della bocca, finché non catturò le sue labbra piene, schiudendole e cercando la lingua di lui con la sua. Continuò a baciarlo profondamente per un tempo infinito, sentendo che avrebbe potuto divorare la sua bocca senza mai stancarsi. Gli divaricò le gambe, accarezzandole, per poi affondare nelle sue carni più intime, seppellendosi con lentezza in lui fino a sentirlo fremere, spinse ancora, ancora e ancora, diventando un’unica essenza con l’amato. Insieme gemettero e ansimarono al ritmo delle onde di piacere che li pervadevano, finché non raggiunsero l’apice. Rimasero stretti l’uno nelle braccia dell’altro, teneramente avvinghiati anche dopo l’amore, con Elijah che continuava ad accarezzare i morbidi capelli del suo piccolo Conte, finalmente placato.

“Sai, Tristan, sarei lieto di suggerirti una punizione più che mai esemplare per coloro che hanno congiurato contro di te” disse poi il vampiro Originale, valutando che il suo giovane amante fosse ormai abbastanza calmo da disporsi ad ascoltarlo.

Gli occhi azzurri di Tristan si posarono su di lui con una luce di curiosità e interesse che li faceva risplendere.

“Domani potresti organizzare un banchetto e invitare anche loro” spiegò Elijah, “poi denuncerai il loro crimine davanti a tutta la Corte riunita. Quando la loro vergogna sarà rivelata, tu ti mostrerai misericordioso e risparmierai la loro misera vita… per poi esiliarli per sempre da Marsiglia e da tutti i tuoi territori.”

Sul volto del Conte apparve un’espressione delusa. Era chiaro che si aspettava qualcosa di molto più sanguinoso e violento.

“Tutto qui? Ti sembra una punizione sufficiente per tutto ciò che hanno fatto quegli esseri vili e spregevoli?”

Elijah sorrise e lo baciò.

“Mio caro Conte, non hai ancora compreso, dunque, cosa diventerà la tua Corte nei prossimi anni?” gli disse, malizioso. “Noi trasformeremo gli artisti, i nobili e i cortigiani più meritevoli creando una stirpe di vampiri eletti e questo sarà un luogo di potere e cultura elitario e illuminato, un esempio per l’Europa intera. Essere esclusi da una Corte così raffinata e potente sarà la più memorabile delle punizioni: quei mostri saranno dimenticati mentre tu sfavillerai in eterno.”

Un sorriso compiaciuto si dipinse sulle labbra di Tristan mentre la luce azzurra dei suoi occhi inondava Elijah.

Noi sfavilleremo in eterno, insieme” dichiarò.

Un altro lungo bacio unì i due amanti, che poi si abbandonarono ad un sonno pacifico e ristoratore, allacciati l’uno all’altro.

Il giorno seguente, il banchetto fu organizzato così come aveva suggerito Elijah. Tristan, Aurora e i Mikaelson sedevano a capotavola, con sorrisi trionfanti sul volto. Alla fine del sontuoso pranzo, prima dei brindisi, Tristan si alzò in piedi e prese la parola, in un silenzio carico di aspettativa.

“Miei amati sudditi e amici, siamo oggi qui riuniti per condividere la felicità di trovarci in questa Corte, per festeggiare il fatto che, in pochi mesi, la Corte di Marsiglia si sia trasformata in un luogo di arte, cultura e potere che è l’invidia e il modello per le Corti di tutta Europa” esordì, sorridendo compiaciuto.

Gli invitati proruppero in applausi, grida di giubilo ed esclamazioni di ammirazione per il Conte e la Contessa De Martel.

“Vi ringrazio, le vostre manifestazioni di affetto e stima mi riempiono di soddisfazione” disse Tristan. “Purtroppo, però, devo anche rivelarvi che non tutti mi sono fedeli e che qualcosa di turpe e imperdonabile è avvenuto la notte scorsa.”

Un silenzio gravido di tensione accolse quelle parole.

“Due uomini armati si sono introdotti nel palazzo e hanno tentato di assassinare me e la Contessa mia sorella. Soltanto grazie all’intervento tempestivo dei Baroni Mikaelson siamo sani e salvi” continuò il giovane Conte.

Mormorii di sorpresa e orrore attraversarono la tavolata e gli ospiti iniziarono a guardarsi l’un l’altro per capire chi potesse aver commesso un’azione tanto vergognosa.

“Ancora una volta devo ringraziare i Baroni Mikaelson che sono riusciti a uccidere uno dei sicari e a interrogare l’altro, che ha saputo descrivere le fattezze dei suoi mandanti con incredibile precisione e dovizia di particolari” riprese Tristan, “tanto da permettermi di individuare subito i responsabili.”

La tensione crebbe ulteriormente durante la pausa ad effetto che il Conte scelse di fare proprio in quel momento cruciale.

“I traditori che hanno attentato alla mia vita e a quella di mia sorella sono il Duca de Trevalion e il Barone De Monluc” dichiarò alla fine, scandendo bene i nomi incriminati.

Come per un segnale convenuto, le guardie armate dei De Martel scattarono e afferrarono per le braccia i due uomini, gettandoli a terra ai piedi di Tristan, mentre gli altri convitati li insultavano indignati.

“Mio signore, vi giuro, non ho fatto niente!” gridò il Duca.

“Pietà, mio signore, pietà, io non volevo, sono stato ingannato, imploro il vostro perdono!” supplicò il Barone.

“Vergognatevi, dovete morire!”

“Il Conte De Martel deve fare giustizia!”

“Impiccateli, impiccateli!”

Il sorriso di Tristan era sempre più compiaciuto.

“Nella mia magnanimità vi farò grazia della vita, non i sporcherò le mani con il vostro sangue” disse, e la sua voce gelida risuonò grave nel salone fattosi improvvisamente silenzioso. “Tuttavia non tollererò oltre la vostra presenza nella mia Corte. Da questo momento siete banditi per sempre e, se soltanto oserete rimettere piede nelle mie terre, pagherete con la vita. Portateli via!”

Le guardie trascinarono fuori i due colpevoli che continuavano ad implorare inutilmente, mentre Tristan tornò a sedersi, sempre con un sorriso di trionfo sulle labbra.

Quando tutto fu tornato tranquillo, il Duca De l’Envers si alzò in piedi per omaggiare il suo signore.

“Vi chiedo di unirvi a me per un brindisi, per celebrare i nostri illuminati governanti, il Conte e la Contessa De Martel e i Baroni Mikaelson!” propose.

I convitati applaudirono con entusiasmo, si alzarono in piedi a loro volta e alzarono le coppe di vino per unirsi al brindisi, lodando e elogiando Tristan, Aurora e i Mikaelson.

Elijah prese affettuosamente la mano di Tristan e i due amanti si sorrisero, mentre il cuore del giovane sembrava esplodere per la gioia.

 

“Tristan, Tristan, svegliati, mi senti? Apri gli occhi, Tristan, te ne prego!”

La voce di Elijah riempì le orecchie e la mente del Conte De Martel, mentre le meravigliose immagini della Corte di Marsiglia, del suo trionfo, della sua felicità al fianco dell’uomo che amava si dissolvevano lentamente.

“No, no, non voglio tornare!” protestò Tristan, in un debole lamento, ma era ormai troppo tardi. Il sogno incantevole era svanito e il giovane Conte ne era stato bruscamente strappato per essere proiettato in una realtà di prigionia e sofferenza nelle segrete di Villa Mikaelson.

Tutto sembrava finito, Tristan credeva che il suo destino fosse l’oscurità, l’oblio, il dolore…

Non poteva ancora sapere che tutti i suoi sogni stavano per realizzarsi, l’uno dopo l’altro, e che il suo presente sarebbe divenuto ancora più felice e appagante di ciò che aveva sognato.

Elijah, in preda ai rimorsi e ai sensi di colpa, avrebbe fatto in modo che fosse così.

 

FINE

 

 

   
 
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