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Autore: Kameyo    23/12/2018    2 recensioni
[Partecipante al Secret Santa indetto dal gruppo SasuNaru fanfiction Italia]
Raccolta incentrata sulla Viglia di Natale.
Sasuke e Naruto iniziano fin da piccoli a passare le feste insieme e, tra alti e bassi, riescono a rispettare le loro tradizioni anche una volta diventati adulti.
[SasuNaruSasu]
Genere: Angst, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 Per Miwako_chan



 
Le tradizioni iniziano con un abbraccio
 





 
1992, 5 years old


 
Sasuke guardò con soddisfazione la sua parte d'albero: le decorazioni, rosse e dorate, si alternavano perfettamente, e le lucine bianche conferivano quel tocco di finta neve che rendeva il tutto molto più realistico. Era praticamente una meraviglia.
Appese l'ultimo fiocco quasi in cima e diede un'ennesima controllata all'insieme.
“Ho finito” sentenziò quindi.
Naruto sporse la testa bionda all'istante, aveva il viso completamente ricoperto di brillantini, come se si fosse ficcato dentro la scatola delle decorazioni, e il cappello da elfo pendeva tutto a destra.
“Davvero?” gli chiese eccitato. Mise giù la stella cometa che aveva da poco recuperato dallo scatolone grande e gli si accostò per guardare l'opera, aggrottò le sopracciglia e arricciò le labbra in un'espressione concentrata. “È bello, però... Non lo so. Sembra noioso.”
“È ordinato” replicò offeso Sasuke.
“Sì, ma... un albero non deve essere ordinato, deve essere pieno, tutto colorato!”
“Questo è colorato, e le decorazioni sono messe benissimo!”
Naruto sbuffò e alzò gli occhi verso il soffitto in un'espressione esasperata, quindi prese l'amico per mano e lo fece spostare per mostrargli la sua parte d'albero.
“Vedi?” gli disse saccente “Così è bellissimo!”
Sasuke spalancò gli occhi e rimase ammutolito per qualche secondo. Naruto non aveva decorato un albero, ma aveva creato un nuovo tipo di caos tutto rosso e oro: le decorazioni straripavano dai rami e gli stessi colori spesso si susseguivano, per non parlare delle luci, che neanche si vedevano più.
“Non si capisce niente! È tutto sbagliato!” strillò “Hai messo tutto insieme a caso! Dove sono le luci?”
Naruto tirò leggermente il filo verde delle lampadine. “Sono qui, non le vedi? Devo solo metterle in punta, non ho ancora finito.”
“Certo che non hai finito” asserì Sasuke guardandolo torvo “Devi farlo da capo, così è una schifezza.”
Si rese conto di aver detto una parola di troppo quando ormai era troppo tardi, l'amico lo guardava già con gli occhi ridotti a due fessure e le guance paonazze. Avrebbe voluto chiedergli scusa e rimangiarsi l'offesa, ma non era mai stato bravo con certe cose; in realtà non sapeva proprio approcciarsi agli altri bambini.
“Non è bruttissimo, ma lo possiamo fare meglio” provò alla fine.
“Non voglio fare niente con te! Rifallo tu, se ci tieni tanto!” gli rispose Naruto infuriato “Vuoi fare sempre e solo come dici tu, non ti interessa se agli altri non va bene! È per questo che nessuno vuole mai giocare con te ed essere tuo amico, sei antipatico!”
Sasuke sentì gli occhi farsi umidi e si morse le labbra per non piangere.
Da quando si era trasferito dal Giappone non era riuscito a legare con nessuno dei suoi compagni di classe, a parte l'altro, e pensava che almeno lui fosse riuscito a volergli bene almeno un po', invece si era sbagliato. A Naruto non importava di lui, giocavano insieme solo perché Kushina lo spingeva a farlo.
“Nemmeno io voglio giocare con voi! Siete noiosi e stupidi e tu sei il più stupido di tutti, usuratonkachi!” urlò con i pugni chiusi.
“Non la capisco la tua stupida lingua! E se non vuoi giocare con me, te ne puoi anche andare!” strillò Naruto in risposta, indicandogli la porta.
“Infatti me ne vado!”
“Va bene! Vattene!”
“Ma che state facendo?” la voce pacata di Itachi li colse impreparati.
Naruto s'imbarazzò e incassò la testa nelle spalle, e Sasuke approfittò del momento per uscire dal salone a grandi falcate senza dire una parola.
Il fratello lo guardò andare via e non gli sfuggirono affatto gli occhi rossi e il naso gocciolante, perciò fissò Naruto in attesa di una valida spiegazione.
“Non gli piaceva il mio albero” snocciolò guardando il pavimento.
Itachi gli si avvicinò e si poggiò sui calcagni per guardarlo meglio in viso, ma il bambino si voltò rosso per la vergogna.
“E?” gli domandò con calma.
Naruto iniziò a toccarsi le mani fra loro a disagio, tenendo ancora lo sguardo puntato a terra.
“E gli ho detto che è antipatico e che nessuno vuole giocare con lui e che per questo non ha amici” A quel punto anche i suoi occhi si fecero lucidi e il senso di colpa lo spinse a guardare Itachi per scusarsi, ma il più grande gli mise una mano fra i capelli mentre si alzava in piedi e gli sorrise.
“Ma a te piace giocare con lui, no?”
“Sì” ammise “Inventa tante belle storie e mi diverto un sacco.”
“E non sei suo amico, se ti piace stare con lui?”
“Sì” pigolò. Tirò su con il naso e si asciugò gli occhi umidi. “Come faccio a farci pace?”
Itachi si guardò intorno e prese la stella cometa lasciata per terra, la porse al più piccolo che l'afferrò titubante.
“Sarà seduto sulle scale ancora arrabbiato. Portagli questa e digli che vuoi sistemarla con lui, vedrai che ti perdonerà.”
“E se non vuole?”
“Allora chiedigli scusa e digli che, anche se gli altri non vogliono giocare con lui, tu vuoi.”
“E se non vuole ancora?”
“Vedrai che vorrà, sei suo amico, no?”
Naruto annuì ancora non del tutto convinto e camminò fino alle scale pensando a cosa avrebbe potuto dire per convincere Sasuke a tornare in salone e appendere la stella in cima.
Quando litigava con Kiba era tutto molto più semplice, non avevano neanche bisogno di chiedersi scusa, riprendevano a giocare come se niente fosse, ma aveva l'impressione che con Sasuke non sarebbe mai andata in quel modo.
Arrivò dall'amico più confuso che altro, ma non appena lo vide, con le guance umide e le braccia incrociate poggiate sulle ginocchia, capì cosa sarebbe stato giusto fare. Mise la stella sullo scalino e in un impeto di puro affetto lo abbracciò, sentendolo subito irrigidirsi fra le sue braccia.
“Scusa” sussurrò “Ti ho detto tante cose brutte, ma ero arrabbiato. Non è vero che nessuno vuole giocare con te, a me piace tanto.”
“Ti ha detto tua mamma di dirmelo?”
“No, a me piace davvero giocare con te, mi diverto sempre quando siamo insieme.” si scostò per guardarlo in viso “Mi piace essere tuo amico.”
Sasuke arrossì e tentò con tutte le sue forze di non mostrare quanto fosse compiaciuto.
“Anche se gli altri dicono che sono antipatico?”
Naruto lo abbracciò di nuovo per non mostrare quanto fosse imbarazzato.
“Per me non lo sei, e ti voglio anche bene.”
Sasuke gli circondò il busto con le braccia, non aveva mai abbracciato altri bambini oltre Itachi e Shisui, ma forse, pensandoci, era anche più bello, perché Naruto non aveva alcuna parentela con lui, lo aveva scelto.
“Pure io” mormorò in risposta.
“Quindi lo finite l'albero o no?”
I bambini trasalirono e videro Itachi nascosto nel corridoio che rideva guardandoli. Non gli risposero, invasi dalla vergogna, e si presero per mano per correre insieme in salone, avevano una stella cometa da appendere e tanti regali da scartare insieme.
Itachi, quella sera, fece loro una foto, la prima di un'infinità.


 
  
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