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Autore: Mirwen    17/07/2009    5 recensioni
“Hogwarts è casa.Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive …. Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo. Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità". Enif Aurora Icecrow
“Un’ultima cosa… ciò che abbiamo visto temo sia solo la punta di un immenso iceberg, ci aspettano tempi oscuri, MA non dovete disperare… dovete trovare la luce nell’oscurità… continuate a stare uniti e solidari come avete dimostrato di essere ieri e nessuno potrà fermarvi… non lasciate che la paura si ponga tra voi e i vostri amici… ricordate: non siete mai da soli… dev’esser questa la nostra forza. “ Dal cap. 3
“Comunque… qualcuno deve essere stato…insomma prima il padre di James, poi Emily, adesso questo signor Greathead… e solo perché sono amici di Silente” Dal cap. 6
“Io ti trovo splendida” Dal cap. 9
 “Lo dirò una sola volta… prova a tradirmi e il mondo magico e quello Babbano messi assieme non saranno abbastanza grandi per nasconderti…”" Dal cap. 12
Era quello l’avvertimento: se non la vedete come noi non vedrete altro. ” Dal cap. 15
Storia vincitrice del Best WIP, Best Original Character e Best FF Monica's Choise dei Never Ending Story Awards
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le lacrime della Fenice' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Safely for the last time.

 

 

 

Capitolo 14: Sentimenti

Era il 27 dicembre,  a Godric’s Hallow Sirius aveva preso coraggio e aveva chiesto ad una sbalordita signora Potter come preparare la cena di capodanno per lui e i suoi amici. James li guardava affaccendarsi attorno ai fornelli, una rivista di Quidditch in mano, svogliato.

Remus aveva mandato una lettera quella mattina in cui diceva che andava tutto bene e che sarebbe arrivato a Mersea il pomeriggio presto del 31, non sentendosi ancora in forma aveva deciso di prendere il Nottetempo fino a Liverpool per trovarsi con Peter e da lì di nuovo con il pullman magico verso casa di Sirius. Peter era stato entusiasta all’idea, James si chiedeva se l’amico fosse felice di stare lontano da suo padre… Lui avrebbe dato tutto l’oro del mondo per riavere il suo in quella casa.

“Ma zia, sei sicura che non vuoi accodarti a noi? Mi sa che qualcosa di commestibile non lo cucinerò mai…” disse Sirius sconsolato…

“No… lascio voi giovani a divertirvi… e comunque ho un impegno per Capodanno…” disse sorridendo.

“Impegno?” chiese James riemergendo dal torpore.

“Si, alcuni dei vecchi amici miei e di tuo padre hanno pensato che da sola potessi deprimermi e allora hanno organizzato una festicciola… diciamo una rimpatriata degli anni che furono. Siamo praticamente tutta la torre di Grifondoro del ’44…” sorrise

“Sicura di volerci andare?” chiese il ragazzo, sapeva quanto sua madre odiasse certe cose.

“Si, non preoccuparti!” disse forse troppo velocemente, James era sicuro che non volesse rimanere in casa da sola in un giorno di festa, era più difficile, quando si aveva qualcosa da festeggiare, non pensare che suo padre non c’era più.

In quel momento qualcuno bussò alla porta. Dorea andò ad aprire.

“Chi credi sia?” chiese Sirius guardando l’amico.

“Non ne ho idea…” sbuffò l’altro.

La signora Potter riapparve in cucina.

“Sirius, puoi andare in salotto, c’è una persona che vuole parlarti…”

 

Quando arrivò in salotto Sirius restò senza parole. Felicia Icecrow era in piedi al centro della stanza guardandosi attorno con aria dispersa. I capelli ramati erano sciolti, Sirius ricordava di non averglieli mai visti sciolti, ma quello che lo colpì era l’aria un po’ malata che aveva. Era pallida e aveva gli occhi gonfi come se avesse pianto per molto tempo.

“Sirius…” singhiozzò abbracciandolo. Il ragazzo si preoccupò davvero, nonostante fosse molto meno gelida di sua madre, la signora Icecrow aveva sempre mantenuto un contegno dignitoso, non l’aveva mai vista piangere, era sempre stata come una canna che anche se in balia del vento continuava a stare ritta, ma in quel momento gli sembrava solamente un foglia pronta a cadere.

“Signora è… è successo qualcosa?” Sirius non si stupì di sentir tremare la sua voce. Non poteva essere successo qualcosa alla sua “piccola”,  non quando le cose stavano cominciando ad andare bene.

“Enif… Enif è scappata, Sirius…” e il ragazzo capì il senso della pesantissima sacca della ragazza, il fatto che avesse pianto stretta a lui e che fosse arrivata a Mersea a piedi. “Ho provato ad aspettare…” continuò la donna “non l’avevo mai vista così arrabbiata con Algol… speravo bastassero un paio di giorni, ma adesso… ho paura, Sirius…. Se le è successo qualcosa? Io non l’ho nemmeno consolata… Sirius, ti prego dimmi che l’hai vista e che sai che sta bene…” singhiozzò ancora la donna.

“L’ho vista, è venuta a cercarmi, è rimasta da me a Mersea una notte, poi l’ho accompagnata da una amica…” Sirius era sicuro che in quel momento la donna stesse cercando di capire se avesse allungato le mani su sua figlia oppure no, si sentì a disagio “credo stia bene… ma mi dica… che è successo, Enif ha sempre adorato suo padre, non credo che…”

“Algol è confuso… e io sono stata così sciocca da non capirlo da sola…” scosse la testa “ricevette una lettera qualche tempo fa, non so cosa c’era scritto, l’ha bruciata subito dopo averla letta, so solo che da quel giorno ha ricominciato a frequentare tuo padre e a parlare di matrimoni… era ossessionato dal fatto di far sposare Enif con qualche purosangue importante…” disse sedendosi dopo un cenno del ragazzo “mi ha detto cosa sta succedendo solo quando Enif è fuggita…” prese fiato “è stato un colpo per lui… era andato a vedere se stava meglio, l’aveva lasciata in lacrime la sera prima e lei dopo… non c’era più…”

“Ma perché hanno litigato?” Sirius non si capacitava, Enif non era tipo da prendere tutto e andarsene.

“Come ti dicevo Algol è da un po’ di tempo che ha cominciato a tirare fuori i vecchi discorsi sulla purezza di sangue e altre cose così… quelle che facevano infuriare Enif e quella sera le ha detto che doveva trovarsi un marito tra i purosangue, così l’avrebbero protetta e… credo gli abbia detto qualcosa su di voi… perché Enif gli ha detto che il suo posto era accanto alle persone che amava…” disse tristemente la donna ricordando la voce furiosa della figlia.

“Io credevo che suo marito non appoggiasse in tutto le idee dell’aristocrazia nonostante non si sbilanci in pubblico, pensavo che aver conosciuto Lily Evans e Bonnie Olsen avesse cancellato del tutto…”

“Algol non ci crede alla fede purista, ma ha paura per Enif, Sirius.. credo lo abbiano minacciato, se non ci schieriamo in questa guerra… voleva che Enif sposasse tuo fratello, voleva metterla al sicuro…” singhiozzò.

Sirius guardò sicuro la donna.

“Signora, prometto che Enif tornerà a caso, però…”

“Dimmi…”

“Sarò io a proteggerla, sempre… quindi non rovinate la vostra famiglia per paura di qualche pazzoide… a quelli ci penso io…”

 

“Non capisco perché debba venire anche io, devi parlare con la tua ragazza no? Io che c’entro?” urlò James oltre il vento che gli sferzava il viso mentre volavano già da un paio d’ore verso sud.

“Ho lasciato Enif dalla Evans… quindi ti sto facendo un favore…” ridacchiò.

“Da Lily?” gridò mentre Sirius accellerava ancora.

 

♦♦♦

 

“Non credevo che tuo padre potesse comportarsi così…” solo dopo giorni e notti in cui aveva sentito Enif singhiozzare rannicchiata nella brandina accanto al suo letto, Lily aveva avuto il coraggio di chiederle cosa fosse realmente successo.

“E lo dici a me….” Disse triste seduta affianco dell’amica sul materasso. “Sono sempre stata orgogliosa di mio padre perché lo reputavo “migliore” e adesso… si comporta come tutti gli altri aristocratici…. Capisco il sentirsi superiori, posso ignorare il pregiudizio ma questo…” scosse la testa “ “Il tuo posto non è tra quella gente”… non so davvero cosa gli sia successo…” Lily la guardò comprensiva…

“Sai credo che su una cosa Severus avesse ragione…” disse poi ricordandosi di ciò che le aveva detto il padre, Lily si sentì a disagio nel sentire il nome del suo ex-migliore amico.

“Cosa?”

“Mio padre ha detto che Remus è un lupo mannaro…” disse leggermente. Lily la guardò.

“E importa?” chiese Lily

“No… solo se lo fosse davvero mi dispiacerebbe per lui… insomma Remus è... non è giusto che sia capitata a lui…”

Lily restò un attimo in silenzio.

“Credo che comunque sia non ne voglia parlare con nessuno… quindi credo che lo sapremo solo quando sarà lui a dircelo di sua spontanea volontà…” sorrise Lily.

Enif fissò l’amica.

“Perché il pregiudizio deve isolare la gente?” chiese, in quel momento il campanello suonò al piano di sotto.

Dopo qualche secondo la voce di Harry Evans salì fino al piano superiore.

“Lily, Enif ci sono due vostri amici…”

Le due ragazze si guardarono un po’ allarmate, presero le loro bacchette nascondendole nella manica dei maglioni e scesero.

 

♦♦♦

 

“Sei sicuro che sia questa, Paddy?” chiese James dopo esser sceso dalla moto, osservando il numero 7 di Milton Rise.

“Si, ti dico che le ho viste entrare qui… ma se vuoi controlliamo la cassetta delle lettere… ecco visto: Evans” sorrise il ragazzo, si avvicinarono alla porta “Suoni tu?” chiese il moro.

“Perché dovrei suonare io? Siamo qui per la tua ragazza…”

“Ma è la casa della Evans…” Black sogghignò, James sbuffando suonò il campanello.

Dopo qualche secondo il Signor Evans aprì la porta, scrutando i due. Quello con gli occhiali è il famigerato James Potter… si disse ma che ci fa qui?

“Prego?” chiese allegro ma lanciando un’occhiataccia a James.

James guardò Sirius.

“Salve, signor Evans!” cominciò il moro, calamitando l’attenzione dell’uomo “Io sono Sirius Black, e lui è il mio amico James… intanto Buone feste!” sorrise allegro, cercando di dissimulare il nervosismo “…e poi mi chiedevo se potessimo vedere Lily ed Enif… sa abbiamo alcune cose urgenti di cui parlare…”

L’uomo li squadrò, James pensò che se anche fosse riuscito a conquistare la Evans avrebbe dovuto vedersela con suo padre e la cosa non lo tranquillizzava affatto…

“Mhmm… buone feste…” disse, mentre la moglie curiosa lo raggiungeva.

“Harry? Chi sono questi bei ragazzi?” chiese.

“Due amici di Lily ed Enif…” disse concentrandosi su James, ricordava ancora il viso imporporato della figlia quando le aveva chiesto se fosse il suo ragazzo, ed era evidente che una parte di lei, forse quella più nascosta volesse davvero quello.

“Ma li fai stare lì fuori?” esclamò Daisy Evans scansando il marito e lanciandogli un’occhiata che voleva dire “Anche se fosse non puoi mangiarterli”, sorrise ai due. “Entrate su! Non fate i timidi! Ecco questo è il salotto!” disse trascinandoli in casa e guidandoli nella stanza. James si disse che avrebbe dato tutto l’oro del mondo purchè Lily gli parlasse con quel calore, ma forse… ricordò ancora quel bacio rubato sotto il vischio… forse poteva sperare…

“Harry, perché non chiami le ragazze?” disse al marito che si volse verso il corridoio sparendo.

“Dio che stupida, non mi sono nemmeno presentata, sono Daisy Evans la madre di Lily, sono così felice di conoscervi, Lily non porta molti amici a casa…”

“Io sono James Potter…”

“Sirius Black…” risposero i due ben intuendo che con i tempi che correvano era un bene che Lily non portasse tanti amici maghi a casa sua, già la loro presenza metteva tutti in pericolo.

“Quindi sei tu, il famigerato James Potter!” sorrise la madre “Lily parla sempre tanto di te…” James arrossì fino alle punte dei capelli… Lily parlava di lui? Chissà in che modo…

“E il più delle volte non molto bene…” concluse il padre rientrando, un sorriso sul volto. James si disse che aveva capito da chi aveva preso Lily il suo essere tagliente. “Harold Evans, comunque…” si presentò l’uomo stringendo loro le mani.

Lily e Enif entrarono lentamente nella stanza.

“Sir?” chiese la bruna guardandola, allentando la mano dalla bacchetta nascosta nella manica.

“Potter che ci fai qui?” chiese Lily, la madre e il padre lo notarono subito, aveva un tono acido che non le avano mai sentito. Daisy sorrise era lo stesso che Harold usava da ragazzo quando non voleva che si capisse cosa pensava davvero.

“Io non c’entro Evans, sono solo un passeggero…” disse indicando Sirius.

“Mamma, papà, potete?” chiese leggermente la ragazza.

“Oh certo, volete qualcosa da bere?” chiese ai ragazzi, mentre il marito lasciava la stanza.

“Mamma…” Lily la guardò storta.

“Va bene, va bene, magari più tardi…” disse uscendo e chiudendo la porta. Lily estrasse la bacchetta puntandola al collo di James. Il ragazzo la guardò stupefatto.

“Dimmi un motivo per cui dovrei credere che siete davvero voi…” disse. Enif la guardò scuotendo la testa.

“Evans, cosa?”

“Regola numero 5 per la sicurezza: assicurarsi che chi entri in casa sia ciò che dice di essere…” dice recitando a memoria l’opuscolo del ministero che le era stato consegnato assieme alla comunicazione che per i figli di Babbani frequentanti Hogwarts era necessario l’isolamento in modo da tenere nascoste le famiglie.

“Come posso farti capire che sono io?” disse guardandola.

“Cosa ho fatto la sera del 20 dicembre?” chiese, era la prima cosa che le era venuta in mente e se ne era pentita subito dopo vedendo il sorriso del ragazzo.

“Intendi tutta la serata o un momento in particolare?” chiese malizioso. Sirius lo guardò dubbioso, mentre Enif capiva che se l’intento di Lily era di affondarsi da sola ci era riuscita perfettamente.

“Se sei James sai perfettamente a cosa mi riferisco…” disse arrossendo leggermente. James pensò  che se anche le stava puntando la bacchetta alla gola era la ragazza più bella che avesse mai visto.

“Mi hai baciato…” disse lui fissandola negli occhi. Lily abbassò sguardo e bacchetta contemporaneamente balbettando un bene. Sirius guardò sbalordito prima l’amico e poi la ragazza.

“Comunque che ci fate qui?” chiese guardandoli, ancora rossa in viso.

“Devo parlare con Enif…” disse Sirius serio, entrambe lo guardarono, Enif si sentì schiacciare sotto il suo sguardo.

“Dimmi…” disse timidamente.

“Vorrei se possibile parlarti da solo…” disse vagamente a disagio.

“Facciamo due passi?” chiese lei.

“Va bene…”

“Me lo lasci qui?” chiese Lily guardando Sirius e James.

“Emh…” Lily sospirò alla non risposta del moro.

“Va bene, ma non distruggermi la casa, Potter…” gli disse minacciosa, James per un momento si chiese se si fosse sognato il lampo divertito che le aveva visto negli occhi mentre lo minacciava.

 

Stavano camminando mano nella mano, Enif lo avrebbe considerato un sogno divenuto realtà se non fosse stato per lo sguardo di Sirius.

“Perché non me lo hai detto?” chiese ad un tratto.

“Cosa?”

“Che te ne eri andata di casa? Quando tua madre è arrivata da me in lacrime temevo ti fosse successo qualcosa…” la ragazza si morse un labbro.

“E venuta a cercarmi da te?”

“Ero da James in quel momento ma si… le ho detto che stai bene e che tornerai a casa…”

“Tu cosa?”

“Enif sono preoccupati per te… tua madre io, giuro, non l’ho mai vista così…”

“Io… papà…lui…” la vide tremare, si fermò stringendole la mano e abbracciandola.

“Lo so… ha detto anche quello e mi ha detto perché si è comportato così… ha paura per te e quindi…”

“Sposare un Mangiamorte non mi terrà al sicuro…” singhiozzò contro il suo petto.

“Lo so, piccola, lo so… le ho detto di disdire ogni fidanzamento, perché sarò io a proteggerti…” disse abbracciandola e accarezzandole i capelli. “Enif, tu puoi scegliere, non buttare al vento la tua famiglia tu che ne hai una…”

“Parlava come loro… mi ha detto…”

“Non dire nulla, su…”

“No, Sir… lui mi ha detto che non è il mio posto assieme a voi… mi ha detto che Remus è un licantropo, che tu sei un buono a nulla che Lily…” Sirius l’abbracciò e cercò di essere più convincente possibile.

“Le ha dette per scusare il suo modo di pensare, le ha dette per tenerti lontana da noi… non è vero e lo sai…”

“Infatti… è assurdo…” singhiozzò. Sirius si disse che Remus gli doveva un favore.

“Enif, ti prego torna a casa… non preoccuparti ci sono io…” disse alzandole il volto e baciandola.

"Tornerò... devo solo prendermi un altro paio di giorni..." disse infine sincura

 

James sedeva su una sedia nella cucina di Casa Evans, una tazza di the davanti.

“Hai proprio una bella casa…” disse a Lily, avevano passato dei brutti momenti di silenzio prima che la signora Evans li trasferisse a forza in cucina perché doveva guardare qualcosa in televisione.

“Peccato che qualcuno non l’apprezzi quanto me e te…” disse un po’ triste, pentendosene subito dopo.

“Che cosa intendi dire?” chiese, non capiva, non era una brutta casa…

“Lascia stare…” disse scuotendo leggermente la testa e sedendosi accanto a lui dopo aver portato in tavola alcuni biscotti.

“Lily… è qualcosa che ti fa star male, si vede…” disse guardandola gentilmente “certo non sono la persona migliore a dare consigli esistenziali, ma forse posso aiutarti…” disse prendendo un biscotto.

“Mia sorella si sposa…”

“Oh auguri!” disse sorridendo, sorriso che si infranse non appena vide il volto triste di lei.

“…solo che non vuole partecipi al matrimonio…”

“Cosa? E perché mai?” chiese non capendo

“Mi odia… mi odia perché sono una strega…” disse con un sorriso ironico, sperando di camuffare il dolore nascosto negli occhi verdi.

“Non può odiarti sei sua sorella…” disse allibito, anche Sirius non andava d’accordo con suo fratello, ma da questo a dire di odiarlo…

“Ora sai il mio problema… come vedi non è nulla…” disse triste

“Non è nulla? Tua sorella…”

La voce della madre di Lily la chiamò eccitata dalla stanza accanto. Lily la raggiunse, mentre James proprio mentre stava per lasciare la stanza veniva braccato da Harold Evans.

“Mi fai compagnia?” chiese quasi non ammettendo repliche

“Si, signore…” disse un po’ intimorito dallo sguardo dell’uomo.

“Non sono un tipo che gira attorno alle cose, quindi sarò chiaro… si vede lontano un miglio che ti piace mia figlia.” James lo guardò.

 

“Che c’è, mamma?” chiese Lily raggiungendola

“Guarda… potrei comprare questa nuova lavatrice a Petunia per il matrimonio?” Lily sorrise tristemente

“Si, potrebbe essere un’idea…” aggiunse “Papà? Non era con te?” chiese guardandosi attorno.

“Credo volesse parlare con tuo ragazzo…”

“Mamma… James non è il mio ragazzo…” sbuffò scuotendo lentamente la testa, la madre si voltò a guardarla

“Ora dici così, ma qualcosa mi dice che ti piace molto quel ragazzo…” disse con l’aria di chi la sa lunga. La ragazza arrossì dando conferma alla madre.

“Non scherzare, è James Potter!” disse andandosene, quando arrivò davanti alla cucina si fermò:

“Non sono un tipo che gira attorno alle cose, quindi sarò chiaro… si vede lontano un miglio che ti piace mia figlia.” Lily si nascose dietro la porta, non lo capiva bene nemmeno lei, ma voleva sentire.

“Non lo nego signor Evans, vostra figlia è straordinaria.” Lily sorrise inconsciamente.

“Lo so ed è per questo che sono qui, che intenzione hai?” Harold Evans guardava tranquillo ma sicuro il ragazzo.

“Cosa intende, signore?” chiese James

“Voglio sapere quali intenti hai nei riguardi di mia figlia…” Lily spalancò gli occhi sorpresa.

“Nulla che lei non vorrebbe signore… davvero mi deve credere… Lily è bellissima, intelligente, semplicemente fantastica…e io sono semplicemente cretino…” la ragazza dietro alla porta sorrise “una volta credevo che facendomi “fico”, facendomi vedere l’avrei conquistata, ma con lei non funziona, è troppo intelligente per uno sbruffone come me…” James scosse leggermente il capo “sa, alla fine mi accontentavo di farla arrabbiare, perché erano in quei momenti che sapevo di essere nei suoi pensieri… anche se io vorrei poterle donare semplicemente il sorriso…”

Harold fissò il ragazzo, sembrava sincero, per un momento si ricordò di un giovane se stesso che cercava di convincere il suo futuro suocero a poter accompagnare Daisy a casa quando finiva di lavorare.

“Da quando sei innamorato di lei?” chiese sedendosi e guardandolo con un sorriso.

“Le risponderei da sempre… ma mi prenderebbe per pazzo…” sorrise lui “…credo di essermene davvero reso conto quasi due anni fa… quando uscire con altre faceva più male che accettare un suo rifiuto… mi deve credere signor Evans, oramai non dico di aver perso la speranza, ma non voglio perderla, farei di tutto per tenerla accanto a me anche solo come amica…” James avrebbe voluto dire al padre della ragazza che se aveva deciso di andare a fare l’Auror era solamente per proteggere Lily, ma non era sicuro che l’uomo sapesse della guerra.

Lily si fece coraggio rientrando in cucina con un sorriso.

“Papà stai mettendo sotto torchio, James? Guarda che te l’ho detto un migliaio di volte, non è il mio ragazzo!” sorrise. James la guardò c’era qualcosa di diverso, aveva gli occhi lucidi ma brillavano allegri.

 

James e Sirius erano sulla porta, Enif e Lily li guardavano con un sorriso.

“Grazie…” sussurrò Enif abbracciando il suo ragazzo.

“Figurati… Se non ci fossi per te…” sorrise ricambiando l’abbraccio e stampandole un bacio sulla guancia.

“Ah che scemo!” sorrise “Dato che sono qui ho l’occasione per chiedervelo!” le due ragazze lo fissarono non capendo.

“Ho finito di mettere apposto casa, e pensavamo di festeggiare il Capodanno tutti assieme… se vi va, sempre che non abbiate altri impegni, ci piacerebbe avervi tra i nostri…” chiese Sirius

“Non lo so…” sussurrò Lily dando un’occhiata alla casa

“Evans, non starai facendo la guastafeste come sempre vero?” chiese Sirius inquisitorio

“Paddy, magari hanno qualche impegno!” gli disse James.

“No, non è quello…” cominciò Lily “C’è la protezione per i figli di Babbani…” cominciò

“Non preoccuparti, ho installato alcuni incantesimi protettivi con mia cugina!” sorrise Sirius speranzoso, doveva convincerla per James.

“E’ arrivare il problema…” disse.

“Riesci ad andare fino a Bristol? Da lì potremmo venire a recuperarvi e smaterializzarci e saremo abbastanza distanti da non far collegare questa casa a voi…”

La ragazza lo fissò, soppesando la proposta.

“E per il ritorno?”

“Potrei portarti in moto, se James non mi affattura prima…” disse scoppiando a ridere seguito dagli altri.

“Aspettate un momento…” disse la rossa finalmente convinta rientrando.

“E io non ti dovrei affatturare?” chiese Enif maliziosa

“Io non faccio guidare la mia moto da James…” disse lui candidamente

“EHI!” sbottò Prongs offeso.

In quello stesso istante Lily uscì sorridente.

“I miei vanno con Petunia e Vernon da lui nel Surrey, quindi siamo libere di venire…”

“Perfetto!” sorrise Sirius “A Capodanno, quindi…”

“Ci vediamo!” salutò James al settimo cielo, una serata con la Evans, ancora non ci credeva; una cosa era certa, doveva un grosso favore a Sirius.

 

Le due rimasero ancora sull’uscio a guardare la moto nera sparire fra le strade di Weston.

“Non credo tu abbia accettato semplicemente per farmi un favore…” sorrise Enif guardando maliziosa l’amica.

“Cosa?” Lily arrossì, restò un attimo in silenzio “Dai rientriamo che mi sto congelando…” disse stringendosi nel maglione e rientrando.

“Guarda che non mi scappi!” disse sicura. Lily le fece la linguaccia ridendo e correndo su per le scale, Enif la rincorse in casa e su per le scale ridendo.

Daisy Evans le guardò con un sorriso.

“Sai Harry, credo che un giorno saranno felici con quei ragazzi…” disse, il marito annuì, non sapeva per quale motivo ma quel James Potter cominciava a stargli simpatico, sicuramente più di Vernon…

“Allora?” chiese Enif raggiungendo l’amica in camera sua

“Allora cosa?” disse

“Te e Potter… vi ho lasciati soli ricordi?”

Lily rise “Che cosa vuoi che dica?” disse guardando l’amica

“Lo ami?”

“Non lo so…” disse scuotendo la testa la rossa e osservando il paesaggio fuori dalla finestra “ e onestamente ho paura di scoprirlo…”

“Perché?” chiese sorpresa la bruna avvicinandosi a lei.

“Ha troppo fiducia in me… non sono così meravigliosa come crede…” sospirò la rossa.

“Stai scherzando vero? Tu sei meravigliosa Lily, è ora che te ne rendi conto anche tu… il non aver “salvato” Severus dalla strada che si è scelto non ti condanna… ricordatelo!” le sorrise abbracciandola.

“Farebbe di tutto per me… l’ha detto a mio padre…” sussurrò Lily.

“E ora che lo accetti, James non sta scherzando più da tempo Lily, lui ti ama ed è ora che tu capisca cosa vuoi tu…” le sussurrò Enif cullandola nel suo abbraccio.

“Sarai una madre splendida un giorno sai…” rise Lily.

“Ehi, non esagerare abbiamo 17 anni!” disse fintamente sconvolta.

 

 

Un regalino prima di partire per tre giorni a Gardaland chi mi fa uno scongiuro sul tempo?

L'immagine non è mia ma la trovo bellissima.

Un grazie a tutti quelli che mi seguono e ora passiamo ai commenti!

 

Alohomora: La storiella su Remus la sto scrivendo, spero di continuarla martedì appena tornata e credo la vedrete presto su questi schermi. Ecco qui sotto il missing moment tanto atteso Sirius VS Nimphadora Tonks.

Dafny: Grazie per continuare a seguirmi ed eccoci qui con i piccioncini ^^

hermy101: Sono felice di far piacere anche Peter, è il mio scopo malefico, lo voglio far un pò rivalutare per distruggerlo (risata malefica)... no dai poverino... Peter Minus è morto il giorno in cui ha deciso di abbandonare gli amici, quindi questo è il vero Peter Minus (almeno secondo me...). La storia su Remus è in fase di stesura e mi sa che se continua così sarà almeno un paio di capitoli, perchè come one-shot sta diventando troppo lunga ^^'''''

PrincessMarauders: Allora per Dan Crossibridge oramai c'è la gente coi forconi che lo aspetta al varco XD E a fondo pagina ecco qui la risposta al famigerato livido di Sirius

 

Ed ora un regalino perchè, come ho detto a Alohomora, Tonks da bambina non la gestisco per più di 5 secondi, me la vedo un tale terremoto e quindi:

Ecco cos'è successo a Sirius a Natale (180 parole solo per voi miei fedeli lettori XD)

 

Suonò il campanello della casa, si sentiva un po’ in colpa ad aver “abbandonato” James e sua madre, ma l’invito di Andromeda l’aveva colto impreparato e non aveva saputo dire di no alla cugina. Non sapeva perché ma era come avere ancora una famiglia.

Andromeda aprì la porta.

“Buon Natale Sirius!” sorrise facendolo entrare. Sirius si guardò attorno sorpreso.

“Zio Alphard ci ha lasciato una casa meravigliosa, anche se onestamente ha troppi angoli…” rise alludendo alla figlia.

“Con Nimphadora credo proprio che dovreste vivere all’interno di un materasso, ma a proposito, dov’è la piccola peste?” non riuscì nemmeno a finire la frase che un uragano dai capelli rossi e verdi fece il suo ingresso nel corridoio.

“SIRIUS!!!!” gridò la bambina saltando, forse con troppa foga in braccio al parente. Sirius perse l’equilibrio cadendo all’indietro e la testa di Nimphadora sbatté rumorosamente contro la sua. Nello stesso istante in cui Sirius si premette le mani sul sopraciglio offeso la bambina cominciò a piangere mentre i capelli variarono dal viola al blu.

Andromeda scosse la testa rassegnata.

“Ted, puoi portarmi del ghiaccio?”

 

 

   
 
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