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Autore: Seira Katsuto    06/01/2019    1 recensioni
Sono una persona che fa pensieri strani e senza senso anche nei momenti meno appropriati, solitamente tengo per me tutte le cazzate che il mio cervello spara, ma essendo che mi sono rotta di parlare da sola ho voluto fare questa specie di diario in cui scriverò ciò che voglio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Questa è una storia lunga, forse troppo lunga ed è proprio per questo che racconterò solo ciò che avrò voglia di raccontare, anche perché essendo il mio diario e non una storia non ho molta voglia di impegnarmi a scrivere anche i secondi della mia vita che non ho voglia di dire al momento.

Così oggi vi parlerò di cosa significa per una persona come me innamorarsi, o meglio, di cosa significa "provare amore" per una piccola ragazzina che ha passato ogni anno della sua vita leggendo centinaia di storie smielate e commentarsele da sola non avendo quasi nessuno con cui parlarne.

Vorrei iniziare subito partendo dal fatto che in nessun caso io mi sono innamorata "perché lo volessi", nel senso, non è mai stata mia intenzione conoscere qualcuno per cui dovessi provare qualcosa di speciale per forza.

Ho sentito che alcuni ragazzi della mia età (adolescenziale), ossia nel pieno del periodo della pubertà, tendono a dover cercare qualcuno disperatamente, sia da apprezzare sessualmente che no, ma tendenzialmente questo tipo di sentimento è passeggero e, per l'appunto, dovuto ad infatuazione momentanea che viene più dal proprio desiderio di "sperimentare" che dall'interesse effettivo della persona di cui si incomincia a provare interesse (questo non significa che gli adolescenti siano tutti così, dico solitamente ciò che mi è stato detto da persone conosciute realmente).

Ammetto però che ogni volta che conoscevo un nuovo maschio mi capitava di pensare cose come "chissà che storia avrei con un uomo come lui" e partivano i peggio film.

Il problema è che questo era per lo più un passatempo, io stessa non mi rispecchiavo in ciò che solitamente provavano le protagoniste delle storie che leggevo ed anche per questo credevo che quel tipo di "amore" non facesse per me.

Ovviamente la vita aveva deciso di mostrarmi altro nella mia strada.

Solito cliché direte, ma purtroppo non è colpa mia se ho una vita scontata e noiosa, sono qui solo per far finta che non lo sia.

Bene.

Partiamo dall'inizio.

Una ragazzina di terza superiore che non aveva, per svariati motivi, un gruppo di amici specifico, nel triennio cambia classe e conosce una ragazza.

Questa ragazza cerca di far entrare nel suo gruppo la timida e silenziosa ragazzina e così le presenta altri due suoi amici: una tipa e lui.

Sì, come in ogni storia di merda e sdolcinata doveva arrivare questo momento, l'incontro voluto da destino.

L'arrivo del bonaccione troppo figo per esistere, quello dall'aria misteriosa che con un semplice sguardo ti ruba il cuore.

No, no e ancora no, non siamo nelle favole e non funziona che le ragazze si innamorano a caso anche del peggior figlio di puttana solo perché ha i muscoli, o almeno, io non sono per niente il tipo da "amore a prima vista", non avendo una minima percentuale di logica (già ce n'è poco in questo sentimento, lasciarne un po' non fa mai male).

Sono sempre stata una tipa strana (o forse sono solo una persona molto confusa), posso dire di preferire un uomo in forma che uno no, che preferisco i ragazzi alti da quelli bassi, oppure preferisco i capelli corti a quelli lunghi, senza barba piuttosto che con, ecc..., ma quando si tratta delle persone "reali" (nel senso di persone conosciute realmente) non riesco a dire con fermezza "lui mi fa schifo o lei è una figa".

È un po' come se nel mio cervello tutti siano abbastanza neutrali e nel momento in cui reputo la persona davanti a me abbastanza buona riesco a vedere in essa un certo tipo di bellezza.

Raramente incontro persone che mi stanno sul cazzo a pelle onestamente, le uniche volte sono quando mi vengono di proposito ad insultare a caso senza manco conoscerci, ma quello non sarebbe nemmeno a pelle, diciamo che un motivo ce l'avrei per avercela con loro.

Ecco, ciò che intendo è che quest'ultimo tipo di persone magari potrebbero essere per gli altri "belle o carine" a prescindere dal carattere, ma nel momento in cui il mio cervello lo segna come "persona no" quel soggetto mi farà schifo a prescindere, a partire dal carattere fino all'aspetto fisico (ciò riguarda però per lo più le persone che conosco poco che quelle che mi hanno fatto qualcosa dall'interno [tipo un amico che non lo è più o cose del genere], ma su questo argomento c'è tutta un'altra storia dietro).

Il punto che non è forse ben compreso da tutti coloro che mi stanno intorno però è che questo processo mentale non è dovuto ad una leccata di culo o cose come "sei mio amico quindi dico che sei bellissimo", giammai, quando io dico a qualcuno che secondo me è molto bella/o lo penso davvero, ma su questo tratto ne riparlerò tra poco.

Ritornando al fatidico incontro, come con chiunque altro, non avevo un'opinione ben precisa nè di lui nè delle altre ragazze (anche se il fatto che abbiano provato a farmi integrare in un gruppo significava già molto per me), onestamente forse i miei unici pensieri saranno stati: z ha degli occhi grandi, y ha le lentiggini ed x ha la barba, punto. Non per giudicare "brutto o bello", semplicemente un pensiero a caso (che non ricordo nemmeno se abbia fatto realmente, non sono il tipo che quando conosce qualcuno deve farsi un'idea di bellezza di base), niente di più e niente di meno insomma.

Passano i giorni, le settimane e un mese o due, in quel breve lasso di tempo pian piano avevo scoperto che Mr. x (chiamerò così il malcapitato finito sotto il mio perenne sguardo) ed io avevamo qualcosa in comune, niente di eclatante eh, solo che ci piaceva un fumetto in comune e giocavamo ai videogiochi sul pc.

Inizialmente ero contentissima, dopo tre anni di scuola avevo conosciuto qualcuno che giocasse online, chi se ne frega se è maschio o femmina, una gioia era arrivata nella mia vita, ma tutto questo senza la minima traccia di doppi fini.

Ammetto che nel breve lasso di tempo tra ottobre e inizio dicembre (tempo che ci ho messo ad invaghirmi) anche lui era finito in quel "passatempo" riguardante il "chissà come sarebbe stare con lui", ma per scherzo e senza dargli troppa importanza, giusto per farmi una risata.

Non so cosa abbia "fatto scattare la scintilla", non ho chissà quale ricordo di qualcosa come che mi abbia salvato da un auto in corsa o che sia stato l'uomo più dolce del mondo in quel periodo (mi viene da ridere solo a scriverla quest'ultima frase pensando a lui), però ricordo, ricordo eccome, il momento in cui l'ho capito.

Ripeto: io ne ho letti di racconti, dal più banale al più complesso e la mia mente era già abbastanza fottuta ancora prima di allora.

Ricordo che in quella settimana ci sentivamo la sera per giocare ad un gioco insieme, lui non veniva a scuola da qualche giorno perché doveva studiare per l'interrogazione di inglese o doveva saltarla (non so bene).

In quei giorni non ci avevo pensato granché, diciamo che sentivo che mi sarebbe piaciuto vederlo, ma non per qualche ragione in particolare, giusto perché avevo conosciuto un nuovo amico e volevo parlarci.

Ovviamente non era così.

Quella mattina era stato tutto molto strano, sapevo che tornava a scuola e sentivo una certa ansia dentro di me, ero molto confusa a dir la verità e non capivo bene per quale motivo.

Alla fine mi son solo detta "massì intanto lo vedrò all'intervallo che ci sto a pensare ora" e insieme a Miss y (la mia compagna di classe) entriamo e ci dirigiamo verso la nostra aula.

Io non sono una di quelle convinte che esista il destino per forza, ma seriamente a volte capitano coincidenze davvero inquietanti.

La mia scuola è particolare essendo l'unico Liceo Artistico della città, così alcuni studenti che vengono da lontano hanno un permesso per entrare lievemente in ritardo, inoltre avendo molti "laboratori" che hanno bisogno di aule apposite a praticamente ogni materia ci spostano di classe.

Dunque, io avendo il permesso sono entrata più tardi quel giorno, ho fatto la prima rampa di scale per andare nella classe apposita in cui dovevo andare alla prima ora, indovinate chi mi trovo davanti che ci saluta mentre va anche lui nella sua aula? Esatto, lui.

E mi viene da parlare di "ironia della sorte" perché è davvero un caso che lo incontrassimo in quel frangente (ricordo benissimo che la fortuna di beccarlo casualmente a inizio mattinata sarà accaduta giusto una decina di volte in tutto l'anno scolastico).

Quello è stato il momento. Quel semplice saluto.

Tutto è cambiato in un nano secondo, proprio nell'istante in cui ho incrociato la sua semplice (ma nemmeno poi così tanto) figura, il mio cuore ha fatto il salto più grande della storia.

E lì: "No, no e no" "è impossibile" "Oddio ma seriamente? Perché cazzo batte così forte? Perché tremo come una deficiente? Perché sorrido come una deficiente!?" "No, non è possibile, cos'è sto 'tum tum' da telenovela andiamo!".

Per due ore di fila, fino all'intervallo, ma non crediate che la situazione sia migliorata nelle successive quattro, anzi.

Esco dalla classe e mi dirigo verso il corridoio dove ci sono le macchinette e dove solitamente ci incontravamo tutti con gli altri, così lo vedo arrivare, in quel periodo inoltre era anche di parecchio buon umore e aveva tanta voglia di parlare con me (c'erano vari argomenti penso che in quel tempo lo portavano ad avere varie conversazioni, o forse cercava semplicemente di farmi integrare meglio nel gruppo).

Avete presente la luce divina? UGUALE.

Raggiante come non mai, manco una statua greca ecco davanti a me l'uomo più bello del mondo.

Tremavo come una foglia e sentivo il cuore esplodere che se fosse stato un manga avrei sparso sangue dal naso tutto il dì.

Giuro, giuro anche che una volta mi è parso che il suo viso facesse appannare tutto quello che c'era intorno come si vede in certi film.

Troppo bello. Capite? Troppo.

Per questo le successive ore dal primo intervallo furono peggiori, perché ad aggiungersi a quelle semplici domande che avevo già prima, ora ce n'erano altre migliaia: "Come può essere così bello?" "Come può esistere qualcuno così?" "Dev'essere illegale!" "Ma poi ora come faccio" "Se poi lo fisso troppo capisce e comunque non posso fissarlo in eterno" "Ma poi sarebbe uno spreco..." "Però se tremo sempre lo capirà anche da quello" "Inoltre se appena lo vedo gli sorrido manco fossi davanti ad una pizza sarà parecchio evidente" "No, ma non posso farcela" "Come diamine è possibile?" "A me piacciono gli uomini senza barba e coi capelli corti" "Perché allora a lui la barba gli sta dannatamente bene?" "Poi anche i suoi capelli... Sono la cosa più bella che abbia mai visto (prima di lui si intende)" "Non ha nemmeno i capelli tanto corti... ma pensandoci se se li facesse crescere sono sicura che gli starebbero da dio" "Però a me non piacciono i capelli lunghi" "Ma i suoi sono bellissimi" "E vogliamo parlare del suo sorriso? O addirittura della sua risata?" "Come potrò resistere a tanta bellezza? Cioè, perché, se ogni giorno da oggi sentirò questo continuo 'tu-tum' insieme ai vari tremolii non penso di potercela fare" "Ho visto che quando sorride gli compaiono sottili linee ai lati degli occhi che rendono la sua espressione ancora più vera" "Madonna la perfezione..." "Come può essere così perfetto" "Come può girare tranquillamente senza rendersene conto?" "Come posso io guardare tanta bellezza?" "Posso spararmi?" ecc...

Da qui incominciò la mia piccola ossessione verso quell'uomo, insieme alle stupide paranoie che ne conseguirono.

Onestamente parlando penso che quel periodo sia quello in cui sono stata più felice nella mia breve vita.

Pur avendo molti problemi a socializzare, pur parlando poco, per quei pochi mesi ho potuto assaporare una felicità unica.

Abituata a stare sempre da sola sembrava come un sogno: uscire con qualcuno, andare fuori a mangiare, essere in un gruppo dove si ride e scherza... Era un po' come un'utopia per me sinceramente, come se finalmente avessi iniziato a vivere anch'io.

Anche lo stesso potermi innamorare così tanto di qualcuno, essere felice solamente vedendo un suo messaggio, fare figure di merda e chiedermi per una settimana intera perché ne faccio sempre.

In fondo quel tipo di paranoie non sono altro che un lusso della quotidianità, una parte della bellezza della tranquillità.

Anche per questo probabilmente pur avendo avuto molti problemi, anche gravi (di autostima o socializzazione), alla fine se dovessi descrivere quel periodo direi che è stato bellissimo.

Ricordo che a quel tempo scrivevo tantissimo con un mio amico di Milano (che chiamerò soldato), con lui potevo sclerare sempre su Mr. x e raccontargli tutte le mie piccole gioie giornaliere, a differenza di altri diciamo che riusciva a sopportare la mia pazzia e probabilmente la trovava pure divertente.

"Soldato, soldato oggi ho visto una cosa incredibile! Cioè... Portava il camice, IL CAMICE, madò soldato non puoi capire che figo, era da troppo che mi chiedevo perché non lo indossasse durante le ore artistiche e oggi si è presentato così all'intervallo, come se niente fosse, troppo bello"

All'inizio il mio cervello era davvero malato, più di ora, il che è molto grave.

Per esempio una volta, per caso (essendo nel periodo invernale), l'ho visto che si stava sistemando il parka e per un secondo ho potuto vedere che indossava sotto una maglietta nera a maniche corte, quando ho scorto il suo braccio il mio cervello ha reagito in modo super spastico nel seguente modo: "oddio oddio il suo braccio nudo" così ho distolto lo sguardo di scatto, poi ci ho ripensato "ma che cazzo dovrei imbarazzarmi per il suo braccio mica si sta denudando, anzi è più strano che faccia così".

Oppure quell'altra volta in cui, in bus, eravamo seduti vicini, non stavamo parlando e alla fine lui sembrava si fosse addormentato, allora io, come un'idiota che legge troppi shojo, avevo iniziato a pensare che tipo di situazione potesse essere se fossi stata in un manga, mi immaginavo che quando c'era la sua fermata (essendo che è prima della mia) io avrei dovuto svegliarlo timidamente toccandogli il braccio, con aggiunta di tum-tum e sbrilluccichii di sottofondo.

Indovinate cos'è successo? Quando stava arrivando alla fermata pensavo si sarebbe alzato, invece, al contrario, stava proprio dormendo.

Panico.

Ho provato a chiamarlo, però ovviamente la mia lieve voce non sarebbe mai bastata nel casino del bus, così alla fine l'ho scosso toccandogli il braccio.

Si è svegliato e mi ha salutato ringraziandomi.

Dopodiché ho passato tutto il tempo ad osservare la mia mano con un sorriso strano manco avessi toccato gesù cristo.

Di per sé non c'è niente di strano in tutto questo, cioè non penso che essere toccata in modo amicale o toccarlo sia qualcosa di così emozionante, ma a forza di leggere tutta quella roba piena di ragazzine che si emozionano per qualsiasi cosa alla fine anch'io, per qualche strano motivo, riesco a ricordarmi tutte le volte in cui abbiamo avuto un contatto, non perché mi imbarazzasse o chissà cosa, anche senza provare niente, non so perché ma lo ricordo comunque, è strano.

Un'altra cosa davvero bellissima di lui sono le sue camice a scacchi, con le maniche tirate su.

A prescindere dal fatto che mi piacesse, è risaputo quanto sia grande il fascino di quel modo di mettere le camice, troppo affascinante (per non essere volgare).

Pensandoci, le potrei osservare per tutta la vita senza stancarmi, cioè, in realtà lui lo potrei fissare per sempre senza stancarmi, però le sue camice aumentano la mia voglia di fare il falco.

Entrando forse più nel personale però c'è da dire un'altra cosa fondamentale su cos'altro è davvero bello di lui. 

Il suo accento.

In breve: parla russo, quindi ha modi di dire particolari non conoscendo l'italiano come lingua madre (che personalmente adoro), ma a parte questo: la sua R.

Ma quanto è bella!? Sarà che io sono nata con quella moscia e quindi quella dura mi pare affascinante (doppi sensi casuali).

Comunque seriamente, fosse per me potrei ascoltarlo parlare russo senza capire un cazzo per tutta la vita. 

Solo il pensiero mi emoziona, che meraviglia.

A proposito di questo, molto tempo fa mi ero messa in testa di imparare qualcosa di russo così alla fine ho studiato un po' l'alfabeto cirillico e alcune parole basilari.

Così avevo visto che per salutare all'inizio si poteva usare Привет (priviet) che sarebbe come ciao, ma solo da usare all'inizio di una conversazione, invece per dire una specie di arrivederci in modo informale si usa Пока (paka).

Ebbene, una volta l'ho sentito parlare al telefono con sua madre, come sempre non capivo una mazza, tranne che alla fine che se n'è uscito con un semplice "пока".

Non saprei dire perché, ma mi è sembrato adorabile, anche se avevo capito solo quella parola e di per sé non c'era nulla per cui emozionarsi, è stato fantastico, pur essendo un saluto normalissimo ho pensato fosse davvero magnifico.

In casi come questi solitamente dopo un po' lascio perdere e dico a me stessa solo che il mio cervello ormai è andato, ma in fondo non è una brutta sensazione quindi perché ragionarci troppo?

Il giorno in cui mi sono sentita più felice di tutti è stato quando mi ha scaricata, che paradosso vero?

Partiamo dalla figura di merda, miss y e miss z diciamo che hanno cercato di convincermi a dichiararmi, così quel giorno, che doveva essere circa il 9 gennaio, mi hanno lasciato da sola con lui nel bus.

Qui al solo ricordo, vorrei andare sotto un bus e non salirci.

Dunque, io ovviamente mi ero preparato un discorso, che nella mia testa suonava moooolto meglio da com'è uscito.

Qualcosa come "sai c'è uno nella tua classe che mi piace, sei tu".

Veramente la mia voglia di vivere scende solo al pensiero.

Il cuore a mille, a malapena biascicavo parola, proprio ansia estrema e alla fine manco gli ho detto mi piaci che era già sceso.

Però, mentre mi stavo già deprimendo pensando "no, non ce l'ho fatta, non gliel'ho detto, non è ancora finita sta storia".

Lui mi ha mandato degli audio, grazie a dio oserei dire.

Gli audio più belli che io abbia mai ascoltato.

Per rendere tutto ancora più tresh abbiamo anche discusso, non negativamente, diciamo anche ridendo, sul fatto che quello fosse il peggior luogo dove potessi provare a dichiararmi, che potevo chiedergli di parlargli in privato o qualcosa del genere.

Ma ovviamente io gli ho risposto dicendo che già così era stato imbarazzante, chiedendoglielo poi l'avrebbe capito sicuramente cosa volevo dirgli e sarei morta di vergogna peggio di quel momento.

Così mi ha detto: "ma sei sempre imbarazzata quando ci sono io, quindi che cosa ti cambiava??"

Se fossi il tipo di persona che arrossisce in quel momento dire che sarei stata come un vulcano in eruzione è un diminutivo.

Bene, passiamo dignitosamente oltre che è meglio.

San Valentino.

Ma quanto è bello San Valentino.

Io, forse per distinguermi, o per dargli qualcosa che non avrebbe evidenziato troppo che giorno fosse quello, avevo deciso di regalargli uno dei suoi amati mandarini.

Sarebbe stato semplice ed efficiente darglielo all'intervallo con una scusa come "ne ho un po' ne vuoi uno anche tu?", ma ovviamente ho finito per girare tutto il giorno con sto cazzo di mandarino dietro la schiena.

Alla fine però, proprio nel momento peggiore quando stava per scendere alla sua fermata del bus gliel'ho chiesto se lo voleva, ma probabilmente era già abbastanza concentrato sul pensiero "devo scendere" per capire tutto il resto, così ha rifiutato velocemente.

Dopodiché miss y mi ha chiesto: aspe ma tu hai girato tutto il giorno con sto mandarino che dovevi dare a lui e alla fine ti ha detto di no?

Già, perfetto riassunto della giornata.

Ma non finisce qui.

A casa, su discord, arriva lui bello bello che fa "ma alla fine ti è piaciuto il mandarino?" con quella lieve nota divertita finale.

Il mandarino, quel fottuto mandarino, non avrei dovuto volerglielo dare, al contrario gliel'avrei dovuto lanciare direttamente in faccia. Sempre con amore.

Il motivo principale perché mi piace stare con lui è il fatto che sia estremamente rilassante, non so se sia il fatto che mi piace che mi fa sentire bene oppure è proprio lui che riesce sempre con qualche scherzo o con la sua genuina tranquillità a far sparire le mie paranoie.

Ricordo che anche dopo ormai un anno, non era cambiato niente, una volta su discord lui e mi love cercavano di darmi consigli sul fatto di dover cercare di preoccuparmi di meno e parlare di più con miss y e z, io mi stavo deprimendo e piangendo e si sentiva un po' dalla voce.

Così ad un certo punto c'ero io che sussuravo "ci proverò" o dei "sì" bassi bassi singhiozzando fino ad un momento di silenzio.

Pochi secondi dopo, non chiedetemi perché, forse era per imbarazzo o semplicemente perché la situazione gli sembrava assurda, ma gli è scappata una risata.

Sapete qual è il bello però? Che sentendola, mi sono messa a ridere pure io.

Perché? Mi sono chiesta. Perché basta così poco per tirarmi su di morale? Non ha proprio alcun senso.

Un'altra volta ho provato a fargli un regalo per il compleanno, allora lui mi ha guardato dicendo "no" davanti al pacchetto che avevo in mano, e da lì una specie di lagna da parte di entrambi è incominciata, io tra un "dai, prendilo e basta" e lui "no, se non sono soldi non li voglio gne gne" e dopodiché addirittura si è messo a correre scappando.

Così io l'ho inseguito dicendogli di non fare lo stronzo.

Sembrava proprio una scena da anime, surreale, penso che quello probabilmente è la principale ragione per cui mi piace, quando l'ho rincorso per pochi secondi non mi sono preoccupata della gente che vedeva due scemi correre a caso, di come potessi sembrare buffa o stupida.

Sarebbe bello vivere sempre così, senza badare a chi ho intorno, il fatto che lui riesca a farlo e che qualche volta riesca a far vivere anche me così è straordinario.

A prescindere da come sarà il futuro mi piacerebbe stare con qualcuno che mi fa sentire così libera.

Mi piace essermi innamorata di lui, mi piace lui, qualunque cosa accada non potrei mai dire di aver sbagliato ad amarlo.

Ma diamo inizio alla parte melodrammatica, questo in realtà è stato il mio errore, ciò che ha cambiato la mia persona, o meglio ciò che ha causato la mia lenta discesa.

A partire dalle vacanze natalizie di quell'anno pian piano tutto è iniziato ad andare sempre peggio, non per quanto riguarda unicamente lui, ma per tanti motivi che sono venuti uno dopo l'altro.

Per spiegare ogni cosa che potrebbe avermi abbattuta in quel periodo di Dicembre e nei mesi di Febbraio, Marzo e Aprile dovrei raccontare davvero troppe cose: dalle problematiche familiari alle probabili ragioni che mi hanno portato ad avere problemi nel relazionarmi.

Per ora mi limiterò quindi a stare sul tema amore.

Partendo dal presupposto che io amo parlare di ciò che mi piace, o meglio di ciò che mi rende felice, ho sempre pensato di poterne parlare coi miei amici che conosco da anni.

Ma non è sempre così.

Ho capito che il concetto che molte persone hanno dell'amore è del tutto diverso dal mio.

Dal mio punto di vista non è un problema così grande, onestamente se io per mettermi con qualcuno ho bisogno di certi valori e altri ne cercano invece diversi dai miei a me non me ne può fregar di meno: vita tua, scelte tue.

Il problema è che, a differenza mia, che mi viene da dare più che qualche consiglio, ma in generale penso sia giusto che decidano loro che cosa li renda felici o meno, gli altri tendono ad essere fin troppo invadenti, fino a risultare in un modo o nell'altro offensivi.

Diciamo che secondo me sono abbastanza adulti da poter capire da soli se qualcosa potrebbe farli soffrire o meno e io non sono nessuno per imporgli la mia opinione, soprattutto se sto parlando di una persona a loro cara e che io conosco poco e niente, nel caso poi andasse male comunque li aiuterei essendo miei amici, quindi: perché con me dovrebbe essere diverso? Sembra quasi venga trattata come una bambina cavernicola che non sa nemmeno che il fuoco faccia male, lo capisco da sola ciò che potrebbe o meno essere negativo per me, non ho bisogno di nessuno che mi venga a dire "oh ma guarda che potrebbe finire molto male, potrebbe essere uno stronzo che ti sfrutta, potresti soffrire" senza manco sapere di che stanno parlando (non molto carino nei confronti di lui), anche perché lo deciderò io cosa sia meglio per me no?

Ciò che intendo è: se una mia amica mi presenta uno e dice che le piace è normale che io voglia capire chi è, poi chissà, potrebbe anche starmi sul cazzo come prima impressione, ma rimarrebbe pur sempre una prima impressione, magari ne potrei parlare con lei, però sempre contando il fatto che non lo conosco più di tanto (e sopratutto cercando di avere il più tatto possibile dato che parlerei di qualcosa che lei ritiene molto importante).

Questo per dire che, nei casi proprio estremi, se uno mi sembra proprio messo male male, ne parlerei con la mia amica (ma sarebbe un caso su un milione), però ovviamente sono consapevole che lei possa benissimo capire da sola che tipo di persona sia (sarebbe, appunto, un consiglio che rimarrebbe tale contando il fatto che quella persona è sua amica più che mia, quindi sa più lei che me com'è realmente).

Quello che ho sentito mancare a me invece è proprio questo, per carità, non tutti hanno reagito in egual modo, ma in un certo senso mi sono accorta di essere arrivata ad un punto morto.

Successivamente ho incominciato a riflettere meglio su tutta la faccenda in sé, su ciò che mi ha deluso e su come le persone possano intendere l'amore in un modo letteralmente diverso dal mio.

Così mi è sorto un dubbio a cui non avevo pensato prima: partiamo dal fatto che io non ho mai, e ripeto mai, detto qualcosa di male su di lui con frasi come "ah è proprio uno stronzo insensibile che mi fa soffrire gne gne" o cose del genere (anche perché non lo penso, anzi perché semplicemente non è così), ma in ogni caso la maggior parte dei miei amici erano alquanto scettici nei suoi confronti (un po' come se dovesse avere per forza qualcosa di sbagliato dato che mi ha rifiutato ed è single oppure semplicemente perché non sembra l'uomo più buono e gentile del mondo) quindi mettiamo caso, in un futuro prossimo, se dovesse mai accadere qualcosa, qualunque cosa, di negativo, con mr x (che sia un litigio, incomprensione o altro ancora) io con chi ne dovrei parlare? Con chi ne potrei parlare?
Se stessi davvero male per qualcosa che riguardasse lui, magari che so, un piccolo litigio per un'incomprensione.
Cosa accadrebbe in quel caso? Con chi ne dovrei parlare? Con chi appena lo nominerò lo metterà nella forca a prescindere? Anche no.
Così mi sono trovata a non avere nessuno di cui potermi fidare al 100%.

E da qui l'ho già raccontato nel capitolo precedente. 
 

Io so cosa significa, per me, amare, ovvero apprezzare una persona per quello che è (e non unicamente per quello che fa per me), sentirsi felice in sua presenza, interessarsi ad essa, sorridere ai "difetti"... 

Il punto è che il significato che ho voluto dare io all'amore è un qualcosa di irremovibile.

Forse questa è l'unica certezza che io possa avere al mondo in questo momento: ho trovato una persona che ha reso speciale ogni momento passato con lei, però al contrario per quella stessa persona io non sono niente, un passatempo o un'amica, non importa di per sé, quello che voglio dire è che qualunque cosa possa accadere, anche se cominciasse a disprezzarmi o odiarmi, anche se mi allontanasse, anche se mi calpestasse senza pietà, non cambierebbe assolutamente nulla.

Forse piangerei e soffrirei (anzi andrebbe esattamente così), forse rimarrei un po' delusa, ma ciò che proverei non potrebbe mai distruggere il fatto che ami quella persona, sarebbe solo tristezza.

Forse anche questo mi ha portato alla rassegnazione.

Perché fa paura. 

Fa paura capire di avere al proprio fianco qualcuno che potrebbe ucciderti dentro in un'istante e non sapere minimamente quello che pensa.

Ti manda nel panico e in paranoia, capisci di non avere vie di fuga e che ormai sei fottuto. 

Essere allontanati farebbe male esattamente come allontanarlo e anche se potessi tornare indietro non sceglierei mai la strada dove non l'ho mai conosciuto, perché averlo incontrato è la cosa più bella che mi sia successa in tutta la vita e voler cancellare essa per paura di soffrire sarebbe solo da codardi, anzi anche se soffrissi non potrei mai dire di non averlo mai voluto incontrare.

Perché non esiste nessuna sofferenza che possa darmi più di quanta felicità mi abbia fatto provare.

Anche se si dice che si ricordi più il dolore che la felicità io non potrei mai scordarmi quest'ultima. 

Di quello che ho provato quella mattina salendo le scale, quello che mi ha fatto apprezzare i mandarini, quello che mi ha fatto collezionare tante figure di merda.

Se dicessi di voler cancellare tutto per il dolore sarebbe come dire di voler cancellare una parte di me.

In ogni caso direi che ciò che provo e ho provato sia una fetta di ciò che possiamo definire come amore, ognuno di noi ne ha un concetto diverso è vero, ma dire di saper con esattezza quale sia il mio modo di amare più giusto sarebbe stupido, ci sono moltissime esperienze che potrei provare nella vita, io ho l'opinione del mio amore non corrisposto, forse un giorno incontrerò qualcun altro di altrettanto speciale con cui avrò una relazione e in quel caso potrò sapere meglio cosa significhi per me una relazione amorosa, oppure potrei anche provare cosa significa essere lasciati, solo allora potrò dire cosa intenda io per quel tipo di amore, ma sarebbe pur sempre relativo alla mia esperienza personale.

Molte persone ritengono che l'amore sia unicamente quello condiviso, che si trovi in un bacio, in un buongiorno o in piccole sorprese.
Io penso che quello sia la bellezza di avere accanto una persona che condivide il tuo amore, ma non ciò che forma, o dovrebbe formare, il sentimento.

Certo, è normale apprezzare un gesto gentile nei propri confronti e magari da quello si può iniziare ad amare qualcuno, ma da solo non basta.

Penso che per apprezzare davvero qualcuno bisogni guardare non solo ciò che lo rende "tenero e carino", ma anche quello che ci potrebbe piacere di meno.

Anzi non è nemmeno questo, penso che ciò che renda l'amore così irrazionale è proprio il fatto di non riuscire a farti vedere difetti.

Per quanto possa cercare di capire il fatto che sia un po' freddo o duro non l'ho mai visto come un difetto vero e proprio, forse non sprizzo di gioia quando spara certe glacialate (non mi interessa se non esiste questa parola nel vocabolario), ma non potrei nemmeno dire che le detesti, perché alla fine anche quelle fanno parte di lui.

È davvero complicato. Diciamo che cambia da persona a persona.

Se dovessi dire che tipo di persona sono io nel fattore amore penso che sarei quella fissata, per non dire ossessionata, forse sono un po' inquietante in effetti.

Ma proprio perché lo so alla fine ho cercato di non essere troppo invadente e fare la parte di quella che può essere lasciata da sola quando vuole.

Che sia sbagliato? Non c'è dubbio.

Però questo significa che lo farà? Chi lo sa, non è detto.

Infatti probabilmente un po' me la cerco, temo che il mio tipo ideale classico sia quello imprevedibile, che potrebbe fregarmi da un momento all'altro e ne sono anche consapevole, però... C'è sempre quel brivido del rischio che a volte pervade la mia anima, non lo chiamerei masochismo, ma forse speranza.

Sapete com'è, potrebbe fottermi e spezzarmi il cuore, ma potrebbe farlo anche in altri sensi.

Scusate è stato più forte di me.

Onestamente mi sembra così strano riuscire a scrivere così tanto in così poco tempo, è un'esperienza nuova ed elettrizzante.

Forse potrebbe anche essere l'inizio della mia fine, forse non avrei dovuto scrivere nulla, forse avrei dovuto vivere e basta come fanno tutti, però, forse ancora, è proprio per questo che lo sto facendo.

Da troppo tempo mi stavo chiedendo che senso ha provare dolore o felicità se se lo si tiene solo per sé, certo esisteranno sempre quelle piccole cose personali da tenere segrete, ma in generale che senso avrebbe non parlarne? Così ho deciso di scrivere, se sarò felice, triste o vorrò semplicemente scrivere un aneddoto lo farò.

Che senso ha vivere qualcosa che non puoi raccontare? Questo mi chiedevo.

Probabilmente la risposta che mi sono voluta dare è stata: davvero non posso?

Dopotutto perché non potrei? Per paura? Paura di cosa? Di soffrire? Ma se ho paura comunque, se alla fine soffro comunque, allora perché non farlo? Perché non posso far finta che la mia stessa vita sia la storia di un noioso libro sepolto nei meandri del web?

Alla fine se proprio perderò, per questo, ciò che mi spinge ad alzarmi e a provare a fare il minimo indispensabile la mattina basterà fermarsi per un po', forse ciò significa sprecare anni importanti della mia vita, lo capisco, anch'io vorrei essere sempre felice e al top, ma non è mai così, quindi farò finta di nulla, chi lo sa forse andrò da uno psicologo e perderò un anno, cambierò sezione, cercherò di conciliarmi con vecchi amici, cercherò un'altra vita oppure forse non succederà proprio nulla, tutto andrà bene, tra alti e bassi, fino all'ultimo sarò sempre nel panico per recuperare le materie e a settembre sputando sangue passerò all'anno successivo.

Chissà chissà, l'unica cosa certa è che in ogni caso avrò altro da scrivere.

Spazio che non c'entra nulla, ma non posso scrivere che è lo spazio autrice perché la storia stessa è un mio spazio:
Ciao amici, amiche e persone sconosciute, spero di aver romanzato e sdrammatizzato abbastanza la storia da avervi fatto venire il diabete o qualche altra malattia, perché rileggendo certe frasi è quello che è successo a me.
Inoltre vorrei dire che nel caso ci conoscessimo già o mi conoscerai in seguito venendo sul discord di animetubeitalia (pubblicità occulta senza una particolare ragione, anzi se uno sconosciuto è arrivato fin qui dopo 6000 parole mi piacerebbe conoscerlo sinceramente) e pensassi in qualunque modo di prendermi per il culo, leggere ad alta voce questa storia in mia presenza (coff coff soldato ti sto guardando molto male sappilo) o iniziare dibattiti che penso di aver già chiarito di non voler affrontare mai più nella storia (evidenziare non fa mai male) potete anche trattenervi, a meno che non desideriate che sparisca per un tempo indeterminato, onestamente preferirei che questo rimanesse come un promemoria che ho voluto diffondere per quando sarò vecchia, qualcosa da rileggere per farmi una risata e sperare che qualcuno possa provare lo stesso leggendola. 
Mi chiedo se mr x prima o poi la leggerà anche lui.
Ammetto che la cosa già mi mette in testa molte più paranoie di quel che potete immaginare, anche se il fatto che l'abbia pubblicata significa che in fondo penso non cambi nulla, o meglio spero non cambi nulla, cioè non so... forse ho invaso la sua privacy... Anche se ho cercato di scrivere poche cose che lo descrivono realmente... O forse no... e comunque non penso si possa risalire a lui da ciò... Inoltre non la legge nessuno sta storia, dove dovrebbe essere il problema... VISTO CHE STO GIÀ PANICANDO???

Bene. Ottimo. Sto realizzando solo ora quanta ansia mi porterà rilevare al mondo i miei pensieri molesti.
Che dire... Se sparisco per un po' saprete perché, addio. Cuoricino.

Ah, giusto. Prima o poi avrete un nuovo capitolo, non so se farlo sui miei sogni da piccola bimba spastica, sulla mia famiglia, sulla socializzazione oppure su mi love (mi love è mi love se non sapete chi è)... Dipende da cosa sarò ispirata al momento, però ho qualche argomento, anzi a dir la verità forse potrei continuare parlando dell'ammore.
Beh, si vedrà.

P.s. Ho scritto l'80% di questa storia prima del capitolo precedente (compreso lo spazio finale dell'autore) e non ho voglia di cambiarlo. 

   
 
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