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Autore: jarmione    07/01/2019    2 recensioni
Immaginatevi se le dodici fatiche di Asterix le compissero i Dalton.
Cosa accadrebbe? Ci riuscirebbero?
Ed Evelyn? sarà di aiuto ai fratelli in queste dodici fatiche, o Joe la considererà la solita palla al piede? (da cui, si sa, non riesce a staccarsi alla fine)
ATTENZIONE: OOC - AU - CROSSOVER - WHAT IF?
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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Auguro in super ritardo un buon anno a tutti quanti e inauguro questo 2019 con il nuovo capitolo.
Come state? Spero bene e mi auguro che non vi siate rimpinzati troppo (io rotolo, colpa di mio marito e dei panettoni)
Alla prossima
 
 
 
“Accidenti” commentò Evelyn “questo palazzo non è enorme solo fuori, ma anche dentro”
L’interno era anche sfarzoso, contrastando in modo stridente con gli edifici a cui erano abituati.
“Come facciamo ad ottenere il lasciapassare?” domandò Joe, già spazientito.
“Potremmo chiedere a quell’uomo laggiù” William indicò un signore anziano, in fondo alla sala, seduto dietro ad una scrivania intento a scrivere qualcosa su delle pergamene.
Si avvicinarono.
“Wow, sono pergamene vere!” esclamò estasiata Evelyn.
“Se lo sapesse la signorina Betty che le abbiamo viste dal vivo” commentò William con aria sognante.
“Will, con quella faccia sei zucchero allo stato puro” rabbrividì Evelyn “ma come fa a piacerti quella donna e quello che dice?”
“Chiudete il becco!” li rimproverò Joe, che batté un pugno sulla scrivania e fece trasalire il povero vecchietto.
“Ma che modi sono!?” domandò l’uomo “vi sembra forse questo il modo di chiamarmi?” sospirò spazientito “che cosa volete?”
“Il lasciapassare A38” disse Joe “e sbrigati, nonnetto, che non abbiamo tempo da perdere, noi Dalton”
L’anziano scosse la testa “Siete stati male informati, ragazzi” rispose “per immatricolare una galera dovete andare alla capitaneria di porto”
Evelyn e William si scambiarono un’occhiata interrogativa; quel tizio doveva essere sordo, se non anche stupido.
C’era una bella differenza di pronuncia fra lasciapassare e galera, senza contare che nessuno dei tre voleva sentir parlare di prigioni, o anche solo pensarci.
Joe, che non era famoso per la sua flemma, dovette fare un grosso respiro prima di parlare “Ma che cosa ha capito?” domandò “noi abbiamo bisogno solamente il lasciapassare A38!”
“Il porto si trova in fondo alla strada, non potete sbagliare” ribatté il vecchietto al che, Joe iniziò ad alterarsi lievemente, o meglio…si infuriò come una bestia.
“Non ci serve il porto! Ma il lasciapassare A38!”
L’anziano, dopo che i fratelli ebbero confermato mentalmente che era sia stupido che sordo, si portò una mano vicino all’orecchio lasciando intendere che non aveva capito nulla.
Joe non ci vide più “IL LASCIAPASSARE A38!” sbraitò con quanto fiato aveva in gola, diventando bordeaux dall’ira.
“Ma che razza di modi!” esclamò il vecchio “non sono mica sordo! Dove credete di essere, per Giove Pluvio?!” poi fece un respiro per calmarsi “dovete andare allo sportello 1, corridoio di sinistra, ultima porta a destra e non tornate!”
“E tanto ci voleva?” domandò Joe, avviandosi nella direzione indicatagli.
“Mmh” Evelyn incrociò le braccia e si portò una mano sotto al mento “qualcosa non quadra, d’accordo che quel vecchietto è sordo ma…mi sembra troppo semplice”
“Anche secondo me” ammise William “se è così semplice non vedo perché la considerino una prova”
“Però, se si chiama ‘la casa che rende folli’ ci sarà un motivo”
“La volete piantare?” li interruppe Joe “ci ha dato le indicazioni perciò sbrighiamoci che ho altro da fare, io”
Raggiunto il fondo del corridoio di sinistra, notarono che non vi era alcuna porta sulla destra.
“Cominciamo bene” commentò William “le indicazioni del nonno sono sbagliate”
“Probabilmente avrà fatto confusione” lo giustificò Evelyn sorridendo “entriamo lì…” indicò la porta che stava sulla sinistra “…sarà certamente quella”
Joe, sbuffando e mettendo da parte l’educazione, spalancò la porta senza bussare.
Il trio si ritrovò davanti ad uno scenario a dir poco infantile.
Un uomo molto robusto, più o meno della stazza di Pit la guardia, stava seduto su un’altalena appesa al soffitto e veniva dondolato da una donna esile ma molto affascinante, al che William si dimenticò della signorina Betty per alcuni istanti.
“Che cosa ci fate qui?!” domandò l’uomo sull’altalena, fermandola di colpo per guardare i fratelli “chi vi ha dato il permesso di entrare nel mio ufficio!?”
“Ci spiace” si scusò Evelyn, notando che a Joe non era piaciuto il tono con cui li aveva accolti il signore “cercavamo lo sportello 1”
“Dovete consultare la mappa al sesto piano!” ribatté l’uomo “e adesso andatevene, c’è gente che lavora qui!” e, senza dare il tempo ai tre di ribattere, riprese a dondolare sull’altalena come se niente fosse.
Joe strinse i pugni e digrignò i denti, mentre William chiuse la porta.
“Ho capito perché la gente esce folle da questa casa” disse Evelyn “chi è quell’imbecille che mette la piantina dell’edificio al sesto piano invece che all’ingresso?”
“Non lo so, ma di sicuro stanno riuscendo a farmi perdere la pazienza” borbottò Joe.
Iniziarono a fare le scale, notando dopo aver salito la prima rampa, che erano più ripide di quanto immaginassero e sembravano non finire mai.
Giunti al quarto piano, William aveva il fiatone e teneva Evelyn per mano.
Joe, invece, non sembrava minimamente toccato dalla fatica, probabilmente a causa dell’adrenalina generata dal nervoso.
“Vi prego…” implorò Evelyn “ditemi che siamo arrivati”
William scosse la testa “Mi spiace, siamo solo al quarto piano, quindi ne mancano altri due”
“Com’è umano, lei” scherzò Evelyn.
La ragazza voleva morire, ma si fece forza e salì gli ultimi due piani giungendoci, però, gattonando; stessa cosa valse per William.
Joe guardò la mappa e non capì assolutamente nulla di quanto vi era riportato.
“Ma è da folli!” esclamò “non si capisce niente! Ma perché non mi sono portato Averell al posto tuo?” domandò rivolto ad Evelyn “la sua stupidità ci avrebbe di certo aiutati, dato che solo uno stupido può capire una cartina così”
Evelyn gli lanciò uno sguardo fulminante e gli fece la linguaccia, mentre William si avvicinò ed osservò la carta “Semplice” commentò “sportello 1, dobbiamo tornare al pian terreno sul corridoio di destra entrando e, a proposito, non penso di essere stupido”
“COSA!?” esclamarono in coro Joe ed Evelyn “e che cavolo!”
Scesero le scale, cosa che risultò molto più gradevole per le loro gambe.
Una volta giunti nel luogo indicato trovarono finalmente lo sportello 1.
La donna che lo presenziava lì guardò uno ad uno “Cosa desiderate?”
Evelyn e William si guardarono e ritennero opportuno non far parlare Joe, il quale non accennava nemmeno lontanamente a calmarsi.
Intervenne William “Vorremmo il lasciapassare A38, per favore”
“Vi hanno informato male” rispose la donna “dovete recarvi allo sportello 2, chiedete all’uscere e ve lo indicherà”
Joe si rimboccò le maniche e si avviò verso l’ingresso “Stavolta mi sente quel vecchio!” seguito dagli altri due raggiunse la scrivania dell’anziano, che sembrava sul punto di addormentarsi “SVEGLIAAAA!” urlò Joe, facendolo sobbalzare “Lo sportello 2 e vedi di darci le giuste indicazioni stavolta!”
Il vecchietto sbuffò “Voi ed il vostro porto mi avete stufato! Si trova dall’altra parte della strada!”
Joe iniziò a fumare dalle orecchie, lasciando intendere che la sua rabbia stava per eruttare in modo esplosivo.
Evelyn e William si tapparono le orecchie, pronti per la sfuriata del maggiore.
“IO NON VOGLIO IL PORTO!” urlò, era davvero infuriato “NON MI INTERESSA IL PORTO! IO ABORRO IL PORTO! IO VOGLIO LO SPORTELLO DUEEEEEE!” e, lentamente, dopo lo sfogo iniziò a tornare di un colorito normale, facendo tirare un sospiro di sollievo ad Evelyn e William.
“Allora?” domandò una voce flemmatica alle spalle del trio “che cosa c’è da urlare? Qui la gente lavora”
Un uomo, con una pergamena in mano, li guardava dall’alto in basso “Di che cosa avete bisogno, signori?” aggiunse.
“Cerchiamo lo sportello 2” disse Evelyn.
“Mmh” l’uomo rifletté “dove lo hanno messo?”
“Mi perdoni, Prefetto” lo interruppe il vecchietto “l’ultima volta si trovava al terzo piano e non risulta che l’abbiano spostato”
Evelyn e William lanciarono un’occhiataccia all’anziano; non capiva niente quando qualcuno di loro parlava però capiva il Prefetto? Allora li prendeva in giro!
Il Prefetto sorrise “Come vedete basta chiedere che vi verrà risposto, non c’è bisogno di urlare” e, dopo aver salutato con un cenno del capo il vecchietto, il Prefetto si allontanò.
“Coraggio, saliamo” incalzò William, e si avviò verso le scale.
“Non è finita qui, nonno” minacciò Joe.
“Andiamo, Joe” Evelyn lo trascinò via, seguendo William, aggiungendo poi “Secondo voi sarà giusta l’informazione?”
“Comincio ad avere i miei dubbi” William non sembrava per nulla tranquillo e, infatti, le cose andarono come aveva temuto.
Allo sportello 2 li rimbalzarono nuovamente allo sportello 1, che trovarono improvvisamente chiuso e vennero mandati allo sportello 35.
Qui dovevano recuperare il formulario blu, altrimenti il lasciapassare A38 non lo avrebbero avuto.
Evelyn e William raggiunsero un livello di nervoso pari a quello di Joe e, anche loro, non sentirono più la fatica del su e giù per le scale.
Le cose peggiorarono quando scoprirono che il formulario blu serviva per prendere quello rosa che, a sua volta, avrebbe permesso di ottenere quello verde il quale avrebbe fornito loro la possibilità di avere quello viola, ed un altro ancora e ancora e ancora e ancora…
“BASTAAAAA!” sbottò Joe all’improvviso, lanciando per aria tutti i formulari che aveva in mano ed iniziando a comportarsi in modo folle.
Urlando si mise a gattonare poi, improvvisamente, si mosse a scatti come una gallina che invece di chiocciare abbaiava in stile Rantanplan.
Saltò a destra ed a manca arrivando infine a dare delle testate alla parete.
Sia William che Evelyn ne furono scioccati.
Avevano finalmente capito il motivo per cui quell’edificio si chiamasse così.
“Joe!” Evelyn cercò di attirare la sua attenzione per farlo calmare “Joe, basta!” con l’aiuto di William, lo bloccarono per le spalle e lei dovette abbracciarlo per tenerlo fermo.
“Joe, rilassati” continuò lei, con voce pacata “cerca di stare calmo”
Per quanto la sua voce fosse tranquilla, nel tentativo di tranquillizzarlo, era comunque scioccata: mai in vita sua lo aveva visto in quelle condizioni.
La giornata era partita proprio male; lei non aveva ottenuto le scuse di Joe per ciò che era accaduto la sera precedente, quasi a lui non importasse niente dei suoi sentimenti, e adesso lui era completamente uscito di senno.
Che altro sarebbe mai potuto capitare ancora?
Ci vollero alcuni minuti prima che Joe ritornasse ad avere una conversazione razionale.
“Dove siamo?” domandò confuso “abbiamo vinto?”
Evelyn scosse la testa “Siamo ancora nella casa che rende folli” gli rispose, volgendo poi lo sguardo a William “se continuiamo così lo diventeremo anche noi”
Questi recuperò tutti i formulari che avevano ottenuto fino a quel momento e si avvicinò ai due “Teniamoli per sicurezza. Mi è venuta un’idea” e fece cenno ad Evelyn di seguirlo.
La ragazza, tenendo per mano Joe, eseguì.
“Che cosa vuoi fare?” domandò Joe con sguardo serio e facendo finta che nulla fosse successo.
“Voglio combatterli con le loro stesse armi.” rispose risoluto William “Lasciate fare a me”
Dall’ultimo piano, dove si trovavano, scesero al terzo, recandosi allo sportello 2.
La signorina al suo interno non li riconobbe nemmeno “Desiderate?” cinguettò.
“Mi perdoni, signorina” iniziò William “vorremmo il lasciapassare A39”
La donna sgranò gli occhi “A38” li corresse “dovete andare allo spor…”
“No, no, signorina” la interruppe William “cerco proprio il lasciapassare A39 come previsto dalla nuova circolare B65”
“Circolare B65? Scusate un istante” la signorina si voltò verso la donna dello sportello a fianco al suo e chiese a lei l’informazione.
Evelyn e Joe lo guardarono sbalorditi “Will, che stai facendo?” domandò lei “ci serve l’A38”
“Vuoi farci perdere la prova?” domandò Joe scioccato.
“Tranquilli, se tutto va come dico io dovremmo ottenere il lasciapassare entro un quarto d’ora”
“Vorrei uscire di qui adesso, se non ti spiace” borbottò Joe, facendolo ridacchiare.
La signorina dello sportello tornò a rivolgersi al trio “Per cortesia, aspettateci all’ingresso che dobbiamo andare allo sportello 7”
William ringraziò e, come richiesto, si recarono all’ingresso e attesero.
All’improvviso iniziò un via vai di gente che correva da uno sportello all’altro in cerca della circolare B65 che permetteva il rilascio del lasciapassare A39.
Dopo cinque minuti, Evelyn e Joe capirono il piano di William.
“Sei un genio, Will!” si congratulò Evelyn “li stai facendo impazzire”
“Se vanno avanti così manca davvero poco alla fine della prova” specificò William.
“Ti faccio notare, genio, che se vanno avanti così non otterremo il lasciapassare A38 perché saranno tutti talmente matti da non sapere più nemmeno come si chiamano!”
“Vedrai, Joe” aggiunse William “sarai fiero di me” e chiuse lì il discorso.
Come previsto, una manciata di minuti più tardi, l’intero personale della struttura aveva cominciato a comportarsi in maniera folle e ad uno ad uno uscirono completamente di testa.
Il Prefetto, che all’inizio li aveva aiutati a cercare lo sportello 2, stava in disparte e cercava di riportare la calma nell’edificio.
“Calmatevi!” esclamò cercando di attirare la loro attenzione “per favore, fate silenzio!”
William, come se niente fosse, si avvicinò al Prefetto “Mi scusi”
“Che cosa volete?” domandò bruscamente “non vedete che sono occupato? Che cosa desiderate?”
“Vorremmo il lasciapassare A38”
Il Prefetto sbuffò e frugò nella tunica, estraendo il lasciapassare e porgendoglielo “Ora andatevene, c’è gente che lavora qui”
“Molte grazie” William salutò e, seguito dai fratelli, lasciarono la struttura il più velocemente possibile.
L’ultima cosa che videro prima di uscire fu il Prefetto che, dopo essersi accorto di quello che aveva fatto, stava dando anche lui di matto.
Si allontanarono di qualche metro e poi William mostrò trionfante il lasciapassare.
“Ce l’abbiamo fatta!” esultò Evelyn, alzando lo sguardo verso il cielo “e in un’ora! Sei unico Will!”
William sorrise soddisfatto.
“Sì, sì, sei un grande” disse laconicamente Joe “e adesso muoviti, che ho da fare!”
In lontananza, videro Jack, Averell, Luke e Caius Pupus che li aspettavano.
“Joe!” esclamò Averell, correndo incontro al fratello e abbracciandolo “pensavo che non saresti più uscito” piagnucolò stritolandolo e facendo lo stesso con Evelyn “mi siete mancati!”
“Dovete ringraziare William” disse Evelyn dopo che Averell la mise a terra “se non fosse stato per lui saremmo ancora lì dentro, li ha fatti diventare matti con un’informazione sbagliata”
Jack si batté il cinque con William e Caius Pupus segnò la prova come superata, chiedendo poi il lasciapassare a William.
“Molto bene” commentò Caius Pupus “per la prossima prova dovremo uscire dalla città, io comincio ad andare e vi aspetterò lì” dopo aver preso gli ultimi appunti, si avviò.
“Mi congratulo con voi, ragazzi” disse Luke avvicinandosi al gruppo “hai avuto un vero colpo di genio”
William lo ringraziò, mentre i fratelli si congratulavano con lui.
“Meglio se andiamo” continuò il cowboy “ci aspetta ancora parecchia strada da fare” e li superò, dando un colpetto di incoraggiamento sulle spalle di Evelyn.
“Non così in fretta, cowboy” disse Joe, attirando su di sé l’attenzione.
Nessuno si era accorto che fino a quel momento era rimasto in silenzio e che aveva estratto la pistola che aveva trovato nella bocca della statua del leone all’ingresso della città.
Alzò il cane della colt portando il proiettile in posizione.
Evelyn sgranò gli occhi “Joe, che stai facendo!?” esclamò.
Luke si fermò, senza però voltarsi.
Calò un improvviso silenzio, tanto che i fratelli si accorsero che la piazza in cui erano era completamente deserta.
“Io non lo farei se fossi in te, Joe” disse Luke con un tono fin troppo tranquillo “potrebbe ritorcertisi contro” si voltò e lo guardò negli occhi.
“Contro di me?” domandò con finto tono sorpreso “contro di me, no e nemmeno contro i miei fratelli, anzi…” si avvicinò a Jack e lo trascinò con sé.
Lo fece mettere dove prima stava lui e gli porse la pistola.
In un primo momento Jack sembrò non capire che cosa aveva in mano poi, quando si riprese, tenne la pistola puntata verso Luke.
Aveva uno sguardo stranamente deciso.
“Sai bene che non sparerà” continuò Luke, rivolto sempre a Joe “nessuno di loro lo farà”
“Lo faccio io, Joe!” esclamò Averell, che non aveva realizzato che stavano per fare una cosa seria e non un gioco “gli sparo io, Joe!”
“Chiudi il becco, Averell!” sbottò, facendo sì che il fratello mettesse il broncio.
Evelyn sentì il respiro fermarsi in gola “Will, fermali!”
William scosse la testa “Mi spiace, ma devo dissentire” le rispose, lasciandola senza parole.
“Jack, non farlo!” vedendo che William non le dava retta tentò con Jack, che volse lo sguardo verso di lei “ti prego, non farlo” insistette
“Non farlo?” domandò Joe “ma sicuro, Jack, non farlo” gli disse “non vendicare la tua famiglia che è stata ingiustamente rinchiusa in un penitenziario da un cowboy da strapazzo e che ha privato una povera madre dei suoi adorati figli”
Jack spostò lo sguardo da Evelyn alla pistola.
Tremava, ma tenne comunque il suo indice sul grilletto.
Luke non sembrava intenzionato a difendersi “Pensa ad Evelyn” disse rivolto a Jack.
Ma Joe rispose per lui “Si, caro Jack” infierì “pensa ad Evelyn” attirò a sé la ragazza e la strinse “questa povera fanciulla, la nostra pulce, la tua fidanzata che è stata manipolata e baciata da Lucky Luke, il tuo peggior nemico”
“Sei un bastardo, Joe” mormorò Evelyn dimenandosi per liberarsi e avvicinandosi a Jack “Jack, non lo fare”
“Spara” mormorò Joe indietreggiando di un passo.
Evelyn scosse la testa “Jack…”
“Avanti fallo…”
“Ti prego…”
Joe sbuffò “Forza, muoviti” incalzò “FALLO!”
L’esclamazione di Joe giunse in concomitanza con un botto spaventoso.
Luke cadde a terra con un tonfo.
 
 
Messaggio per EVELYN80…tvb ragazzuola, non uccidermi
  
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