Capitolo
11
Quando
la porta delle sue stanze venne spalancata di nuovo
sussultò e per un folle istante credette davvero che fosse
Valarr che, messi da
parte ogni timore o remora, correva da lei per rincuorarla e
assicurarle che
prima o poi avrebbero trovato un modo per far funzionare le cose tra
loro e
magari anche la storia tra Daeron e Kiera. Eppure avrebbe dovuto sapere
che
Valarr non l’avrebbe mai fatto.
Non
poteva prometterle nulla, non aveva una soluzione, e
qualsiasi cosa avessero finito con il fare avrebbe solo peggiorato una
situazione che si profilava già a dir poco disastrosa. Non
era previsto un
lieto fine per loro.
E
lo
sapevo. Non volevo ammetterlo nemmeno con me stessa, ma lo sapevo. Non
sarebbe
mai potuta durare tra di noi, ma mi sono goduta comunque ogni minimo
attimo
rubato alle regole della vita di corte. Non tornerei indietro per nulla
al
mondo.
Eppure
quando le sue iridi incontrarono quelle violacee di
Aerion non potè fare a meno di mostrarsi decisamente
sorpresa.
Scacciò
le lacrime rifiutandosi di farne sgorgare altre di
fronte a lui e asciugò con rabbia quelle che le rigavano
già il volto
alabastrino.
-
Non dovresti farti annunciare prima di irrompere qui dentro
come se nulla fosse? –
-
Mi rimproveri con le lacrime agli occhi? Non molto credibile
se proprio vuoi saperlo, mia signora. –
Si
guardò attorno con curiosità, esaminando ogni
centimetro
della sua stanza, soffermandosi sui drappeggi del suo letto a
baldacchino.
Ne
accarezzò la stoffa e sorrise appena.
-
Bel colore. –
-
Sì, è un bel colore. Sei qui per discutere di
amenità
Aerion? –
-
Al contrario, volevo solo essere certo che la mia signora
stesse bene e non si struggesse per il mio valoroso cugino che sta per
sposarsi
– la rimbeccò, lasciandosi cadere sul bordo del
letto e osservandola con un’espressione
strana sul viso.
Era
un curioso misto di asprezza, ironia pungente, gelida
furia e apprensione.
Aerion
è imprevedibile,
certe volte credo che nemmeno lui sappia che emozioni sta provando e
tantomeno
come rapportarsi ad esse.
Rimase
in silenzio, ben determinata a non dargli alcun tipo di
soddisfazione. Non voleva che si prendesse gioco di lei, che si beasse
della
sua impossibilità nel condividere il resto della vita con
Valarr.
Non
voleva vederlo contento del suo dolore.
-
Non mi piace essere ignorato, Flamaerys. –
La
voce era leziosa, quasi con un’intonazione cantilenante,
mentre la prendeva per mano e la costringeva ad alzarsi da terra e a
raggiungerlo sul letto.
Le
afferrò il mento, spingendola ad alzare il capo quanto
bastava per fissarla dritta negli occhi.
-
Guardami. –
-
Ti sto guardando – mormorò.
Le
accarezzò la guancia, asciugando l’ultima lacrima
che
ancora vagava in corrispondenza dello zigomo, portando poi il dito alle
labbra
e assaporandola lentamente.
-
Non sopporto l’idea di vederti piangere per lui -, ammise
d’un
tratto con rabbia repressa a stento, - è una cosa che mi fa
diventare pazzo. –
Non
è
certo colpa mia se lo sei davvero.
-
Non lo faccio certo per fare un dispetto a te –
rilanciò,
aggrottando la fronte corrucciata.
-
Ne sono consapevole, ma mi domando se … -
-
Se? –
Non
rispose alla sua domanda e si limitò ad attirarla a
sé,
stringendola con sorprendente delicatezza mentre la cingeva con le
braccia
possenti e l’avvolgeva in modo accogliente ma al contempo
irremovibile.
Impiegò
qualche istante a realizzare che Aerion stava cercando
di confortarla a modo suo.
Allargò
le braccia, ricambiando la stretta, e si rilassò
contro di lui arrivando persino ad adagiare il mento
nell’incavo tra il collo e
la spalla.
Un
odore pungente, virile, ben diverso da quello di Valarr le
inondò le narici.
Se
il Giovane Principe era dolce e caldo come le giornate
nelle Isole dell’Estate allora Aerion era freddo e pungente
come l’inverno oltre
la Barriera.
Eppure
stargli vicino per una volta nella vita non è sgradevole, mi
sento quasi a mio
agio.
Avvertì
Aerion voltarsi leggermente verso di lei, sfiorandole
prima la guancia e poi l’angolo delle labbra con le sue.
Fu
un gesto lieve, appena accennato, che venne interrotto
dall’arrivo
di Ricarys.
-
Flame, ho buone notizie … le mie scuse per
l’interruzione, non
avevo idea avessi già visite. –
Si
separarono lentamente sotto lo sguardo sorpreso del
principe dorniano.
-
A quanto pare le tue stanze vengono prese d’assalto un
po’
da chiunque questa sera. –
-
Ricarys ha il vizio di non annunciarsi mai. –
-
Tipico dei dorniani, sempre inopportuni – annuì
Aerion,
tenendole ancora una mano saldamente sulla vita.
Sembra
quasi che voglia confermare la veridicità di quello che
Ricarys ha visto. Mi
chiedo cosa pensi esattamente che significhi questo piccolo e breve
avvicinamento che c’è stato tra di noi.
-
Se avessi saputo di dover affrontare un drago avrei preso
una spada prima di precipitarmi dentro. –
Aerion
fece per aprire bocca e replicare quando Flamaerys si
frappose alla contesa verbale tra i due.
-
Hai detto di avere delle buone notizie, di che si tratta? –
-
Domani partiremo per Dorne e Maekar, così come Daeron e
Baelor, hanno deciso che se lo desideri potrai unirti a noi per un
breve
periodo. Verrà anche Daenora –, aggiunse
sorridendo smagliante, - so che i
Giardini dell’acqua ti mancano molto e in questo periodo sono
spettacolari. –
E
la zia
Daenerys è sempre gentile con me. A Dorne non importa a
nessuno che io sia una
Blackfyre. E poi sarò lontana da Valarr, non ci
sarà modo di incontrarlo per
diversi mesi, e potrò finalmente avere un po’ di
tempo per pensare.
-
Verrò con immenso piacere, ti ringrazio per aver perorato la
mia causa con i nostri zii. –
Ignorò
il mugugno di Aerion, degnandolo appena di uno sguardo,
prima di alzarsi in piedi e abbracciare Ricarys.
-
Quanto starete via? –
-
Fino al torneo in onore dello zio Baelor. –
-
Tre mesi quindi –, considerò Aerion con
serietà, - suppongo
che sia un lasso di tempo sufficiente. –
Sufficiente
per cosa non credo sia chiaro né a me né
tantomeno a Ricarys, ma il fatto che
una volta tanto Aerion si adegui a una delle mie decisioni è
decisamente un
netto miglioramento.
-
Che poi è esattamente il lasso temporale che passeremo io e
i miei fratelli a Roccia del Drago. –
Ecco
dunque
perché è così sereno. Meglio sapermi a
Dorne che ad Approdo del Re vicino a
Valarr quando lui si trova lontano.
Le
depositò un bacio sulla guancia, avvicinandosi a Ricarys e
facendogli cenno di uscire insieme a lui.
-
Immagino che la nostra incantevole Flamaerys debba sistemare
le sue cose per il viaggio che l’attende. Togliamo il
disturbo, dormi bene mia
signora – augurò, chiudendo la porta dietro di
loro con decisione.
Sarebbe
stata una notte lunga, ma quantomeno il mattino
seguente avrebbe fatto rotta per Dorne e non sarebbe stata costretta ad
assistere al matrimonio tra Valarr e Kiera.
Spazio
autrice:
Buonasera!
Spero
che
questo ultimo capitolo della prima parte della trilogia vi sia
piaciuto. Ci
sentiamo molto presto con il prossimo volume della trilogia, che
sarà
ambientato nel corso degli eventi de “Il cavaliere dei Sette
Regni”.
Baci
baci,
Fiamma
Erin Gaunt