Capitolo 37
Una volta varcata la soglia del paese delle
meraviglie, tutti rimasero affascinati dalla bellezza del posto. Prati e alberi
ovunque, con tantissimi fiori che emanavano nell’aria un profumo
rilassante. Una leggera brezza fresca
accarezzava i volti di ognuno di loro e il cinguettio degli uccellini era
piacevole da udire.
“Questo posto è meraviglioso!” disse Snow guardandosi intorno.
Tutti concordarono con lei.
“Guarda mamma, quelli sono i miei fiori
preferiti e sono ovunque!” disse Alice correndo a coglierne qualcuno e odorarne
il profumo. Roni e Chloe si
unirono a lei e la seconda disse “Sai? Anche per me le margherite sono il mio
fiore preferito, ma io prediligo quelle bianche e piccine, quelle comuni che si
trovano in qualsiasi prato!”
“Ma no, sono più belle le margherite grosse e
colorate. Quelle fucsia e quelle rosse sono meravigliose. Non le vedi?” disse
Alice allungando il mazzolino che aveva raccolto verso Chloe
“Si sono belle, ma sono più belle quelle normali!”
“Io preferisco i girasoli. Seguono sempre il
sole!” disse Roni. “Peccato che qui non se ne
vedono!” disse la bimba per poi, correre dalla madre e donarle un mazzo di
fiori. Lo stesso fecero Chloe e Alice, solo che le due le regalarono oltre
che a Emma e Snow, anche a David e Killian.
“Anche se siete dei maschi ecco a voi i fiori,
così non potete dire che preferiamo la mamma e la nonna!” disse Alice
divertita, dato che quando le scappava di dare qualche bacino in più a Emma, Killian faceva il finto offeso e l’accusava di voler più bene
alla mamma e lei per rimediare, andava a riempire di coccole anche il pirata.
“Sono bellissime tesoro!” disse David
accarezzandole la testa.
“Mi domando quali problemi troveremo qui!”
disse Regina, non nascondendo la sua preoccupazione.
“Preferisco pensare che in un posto così bello
non ci siano pericoli!” disse Snow, socchiudendo gli
occhi, ma proprio in quel momento, il cielo di un azzurro intenso, cambiò
colore a causa di nuvole nere che lo ricoprirono e tutto tacque, ogni cosa che
poteva, si nascondeva dagli uccellini ai fiori che si richiudevano su se
stessi.
Tutto si oscurò e sembrò quasi cadere la notte.
Le bambine si aggrapparono ai genitori, i quali
sussultarono quando udirono una voce dietro di loro.
“Nascondetevi!”
Il gruppo cercò il proprietario della voce, ma
non videro nessuno, fin quando rifacendosi sentire, il muso di un gatto nero
dagli occhi azzurri non apparve ad un metro e mezzo da terra. Nessuno si stupì
di vedere solo la testa di un gatto. Era chiaro a tutti loro che si trattava dello
stregatto, ma quello che non tornava, era il perché
quel gatto che era sempre rappresentato come burlone, ora era così spaventato. Nessuno
di loro aveva un eccessiva conoscenza del linguaggio del corpo felino, ma
orecchie indietro e pupille dilatate erano chiaro segno di paura.
“Dovete nascondervi prima che sia troppo
tardi!” disse nuovamente, per poi chiedere loro di seguirlo.
Senza domande fecero cosa era stato chiesto
loro e si nascosero all’interno di un albero, il quale piccolo all’esterno,
sembrava molto grande al suo interno.
“Cosa è questo posto!” chiese Emma, cercando di
capire qualcosa di quel mondo così assurdo.
“è un nascondiglio, mi sembra ovvio!” rispose
il gatto.
“Da chi ci stiamo nascondendo?” chiese Regina.
“Dalla sovrana oscura!” disse il gatto “brutta,
brutta persona. Vi conviene non sfidarla, fareste una brutta fine!” disse il
gatto.
“Non abbiamo intenzione di sfidare nessuno, ma
non possiamo andarcene da qui senza degli oggetti che ci servono per completare
la nostra missione!” disse Snow “Tu puoi aiutarci?”
“Cosa vi serve?” chiese il gatto.
“ Una carta da gioco della regina di cuori, il
cappello del cappellaio matto, una tazza di thè, delle rose rosse e l’orologio
del coniglio bianco!”
Lo stregatto si mise
a ridere “State scherzando vero? Alcuni di questi oggetti non li troverete mai
qui. Quello che state cercando fanno parte del mondo di un'altra Alice. Una che
è venuta qua secoli orsono. Ogni Alice che giunge qua, crea un mondo diverso!”
“Cosa? Quindi vuoi dire che questo paese delle meraviglie,
è un mondo è creato da mia figlia?” chiese Emma sorpresa di come si stava
mettendo la situazione.
“Si, questo mondo è creato dalle cose che
piacciono e spaventano di più vostra figlia e no, non avete sbagliato paese
delle meraviglie, semplicemente quel paese di cui parlate è scomparso. Quindi
niente regina cuori, niente cappellaio matto, rose rosse o carte da gioco!”
disse lo stregatto.
“Come è possibile, abbiamo bisogno di quegli
ingredienti!” disse Regina.
“Emma ci servono proprio quei elementi? Magari
ora che la storia è cambiata, basterà prendere quelli significativi per questo
reame!” disse Snow.
“No, non credo sia così. Ci servono gli
elementi che sono significativi per ogni fiaba che tutto il mondo conosce, se
ne prendessimo degli altri e chiedessimo a chiunque di indovinare la fiaba in
base agli oggetti che vede, non arriverebbe mai alla storia originale di Alice
nel paese delle meraviglie”! disse Emma.
“Allora che si fa?” chiese David.
“Io credo che quel problema possiamo anche
rimandarlo a più tardi!” disse Regina, guardando da un piccolo spioncino
presente nel tronco dell’albero dentro il quale si stavano nascondendo.
“Abbiamo un problema molto più grosso!” disse
Regina, spostandosi per far vedere poi ad Emma quanto vedeva. Emma sbiancò a
quello che vide e lo stesso Killian.
“Cosa succede?” chiese Snow
preoccupata dal volto di tutti.
Tutti videro quello che vide Regina e tutti
rimasero a bocca aperta.
“Non è possibile!” disse Emma, la più sorpresa
di tutti.
“Quella che vedete è la nuova Regina di questo
reame e fatevelo dire ragazzi, ma sento la mancanza della regina di cuori o di
Cora, sebbene non fosse davvero la sovrana di questo mondo, non legalmente
almeno!” disse lo stregatto.
“Mamma, ho paura!” disse Alice, stringendosi a
Emma.
“Come può essere possibile una cosa del genere?
Io sono qui!” disse la salvatrice.
“Come ho detto, questo mondo è creato da vostra
figlia. Dovreste chiederlo a lei!”
Tutti guardarono Alice, la quale guardava tutti
spaesata.
“Questo è ridicolo. Anche se fosse lei a
crearlo, lo deve fare in modo non cosciente!” disse Emma convinta, anche se
doveva ammetterlo, il fatto che ci fosse la sua versione cattiva, la
preoccupava molto.
Tutti quanti uscirono quando videro che il
pericolo era scampato. Non seppero dire a cosa sarebbero andati incontro, se
avessero avuto a che fare con Emma dark one, perché
in fin dei conti, mai la salvatrice aveva ceduto veramente al suo lato oscuro e
dai racconti dello stregatto, sembrava che nel mondo
di Alice, Emma avesse davvero ceduto all’oscurità.
“Conviene andarcene via presto da qui!” disse
Regina, preoccupata.
“Come la mettiamo con gli oggetti che ci
servono?” Chiese Snow.
“Se davvero ogni mondo è a sé, allora come
possiamo sperare di recuperare quello che ci serve?” chiese David.
“Intanto prendiamo quello che possiamo. Per il
resto ci penseremo poi!” disse Killian.
“Tecnicamente possiamo prendere solo l’orologio
del coniglio!” disse Regina.
“Abbiamo anche il cappello. Jefferson è ancora
a Storybrooke e potrebbe averne ancora qualcuno!”
disse Snow.
“Oppure usare quello che ha condotto te ed Emma
alla foresta incantata!” disse Regina “So dove recuperarlo!”
“Bene, due elementi sono reperibili. Anche se
non è detto che sia facile recuperarli. Come acciuffiamo quel coniglio?” chiese
Killian.
“Con una carota? I conigli amano le carote!”
disse Roni logicamente.
“è più facile se glielo chiedo io!” disse lo stregatto “Voi
potete curiosare in giro, magari qualche elemento della vecchia Alice è
rimasto!” fece per andarsene, ma la voce di Emma, che fino a quell’istante era
rimasta pensierosa disse “Aspetta. Se il paese delle meraviglie cambia, come
spieghi la tua presenza e quella del coniglio bianco?”
“Oh è semplice, noi siamo elementi fissi della
fiaba, in quanto rappresentiamo, il portale di entrata e la coscienza della
persona! Bye!” disse il gatto scomparendo.
“Cosa avrà voluto dire?” chiese Emma.
“Bhe, siamo giunti fino a qui inseguendo il coniglio
bianco. Forse è suo il compito di guidare ogni Alice in questo mondo e lo stregatto, sembra saperne molto su questo posto!” disse Snow.
“Bene, direi di fare come ci ha detto lo stregatto. Visitiamo questo reame. Magari davvero troveremo
qualcosa che possa tornarci utili!” disse Regina.
Camminarono per molto tempo e ogni prato
fiorito che vedevano, era sempre pieno di margherite. Non vi era traccia di una
rosa rossa o bianca nemmeno a pagarla.
I paesaggi però erano meravigliosi. Vi era un
lago cristallino con un sacco di pesci, che Killian
riconobbe subito. Nella foresta vicino a Storybrooke,
vi era un posto isolato, dove un lago ricco di vita bagnava quelle terre. Ci
aveva portato Alice diverse volte per insegnarle a pescare e soprattutto, per
migliorare lui stesso, in quanto capitano pirata, sapeva portare la sua adorata
Jolly Roger anche attraverso le tempeste più pericolose, ma non aveva
quasi mai provveduto a procurarsi il
cibo con la pesca, in quanto aveva una miriade di mozzi che lo facevano per
lui.
Erano momenti pacifici che avevano trovato
dimora volentieri nel suo cuore e che donava lui serenità, stesso sentimento
che sentiva provvenire da quel luogo che era presente
nel paese delle meraviglie ed era contento di constatare che anche per la
figlia, quelli erano dei bei momenti.
Vi era una spiaggia normale , come quella che
si poteva trovare a Storybrooke e li vicino vi si
trovava anche il castello con cui i bambini potevano giocare e che Regina aveva
preveduto a ricostruire dopo aver distrutto quello che piaceva ad Henry, solo
per togliergli un posto prezioso che aveva creato un legame con Emma.
Emma sorrise, la portava spesso a giocare lì,
raccontandogli di come Henry provava in tutti i modi a convincerla a credere
nella magia. Per lei era un posto speciale e voleva creare dei bei momenti con
lei in quel luogo, come aveva fatto con Henry.
Altri posti e altri ricordi erano visibili in
quel luogo e anche posti assurdi che potevano scaturire solo dalla mente di una
bambina, ma niente che facesse loro sperare di trovare qualche elemento della
storia originale di Alice nel paese delle meraviglie.
Ad un tratto quella bellezza sparì lasciando il
posto a una landa desolata grigia senza alcun segno di vegetazione.
Vi era un dirupo molto profondo dove in mezzo,
su un’altura sorgeva un castello nero perennemente sormontato da nubi nere
cariche di pioggia, collegate all’altra parte del dirupo, da un ponte di legno.
“Tiro a indovinare? Li abita Emma!” disse
Regina.
“Non sarebbe meglio allontanarci da qui?”chiese Snow, ma prima che
qualcuno potesse anche solo pensare di annuire alla richiesta di Snow, sentirono l’urlo di Alice.
Tutti si girarono al suo grido di aiuto e
rimasero nuovamente scioccati da quello che videro.
“No!” disse Emma paralizzata.
“Questo deve essere uno scherzo!” disse Killian in quanto davanti a loro era comparso la versione
Dark di Killian.