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Autore: Neko    08/01/2019    2 recensioni
Si ritrovò in un posto oscuro. Un buio così pesante da poterlo quasi toccare. Si sentiva accapponare la pelle. Si abbracciò come a cercare conforto e chiamò a gran voce i nomi delle persone che amava. Nessuna voce rispose però al suo richiamo.
Tutto continuava a essere avvolto dall’oscurità. Poi dei lamenti si alzarono nell’aria, interrompendo quel silenzio innaturale che la circondava, ma che rimpiangeva nel sentire quei gemiti di disperazione e di dolore… Si svegliò di soprassalto, con la fronte ricoperta di sudore e una tremenda sensazione di angoscia.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 37

 

Una volta varcata la soglia del paese delle meraviglie, tutti rimasero affascinati dalla bellezza del posto. Prati e alberi ovunque, con tantissimi fiori che emanavano nell’aria un profumo rilassante.  Una leggera brezza fresca accarezzava i volti di ognuno di loro e il cinguettio degli uccellini era piacevole da udire.

“Questo posto è meraviglioso!” disse Snow guardandosi intorno.

Tutti concordarono con lei.

“Guarda mamma, quelli sono i miei fiori preferiti e sono ovunque!” disse Alice correndo a coglierne qualcuno e odorarne il profumo. Roni e Chloe si unirono a lei e la seconda disse “Sai? Anche per me le margherite sono il mio fiore preferito, ma io prediligo quelle bianche e piccine, quelle comuni che si trovano in qualsiasi prato!”

“Ma no, sono più belle le margherite grosse e colorate. Quelle fucsia e quelle rosse sono meravigliose. Non le vedi?” disse Alice allungando il mazzolino che aveva raccolto verso Chloe “Si sono belle, ma sono più belle quelle normali!”

“Io preferisco i girasoli. Seguono sempre il sole!” disse Roni. “Peccato che qui non se ne vedono!” disse la bimba per poi, correre dalla madre e donarle un mazzo di fiori. Lo stesso fecero Chloe e  Alice, solo che le due le regalarono oltre che a Emma e Snow, anche a David e Killian.

“Anche se siete dei maschi ecco a voi i fiori, così non potete dire che preferiamo la mamma e la nonna!” disse Alice divertita, dato che quando le scappava di dare qualche bacino in più a Emma, Killian faceva il finto offeso e l’accusava di voler più bene alla mamma e lei per rimediare, andava a riempire di coccole anche il pirata.

“Sono bellissime tesoro!” disse David accarezzandole la testa.

“Mi domando quali problemi troveremo qui!” disse Regina, non nascondendo la sua preoccupazione.

“Preferisco pensare che in un posto così bello non ci siano pericoli!” disse Snow, socchiudendo gli occhi, ma proprio in quel momento, il cielo di un azzurro intenso, cambiò colore a causa di nuvole nere che lo ricoprirono e tutto tacque, ogni cosa che poteva, si nascondeva dagli uccellini ai fiori che si richiudevano su se stessi.

Tutto si oscurò e sembrò quasi cadere la notte.

Le bambine si aggrapparono ai genitori, i quali sussultarono quando udirono una voce dietro di loro.

“Nascondetevi!”

Il gruppo cercò il proprietario della voce, ma non videro nessuno, fin quando rifacendosi sentire, il muso di un gatto nero dagli occhi azzurri non apparve ad un metro e mezzo da terra. Nessuno si stupì di vedere solo la testa di un gatto. Era chiaro a tutti loro che si trattava dello stregatto, ma quello che non tornava, era il perché quel gatto che era sempre rappresentato come burlone, ora era così spaventato. Nessuno di loro aveva un eccessiva conoscenza del linguaggio del corpo felino, ma orecchie indietro e pupille dilatate erano chiaro segno di paura.

“Dovete nascondervi prima che sia troppo tardi!” disse nuovamente, per poi chiedere loro di seguirlo.

Senza domande fecero cosa era stato chiesto loro e si nascosero all’interno di un albero, il quale piccolo all’esterno, sembrava molto grande al suo interno.

“Cosa è questo posto!” chiese Emma, cercando di capire qualcosa di quel mondo così assurdo.

“è un nascondiglio, mi sembra ovvio!” rispose il gatto.

“Da chi ci stiamo nascondendo?” chiese Regina.

“Dalla sovrana oscura!” disse il gatto “brutta, brutta persona. Vi conviene non sfidarla, fareste una brutta fine!” disse il gatto.

“Non abbiamo intenzione di sfidare nessuno, ma non possiamo andarcene da qui senza degli oggetti che ci servono per completare la nostra missione!” disse Snow “Tu puoi aiutarci?”

“Cosa vi serve?” chiese il gatto.

“ Una carta da gioco della regina di cuori, il cappello del cappellaio matto, una tazza di thè, delle rose rosse e l’orologio del coniglio bianco!”

Lo stregatto si mise a ridere “State scherzando vero? Alcuni di questi oggetti non li troverete mai qui. Quello che state cercando fanno parte del mondo di un'altra Alice. Una che è venuta qua secoli orsono. Ogni Alice che giunge qua, crea un mondo diverso!”

“Cosa? Quindi vuoi dire che questo paese delle meraviglie, è un mondo è creato da mia figlia?” chiese Emma sorpresa di come si stava mettendo la situazione.

“Si, questo mondo è creato dalle cose che piacciono e spaventano di più vostra figlia e no, non avete sbagliato paese delle meraviglie, semplicemente quel paese di cui parlate è scomparso. Quindi niente regina cuori, niente cappellaio matto, rose rosse o carte da gioco!” disse lo stregatto.

“Come è possibile, abbiamo bisogno di quegli ingredienti!” disse Regina.

“Emma ci servono proprio quei elementi? Magari ora che la storia è cambiata, basterà prendere quelli significativi per questo reame!” disse Snow.

“No, non credo sia così. Ci servono gli elementi che sono significativi per ogni fiaba che tutto il mondo conosce, se ne prendessimo degli altri e chiedessimo a chiunque di indovinare la fiaba in base agli oggetti che vede, non arriverebbe mai alla storia originale di Alice nel paese delle meraviglie”! disse Emma.

“Allora che si fa?” chiese David.

“Io credo che quel problema possiamo anche rimandarlo a più tardi!” disse Regina, guardando da un piccolo spioncino presente nel tronco dell’albero dentro il quale si stavano nascondendo.

“Abbiamo un problema molto più grosso!” disse Regina, spostandosi per far vedere poi ad Emma quanto vedeva. Emma sbiancò a quello che vide e lo stesso Killian.

“Cosa succede?” chiese Snow preoccupata dal volto di tutti.

Tutti videro quello che vide Regina e tutti rimasero a bocca aperta.

“Non è possibile!” disse Emma, la più sorpresa di tutti.

“Quella che vedete è la nuova Regina di questo reame e fatevelo dire ragazzi, ma sento la mancanza della regina di cuori o di Cora, sebbene non fosse davvero la sovrana di questo mondo, non legalmente almeno!” disse lo stregatto.

“Mamma, ho paura!” disse Alice, stringendosi a Emma.

“Come può essere possibile una cosa del genere? Io sono qui!” disse la salvatrice.

“Come ho detto, questo mondo è creato da vostra figlia. Dovreste chiederlo a lei!”

Tutti guardarono Alice, la quale guardava tutti spaesata.

“Questo è ridicolo. Anche se fosse lei a crearlo, lo deve fare in modo non cosciente!” disse Emma convinta, anche se doveva ammetterlo, il fatto che ci fosse la sua versione cattiva, la preoccupava molto.

Tutti quanti uscirono quando videro che il pericolo era scampato. Non seppero dire a cosa sarebbero andati incontro, se avessero avuto a che fare con Emma dark one, perché in fin dei conti, mai la salvatrice aveva ceduto veramente al suo lato oscuro e dai racconti dello stregatto, sembrava che nel mondo di Alice, Emma avesse davvero ceduto all’oscurità.

“Conviene andarcene via presto da qui!” disse Regina, preoccupata.

“Come la mettiamo con gli oggetti che ci servono?” Chiese Snow.

“Se davvero ogni mondo è a sé, allora come possiamo sperare di recuperare quello che ci serve?” chiese David.

“Intanto prendiamo quello che possiamo. Per il resto ci penseremo poi!” disse Killian.

“Tecnicamente possiamo prendere solo l’orologio del coniglio!” disse Regina.

“Abbiamo anche il cappello. Jefferson è ancora a Storybrooke e potrebbe averne ancora qualcuno!” disse Snow.

“Oppure usare quello che ha condotto te ed Emma alla foresta incantata!” disse Regina “So dove recuperarlo!”

“Bene, due elementi sono reperibili. Anche se non è detto che sia facile recuperarli. Come acciuffiamo quel coniglio?” chiese Killian.

“Con una carota? I conigli amano le carote!” disse Roni logicamente.

“è più facile se glielo chiedo io!” disse lo stregatto  “Voi potete curiosare in giro, magari qualche elemento della vecchia Alice è rimasto!” fece per andarsene, ma la voce di Emma, che fino a quell’istante era rimasta pensierosa disse “Aspetta. Se il paese delle meraviglie cambia, come spieghi la tua presenza e quella del coniglio bianco?”

“Oh è semplice, noi siamo elementi fissi della fiaba, in quanto rappresentiamo, il portale di entrata e la coscienza della persona! Bye!” disse il gatto scomparendo.

“Cosa avrà voluto dire?” chiese Emma.
Bhe, siamo giunti fino a qui inseguendo il coniglio bianco. Forse è suo il compito di guidare ogni Alice in questo mondo e lo stregatto, sembra saperne molto su questo posto!” disse Snow.

“Bene, direi di fare come ci ha detto lo stregatto. Visitiamo questo reame. Magari davvero troveremo qualcosa che possa tornarci utili!” disse Regina.

Camminarono per molto tempo e ogni prato fiorito che vedevano, era sempre pieno di margherite. Non vi era traccia di una rosa rossa o bianca nemmeno a pagarla.

I paesaggi però erano meravigliosi. Vi era un lago cristallino con un sacco di pesci, che Killian riconobbe subito. Nella foresta vicino a Storybrooke, vi era un posto isolato, dove un lago ricco di vita bagnava quelle terre. Ci aveva portato Alice diverse volte per insegnarle a pescare e soprattutto, per migliorare lui stesso, in quanto capitano pirata, sapeva portare la sua adorata Jolly Roger anche attraverso le tempeste più pericolose, ma non aveva quasi  mai provveduto a procurarsi il cibo con la pesca, in quanto aveva una miriade di mozzi che lo facevano per lui.

Erano momenti pacifici che avevano trovato dimora volentieri nel suo cuore e che donava lui serenità, stesso sentimento che sentiva provvenire da quel luogo che era presente nel paese delle meraviglie ed era contento di constatare che anche per la figlia, quelli erano dei bei momenti.

Vi era una spiaggia normale , come quella che si poteva trovare a Storybrooke e li vicino vi si trovava anche il castello con cui i bambini potevano giocare e che Regina aveva preveduto a ricostruire dopo aver distrutto quello che piaceva ad Henry, solo per togliergli un posto prezioso che aveva creato un legame con Emma.

Emma sorrise, la portava spesso a giocare lì, raccontandogli di come Henry provava in tutti i modi a convincerla a credere nella magia. Per lei era un posto speciale e voleva creare dei bei momenti con lei in quel luogo, come aveva fatto con Henry.

Altri posti e altri ricordi erano visibili in quel luogo e anche posti assurdi che potevano scaturire solo dalla mente di una bambina, ma niente che facesse loro sperare di trovare qualche elemento della storia originale di Alice nel paese delle meraviglie.

Ad un tratto quella bellezza sparì lasciando il posto a una landa desolata grigia senza alcun segno di vegetazione.

Vi era un dirupo molto profondo dove in mezzo, su un’altura sorgeva un castello nero perennemente sormontato da nubi nere cariche di pioggia, collegate all’altra parte del dirupo, da un ponte di legno.

“Tiro a indovinare? Li abita Emma!” disse Regina.

“Non sarebbe meglio allontanarci da qui?”chiese Snow, ma prima che qualcuno potesse anche solo pensare di annuire alla richiesta di Snow, sentirono l’urlo di Alice.

Tutti si girarono al suo grido di aiuto e rimasero nuovamente scioccati da quello che videro.

“No!” disse Emma paralizzata.

“Questo deve essere uno scherzo!” disse Killian in quanto davanti a loro era comparso la versione Dark di Killian.

 

  
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