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Autore: Signorina Granger    10/01/2019    5 recensioni
[Raccolta di OS dedicate ai protagonisti di “Magisterium - 1962”]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Tim & Elvira  
 
Elvira NordströmImage and video hosting by TinyPic & Timothy RussellImage and video hosting by TinyPic


Si erano diplomati da circa due settimane quando Elvira e Timothy si rividero: la ragazza, durante i mesi passati insieme a Durmstrang, aveva più volte espresso il suo desiderio di vedere Londra, così Tim le aveva chiesto di vedersi proprio nella capitale britannica. 

Il ragazzo l’aspettava vicino al monumento di Trafalgar Square, vicino a dove la Passaporta avrebbe portato Elvira. Lanciò un’occhiata impaziente all’orologio, non vedendo l’ora di abbracciare la ragazza ma temendo anche che potesse perdersi. 

Fu quindi un enorme sollievo sentirsi chiamare dalla familiare e vivace voce di Elvira, che il ragazzo vide corrergli incontro con un enorme sorriso sulle labbra e i capelli biondi che le ondeggiavano sulle spalle ad ogni passo. 

“Tim!”
“Ciao Elvy… Cominciavo a temere che avessi perso la Passaporta.”

Timothy sorrise e si alzò dai gradini per raggiungere la ragazza e abbracciarla quando Elvira gli gettò le braccia al collo con slancio:

“Perché hanno tutti così scarsa fiducia in me? Mi sei mancato, Tim.”
“Anche tu. Allora, pronta a vedere Londra?”
“Ma certo, non so se sono più felice di vedere te o la città. Da cosa cominciamo?”
“Direi dalla National Gallery, è qui davanti. Abbiamo parecchie cose da dirci, non ci vediamo da più di un mese.”

“Ma certo, devo raccontarti un mucchio di cose… anche di quale progetto che avrei.”
“Ah sì?”

Elvira annuì, sorridendo mentre lo prendeva sottobraccio per dirigersi, insieme a lui, verso i gradini del museo.

“Proprio così. La mia famiglia non è particolarmente entusiasta, ma sono curiosa di sentire la tua opinione.”


*


“Ragazze, non date il tormento ad Elvira!”

Jade si sporse in salotto per ammonire le figlie di lasciar stare la norvegese, che da quando aveva messo piede in casa Russell era caduta tra le mani delle gemelle, ma anche di Marie, Imogen e Millie Maguire, tutte curiose ed impazienti di conoscere la famosa fidanzata straniera di Timothy.

“E hai un elfo domestico tutto tuo?”
“Già, si chiama Rolf.”
“Wow! Un giorno possiamo vederlo?”


“Mamma, ma perché ci sono anche i Maguire? Li adoro e sono felice di avere David qui, ma non voglio far sentire soffocare Elvira!”
“Iphigenia è accorsa non appena ha sentito, pare che lei e lo zio Andrew avessero scommesso su come fosse fisicamente, o cose simili. Comunque, mi sembra che se la stai cavando bene.”

“Beh, è abituata a stare in mezzo alle persone. Ma tu? Che ne pensi?”

Jade sorrise al figlio, asserendo che a primo impatto non si poteva non trovarla adorabile mentre Iphigenia entrava in cucina e, dirigendosi verso il marito – che stava cucinando – rubò un po’ di salsa prima di sorridere al ragazzo:

“Amore, manca sale.”
“Ma non è vero!”
“Sì invece, fidati. Tim, Elvira mi piace moltissimo!”
“Lo immaginavo… Ma zio, non dovresti cucinare tu! Mamma? Lo zio è un ospite!”

“Ma quale ospite, lo conosco da troppo tempo perché possa definirsi tale, se vuole rendersi utile che faccia pure. Ti voglio bene Andrew!”
“Sì Jade, anche io… prima o poi mi faranno Santo…”

“Come scusa?”
“Niente amore, chiedevo se puoi passarmi il sale.”


*


Timothy quasi non sentiva la voce di Elvira, che lo stava presentando alla sua famiglia. No, la sua attenzione era tutta per i tre fratelli della ragazza, che a differenza della padrona di casa – la nonna, che sembrava sinceramente contenta di conoscerlo – lo stavano squadrando con aria a dir poco inquisitoria.

“Magnus, Nikolai, Ruben, non fate i maleducati…Non parlano molto, ma erano molto curiosi di conoscerti.”

“Sì, molto curiosi.”  Magnus, il maggiore, allungò una mano senza distogliere il suo sguardo ceruleo dal ragazzo che aveva di fronte, tanto che Timothy non dubitò della veridicità delle sue parole nemmeno per un istante: sicuramente stavano già cercando di capire se fosse un ragazzo affidabile o meno.

“Anche io, Elvira parla sempre della sua famiglia, in particolare dei suoi tre fratelli maggiori. È bello conoscervi, finalmente.”

Timothy sorrise amabilmente mentre stringeva la mano del norvegese, ringraziando mentalmente la sua innata capacità di conquistare le persone: come diceva sempre sua madre, il suo sorriso faceva miracoli.


*


“Dici che così va bene?”
“Forse un po’ più a sinistra…”

“Dove posso mettere questo scatolone?”

Katja si affacciò al grande open-space dell’attico per rivolgersi ad Elvira, che stava studiando la posizione ottimale del divano insieme a Natalia.

“Sul tavolo, grazie Kat. Così?”
Elvira spostò leggermente il divano color tortora e Natalia, inclinando appena la testa, annuì con aria assorta:

“Meglio.”
“Sono felice che siate venute ad aiutarmi ragazze, i miei fratelli si erano offerti ma con loro non sarebbe stato lo stesso… Inoltre, così possiamo passare un po’ di tempo insieme.”

Elvira sorrise allegra mentre Katja svuotava lo scatolone, tirando fuori fotografie e libri.

“Figurati, dovere. E poi ci hai promesso un giro per Zurigo, non dimenticarlo.”
“Non potrei mai. Rolf, puoi aiutare Kat a sistemare le foto, per favore?”

L’elfo, che i nonni della ragazza avevano insistito affinché la seguisse in Svizzera durante la sua specializzazione in Pozioni, smise di sistemare il tappeto e annuì, trotterellando verso la rumena un attimo dopo.

“Sono un po’ sorpresa che ti abbiano lasciato venire a studiare qui, sai?”
“Non credere che non sia stata dura, ho dovuto acconsentire a molte condizioni: la presenza di Rolf, un enorme appartamento in centro e una visita alla settimana. Credo che temano che possa dare fuoco all’attico…”
“Beh, per fortuna c’è Rolf, e le visite settimanali di tanto in tanto includeranno anche me e Kat, non dubitarne. Vieni, andiamo a sistemare la cucina.”

Natalia sorrise e sistemo un braccio sulle spalle dell’amica, conducendola verso la cucina mentre Katja, indicando la foto che di erano fatte scattare il giorno del Diploma, asseriva allegra che quella meritasse un posto in primo piano nel nuovo appartamento di Elvira.


*


Timothy e David stavano studiando ognuno per conto proprio, tanto che il loro appartamento era avvolto da un completo silenzio. 
Per i due condividere lo spazio non era certo un problema, dopo sette anni trascorsi a dividere una sola stanza un intero appartamento sembrava uno spazio enorme. 

Per la gioia delle gemelle, che ora potevano finalmente contare una stanza a testa, Tim e David si erano trasferiti a Londra un paio di mesi dopo il Diploma, ma i due amici non avevano fatto i conti con un paio di variabili dal peso considerevole: quando sentirono bussare alla porta con insistenza entrambi sollevarono lo sguardo, confusi. 
Timothy fece capolino sulla soglia della stanza dell’ex Grifondoro poco dopo, la fronte aggrottata:

“Aspettiamo qualcuno?”
“Non che io sappia.”

David si alzò, lasciando il libro sul letto per dirigersi verso l’ingresso insieme all’amico. Quando Tim aprì la porta entrambi sgranarono gli occhi, sbalorditi:

“Mamma?!”
“Mamma?!”

“Che ci fate qui?!”
“Veniamo a controllare come ve la cavate, mi sembra ovvio. Santa Marie Curie, ma cos’è quella roba?!”

Iphigenia indicò sgomenta un mucchio di vestiti sporchi mentre Jade, alzando gli occhi al cielo, porgeva all’amica un paio di guanti di l’attrice:

“Come sospettavo, qui c’è bisogno di noi… David, pensavo che vivere con tre sorelle ti avesse insegnato qualcosa!”
“Mamma, ma perché i guanti?!”
“Meglio prevenire che curare, Dave. Jade, tu vai in cucina, io non ho il coraggio.”

Timothy e Dave si scambiarono due occhiate esasperate, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di muovere un muscolo o di impedire alle madri di rimettere tutto in ordine, lasciando che le due ex Tassorosso facessero – come sempre – di testa loro.


*


“So che è difficile vedersi, ma adoro passare il tempo con te. E poi ho quasi finito la specializzazione, quindi presto avremo sicuramente più tempo per stare insieme.”

Elvira sorrise mentre stringeva sopra al tavolo la mano del fidanzato, che annuì con un sorriso tirato: all’inizio era stato difficile, ma con il tempo erano riusciti ad abituarsi ed organizzarsi ai nuovi stili di vita di entrambi. Certo con lui a Londra e lei a Zurigo vedersi non era facile, ma Timothy non aveva mai discusso con Elvira sulla sua decisione di studiare in Svizzera considerate le scarsissime possibilità di farlo che avrebbe avuto in Norvegia, dove la maggioranza delle streghe di buona famiglia non continuava gli studi dopo il Diploma.

“Non vedo l’ora, ma sono comunque felice di saperti fiera di quello che fai, Elvy. E anche io sono fiero di te, ovviamente.”
“Grazie. Sono felice di averlo fatto, sai? Ho dimostrato a tutti che ne ero in grado, che potevo cavarmela in un posto nuovo, da sola. Certo ho avuto l’aiuto economico dei miei nonni, ma hanno insistito tanto… un po’ mi pesa dover sempre dipendere da qualcuno, mi sento quasi in colpa.”

“Elvy, i tuoi nonni ti adorano e vogliono solo il meglio per la loro deliziosa nipote. Lo stesso vale per i tuoi fratelli… e per me, certo. Sarai una grande pozionista, ne sono sicuro.”

Timothy le sorrise con affetto ed Elvira ricambiò prima di sporgersi e abbracciarlo, mormorando che era un tesoro e che era stata terribilmente fortunata ad incontrarlo, cinque anni prima.


*


“C’è qualcosa che vuoi dirmi?”
“Come fai a saperlo?!”
“Ti conosco da quando portavamo il pannolino, Tim… andiamo, cosa c’è?”

Dave inarcò un sopracciglio e rivolse un’occhiata interrogativa all’amico senza smettere di accarezzare Mist, che se ne stava accoccolato sulle sue ginocchia come sempre. 
L’ex Tassorosso esitò ma poi, schiarendosi la voce, parlò guardandosi le mani:

“Stavo pensando di chiedere ad Elvira di sposarmi.”
“Sì, lo sapevo.”
“Come sarebbe “lo sapevo”?!”
“Te l’ho appena detto, ti conosco da tutta la vita! Beh, era ora, comunque, state insieme da sei anni.”


*


“Non mi divertivo così tanto da settimane!”
“Sì, lo vedo…” 

Iphigenia sorrise allegra mentre il marito, seduto accanto a lei tenendo le gambe accavallate, la guardava con aria eloquente. David, seduto vicino alla madre dall’altro lato, assisteva esanime allo scenario che aveva di fronte: Timothy aveva insistito affinché fossero presenti anche loro, forse per mitigare la situazione. 

Di certo però frenare l’entusiasmo di Jade, delle gemelle o della nonna di Elvira sarebbe stato difficile, tanto che il nonno, i fratelli della ragazza e il padre di Tim avevano deciso di lasciar fare a loro, restando in un angolo ad assistere con aria mite.

“Nonna, non la voglio la scultura di ghiaccio, ti prego, semplicità…”
“Ma ci si sposa una volta sola! Oh, senza offesa Jade, so che Thomas si è sposato due volte… beh, insomma, di solito ci si sposa una volta sola e di sicuro è ciò che auguro a te e a Tim. Ragazze, vi piacciono questi vestiti? Sarete bellissime, ma forse ci vuole qualche altro brillante sul corpetto?”

Megan e Carol asserirono allegre che quelli erano perfetti mentre Elvira, invece, sospirava e si rivolgeva seria al fidanzato. Il tutto mentre Iphigenia ridacchiava divertita.

“Tim, non hai detto che in America c’è un posto dove le copie disperate scappano per sposarsi senza il caos dell’organizzazione o l’intralcio dei parenti?”
“Sì, Las Vegas.”
“Bene, andiamoci subito. Al massimo possono venire David, i suoi genitori, tuo padre, il nonno e i fratelli orsi.”


*


“Sono furiosa con te per la storia della dote, sai? Non ne volevo sapere, per non parlare della cifra vergognosa, che orrore…”

Elvira sbuffò mente si lisciava la gonna del vestito, suo nonno, invece, non battè ciglio mentre le porgeva il braccio, impassibile:

“Tesoro, ne abbiamo parlato tante volte… Ti siamo venuti incontro in molte cose, ma su questo non transigo. L’importante, comunque, è che tu e Timothy siate felici e sono sicura che sarà così.”
“Lo spero. Come sto?”

“Sei bellissima tesoro… Mi piacerebbe che i tuoi genitori potessero vederti, o che ti avessero potuta conoscere: da bambina eri adorabile, ma crescendo sei diventata la splendida ragazza che vedo adesso.”
“Dici che gli sarei piaciuta?”
“Certo, come a tutti.”  Il nonno le diede un bacio sulla fronte ed Elvira sorrise appena, leggermente rincuorata mentre, a poca distanza, Natalia, Katja e le gemelle chiacchieravano e fremevano emozionate.

“D’accordo, direi che possiamo cominciare… Nonno, tienimi, non posso cadere proprio oggi, sarebbe troppo persino per me. Ragazze, siete pronte?”
“Prontissime, non vedevo l’ora! Ti voglio bene Elvy.”

Katja sorrise allegra e corse dall’amica per abbracciarla, imitata un attimo dopo da Natalia, che sorrise alla bionda prima di parlare sistemandole una ciocca di capelli biondi:

“Sono davvero felice per te, sai? Siete già una coppia stupenda e continuerete ad esserlo.”
“Grazie Lia. Ah, posso fare da madrina per la piccola Dorothy?”

“Possiamo parlarne dopo la cerimonia, ora ti devi sposare!”
“Va bene, scusa, volevo solo prenotarmi prima di Kat!”


*



“Non riesco a credere che questa sia davvero casa nostra, davvero, non è.. assurdo?”
Elvira sorrise allegra mentre, con l’aiuto della magia, sistemava le sue cose insieme a Timothy nel loro nuovo salotto. Timothy che annuì, abbracciandola da dietro per darle un bacio sul collo e appoggiare la testa sulla sua spalla:

“È un po’ strano forse, ma dopo anni di lontananza è bellissimo. E grazie per aver accettato di vivere in Inghilterra, davvero Elvy.”
“Figurati, infondo è meglio così, del resto io so l’inglese, ma tu non parli il norvegese. La mia famiglia sperava rimanessimo in Scandinavia, ma non l’hanno presa male, e ho promesso molte visite, naturalmente.”
“Naturalmente.”

Timothy sorrise, annuendo mentre la ragazza si girava per abbracciarlo a sua volta, accarezzandogli i capelli con due dita prima che il ragazzo, dopo un attimo di esitazione, parlasse:

“A proposito, credo che non mi dispiacerebbe iniziare a capire qualcosa di norvegese, direi che sarebbe ora. No?”
“Sarò felice di farti da mentore, ma ti avviso, non è una lingua semplice.”

“Lo so cara, quando sento parlare te e la tua famiglia mi sembra di ascoltare la radio con tanto di interferenze.”


*


Laila, Image and video hosting by TinyPicJonathan, Sebastian Image and video hosting by TinyPice Molly RussellImage and video hosting by TinyPic


“Sbaglio o sono l’unico che sta mettendo in ordine? Signorini, andate a riordinare la vostra camera, zia Lia e zio Dom saranno qui tra poco.”

Timothy, intercettati i due figli maschi in corridoio, mise le mani sulle spalle dei gemelli e li indirizzò verso la stanza giusta, ignorando le loro proteste sommesse.
Il mago scese in salotto quando vide Elvira in salotto, seduta sul divano vicino a Laila mentre la piccola Molly giocava tranquilla nel suo box.

“Da quando il salotto è così in ordine… come avete fatto?”

“Laila, tuo padre non ha la minima fiducia in me, lo vedi? Pensa che non sia nemmeno in grado di pulire una stanza senza apportare ancora più confusione!”
“Lo penso per esperienza personale, tesoro. Laila, la mamma ha chiesto a Rolf di aiutarla, vero?”

Timothy inarcò un sopracciglio mentre si chinava per sollevare Molly, che parve piuttosto contenta di abbandonare il suo sonaglio per stare tra le braccia del padre, appoggiando la piccola testa sulla sua spalla mentre il mago le sfiorava la schiena con le dita.
La primogenita, invece, esitò e fece saettare lo sguardo dalla madre al padre, esitando forse un istante di troppo di scuotere il capo e negare. 

Elvira roteò gli occhi, ma sentendo il campanello ebbe la scusa per congedare il scritto, chiedendogli di andare ad aprire agli amici prima di rivolgersi alla figlia:

“Tesoro, dobbiamo allenare la tua capacità di storpiare la verità sulle mie capacità domestiche con tuo padre.”
“Scusa mamma, ma non riesco a mentire a papà! Forse dovremmo dirgli che abbiamo rovesciato un mucchio di fuliggine sul pavimento me tre cercavamo di pulire il camino?” 

La ragazzina esitò e la madre, impassibile, scosse il capo con aria terribilmente seria:

“Facciamo dopo, altrimenti Lia mi prenderà in giro per un’eternità… Natalia, ciao!”

Dopodiché la donna si alzò, raggiungendo l’amica allargando le braccia per stringerla mentre una Dorothy sorridente raggiungeva Laila per salutarla. 
A quel punto, vedendo l’amica, proprio come la madre Laila parve scordarsi della questione, limitandosi ad alzarsi per abbracciarla mentre la voce del padre giungeva alle orecchie di Elvira facendola raggelare:

“Ma sotto al tappeto cosa c’è, fuliggine?!”
Laila soffocò una risata mentre Natalia, intuendo la situazione, alzava gli occhi al cielo e Michael rideva sotto i baffi. Sebastian e Jonathan raggiunsero il pianterreno proprio in quel momento, salutando Dominik e Lucie con aria allegra mentre la padrona di casa, sgranando gli occhi, sfoggiava la sua espressione più sbalordita possibile:

“Tesoro, che dici, hai le allucinazioni? Forse hai bisogno di riposo…”





   
 
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