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Autore: Federico    17/07/2009    3 recensioni
Contrariamente a tutte le previsioni, sono riuscito a scrivere questa breve storia che è un po' il seguito di "Questioni di testa". Un giorno Rufy e Usopp giocano a Nami uno scherzo riguardante una bombola d'elio e un tubo...Ma saranno guai grossi, anzi enormi.Spero vi piaccia.
Genere: Commedia, Parodia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Usop
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Mugiwara funny accidents'
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Kahei-chan: Al momento Sanji è molto, molto indeciso su cosa fare….E tieni conto che Rufy e Usopp sono lì a portata di mano. Per ora l’elio ha prodotto solo un bel po’ di gonfiore di stomaco….Se poi le sia venuta anche la vocina lo vedrai.

Lucy94: Tutti per ora stanno compatendo Nami, e hanno ben ragione di farlo. Ma forse l’andare alla ricerca di Nami perduta sarà una punizione ben peggiore che essere malmenati dalla ciurma.

 

Questa fic, purtroppo, è gia finita, per cui ringrazio Lucy94 e Kahei-chan che hanno recensito e Kahei-chan e Missele che l’hanno messa fra le storie preferite.

Mi piacerebbe che i lettori mi indicassero tramite alle recensioni le loro scene e personaggi preferiti, ma lascio questo alla loro decisione.

Innanzitutto annuncio che a breve pubblicherò sul fandom di “Naruto” una fic Au composta da capitoli slegati fra loro, e in cui in ogni capitolo un personaggio si trova alle prese con una creatura leggendaria o mostro….Consigliata agli amanti del mistero e del brivido.

Riguardo a O. P. stavo pensando di tornare al genere di storie che piacciono a me, ovvero quelle dove Flotta dei 7, Marina e imperatori se le suonano di santa ragione.

Stavo pensando a una fic sull’assalto a Marineford, oppure al seguito di “Due insoliti cacciatori di taglie” magari ambientato nel Nuovo mondo con nuovi Schichibukai e qualche ammiraglio ad aiutare Occhi di falco e Crocodile…Voi chi ci vedreste bene al loro fianco?

 

Gonfia e rigonfia

 

In breve tempo Rufy e Usopp si misero a correre inseguiti per tutto il ponte danneggiato dal

biondo cuoco che esibiva le zanne sbraitando: “VOI! Voi avete ridotto così Nami-chan e voi la

riporterete qui, o vi ci manderò a calci nel deretano!” e sfogandosi distruggendo qualche pezzo della Sunny a pedate.

Il cecchino e il comandante si inginocchiarono davanti a Sanji e chiesero solennemente perdono.

“Riporterò qui Nami, costi quel che costi! E’ la nostra amica e la nostra navigatrice!” promise solenne Rufy.

“Meno male…Senza quella lì ci perderemmo dopo un giorno” borbottò Zoro scuotendo il capo.

“In carrozza gente!” urlò Franky mettendosi al timone. “Si va a cercare la signora scomparsa!”.

Così parlando accese i motori a cola e il veliero balzò violentemente in avanti, verso l’infinito e oltre.

Ma cos’era successo nel frattempo a Nami?

L’eroica navigatrice aveva continuato a percorrere i cieli infiniti galleggiando come una nuvola, ridotta a quel che si dice un pallone gonfiato.

Per un giorno intero la bombola aveva continuato a funzionare, immettendole elio puro nello stomaco, fino a non farla neanche sembrare umana.

Il suo corpo era ora così grosso che poteva ricoprire sotto la propria ombra un’intera isola.

Il ventre sporgeva enormemente, simile a una mongolfiera, dilatato fino all’inverosimile.

Il giro vita era letteralmente esploso, tanto che ci sarebbe voluto un metro molto lungo per misurarlo, e le forme sinuose a clessidra di quella che avrebbe potuto benissimo fare la testimonial dell’acqua Vitasnella avevano lasciato il posto alla silhouette di una balena gravida.

Le braccia e le gambe erano diventate di forma rotonda anch’esse, e le mani e i piedi nudi sembravano quelli della donna cannone di un circo.

Il viso si distingueva appena per  la presenza di occhi, naso, capelli e bocca, poi si era talmente gonfiato da  essere indistinguibile dal collo.

Le guance erano ancora piene di gas fino all’orlo, e la ragazza doveva fare sforzi sovrumani per non aprire la bocca, il che avrebbe comportato uno sgonfiamento immediato con conseguente caduta in mare, vincendo la tentazione di emettere un poderoso rutto che avrebbe causato come minimo un maremoto e avrebbe eliminato quella fastidiosa sensazione di pienezza.

Da ormai era in volo, senza poter chiudere occhi, mangiare, bere, e andare in bagno ( ovviamente non aveva problemi di respirazione).

Numerose volte la Marina l’aveva bombardata ritenendola una macchina da guerra al servizio di Monkey D. Dragon, e nello stesso tempo il capo dei rivoluzionari l’aveva cannoneggiata credendola l’ultimo ritrovato del dottor Vegapunk.

Non si può poi tacere degli uccelli che costantemente si posavano sulla sua schiena per scroccare un passaggio e tentavano di beccarla; Nami si infuriava tremendamente e cercava di scacciarli agitandosi, rovesciandosi, compiendo strane acrobazie fra le nuvole e provando a muovere gli arti, che tuttavia non potevano fare altro che ballonzolare ripieni d’elio.

La giovane stava passando dei momenti d’inferno.

“E’ tutta colpa di quelli imbecilli di Rufy e Usopp!” pensava furibonda lanciando fulmini dagli occhi. “ Giuro che se li becco li mangio vivi, e non mi importa se ingrasso come un ippopotamo, tanto peggio di così non posso andare!” continuava cercando vanamente di toccarsi la pancia.

Ma fortunatamente i suoi compagni si erano messi in moto.

“Ma dove sarà finita?” si chiedeva Rufy stando con il naso all’insù e fischiando come un  treno.

“E che ne so io?” gli rispose Zoro che, contrariato, cercava di dormire infischiandosene dei propri doveri. “ Con tutti i problemi che già abbiamo dovevi fare anche questa stupidaggine?”.

“Non è colpa nostra! E’ stata lei a insistere!” strillò Usopp stravolgendo completamente la verità, al che Sanji gli abbatté un piede sulla testa e gli rivolse le seguenti minacce: “Chiudi il becco, mentitore che non sei altro! Vedi di lavorare o ti faccio fare una brutta fine!” aggiunse in vero stile

da boss mafioso.

In realtà erano molti quelli che non facevano una benemerita mazza: Franky, inserito il pilota automatico, chattava con i suoi amici carpentieri riguardo al tempo, allo sport e alla politica estera, Brook suonava una canzone lamentosa facendo venir voglia a tutti gli esseri viventi nei dintorni di lapidarlo, Chopper si era imboscato, probabilmente per spacciare droga ai gabbiani, e Robin stava distesa su un asciugamano da quattro soldi prendendo un sole.

E fu proprio l’archeologa che, fissando vacuamente il cielo sopra di sé, vide un oggetto volante non identificato che indossava una canottiera nera e aveva i capelli color carota.

“E’ lei?” domandò stupefatta senza perdere la sua proverbiale flemma, e subito il cuoco le fece eco, piroettando con l’occhio trasformato in cuore: “Sììììììì!!! E’ Nami-chan! Poverina, deve essersi sentita sola, aver avuto freddo, fame, sete, noia….Ma adesso il tuo principe azzurro ti salverà!”.

“Non preoccupatevi! Ci penso io!” gridò Rufy salendo sul parapetto, mettendosi in posizione, invocando i poteri arcani del frutto del diavolo e allungando il braccio, con una mossa che i doppiatori di Mediaset avrebbero certamente adattato in modo orrendo, arrivando fino ad afferrare una delle gambe simili a colonne di Nami.

Tutti i restanti Mugiwara si incamminarono in fila indiana e si arrampicarono lungo il corpo del comandante, ormai abituato a questo genere di strapazzi, raggiungendo dopo un’avventurosa scalata la massa mastodontica della navigatrice.

“Ma è….obesa” esordì il carpentiere come se avesse appena detto la cosa più vera del mondo.

“Hai messo su qualche chiletto eh cara?” commentò sarcastica Robin affondandole i tacchi affilati nella schiena.

Nami emise una serie di grugniti e borbottii animaleschi a bocca chiusa, e Chopper tradusse: “Non è colpa mia se sono diventata un pallone gigante con un pancione enorme pieno di gas e stai zitta tu che hai la cellulite”.

Mentre l’archeologa si metteva a piangere disperata per l’essere stata smascherata in pubblico, Usopp infilò un dito nelle molli carni della navigatrice esclamando: “Wow, sembra l’omino della Michelin!” e lo scheletro replicò da parte sua: “Chissà di che colore sono le sue mutandine…”.

“Voi non avete il diritto di prendere in giro Nami!” sbraitò Sanji guardandoli male con i denti che fuoriuscivano dalle mascelle e l’occhio bianco. “E tu piantala di fare il citrullo se non vuoi ucciderci tutti!” gridò rivolgendosi a Rufy che saltellava rimbalzando sul corpo della ragazza come se fosse all’ottovolante, facendole venire voglia di aprire la bocca e sputare.

“Tutto è bene quel che finisce bene” sentenziò Zoro lucidando una spada quando all’improvviso fu punto da una vespa e per il dolore lasciò andare la katana, che forò Nami.

L’elio prese a uscire dal buco facendo temere tutti per la propria incolumità, ma Cappello di paglia risolse brillantemente la situazione infilandovi la bocca e lasciando che il gas, anziché disperdersi in aria, gonfiasse lui.

Stranamente, nonostante fosse lo stesso principio del Gear Third, Rufy si mostrò molto meno resistente della navigatrice che pure non era di gomma: fatto sta che si sforzò, diventando prima rosso e poi blu, e aprì la bocca, sgonfiandosi con un sibilo.

Il capitano volò in tutte le direzioni, mentre il gas continuava a fuggire, con attaccata la ciurma urlante, compreso un Sanji già abbarbicato a Nami di nuovo di cattivo umore: sorvolarono Shanks il rosso che smattava ubriaco alla Festa dell’unità ed Ace che gli salutava dalla sua cella a Impel Down, quindi riatterrarono sulla Sunny, stanchi e ammaccati, finendo sugli alberi o nei boccaporti.

La prima cosa che Rufy disse fu: “Sanji, mi dai da bere? Tutto questo movimento mi ha fatto venire sete!”, ma il cuoco obiettò acido: “Arrangiati! Io servo solo le ragazze!”.

Lamentandosi per l’ingiustizia del mondo, Cappello di paglia si limitò ad allungare il collo fuoribordo aspirando l’acqua di mare e gonfiando mostruosamente il proprio ventre: poi, barcollando, cercò di entrare in una porta ma abbatté direttamente la parete, tanto era grosso.

Nami, con un grosso cerotto nel punto in cui era stata bucata dallo spadaccino, fissò i telespettatori e tirando fuori una bottiglia disse sorridente: “Non volete finire come lui? Allora bevete Acqua Vitasnella, l’acqua che elimina l’acqua!”.

  
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