Spazio
autore
Kahei-chan:
Al momento Sanji è
molto, molto indeciso su cosa fare….E tieni conto che Rufy e
Usopp sono lì a
portata di mano. Per ora l’elio ha prodotto solo un bel
po’ di gonfiore di
stomaco….Se poi le sia venuta anche la vocina lo vedrai.
Lucy94:
Tutti per ora stanno
compatendo Nami, e hanno ben ragione di farlo. Ma forse
l’andare alla ricerca
di Nami perduta sarà una punizione ben peggiore che essere
malmenati dalla
ciurma.
Questa
fic, purtroppo, è gia
finita, per cui ringrazio Lucy94 e Kahei-chan che hanno recensito e
Kahei-chan
e Missele che l’hanno messa fra le storie preferite.
Mi
piacerebbe che i lettori mi
indicassero tramite alle recensioni le loro scene e personaggi
preferiti, ma
lascio questo alla loro decisione.
Innanzitutto
annuncio che a breve
pubblicherò sul fandom di “Naruto” una
fic Au composta da capitoli slegati fra
loro, e in cui in ogni capitolo un personaggio si trova alle prese con
una
creatura leggendaria o mostro….Consigliata agli amanti del
mistero e del
brivido.
Riguardo
a O. P. stavo pensando di
tornare al genere di storie che piacciono a me, ovvero quelle dove
Flotta dei
7, Marina e imperatori se le suonano di santa ragione.
Stavo
pensando a una fic
sull’assalto a Marineford, oppure al seguito di
“Due insoliti cacciatori di
taglie” magari ambientato nel Nuovo mondo con nuovi
Schichibukai e qualche
ammiraglio ad aiutare Occhi di falco e Crocodile…Voi chi ci
vedreste bene al
loro fianco?
Gonfia
e rigonfia
In
breve tempo Rufy e Usopp si
misero a correre inseguiti per tutto il ponte danneggiato dal
biondo
cuoco che esibiva le zanne
sbraitando: “VOI! Voi avete ridotto così Nami-chan
e voi la
riporterete
qui, o vi ci manderò a
calci nel deretano!” e sfogandosi distruggendo qualche pezzo
della Sunny a
pedate.
Il
cecchino e il comandante si
inginocchiarono davanti a Sanji e chiesero solennemente perdono.
“Riporterò
qui Nami, costi quel
che costi! E’ la nostra amica e la nostra
navigatrice!” promise solenne Rufy.
“Meno
male…Senza quella lì ci
perderemmo dopo un giorno” borbottò Zoro scuotendo
il capo.
“In
carrozza gente!” urlò Franky
mettendosi al timone. “Si va a cercare la signora
scomparsa!”.
Così
parlando accese i motori a
cola e il veliero balzò violentemente in avanti, verso
l’infinito e oltre.
Ma
cos’era successo nel frattempo
a Nami?
L’eroica
navigatrice aveva
continuato a percorrere i cieli infiniti galleggiando come una nuvola,
ridotta
a quel che si dice un pallone gonfiato.
Per
un giorno intero la bombola
aveva continuato a funzionare, immettendole elio puro nello stomaco,
fino a non
farla neanche sembrare umana.
Il
suo corpo era ora così grosso
che poteva ricoprire sotto la propria ombra un’intera isola.
Il
ventre sporgeva enormemente,
simile a una mongolfiera, dilatato fino all’inverosimile.
Il
giro vita era letteralmente
esploso, tanto che ci sarebbe voluto un metro molto lungo per
misurarlo, e le
forme sinuose a clessidra di quella che avrebbe potuto benissimo fare
la
testimonial dell’acqua Vitasnella avevano lasciato il posto
alla silhouette di
una balena gravida.
Le
braccia e le gambe erano
diventate di forma rotonda anch’esse, e le mani e i piedi
nudi sembravano
quelli della donna cannone di un circo.
Il
viso si distingueva appena
per la presenza di
occhi, naso, capelli
e bocca, poi si era talmente gonfiato da
essere indistinguibile dal collo.
Le
guance erano ancora piene di
gas fino all’orlo, e la ragazza doveva fare sforzi sovrumani
per non aprire la
bocca, il che avrebbe comportato uno sgonfiamento immediato con
conseguente
caduta in mare, vincendo la tentazione di emettere un poderoso rutto
che
avrebbe causato come minimo un maremoto e avrebbe eliminato quella
fastidiosa
sensazione di pienezza.
Da
ormai era in volo, senza poter
chiudere occhi, mangiare, bere, e andare in bagno ( ovviamente non
aveva
problemi di respirazione).
Numerose
volte
Non
si può poi tacere degli
uccelli che costantemente si posavano sulla sua schiena per scroccare
un
passaggio e tentavano di beccarla; Nami si infuriava tremendamente e
cercava di
scacciarli agitandosi, rovesciandosi, compiendo strane acrobazie fra le
nuvole
e provando a muovere gli arti, che tuttavia non potevano fare altro che
ballonzolare ripieni d’elio.
La
giovane stava passando dei
momenti d’inferno.
“E’
tutta colpa di quelli
imbecilli di Rufy e Usopp!” pensava furibonda lanciando
fulmini dagli occhi. “
Giuro che se li becco li mangio vivi, e non mi importa se ingrasso come
un
ippopotamo, tanto peggio di così non posso
andare!” continuava cercando
vanamente di toccarsi la pancia.
Ma
fortunatamente i suoi compagni
si erano messi in moto.
“Ma
dove sarà finita?” si chiedeva
Rufy stando con il naso all’insù e fischiando come
un treno.
“E
che ne so io?” gli rispose Zoro
che, contrariato, cercava di dormire infischiandosene dei propri
doveri. “ Con
tutti i problemi che già abbiamo dovevi fare anche questa
stupidaggine?”.
“Non
è colpa nostra! E’ stata lei
a insistere!” strillò Usopp stravolgendo
completamente la verità, al che Sanji
gli abbatté un piede sulla testa e gli rivolse le seguenti
minacce: “Chiudi il
becco, mentitore che non sei altro! Vedi di lavorare o ti faccio fare
una
brutta fine!” aggiunse in vero stile
da
boss mafioso.
In
realtà erano molti quelli che
non facevano una benemerita mazza: Franky, inserito il pilota
automatico,
chattava con i suoi amici carpentieri riguardo al tempo, allo sport e
alla
politica estera, Brook suonava una canzone lamentosa facendo venir
voglia a
tutti gli esseri viventi nei dintorni di lapidarlo, Chopper si era
imboscato,
probabilmente per spacciare droga ai gabbiani, e Robin stava distesa su
un
asciugamano da quattro soldi prendendo un sole.
E
fu proprio l’archeologa che,
fissando vacuamente il cielo sopra di sé, vide un oggetto
volante non
identificato che indossava una canottiera nera e aveva i capelli color
carota.
“E’
lei?” domandò stupefatta senza
perdere la sua proverbiale flemma, e subito il cuoco le fece eco,
piroettando
con l’occhio trasformato in cuore:
“Sììììììì!!!
E’ Nami-chan! Poverina, deve
essersi sentita sola, aver avuto freddo, fame, sete,
noia….Ma adesso il tuo
principe azzurro ti salverà!”.
“Non
preoccupatevi! Ci penso io!”
gridò Rufy salendo sul parapetto, mettendosi in posizione,
invocando i poteri
arcani del frutto del diavolo e allungando il braccio, con una mossa
che i
doppiatori di Mediaset avrebbero certamente adattato in modo orrendo,
arrivando
fino ad afferrare una delle gambe simili a colonne di Nami.
Tutti
i restanti Mugiwara si
incamminarono in fila indiana e si arrampicarono lungo il corpo del
comandante,
ormai abituato a questo genere di strapazzi, raggiungendo dopo
un’avventurosa
scalata la massa mastodontica della navigatrice.
“Ma
è….obesa” esordì il
carpentiere come se avesse appena detto la cosa più vera del
mondo.
“Hai
messo su qualche chiletto eh
cara?” commentò sarcastica Robin affondandole i
tacchi affilati nella schiena.
Nami
emise una serie di grugniti e
borbottii animaleschi a bocca chiusa, e Chopper tradusse:
“Non è colpa mia se
sono diventata un pallone gigante con un pancione enorme pieno di gas e
stai
zitta tu che hai la cellulite”.
Mentre
l’archeologa si metteva a
piangere disperata per l’essere stata smascherata in
pubblico, Usopp infilò un
dito nelle molli carni della navigatrice esclamando: “Wow,
sembra l’omino della
Michelin!” e lo scheletro replicò da parte sua:
“Chissà di che colore sono le
sue mutandine…”.
“Voi
non avete il diritto di
prendere in giro Nami!” sbraitò Sanji guardandoli
male con i denti che
fuoriuscivano dalle mascelle e l’occhio bianco. “E
tu piantala di fare il
citrullo se non vuoi ucciderci tutti!” gridò
rivolgendosi a Rufy che saltellava
rimbalzando sul corpo della ragazza come se fosse
all’ottovolante, facendole
venire voglia di aprire la bocca e sputare.
“Tutto
è bene quel che finisce
bene” sentenziò Zoro lucidando una spada quando
all’improvviso fu punto da una
vespa e per il dolore lasciò andare la katana, che
forò Nami.
L’elio
prese a uscire dal buco
facendo temere tutti per la propria incolumità, ma Cappello
di paglia risolse
brillantemente la situazione infilandovi la bocca e lasciando che il
gas,
anziché disperdersi in aria, gonfiasse lui.
Stranamente,
nonostante fosse lo
stesso principio del Gear Third, Rufy si mostrò molto meno
resistente della
navigatrice che pure non era di gomma: fatto sta che si
sforzò, diventando
prima rosso e poi blu, e aprì la bocca, sgonfiandosi con un
sibilo.
Il
capitano volò in tutte le
direzioni, mentre il gas continuava a fuggire, con attaccata la ciurma
urlante,
compreso un Sanji già abbarbicato a Nami di nuovo di cattivo
umore: sorvolarono
Shanks il rosso che smattava ubriaco alla Festa
dell’unità ed Ace che gli
salutava dalla sua cella a Impel Down, quindi riatterrarono sulla
Sunny,
stanchi e ammaccati, finendo sugli alberi o nei boccaporti.
La
prima cosa che Rufy disse fu:
“Sanji, mi dai da bere? Tutto questo movimento mi ha fatto
venire sete!”, ma il
cuoco obiettò acido: “Arrangiati! Io servo solo le
ragazze!”.
Lamentandosi
per l’ingiustizia del
mondo, Cappello di paglia si limitò ad allungare il collo
fuoribordo aspirando
l’acqua di mare e gonfiando mostruosamente il proprio ventre:
poi, barcollando,
cercò di entrare in una porta ma abbatté
direttamente la parete, tanto era
grosso.
Nami,
con un grosso cerotto nel
punto in cui era stata bucata dallo spadaccino, fissò i
telespettatori e
tirando fuori una bottiglia disse sorridente: “Non volete
finire come lui?
Allora bevete Acqua Vitasnella, l’acqua che elimina
l’acqua!”.