Fumetti/Cartoni europei > I Dalton
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Autore: jarmione    14/01/2019    2 recensioni
Immaginatevi se le dodici fatiche di Asterix le compissero i Dalton.
Cosa accadrebbe? Ci riuscirebbero?
Ed Evelyn? sarà di aiuto ai fratelli in queste dodici fatiche, o Joe la considererà la solita palla al piede? (da cui, si sa, non riesce a staccarsi alla fine)
ATTENZIONE: OOC - AU - CROSSOVER - WHAT IF?
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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Il grido spaventato di Evelyn echeggiò per la piazza vuota.
Si portò le mani alla bocca per soffocarlo, ma fu inutile.
I fratelli fissavano Luke, spaventati all’idea che si rialzasse e facesse invalidare le prove rispedendoli al penitenziario.
William si avvicinò a Jack e Joe “E’ morto?” domandò incredulo.
Anche lui, come gli altri, lo voleva morto e adesso, che erano riusciti a sparargli, nessuno riusciva a crederci.
“Tra poco lo sapremo” commentò Joe mentre, nel frattempo, Evelyn si era avvicinata al cowboy.
Sul petto di quest’ultimo vi era una chiazza rosso scuro, il cui centro era evidenziato dal buco del proiettile.
La ragazza tremava in modo visibile “L-Luke?” lo scosse lievemente, ma lui non si mosse.
Si frugò nelle tasche del vestito ed estrasse un piccolo specchio rotondo, regalo della signorina Betty per il viaggio, mettendolo accanto al naso di Luke.
Pochi secondi dopo lo allontanò…non era appannato.
Avvertì una morsa allo stomaco ed i suoi occhi si inumidirono, mentre le mani si strinsero a pugno.
Deglutì, ricacciando indietro l’urlo di rabbia che minacciava di uscire.
Non osò voltarsi “E’ morto” disse con voce flebile ma abbastanza alta da far sì che Joe e gli altri potessero capire.
Li udì esultare, persino Averell.
Si congratularono con Jack e lo alzarono in trionfo tanto che qualche abitante si unì a loro senza capire il perché; erano forse tutti folli ancora a causa dell’edificio da cui erano usciti poco prima?
Sbirciò alle sue spalle ed il suo sguardo cadde su Jack.
Come poteva aver dato retta a Joe? Luke li aveva catturati a causa dei crimini che avevano commesso.
Aveva semplicemente fatto il suo lavoro.
Non era solo la loro madre ad aver visto i suoi figli che venivano strappati dalla famiglia. Lei aveva visto i suoi fratelli scomparire da sotto i suoi occhi.
Aveva odiato Luke con tutte le sue forze ma, crescendo, si era resa conto di quanto rubare, rapinare e saccheggiare fosse sbagliato e di quante famiglie erano state private dei loro beni e dei loro cari a causa di Joe, Jack, William e Averell.
Come avevano potuto? Luke non li stava tormentando, anzi! Se non ci fosse stato lui con le sue dritte, probabilmente, non sarebbero mai riusciti a superare le prove precedenti.
Che cosa li aspettava adesso?
Sarebbero mai arrivati all’ultima prova?
Era così immersa nei suoi pensieri che non si accorse dei fratelli che la superavano.
“Muoviti, pulce!” la chiamò Joe con un sorriso soddisfatto “Dobbiamo darci una mossa o non finiremo più le prove”
Camminava con aria spensierata come se fosse ai giardini pubblici e respirava a pieni polmoni l’aria fresca di città.
Faceva roteare la pistola sul dito e la rimetteva nella fondina.
Jack aveva uno sguardo rilassato e sembrava vedere il mondo più luminoso.
Averell saltellava allegro e al posto del broncio era spuntato il suo solito sorriso ebete.
Dietro tutti William.
Evelyn li lasciò andare avanti, poi si spostò alla destra di Luke e raccolse il suo cappello che era volato via dopo la sua caduta.
Lo spolverò dalla terra e lo osservò alcuni istanti; poi si chinò su Luke e glielo mise sul petto, spostandogli poi la mano perché restasse fermo.
Non resistendo si lasciò sfuggire alcune lacrime, infine strinse i pugni e fece un respiro profondo.
Non poteva lasciarsi andare, non così, non ora; Luke non lo avrebbe permesso.
Si sporse un poco e baciò la fronte del cowboy.
Nonostante tutto, lei gli doveva molto “Addio…Lucky Luke” gli sfiorò la mano e poi si rialzò, correndo in direzione dei fratelli.
Per un momento si immaginò di vederlo rialzarsi in piedi e correre verso di loro…ma non accadde.
Essendo la città molto piccola, poco dopo Evelyn si ritrovò ad uscire dal lato opposto.
Una volta raggiunti i fratelli si tenne in disparte mentre si incamminavano per incontrarsi con Caius Pupus.
Lo trovarono in fondo ad un sentiero.
Nel frattempo, il cielo si era oscurato e minacciava di piovere da un momento all’altro.
Tempo ideale per un umore nero come quello di Evelyn.
“Ben arrivati” li accolse Caius Pupus.
“Grazie, amico” Joe fece un cenno col capo.
“Perdonate la mia curiosità…” continuò Caius Pupus “…dov’è il signor Lucky Luke?”
Jack e William si scambiarono un occhiata e tapparono la bocca ad Averell, che stava per confessare.
Joe, che era intenzionato a rispondere, lanciò dapprima uno sguardo ad Evelyn, che lo fulminò, poi a Caius Pupus.
“Si è fermato a far sistemare il suo cappello” disse, cercando una scusa che suonasse verosimile “un cowboy, senza il suo cappello in condizioni perfette, non va da nessuna parte” aggiunse con aria solenne “ha detto che ci raggiungerà quando glielo avranno sistemato, ma potrebbero volerci alcuni giorni purtroppo in quanto la sarta di questo posto ha molte commissioni prima della sua”
Silenzio, nessuno parlò per una manciata di secondi.
“Che peccato” sospirò Caius Pupus con il solito sguardo impassibile “si perderà la prossima prova”
“A proposito della prossima prova…” si intromise Joe “dove si svolgerà e in che cosa consiste?”
“Vedete laggiù?” Caius Pupus indicò il punto in cui il sentiero finiva e cominciava un precipizio dove, in fondo, scorreva, placido, un fiume.
“Lì, un tempo, vi era un ponte” proseguì Caius Pupus “il ponte è crollato ed hanno messo dei paletti per segnare il punto in cui iniziare le costruzioni, ma sono anni che è così.” sospirò sconsolato “Voi dovrete attraversare il crepaccio camminando sul filo che collega i due paletti”
I fratelli osservarono attentamente, ma del filo in questione non vi era neanche l’ombra.
“Ma non c’è il filo!” commentò Jack
“E’ un filo talmente sottile da essere invisibile” spiegò Caius Pupus “ma è molto resistente e può tenere pesi fino a millecentodue libbre”
Confusi, Jack e Joe iniziarono a contare con le dita quanto avrebbe fatto il loro peso in totale.
“Equivale, forse, ad una scodella di macinato?” domandò Averell “io inizio a sentire fame!”
Jack sgranò gli occhi “Ma se mentre loro erano a fare la prova ti sei mangiato tutta la locanda e per poco non facevi lo stesso con il proprietario!”
Averell emise un suono ghiotto “Odorava di carne fritta!”
Jack non riuscì a ribattere; Joe aveva tirato ad Averell un ceffone tale da far riapparire i mini Averell svolazzanti con tanto di cetra.
Poi si sfregò le mani scuotendole l’una contro l’altra, tornando a rivolgersi a Caius Pupus “Ci reggerà tutti e cinque?”
Caius Pupus annuì “Il tratto è breve ma difficile da superare…” si avvicinò al bordo e Joe fu sfiorato dalla tentazione di buttarlo giù, cosa che, per fortuna, non fece “…nel fiume vi sono i coccodrilli reali, un dono della Regina Cleopatra a Cesare, nostro imperatore”
I fratelli guardarono giù e vennero loro le vertigini, le gambe tremarono e furono obbligati a mettersi in ginocchio.
“Tutti quelli che fino ad ora hanno cercato di passare da questo filo sono finiti nel fiume e sbranati dai coccodrilli.” concluse Caius Pupus “Io vi aspetterò dalla parte opposta, sempre che ce la facciate”
“Ehi, ma…tu come farai a passare?” domandò Joe
“C’è un ponte in fondo a questo sentiero” indicò un punto lontano dove si intravedeva una lieve linea stesa fra le due rive, probabilmente il ponte.
“Buona fortuna” concluse e si allontanò.
Joe cercò di farsi passare le vertigini, risvegliò Averell e chiamò a se i fratelli.
“Molto bene, ragazzi” disse “dobbiamo raggiungere l’altra riva e lo faremo divisi per evitare che si spezzi il filo. Io non so quanto siano queste lune…lire…insomma, quello che è!” brontolò “il primo a passare sarà Averell, poi Jack e William e poi io e la pulce”
“Va bene” dissero in coro Jack e William, seguiti da Averell.
“E tu pulce?” domandò Joe “sei d’accordo?”
Lei sospirò “Si, certo”
Nessuno le disse o chiese altro, sapevano a cosa stava pensando; Jack iniziava a sentire i sensi di colpa ed il suo sguardo pentito non sfuggì ad Evelyn.
“Forza, Averell!” lo spronò Joe “datti una mossa”
Averell si avvicinò al primo paletto e, senza controllare se davvero vi era questo maledetto filo, allungò un piede.
Sotto le sue scarpe, percepì qualcosa di sottile e traballante.
Al primo momento cadde all’indietro finendo, fortunatamente, con il sedere ancora sul terreno.
Scosse la testa e, sorridendo, esclamò “E’ elastico!”
Si alzò in piedi di scatto e, prendendo la rincorsa iniziò a fare movimenti in stile ballerina classica su questo filo invisibile che, essendo elastico, gli dava slanci tali da farlo volare.
Gli altri quattro non poterono fare a meno di tapparsi rispettivamente occhi, orecchie, bocca mentre, per quello che riguardava William, provvide a mangiarsi le unghie.
Alla fine, Averell raggiunse il capo opposto fra salti e piroette.
“Ehi, Joe!” urlò una volta a terra “hai visto come sono stato bravo? Potrei fare il ballerino!”
“Aspetta che vengo di lì e ti dirò io cosa potresti fare” gli rispose di rimando, spingendo gli altri due verso il paletto “muovetevi, voi due!”
Jack e William tremarono e si abbracciarono come se stessero per dirsi addio poi, lentamente, si assicurarono che il filo fosse ancora al suo posto e vi si aggrapparono ben saldi come se fossero dei bradipi.
Caius Pupus aveva ragione, era invisibile, ma resistente.
“Io non ci passo lì sopra” mormorò Evelyn, più rivolta a se stessa che a Joe.
“Non fare la stupida” brontolò Joe “se non esegui la prova non avremo lo sconto di pena!”
“E che sconto di pena speri di ottenere dopo quello che hai fatto?” ribatté la ragazza, ben sapendo che ci sarebbe stata una sfuriata.
Ma era proprio quello che voleva, era meglio che lei e Joe discutessero subito invece che portarsi tutto dietro fino alla fine e scoppiare nel momento sbagliato.
“Che intendi?” domandò Joe, iniziando a fumare di rabbia “sei dalla parte del cowboy?!”
“So che questo si chiama omicidio, Joe!” sbottò Evelyn, mentre i gemelli erano riusciti a raggiungere la parte opposta dopo una lentissima traversata appesi al filo e gli occhi chiusi per non avere le vertigini.
“E se anche otteniamo lo sconto di pena, gli anni ci aumenteranno lo stesso a causa di questo!”
“Sai benissimo che, appena finite le prove, ce ne andremo ben lontano da qui!” l’ammonì il maggiore “siamo liberi e non mi piace questa tua ingratitudine nei confronti della famiglia che ti ha ospitato e cresciuto!”
“Che razza di famiglia saresti tu?” le domandò Evelyn “la famiglia prende decisioni razionali e ponderate, tu hai ucciso Luke e lui non ti aveva fatto niente!”
“Niente!?” Joe iniziò a sfuriare “NIENTE!? Lucky Luke ci ha catturati mentre noi cercavamo di vivere! Quelle rapine servivano a farti vivere, razza di ingrata! Come osi dire che quel cowboy da strapazzo non ci ha fatto niente!?” ad ogni parola saltava come una molla e agitava i pugni per aria come se fosse un bambino capriccioso.
“Ci stava solo seguendo per le prove!” urlò lei “ci ha dato tante dritte e non meritava di morire così!”
Ed Evelyn si rese conto solo in quel momento che Luke non aveva accennato minimamente ad estrarre la pistola dalla fondina…perché la pistola non ce l’aveva.
Rabbrividì; Joe aveva la colt di Luke.
“Dammi la pistola, Joe” ordinò allungando una mano verso il fratello.
Joe la guardò accigliato “Neanche per sogno!” esclamò “sei impazzita?”
“Dammi subito quella colt!” si avvicinò di scatto a Joe, cercando di prenderla.
Joe, per evitare che ciò accadesse, si scansò.
“Ma che ti prende!?” sbottò verso la sorella, ritrovandosi mani contro mani con lei e lanciando sguardi di fuoco “quella casa ti ha reso folle!?”
“E’ la pistola di Luke! Dammela subito!”
Joe non riuscì a ribattere e si ritrovarono a discutere e litigare per terra con Evelyn che cercava di prendere la pistola e Joe che glielo impediva.
“Sei sempre stata una traditrice!” sputò Joe “difendi ancora quel cowboy!”
“Non meritava una morte così!” Ribatté Evelyn.
Anche se lei era più forte di Joe, questi riuscì a rovesciarla sulla spalle e le si mise sopra bloccandole le mani.
“Ammazzare Lucky Luke era il minimo che potevamo fare!” sbottò Joe “non ti darò la sua pistola!” Con mossa repentina si ribaltarono le posizioni ed Evelyn si ritrovò sopra Joe.
“Nessuno merita la morte!” urlò lei “neanche lui! Sei stato un bastardo, Joe!”
“Veramente ha sparato Jack!” le ricordò “ringrazia che non l’ho fatto io, perché avrei sparato anche a te!”
“TI ODIO!” urlò Evelyn con quanto fiato aveva in gola e fra i due iniziò una vera e propria lotta da cui si levò una grande nuvola di polvere che impediva agli altri tre di vedere.
Ogni tanto spuntava qualche braccio o gamba, nonché parole irripetibili.
Purtroppo William e Jack sapevano il perché di quella litigata mentre Averell, invece, non aveva capito niente, come al suo solito, e piuttosto che urlare ai due di dividersi li incitava e faceva il tifo per Joe.
Non sopportandolo più, fu William a dargli un ceffone per zittirlo.
“Joe, basta!” gridò William “smettetela di litigare!”
“W-William s-si stanno avvicinando al b-bordo!” disse Jack tremando “dobbiamo fermarli!”
“Non possiamo attraversare, non faremmo in tempo” William tornò a guardare verso il polverone “Fermatevi! Siete troppo vicini al bordo!”
Ma i due non lo sentirono e raggiunsero il precipizio finendo di sotto.
“NO!” gridò William
“Evelyn!” gridò Jack sgranando gli occhi.
Ad entrambi si fermò il respiro e stessa cosa accadde ad Averell, che si era ripreso e li aveva visti cadere giù.
“Nooooo” gridò Averell piagnucolando “buaaaah, erano così giovani! Una vita davanti! I miei fratelliiii”
Jack si lasciò cadere sulla ginocchia e chiuse gli occhi abbracciandosi disperato.
Che ne sarebbe stato di lui senza Joe? Che avrebbe fatto senza la sua guida?
Ed Evelyn? Non le aveva rivolto la parola dalla sera prima e non era riuscito a dirle quanto l’amava perché troppo intento a seguire Caius Pupus e ad effettuare le prove.
Ora che era caduta giù, qualcosa in lui si era spezzato.
William non fiatò e si inginocchiò all’altezza del gemello, battendogli una mano sulla spalla.
Anche lui era in crisi, ma non lo avrebbe mai dato a vedere; sarebbe stato lui il supporto dei fratelli.
“Jack, dobbiamo andare”
Ma Jack scosse la testa “Non me ne vado senza Evelyn”
“Ma Evelyn è…”
William venne zittito da un suono, un grido, dapprima lieve poi sempre più forte.
Non capendo, si avvicinò al bordo e vide una sagoma verdastra volare, letteralmente, verso di lui.
Con un grido balzò indietro, cadendo a terra ed osservando un coccodrillo superare il crepaccio e ricadere sul filo invisibile.
“Ma che…?” persino Jack aveva messo da parte per un istante il suo dolore per osservare la scena.
Dopo il primo coccodrillo ne seguirono altri e tutti rimasero appesi al filo con espressioni terrorizzate.
Due di loro si guardarono “Io non ci torno là sotto!” esclamò “sono pazzi questi Dalton!”
Dopo qualche minuto di confusione, dal bordo del precipizio spuntarono delle mani.
Joe ed Evelyn, bagnati fradici e tutti in disordine, si erano arrampicati fino in cima e, una volta giunti alla meta, si lasciarono cadere a terra stremati e con il fiatone.
“Non è finita qui, pulce” biascicò Joe “ne riparleremo”
Evelyn deglutì “Però la pistola la tengo io” disse battendo una mano sulla gonna all’altezza della coscia, segno evidente che aveva nascosto la colt nella giarrettiera.
“Joe!” William corse verso i fratelli, dimenticandosi dei coccodrilli appesi al filo “Evelyn!”
Aiutò il maggiore a rialzarsi e sistemarsi “State bene?”
“Sì, sì stiamo bene” rispose Joe brontolando, al che William non poté fare a me di sorridere, lieto di non aver perso il suo amato fratellone e la sua sorellina alla quale fece l’occhiolino.
Anche Jack si avvicinò e si mise accanto ad Evelyn “Stai bene?” le domandò preoccupato.
“Si” sorrise lei cercando di mettersi seduta e lasciandosi stringere da Jack, che aveva tirato un sospiro di sollievo ed era tornato a sorridere.
Una volta divisi, Evelyn guardò verso il filo e vide tutti i coccodrilli appesi come se fossero al circo.
Durante la litigata avevano colpito anche loro.
“Joe…”
“Che vuoi?” domandò bruscamente il fratello.
“Ce l’abbiamo fatta”
Joe guardò in direzione del filo e si accorse che avevano eseguito la prova “Hai ragione!” si mise a posto la camicia e si sistemò il cappello “ma, dov’è mister naso a punta?”
“Eccolo lì!” William indicò Caius Pupus che si avvicinava.
Nel frattempo Averell si era avvicinato ed aveva abbracciato forte Joe ed Evelyn, piagnucolando.
“Oh, eccovi” disse Caius Pupus con tono pacato “siete riusciti a superare il filo” mise una spunta sulla tavoletta e dichiarò “la prova è superata, possiamo passare alla successiva”
Il gruppo non disse nulla, non ribatté e non si lamentò; lo spavento che si erano presi aveva fatto zittire anche Averell.
“C’è da camminare un po’” proseguì Caius Pupus “mi spiace non darvi pace ma abbiamo tempi stretti” disse “seguitemi” e si incamminò, seguito da Averell, William, Joe ed Evelyn, che stava stretta a Jack.
“Perdonami, Jack” mormorò “ti ho deluso”
“Non dirlo neanche per scherzo” l’ammonì lui.
“Ma…ho baciato Luke” disse tenendo lo sguardo basso “e so che non mi credi se ti dico che non era voluto”
Lui si fermò e la obbligò a fare lo stesso “Non mi hai deluso e sì, io ti credo, Evelyn”
Lei sorrise appena, poi tornò seria “Perché hai sparato?” chiese, facendo riferimento a Luke “non meritava di morire così e tu lo sai”
Lui sospirò “Non ho scusanti, non sto bene dopo quello che ho fatto…so che non me lo perdonerai mai”
Lei gli sfiorò il volto in una delicata carezza.
“Joe sa essere persuasivo” gli disse “so che, nonostante tu sia felice della sua scomparsa, ti senti colpevole perché non hai mai ucciso nessuno” Jack abbassò lo sguardo e lei proseguì “Non mi importa se ci daranno altri anni di condanna, io resterò con te.” Gli fece alzare lo sguardo ed incrociò i suoi occhi “Ti amo, Jack”
Ed avvicinò il volto al suo, mentre le loro labbra si sfioravano in un lungo, dolce e tanto agognato bacio.
  
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