Sebastian Anthony Baker
Nonostante la lezione
fosse finita da un pezzo, Christie continuava a scrivere alla velocità della luce
sulla pergamena, sotto lo sguardo divertito di Mike, che aveva deciso di avere
dato abbastanza per quel giorno in fatto di appunti non appena la campanella
era suonata.
Una ragazza alta
con i capelli neri si avvicinò al banco che i due condividevano «Hey Mike…Christianna» salutò con entusiasmo il
ragazzo e più per cortesia che per altro la serpeverde.
«Ciao Sarah» Mike le
sorrise gentilmente e Chris mugugnò una risposta senza alzare gli occhi dagli
appunti «Mi chiedevo se avessi un attimo per parlare» continuò Sarah sorridendo
al ragazzo.
«Certo, dimmi pure!»
La mora storse
leggermente il labbro occhieggiando Christie oltre la spalla del ragazzo
«Ehm…okay…ti andrebbe di uscire oggi pomeriggio? Nulla di che, chiaro, potremmo
fare due passi a Diagon Alley…qualcosa del genere…» Christie smise per un
secondo di scrivere irrigidendosi.
Mike rimase per un
attimo bloccato, non sapendo bene come rispondere «Ehm…oggi pomeriggio in realtà devo uscire con
Chris»
«Oh…» Sarah non provò
nemmeno a mascherare il suo disappunto, mentre Chris, con un lieve sorrisetto a
incresparle le labbra, riprendeva a scrivere. Quando la mora se ne andò Chris
appoggiò la piuma e si appoggiò contro lo schienale della sedia «Credo che tu
abbia appena spezzato il cuore di Sarah Kerry» commentò non senza una certa
soddisfazione, mentre l’amico si grattava la testa «Beh è vero, dobbiamo già
uscire noi…cioè non uscire uscire…uscire nel senso…»
«Mike…stai
impanicando!»
I due amici
scoppiarono a ridere «Ti va una cioccolata?» chiese infine Christie «Anche
senza uscire uscire» lo prese poi in giro.
«Okay,
non-usciamo-usciamo a prendere una cioccolata allora!»
*
SBAM!
Sebastian strizzò
gli occhi, udendo un forte tonfo all sue spalle e, quando si voltò, faticò a
trattenere le risate alla vista del povero Jamal lungo e tirato sulla pista di
ghiaccio mentre Margaret, a sua volta in equilibrio precario sulle lame dei
pattini, cercava di aiutarlo ad alzarsi.
«Forse venire a
pattinare non è stata esattamente una grande idea» commentò il pozionista, lanciando
un’occhiata in tralice a Åke, che pattinava tranquillamente sulla pista mal
illuminata al suo fianco.
«Cadute e infrazione
di proprietà privata a parte mi sembra che ci stiamo divertendo tutti
parecchio» osservò Blaise con un sorriso, affiancando i due ragazzi mentre alle
loro spalle Margaret, che nel frattempo era caduta a sua volta, e Jamal se la
ridevano, lamentandosi ad alta voce della loro imbranataggine. Alcuni dei
sensate avevano pregato Åke fino allo sfinimento per portali a pattinare e lo svedese,
dopo aver ribadito che a lui sembrava una pessima idea almeno quaranta volte,
aveva acconsentito ad intrufolarsi in una pista di pattinaggio vicina a casa
sua di notte, bloccando le telecamere di sorveglianza. Quegli otto ragazzi
stavano davvero avendo una pessima influenza su di lui.
Hele nel frattempo
guardava preoccupata il ghiaccio sotto di sé, rigida come un pezzo di legno «So che ti sembrerà retorico da dire» Andriy
sorrise leggermente «Ma davvero, dovresti cercare di rilassarti un pochino»
l’hawaiana, ben stretta al suo braccio sbuffò «Parli facile tu: non capisco
come tu riesca a sembrare così tranquillo e con un buon portamento» borbottò
seccata «Dovrei iniziare sul serio a prendere lezioni di danza…potrei
sfruttarti in effetti»
Rafael si sentì
mancare la terra sotto i piedi per qualche secondo e mulinò le braccia per
cercare di rimanere in equilibrio, mentre Camila gli girava intorno
ridacchiando «Direi che avere una
pista nei giardini di Beauxbatons ogni inverno è stata una fortuna» commentò la
spagnola occhieggiando Rafael, che la guardò male «Ho appena deciso che non
pattinerò mai più in vita mia»
Camila alzò gli
occhi al cielo «Quanto la fai
tragica…prova a piegare un po’ le ginocchia…non così tanto! Ecco sì bravo…non
buttare in fuori così il sedere, sembri una papera…raddrizza un pochino la
schiena…»
«Ma mi sbilancio!»
«Ma proprio per
niente, anzi, vedrai che avrai più equilibrio…bene e ora muovi un passo con la destra
e spingiti con la mano sinistra…cerca di rilassarti! Se rimani così rigido ti
verrà una contrattura in meno di dieci minuti!»
Rafael,
cominciando a muoversi borbottò «Spero
che tu non finisca mai a fare l’insegnante, sei una vera tiranna!»
«Grazie, me lo dicono
tutti» commentò con un sorriso la ragazza.
*
Silas guardò per
la ventesima volta l’ammasso di fogli riempiti di calcoli che ricopriva la sua
scrivania: continuava a lavorare come un disperato a quella faccenda del
cluster e, nonostante fosse riuscito a capire molto più cose riguardo al gruppo
di sensate, aveva ancora la spiacevole sensazione di stare girando a vuoto.
Cominciava
seriamente a chiedersi quale fosse il punto di tutto quel lavoro.
Prendere i sensate ed essere finalmente il
primo a studiarli.
Certo, l’idea di
riuscire a studiare ed esplorare un campo della magia così poco conosciuto era
affascinante e potenzialmente appagante, sia personalmente che a livello di
fama accademica, ma non era nemmeno certo che il suo attuale metodo di indagine
fosse legale.
Qualora fosse
arrivato a delle conclusioni, cosa avrebbe potuto farne? Parlarne con la
fotografia di suo padre?
L’uomo scosse la
testa, passandosi una mano tra i capelli: avrebbe fatto meglio a continuare il
suo lavoro senza pensare troppo a cosa sarebbe successo dopo, ammesso e non
concesso che fosse stato in grado di arrivare ad una conclusione.
*
Sebastian mescolò
delicatamente il contenuto della beuta, ben attento a non far schizzare fuori
il contenuto, rischiando di spargere l’acido creato con sangue di Ironbelly e
di unicorno.
«Quella cosa puzza
davvero da far schifo» borbottò Åke, alzando lo sguardo dal faldone che stava completando
e controllando «Non puoi interrompere il contatto mentale per qualche secondo,
quella roba mi dà il mal di testa»
«Guarda che puoi
interromperlo tu stesso» Jamal ridacchiò, mentre curiosava interessato tra le
provette, tenuto d’occhio da Margaret, preoccupata che il ragazzo, e
soprattutto la sua stazza non indifferente, potessero causare qualche danno «E’
affetto anche lui dalla febbre da laboratorio» Andriy sorrise «La leggenda
vuole che una volta che una persona prova a lavorare in laboratorio non sia più
in grado di smettere» narrò solenne, ricordando quanto era stato eccitante per
lui mettere piede in un laboratorio per la prima volta, quando era giovane
matricola al corso di medimagia.
Hele si guardò
intorno un po’ preoccupata «Io
sono stata bandita dalle lezioni di pozioni al mio quinto anno» ammise.
Rafael la guardò
stupefatto «Che cosa avevi
combinato di tanto grande?»
«Non lo so, la mia
pozione gialla e puzzolente è saltata in aria quando ci ho buttato
dentro…qualcosa»
Sebastian inarcò
un sopracciglio «Qualcosa tipo?»
«Bella domanda,
teoricamente dove essere polvere di luna, ma sinceramente ho preso a caso della
roba azzurra dal tavolo» il gruppo cominciò a ridere.
«Se ti può consolare
le migliori scoperte sono quasi tutte state fatte in modo casuale» Sebastian
sorrise «E io amo molto Pozioni perché è una materia che ti permette di
sperimentare: non puoi imparare tutto dai libri, ogni tanto devi andare di
fantasia»
«Un po’ come con i
cocktail» si intromise Rafael «Salvo per il fatto che solitamente i cocktail
non rischiano di saltare in aria» lo corresse Camila.
«Oh, fidati, quello
non è detto» Rafael sorrise diabolico «Se vuoi ti posso consigliare due o tre
cosette che potrebbero rendere i tuoi cocktail…speciali» Sebastian posò la
beuta sul bancone, prendendo un quaderno per appuntarci alcune nozioni.
Åke chiuse il libro
di scatto, guardando gli amici con gli occhi chiari serrati «Non avevo capito
di essere finito in una cricca di avvelenatori seriali e scienziati pazzi»
borbottò cercando di fare del suo meglio per ignorare il lato comico di quella
situazione.
Blaise ridacchio,
issandosi sul bancone e guardando con interesse la fila di provette piene di
liquidi colorati «Vedila così, abbiamo
tutti un piccolo scienziato interiore, desideroso di fare esperimenti»
«Sai quando dico che
a volte essere un sensate è leggermente terrificante, senza offesa per nessuno
di voi, intendo proprio questo»
Jamal sorrise
dall’altra parte della stanza «Considerando
solo la parte del “senza offesa per
nessuno di voi”, sembrava quasi che tu volessi in qualche modo dirci che ci
vuoi bene» fece notare furbescamente mentre lo svedese cominciava a sbuffare,
borbottando che Jamal aveva frainteso il suo intero discorso.
*
Christie guardò
allegra la sua gigantesca tazza di cioccolata con un’enorme meringa allo
zucchero di canna in cima «Quella
meringa è tre volte più grande della tua faccia» Mike ridacchiò prima di
attaccare con voracità la panna della sua cioccolata «Ma il vero problema è che
tu ancora ti ostini a prendere la cioccolata al latte: andiamo lo sanno anche i
muri che quella fondente è la migliore»
La ex-serpeverde
prese un sorso della sua cioccolata «La
sua dolcezza serve a ripristinare il mio naturale pH acido interiore» disse
allegra «E quella cosa all’ottanta percento cacao è veramente immangiabile,
seriamente, devi avere un apparato digerente di amianto per riuscire a mandarlo
giù»
Dopo che ebbero
finito le loro cioccolate e anche le fette di torta ordinate appena dopo, Chris
si pulì la bocca con un tovagliolino, osservando attentamente l’amico «Mike» il ragazzo alzò lo sguardo facendole segno
di continuare «Se volevi uscire con Sarah per me sono sarebbe stato un
problema, davvero» disse senza pensarci troppo, prima di mordersi le labbra,
maledicendo la sua lingua lunga.
Perché dici queste cose a Mike? Cioè vuoi
davvero che esca con Sarah?
No…cioè sì, che cosa ci sarebbe di male se
Mike uscisse con una ragazza che non sei tu?
Beh, appunto, il fatto che quella ragazza
non sono io.
Ma allora…
ASSOLUTAMENTE NO!
Mentre nella testa
della rossa si affollavano un migliaio di pensieri, Mike si mosse un po’ a
disagio sulla testa «Il fatto è che
io volevo uscire con te…»
«So che avevamo preso
un impegno, ma davvero io avrei capito…»
«No non è per quello»
Christie rimase un attimo interdetta. Mike prese un profondo respiro: o ora o mai più «Il punto è che di Sarah
Kerry non mi importa davvero nulla, io volevo davvero uscire con te Chris Nott»
Chris lo guardò spiazzata
«Oh…»
«Noi usciamo sempre
insieme come amici ed è bello…lo è sempre stato…diciamo però che ultimamente è
più bello ma non so se lo è nel senso di uscire come amici» Bravo Mike, un discorso spettacolare,
dovrebbero darti il Nobel per la Letteratura per questa cosa, altroché Bob
Dylan «Quello che sto cercando di dirti in modo piuttosto confuso…molto
confuso a dire il vero…okay forse non è questo il modo giusto…quello che volevo
dirti è che tu…noi…insomma»
«Sì» sputò fuori
Chris d’istinto, lasciando il ragazzo spiazzato «Sì?» le chiese lentamente.
«Sì?» ripeté la
ragazza leggermente in panico «Tu ehm stavi parlando di noi due e io ho
supposto che…beh, sai, insomma…»
«Oh sì, sì!»
«Ti prego dimmi che
stavi cercando di provarci o ho appena fatto la figura di merda più clamorosa
della storia delle figure di merda clamorose»
«No, no ci stavo
provando…cioè…Gesù sembro un coglione vero?» il ragazzo si grattò furiosamente
la testa mentre Christie arrossiva come un pomodoro «Okay forse dovrei
ricominciare da capo…quello che stavo cercando di dire è che mi fa piacere
essere tuo amico, solo che mi piacerebbe ecco…tu mi piaci va bene? Mi piaci in
quel senso»
Chris puntò dritta i
suoi grandi occhi azzurri sul volto del ragazzo «Spero che tu intenda lo stesso
senso che intendo io» mormorò, sporgendosi sul tavolo mentre il ragazzo la
guardava quasi ipnotizzato «Penso di sì» mormorò Mike come in trance
«Altrimenti anche io potrei fare una clamorosa figura di merda» il ragazzo si
sporse a sua volta, unendo le labbra con quelle della ragazza, baciandola
timidamente, prima di urlare mentalmente di gioia quando la ragazza rispose al
bacio.
Chris si avvicinò
ulteriormente a lui, circondandogli il collo con le braccia magre e attirandolo
perso di sé; peccato che il ragazzo, sporgendosi sul tavolo, finì per urtare la
tazza di cioccolata vuota e, nel tentativo di riacciuffarla prima che cadesse,
si staccò bruscamente da Chris, appoggiando il braccio nel piatto della torta.
«Salazar
disgraziato!» borbottò guardando con una smorfia la manica del maglione
ricoperta di panna, mentre Chris incominciò a ridere «Lieto di averti fatta
ridere» mugugnò fintamente indispettito senza riuscire a nascondere un sorriso
«Non ti sei nemmeno arrabbiata per l’insulto alla tua casa»
Chris si zittì facendosi
pensierosa «Ora che ci penso potrei effettivamente essermi offesa per quello»
Mike inclinò la testa lanciandole uno sguardo eloquente «Ma sono troppo
contenta quindi per oggi soprassiederò»
«Avrei dovuto
dichiararmi prima, non sei mai così dolce»
«Cretino»
«Ecco, adesso ti
riconosco di più»
*
Lisa entrò nel
salotto con un vassoio in mano e un’espressione di disappunto sul volto «Bas la
tua cucina è un porcile» commentò secca, guardando male il fratello «Invece di
giocare a scacchi o di mischiare schifezze varie in laboratorio, ogni tanto
potresti anche sistemare, sai?»
Sebastian si prese
tutto il tempo del mondo per muovere il suo pedone, prima di rispondere alla
sorella «Il resto della casa è a posto, in cucina ci entro solo io» e altre otto persone, ma non credo sia il
caso di parlarne «Non vedo perché debba sbattermi per sistemarla»
«Pigro» borbottò
Lisa, sedendosi sul divano e accendendo la televisione «Quanto vi serve per
finire la partita?» chiese ai due fratelli, osservando i CD che levitavano di
fronte a lei «Voglio vedere il mago di Oz»
Samuel, il più
piccolo dei fratelli Baker, storse il naso «Credevo
avremmo visto il Grande dittatore» Sebastian guardò con un moto di affetto e
orgoglio il fratellino «Quel film mi inquieta con quei personaggi grotteschi…Somewhere over the rainboooooooooow»
canticchiò poi con una vocetta stridula, facendo ridere Bas.
Lisa alzò gli
occhi al cielo «E io che ho sprecato
il mio tempo preziosa da bambina per leggervi quei libri…incompétents»
Samuel schioccò le
dita «Tu
sei quello che i francesi chiamano les incompetents»(1) Sebastian scoppiò a ridere, tirando una pacca amichevole
al fratello, declamando di essere fiero della sua conoscenza cinematografica,
mentre Lisa sbuffava, lamentandosi di come quei due, oltre ad insultare
capolavori della letteratura, non si facessero problemi a storpiare la loro
lingua materna.
*
Chris si chiuse il
portone di casa alle spalle con un sorrisino ebete. Dopo essere usciti dal bar,
lei e Mike avevano fatto un giro per la Londra babbana: avevano avuto una
specie di appuntamento a pensarci bene, ma non era stato uno di quegli
appuntamenti strani, pieni di imbarazzo, era stato normale e rilassante come
sempre, solo che questa volta aveva la consapevolezza di non uscire più solo
come sua amica. Il che le sembrava assolutamente magnifico.
«Tesoro, sei tornata,
hai fatto un po’ tardi» sua madre si sporse oltre lo schienale del divano,
guardandola con un sorriso.
«Ah ah» mormorò la
ragazza sorridendo felice.
Margaux inarcò le
sopracciglia «Tutto a posto?»
Christie si incamminò
con sguardo perso sulle scale «Ah ah»
«Vuoi qualcosa da
cena?»
«No, no, sto
benissimo» Margaux guardò con un lieve sorriso la figlia risalire saltellando
le scale mentre alle sue parte sentì una risatina famigliare «Ah, l’amore»
Emilia, seduta sul divano di fronte alla signora Nott guardò con tenerezza il
punto in cui era scomparsa la ragazzina.
«La tua figlioletta
ha l’aria di una che ha appena fatto bisbocce» commentò Trevor allegro facendo
ridere l’intero cluster, compresa la signora Nott che, suo malgrado, non riuscì
a rimanere seria.
Adil guardò
malizioso due dei suoi compagni di cluster «E
qualcuno qui ne sa qualcosa di bisbocce giovanili»
Mentre Trevor
scoppiava a ridere, Emilia lanciò all’indiano un’occhiata di fuoco «Adil!» ringhiò.
«Davvero lo
negheresti di fronte al nostro avvocato preferito?» Trevor le rifilò un’amichevole
gomitata, accompagnata dal suo sorrisetto strafottente a cui la mora rispose
con un colorito insulto «Vi odio tutti, sappiatelo!» nonostante tutto Emilia
fece fatica trattenere a sua volta un sorriso, mentre gli altri cinque membri
del suo cluster continuavano a ridere.
(1)
citazione colta da Mamma
ho Perso l’Aereo. Anche se credo che quasi tutti l’abbiate beccata. Sebastian è
per metà franco-canadese, giusto per fare chiarezza.
Sono stata via troppo a lungo, ma
adesso cercherò di recuperare. Nei prossimi capitoli alternerò ragazzi e
ragazze, per cui non ci sarà più bisogno di votare.
E la prima coppia è andata,
contenti? Il prossimo capitolo sarà decisamente più cluster-centrico, in questo
capitolo ho variato tanto, ma avevo bisogno di riprendere il ritmo, ho scritto
veramente poco ultimamente. Vi ringrazio ancora per la pazienza infinita!
Alla prossima,
Em