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Autore: Lyneea    18/01/2019    6 recensioni
Piccola Dramione natalizia ambientata pochi anni dopo la fine della guerra.
Sono passati più di cinque anni dalla fine della guerra e a pochi mesi dalla fine del conflitto Hermione è scomparsa dal mondo magico senza lasciare alcuna traccia. La magia ha tolto molto alla riccia e la ragazza non è riuscita a sopportare oltre di vivere in quel mondo che le aveva portato via l’amore dei genitori, gli amici e quello che pensava essere l’amore della sua vita.
Draco invece si è rifatto una nuova vita, trasferendosi a New York e diventando uno stimato medimago.
L’invito al matrimonio del suo migliore amico Blaise, porterà Draco a tornare a Londra proprio a qualche giorno dal Natale e dopo un incontro “con il destino”, il biondo incontrerà anche la sua anima gemella proprio nel posto dove meno si sarebbe aspettato.
Nota dell’autrice: In questa storia non sarà presente Ron. Per una volta ho deciso di far scomparire il rosso dalla mia storia visto che quando è presente nelle mie storie non finisce mai bene.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Vi lascio alla lettura del capitolo. 
Ci vediamo in basso per i commenti.
Buona lettura 
Lyn.

 

Capitolo 2
Vedersi per la prima volta

 

Harry Potter si aggirava nervoso nella sala d’aspetto dello studio. Al moro rimbombavano in testa le parole che la sera prima gli aveva detto Malfoy. Parole che anche a detta della sua fidanzata non erano poi così campate in aria. Quando infatti Harry aveva raccontato a Daphne la discussione avuta con il suo ex compagno di casa, la donna aveva risposto che “Draco” non aveva tutti i torti a parlare in quel modo. Il moro a quell’uscita ci era rimasto un po’ male perché la bionda conosceva tutta la storia nel dettaglio e sapeva perfettamente che quando Hermione era sparita lui era in accademia che studiava per diventare Auror e che quello era stato un periodo per il Salvatore del Mondo magico, difficilissimo visti  anche i problemi che aveva con la sua allora fidanzata Ginny. Quando finalmente il ragazzo aveva avuto un attimo di tregua con gli studi ed era riuscito a risolvere “definitivamente” i problemi con la rossa, di Hermione si erano perse ormai tutte le tracce. Forse era stato utopistico pensare che la sua migliore amica sarebbe tornata da sola, quando si fosse calmata. Ma era questo che Harry aveva continuato a ripetersi nei mesi successivi alla scomparsa della riccia. Dopo mesi di attesa, Harry aveva cominciato a temere che la sua migliore amica non sarebbe più tornata sui suoi passi e allora aveva fatto qualche tentativo per rintracciare la riccia, ma senza successo. Logicamente il moro non aveva voluto parlare troppo nel dettaglio di quello che aveva o non aveva fatto per ritrovare Hermione proprio con Malfoy . I tempi e le persone potevano essere anche mutate negli anni, ma la rivalità che nutriva il grifone nei confronti dell’algido principe delle serpi, beh quella sarebbe sempre rimasta, anche fra un milione di anni.
Quando due settimane prima, la futura sposa aveva chiesto al moro come regalo di nozze di ritrovare l’amica perduta, Harry si era messo le mani nei capelli disperato. Era logico pensare che se non era riuscito a ritrovare l’amica a pochi mesi dalla sua scomparsa, era poco realistico pensare di riuscire a rintracciarla a distanza di tanti anni. Per questo motivo il moro si era deciso a usufruire di metodi di ricerca più tradizionali. Aveva ingaggiato un investigatore babbano chiedendogli di rintracciarla. Quel giorno il mago era stato convocato proprio per essere informato delle scoperte fatte.
«Prego, si accomodi signor Potter.» Disse il babbano facendolo accomodare nel suo studio. Quel nuovo cliente gli era sembrato un po’ sospetto. Gli aveva chiesto di rintracciare una persona che sembrava un fantasma e quando il detective aveva fatto qualche ricerca sul suo nuovo cliente, aveva scoperto con stupore che anche del moro non c’erano informazioni, se non risalenti a decenni prima. Arthur Drake tuttavia era in serie ristrettezze economiche e il fantomatico signor Potter gli aveva dato un bell’anticipo in contanti. «Ho fatto diverse ricerche e pare che in tutta l’Inghilterra non ci sono tracce di nessuna Hermione Granger. Ho provato a cercarla, come da suo suggerimento anche in Australia e nemmeno lì ho trovato nessuno con quel nome che corrisponda alla sua descrizione.» 
« Capisco...» Rispose Harry affranto dal non essere riuscito nemmeno in questo modo a rintracciare la riccia. In cuor suo sperava che all’amica non fosse successo niente di brutto.  
«Ho pensato tuttavia che se la donna voleva tagliare i ponti con il passato magari aveva cambiato nome e così ho fatto qualche ricerca su tutte le ragazze dell’età della sua amica che si chiamino Granger di cognome. Ne ho trovate una decina e ho preso informazioni su ognuna di loro.» Aggiunse il babbano passandogli l’elenco di donne che potessero avere una qualche similitudine con la donna  in questione.
Lo sguardo di Harry si illuminò di nuova speranza. Cominciò a leggere i vari nomi sull’elenco, soffermandosi su uno in particolare. «Cosa mi sa dire di questa “Jean Granger”?»  Chiese attirato dal fatto che il secondo nome dell’amica fosse proprio Jean.
«Mhm, lei mi è sembrata una persona un poco sospetta. Il documento d’identità penso sia stato falsificato in quanto sembra che prima di quattro anni e mezzo fa sembra che la donna non esistesse.» Disse Drake prendendo il fascicolo. «Non sembra abbia frequentato nessuna scuola prima di allora. Al momento ha dato gli esami da privatista per i primi tre anni delle scuole superiori e ha un lavoro part time come cameriera presso un caffè in centro.» 
«Pensa che sia sospetta solo perché non ci sono informazioni sulla sua istruzione?» Chiese il moro sempre più convinto che Jean Granger potesse essere l’amica scomparsa.
«No, penso che sia sospetta anche perché con il solo lavoro part time che risulta dalla scheda la signorina Granger non riuscirebbe mai a permettersi un qualsiasi appartamento a Londra, sebbene la zona dove abita non sia tra le più sicure della città. Oltre a questo gli esami da privatista a scuola sono molto costosi. Sicuramente la donna ha un altro lavoro in nero.»
«Mi potrebbe dare l’indirizzo del lavoro di questa Jean Granger? Penso che possa essere lei la mia amica scomparsa.» Disse Harry sempre più convinto che quella potesse essere proprio Hermione.
«Certo, vi lascio l’indirizzo del Café dove lavora la ragazza. Vorrei avvisarla però che dalle mie ricerche risulta che il suo prossimo turno di lavoro sarà solo domani pomeriggio dalle 15 alle 18,30.» Disse l’investigatore contento di aver forse risolto in tempi più brevi del previsto il caso in corso.


Draco aveva cenato a casa con la madre quella sera. L’intenzione dell’uomo sarebbe stata quella di rimanere a casa con la donna e Willow, ma da quando si era ritirato in stanza dopo cena non aveva fatto altro che tornargli in mente la donna del locale dove era stato la sera precedente. Willow leccò la faccia del padrone ridestandolo dai suoi pensieri.
«Scusami cucciola. Oggi non ti ho proprio dato troppo retta.» Disse il biondo grattando la pancia dell’animale. Sapeva che la cagnolona adorava quel tipo di attenzioni. Dopo qualche minuto di coccole, l’uomo tornò a pensare a “Jean” perdendosi nuovamente nei suoi pensieri. Willow abbaiò per richiamare nuovamente l’attenzione del padrone.
«Hai mai avuto la sensazione di aver perso qualcosa d’importante?» Domandò come se stesse parlando con un confidente.  L’animale inclinò la testa tendendo le orecchie come se stesse ascoltando. Poi si avvicinò all’attaccapanni dove la giacca che aveva usato la sera prima era appesa.
«Dici che dovrei tornare al locale? Cercare di conoscerla meglio?»  Più che una domanda era una riflessione la sua. Infatti si avvicinò e mise l’indumento, mettendo senza pensarci le mani in tasca.  Si ritrovò in mano la strana moneta che la vecchia a Diagon Alley gli aveva dato il giorno precedente e decise che per una volta in vita sua non avrebbe dato retta alla sua razionalità ma solo all’istinto. Con quel pensiero in mente si smaterializzò in un vicolo vicino al Morgan Sexy Entertainment.


Hermione era arrivata da poco al locale quando venne chiamata dal titolare. «Questa sera Jean non servirai ai tavoli. A quanto pare  ieri sera devi avere fatto colpo su uno degli invitati all’addio al celibato, perché l’ospite mi ha offerto una cifra considerevole per godere della tua compagnia per tutta la serata. » Disse l’uomo con fare lascivo.
La riccia sgranò gli occhi shoccata dalla notizia. Nella sua testa si fece strada l’immagine di Goyle che chiedeva di poter passare la serata con lei e la cosa la disgustò molto. «Io non faccio questo genere di servizi se per caso l’avesse dimenticato.» Esclamò lei mordendosi il labbro.
«Lo so ma questa sera dovrai fare un’eccezione.... Il cliente vuole solo la tua compagnia e ha offerto una cifra considerevole quindi non ho potuto dirgli di no.» Hermione sbuffò contrariata. Se veramente Goyle avesse pagato una cifra considerevole solo per passare la serata con lei, come avrebbe fatto a respingerlo. «Mi dispiace ma mi rifiuto di fare da “accompagnatrice” a qualche viscido riccone solo perché le ha offerto molte sterline.» Esclamò incrociando le braccia al petto.
«Sentimi bene carina. Ti tengo qui solo perché c’è molto da fare e tu sei una cameriera veloce e molto affidabile ma se mi fai perdere un cliente come il signor Malfoy, puoi andare pure a raccattare le tue cose e non farti più vedere.» Disse Morgan minaccioso.
«Il cliente che vuole una serata in esclusiva con me è Malfoy?»  Chiese incredula la riccia.
«Si, ho accettato anche perché non mi sembrava che ti dispiacesse parlare con lui ieri sera. Ti ha anche lasciato una cospicua mancia...»
«Parla forse di quelle trecento sterline che ha intascato quasi interamente lei?» Domandò la riccia con stizza. Di tutti i soldi che aveva lasciato il serpeverde a lei erano rimaste solo cinquanta sterline, che anche se erano comunque tantissimi soldi non erano la percentuale giusta che avrebbe dovuto percepire.
«Lo sai benissimo che prendo il 70% di tutte le vostre mance. La cosa non ti dovrebbe sorprendere!» Replicò l’uomo con noncuranza .
«Il 70% di trecento sterline sono 210 e non 250 sterline!» Disse Hermione contrariata.
«Si ma ieri sera mi aspettavo molte più entrate da quel tavolo.» Borbottò Morgan. «Senza contare che è stata per te una serata molto più tranquilla e comunque redditizia del solito.» Aggiunse poi chiudendo l’argomento. «In ogni caso torniamo a questa sera. Hai intenzione di passare la serata con il signor Malfoy o devo cercarmi un’altra cameriera?» 
Hermione ci pensò su qualche istante e poi decise di accettare. Aveva sempre saputo tener testa al furetto e poi l’uomo le sembrava cambiato dai tempi della scuola e la riccia era curiosa di parlargli nuovamente. In fin dei conti, con quella maschera addosso lei aveva un vantaggio rispetto al solito. Per una volta poteva concedersi di guardare Malfoy senza essere giudicata da lui in alcun modo. Senza contare il fatto che senza quel lavoro non avrebbe saputo come mantenersi.
La riccia entrò quindi guardinga nella piccola saletta che il biondo aveva riservato per la serata. «Buonasera signor Malfoy. Il titolare mi ha detto che ha “prenotato” una serata con me. » Disse la riccia con voce tagliente 
«Ma come? Siamo tornati al “Signor Malfoy”? Mi sembrava che avessimo stabilito che puoi chiamarmi Draco.» Rispose l’uomo cercando di mettere a suo agio la donna. Aveva notato il tono molto scostante che aveva usato quando era entrata nella stanza.
«Si avevo acconsentito a chiamarla per nome ieri visto che era stato corretto e gentile nei miei riguardi...»  Cominciò a spiegare la riccia un poco in difficoltà. Non poteva rispondergli troppo duramente perché sarebbe stata certamente ripresa dal titolare. Visto che ogni stanza del locale era dotata di telecamera di sorveglianza doveva dosare le sue parole.
«le ho forse mancato di rispetto in qualche modo?» Chiese l’uomo perplesso.
Hermione rimase in silenzio qualche istante prima di rispondere alla sua domanda.: «Pensavo di essere stata chiara ieri quando ho detto che io in questo locale faccio unicamente la cameriera... Non faccio spettacolini.» 
Il volto di Draco si illuminò, capendo il motivo del comportamento della donna. «Penso che siamo vittima dell’ennesimo equivoco Jean. Io non desidero alcun spettacolino da lei. Ho solo pensato che per lei sarebbe stata una serata meno peggiore di tante altre, se l’avesse passata in mia compagnia a conversare.» 
«Conversare? Tu hai pagato una cifra spropositata di denaro per conversare con me?» Domandò la donna incredula. Ricordava la fama che aveva accompagnato il biondo a Hogwarts ed era sicura che nessuna delle ragazze con cui il biondo era uscito aveva “solamente conversato” con lui. «Io non capisco...» Aggiunse sincera.
«Non c’è niente da capire Jean. Io ho solo deciso di passare una serata diversa e ho pensato che nemmeno tu avresti disdegnato una serata di questo tipo una volta tanto.» Rispose Draco non volendo ammettere che lei l’aveva così colpito che aveva continuato a pensare a lei per gran parte della giornata . «Comunque il fatto che tu mi abbia dato del tu mi fa ben sperare che ricomincerai a chiamarmi Draco.» Disse poi per stemperare un po’ l’atmosfera.
Se cinque anni prima qualcuno le avesse detto come sarebbe cambiato Draco Malfoy, probabilmente gli avrebbe riso in faccia o l’avrebbe preso per pazzo. Era chiaro però che il biondo era un uomo molto diverso dal ragazzino che l’aveva tormentata ai tempi della scuola. Ne era anche una prova lampante il fatto che Harry e soprattutto  Neville fossero entrati così in confidenza con lui. «Hai ragione, nemmeno io “Draco” disdegno una serata  di tranquille chiacchiere con te.» Esclamò lei più serena.
I due s accomodarono e il biondo prese la bottiglia di champagne che aveva ordinato stappandola e riempiendo i due bicchieri vuoti appoggiati sul tavolo.
«Quel lavoro spetterebbe a me...» Disse Hermione incerta.
«Tutto quello che stasera ci si aspetta da te è una buona conversazione .» Replicò lui sorridendo. «Spero che lo champagne ti piaccia piuttosto...»  Aggiunse poi rendendosi conto di non essersi nemmeno informato prima se la bevanda fosse di gradimento della sua accompagnatrice.
«Lo champagne mi piace, ma se devo essere sincera non sono una gran bevitrice, quindi dovrò stare attenta di non esagerare.» Ammise sinceramente.
«Allora farò in modo che non accada.» Il locale si trovava in una zona poco raccomandabile della città e il pensiero che poi la donna avrebbe dovuto andare a casa a tarda notte da sola e anche ubriaca, lo preoccupava. Già lo impensieriva il fatto che dovesse tornare a casa in condizioni normali. «Ma tu torni a casa da sola quando hai finito di lavorare?»  
«Certo con chi dovrei tornare scusa?» Domandò lei incerta.
«Pensavo che magari il tuo ragazzo ti venisse a prendere. Sai non conosco molto bene questa zona di Londra ma non sembra molto ben frequentata.»  Esclamò per spiegare la sua domanda. In realtà il biondo voleva sapere se quella cameriera che l’aveva tanto colpito era impegnata con qualcuno.
«Io non ho un ragazzo veramente.» Mormorò lei arrossendo. «Penso che questo lavoro sia incompatibile con qualsiasi tipo di relazione... »  Aggiunse sincera. Dopo Ron non si era legata più a nessuno. Aveva pensato solo a mantenersi e a cercare di migliorare le sue condizioni di vita «In ogni caso non ti preoccupare perché ho con me lo spray al peperoncino.» 
«In effetti penso sarebbe difficile per un ipotetico ragazzo venire a patti con la situazione. Non sto insinuando che il tuo non sia un lavoro onesto, ma per la mia indole gelosa, pensare che ci sono clienti che si comportano come quell’idiota del mio amico ieri sera, mi farebbe impazzire dalla gelosia.» Rispose Draco sinceramente. «Spray al peperoncino? E a cosa servirebbe?» Domandò poi non capendo a cosa potesse servire un condimento per la difesa personale.
Hermione sorrise a quell’ultima domanda. Per un momento si era dimenticata di parlare con un mago che di babbani ne sapeva ben poco. Anche se in teoria quella era un’informazione che lei non avrebbe dovuto conoscere. «Lo spray al peperoncino è urticante. Lo vendono come arma di difesa dalle aggressioni. Sai se lo spruzzi in mezzo agli occhi puoi mettere ko il tuo aggressore per molti minuti.» 
«Beh, è sicuramente un’arma di difesa efficace. Mi ricorderò di non farti arrabbiare Jean.»  Rispose Draco un po’ più tranquillo al pensiero che lei vagasse per le strade di Londra nel cuore della notte. « In ogni caso a maggior ragione è meglio che tu non beva troppo se non reggi bene l’alcol,  a meno che tu non voglia una scorta fino a casa questa sera.» Gli sarebbe piaciuto avere modo di conoscere la ragazza al di fuori dal suo contesto e anche poterla guardare in viso.
«Le regole del locale impongono che non si socializzi con i clienti al di fuori da queste mura, quindi mi trovo nella posizione di dover declinare cortesemente il tuo invito.»  Enunciò la riccia professionale. Era la verità, nessuna ragazza poteva incontrare i clienti fuori dal locale. Senza contare che Hermione  non avrebbe certo potuto farsi riaccompagnare a casa con una maschera addosso. Se Malfoy avesse visto il suo viso, quel rapporto di complicità che si era creato fra loro sarebbe sparito in un batter d’occhio.
« Certo non ti voglio mettere nei guai con il titolare. Ti ho offerto una scorta per farti passare una serata tranquilla, senza il pensiero di dover tornare a casa da sola.» Disse Draco per spiegare la sua proposta. Capiva il motivo per cui fosse meglio che le cameriere non fraternizzassero con i clienti.vedendo il tipo di clientela che frequentava abitualmente quel posto era molto più sicuro non entrare troppo in confidenza con loro. 
«E io ti sono grata del pensiero Draco. Non ti preoccupare comunque, sono brava a cavarmela da sola.» Rispose la riccia sorridendogli. La donna pensò che fosse una strana e bella sensazione avere qualcuno che si preoccupava per lei. Decisamente molto strana se si pensava che quel qualcuno era Draco Malfoy.
«Questo non l’ho messo in dubbio nemmeno per un istante.» Esclamò l’uomo con convinzione.
«Allora oltre a offrirti di scortare a casa fanciulle indifese, cosa fai nella vita?» Chiese curiosa Hermione. La donna si chiedeva con un poco di invidia se il principe delle serpi avesse trovato una  scopo da perseguire o se si limitasse a seguire gli affari di famiglia come aveva fatto suo padre prima di lui. Per lei era stata dura ricominciare a vivere nel mondo babbano. Non potendo esibire nessun diploma, la riccia stava dando gli esami delle scuole superiori da privatista e poi, se fosse riuscita a mettere via qualche soldo, si sarebbe iscritta all’università. Fino a quel momento tuttavia la sua vita era stata  più che altro un sopravvivere e vivere alla giornata.
«Io faccio il medim... il medico. Nonostante sia originario di queste parti al momento vivo a New York e sono tornato in Inghilterra solo per il matrimonio del mio migliore amico.» 
«Oh, è davvero una professione ammirevole quella del medi.. medico. Aiuti le persone a stare meglio.» Esclamò sincera. 
«È  stato questo il motivo per cui l’ho scelta. Sentivo di poter dare qualcosa di più, di poter essere migliore di quello che ero prima.» Rispose l’uomo con altrettanta sincerità.
«Sono sicura che non eri male neppure prima di decidere di fare il medico.»  Il suo voleva essere un commento innocente, ma si accorse che poteva sembrare frainteso.  «Non mi fraintendere, non era mia intenzione essere allusiva.»  Aggiunse quindi arrossendo.
Nonostante la maschera, Draco si accorse che la ragazza era arrossita e non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere.
«Sono così divertente?» Domandò Hermione un poco risentita da quella reazione.
«No, scusa è che sei così spontanea e innocente... Non che siano difetti solo che la tua reazione così “vera” mi ha colpito.» Disse lui alzando le mani in segno di resa.
La riccia aggrottò la fronte, poco convinta della risposta ricevuta. «Mhm, sarà come dici tu...» 
«Tornando alla tua affermazione di prima, ti assicuro che da ragazzo sono stato pessimo. Anche lavorando tutta la vita, non riuscirei mai a espiare quello che ho fatto, ma fare il medim, il medico mi aiuta a sentirmi meglio.» Disse Draco tornando serio.
Hermione si ritrovò a  pensare che nel suo caso la fine della guerra gli aveva dato la possibilità di essere qualcuno di diverso. Mai decisione migliore fu presa dal Wizengamot nei confronti di una persona. Nonostante il marchio che era stato costretto a prendere, Draco Malfoy era solo un’altra vittima di quella guerra, e la decisione di non perseguirlo in alcun modo per la posizione presa durante il conflitto magico, gli aveva dato l’opportunità di rinascere a nuova vita.
Draco avrebbe voluto dal canto suo chiedere qualcosa di sé alla ragazza. Tuttavia avendole già fatto domande personali, preferì rimandare ad un secondo momento. Non voleva spaventarla diventando troppo invadente. Decise quindi di passare ad un argomento meno impegnativo.
«So che è passato solo un giorno ma hai pensato se prendere o no un libro per rispolverare la tua passione per le stelle? Io a casa mia ne ho tanti e potrei darti qualche consiglio per fare un acquisto mirato.» Disse quindi sorridendo.
Vide Jean irrigidirsi a quella affermazione e mordersi il labbro a disagio. «Ben inteso che se preferisci spendere la tua mancia in altro modo, sei liberissima di farlo. La mancia che ti ho dato te la sei guadagnata e puoi spenderla come meglio credi.» 
«Non è questo Draco... mi sarebbe piaciuto molto entrare in una libreria a prendere un libro di astronomia. Ho sempre amato molto la lettura e non poter leggere regolarmente è qualcosa che mi manca.» Mormorò la riccia incerta.
«Sento che nel tuo discorso c’è un “ma” sottinteso.»Esclamò lui facendosi attento.
Hermione stava per rispondere quando si ricordò delle telecamere di sorveglianza. Conoscendo il sig.  Morgan probabilmente in quel momento li stava spiando. «Nessun ma... solo che oggi non ho avuto tempo per andare in giro a fare acquisti. » Disse quindi a disagio.
Draco osservò il comportamento della donna con attenzione e ne dedusse che in quel momento gli stava nascondendo qualcosa . «Sai Jean fin da ragazzino mi sono accorto di essere molto bravo a capire quando qualcuno non mi sta dicendo la verità. Ti prego, sii sincera. Se preferisci andarti a prendere con la tua mancia una borsetta firmata o un paio di scarpe, per me va bene lo stesso. Solo che preferisco sentirmi dire la verità.» 
La riccia storse il labbro infastidita da quella affermazione. «Un paio di scarpe o una borsetta non hanno mai avuto nella mia scala di importanza un valore più alto di quello che ne può avere un buon libro.» 
«E allora cosa c’è che non va?» 
Hermione si avvicinò ancora di più al biondo in modo da essere sentita solo da lui.  «Adesso avvicinerò la mia bocca al tuo orecchio con un gesto civettuolo. Vorrei che non fraintendessi quello che sto per fare, perché è l’unico espediente che mi è venuto in mente in questo momento per poterti parlare liberamente..» Sussurrò imbarazzata.
Draco annuì  aspettando le mosse della ragazza. Dalla reazione avuta precedentemente , l’uomo aveva capito la sua poca sicurezza e non voleva che si chiudesse a riccio.
Hermione mise una mano sul ginocchio di lui e, dopo averlo guardato intensamente negli occhi, si avvicinò al suo orecchio: «  La verità è che il titolare in questo momento ci sta osservando. Lui può vedere e sentire tutto quello che diciamo...» Mormorò sincera.  «Purtroppo lui trattiene gran parte delle mance che guadagniamo. Solitamente è il /0% del guadagno ma della tua generosa mancia di ieri sera mi sono rimaste cinquanta sterline.» Aggiunse sincera. «Nonostante siano comunque tantissimi soldi non posso permettermi di usarli per comprare un libro anche se è quello che avrei voluto fare.» La donna si scostò di qualche centimetro per poter vedere la sua reazione dai suoi occhi,
Solo dalle sue iridi traspariva la sua rabbia provata per la confessione che gli aveva appena fatto. Appoggiò una mano sul viso della riccia con un gesto lento, che in una qualsiasi altra situazione sarebbe stato visto come molto sensuale e si accostò per mormorarle la sua risposta. «Ti ringrazio per essere stata sincera. Devo ammettere che dentro di me ho una gran voglia di andare fuori a dare una bella lezione a quel viscido opportunista del titolare di questo posto...» Ammise sincero. Forse la sorveglianza video poteva essere vista come una sorta di tutela per l’incolumità delle ragazze che lavoravano lì, ma il fatto che lui ascoltasse anche quello che le sue dipendenti si dicevano gli faceva pensare che quello fosse solo un modo per tenerle in riga con la minaccia di perdere il lavoro. «Già il discorso di essere osservati mi infastidisce ma che tu debba consegnargli la gran parte delle tue mance è un sopruso.» 
La riccia annuì. «Hai ragione ma queste sono le condizioni per lavorare qui. Prendere o lasciare. » 
Lui avrebbe voluto dirle di lasciarlo quel lavoro, ma aveva capito che Jean si era trovata a lavorare lì per necessità più che per scelta. Ancora più della sera prima, il biondo si ritrovò a pensare quanto la ragazza fosse un pesce fuor d’acqua in quell’ambiente.
«Potremmo trovare il modo per nascondere a Morgan gran parte della mancia che ti darò, in modo che tu la possa tenere per te stessa.» Propose infine cercando un modo per aiutare quella ragazza così speciale.
«No ti ringrazio. Sebbene io non mi senta la persona più onesta del mondo, non voglio essere disonesta in questo modo. Quando ho accettato questo lavoro sapevo che gran parte delle mance sarebbe stata trattenuta dal titolare, sebbene lui non sappia molto fare i calcoli. » Esclamò Hermione con convinzione. Non era mai venuta meno ai suoi principi, anche quando era difficile portare a casa qualcosa da mettere sotto i denti. Non avrebbe incominciato certo in quel momento. «E poi...» 
«E poi?» Chiese il biondo sempre più affascinato dal livello di onestà della ragazza.
Hermione arrossì imbarazzata. «Beh... Ho passato due belle serate, specialmente questa, grazie a te. Mi mette già a disagio il fatto di essere pagata per stare in tua compagnia. Non riuscirei mai ad accettare dei soldi sottobanco. »  Sicuramente se non avesse avuto la certezza dell’anonimato che la maschera le conferiva, non avrebbe mai avuto il coraggio di dire quelle parole a Draco Malfoy.
 L’uomo annuì lusingato da quelle parole. Anche se non l’avrebbe mai ammesso con nessuno, più conosceva Jean, più questa  lo attraeva sempre di più. «D’accordo, se la pensi in questo modo non voglio insistere... Tuttavia vorrei farti un piccolo dono simbolico.» Disse il biondo usando un tono abbastanza basso in modo da non farsi sentire. «È una moneta particolare, che probabilmente non avrai visto da nessuna parte. Questa moneta diciamo che è un portafortuna. Se la porterai con te sono sicuro che la tua vita migliorerà. Spero che tu vorrai accettarla.»  Disse lui incerto. Non sapeva se parlargli anche delle presunte abilità magiche che possedeva l’oggetto. Jean era una babbana  e sarebbe stato difficile farle credere che la moneta avesse un qualsiasi potere magico. Oltre a questo anche lui che era un mago, era stato scettico sul potere della moneta.
Hermione annuì a quella richiesta. Sospettava che la moneta in questione fosse un galeone e si chiedeva come mai Draco avesse deciso di fare un regalo del genere ad una babbana.
L’uomo recuperò dalla tasca la moneta e prese poi le mani di Jean, passandogli l’oggetto senza farsi notare.
Poi, rendendosi conto dell’ora ormai tarda, si alzò e tenendo ancora la mano  della ragazza le fece  il baciamano guardandola poi negli occhi intensamente. «La ringrazio per la bella serata madamigella Jean. Sono stato molto bene in sua compagnia e spero che il destino ci possa far presto rincontrare.» 
Hermione sorrise. Grazie al gesto del biondo, le sue gote avevano di nuovo preso un delicato color porpora... «Anche per me è stata una bella serata Messer Draco. Confidiamo che il destino non si voglia far beffe di noi.» Rispose Hermione facendo quella che in superficie poteva sembrare solo una battuta ma che nascondeva un timore profondo. Il destino si era fatto beffe già troppe volte della riccia e la donna pensava di non essere in grado di sopportarne altre.
Draco era andato via che mancava veramente poco per la fine del turno di lavoro della riccia. La donna andò a consegnare al titolare la mancia di trenta sterline al proprietario per poi cambiarsi e andare a casa. Per fortuna era riuscita a nascondersi addosso la moneta che il biondo le aveva donato ma aveva pensato che la cosa migliore fosse quella di non recuperare l’oggetto dalla tasca fin quando non fosse al sicuro tra le mura di casa sua.
«È stato un po’ tirchio il tuo principe azzurro questa sera.» Commentò Morgan guardando deluso le banconote che la donna gli aveva passato. «La tua percentuale sulla mancia di stasera avrebbe dovuto essere di nove sterline ma mi sento magnanimo e te ne voglio dare dieci.» Aggiunse restituendo una delle tre banconote alla riccia. Hermione alzò gli occhi al cielo per la sua uscita, ma decise di non dire niente. Prese la banconota e fece per andarsene ma venne trattenuta per un braccio dal moro.
«Ho avuto modo di osservarti questa sera e visto che quando vuoi sai essere civettuola e meno frigida del solito, da domani si cambia musica. Farai quello che fanno tutte le altre ragazze qui.»  Esclamò l’uomo ghignando. Jean era di bell’aspetto e se si escludeva quell’orribile scritta che aveva tatuata sul braccio, poteva essere un bello spettacolo da vedere per i suoi clienti. Certo, avrebbe dovuto trovare il modo di nascondere la scritta per farla esibire, ma era sicuro che qualcosa si sarebbe inventato.
«Non ho intenzione di cominciare ad esibirmi. Questa sera mi hai costretta a fare una cosa che di solito non faccio. Visto che hai avuto modo di spiarci, sai benissimo che non c’è stato nulla di più che qualche carezza.» Rispose la riccia alterata. «E se stai pensando di minacciarmi ti assicuro che non ti conviene. Tu perderesti la cameriera più veloce e precisa che hai e in più ti beccheresti anche una denuncia per tutte le lavoratrici senza contratto che hai come dipendenti.» Aggiunse minacciosa.
«Non oseresti mai denunciarmi...» Disse incerto il moro.
«Mettimi alla prova Morgan!» Esclamò Hermione girandosi poi di spalle e andandosene. 


Nonostante non fosse stata una serata particolarmente pesante, tutte le discussioni con il titolare avevano sfiancato Hermione. Quando arrivò all’appartamento si buttò sul letto e tirò fuori dalla tasca la moneta ricevuta in dono, rimirandola tra le mani. La sua intuizione di poche ore prima si era rivelata giusta almeno in parte. La moneta era si un galeone, la valuta del mondo magico. Ma questa particolare moneta aveva un colore blu intenso che Hermione, insolito per quel tipo di valuta. La riccia avrebbe voluto fare congetture su quale potesse essere il motivo della colorazione anomala ma era tremendamente stanca. Per questo motivo si addormentò pochi istanti dopo tenendo ancora tra le mani il dono appena ricevuto.
Si ritrovò a camminare per un viale alberato. Hermione ricordava di essere già stata in quel luogo. Continuando a camminare cominciò ad intravvedere la casa che si stagliava all’orizzonte e la riccia si ghiacciò sul posto riconoscendo Malfoy Manor in lontananza. «Cosa ci faccio qui?» Chiese a se stessa. Forse le due sere passate in compagnia di Malfoy le avevano risvegliato ricordi sopiti. Certo era strano perché entrambe le serate in compagnia del biondo erano state piacevoli. Niente a che vedere con quello che aveva subito anni prima proprio all’interno di quelle quattro mura. Istintivamente Hermione si toccò il braccio nel punto dove la zia del padrone di casa aveva inciso anni prima la scritta “Sanguesporco” con la magia.
«Finalmente sei arrivata!» Esclamò Draco avvicinandosi. Accanto a lui scodinzolava felice Willow.
Hermione si girò stupita. Si era convinta ormai che quello fosse solo uno strano sogno e visto il luogo dove era finita si sarebbe aspettata di trovarsi davanti il vecchio Draco, il ragazzo spocchioso che la tormentava a scuola, e non l’uomo che aveva conosciuto nelle ultime sere. «Draco... Io non capisco.» Rispose lei sincera.
«Immagino che tu sia confusa.» Disse il biondo sorridendo.  «Speravo che almeno qui avrei potuto vedere finalmente il tuo viso, ma dovevo immaginare che non sarebbe stato così facile “vederti”» Aggiunse poi ripensando alle parole della  vecchietta che gli aveva dato la moneta. Se ci voleva volontà e coraggio per riuscire a trovarsi non poteva essere certo così facile “vedersi per la prima volta”.
Hermione si toccò il viso accorgendosi di portare la maschera che indossava di solito al locale. Quindi questo era un sogno di Jean. Aveva relegato spesso i ricordi della sua vita precedente come se appartenessero ad un’altra persona. Era la prima volta che le sue due vite andavano a fondersi, ma nella sua testa tutto questo aveva un senso visto che l’arrivo di Malfoy al locale due sere prima, aveva già cominciato a far intrecciare la sua nuova vita con quella vecchia. «Non avevo mai fatto un sogno così bizzarro..» Disse soprappensiero senza nemmeno rendersi conto di aver parlato ad alta voce.
«Questo non è un sogno Jean. Almeno non un normale sogno come stai pensando.» Rispose il biondo avvicinandosi.
«Cosa intendi dire?» Chiese lei aggrottando la fronte.
«Vedi la moneta che ti ho donato stasera non è una semplice moneta.  La persona che me l’ha donata mi aveva detto che era magica. Diceva che avrei potuto incontrare in sogno la persona a cui l’avrei regalata. Al momento non ho creduto alle parole di quella donna, ma vedendoti qui ora direi che quella donna aveva ragione.» Spiegò Draco felice per una volta di essersi sbagliato.
«Io non riesco a crederci...» SI lasciò sfuggire la riccia. «Non è possibile.»  Si era allontanata dalla magia da più di cinque anni perché quest’ultima le aveva portato via tutto quello a cui teneva, e con stupore si accorse di non provare più dolore nell’avvicinarsi nuovamente a quella che aveva considerato un tempo la sua più grande sventura.
«Lo so che è difficile da credere, ma ti assicuro che è la verità. Finché terrai con te quella moneta potremo incontrarci ogni notte nei nostri sogni.» Sussurrò l’uomo prendendole una mano.Quello che invece Draco aveva omesso di dire alla donna era che quella moneta era destinata ad appartenere alla sua anima gemella e che solo la volontà e il coraggio di tutti e due avrebbero permesso loro di coronare il loro sogno d’amore.

 

Eccoci arrivati al capitolo 2
A quanto pare Jean la cameriera ha fatto colpo sul giovane medimago, il quale (anche grazie alla sua cagnolona)decide di tornare al locale per poter conoscere meglio la donna che lo ha colpito così intensamente . La sua prima impressione venie infatti confermata e Draco, dopo aver passato una bella serata in compagnia della riccia, decide di donarle la moneta fatata che aveva ricevuto il giorno precedente dalla vecchia di Diagon Alley.
Nel frattempo Harry è sulle tracce di Hermione. Il moro vuole realizzare un desiderio della sua ex fidanzata nonché migliore amica. Riuscirà il salvatore del mondo magico a rintracciare quella che per molti anni ha considerato una sorella e  convincerla a tornare nero mondo magico almeno per un giorno in modo da realizzare il sogno di Ginny?
Fatemi sapere cosa ne pensate 
A presto 
Lyn

Ps Alle recensioni rispondo domani perché a quest'ora sono veramente cotta ma ci tenevo a pubblicare l'aggiornamento il prima possibile. Spero non ci siano orrori di ortografia. Se così fosse vi prego di perdonarmi.
  
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