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Autore: Lyneea    03/01/2019    4 recensioni
Piccola Dramione natalizia ambientata pochi anni dopo la fine della guerra.
Sono passati più di cinque anni dalla fine della guerra e a pochi mesi dalla fine del conflitto Hermione è scomparsa dal mondo magico senza lasciare alcuna traccia. La magia ha tolto molto alla riccia e la ragazza non è riuscita a sopportare oltre di vivere in quel mondo che le aveva portato via l’amore dei genitori, gli amici e quello che pensava essere l’amore della sua vita.
Draco invece si è rifatto una nuova vita, trasferendosi a New York e diventando uno stimato medimago.
L’invito al matrimonio del suo migliore amico Blaise, porterà Draco a tornare a Londra proprio a qualche giorno dal Natale e dopo un incontro “con il destino”, il biondo incontrerà anche la sua anima gemella proprio nel posto dove meno si sarebbe aspettato.
Nota dell’autrice: In questa storia non sarà presente Ron. Per una volta ho deciso di far scomparire il rosso dalla mia storia visto che quando è presente nelle mie storie non finisce mai bene.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Vi lascio alla lettura del primo capitolo della storia. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Lyn


 


Capitolo 1 

Uno strano addio al celibato


 



La riccia non aveva  altra scelta. Se avesse perso quel lavoro, il padrone di casa l’avrebbe sbattuta fuori senza farsi problemi. Per questo motivo Hermione decise di rischiare e servire il tavolo della sala vip. 
Quando la donna entrò nella stanza pensò di avere le traveggole. Draco Malfoy e Neville stavano conversando amabilmente. Anzi l’ex grifondoro aveva stretto la mano  di Malfoy come se fossero amici di vecchia data.
«Buonasera, il mio nome è Jean e per stasera sarò la vostra cameriera.» Disse la donna con fare professionale.
Draco, sentendo quella voce alzò la testa, guardando attentamente la ragazza mascherata. Quel timbro gli era così  famigliare che attrasse subito  la sua attenzione. 
I due si guardarono negli occhi per un lungo istante. Poi Hermione distolse lo sguardo, più per timore di essere scoperta che per disagio. Era la prima volta che aveva modo di guardare con attenzione le iridi del serpeverde e trovò quello sguardo profondo del colore del cielo in tempesta, così intenso da restarne quasi ammaliata.
SI schiarì la voce per non avere un tono esitante, poi continuò a parlare. «Se vi accomodate, comincerò a servire l’antipasto. Chi di voi è il futuro sposo?» Chiese sperando con tutto il suo cuore che non fosse Harry, Neville oppure Malfoy.
A quella domanda Draco scattò in piedi, dirigendosi a grandi passi verso la donna mascherata.
«Signorina Jean, posso parlarle un minuto in privato?» Domandò cortese.
La riccia fece segno di seguirla in corridoio, attendendo poi di sentire cosa aveva da dirle “il futuro sposo” di così segreto. La donna non riusciva a capire il motivo per cui scoprire che fosse lui che si sposava la infastidisse così tanto.
«Mi chiamo Draco Malfoy e sono il testimone dello sposo...» Esordì l’uomo sorridendole.
«Draco...» Ripeté lei, chiamandolo per la prima volta in vita sua per nome. Non aveva mai potuto essere così informale con lui. D’altra parte non si sarebbe mai sognata di chiamarlo per nome a scuola, visto il modo poco civile con cui lui si comportava,
«Lo so, non è un nome molto comune, deriva...» 
«Prende il nome dalla costellazione del Drago...» Disse Hermione interrompendo la sua spiegazione.
Quella frase e il modo in cui la cameriera la disse, lasciarono il biondo senza parole per qualche istante. «Non pensavo che avesse conoscenze di astronomia.» Esclamò infine shoccato.
A quella affermazione la riccia si irrigidì: «Ma certo, come potrebbe mai una ba.. una cameriera essere minimamente istruita. Le do una notizia signor Malfoy, il lavoro che fai non identifica chi sei.» Non riuscì a trattenersi dal dire. 
Per un momento la donna temette di aver parlato troppo. Le tornò in mente quando Lucius Malfoy era riuscito a far quasi tagliare la testa a Fierobecco durante il suo terzo anno. Una sola parola di lamentela nei suoi confronti sarebbero bastati per farle perdere il lavoro. Perché la verità era che al signor Morgan non importava un fico secco dei suoi dipendenti. La prima regola per lavorare in quel posto era di non reagire per la maleducazione dei clienti e non essere troppo dura nel rifiutare le loro avance. «Io... mi scuso per il modo brusco in cui le ho risposto.» Si costrinse a dire Hermione, sperando che il giovane Malfoy non fosse crudele come era stato un tempo, come avrebbe fatto Lucius se fosse stato al suo posto.
«Non si scusi. Sono io che mi devo essere espresso male. Per me era solo strano scoprire che qualcun altro oltre a me è appassionato di astronomia. Non c’entra niente il lavoro che fa per vivere.» Spiegò il biondo. Era rimasto interdetto dalle parole di quella cameriera perché quella donna le ricordava tremendamente una persona del suo passato. Una persona che non perdeva l’occasione per tenergli testa. Il vecchio Draco probabilmente non avrebbe permesso a nessuno di parlargli in quel modo. Ma era tanto tempo che ormai lui non era più quel genere di persona.
La donna rifletté su quelle parole. In effetti forse aveva mal giudicato il serpeverde, probabilmente per via dei loro trascorsi. Trascorsi che per altro il biondo non sapeva nemmeno di avere con lei. «Beh in effetti l’astronomia non è una materia che in molti studiano. Di solito è la passione per le stelle e per i miti che la circondano che possono attrarre. Per lo meno questo è quello che mi ha attratto dello studio delle stelle fin da piccola.» Mormorò la riccia tranquillizzandosi. Non sapeva perché si fosse spinta a confidargli quella cosa. Una cosa era certa, i modi del serpeverde erano totalmente diversi da quelli che usava con lei a scuola. Visto che lui pensava di star parlando con una normalissima babbana, questo faceva ben sperare che l’uomo avesse cambiato radicalmente le sue vedute. «Voleva chiedermi qualcosa Signor Malfoy?» Chiese poi per tornare su un argomento meno personale.
L’uomo sembrò ridestarsi dai suoi pensieri a quella domanda. «Si, vede siamo in una situazione imbarazzante. L’altro testimone di nozze ha pensato di organizzare per lo sposo dell’intrattenimento fatto di “spettacoli”... Lo sposo, il signor Zabini, ha detto chiaramente al proprietario del locale che non vorremmo usufruire di questo tipo di intrattenimento. Vorrei solo assicurarmi che le volontà dello sposo siano rispettate. »  Spiegò Draco lievemente a disagio. Probabilmente in un’altra circostanza se ne sarebbe fregato di come si sarebbe svolta la serata, ma ci teneva a non rovinare la festa di Blaise. Senza contare che dal primo momento in cui aveva sentito la voce della cameriera aveva desiderato parlare con lei. «Alla festa sono presenti anche due amici della sposa e ci tengo che con loro non ci sia nessun tipo di malinteso.»
Hermione si soffermò a pensare a chi sarebbe stata la futura sposa di Zabini. Probabilmente Harry e Neville erano gli amici della sposa e questo le faceva pensare di conoscere la ragazza in questione . Luna era l’unica ragazza a parte Ginny  che ad Hermione venne in mente come futura signora Zabini. Ma visto che erano passati diversi anni dal loro ultimo incontro magari i due grifondoro avevano fatto amicizia anche con qualcun’altra. «Non si preoccupi, io sono l’unica delle cameriere a non essere anche una “ballerina”. Per questo il signor Morgan mi ha affidato a voi. Vi aspetta una tranquilla serata di mangiate e bevute insieme allo sposo.» Rispose Hermione sorridendogli. Sarebbe stato bello per una sera non doversi guardare le spalle per evitare pacche amichevoli sul sedere o battutine sconce. 
Draco si sentì sollevato da quella notizia.  Nella sua testa si ripeteva che era solo contento che Blaise avesse la festa che avrebbe sempre voluto ma la verità era che pensare a Jean come ad una ballerina di lap dance o altro, lo disturbava. La vedeva già poco adatta a quel locale, pensarla anche come ballerina era proprio una cosa che stonava con l’idea che si era fatto di lei parlandoci insieme. «La ringrazio signorina Jean.» rispose quindi u po’ riluttante nel congedarsi dalla sua compagnia.
«Di nulla... se adesso vuole accomodarsi comincerò a servire gli antipasti.» 




Nel frattempo Harry approfittò che Malfoy si fosse allontanato per parlare con la cameriera, per chiedere all’amico qualcosa sul serpeverde. «Neville scusa ma da quando tu e Malfoy siete in così buoni rapporti? Prima quando lo hai salutato lo hai anche chiamato per nome...» Domandò curioso il moro.
«Draco è molto migliorato dai tempi della scuola...» Rispose Neville criptico.
«E tu come hai fatto a scoprire “questo miglioramento”?» Insistette Harry. « Da quello che so Malfoy vive negli Stati Uniti. Non penso ci siano state grandi occasioni di incontro.» 
«Beh,  questa è una notizia che non è stata resa pubblica, ma l’anno scorso lui mi ha aiutato con i miei genitori...sai che è un medimago.» Sussurrò Neville per non farsi sentire dagli altri. « Beh si è specializzato nel trattamento di soggetti che hanno subito torture tramite incantesimo o vittime di un Oblivion mal riuscito. Lui mi ha ridato i miei  genitori e di questo non potrò mai smettere di essergliene grato.» Aggiunse sincero Neville lanciando un’occhiata al serpeverde.
Harry rimase stupito da quella rivelazione. «Oh, ma questa è una splendida notizia! Sono contento che grazie a lui ,tu li abbia ritrovati. Si sono ripresi completamente?»
«Si, ci è voluto del tempo ma adesso stanno bene. Se vuoi vieni a trovarci. Per loro è come essersi risvegliati da un incubo durato vent’anni. Sono sicuro che gli piacerebbe conoscerti e parlare con te dei tuoi genitori.» Esclamò Neville sorridendo.
«Verrò sicuramente a trovarli...» Rispose il moro facendosi pensieroso.
«C’è qualcosa che non va? Non volevo rovinarti completamente una serata che per te deve essere difficile.» Rispose Paciock rammaricato per aver parlato dei genitori dell’amico. 
«Rovinarmi completamente? E per quale motivo scusa?» 
«Beh un conto è rimanere amico della tua ex, ma andare all’addio al celibato del suo nuovo fidanzato mi sembra un tantino esagerato non trovi?» 
«Sciocchezze, io e Ginny siamo in ottimi rapporti. Il disastro successo tra Hermione e Ron ci aiutato a capire che eravamo rimasti insieme solo perché era quello che tutti si aspettavano da noi. Sai per me i Weasley sono come una famiglia e Ginny era solo attaccata all’idea di sposare il suo primo amore. La verità era che ormai ci consideravamo più come fratello e sorella piuttosto che come amanti.» Spiegò Harry sorridendo. «La nostra separazione ha consentito a Ginny di conoscere veramente Zabini e so che sono fatti per stare insieme. Io dal canto mio ho conosciuto la vera Daphne grazie alle volte che sono andato al Ministero per lavoro.»
«Ad essere sincero sono rimasto veramente sorpreso quando mi hai detto che ti eri messo con l’algida regina di ghiaccio di serpeverde...» Commentò Neville ridacchiando.
«Penso che ti beccheresti una bella fattura se lei sentisse come l’hai chiamata.» Lo redarguì il moro. «Daphne ha avuto il coraggio di ribellarsi alla sua famiglia che la voleva a casa a cercare marito invece che al lavoro ad aiutare a ricostruire tutto quello che la guerra ci ha portato via.»
«Ehi non ti scaldare, stavo scherzando...» Esclamò Neville incerto. «Ancora non mi hai detto perché ti sei rabbuiato prima?»  Aggiunse poi ricordandosi l’espressione malinconica che l’amico aveva assunto pochi istanti prima.
«Pensavo solo che Malfoy avrebbe potuto aiutare Hermione se lei non fosse scomparsa..» 
«Aiutare la Granger a far cosa?» Chiese Draco tornando al tavolo. Aveva sentito l’ultima affermazione di Potter e si era incuriosito.
«Niente Malfoy...» Disse Harry evasivo.
«Per Salazar Potter sputa il rospo. Ti assicuro che non mordo!» Esclamò esasperato il biondo. Proprio non capiva cosa Daphne ci trovasse in lui.
Harry lanciò un’occhiata a Neville che con uno sguardo lo incitò a parlare. «I genitori di Hermione hanno subito un Oblivion durante la guerra e quando il conflitto è finito lei non è riuscita ad eseguire il controincantesimo.» 
Probabilmente il vecchio Draco avrebbe deriso la riccia per non essere stata infallibile come era il suo solito. Ma lui invece non trovava quell’argomento divertente, anzi. «Quanto era esteso l’Oblivion? Che ricordi includeva?» Chiese professionale. Quando era partito per gli Stati Uniti il suo scopo era diventare una persona migliore. Voleva diventare degno di quei sentimenti che aveva provato per molti anni ma che non aveva mai avuto il coraggio di esprimere a voce alta. Era consapevole che quando sarebbe riuscito nel suo intento probabilmente “Hermione” sarebbe già stata sposata con Weasley. Ma questo non l’aveva dissuaso.  Da Blaise l’uomo aveva però saputo che le cose non erano andate come ci si sarebbe aspettati. Il rosso aveva sposato la piccola Delacourt e viveva in Francia mentre della Granger si era persa ogni traccia. In quanto a coraggio Draco non era cambiato dai tempi della scuola. Non aveva voluto chiedere nulla all’amico della sparizione della riccia. Ma quella sera sembrava che si presentasse l’occasione giusta per scoprire cosa fosse successo alla strega e magari lui avrebbe potuto per una volta aiutarla.
Harry tentennò a rispondere. Quello che aveva fatto l’amica era contro le leggi magiche, andarlo a dire a Malfoy poteva non essere saggio. 
«Coraggio Potter. Se non vado errato tra noi due chi rappresenta la legge sei tu. Io sono solo un medimago. La mia è curiosità professionale.»  Lo incitò il biondo cercando di non far capire quanto fosse interessato a scoprire di più di quella faccenda.
Harry ci pensò su qualche istante e poi decise che non aveva nulla da perdere nel parlare di quella cosa. Hermione era scomparsa, quindi anche volendo Malfoy non avrebbe potuto farle nulla di male. «L’Oblivion che ha colpito i genitori di Hermione era molto esteso. È stato rimosso dalle loro menti il ricordo dell’esistenza della figlia .»
Draco impallidì sentendo quella confessione. «Chi le ha fatto una cosa del genere?» Chiese cominciando a riflettere su quale Mangiamorte sarebbe arrivato a tanto per colpire la strega.
Harry guardò nuovamente Neville e fu proprio quest’ultimo a trovare il coraggio di dire quello che l’amico non aveva ancora detto. «Hermione aveva paura che la sua famiglia sarebbe stata in pericolo rimanendo in Inghilterra. Ma conosceva molto bene i suoi e sapeva che non avrebbero mai accettato di scappare e abbandonarla da sola a combattere quella guerra. Per questo ha preso una decisione così drastica. Ha rimosso qualsiasi traccia della sua esistenza dalle loro menti e ha insinuato in loro l’idea di trasferirsi in Australia.» 
Draco rimase qualche istante in silenzio assorbendo la notizia appena ricevuta. Aveva sempre saputo quanto la riccia fosse coraggiosa, ma sapere  quello che aveva sacrificato per la sicurezza della sua famiglia la rendeva ancora più pregevole ai suoi occhi. «È normale che non sia riuscita a restituirgli la memoria con il controincantesimo tradizionale.» Disse cercando di sembrare distaccato. «I’entità dei ricordi rimossi era vasta e la zona interessata del cervello molto estesa...» Aggiunse professionale.
«Dite alla Granger di contattarmi. Vorrei provare ad aiutarla a far recuperare i ricordi ai suoi genitori. Ditele anche di star tranquilla perché non parlerò con nessuno di tutto questo. Neville ha tutti i miei recapiti e può rintracciarmi in qualsiasi momento.» Pensare di aiutare Hermione dava una bella sensazione al biondo.
«Purtroppo non siamo più in contatto con lei.» Disse Harry rammaricato.
«Come, non siete più in contatto? » Disse sbalordito il biondo. Da come aveva sempre visto Uniti quei due, non pensava che si sarebbero persi di vista.
«No, Hermione è sparita cinque anni fa. Penso che l’idea di non riuscire a restituire la memoria ai genitori sia stato devastante per lei.» 
«E tu non l’hai cercata?» Chiese Draco con una nota di forte biasimo nella voce.
«Ho pensato avesse bisogno di tempo e che sarebbe tornata da sola quando fosse stata più tranquilla.» 
« Che Salazar mi salvi da amici grifondoro...» Fu il suo unico commento.
«Che intendi dire scusa?» Chiese Harry risentito da quelle parole.
«Hai sempre professato quanto la Granger fosse la tua più cara amica, quasi una sorella...» Spiegò il biondo con una nota di disgusto nella voce. « Poi lei sparisce e tu te ne freghi e aspetti che si faccia viva nuovamente...» 
« Cosa avrei dovuto fare scusa? Legarla al letto e aspettare che rinsavisse?» Domandò con stizza il moro.
«Io l’avrei fatto se fosse stato necessario.» Rispose il biondo dipingendosi in faccia uno di quei ghigni che ai tempi della scuola avevano avuto il potere di far imbestialire Harry.
«Non lo metto in dubbio furetto.»
A sentire quell’epiteto anche il sangue di Draco andò alla testa. Potter aveva il potere di tirare fuori il peggio di lui.
«Dai ragazzi calmiamoci entrambi. Siamo qui per festeggiare Zabini.» Disse Neville cercando di calmare le acque.
Draco annuì e si girò verso l’amico senza più degnare Harry nemmeno di uno sguardo.




La serata sembrava svolgersi in maniera piuttosto tranquilla per Hermione.  Certo, la riccia cercava di tenersi a debita distanza dai due ex compagni di casa per non essere scoperta. Rivederli aveva suscitato però in lei una profonda malinconia. Aveva deciso di tagliare i ponti con tutto quello che avesse a che fare con la magia perché riteneva quest’ultima responsabile di tutte le sue sventure. In questo modo però si era privata anche di tutti quelli che considerava la sua famiglia. Si era isolata e ormai cercava solo di sopravvivere a quella mediocre quotidianità. La donna ebbe l’istinto di prendere l’amico da parte e togliersi la maschera, rivelando chi fosse veramente. Ma si vergognava troppo di quello che era diventata per fare una mossa simile.
La serata era quasi terminata e la riccia si apprestò a servire il dolce. Quando arrivò in prossimità della parte del tavolo dove era seduto Goyle, Hermione sentì chiaramente una viscida mano poggiarsi sul suo fondoschiena. Si girò lanciando un’occhiataccia al padrone dell’arto. « Metti subito giù quelle luride mani razza di scimmione che non sei altro!» Si lasciò sfuggire la donna. Normalmente non avrebbe dovuto reagire in quel modo, ma in quel momento non era riuscita a trattenersi.
«Andiamo, dovresti esserci abituata penso...» Rispose Gregory ghignando. «A proposito il fatto che allo sposo non interessi nessun spettacolo o dopo spettacolo non vuol dire che a noi altri non farebbe piacere. Potremmo metterci d’accordo per un extra ben pagato.»  Aggiunse lascivo.
Draco sentì le parole dell’ex compagno di casa e non ci vide più dalla rabbia. «Il mio amico ha bevuto troppo, la prego di scusarlo per il suo comportamento poco gentile.» Disse avvicinandosi al moro e guardandolo in modo poco amichevole.
«Andiamo Draco. Non l’ho mica offesa. Riceverà ogni giorno proposte del genere. È il suo lavoro!» Esclamò Goyle contrariato per l’intervento dell’amico.
«Il suo lavoro è fare la cameriera non farsi palpare da uno come te e nemmeno ricevere proposte oscene.»  Spiegò in tono duro. « Ora a meno che tu non voglia ritrovarti senza una mano ti consiglio di scusarti immediatamente.» 
Le minacce di Malfoy incutevano ancora una certa presa sui suoi ex lacchè. « D’accordo. Mi scusi signorina Jean.» Disse il moro di malavoglia. «Malfoy sei diventato veramente un insopportabile buon samaritano.» Aggiunse poi guardando l’ex compagno di casa con aria disgustata.
«Forse è meglio finire qui la serata.» Disse Blaise vedendo che gli animi si stavano scaldando.
Tutti si alzarono e si diressero verso l’uscita. Draco fu l’ultimo a lasciare il locale. Prima di andarsene fermò la cameriera. « Volevo ancora scusarmi per il comportamento del mio conoscente di questa sera.» 
«Non si preoccupi signor Malfoy. Il suo amico ha ragione. Chi fa questo lavoro dovrebbe aspettarsi questo tipo di comportamento dai clienti..» Rispose la riccia senza il coraggio di guardare l’uomo negli occhi,
« Questo non significa che sia un comportamento corretto.» Esclamò Draco con convinzione. Aveva capito che quello non era il posto adatto per quella giovane donna e avrebbe voluto tanto fare di più. «Questa è la mancia per il servizio che abbiamo ricevuto questa sera.» Aggiunse mettendo tra le mani di Hermione  trecento sterline . 
La riccia guardò sbalordita la somma che l’uomo le aveva lasciato. « mi sembra troppo per una sola serata.» Disse cercando di restituirgli il denaro.
«Non sia sciocca e li accetti. Magari potrebbe prendersi un bel libro di astronomia e rispolverare la sua vecchia passione.» Esclamò il biondo rimettendo il denaro tra le mani della cameriera.
Hermione capitolò accettando la lauta mancia. « La ringrazio signor Malfoy.» 
«Chiamami Draco. Signor Malfoy mi fa pensare a mio padre e ti assicuro che non sarebbero bei pensieri. Dopotutto dovremmo avere più o meno la stessa età.» 
«D’accordo allora. Grazie Draco.» Rispose sinceramente Hermione.




Eccoci arrivati al secondo capitolo di questa mini storia. So che magari il comportamento di questo Draco possa sembrare molto discordante dall’originale. Beh penso che la guerra non abbia cambiato solo Hermione. Sono passati più di cinque anni dalla fine del conflitto e il biondo in questo periodo ha cercato di trovare il modo per fare ammenda per tutto quello che ha causato. Secondo me è normale che tutto questo possa cambiare il giovane Malfoy. Spero comunque di aver lasciato intravvedere (specialmente nel battibecco con Harry) un po’ del vecchio Draco. Perché si può maturare ma questo non snatura totalmente il nostro essere.
A presto con il prossimo capitolo
Lyn 

 

  
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