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Autore: Feisty Pants    19/01/2019    2 recensioni
Seguito di "High School Holmes".
Anna, Kristoff, Judy, Nick, Elsa, Jack e amici hanno ognuno la propria vita. Lavoro, amicizia, famiglia, felicità ma anche tante difficoltà quotidiane. Ora, come protagonisti, ci sono i loro figli immersi nella scuola e in tutte le sue avventure. La ribelle Emma, la dolce Ariel, la calma Aurora, il musicista Michele e tanti altri vivranno dei momenti significativi per ogni adolescente. Anna, Kristoff e company riusciranno ad affrontare la missione più difficile di tutte, ovvero essere dei buoni genitori?
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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CAPITOLO XVII

ENNESIMA DELUSIONE

Settimane dopo…


Emma non se ne era resa conto ma il tempo insieme a Luca volava. I due diventavano sempre più affiatati! Lui era in grado di farla crescere, riflettere, aprirle gli occhi sulle cose belle della realtà. Emma aveva imparato a stupirsi di nuovo di fronte a un tramonto, ad ascoltare il canto di un uccellino, a sorridere ai bambini per strada, ad amare la vita e a volerla tutelare. Insieme a Luca aveva visitato un bellissimo museo della scienza e visto programmi televisivi sulla medicina che la portarono a disintossicarsi dal fumo e ragionare sull’importanza della salute. Prima la ragazza era abituata a fumare molte sigarette al giorno, ora, grazie a Luca che la monitorava, stava guarendo dalla dipendenza in pochissimo tempo.
Più trascorreva il tempo con lui e più si accorgeva di esserne innamorata. Ne aveva sempre più la conferma! Luca era un amico, un fratello, un angelo in grado di proteggerla. Emma lo osservava cucinare, studiare, pulire la casa e voleva imparare ad assomigliargli sempre di più.

“Tu hai fratelli?” domandò Emma mentre mangiavano e trovando nuovi spunti di conversazione.

“No, figlio unico. E devo dirti che è davvero un peccato…se avessi un fratello ora il fardello familiare sarebbe più facile da superare” rispose lui versandole dell’acqua da vero gentiluomo.

“Parlami di tua sorella invece… perché ti sei così staccata da lei?” chiese lui curioso.

“Penso che la mia fosse una gelosia inconscia. Non capivo il perché ma nell’ultimo anno Ariel non la potevo sopportare. Lei era la coccolona di casa, la più brava, perfetta ed io mi sentivo un’emarginata. Ora mi rendo conto che molto del male che porta dentro è colpa mia” rispose Emma alzandosi dal tavolo e sedendosi sul divano dove lui non tardò a raggiungerla.

“Mi piace vedere come tu sia diventata sicura e dolce in una settimana!” si congratulò Luca guardandola negli occhi.

Tra i due si ricreò di nuovo uno strano silenzio, opprimente e leggermente imbarazzante. Entrambi provavano una strana pulsione, una propensione che li spingeva ad avvicinarsi. Emma non ce la faceva più a reggere quella tensione e così cominciò a sporgersi verso di lui. Luca socchiuse gli occhi e accorciò le distanze appoggiando le proprie labbra su quelle di lei.

Un bacio casto, leggero, quasi rilassante per quanto fosse delicato. Emma non aveva mai provato nulla di simile! Con Biff era solo violenza! I loro baci erano morsi, quello di Luca era una vera e propria carezza. Le loro labbra morbide si incastravano perfettamente, le lingue si toccarono, i loro corpi entrarono in contatto e, quando l’aria si fece più calda, qualcosa cambiò improvvisamente. Luca si staccò da lei e si mise le mani sul volto.

“Scusami, scusami…non dovevo! Che scemo che sono!” disse lui continuando a nascondersi il viso.

“No, perché? E’ stato stupendo!” riuscì ad affermare Emma ancora scossa da quel momento così diverso.

“Ho sbagliato tutto Emma! Tu non puoi innamorarti di me! E io non posso provare qualcosa per te!” continuò lui gesticolando leggermente con le mani.

Emma non capiva. Perché non la voleva? Ok, avevano 8 anni di differenza ma ce l’avrebbero potuta fare!

“Io sono fidanzato” affermò lui bloccandole il flusso di pensieri.

Ad Emma parve di percepire un coltello perforarle il cuore. Fidanzato?! Lui?! No, era uno scherzo!

“Mi dispiace tanto. Io sono venuto qui anche per riflettere sulla mia storia con lei. Sono tre anni che stiamo insieme, lei mi è stata accanto quando sono iniziati i problemi, mi ha dato molti consigli, ma io non ero più sicuro di amarla e me ne sono andato. Proprio ora che abbiamo quasi scelto di riprovarci tu mi hai riaperto il dubbio e non posso farmi condizionare!”

“Perché no? Se non sei sicuro di amarla perché non la lasci?” chiese Emma scossa cercando di trattenere le lacrime che si accumularono nei suoi occhi.

“Perché non è questa la cosa giusta da fare! Io ho voluto aiutarti per farti scoprire chi sei e ora che l’hai finalmente capito mi rendo conto che sei una ragazza molto matura e affascinante…ma è tutto impossibile! Tu ti meriti di meglio, sei molto più piccola di me, per legge non potremmo stare insieme ora, siamo di due città differenti…è un casino” Sussurrò lui scuotendo la testa per poi ritrovare la calma.

“Tu devi tornare a casa Emma. Domani ti riporterò personalmente nel tuo paese e tu ricomincerai la tua vita. E’ la cosa giusta da fare” concluse lui cercando di sorriderle consapevole, però, di averla illusa.

In effetti Emma sapeva che la loro relazione sarebbe stata impossibile, ma sperava in un lieto fine. Luca, però, aveva comunque ragione: lei doveva tornare alla sua vita e ricominciare, dimenticandosi di quella forte cotta.

A casa di Rapunzel…


“Ciao Michele! Eccoti finalmente a lezione di chitarra!” salutò la donna facendo entrare Michele nella sua casa.

Il bambino aveva la chitarra in spalla ma il volto era scuro e imbronciato.

“Ho parlato con tuo zio e mi ha spiegato come funzionerà il concorso. Dovrai suonare due studi e un brano scritto da te. Ne hai le competenze credimi, quindi bisogna solo allenarsi!” spiegò Rapunzel abbracciando la sua chitarra e invitandolo ad unirsi a lei.

“Hey coraggio! Ti ho già sentito suonare e so che non stai dando il meglio di te!” lo incoraggiò lei dopo aver sentito qualche nota del bambino.

“Io non penso di essere capace di scrivere un brano. Prima mi aiutava nonna, ma ora non ci riesco più” spiegò lui smettendo di suonare.

“Sai Michi, tutti i musicisti hanno un momento in cui si sentono incompetenti!” cominciò a spiegare Rapunzel.

“Dici davvero?” chiese il bambino curioso voglioso di ritrovare la forza per suonare.

“Sì, io ho avuto questa fase moltissime volte. Non sapevo che cosa fare, dove cercare, cosa suonare! Mi ascoltavo e mi facevo schifo da sola! Poi arrivava sempre qualcosa di bello… la musica è così devi saperla ascoltare sempre! Se tu apri il tuo cuore a lei, vedrai che l’ispirazione ti tornerà quando meno te l’aspetti. Devi solo fidarti di lei!” disse Rapunzel sorridendogli e cercando di comunicargli qualcosa.

“Ma io da solo non ho mai scritto nulla! La nonna mi dava le idee!” disse lui ancora triste cominciando subito a piangere.

“Hey! Non è vero questo! La nonna era la tua fonte d’ispirazione perché è lei che ti ha insegnato ad amare la musica! Ma le tue canzoni, che giustamente tieni private, sono opera tua. Ora ci sono io ad aiutarti per questo concorso ma, per la vita, dovrai ricominciare a suonare ricordandoti di avere sempre tua nonna nel cuore. Lei in questo momento avrebbe tanta voglia di sentirti suonare!” concluse Rapunzel accarezzando il figlio dei suoi amici e porgendogli un fazzoletto di carta per asciugarsi le lacrime.

Michele sembrava finalmente convinto o almeno speranzoso. Non sapeva quando gli sarebbe tornata l’ispirazione, ma ora almeno aveva ricominciato a suonare e farsi aiutare da una chitarrista bravissima.

A casa di Elsa…


Anna aveva trascorso quelle settimane in camera da letto. Nonostante i discorsi di Kristoff, la donna non riusciva a trovare la forza per ricominciare. Judy e Nick non avevano notizie di Emma e la ragazza pareva essere sparita nel nulla. Avevano cercato nelle città vicine, contattato la polizia, ma sicuramente non potevano mettersi a perlustrare tutte le case dei paesi circostanti!

Elsa aveva così deciso di invitare la sorella a casa con lei per cercare di supportarla e scuoterla.

“Anna, che brutta cera che hai!” constatò Elsa aprendole la porta e facendola accomodare.

“Non ricordarmelo grazie…” le rispose lei apatica sedendosi sul divano e ringraziandola per la tazza di tè.

“Perché non ti sfoghi con me?! Un tempo mi dicevi tutto! Ero la tua migliore amica!” si lamentò Elsa polemica.

“Sei la mia migliore amica…” ribadì Anna comunque sicura dei suoi sentimenti.

“E allora perché non me ne parli?! Sono sempre stata qui! Abitiamo in vie parallele, ci siamo aiutate per tuta la vita ed ora siamo diventate due sconosciute!” continuò Elsa vedendo che in questo modo, però, non otteneva nulla.

“Ok, inizio io a dirti una cosa importante. Io e Jack ci siamo finalmente ritrovati, abbiamo ricominciato ad amarci diciamo e… ce l’abbiamo fatta…speriamo non succeda nulla di brutto questa volta” disse Elsa sorridente.

“Mi stai dicendo che sei incinta?” chiese Anna stupita e finalmente contenta di fronte a una notizia.

“Sì… è stato più semplice del previsto. Mancava un po’ di spensieratezza e tranquillità ai nostri rapporti. Quando l’ho scoperto sono scoppiata a piangere… mi sono fatta mangiare subito dalla paura e dalla responsabilità. Se dovessi perderlo di nuovo? Se non dovesse stare bene? Poi Jack mi ha convinta a mettere da parte questi pensieri… non sappiamo come andrà, ma sappiamo che ora questo bambino c’è e ha voglia di nascere. Stessa cosa la devi pensare anche tu” raccontò Elsa.

La bionda fece poi per alzarsi e sedersi accanto alla sorella. Durante un attimo di silenzio, la maggiore posò una mano sul ventre della più piccola.

Anna fu sorpresa di quel gesto. Da una parte cercò di allontanarsi, ma quel calore la faceva stare bene.

“Allora lo sai…” constatò Anna guardando la mano della sorella.

“Ovvio. Le riconosco le nausee… non ti ricordi con Aurora che fatica?” rise Elsa ricordando quei momenti e facendo ridere anche la sorella.

“E’ che non mi sento pronta ad avere un altro figlio. Non ora che Emma non c’è più. Kristoff dice di avere fiducia ma è passato quasi un mese e di lei neanche l’ombra. Non me ne frega niente se hanno preso i suoi compagni di avventura, lei non c’è” spiegò Anna con voce rotta.

“Questo lo sappiamo ma tu Anna non puoi smettere di far vivere la vita che c’è in te! Lo so che è dura ma devi provarci…o rischierai di farti veramente male! Proviamoci insieme, ognuna con i propri problemi” concluse Elsa per poi abbracciare la sorella e lasciarla piangere sulle sue spalle.

Lei non lo sapeva ma Emma era più vicina di quanto pensasse. Le cosa stavano per sistemarsi realmente…o forse no…
  
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