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Autore: annies_rumor    25/01/2019    2 recensioni
Cosa c'è realmente dopo l'adolescenza?
Questo racconto è un piccolo viaggio introspettivo attraverso la mente di una ragazza semplice.
"Semplice", una parola comune, di cui tutti sanno il significato...
Ma cosa di cela realmente dietro una ragazza "semplice?"
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quando si inizia una relazione non si può mai sapere a cosa ci porterà in futuro.
Ci sono fidanzamenti storici e storie che vivono solo di notte o all'ombra. 
Storie non raccontate, storie che non si possono raccontare.
Storie che nascono senza preavviso e ci si ritrova travolti dalla marea di emozioni che riescono a scaturire.
Il problema di queste storie è che tipicamente sono esse stesse un problema.
Ricordo tutto nei dettagli, dal primo giorno. Uno dei miei peggior difetti.
Era una soleggiata giornata di Aprile quando consapevole del mio trasferimento aziendale,
varcai la porta che mi avrebbe portata davanti alla mia più grande disperazione.
Lui era un tipo normale, uno di quelli che si notano certo, ma che non vengono notati da ragazze come me. E viceversa.
Nick. Un ragazzo tipicamente del sud, bruno, occhi color nocciola, corporatura  e altezza nella media e una parlantina niente male.
Con lui tutto fù diverso, sin da subito.
Passavano lenti quei giorni di primavera e pian piano mi spogliavo dai panni pesanti  e soprattutto da quelli passati.
Al ritorno da Parigi la mia vita era tutta un "forse", tra le mani stringevo solo un contratto a tempo indeterminato,
probabilmente, tempo indeterminato verso la distruzione.
Lavoravo tutto il giorno quasi tutti i giorni, e lui era sempre lì, sia quando entravo, sia  quando uscivo dal quel posto senza gloria. 
Poco dopo diventammo inseparabili, eravamo il braccio destro reciproco, ma anche il sole e la luna, la notte ed il giorno, la testa ed il cuore.
Tutte quelle cose correlate ma distanti, tutte quelle cose che esistono ma a cui nessuno fa mai caso, perché insieme, fianco a fianco, non si vedono mai.
Credo di poter descrivere così la mia relazione con quel ragazzo a cui ho regalato i miei giorni,
tutti i miei sorrisi, tutte le mie performance migliori, senza mai poter ottenere il premio più ambito: essere la prima nella sua vita.
Ho sempre avuto uno strano rapporto con la parola "prima", dopo lui è stata una vera e propria ossessione.
Il nostro rapporto era la netta descrizione, senza giri di parole, del tipico amore/odio che da sempre coinvolge intere generazioni,
Alcune persone  hanno un lieto fine, altre invece si ritrovano per terra a raccogliere i cocci rotti di un vaso pieno di sentimenti andato in frantumi in pochissimo tempo.
Ho vissuto mesi infiniti lottando con una persona che sapeva solo dirmi: "Scusami, io non posso", mentre dall'altra parte morivo poco a poco.
Credo di aver realmente amato Nick e Dio solo sa se di tanto in tanto ancora non ci penso.
Ma Nick è stato un capitolo difficile da leggere ed un libro ancor più difficile da dimenticare.
"Come sarebbe stato sé?" e forse come direbbe la saggia *Mina: "L'importante è finire."
Ero la seconda,
quella che c'era quando l'altra non era vicino.
Ero quella lontana che gli sfiorava il cuore ma non riusciva mai a toccarlo.
Ero l'altra. L'altra e basta. Quella che non avrebbe mai mostrato a nessuno.
L'altra alla quale non avrebbe mai regalato nulla se non le sue parole, i suoi sorrisi, i suoi malumori e i suoi silenzi.
Ero quella dietro l'angolo che doveva aspettar il "via libera" per poter uscire. Ero quella quotidiana ma mai costante.
Ero quella che passava i compleanni sola, le festività a piangere, i sabato sera con le amiche perché non peteva far altro.
Ero quella che ascoltava canzoni e le scriveva su un quaderno perché non poteva mandar messaggi.
Ero quella che andava in giro per strada e guardava sempre le cose due volte, una per me ed una per lui che non poteva esser lì con me.
Mi ha voluta bene, è l'unica certezza con la quale è finita questa storia.
Mi ha voluta bene è quello che mi son ripetuta per mesi dopo la fine.
Mi ha voluta bene è tutto ciò che riesco a dire quando qualcuno mi chiede di quella storia passata.
Ed io invece? Io l'ho amato.
L'ho amato con tutta me stessa, era il cielo con luna e stelle per me.
Lui era il mio sorriso. Nick era tutto ciò che mi auguravo nella vita. Il complice perfetto. Il giusto mix tra fidanzato e amico.
Nick era solo un ragazzo ma per era vita.
La sua energia era il sangue che scorreva nelle mie vene, i suoi occhi erano la forza del mio corpo,
le sue braccia erano la culla dove amavo rifugiarmi dopo giornate difficili, da dimenticare.
Nulla è per sempre e lui ha saputo dare un senso a questa frase nella mia vita.
Nick che quando scappavo mi rincorreva, Nick che quando ero triste mi faceva ridere,
Nick che quando avevo solo voglia di urlare, sapeva farmi sussurrare.
Nick e basta, solo Nick.
Non vedevo più nulla. Per mesi sono stata accecata da un bagliore di luce bianca, quella che dicono essere sempre in fondo ad un tunnel, ma io dal quel tunnel non riuscivo ad uscirci, la fine per me non esisteva.
Continuavo a vagare senza meta. Continuavo fino a vedermi sanguinare e non riconoscermi più nello specchio.
Continuavo perché la speranza è una bastarda. La speranza inganna fino a farti perdere il contatto con la realtà.
La speranza è una sposa vestita di  nero con la quale ballare tutta la notte senza dire una sola parola. 
E' passato diverso tempo da quando ho perso il controllo a quando ho preso consapevolezza della sua assenza.
E' passato tanto tempo dall'ultima volta che l'ho visto al mio fianco senza paura, dall'ultima volta che mi son vista al suo fianco senza paura.
Non potevo stare con lui ma non potevo starne senza. Lui era la mia qualità preferita di cocaina, quella costosa.
Quella che sapevo di non potermi permettere ma che acquistavo non pensando alle conseguenze.
Lui era la sostanza che sapevo mi avrebbe annientata a lungo andare ma di cui non riuscivo a farne a meno,
la morte d'altronde mi ha sempre fatto meno paura della vita.
Nick, se ci ripenso adesso non riesco a parlarne perché la bocca mi diventa amara,
il respiro si affanna e i ricordi si confondono come se improvvisamente quest'oggi fosse diventato ieri ormai e la routine stesse per ricominciare.
Alcuni parlano di turbamento psicologico, altri di donne che si fanno del male, altri invece di amore non corrisposto.
Non credo a nessuna di queste affermazioni, la verità è che non abbiamo coraggio.
In questi casi servirebbe solo una dose letale di coraggio: o salti nel vuoto o resti a guardarlo sull'orlo del precipizio.
Ma la gente non ha voglia di rischiare, di compromettersi. Come se terminare una relazione che non va avanti da anni ed iniziarne un'altra fosse un sacrilegio. 
A chi importa del mondo? A Nick importava del mondo, gli importava così tanto da non accorgersi che, davanti alla situazione, era diventato solo un altro uomo che reprime se stesso pur di non fuggire via dall'ideologia genitoriale, che vorrebbe il suo bene non accorgendosi della realtà e che non tutte le cose a fin di bene, portano del buono.
A Nick mancava il coraggio di scegliere, a me mancava il coraggio di parlare: due facce diverse della stessa medaglia.
D'improvviso si è spenta la luce bianca ed ho visto nel buio la fine del tunnel. Ero salva, ma visibilmente ferita.
Ad oggi posso solo contar le cicatrici.





*Ps. Mina è la più grande voce italiana di sempre. Nel testo si allude alla canzone "L'importante è finire."


 
   
 
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