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Autore: _Joanna_    28/01/2019    3 recensioni
Fanfiction ispirata alla celebre serie TV (nonché romanzo) The Man in the High Castle.
Londra, 1998.
In un mondo dove il Signore Oscuro non ha mai udito la Profezia e non ha dunque mai ucciso i genitori di Harry Potter, finendo con il perdere tutti i propri poteri, si intrecciano le storie dei nostri amati protagonisti.
Lord Voldemort ha trionfato e ora governa con pugno di ferro su tutta l'Inghilterra, esercitando la sua prepotente influenza anche sul resto del mondo.
Ma un uomo, l'Uomo nell'Alto Castello, sta facendo circolare strani giornali e fotografie animate, che raccontano di un mondo diverso, più felice ed equo, dove Voldemort è stato annientato e il suo regime abbattuto.
Riusciranno i nostri eroi a rendere quel sogno impossibile una realtà?
E chi si ergerà a paladino della Resistenza, in questo mondo, dove non esiste alcun Ragazzo Sopravvissuto?
In definitiva, quello era decisamente un mondo cupo e triste in cui vivere, dove la speranza di un futuro diverso e migliore stava cedendo rapidamente il passo a una tetra e desolata rassegnazione.
Neville ancora non poteva saperlo, ma la scintilla della rinascita era già stata appiccata
.
Genere: Drammatico, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Potter, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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4.4


A Sprout in the Wind







Birmimgham, 12 ottobre 1998




Draco Malfoy non si era mai sentito tanto nervoso ed eccitato allo stesso tempo.

Dopo anni di studio e di impegno costanti, finalmente avrebbe avuto la sua occasione per dimostrare il proprio valore.
Ma non c'era ancora nulla di deciso e quindi Draco non sapeva se e come quell'opportunità si sarebbe concretizzata.
Il suo mentore, però, l'aveva rassicurato: «Presto renderai onore al tuo impegno per l'Oscuro Signore» aveva detto, prima di chiudersi nel suo ufficio insieme a un altro Mangiamorte, che Draco non conosceva.
O forse magari sì, pensava, ma sarebbe comunque stato impossibile per lui riconoscerlo con indosso la maschera; i fedeli seguaci del Signore Oscuro, infatti, vestivano sempre l'uniforme completa dei Mangiamorte quando dovevano occuparsi di faccende ufficiali, una precauzione, questa, che Draco considerava affatto necessaria, ma che probabilmente risaliva ancora ai tempi prima della guerra, quando, proprio grazie all'assoluto anonimato, i Mangiamorte erano riusciti ad infiltrarsi tra i ranghi del vecchio Ministero, distruggendolo così dall'interno.
Draco sospirò, inquieto.
Il suo maestro era là dentro da quasi un'ora, intento a definire i dettagli della missione, nella quale, gli aveva assicurato, Draco avrebbe avuto un ruolo di primo piano.
Sarebbe stato il suo primo incarico e tutta la sua futura carriera sarebbe probabilmente dipesa dal suo esito. Tuttavia, Draco non era spaventato; al contrario, la sua agitazione derivava dall'impazienza di mettersi alla prova e tutto quello che desiderava in quel momento era fare irruzione nell'ufficio ed esortare quel Mangiamorte a fare in fretta.
Naturalmente, però, non era quello il modo giusto per iniziare e così Draco si costrinse a rimanere seduto sulla poltrona, sforzandosi di trovare interessante l'ultimo numero del Periodico del Pozionista.
Lo sfogliò distrattamente, finché non si imbatté nella foto della celebre Rita Skeeter, che pubblicizzava il suo ultimo romanzo “I Segreti del Regime”.
“Quella donna è ovunque” pensò tra sé Draco, voltando pagina e ritrovandosi davanti un noioso articolo che spiegava come sminuzzare correttamente il Fagiolo Sopoforoso.
Ritornò alla pagina precedente e lesse il breve annuncio che accompagnava il ritratto ammiccante della Skeeter “Siete pronti a conoscere i segreti più oscuri e sordidi dei nostri governanti?” sollecitava la prima frase, e Draco si ritrovò a leggerla con la voce accattivante e provocatoria della donna. Sicuramente, rifletté, quali che fossero quei segreti, quelli non potevano essere neanche lontanamente oscuri, altrimenti il libro non avrebbe mai superato la censura; molto più probabilmente si trattava solo di qualche pettegolezzo, rimaneggiato e gonfiato ad arte dalla giornalista, e che riguardava un qualche funzionario ministeriale di basso livello, o magari un Capo Dipartimento divenuto sgradito.
La Skeeter, infatti, aveva compreso in fretta che non avrebbe venduto neanche un solo volantino se si fosse azzardata a dare fastidio a un qualche personaggio di rilievo, e aveva capito ancora più rapidamente che si sarebbe ritrovata in uno dei cubicoli dell'Undicesimo Livello se avesse osato contestare la politica del Governo.
E così, senza esitazioni, né scrupoli, si era allineata al pensiero di Regime, conquistandosi la direzione del Corriere dell'Ibis e un posto in prima fila ad ogni evento di rilievo.
Non era stata una sorpresa per Draco, infatti, ritrovarsela davanti durante la cerimonia della consegna dei diplomi.
Benché infastidito, quel giorno era stato uno dei più belli della sua vita, ed era stato troppo felice perché la presenza invadente della giornalista potesse turbarlo.
Dopo sette lunghi anni, infatti, finalmente Draco, come i suoi compagni, aveva terminato il suo ciclo di studi, conseguendo gli esami finali e conquistandosi il pieno diritto ad entrare nella Comunità Magica.
La solenne cerimonia si era tenuta alla presenza del Signore Oscuro in persona, oltre che delle famiglie dei ragazzi, di alcuni alti funzionari del Ministero e dell'onnipresente Rita Skeeter.
Draco, in particolare, era stato elogiato per il percorso intrapreso fino a quel momento e per aver dimostrato di incarnare tutti i valori e i pregi auspicati dal Regime.
Inoltre, l'articolo che era uscito in prima pagina sul Corriere del giorno dopo, era stato una vera e propria consacrazione della famiglia Malfoy e quella era probabilmente stata l'unica volta in cui Draco aveva apprezzato il lavoro della donna.
La Skeeter, infatti, non aveva risparmiato complimenti e lodi per il “giovane e promettente rampollo di una delle famiglie più Nobili e Pure della nostra comunità”.
In effetti, quello era stato un momento importante, non solo per l'ego dei Malfoy, ma per tutto il Ministero.
I neo-diplomati, infatti, appartenevano alla generazione nata durante la guerra ed erano stati i primi a completare il nuovo ciclo di studi, accuratamente predisposto dal Ministero e varato per la prima volta nel 1991, anno in cui appunto Draco aveva iniziato il suo percorso a Hogwarts.
Un tempo, infatti, la millenaria scuola di Magia aveva accolto tra i suoi studenti ragazzi provenienti da ceti, e stirpi, diversi; dopo la firma della pace, però, il Ministero aveva subito posto rimedio a quel grave errore, ammettendo tra le mura della prestigiosa scuola solo i figli di Purosangue e Mezzosangue. Ma la guerra, allora, era tutt'altro che conclusa e, dunque, le ulteriori, necessarie, misure per rinnovare i programmi scolastici e risollevare la fama di Hogwarts erano state messe da parte.
Era stato solamente dopo qualche anno, quando, finalmente, la Resistenza era stata piegata e il Ministero aveva cominciato ad organizzare la nuova società magica, che era nato il Dipartimento per l'Istruzione e la Formazione Magica, che aveva ridefinito le politiche di ammissione, redatto i nuovi programmi e riassegnato le cattedre.
Ora, infatti, ad Hogwarts, venivano ammessi solo i figli di famiglie Purosangue e Mezzosangue di comprovata lealtà, escludendo dunque i Nati Babbani, i Traditori del Sangue, gli ex ribelli perdonati e, ovviamente, tutti coloro che non appartenevano, interamente o in parte, alla specie magica umana, ovvero licantropi, vampiri e ibridi. Per questi ultimi era stata istituita una scuola speciale, situata nell'Irlanda Nord, mentre i Nati Babbani e i figli dei traditori avevano trovato accoglienza in una seconda scuola di magia, edificata sulle macerie della vecchia università Babbana di Cambridge.
Le materie che venivano insegnate in entrambi gli istituti erano le medesime ed erano anche più o meno le stesse che avevano caratterizzato il percorso curricolare della vecchia Hogwarts, ad eccezione di Babbanologia, che era diventata obbligatoria, poiché la conoscenza delle differenze tra Maghi e Babbani era ritenuta, ovviamente, di fondamentale importanza, di Arti Oscure, che aveva sostituito la vecchia Difesa contro le Arti Oscure, e di Storia della Magia, che, oltre a non essere più insegnata dal vecchio fantasma rimbambito, aveva subito una drastica riorganizzazione, con una preferenza marcata verso la storia degli ultimi decenni.
Queste ultime due erano inoltre obbligatorie fino al settimo anno, mentre Babbanologia era facoltativa dal sesto.
In definitiva quindi, dalle antiche mura Hogwarts avrebbe dovuto uscire una nuova generazione di maghi, preparata e competente, finemente istruita e pronta a servire e a proteggere il Nuovo Ordine dei Secoli, i cui eroi tanto avevano faticato per riportare la nobile stirpe magica nella posizione che aveva sempre meritato.
E Draco era il simbolo di quella generazione, e il successo, o il fallimento, della sua missione non avrebbe avuto ripercussioni solo sul suo futuro e su quello della sua famiglia, ma anche sull'intero programma ideato dal Ministero.
Un qualunque altro ragazzo, come lui poco più che maggiorenne, si sarebbe sentito oppresso dal peso di quella responsabilità, ma Draco non aveva paura di fallire, ed era impaziente di dimostrare, a se stesso e agli altri, le proprie capacità.
Aveva passato gli ultimi mesi nei sobborghi di Birmingham, a infastidire i Nati Babbani, facendo pratica di quello che aveva imparato sugli idioti ubriachi che si lasciavano sfuggire qualche parola di troppo, ma adesso era arrivato il momento, per lui, di combattere davvero.
Stava pensando a queste cose, assaporando il gusto dolce e deciso del trionfo, che quasi non si accorse che la porta dell'ufficio era stata aperta.
Scattò in piedi, proprio nell'istante in cui il Mangiamorte mascherato varcava la soglia; quello gli rivolse un rapido cenno con il capo, quindi si avviò lungo il corridoio, scomparendo in fretta dentro l'ascensore.
«Draco» lo chiamò James Potter, il suo mentore, comparendo davanti alla porta.
Draco si voltò; un po' della sua esaltazione era svanita, ma fu comunque con passo sicuro che seguì l'uomo di nuovo all'interno dello studio, accomodandosi poi su una delle sedie davanti alla scrivania.
Per un po' rimasero entrambi in silenzio.
Draco si costrinse ad assumere un'espressione calma e rilassata, tentando di non lasciar trasparire tutto il nervosismo e l'aspettativa che nutriva in quel momento.
Potter stava intanto riordinato alcune carte, che poi raccolse insieme in un fascicolo; quindi si sedette, le mani intrecciate sopra il faldone di documenti, apparentemente immerso nei propri pensieri.
Draco si agitò sulla sedia, che scricchiolò debolmente, ma l'altro non parve notarlo.
«Come di certo saprai» esordì poi quello, a un tratto «ci sono ancora dei focolai di ribellione nel Paese».
Draco annuì prontamente.
«Abbiamo ricevuto notizie di alcune attività criminali nella zona sud di Portsmouth» proseguì Potter «Pare che sia il covo di uno dei vari capi della Resistenza, probabilmente si tratta dell'uomo che gestisce tutte le piccole fazioni del sud-est inglese» spiegò, aprendo il fascicolo. Prese uno dei documenti, quindi glielo allungò, senza interrompere la sua illustrazione «Sappiamo che deve incontrare un corriere di Londra, e sappiamo che questo corriere deve consegnare un oggetto, di cui il Ministero deve assolutamente entrare in possesso».
Draco intanto si era sporto in avanti, per leggere il contenuto del documento; si trattava di una sorta di scheda identificativa, riguardante un uomo dall'aspetto patito e sofferto, all'incirca della stessa età del suo maestro, segnalato come “soggetto ad alto rischio”.
«Quindi devo prendere l'oggetto e arrestare questo… Lupin?» chiese, rileggendo una seconda volta il nome dell'uomo; non l'aveva mai sentito nominare, rifletté, e faceva davvero fatica ad immaginarselo, così scarno ed emaciato, a capo di una pericolosa banda di ribelli.
Potter non nascose una smorfia di disappunto «No, non devi arrestarlo. Anzi, non devi né avvicinarlo o insospettirlo in alcun modo» ribatté, severo. «Non ci serve a nulla da morto, non per il momento, almeno» aggiunse, davanti all'espressione perplessa, e un po' imbarazzata, di Draco.
«Quindi che cosa devo fare?» chiese Draco.
«Devi andare a Portsmouth e aspettare il corriere» disse Potter, in tono pratico, riprendendo il documento e inserendolo di nuovo nel fascicolo insieme agli altri.
Quindi aprì un cassetto della scrivania e ne estrasse un altro foglio «Qui ci sono tutte le informazioni che abbiamo raccolto nelle ultime settimane» spiegò «Luoghi, date e orari degli incontri» continuò, consegnandogli il documento «Sappiamo che il corriere cambia ogni volta, ma quasi sempre si tratta di un ragazzo, o una ragazza, giovane, più o meno della tua età. Questa volta il Ministero aveva messo le mani su di lei prima ancora che riuscisse a partire, ma, evidentemente, doveva avere un complice ed è riuscita a consegnargli la sua merce prima dell'arrivo dei Mangiamorte. Visto poi come si sono messe le cose, il Ministero ha ragione di credere che si tratti di un qualche esponente di spicco della Resistenza, ed è di vitale importanza catturarlo».
Draco scorse rapidamente il foglio. «Come sappiamo che il complice andrà da Lupin proprio adesso?» chiese poi «Insomma, se sospettavano già che avessimo tutte queste informazioni, probabilmente penseranno che sia più prudente aspettare».
«Non lo faranno» sentenziò il suo maestro «C'è un altro corriere in arrivo da Liverpool. Sappiamo che Lupin ha il compito di raccogliere entrambi i materiali e poi trasmetterli a qualcun altro, probabilmente all'estero, e certamente la Resistenza sa che è molto meglio continuare con il piano originario, piuttosto che aspettare e rischiare che qualcun altro venga identificato».
«E se quest'altro corriere di Liverpool incontrasse quello di Londra prima di me?» obiettò ancora Draco.
«È quello che spero, dal momento che sei tu il corriere di Liverpool» disse Potter, con un ghigno «Abbiamo intercettato il ragazzo» continuò «Tu prenderai il posto».
Draco non poté reprimere una smorfia delusa.
«Quindi dovrò usare la Polisucco?» chiese poi, nervoso; cominciava a vedere troppe falle in quel piano: per esempio come poteva fingersi un membro della Resistenza, arrestare il ribelle e poi fuggire senza insospettire Lupin?
Tuttavia, il suo maestro sembrava perfettamente calmo e determinato. «No» rispose infine, lievemente infastidito da tutte quelle domande «Perché credi che abbia impedito a Rita Skeeter di pubblicare le foto della cerimonia?» aggiunse poi, ammiccando astutamente da dietro le lenti rotonde degli occhiali «Come ho già detto, comunque, i corrieri cambiano sempre, perciò è improbabile che si siano già incontrati».
Draco, però, continuava a non essere del tutto convinto.
«Di solito usano dei nomi in codice, ma noi abbiamo fatto lo stesso delle indagini» proseguì Potter, accennando al sottile fascicolo «Qui troverai una scheda riassuntiva, con le generalità e alcune altre informazioni sul ragazzo che abbiamo arrestato» aggiunse «Spesso i giovani corrieri sono figli o parenti di qualche ribelle, perciò, se qualcuno dovesse avere dei sospetti e dovesse farti delle domande, potrai facilmente rispondere» assicurò, consegnandogli gli incartamenti.
Draco li prese e cominciò a sfogliargli distrattamente.
«Nel fascicolo, inoltre, troverai il materiale che gli abbiamo sequestrato».
«Cosa, qui?» domandò Draco, sorpreso «Di che si tratta?»
«Non ti riguarda» tagliò corto Potter «I corrieri non sono tenuti a conoscere il contenuto della merce. Meno sanno, meno possono confessare, se venissero catturati» spiegò.
«Tutto quello che ti serve sapere è nel fascicolo» aggiunse ancora «La busta sigillata è la merce che doveva essere consegnata. Sarà la tua garanzia, se le cose dovessero mettersi male per te. Trova il corriere da Londra, arrestalo e confisca il suo materiale» ordinò. «Da questo momento tu sei Anthony Goldstein e il tuo nome in codice è The Ship» concluse.
Il suo maestro sembrava aver pensato a tutto, ragionò Draco, dunque che motivo aveva lui di preoccuparsi?
«Partirai oggi stesso» continuò Potter. «Di sotto troverai alcuni vestiti» disse, alludendo alla stanza che di solito veniva usata come deposito «Scegli qualcosa di appropriato» si raccomandò poi «ricordati che devi impersonare un ribelle squattrinato».
Draco annuì prontamente.
«Bene, direi che è tutto» dichiarò Potter. «Se tutto va come previsto, dovresti essere di ritorno fra tre giorni, con entrambe le merci e il ribelle sotto custodia. Usa il treno per andare, ma ritorna con la Materializzazione, non possiamo correre il rischio che il corriere fugga o che qualcuno ti scopra. La tua copertura dovrà rimanere intatta» ricapitolò. «Non serve che ti dica» aggiunse poi «che se porterai a buon fine la missione renderai un grande servizio al Signore Oscuro».
Di nuovo, Draco annuì.
«E renderai orgoglioso tuo padre» aggiunse ancora Potter, al che Draco non poté reprime una smorfia di disagio.
«Non ti deluderò» ribatté lui, deciso, e questa volta fu il suo maestro a lasciarsi sfuggire un ghigno infastidito, ma, allo stesso tempo, i suoi occhi lasciarono trasparire un certo compiacimento.
«Kessah ylasto aaythsaass nalaaskemfee*» sibilò alla fine Potter.
«Kessah ylasto aaythsaass nalaaskemfee» ripeté Draco, congedandosi.
Uscito dall'ufficio, però, decise di prendersi un momento, prima di infilarsi nell'ascensore e raggiungere uno dei piani interrati.
Si avvicinò a una delle grandi vetrate dell'edificio. La Rotunda, questo era il nome che gli architetti Babbani avevano scelto per quell'enorme torre che sovrastava la città, era una costruzione grande e, appunto, rotonda, alta trenta piani, a cui si aggiungevano i dieci livelli sotterranei.
Dopo la guerra, il Ministero aveva ritenuto di lasciarla in piedi e così, in meno di una notte, i maghi lo avevano ristrutturato ed ampliato, aggiungendo sei livelli interrati e dieci piani; l'avevano ribattezzata The Wand, per via della sua forma slanciata e circolare, davvero simile a una bacchetta, e per il fatto che era stata scelta come sede dei numerosi uffici governativi cittadini, impregnati, dunque, di magia, proprio come il cuore di una bacchetta.
Draco si accostò maggiormente alla grande finestra; da lassù, al trentatreesimo piano della torre, si poteva godere di una vista magnifica della città.
Birmingham era stata quasi completamente ricostruita dopo l'avvento del Signore Oscuro: le strade erano state ripulite, i Babbani erano stati confinati nelle periferie e solo pochi edifici della città originale erano rimasti in piedi, lasciati là a marcire come monito per tutti gli oppositori del Nuovo Ordine.
Sì, decisamente l'Oscuro Signore aveva portato pace e benessere in ogni parte del Paese, laddove prima i Babbani avevano invece lasciato prosperare criminalità e degrado.
Draco non poteva sentirsi più orgoglioso di far parte di quel nuovo mondo e, finalmente, stava per dare prova di essere degno di portare il nome della Nobile e Pura famiglia Malfoy.


* * *



* Traslitterato dal serpentese e significa “l'unico sangue è (quello) puro”; è una frase che viene usata dai seguaci di Voldemort come formula di saluto e congedo (naturalmente, loro l'hanno semplicemente imparata a memoria e non parlano certo serpentese).
In origine era una uno slogan usato dai primi Mangiamorte, poi divenne una sorta di “parola d'ordine” usata come conferma della propria identità, e in seguito, solo con la definitiva vittoria di Voldemort, è diventata un saluto.
Inoltre, consente ai Mangiamorte di varcare una delle numerose barriere di protezione attorno al covo del Signore Oscuro (altri scudi possono essere superati solamente mostrando il Marchio Nero, cosicché sia impossibile per chiunque avvicinare Voldemort, a meno che non si faccia parte della sua cerchia ristretta).




N.A.


Salve a tutti!
Innanzitutto, grazie a tutti coloro che stanno seguendo la mia storia e mi scuso per la lunga attesa dell'aggiornamento, ahimè, gli esami tolgono tempo, vitalità, venalità artistiche, vitalità, creatività, vitalità… ho già detto vitalità e voglia di vivere?

Alla prossima allora (spero non tra un mese!)

_Jo

  
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