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Autore: Spensieratezza    29/01/2019    2 recensioni
Ship Ron x Harry /Silente x Piton
Questa è una versione di Harry Potter 3.0
Avete presente la mia fanfiction Harry Potter 2.0? Ecco, provate a immaginarvi la stessa storia, ma cambiando il paring. Se invece di essere innamorato di Draco, Harry fosse stato innamorato di Ron? Cosa sarebbe cambiato? In questa storia riprenderò tante cose di quella fanfiction, per quanto riguarda le cose che volevo cambiare e per la coppia Silente/Piton, che anche in questa versione alternativa, saranno innamorati.
Ps il rating è arancione per dei capitoli che scriverò dopo il quarto anno!
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Regulus Black, Ron Weasley, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Avviso: in questo capitolo siamo nell'estate che precede il quinto anno di Harry :) 
spero il capitolo non sia troppo confusionario. I flashback sono stati indispensabili, anzi mi rammarico molto di non averli messi prima.
A mia discolpa posso dire che pensavo non ce ne sarebbe stato bisogno, ma ora mi rendo conto che servono a far capire di più il carattere di Harry :)
non li avevo messi prima perchè questi flashback fanno parte di un'altra mia storia che è praticamente quasi identica a questa, solamente con la differenza che è Draco l'interesse amoroso di Harry, pensavo di poter fare a meno di questi flashback ma ora ho deciso di metterli.
Quindi ho trovato l'escamotage dei flashback xd scusate il disagio xd ps OVVIAMENTE in questa storia Harry non ha un interesse per Draco, i flashback sono solo uguali a quelli di quella storia, ma in nessuno di questi c'è un interesse tra Draco ed Harry







Caro diario, a quanto pare le cose più importanti da quando ho iniziato la scuola di magia, cominciano ad accadere già in estate, senza che aspettino che arrivi Settembre. È successo di TUTTO. Penso che se non mi sono preso un infarto nel momento in cui i dissennatori hanno attaccato me e mio cugino Dudley, non mi prenderà mai più.

Il rientro dai Dursley, non è stato traumatico come le altre volte, anzi, ti dirò, ogni anno sembra sempre meno peggio, forse i miei zii dopotutto, stanno cominciando ad abituarsi al fatto che io sia un mago, stanno cominciando ad accettarmi.

Quando sono tornato mi hanno riempito di attenzioni non richieste. Erano comunque sempre sgradevoli, ma comunque erano delle attenzioni. Inaspettatamente hanno cominciato a farmi domande anche sui gufi e su come funzionava “questa maledetta posta aerea” . Dopo ben dieci minuti di grida sconnesse da parte di zio Vernon e di rimproveri scontrosi da parte di zia Petunia perché “Vuoi rispondere a tuo zio??” spalancai la bocca incredulo. In me la luce di un nuovo sospetto o di una nuova consapevolezza. Volevano davvero mandarmi delle lettere con dei gufi?

Quando ho cominciato a spiegargli come funzionava la posta, mi hanno chiesto se i gufi erano sicuri, se erano vaccinati, se erano puliti, puntuali e poi con terrore, come fosse una cosa che gli fosse loro venuta in mente in quel momento, mi chiesero se c’era il pericolo che qualcuno di NORMALE li intercettasse.

Io mi risentii abbastanza per l’appellativo “normale”. Loro mi hanno insultato un mucchio di volte in questi anni, ma è anche vero che io sono cresciuto e che non sopporto più certe angherie, tutto sommato la mia rabbia era contenuta dal fatto che, anche io mi sentivo in colpa. I miei zii stavano per la prima volta, aprendo una breccia nei confronti della magia, si stavano fidando di me o accettando di farlo e io per tutta ricompensa, cosa faccio? Li tradisco, senza neanche rivelare loro che Voldemort è tornato?

Dubitavo comunque che potessero sapere chi LUI fosse, ma era comunque una cosa che avrei dovuto dire loro prima o poi. Questo dubbio mi fu comunque levato quasi del tutto, quando con grande tirannia cominciarono a impedirmi di guardare il TELEGIORNALE.
 


“Non ci sono i tuoi simili nei nostri telegiornali. Comportati come un ragazzo della tua età!” aveva sbraitato zio Vernon, anche se con meno convinzione rispetto alle volte scorse. In lui una traccia seppur di preoccupazione. Non riuscivo proprio a capire se questa loro fissazione per il telegiornale fosse dipesa dal fatto che volessero continuare a maltrattarmi, oppure se fosse dipesa dal fatto che forse iniziando a vedermi davvero come un loro nipote e non come un ratto da giardino, cercassero di allontanarmi da quello che loro pensavano essere un luogo di dannazione e perdizione.
 
Io dovevo ad ogni modo continuare lo stesso a guardare il telegiornale. Avrebbero potuto dare notizie di Voldemort. O di Codaliscia. Avevo bisogno di sapere e la lontananza dalle notizie del mondo magico visto che nessuno mi mandava più lettere, mi stressava di continuo. Zia Petunia si accorse del fatto che ero molto stressato e ovviamente diede la colpa a quelli “del mio mondo.”

“è colpa di quellii là, se il ragazzo sta  così. Hanno rovinato mia sorella e ora vorrebbero rovinare anche il ragazzo.” diceva zia Petunia, indignata a mio zio, quando pensavano che io non potessi sentire.

“Forse non dovremmo farlo tornare più in quella scuola, in fondo cosa possono fare? Niente. Non possono mica sequestrarlo, no? Non possono, vero, Petunia?”
 


Sapevo che sarebbe stata un’estate difficile, per questo pregavo Ron ed Hermione di parlarmi, scrivermi, qualsiasi cosa pur di distrarmi da questa situazione. Volevo notizie, volevo sapere che mi stavano pensando e che a breve sarei potuto andare a casa di Ron e vederli e invece il NULLA.

Stavo male e loro non se ne rendevano conto o non gli importava.
 
 
Quando incontrai Dudley per caso in strada dopo che si fece tronfio con i suoi amichetti della sua baby gang, abbiamo avuto una breve discussione a proposito della magia e sul fatto che io non dovevo minacciarlo. Ero nervoso e me la stavo prendendo con mio cugino che non c’entrava. Non ero meglio della sua baby gang. Nel mentre che riflettevo su queste considerazioni, Dudley cambiò atteggiamento e mi chiese di vedere più da vicino la mia bacchetta e di insegnargli magari ad usarla.

Rimasi sbalordito. Non avrei MAI permesso che Dudley usasse la bacchetta. Chissà quali casini, disastri e cattiverie avrebbe potuto fare, oltre al fatto che sarei stato sicuramente espulso, ma quella richiesta mi sorprese. Guardai la mia bacchetta mentre la tenevo tra le mani e soppesavo l’idea di fargliela almeno vedere, quando all’improvviso comparvero i dissennatori.
 
Caro diario, so che sembra assurdo ma credo di non aver mai provato tanto terrore in vita mia, nemmeno quando i dissennatori comparvero sul treno per Hogwarts e sono praticamente svenuto, nemmeno quando comparirono mentre stavo giocando a Quidditch, nemmeno la paura che sarebbero comparsi altre volte, era superiore al terrore che stavo provando in quel momento.
 
Un conto era cercare di proteggere me stesso, ma Dudley.. nonostante ci odiavamo cordialmente, io ero responsabile di lui.

Se gli fosse successo qualcosa, chi gliel’avrebbe spiegato ai miei zii? Come mi sarei sentito io?

Ma ce la feci, incredibilmente ce la feci.

Quando tornai a casa, non mi aspettai però il clamoroso dietrofront e voltafaccia di Dudley.
 




“Mi ha minacciato. Mi ha minacciato con la sua cosa.” disse.

Rimasi allibito. Perché non raccontava la verità? All’inizio era stato così, ma poi era anche vero che mi aveva quasi pregato di fargliela vedere e di mostrargli la magia.

“Perché non dici che volevi che ti mostrassi come funziona??” gridai.

“BUGIARDO. BUGIARDO BUGIARDO.” Furono le grida dei miei zii, dopo le loro facce atterrite.
 
Bugiardo. Ancora. Non era cambiato niente, non sarebbe mai cambiato niente.

Esasperato, decisi di andarmene, ma cominciò ad arrivare una sfilza di gufi e di lettere, prima per dirmi che ero espulso - solo per essermi protetto - e poi per dirmi di non andare via da casa dei miei zii.

Loro insisterono affinchè io spiegassi quello che era successo e io lo feci.
 


Quando rivelai del ritorno di Voldemort, mia zia divenne una maschera di terrore e di isterismo. Divenne se possibile, ancora più protettiva nei confronti di Dudley e praticamente quasi mangiò zio Vernon, quando mi cacciò di casa.

Arrivò comunque una lettera di Silente, chiedendole di ricordarsi la sua ultima lettera, questo mi fece capire che aveva fatto una promessa, ma mi piacque lo stesso, che lei aveva già preso posizione prima di riceverla.
 





Tempo dopo, comunque. vennero a trovarmi una sfilza di maghi, capeggiati da un tizio di nome Mundungus, dal vero Malocchio Moody e da una tizia stravagante ma carina, di nome Tonks, che aveva i capelli viola.

“Il ragazzo non va da nessuna parte con voi.” Cominciò zio Vernon e iniziò di nuovo una discussione sconclusionata senza pari.

Io cominciai a pregarli di lasciare che andassi con loro, tanto sarei andato lo stesso e che con loro sarei stato al sicuro, ma purtroppo questo, portò di nuovo l’argomento su Voldemort e per mia grande disgrazia, venne fuori che rischiai di essere assassinato più e più volte durante i miei precedenti anni ad Hogwarts.
 
I miei zii erano allibiti. Vernon era furibondo e incurante di quanto sarebbe stato ridicolo, era già pronto a denunciare “quella scuola di delinquenti” e zia Petunia andò totalmente nel panico, nello scoprire che nel secondo anno rischiai di venire ucciso da un DIARIO.
 
“Ce l’ha ancora con sé!! Io l’ho visto!!!”
 
Se la cosa non fosse stata tanto grave, sarebbe risultata quasi comica, caro diario. Ci fu bisogno di molta pazienza da parte di tutti loro, per spiegarle che tu non c’entri niente, perché voleva già correre in camera a prenderti, ma io non l’avrei mai permesso.
 


Flashback dei primi anni di Hogwarts





Speciale



Per lungo tempo, credetti che tutti i bambini del mondo, vivessero in un ripostiglio, poi capì che solo io ero stato così fortunato da aver avuto la famiglia più stronza di sempre.

Non ebbi mai la brutta sorpresa di sentirmi dire che ero stato adottato, credendo per lungo tempo che i Dursley fossero i miei veri genitori, perché loro ci hanno sempre tenuto moltissimo, a dirmi fin da bambino, che erano solo gli zii.
Dursley era una specie di toro obeso che io avevo per cugino. Ed era grasso perché aveva tutto il cibo e tutti i giochi che chiedeva. Sempre. Un grosso, grasso, toro viziato.

Crescendo con lui, avendo solo un anno di differenza, siamo cresciuti come fratelli, anche se in realtà è mio cugino maggiore.
Mi chiesi se tutti i fratelli fossero così stronzi o nel mio caso, lo erano solo quelli non naturali. Forse i fratelli veri non erano così.
Peccato. Io ero figlio unico. Se avessi avuto un fratello, magari mi avrebbe aiutato con Dursley.

Invece non avevo fratelli e nemmeno i genitori, visto che erano morti.
 
“Sveglia!” urlò zia Petunia.

Ecco. Tra tutte le cose orribili di questa famiglia, aggiungiamo anche che non si può mai dormire in santa pace. Ad un certo orario, vengo buttato fuori dal letto dalle grida di zia Petunia.
Mi alzo sconsolato, cercando i miei calzini, rigorosamente sotto il letto.

Non riesco a capire se il mio disordine – mentale e di fatto – derivi dal fatto di essere cresciuto in questa famiglia. Alcuni psicologi dicono che derivi dalla genetica, altri dicono che derivi da come e da chi vieni cresciuto. Odio quando danno informazioni contrastanti.
E ovviamente devo sorvegliare il bacon.

Bistrattato, umiliato e pure ridotto a schiavo.

 
 


Lo zoo.

Altra giornata del cavolo.

Costretto ad andare allo zoo perché questi bifolchi  non hanno fiducia di lasciarmi  a casa da solo. Pregustavo già una giornata intera a fare zapping con i miei programmi televisivi, senza la rottura di mio cugino a girare canale ogni cinque minuti per il solo gusto di farmi dispetto, ma i Dursley non si fidano, ovviamente.
E zio Vernon ha paura che rovini la festa del suo amato figlio.

Non so perché ormai hanno tutti questa convinzione che io rovini sempre ogni cosa.

Una volta mia zia Petunia mi tagliò i capelli, lasciandomi quasi pelato e il giorno dopo mi erano ricresciuti esattamente com’erano prima che li tagliassi.

Un’altra volta, lei aveva cercato di farmi mettere a forza un orrendo maglione di Dursley , ma più cercava di infilarmelo dalla testa e più si rimpiccioliva.

Un’altra volta, cercando di scappare dalla banda di Dudley, mi ero ritrovato seduto sul tetto delle cucine della scuola, seduto sul comignolo.

Fortunatamente, riuscìì quella volta a scampare la punizione, perché, quando la direttrice aveva chiamato i Dursley, indignata, mi trovarono in lacrime, per lo spavento.

Credo, abbiano pensato che fossi in preda allo shock e che avessi quindi avuto già una punizione sufficiente.
 

Non sapevo perché attorno a me capitavano sempre queste cose strane. Lo ripetevo sempre ai Dursley, ma loro non volevano neanche aprire l’argomento, preferendo fulminarmi con un’occhiata e dicendomi sempre che non capivano perché dovevo sempre fare tutto il contrario delle persone normali.
Spesso io desideravo essere normale, per il solo fatto che così avrei smesso di soffrire e forse loro avrebbero imparato ad amarmi, non credo l’avrebbero mai fatto come Dudley, ma forse un po’.
Altre volte invece mi trovavo disgustato dalla loro normalità, dalle loro menti chiuse, bigotte, ottuse. Incapaci di immaginare, di sognare, di pensare a idee nuove..
 

“LE MOTOCICLETTE NON VOLANO!!” gridò Zio Vernon, quando mi lasciai scappare il sogno che avevo fatto.
Dudley e Piers ridevano sottovoce e io mi sentivo umiliato e mortificato.

Sentivo gli occhi lucidi. Le lacrime che cercavo di trattenere per non sentirmi ancora più umiliato.
 




Caro diario, sono ancora scioccato. Quando sono andato allo zoo, ho parlato con un serpente e due minuti dopo la teca del vetro è sparita e il serpente è uscito dalla teca, dicendo che stava tornando in Brasile.
Era nato in cattività. Non aveva mai visto il Brasile e io mi ero dispiaciuto per lui.

Chissà se riuscirà ad andarci..mi piacerebbe molto…

Ero stato io a farlo? Per farlo andare via?

Ma io chi sono davvero? Perché riesco a fare queste cose? È forse magia la mia? Ma i maghi non esistono, giusto?
Però mi piace. Mi piace credere di essere…speciale.
 
 
 
 
Lettere:

Caro diario, la gioia che mi prese quando vidi che c’era una lettera indirizzata a me, che qualcuno avesse speso del tempo per scrivermi due righe..non me la scorderò mai.
Sono rimasto a fissare la busta contemplando la sua bellezza e l’inchiostro verde smeraldo, per momenti che sembravano infiniti.
Ma i Dursley dovevano sempre rovinare tutto.

Mi impedirono anche solo di leggere quella lettera, senza conoscerne neanche né motivo né contenuto.
La saga delle lettere portò una sferzata di cambiamento nella nostra vita. Non avevo mai visto i Dursley così sconvolti come in queste settimane. Continuavano ad arrivare lettere a mio nome e mio zio continuava a fare il possibile per non farmele leggere.
Pensai qualunque cosa, anche che fossero scritte dai miei genitori che in realtà non erano mai morti..o da parte di una sorella che non sapevo di avere.

Fino a quando mio zio non decise, esasperato, di portarci su una brutta catapecchia appollaiata su uno scoglio.

Si gelava e avevo l’idea che sarebbe stato ancora peggio lì dentro, ma non avevo alternativa.

Mi entusiasmava però questa cosa. Mai in vita mia, mi sono sentito così importante.
 
 
 
 
Hagrid:
Quando Hagrid mi trovò, pensai che non avevo mai letto i libri di Narnia, eppure Hagrid mi ricordava qualcosa di quel mondo. Strano, no? è venuto in quella catapecchia e cominciò a trattar male e insultare i Dursley, e già questo sarebbe bastato a farmelo amare..ma poi, mi diede quella torta. Nessuno mi aveva mai regalato una torta, prima d’ora. Mi veniva da piangere, quando me la consegnò.
Quando mi disse che sono un mago, omisi di averlo sempre sperato..alla fine la mia incredulità era quasi genuina, voglio dire, un conto è fantasticare..un conto la realtà no?
Quando lessi la lettera, mi concentrai, contemplando quella scrittura.

Quando fantasticavo tra me e me sulla magia, mi chiesi spesso come sarebbe stata una cosa DAVVERO magica. Continuavo a guardare le lettere di quella lettera, asprettandomi quasi di vederle scintillare e spruzzare colori d’argento o oro. Ma non avvenne. Ma questo non importava. Ero felice.
Hagrid mi raccontò poi la vera storia della mia famiglia. Non erano morti in un incidente d’auto, ma per colpa di un mago. Un mago malvagio.
Hagrid si rivelò così dolce e buono con me, mentre mi raccontava, così dispiaciuto per il triste destino dei miei genitori.
Mi ritrovai, senza volerlo, a lasciarmi sfuggire delle lacrime.

Piansi anche durante la notte e i Dursley, incredibilmente non infierirono.

Forse un po’ d’umanità, ce l’avevano anche loro.

Mi accorsi poi per caso, che anche mia zia aveva pianto.

Non doveva essere piacevole ricordare la morte di una sorella.
 
 
 

Andare a Diagon Alley

 
 
Pensavo che fosse un sogno. Temevo che lo fosse, visto che ogni volta che mi capitava qualcosa di minimamente bello, alla fine mi svegliavo nel mio letto, invece con mia grande sorpresa, Hagrid ERA Lì.
 
Hagrid dormiva appollaiato sul pavimento. Aveva lasciato a lui il suo pesante pastrano per coprirlo. È stato molto carino si ritrovò a pensare , Harry.

Poi vide la catapecchia vuota e un pensiero improvviso gli balenò la testa.

“Hagrid!! Ma dove sono i Dursley??”

“Mpf…li ho portati a casa io..non ci pensare..”

“Ma..come..” ma non c’era tempo per le domande. Un gufo raspava con gli artigli alla finestra e a giudicare dal tono, sembrava molto arrabbiato.

D’altronde la loro insistenza si è vista con la consegna precedente delle lettere.
 
 
 
 
Parlando dei Dursley:

Mentre Hagrid e Harry presero posto nella barca, lasciando la catapecchia, Hagrid si preoccupò vedendo Harry un po’ triste.

“Ragazzo, ti vedo triste. Non sei contento di scoprire di essere un mago? Ho detto qualcosa che ti ha offeso, forse?”

“No!” disse subito Harry. “Stavo pensando..ai Dursley..sicuramente me la faranno pagare per questo, quando arriverò a casa..soprattutto per la coda di Dudley.”

“Intendi per colpa mia?” chiese Hagrid.

“No, io non intendevo..” si scusò Harry, ma Hagrid centrò il punto. Era ovviamente contento che Hagrid fosse venuto con quella bella rivelazione, ma ora aveva il terrore di tornare a casa.

“Ragazzo, non puoi farti terrorizzare da quei pazzi per tutta la vita. Ora che sanno che sei un mago, ti lasceranno in pace, fidati di me. Ti rispetteranno. Vedrai.”

Harry però aveva dei dubbi in proposito.

"Ma come faremo con la coda? è un bel problema..non rischia di tradirvi al mondo babbano? Come verrà spiegata alle persone?"

“ Oh, i babbani si rifiutano di vedere la magia anche se ce l'hanno sotto il loro naso. Diranno che è un foruncolo un pò strano o robe del genere e la faranno rimuovere chirirgicamente, non preoccuparti! Mi dispiace, ragazzo. Se avessi saputo che genere di persone fossero, non avrei mai accettato di spedirti da questi qua. Ti avrei tenuto io piuttosto.” Disse.

Harry sorrise teneramente a questo. Chissà come sarebbe stato vivere con Hagrid. Aveva dei dubbi sul fatto che un gigante sarebbe riuscito a crescere un neonato, ma i Dursley non avevano forse cresciuto lui e Dudley? Se ce l’avevano fatta i Dursley..

“Non potevi saperlo. E comunque non ero una tua responsabilità.” Disse Harry, ignorando che anche Albus Silente ci avesse pensato.

Con gran sollievo di Harry, poi, lasciarono perdere la sua triste vita e cominciarono finalmente a parlare di cose magiche.
 
 
 
Tutti conosceranno il tuo nome
 
“Bentornato signor Potter, bentornato” “ Sono Doris Crockford, signor Potter, non riesco a crederci, finalmente la conosco!” “Sono così orgoglioso, signor Potter, veramente orgoglioso!”
 
Finalmente usciamo dal Paiolo magico e ci addentriamo nel piccolo cortiletto all’esterno. Stava cominciando a mancarmi l’aria.

“Ti senti male, Harry?” mi chiede Hagrid.

“No..è solo che non sono abituato a così tante attenzioni..mi gira la testa..di solito la gente non bada a me..”

“Ma è piacevole, no? Sei felice?” chiese Hagrid allegro.

“A dire la verità, non sono sicuro di come mi sento. Credo sia colpa di zia Petunia e la sua avversione per le domande. Alla fine deve averla attaccata anche a me.” rido nervoso. Spero che Hagrid non cominci a giudicarmi anche lui strano.

Ma lui inaspettatamente sorride.

“Te l’avevo detto, no? Te l’avevo detto che eri famoso. Anche il professor Raptor tremava tutto quando ha fatto la tua conoscenza. Va bene che per lui, tremare è normale.”
 
 
 
*

Il mondo magico non era come me lo aspettavo. Era così…concreto. Non avrei mai immaginato che a due passi da Londra esistesse una sorta di città segreta, nascosta da un muretto, in cui era legale comprare cose come calderoni, bacchette magiche, e altre cose del genere.

Avrei voluto avere altre dieci paia di occhi. È come se finora fossi stato sempre cieco e avessi cominciato a vedere solamente ora, il mondo, per com’era realmente.

E il mondo era fantastico.
 
La Gringott era stupefacente. E vedere tutti quei folletti fu incredibile. Avrei voluto parlare con loro, chiedergli come vivevano, ma loro non sembravano badare a me. La cosa mi dispiacque un po’. Ma stavano lavorando.

Hagrid mi disse anche dei draghi a guardia delle camere blindate della Gringott. Mi dispiacque. Dei draghi chiusi in una banca? Avevo sempre pensato ai draghi come a delle creature leggendarie che fossero libere. Mi chiesi se lo fossero anche nel mondo magico e come mai nel mondo babbano, non se ne vedessero traccia.

Ma non mi andava forse di saperlo. Non in quel momento. Avevo la testa che frullava per le troppe domande.
 
 
Edvige:


Con Edvige fu amore a prima vista. Era bella e bianca come la neve, soffice come un peluche. Non avevo posseduto mai neanche un gatto. Un sentimento d’amore potente sgorgò nel mio petto mentre tenevo tra le mie mani la gabbiola con l’animale all’interno.

L’ultimo mese trascorso con i Dursley fu…strano.

I Dursley, appena tornai a casa, sembravano per la metà offesi a morte, per la metà preoccupati. Quando tornai, dovevano ancora cenare. Incredibilmente mi avevano aspettato e quando finalmente cenammo insieme, zia Petunia scoppiò a piangere in modo isterico, accusandomi di volergli far perdere anche un nipote, oltre ad aver perso anche una sorella!

Ci misi un po’ a considerare che il nipote dovevo essere io!

Zia Petunia era preoccupata per me??

Zio Vernon mi fulminò con lo sguardo, quando la zia scappò nella loro stanza in lacrime. Mi guardò e sembrava che avesse gli occhi lucidi.

“Perché vuoi farci soffrire in questo modo, ragazzo?”

“Ma..io..”

“No. No! Noi ti abbiamo accolto..e tu..”

Non aveva detto altro.
 
Io ero stupefatto. Non sapevo come risolvere la situazione. Guardavo Dudley che sembrava ancora offeso con me.

“Mi dispiace per la coda..” ammisi sinceramente.

“Puoi togliermela..”? chiese un po’ timidamente.

“Io non so come si fa..” dissi vergognandomi.

Dudley mi guardò come se fossi impazzito.

“Se non ci riesci..non sei un vero mago..e se non lo sei, mamma e papà potranno perdonarti.” Disse con l’aria di una grande rivelazione.

“Temo che non funzioni proprio così, Dudley..” dissi, sospirando.
 
 
 
Dormii a malapena. L’adrenalina mi tenne sveglio tutta la notte, per cui affrontai il mattino – e gli zii – con aria spaventosa. Mi facevo paura da solo.

“Dobbiamo parlare.” Dissi arrivando in cucina.

Vidi Zio Vernon trattenersi dal dire qualcosa, forse la solita lamentela sui capelli, ma si trattenne.

“Ascoltate, lo so che vi ho fatto tribulare da quando sono arrivato qui da voi..so di essere sempre stato strano e di avervi causato sempre problemi..ma se ero..se sono diverso, se sono un mago, non posso farci niente. È la mia natura.”

“Non hai mai fatto niente..per combatterla. Nessuno..sforzo..” disse zia Petunia, tirando su col naso.

“Ho cercato sempre di insegnarti ad usare la testa, a pensare con razionalità, tu no, sempre con la testa tra le nuvole! Se c’era una qualche possibilità che ti passasse, in questo modo hai solo..” cominciò a sbraitare zio Vernon.

Non avrebbe potuto mai passarmi! Sono nato così!” gridai anche io, arrabbiato per tanta ignoranza.

“Sono sciocchezze! Hai alimentato tu stesso questa cosa insana! Lo sai che quello che fai è contro natura eh? Lo sai? Lo sai che quelli come te, una volta li bruciavano, eh??”

Questo sembrò troppo anche per zia Petunia, che inaspettatamente si mise in mezzo.

“Vernon, basta così, adesso.”

“ma Petunia…non vorrai mica acconsentire a mandarlo in quella scuola..in quel..manicomio..hai visto cos’hanno fatto a nostro figlio..”

“Se Harry è così…noi non possiamo farci niente..”

Non era proprio come un complimento, ma era la cosa più carina che le avessi mai sentito pronunciare dalla sua bocca.

“Grazie.” Dissi. “Un’ultima cosa..il 1 settembre..ehm..devo essere a King’s Cross..per andare..a Hogwarts..”
 
Mi fulminarono con lo sguardo, entrambi arrabbiati.

“Ti sembra il momento?” disse zia Petunia.

“Lo fai apposta per farci arrabbiare?” disse di rimando Vernon.

“Mi dispiace!” mi giustificai io. “Ma devo assolutamente partire il 1 settembre, per non perdere il treno. Dovete saperlo.“

“E quando tornerai?” chiese zia Petunia.

Rimasi zitto per qualche secondo.

“Ragazzo, tua zia ti ha fatto una domanda.” Disse zio Vernon.

“Io..resterò via per tutto l’anno..”

Silenzio.

“Ma..posso tornare..per le vacanze..se vorrete..o restare lì..” dissi mortificato.

“Domani ti accompagneremo a Londra.” Disse zio Vernon, con uno strano tono, che sembrava dispiaciuto, mentre zia petunia mi guardava con una sorta di strano sguardo vacuo.

Erano davvero dispiaciuti?
 
 
 
 
Fu un mese molto strano. Zio Vernon e zia Petunia sembravano aver abbattuto il muro invisibile che per tanto tempo si erano costruiti addosso per fingere che la magia non esisteva e mi riempirono di domande sul mondo magico. Certo, sempre con uno stile passivo – aggressivo, ma sembravano genuinamente curiosi.

Soprattutto sul denaro magico. Erano rimasti sbalorditi nel sapere che possedevo una piccola fortuna, ma un po’ infuriati nel venire a conoscenza del fatto che non avrebbero potuto comunque utilizzarla nel mondo babbano.

“Tutto a un tratto il mondo magico riserva qualche attrattiva eh?” dissi un giorno ridacchiando, cercando complicità. Mi fulminarono con lo sguardo.

Qualche volta però zio Vernon era addirittura spiritoso.

“Strano mezzo, il treno, per raggiungere una scuola. Dì un po’, i tappeti volanti hanno forato?”
 
Per quanto riguardava Dudley e la sua coda, per fortuna era rimasto solo due giorni con quella coda. Hagrid per non farmi avere problemi con i Dursley, decise di venire a casa mia a rimuovere magicamente il danno fatto e i Dursley accettarono perfino che si autoinvitasse a casa per un tè.

Lui per farsi perdonare, portò dei dolci magici squisiti. Harry giurò di aver visto Dudley e zio Vernon mangiarli di nascosto.
 
Poi arrivò finalmente il 1 Settembre!   
 
 
 

Binario nove e tre quarti

Non so quanto dormii. Forse un’ora. L’ansia, l’agitazione e l’adrenalina erano troppe. Finalmente alle 7:00, il mio baule era stato caricato in macchina.

Alle dieci e mezzo avevamo raggiunto King’s Cross. Avevo l’ansia che mi attanagliava. Dentro di me pensavo a chissà come sarebbero stati gli altri ragazzi maghi. Chissà se sarei riuscito per una volta nella mia vita a fare amicizia con qualcuno..

“Ragazzo, dove sarebbe il tuo binario nove e tre quarti?” chiese Vernon all’improvviso, che aveva spinto il baule di Harry personalmente fin dentro alla stazione.

Ad Harry quasi prese un colpo. Sopra un binario torreggiava un grosso numero nove, in plastica e su quello accanto un altrettanto grosso numero dieci sempre in plastica, ma tra i due, niente.

“è uno scherzo, Vernon?” chiese zia Petunia spaventata.

“Questo dobbiamo chiederlo al ragazzo, Petunia.” Rispose lui.

“Io..io non ne so niente..lo giuro!!” disse Harry impanicato.

“Quelli della tua specie non ti hanno spiegato questa cosa che ha tutta l’aria di essere una FARSA?” gridò Vernon, attirando su di sé qualche occhiata dei passanti.

“Vernon, ti prego, non gridare..” lo scongiurò zia petunia.

“Sentite..” disse Harry, cercando di non farsi prendere dal panico. “Avete fatto abbastanza..lasciatemi pure qui e andate pure..io resterò qui e cercherò di andare a fondo della faccenda..” disse infine, malgrado l’idea di restare lì da solo, senza aiuto, lo faceva tremare un po’ di paura, ma era chiaro che i Dursley non erano di nessun aiuto.

Zio Vernon lo guardò peggio di come l’aveva guardato quando Hagrid aveva rivelato che era un mago.

Per sentirle poi dalla polizia quando ti riporteranno a casa, dandoti per disperso?? No, col cavolo!! Tu vieni a casa con noi ADESSO! Abbiamo sopportato fin troppe buffonate fino adesso, ma ora BASTA!”

“Zio Vernon…io..” Harry quasi trovava positivo che zio Vernon si preoccupava di lasciarlo lì da solo, ma doveva darsi una calmata. Si pentì all’istante di non aver trovato il modo di andare da solo in stazione.

E non metterai mai piede in questa scuola di buffoni! È mai possibile invitare a prendere il treno su un binario che non esiste?? Solo uno sciocco come te potevano abbindolare! Questi sono tutti scemi! La prossima volta che arriverà Hagrito  o uno della loro congrega, le sentirà da me, altro che invitarlo a casa a bere tè e biscotti!!”
 
“Pieno di zeppo di babbani, figurarsi…”



Harry riuscì miracolosamente a sentire quella frase in mezzo a tutti i rimproperi di zio Vernon. Non sapeva se la voce seccata della signora che aveva parlato, era per via delle urla di zio Vernon..probabilmente sì..ma..realizzò d’un tratto, la signora aveva detto : babbani.

“Aspettate, aspettate..forse quella famiglia è come..come me..sono dei maghi..sono sicuro..” disse indicando una signora con uno squadrone di figli al seguito.

Vernon, Petunia e Dudley rimasero sbigottiti. Harry sapeva che Vernon era diviso tra l’idea di scappare e la voglia di dirne quattro anche a loro, ma Harry era troppo smanioso per aspettare la sua reazione, quindi si avvicinò alla famiglia, che continuava a guardarlo con curiosità.

“Salve, ragazzo..è la prima volta che vai a Hogwarts? Anche Ron è nuovo.” Disse Molly sorridendo con dolcezza a Harry.

“Sì..” disse Harry, lanciando un’occhiata curiosa e imbarazzata a Ron, che doveva avere la stessa età di Harry. Era un ragazzo dai capelli rossi, lentiggini e occhi azzurri. Vide che Ron ricambiò l’occhiata, fissandolo dritto e sentì un’elettricità pervaderlo. Era raro che gli altri ragazzi guardassero Harry negli occhi, con curiosità, come se non gli dispiacesse l’idea di conoscerlo. Era contento di questo. “Sì..eh..il fatto è che non so..come..come..”

“Come raggiungere il binario?” chiese la donna gentilmente.
“Sì..” rispose Harry mortificato.

“è facile..non ti preoccupare..devi solo camminare dritto in direzione della barriera tra i binari nove e dieci..non ti fermare e non aver paura di andare a sbatterci contro..questo è molto importante..” disse la signora, che si chiamava Molly.

“Questa è la cosa più assurda che io abbia mai sentito!! “ esplose la voce di Zio Vernon.
 
Tutta la famiglia si girò verso di noi e io volevo scomparire dall’imbarazzo…

“Voi dovete essere i suoi..” cominciò Molly, ma Vernon la interruppe.

“è nostro nipote!! E già così dà un mucchio di problemi! Non aggiungetecene altri, consigliandogli di rendersi ridicolo davanti a tutte queste persone, questa giornata è cominciata già malissimo!” sbraitò zio Vernon.

“Mmm credo di capire..voi dovere essere babbani e.. oh..lei non deve avere un carattere facile..è un tipo piuttosto fumantino, vero?” disse Molly.

“Come..come si permette di..”

“Vi dimostro subito che noi non siamo una branca di buffoni. Percy, puoi andare avanti tu per primo, per favore?”
 

Quello che sembrava il maggiore, si avviò verso i binari nove e dieci. Il ragazzo acquistò velocità, ma proprio nel momento più bello, un folto gruppo di turisti si mise in mezzo a interrompere la visuale e quando finalmente si tolsero di torno, il ragazzo era già sparito.

“Maledizione..non immaginavo..va bene, riproviamo..Fred, George..tocca a voi..Fred, prima tu.” Disse Molly.

Harry si mise a guardare due gemelli sempre dai capelli rossi, identici in tutto e per tutto.

“Ma io non sono Fred. Sono George: Parola mia, donna, e dici di essere nostra madre?”

“Scusami, George, Caro..”

“Te l’ho fatta, io sono Fred!!” disse il ragazzo, avviandosi. “Sbrigati!!” gli gridava il gemello, anch’esso divertito. Dopo pochi istanti, passò anche l’altro gemello.


Harry era divertito e incuriosito dai gemelli. Gli stavano già simpatici.
 
La ragazzina con i capelli rossi che era con la madre disse:

“Mamma, posso andare anch’io..”

“Tu sei troppo piccola, Ginny..il prossimo anno..ora veniamo a noi..hai capito come fare?” chiese Molly a Harry.

Per la prima volta parlò anche zia Petunia.

“Ma siete impazziti a fare una cosa del genere..davanti a tutti?” chiese guardandosi intorno.

“I babbani non possono vedere noi che scompariamo attraverso il muro. È una regola magica affissata per preservare il mondo magico. La pupilla dell’occhio non riuscirà a registrare quel momento. È una delle cose che ho letto in Storia di Hogwarts quest’estate.” Disse una voce estranea.
 


Si voltarono tutti verso la voce. A parlare era stata una ragazzina presumibilmente della stessa età di Harry e Ron. Aveva folti, lunghi capelli castani. Mossi e ricci.

“Non prendermi in giro, ragazzina. Sia io, sia mia moglie e mio figlio abbiamo assistito a questa diavoleria.” Disse zio Vernon al suo indirizzo.

La ragazzina incrociò le braccia, sbuffando.

“Avete potuto vederlo, perché evidentemente lei o sua moglie, compreso l’altro ragazzo – disse indicando Dudley – avete un legame di sangue con lui  - disse ancora indicando Harry. “

“Harry, è mio nipote. Mia sorella era una strega.” Disse zia Petunia, pronunciando per la prima volta, quella parola.
Sembrò che la ragazzina si sentì mozzare il fiato. Harry sospirò. Probabilmente aveva già capito che era il prescelto.

“Beh, io non ho nessun legame con…con loro..” disse Vernon, indignandosi.

“Ma ha un legame con lei.” Disse Hermione esasperata indicando Petunia. “E questo basta a creare un ponte tra il mondo magico. Vuol dire che anche se è babbano, se ha un’esperienza diretta con la magia, può vederla. Ora scusatemi, ma dovrei andare anch’io.” Disse ormai stufa di quella discussione. La ragazzina si girò ad abbracciare e baciare quelli che dovevano essere i genitori e dopo poco scomparì anche lei.
 
“Vai, ragazzo. Prima di Ron.” Lo incoraggiò Molly.

Harry si voltò verso i Dursley che sembravano più imbestialiti che mai, ma ancora non intenzionati ad andarsene.

Beh, almeno non l’avevano lasciato completamente allo sbaraglio. Si comportavano quasi come esseri umani.

“Allora..ci vediamo..” li salutò.

Loro fecero un accenno di saluto. Dudley lo agguantò per la manica del giubbotto dicendo:

“Porta ancora qualcuno di quei dolcetti che ha portato quel gigante.”

Harry sospirò. Forse i dolci sarebbero stati un buon ricatto per costringere Dudley finalmente a lasciarlo in pace.

“Se farai il bravo..vedremo..” era la prima volta che poteva dire una cosa del genere senza il timore di venire picchiato. Le cose stavano migliorando alla grande!
 
“Vai, ragazzo..poi farò una chiacchierata con la tua famiglia..” disse Molly conciliante. Harry sentì un groppo in gola. Se con quelle parole voleva convincerlo ad andare, lo stava convincendo del contrario..ma si fece coraggio e andò dritto verso il muro, sorprendentemente non sbattendo contro di esso.



Non mi sono mai vergognato così tanto in vita mia da quando abbiamo fatto perdere 150 punti a Grifondoro in un colpo solo, quella notte che siamo andati a liberare Norberto.

È stata colpa di Hagrid se siamo stati puniti, ma sarebbe ingiusto prendersela con lui. Noi abbiamo accettato di farlo, perché Hagrid è un amico e perché volevamo aiutare il cucciolo di drago. Era la cosa giusta da fare. Ovviamente questa cosa non potevamo spiegarla agli insegnanti.

Ron non è stato punito perché non era con noi, perché era in ospedale per via della mano fasciata e questo forse ha fatto la sua fortuna, altrimenti sarebbe venuto con noi e avrebbe preso anche lui il castigo, eppure sembra scontento. Ci ha mostrato solidarietà e voglia di venire con noi nella foresta Proibita. Credo anche questa sia amicizia.

Fa freddo ed è molto buio. Mi consola solo sapere che ci sarà Hagrid con noi.

Quello stronzo di Malfoy. Chiaramente non voleva fare la spia, prima di essere beccato dalla Mc Granitt, ma poteva stare zitto comunque, no?

Deve sempre farsi i cavoli suoi. È una zecca.

Sono contento che si è beccato anche lui la punizione. Un’altra volta impara a cacciare il naso dove non deve.
 
 
 
Mentre ci avviamo, incrociamo due centauri che si mettono a parlare di astronomia.

Sono basito. Non avevo mai visto un centauro e non avevo idea si interessassero all’astronomia e alle stelle.
 
Poco dopo per colpa dell’idiota di Malfoy, ci tocca cambiare i turni. Aveva fatto spaventare Neville e lui dalla paura aveva cominciato a sprizzare scintille rosse dalla bacchetta, agitando tutti.

Mentre camminiamo, se ne viene fuori con una frase strana.

“Come sta il drago? È riuscito a volare via?” chiese dal nulla.

“Sì. Certo, se aspettavamo che arrivassi tu a rovinare tutto, di sicuro no.” ringhio io, non riuscendo a trattenermi.

“Guarda che non volevo fermarvi, ero solo curioso. Non è colpa mia se la Mc Granitt mi ha sorpreso in quel momento. Sarebbe stato giusto se ci andassi solo io di mezzo? In fondo ero fuori dalla scuola per colpa vostra.” Disse come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Alzo gli occhi al cielo. Era proprio incorreggibile.
 
Di lì a poco avremmo trovato l’unicorno.
Agonizzante, ma ancora vivo, per fortuna.
 
 
  Un altro centauro con chiome biondissime, si avvicina a noi, invitandoci a chiamare aiuto per soccorrere l'animale. Più tardi, Fiorenzo, approfittando dell'assenza di Malfoy, mi avrebbe parlato, invitandomi a salire su di lui, purtroppo non senza interferenze urticanti da parte di Cassandro.

Per aver salvato l'unicorno, avevo guadagnato 30 punti per Grifondoro.





Caro diario, quando ho scoperto che era Raptor il vero nemico e non Piton, mi sono sentito crollare il terreno sotto i piedi. Quest’anno mi ha insegnato che è proprio vero che non bisogna badare alle apparenze, perché, la persona che sembra più fragile e tenera, può nascondere un orco dentro – in maniera letterale – e la persona che sembra il tuo più accerrimo nemico, potrebbe essere la persona che ti salverà.

Ed è proprio così che è andata.

Nonostante ciò, provo tenerezza per Raptor. Lui accennò ad un tempo lontano in cui era pieno di idee sul bene e sul male. Chissà com’era, chissà che uomo era prima che arrivasse Voldemort a fargli il lavaggio del cervello. Nonostante cercò di uccidermi, non riesco a provare odio per lui. Quello che gli ha fatto Voldemort, non lo augurerei al mio peggior nemico e non dimentico come, piangeva singhiozzando perché Voldemort lo torturava e tormentava.

  Caro diario, il sacrificio di mia madre è un marchio che mi rimane impresso nella pelle e che impedisce a Voldemort e ad altri, di uccidermi, una cosa potente come la cicatrice che ho stampata sulla fronte e ogni volta che ci penso, mi viene da piangere.

Questa e altre cose, mi ha spiegato Silente, quando sono rivenuto nell’ospedale.

Sensazioni belle di conforto e sollievo, mi sono arrivate, quando l’ho trovato lì quando mi sono svegliato, a raccontarmi tutto quanto e a rispondere alle mie domande.

Lo considero ormai quasi come una persona di famiglia e vedere che forse dopotutto anche io gli sto simpatico, mi fa molto piacere.

Beh, in fondo, ho salvato o no, la fottutissima pietra?

Certo, se non fosse arrivato in tempo Silente, fanculo al mio ridicolo salvataggio.

Silente dice che me la stavo cavando già molto bene, ma io ricordo di essere praticamente svenuto.

Vabbè. Caro diario, abbiamo vinto la coppa delle cose. Questo, assieme al libro che il mio amico Hagrid mi ha regalato, con le fotografie dei miei genitori, mi ha fatto venir voglia di piangere di nuovo, assieme al fatto che non rivedrò Ron ed Hermione per un bel po’, perché ora torno dai Dursley.

Ormai li vedo un po’ come dei miei fratelli.

Non importa però, ho ricevuto già abbastanza emozioni, da bastarmi per un’estate intera!

Cardiario

anche quest’anno è ricco di avvenimenti. Sono stato ospite di Ron, il mio migliore amico, per il resto dell’estate. La sua famiglia è straordinaria, ho conosciuto il signor Weasley, il padre di Ron. È un uomo così simpatico con un’ossessione fortissima per i babbani. Purtroppo la mia gioia si tramutò presto in senso di colpa, quando, la signora Weasley mandò una strillettera a Ron, gridandogli che per colpa sua, suo padre sarebbe stato sottoposto ad un’inchiesta!

È successo perché ci hanno beccati a bordo della macchina volante che il signor Weasley ha incantato. Due babbani ci hanno visto e ora il signor Weasley è andato nei guai.

Io ero con Ron, sulla macchina volante. È stata anche colpa mia. Mi sono sentito bruciare dai sensi di colpa perché anche se non avevo avuto io l’idea della macchina, ero con Ron quando è successo, l’abbiamo fatto insieme.

Ho chiesto non so quante volte scusa a Ron, che continuava a dirmi di non preoccuparmi e che sono il suo migliore amico. Questa cosa l’abbiamo fatta INSIEME, non era colpa di nessuno dei due e poi non avevamo davvero altra scelta, visto che c’era una barriera invisibile che ci impediva di passare.
 
Barriera che scopro essere stata messa da DOBBY, l’elfo domestico che già aveva cercato di impedirmi di tornare a scuola quest’anno, facendo lievitare il dolce di zia Petunia e facendomelo spiaccicare in faccia, facendo credere al Ministero che fossi stato io, nella speranza di farmi espellere.

Ad oggi non riesco a capire come ho fatto a non capire subito, che era evidente che doveva essere stato ancora Dobby a mettere quella barriera. Forse l’avevo giudicata una cosa troppo elaborata, chissà come diavolo avrà fatto.
 
Dobby non è l’unica creatura che mi desta preoccupazione però. Ho scoperto che esistono bestie più pericolose degli elfi domestici, come la creatura terrificante che sta facendo tutto questo ai nostri compagni di scuola, pietrificandoli uno dopo l’altro e come la bestia che a quanto pare, Hagrid protegge, perché..trallala, è stato lui ad aprire la Camera dei Segreti.
 
Quel diario che avevo pescato, emerso dal gabinetto e su cui avevo cominciato a scrivere, l’avevo sentito quasi assurdamente come un nuovo amico, ma la realtà mi piombò diversa e più crudele, qualche momento dopo.
 
È stato solo poco dopo, quando anche Hermione venne pietrificata, che capìì quale era il vero dolore per i veri amici.
Oh, che stupido.

Ma non sarei scoppiato a piangere come quando tutti dicevano che ero l’erede di Serpeverde e piangevo nel letto e Ron veniva da me e mi abbracciava per consolarmi.
Questa volta, sarò forte.




Cardiario

Era Mirtilla Malcontenta, la ragazza che il mostro di Serpeverde aveva ucciso. Com’è piccolo il mondo, vero? La morte di Mirtilla, ha portato a conseguenze molto pesanti nella storia delle case di Serpeverde, è pazzesco constatare come alla fine tutto fa parte di un unico meccanismo del destino.

Caro diario, ancora una volta ho imparato come non tutto sempre è quello che sembra. Non era stato Hagrid ad aprire la camera dei segreti e non era stato Aragorn ad uccidere Mirtilla.  Quel mostro e i suoi amici, volevano ucciderci ed è stato soltanto grazie a Thor e alla macchina volante che abbiamo fortunatamente recuperato, che non sono riusciti nel loro intento.

Parte di me, vorrebbe odiare quei ragni giganti, soprattutto il preferito di Hagrid, ma la mia compassione non me lo permette.
 
“Devi capire, Ron, che se tutti ti dicono che sei un mostro, alla fine finisci per diventare quello che tutti credono. Credo che Aragorn non abbia avuto una vita felice, perseguitato dall’odio della gente comune..questo l’ha portato all’odio per l’umanità.”

Ma Ron non voleva sentire ragioni e io ero troppo stanco dalla corsa per sfuggire ad Aragorn e i suoi amici per insistere. Ero ancora convinto che quei mostri avessero un concetto di amore distorto. Aragorn per esempio non si era fatto scrupoli a dire alla sua “famiglia” di ucciderci, nonostante fossimo amici di Hagrid e nonostante poteva benissimo immaginare che lui ne avrebbe sofferto. Quei mostri non avevano compassione, ma qualcosa mi diceva che forse era la mancanza di amore, ad avergliela tolta.
 
Almeno una cosa bella era uscita fuori da tutta questa storia. Avevamo ritrovato la macchina volante, cui ormai ci ero affezionato anch’io, come se fosse un’altra amica e in più avevamo scoperto che non era stato Hagrid ad aprire la camera dei segreti.
 
Ma quest’anno chi l’aveva aperta? Scoprire che era stata Ginny, fu un doppio shock, oltre al trauma che il mostro l’avesse rapita. Mi chiesi per un assurdo momento, se fosse scappata da sola e si fosse suicidata, per il dolore. Non sapevo cosa pensare. Nel frattempo, Gilderoy uscì allo scoperto e disse un po’ quello che tutti noi pensavamo , tranne Hermione e pochi altri.

Non aveva mai fatto nessuna di quelle imprese eroiche che si era amputato. Aveva preso il merito ad altri maghi e aveva tolto loro la memoria. Credevo Raptor fosse il peggio del peggio, ma dopo questa, mi ritrovo a dovermi ricredere. Povere persone.
 
Che altro? Ah si, quando finalmente incontro Riddle, mi confessa di essere lui Lord Volemort e la cosa che mi fa soffrire di più, ma non gliel’avrei mai detto, è che non sembra provare rimorso per quello che mi ha fatto.

Di fatto non lo sa, me ne accorgo soprattutto perché parlando con lui del passato, mi chiede dettagli su quella notte, ma non trovo comunque traccia di rimorsi o compassione per quello che ha fatto.
Riddle, nonostante ha ancora un aspetto giovane, come era quando andava a scuola,

era già un mostro.
 
Quando ormai sto quasi per rassegnarmi a morire in quel luogo, arriva in mio soccorso Fanny e il cappello parlante.
Così, Silente si fida così tanto di me, da mandare il suo uccello fino quaggiù per me?

Quando realizzo che il cappello c’era perché voleva essere indossato da me, lo faccio e sento qualcosa di duro picchiarmi sulla testa.
Era una spada.
Gemo per il dolore, che non era comunque niente rispetto a quello che avrei sentito di lì a poco.
 
Quando sento che sto per morire, a causa del serpente, il Basilisco,

Fanny mi viene vicino e piange.

Provo affetto per l’uccello e per la prima volta sento il bisogno di consolarla.

“Sei stata bravissima, Fanny.”
 
Fanny però piange e mi salva. Le lacrime della fenice hanno poteri curativi e io riesco a sconfiggere Tom, pugnalando il suo diario maledetto.
 


Caro diario, parola mia, che quando Dobby spinse Lucius Malfoy in quel modo, facendolo addirittura cadere, mi chiesi perchè tutta questa ribbellione e forza, non l'aveva manifestata prima, contro i suoi padroni, prima di essere liberato da me con il calzino che io diedi a Lucius e che lui ha lanciato a Dobby.

Sono ben strani gli elfi domestici!  Caro diario, ecco l’ennesima persona che vuole uccidermi. Si chiama Sirius Black e a quanto pare è evaso da Azkaban solo per me. Mi sento quasi importante.

A parte gli scherzi, non riesco a capire perché sono tutti così preoccupati. In fondo me la sono vista con Voldemort in persona e un basilisco. Che male può mai farmi un evaso?

Tranquilli, non andrò a cercarlo.
 
Mi spaventano molto di più i dissennatori. Eccome se mi spaventano. Sono addirittura svenuto in treno e Malfoy non perde occasione per ricordarmelo, ma sotto la sua ilarità, sembra quasi..uhm..preoccupato? Ma che sto dicendo? Neanche se fumassi canne, direi certe cose.
 
Hagrid è il nuovo insegnante di cura delle creature magiche. Sono  molto contento. Ecco spiegato perché ci ha detto di portare il libro mostro dei mostri. Una volta scoperto che per ammansirlo, bisogna accarezzarlo, ha cominciato a fare le fusa. Lo diresti mai? Un libro che ha bisogno d’affetto.

Di certo non è pericoloso come un ippogrifo infuriato, insultato da Malfoy. Ha osato chiamarlo brutto bestione e l’animale si è rivoltato contro di lui, provocandogli una brutta ferita.

Brutta ma non mortale, peccato che quello stronzo ne ha approfittato per farsi serivire e riverire durante le lezioni, fingendo di avere il braccio destro inutilizzabile.
 
Sai, caro diario, non avrei mai detto che mi piace Divinazione. Credo di essere tutto sommato una persona spirituale. Hermione non fa che prendermi in giro per questo, non le piace molto la materia e a ben pensarci non dovrebbe piacere neanche a me, dopo che la Cooman ha visto un gramo nella mia tazza, presagio di morte imminente.

Che dobbiamo farci. Avrò un’attrazione per essere sempre in pericolo, ma è così divertente vedere Ron fare le più strampalate interpretazioni nella tazzina.
 
Non ho più visto i dissennatori e meno male. è stato terribile quello che provai. Come se mi avessero tolto via tutta la felicità del mondo.
 
Parliamo di Fierobecco. È stato meraviglioso volare con lui, anche se per poco. C’è stato un misto di paura e eccitazione insieme. Avevo paura che potesse innervosirmi e farmi del male, ma alla fine è andato tutto bene.



Durante quegli anni a Hogwarts, Harry si era sempre sentito bene a raccontare quello che gli succedeva a Hogwarts, nel suo diario. Non voleva disfarsene, neanche dopo la vicenda di Tom Riddle e il suo diario oscuro. Purtroppo i Dursley erano così spaventati che insisterono perfino per venire con me al Quartiere generale, ma al momento era impossibile, visto che il piano originario era quello di accompagnarmi con delle scope.

Promisero però ai Dursley che entro la nottata o al massimo l’indomani, sarebbero venuti a prenderli.

Io sperai che fosse solo un inganno per farci partire, ma con mio grande orrore, quando raggiungemmo il quartiere generale, Lupin mi disse che, una promessa era una promessa.
 



“Non potete dire sul serio!! Lupin ti supplico di ripensarci. Vi pentirete se li farete venire qui. Voi non li conoscete, io si. Loro odiano ogni più piccola cosa li riconduca alla magia o al i fuori dell’ordinario. A casa loro non posso nemmeno nominare quella parola. Non possono proprio..faranno un macello..”

“Harry, ti chiedo di tranquillizzarti ora o sveglierai la madre di Sirius, che, ti assicuro, in quanto a urla, ti batterebbe sicuramente.” Disse però il professor Lupin, tenendomi le mani sulle spalle.

Per via dello shock, mi ammutolì.

La madre di Sirius?
 
   
 
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