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Autore: Frulli_    06/02/2019    1 recensioni
"Il sole accecante di quella mattina estiva penetrava di prepotenza nel corridoio tramite la soglia della porta, aperta, ed occupata da un uomo alto e magro. Si portò una mano sopra gli occhi per mettere a fuoco la figura quanto bastasse per vederne il volto, magro e pallido, incorniciato da folti capelli ricci e neri, lunghi fino alle spalle. Due occhi grigi e penetranti erano incassati nel viso magro.
[...]
Il corridoio prese a vorticare pericolosamente. Il sole lo accecò, oscurandogli la vista. Il pavimento divenne mollo, perse l'equilibrio e cadde. Serrò gli occhi, sentiva voci lontane e distorte. Il cuore e la testa non ressero il colpo ricevuto da quell'allucinazione, e perse coscienza"
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emmeline Vance, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Dopo la II guerra magica/Pace
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3. A precious gift
 

Novembre 1973
 
Il sonno cominciava a prendere il sopravvento, oltre che alla stanchezza dovuta al troppo studio. Aveva ancora la cena sullo stomaco, ma aveva mangiato troppo in fretta per poter risalire in camera a studiare. E una volta risalite le sue amiche, per farle dormire, era scesa nella Sala Comune Grifondoro, ormai deserta. Solo la luce del camino, sempre acceso, le dava modo di poter studiare. Guardò l'orologio a pendolo nella sala: era quasi mezzanotte.
Sbadigliò e si stiracchiò, affondata nella poltrona davanti al fuoco. Per quella sera bastava, doveva riposare o l'indomani mattina non sarebbe riuscita a seguire le lezioni.
Cominciò a riporre i libri e le pergamene, arrotolandole quasi ad occhi chiusi. E quasi si spaventò, sovrappensiero, quando sentì la porta del dormitorio maschile aprirsi. Si girò indietro, oltre lo schienale della poltrona, notando un assonnato Black trascinare i piedi nudi verso la zona del camino. Indossava una maglietta a maniche corte nere, con la stampa di una lingua rossa, e dei pantaloncini sportivi babbani.
«Black? Ti senti bene?» chiese, vedendolo così confuso.
«Vance? Che diavolo ci fai sveglia a quest'ora?»
«Potrei farti la stessa domanda...»
«Incubi, non riesco a dormire. Tu?»
Emmeline si limitò a indicare i libri, sorridendo appena.
«Dannazione, ma tu sei una secchiona migliore della Evans! Non ti stanchi a studiare? Hai bisogno di più passatempi»
«E tu hai bisogno di più studio»
«Vorrà dire che ci dobbiamo equilibrare un po' di più, io e te...che dici?»
Emmeline si limitò a sollevare le spalle, quindi studiò il ragazzo che si sedette vicino a lei, su una poltrona alla sua destra.
«Perchè hai gli incubi?»
Sirius alzò le spalle. «Avrò mangiato troppo...»
«No, tu hai l'aria di chi gli incubi li fa spesso e volentieri. Perchè?»
«Se lo sapessi, Vance, sarei più contento e meno assonnato, non credi?»
Emmeline tacque, osservandolo di nuovo. Poi sollevò gli occhi verso gli addobbi natalizi: le festività erano ormai alle porte.
«Tornerai a casa per Natale?»
Sirius ridacchiò, divertito. «Quale casa? Io non ho nessuna famiglia. Credo che trascorrerò le vacanze a casa di James, o al massimo qui. Tu vai a casa?»
«No, non quest'anno. I miei trascorrono il Natale con mia sorella, in Francia. Facciamo una volta ciascuno: l'anno scorso con me, quest'anno tocca a lei»
«Perchè tu e tua sorella fate scuole diverse?» chiese il ragazzo, curioso.
«Perchè i miei genitori sono divorziati. Io abito con mio padre, a Londra, e mia sorella invece ha seguito mia madre in Francia, per lavoro. Io sono entrata ad Hogwarts, e lei a Beauxbatons. Così ci dividiamo i miei a Natale»
«Non potreste semplicemente trascorrere le vacanze insieme, ovunque voi siate?»
Emmeline scrollò le spalle «Li rivedrò per Pasqua. E tu perchè vai a casa di Potter?»
Era una domanda personale, lo notò dall'imbarazzo di Sirius. Imbarazzo che si trasformò in un sorrisetto leggero.
«Facciamo così...io te lo dico, se tu esci con me a Hogsmeade. Solo al villaggio ti dirò il perchè»
Emmeline sorrise, scuotendo la testa. «Proprio non ammetti la sconfitta, eh Black?»
«Mai»
«Tu non mi piaci. Non sei il mio tipo. Perchè dovrei uscire con te?»
«Nemmeno tu mi piaci, ma voglio solo...trascorrere una giornata con te in allegria, e farti capire che la vita non è solo studio. Me lo concedi?»
La ragazza lo osservò, divertita, quindi scrollò le spalle. «Va bene, ok. Se proprio ci tieni...! Vediamo se riuscirai a farmi cambiare idea»
«Forse no, ma magari per un giorno ti divertirai davvero» precisò Sirius, sorridendo.
«Quando avrò l'onore di questa fantastica giornata?» chiese Emmeline ironica.
«Che ne dici del prossimo sabato?»
La ragazza scrollò le spalle. «Va bene, purchè vengano pure tutti gli altri con noi» precisò, sorridendo a mò di sfida.
Sirius si alzò sbuffando «Vance, sei pesante lo sai?» brontolò, dirigendosi verso i dormitori maschili.


Il giorno dopo, già alla quarta ora di lezione, durante Difesa Contro le Arti Oscure, tutta la scuola sapeva che Sirius Black aveva ottenuto un appuntamento con la secchiona Emmeline Vance. E le ondate di pensiero erano due: c'era chi invidiava lei, per poter uscire con uno dei divi della scuola, e chi cercava di capire perchè Black avesse chiesto di uscire proprio a Vance, una ragazzina troppo alta per la sua età, oltre che troppo seria e intelligente. Praticamente il suo opposto.
Le lezioni di Difesa venivano svolte nei Sotterranei, in una stanza vicina a quella di Pozioni. Nessun raggio di sole filtrava tra quelle quattro mura, ed il motivo è preso detto: il professor Scabrini, docente della materia, era un vampiro italiano con l'età apparente di settant'anni, che si nutriva con sangue animale e che quindi aveva i sensi alquanto inibiti, ma la sua pelle sottile e chiara percepiva ancora fastidio a contatto con il sole. Molti ragazzi prendevano in giro il vecchio, immortale vampiro, dalla forte cadenza italiana, il parlato lento e noioso, il passo claudicante.
«Bene, chi sa dirmi cos'è un Molliccio?» chiese il professore.
La mano di Emmeline scattò in alto. Niente di più soddisfacente, per lei, che rispondere alle domande del professore.
«Signorina Vance...» mormorò il docente, ormai annoiato dalla monotonia delle sue lezioni. Solo Vance ed Evans, praticamente, rispondevano alle sue domande.
«Il Molliccio è una creatura oscura senza forma ma anche metaforma. E' un'entità che, a contatto visivo con un mago o una strega, prende le sembianze della paura più recondita di quella persona. L'unico modo per sconfiggere il Molliccio è pensare a qualcosa di divertente e positivo mentre si recita l'incantesimo...»
«Riddikulus, grazie Vance» precisò il professore, quindi sospirò «Come ha ben detto la signorina Vance, l'unico modo per sconfiggere il Molliccio è affrontarlo. Perciò...tutti in piedi, in fila indiana davanti a quel baule, forza...»
Quasi all'unisono gli studenti del terzo anno si alzarono. Il professore con un colpo di bacchetta spostò i banchi ai lati dell'aula, facendo spazio agli alunni.
«Pssst!» sussurrò qualcuno dietro Emmeline. Si girò, incrociando gli occhi di una Tassorosso del terzo anno.
«Che c'è?»
«Ma...è vero che hai un appuntamento con Sirius Black?!» sussurrò quella tutta agitata, ridacchiando come un'oca.
Emmeline sollevò gli occhi al cielo. Si girò ancora più indietro, a guardare proprio lui, la fonte di quei pettegolezzi, che in risposta alle sue occhiatacce sventolò appena una mano, sorridendo raggiante.
«No, non è un appuntamento. E'...un'uscita, tra amici» precisò, cercando di trovare un termine diverso da “appuntamento”.
«Come ti invidio, Vance! Ti rendi conto che gli sbavo dietro dal primo anno e non mi degna di uno sguardo?! Se faccio una Pozione Polisucco posso andarci al tuo posto?»
Emmeline ridacchiò divertita. «Julie, hai a malapena la sufficienza a Pozioni, dubito che tu possa creare la Polisucco. Comunque sia...no. Non è un appuntamento, te l'ho detto. E' un'uscita tra amici, una cosa seria e....professionale»
«Che cosa ti metterai?»
«Che?!» Emmeline fissò la ragazza come fosse un'aliena «che cacchio vuoi che mi metta? Mica mi devo sposare»
«Silenzio lì dietro!» esclamò spazientito il professore.
«Allora dato che siete solo amici, puoi metterci una buona parola?» sibilò Julie, speranzosa.
Emmeline sollevò il pollice, dandole un cenno affermativo, quindi tornò alla lezione. Quando venne il suo turno, impugnò con fermezza la sua bacchetta.
«Pronta, signorina Vance? Al mio tre. Uno...due...tre!»
In un attimo il docente aprì il baule, facendo uscire una nube di denso fumo nero. Emmeline lo fissò, tesa e pronta, finchè lentamente la nube si adagiò sul pavimento, schiarendosi e congelandosi, diventando un luccicante lago ghiacciato.
Emmeline deglutì, sbiancando.
Lentamente il ghiaccio-Molliccio si muoveva, camminando verso di lei.
«Signorina Vance...l'incantesimo, forza! Non si lasci trascinare dalla sua paura, la combatta»
«I-io...non ci riesco» ammise Emmeline, con le gambe pietrificate di paura. Non poteva far altro che fissare il ghiaccio che la raggiungeva, cominciando a creparsi e rompersi.
«Signorina Vance, reagisca!»
Era inutile, il ghiaccio ormai le stava sfiorando la suola della scarpe. Poteva sentire l'acqua solida creparsi sotto i suoi piedi, e la superficie ghiacciata cedere.
«No...no per favore!» sibilò, spaventata.
Poi, di colpo, sentì qualcuno spingerla via, di lato, facendola cadere a terra. Il lago ghiacciato scomparve in un vortice di fumo nero, riformandosi in un uomo alto e magro, pallido come un vampiro che fissava Sirius, che aveva preso il posto di Emmeline. Puntava il dito contro di lui e sghignazzava, maleficamente.
«Riddikulus!» esclamò il ragazzo, puntando la bacchetta contro l'uomo. L'incantesimo funzionò, e l'uomo si trasformò in un vecchio raggrinzito e dinoccolato, con un becco al posto del naso e le orecchie d'asino. Anzichè gridare il Molliccio ragliava, facendo scoppiare tutta la classe a ridere.
«Ehi Vance...dobbiamo chiamare la mammina?» sibilò Mulciber, vedendola ancora lì per terra, spaventata.
«Eccellente Black! Venti punti a Grifondoro! La prossima volta che devo farti partecipare alle lezioni, ti faccio salvare una fanciulla in pericolo» precisò ironico il vampiro, entusiasta all'idea che qualcuno al di fuori di Vance o Evans abbia potuto reagire alla sua lezione. Mulciber si distrasse dalla quantità di punti acquistata dai Grifondoro, e digrignò i denti.
«Professore ma non vale!»
«Certo che vale, signorino Mulciber. Se partecipasse anche lei alle lezioni sono sicuro che riuscireste ad ottenere molti punti per la vostra Casa»
Sirius si avvicinò ad Emmeline, porgendole la mano «Tutto bene?»
Emmeline si alzò da sola, rossa in viso. «Io non ho bisogno di essere salvata» brontolò, seccata, prima di ritornare in fondo alla fila, in silenzio.


 
Hogsmeade, una settimana dopo

 
«Allora, cosa vogliamo fare per prima cosa?» chiese Sirius entusiasta, strofinando tra di loro le mani coperte dai guanti di lana. Camminava fianco a fianco a Emmeline, lungo la via principale del paese, con tutti i negozi e le attività davanti a loro, che attendevano solo di essere visitati. Le strade e i negozi erano un tripudio di addobbi natalizi: ghirlande, vischi, decorazioni con cannella e candele volanti, arance essiccate e profumate, biscotti allo zenzero e così via. Poteva benissimo vedere il resto del gruppo qualche metro più avanti rispetto a loro, che guardavano le vetrine chiacchierando.
«Non lo so, sei tu l'esperto dei divertimenti. E non so tu, ma io ho fame» precisò Emmeline, sistemandosi bene la sciarpa Grifondoro intorno al collo.
Sirius le si avvicinò, continuando a camminare, e le circondò le spalle con il braccio.
«No no no, hai capito male Black...ho detto che non mi piaci, e soprattutto non mi piacciono i marpioni»
«O forse non ti piacciono proprio i ragazzi?» stuzzicò Sirius, ridacchiando.
«Ah ah, che simpatico» commentò ironica Emmeline, spingendolo via «Mi piacciono i ragazzi, non i Troll»
«Quindi tu pensi che siccome sono simpatico e piaccio alle ragazze, allora sono stupido?»
«I tuoi voti non mentono...»
«Certo che mentono! Sono solo degli stupidi voti» precisò seccato Sirius, fermandosi. Emmeline lo fissò, perplessa.
«S-scusa, non volevo offenderti...» ammise la ragazza, osservandolo.
Sirius era serio mentre ricambiava lo sguardo. Poi, di colpo, scoppiò a ridere lasciando la ragazza lì, confusa.
«Non hai offeso infatti! Ma mi piace quando ti scusi! E comunque questa storia che ti devi portare la scorta fa ridere. Che hai paura che ti bacio?» precisò sfottendola e scappando via.
«Black sei un cretino!» gridò Emmeline, correndogli dietro «Non farmi correre!»
«Hai paura di cadere? Tranquilla che ti raccolgo io!» gridò Sirius davanti a lei, correndo e ridendo come uno scemo.
L'animo orgoglioso di Emmeline spuntò fuori in quel momento, e accellerando la corsa raggiunse Sirius, saltandogli addosso e facendolo cadere a terra, ridendo poi come due cretini.
«Così impari a sfidarmi!» precisò Emmeline ripulendosi dalla neve che aveva invaso il paesino magico.
«Ma allora ti funzionano quelle gambe lunghe che ti ritrovi» commentò ironico Sirius, ancora ridacchiando.
«Se per questo sono più alta di te...nano»
«Nano? A me, a-ha! Questa è buona. Vieni qua, misuriamoci» rispose l'altro in tono di sfida. Si misero uno davanti l'altra, vicini, e Sirius sollevò la mano, misurando l'altezza della propria fronte e quella della ragazza. Emmeline sorrise, divertita: poteva sentire il suo profumo babbano, poteva vedere le vene sul collo appena scoperto dalla sciarpa. Non temeva quella vicinanza così “intima”, e neppure se ne vergognava. Come se fosse vicino ad un fratello.
«Tsk, sono più alto io!»
«Grazie, ti sei alzato sulle punte dei piedi!» precisò l'altra, allontanandosi e incamminandosi, trottando allegra verso i Tre Manici di Scopa. Sirius la raggiunse al volo, sorridendo divertito.
«Ehi voi due piccioncini!» gridò James, facendo arrossire violentemente Emmeline «mangiamo? Sto morendo di fame»
«Arriviamo!» esclamarono in coro i due amici. Entrando nel pub, subito percepirono il tepore interno del locale, misto all'odore di Burrobirra e cannella, proveniente dalle decorazioni natalizie.
Emmeline andò a sedersi al tavolo insieme agli altri, vicino al camino e scegliendo proprio il posto più vicino ad esso.
«Ti piace proprio il camino, eh?»
«Mi piace il fuoco, più che altro. E mi piace più l'inverno che l'estate, a dirla tutta: d'estate posso godermi di meno il fuoco»
«E soprattuto d'estate si va in giro mezzi nudi, Vance, che scandalo!» precisò Sirius sfottendola.
«Che mi hai preso per una strega del quattrocento? Quando è estate non vado mica in giro ammantata, sto mezza nuda pure io!» precisò lei ridacchiando. Sirius dovette nascondere il viso arrossato dietro al menù del pub, seppur sapeva benissimo cosa prendere: il pensiero di Vance mezza nuda non era stata una bella idea, avrebbe impiegato qualche secondo a togliersi dall'imbarazzo.
«Allora voi due, vi state divertendo?» chiese James ammiccando.
«Potter, se non la smetti ti schianto. Come te lo devo dire che stiamo uscendo come amici, e non come fidanzati?»
«Si certo, e mio padre è Merlino» precisò James, ridacchiando «e tu, Evans? Quando ci esci con me?» chiese, circondando le spalle della rossa.
«Nel millenovecentosettantamai» rispose l'altra, togliendosi di dosso James.
«Che prendete?» chiese Doras da oltre il menù, interrompendo quell'idillio d'amore. Era arrivata anche Madama Rosmerta, pronta a prendere le ordinazioni.
Ordinarono e mangiarono a sazietà, chiacchierando tra di loro. Sirius non faceva che stuzzicare Emmeline che rideva, divertita, ma ritirandosi davanti alle avances del ragazzo.
«Ehi! Che ne dite di fare a palle di neve?» propose Mary, sorridente, alla fine del lauto pranzo «così digeriamo lo stufato!»
«Oooh, vedi che nel gruppo una intelligente c'è?» rispose James alzandosi. Chi più chi meno, alla fine accettarono tutti, uscendo dal Pub e dirigendosi verso la piazza, ampia e ideale per una guerra all'ultimo fiocco.
«Sai che pensavo?» chiese Sirius al fianco di Emmeline, circondandole le spalle «Che adesso anche tu devi raccontarmi un segreto. Il lago ghiacciato del Molliccio...»
«Se per questo tu me ne devi raccontare due, allora. Cominciamo dalla domanda che ti ho fatto una settimana fa. Perchè non torni a casa per Natale?»
Sirius scrollò le spalle. «Te l'ho detto, non ho una casa, né tantomeno una famiglia. La mia famiglia è James, i suoi genitori mi hanno praticamente adottato. Odio tutta la mia famiglia purosangue, il loro attaccamento ai nostri “nobili natali”» rispose il ragazzo «Solo mio zio Alphard mi accetta per quello che sono»
«L'uomo in cui si è trasformato il Molliccio è tuo padre, vero?»
«Sì, e ci somiglia anche parecchio. Non tornerò mai più da loro...e non metterò mai più piede dentro quella casa» Sirius si limitò a sorridere, cominciando a costruire un pupazzo di neve con il "materiale" a disposizione «Ora tocca a te. Cosa significa quel lago ghiacciato?»
Emmeline deglutì, tacendo qualche istante. «Tanti anni fa...avevo circa sei anni, ero in Irlanda dai miei nonni paterni, babbani. Con me c'era ovviamente la mia famiglia e i miei zii, ed anche mia cugina Bella. Decidemmo, noi cugine, di andare a pattinare sul lago ghiacciato vicino casa. Beh, pattinare...diciamo scivolare. Era fine inverno, ed era una bella giornata di sole, faceva caldo. Così...beh siamo andate, stavamo giocando sul lago...ridevamo e mia cugina decise che dovevamo fare una gara di corsa. Così cominciammo a correre ma il ghiaccio cominciò a ruppersi e mia cugina cadde nel lago» deglutì di nuovo, cercando di non piangere «la mia reazione istintiva fu quella di tendere le mani in avanti ma così facendo bloccai mia cugina in acqua, dalla vita in giù. Andammo a cercare aiuto ma quando portammo mia cugina in ospedale era ormai troppo tardi. Dovettero amputare le gambe e lei rimase per sempre invalida, su una sedia a rotelle»
Sirius la fissava, completamente serio e assorto. «Era la prima volta che la magia...?»
Emmeline annuì «Non sapevo chi ero, e istintivamente allungai le mani per aiutarla, bloccandola a metà della caduta. I miei parenti erano come impazziti, nessuno sapeva della magia di mia madre, non ci hanno fatto rinchiudere solo perchè papà si è intromesso, facendoci tornare a casa sane e salve. Ma da quel giorno non ho più rimesso piede in Irlanda, non ho più saputo nulla da loro»
«Beh ma...ok, è stata una brutta esperienza ma tua cugina è salva no? E' viva, anche se invalida. Se non fosse stato per te, adesso sarebbe morta!»
Emmeline scrollò le spalle. «Forse per loro sarebbe stato meglio....»
«Ma è una cosa assurda, è...orribile! Perchè certi babbani non capiscono che esiste la magia?!»
«Perchè non può essere spiegata, e perchè a molti fa gola...così anziché rispettarti, ti invidiano e ti cacciano via. Mio padre stesso ha impiegato molto tempo per abituarsi a noi tre, in famiglia»
«E' assurdo, io non credo di poter vivere senza la magia. Fa parte del nostro sangue, non te ne devi vergognare Vance»
«Non me ne vergogno, infatti, ma ammetto che a volte vorrei essere normale, come le mie altre cugine...e sperare che non sia stata colpa mia»
«Più che colpa direi merito, Vance. Ma basta, non ne parliamo più ok? Non mi piace vederti triste, preferisco più quando borbotti sopra i libri»
Emmeline sorrise divertita, lasciando da parte le ombre scure del suo passato. «Sei un cretino, Black...»
«Lo so grazie. Ma sai che ti dico? E' bello essere cretini, nessuno si aspetta da te che tu faccia la scelta giusta! Anzi, ti dirò di più: oggi farò l'ennesima scelta sbagliata! A Natale resto a Hogwarts così ti faccio compagnia, che dici?»
Emmeline arrossì, sorpresa da quel "regalo" «Davvero lo faresti per me?»
«Certo, siamo amici no?» rispose Sirius sorridendo.
Emmeline ricambiò il sorriso con sincerità, ed anche un pizzico di gratitudine «E James?»
«Ah noi facciamo tutto insieme, se io rimango rimarrà anche lui, e così anche Remus e Peter, e sicuramente anche Evans e le altre ragazze. Vedrai, ci divertiremo!» esclamò il ragazzo entusiasta.
Emmeline sorrise tra sé, felice, mentre aiutava l'altro a fare il pupazzo di neve. Si girò verso il resto degli amici, tra Lily che gridava contro James e Mary che scappava da Doras che minacciava di infilarle la neve dentro il maglione.
Sì, quel Natale sarebbe stato il massimo.



 
Hogwarts, 26 Maggio 1974
Cara Daisy,
Come procede in Francia? Spero bene.
Qui la prima parte dell'anno è stata fantastica, ma la seconda parte un pò meno. Sono successe tante cose, belle e brutte.
La cosa bella è che io e Sirius siamo amici per la pelle. Una volta aver constatato che non eravamo in grado nemmeno di uscire da soli, abbiamo optato civilmente per una sana e profonda amicizia, che ci lega come lega me e Lily, o lui e James. Siamo tutti inseparabili.
Per questo, ovviamente, siamo venute presto a sapere di un fatto alquanto...strano. Remus. Beh pare sia un lupo mannaro.
Incredibile vero? I ragazzi lo scortano lontano da Hogwarts una volta a mese, e lo recuperano il mattino dopo all'alba, aiutandolo a sistemarsi per le lezioni del giorno dopo. All'inizio pensavo che Silente fosse impazzito: ammette un mannaro a scuola! Ma poi ho pensato che Remus è prima di tutto un ragazzo, uno studente, un essere umano. Ha il diritto di studiare e crescere come me e gli altri, no? E quindi abbiamo cooperato insieme per aiutarlo.
Solo...c'è stato un disguido. Pare, e dico pare, che anche Severus abbia scoperto il suo piccolo segreto e, non essendone certo, ha chiesto dettagli agli altri. Prova a indovinare cosa hanno fatto quei tre disgraziati? Un bello scherzo.
Sirius gli ha indicato dove e come si trasformava Remus, mettendolo in enorme pericolo, ed alla fine James è corso a salvarlo, quell'impiccione, o Remus lo avrebbe sbranato. Credo che James, più che per rimorso, si sia reso conto che Severus poteva davvero morire -o forse l'ha fatto per farsi bello agli occhi di Lily?. Io ovviamente mi sono infuriata con Sirius e non gli ho parlato per giorni: ha esagerato, è stato troppo persino per le loro sciocchezze da ragazzi. Severus poteva morire e Remus essere chiuso ad Azkaban per il resto della sua vita. Ma grazie al cielo è andato tutto bene.
Sirius però deve mettere la testa a posto, o non andrà molto lontano.

Tua,
M.




Angolo dell'Autrice_
Ciao a tutt*! Vi è piaciuto questo capitolo? Spero di si!
Spero soprattuto vi sia piaciuto il professor Scabrini, ahah! Non ho potuto trovare informazioni sensate sul professore di DCAO al tempo dei Malandrini, così ho inventato, cercando di restare sempre coerente :)
Spero vi sia piaciuta anche la gita a Hogsmeade, e il bel rapporto che si sta instaurando tra Emmeline e Sirius, e ovviamente anche tra gli altri amici. James e Lily mi fanno sempre ridere ahahah!
Alla prossima!
<3
  
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