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Autore: MC_Outlaw    07/02/2019    2 recensioni
Fanfiction ambientata alla fine della S2, dopo gli avvenimenti dell'Heroes Day e di Papillon Scarlatto
A Parigi, arriva un visitatore proveniente da molto più lontanto di quanto si possa pensare. Ha bisogno di aiuto, e ci sono solo due persone in tutta la città che sono in grado di fare qualcosa per lui e con lui. Se non riuscirà nel suo intento, il più grande male mai esistito si abbatterà sul mondo... come è già successo
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Let's Fight!'
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Il viaggio fu istantaneo, ma il bianco da cui vennero avvolti per un momento li lasciò accecati. Il portale si chiuse alle loro spalle dopo aver traballato un po', ma non lo notarono subito e neanche ci diedero troppo peso. Cercarono di stropicciarsi gli occhi per ritornare a vedere il più in fretta possibile, e funzionò, ma lo spettacolo che avevano davanti era ciò che sapevano avrebbero visto ma non ciò che volevano

Il cielo era completamente diverso. Anche se come aveva detto AJ doveva essere da poco passata l’una, la volta celeste non era del classico colore ciano a cui erano abituati, ma rossa scarlatta come se dovesse scendere il tramonto. Non era però colpa del sole, ma di un inspiegabile e soffocante calore che impestava l’aria. Erano praticamente all’aperto, anche se circondati da mobili, e potevano ben vedere che il viaggiatore del tempo non esagerava nel parlare di distruzione. Trovandosi piuttosto in alto, sopra a quella che probabilmente era una palazzina, riuscirono a vedere bene buona parte di Parigi. Ma non videro neanche un singolo edificio risparmiato alla rovina, ed erano pochissimi quelli a non essere stati ridotti ad un cumulo di macerie. Per strada, ovunque, c’erano segni di bruciature e battaglia, ed ogni volta che si alzava un minimo di vento si portava sempre dietro polvere e cenere. Potevano quasi avvertire quanto la città stessa fosse angosciata, ma AJ non sembrava essere da meno

Appena videro anche lui, notarono guardarsi attorno con aria nervosa e respirare pesantemente, come se fosse in ansia

“No, no, no, no!” cominciò a dire, spostando senza la minima cura i mobili attorno a loro “Che diavolo è successo qui?!”

“Che… Che cosa c’è?” gli chiese Ladybug, cercando di riprendersi dalla vista di Parigi

“Do-dovevano esserci alcune persone qui, ad aspettarci! Quando sono partito era tutto chiuso qui!” disse loro indicando il soffitto e le pareti “Ho una pessima sensazione...”

Dalla tasca tirò fuori un cellulare piuttosto rovinato e si mise a trafficarci sopra per eseguire una chiamata. Per non poco tempo, suonò però vuoto

“Dai… dai…” iniziò a dire, preoccupato, ma sbarrò gli occhi quando qualcuno finalmente gli rispose “Kim!... si, sono tornato ora, sono all’avamposto, ma che è successo? Anzi, aspetta un attimo...”

Mise il viva-voce alla chiamata per far sentire anche Ladybug e Chat Noir “Ok, parla pure”

Dal telefono uscì una voce piuttosto dura e roca. I due wielder si erano fatti l’idea che il Kim nominato da AJ fosse il loro compagno di classe, ma dalla voce non avrebbero mai detto potesse essere lui “C’è stato un attacco delle akuma, poco dopo che sei partito. Sono dovuti scappare tutti ed abbandonare l’avamposto”

“Un attacco?!” esclamò lui saltando sul posto “Stanno tutti bene?”

“Si, sono riusciti a salvarsi, ma non abbiamo neanche fatto in tempo ad avvertirti… scusa...”

Il moro, ancora una volta sospirò per esternare la preoccupazione “Non scusarti, basta che non ci siano state vittime… comunque, sono qui con Ladybug e Chat Noir, stiamo per venire al rifugio”

“D-Davvero?!” esclamò lui “Mi-Mi sentono?”

“Si, ti sentiamo” gli rispose Chat, facendolo diventare euforico

“Oh mio Dio… non ci posso credere! Amico, non sai che bello che è sentirti dopo tutto questo tempo!”

“Avrete il tempo per i convenevoli dopo, saremo lì tra qualche minuto” riprese AJ “Tu ricorda a tutti di chiamarli con i loro nomi da super… e...” cominciò a rantolare, drizzando le orecchie per via di un rumore sospetto

“AJ? Che succede?” gli domandò Kim, che però già stava sospettando qualcosa “Non dirmi che...”

“… devo andare” gli rispose, riattaccando la chiamata. Anche Ladybug e Chat si voltarono verso la fonte del rumore, senza però capire di che cosa si trattasse. Era come un pesante sbattere di ali, ma ripetuto all’infinito. AJ assunse un espressione a metà tra l’infuriato ed il preoccupato

“Non erano ancora andate via...” mormorò quasi ringhiando, impugnando il Medaglione

Da sotto il pavimento cominciarono a levarsi tutte attorno a loro una miriade di farfalle che sembravano puntare proprio a loro. Erano di un colore rosso acceso, attraversate qua e la da strisce nere

“A-Akuma?” disse Ladybug impugnando il suo yo-yo e facendolo roteare. Quella situazione le fece tornare in mente il loro scontro più recente “Sono identiche a quelle di Papillon Scarlatto!”

Chat non disse nulla e si limitò ad afferrare e comporre il proprio bastone. AJ si mise ad osservare alle loro spalle, per coprire ogni lato, e scosse la testa sapendo di cosa parlava la ragazza “No, queste sono peggio! Le chiamiamo Akuma di Sangue… e sono di quel demone bastardo! Non fatevi toccare!” Alzò al cielo il ciondolo “Shivihs, trasformami!”

Un lampo di luce e divenne Dragakin, già con gli occhi gialli ridotti ad una fessura per indicare quanto si stesse caricando di rabbia

“Come le purifichiamo tutte?!” chiese lei, cercando di osservarsi attorno per non perderne di vista nessuna

“Purificarle?” Dopo la risposta sarcastica del dragonide, lo stesso inspirò parecchia aria nei polmoni, soltanto per vomitare fuori dalle fauci un violentissimo getto di fiamme ustionanti che avvolsero un gran numero di akuma riducendole in cenere in un istante. “Non c’è nulla da purificare, sono create direttamente da Akuma! Vanno distrutte!”

“Ok, va bene… e come facciamo noi?!” gli chiese lei, come se volesse farle notare che non potevano incenerirle come faceva lui

“Tu colpiscile con lo yo-yo e falle a pezzi, almeno non dovrai avvicinarti troppo! Chat, tu dovrai utilizzare il tuo potere, se le colpisci con quello attivo le eliminerai prima che possano ucciderti!”

“Ma posso usarlo solo una volta, poi mi ritrasformerei!” rispose lui, cominciando ad indietreggiare

“A quello ci penso io”

Mise le mani nei marsupi e tirò rapidamente fuori la Spilla della Farfalla. Nooroo si piazzò al suo fianco, come a tenere d’occhio la situazione. Poi dal marchio sul petto fuoriuscì lo stesso minuscolo drago che la coppia di super aveva visto essere stata la causa della trasformazione dell’agente Roger in Rogercop, e sul suo viso si creò subito lo stemma a forma di farfalla. Il minuscolo essere scattò in aria, infilandosi nell’Anello del Gatto nero. Chat provò per la prima volta la sensazione della telepatia del Miraculous della Farfalla

“Dark Felix!” esclamò Dragakin “Accetta il mio aiuto per combattere contro le Akuma di Sangue!”

“Io… io… “ Chat esitò per un momento, ma solo perché nel suo tempo ciò che stava per succedergli era una delle cose peggiori a cui potesse pensare. Sapeva bene che lì, in quel momento, non era un male ed era l’unica sua possibilità “Accetto!”

Ricevuta la risposta positiva, il potere di potenziamento del Miraculous della Farfalla avvolse completamente Chat Noir. Quando la magia si diradò non era cambiato di stazza o di forma, ma si vedeva bene quanto fosse diverso. I suoi occhi erano passati da verdi a rossi, come quelli di una belva assetata di sangue, in agguato nella notte. Inoltre la sua pelle si era tinta di un nero identico a quello del costume, facendo risaltare in particolar modo le orecchie, il campanello, gli stivali ed i guanti del costume, diventati completamente bianchi, nonché appunto gli occhi. Prima di iniziare a lottare, si mise a quattro zampe per terra, come fosse un vero felino, ed osservò furioso i demoniaci insetti davanti a se

“Cataclisma!” esclamò. Ma a differenza di ciò che solo Ladybug si aspettava, i segni del suo potere non si manifestarono solo su una mano, ma su tutti e quattro gli arti del biondo eroe, che però sembravano non intaccare il punto su cui era appoggiato. La corvina si fermò ad osservarlo quasi basita, insicura di ciò che era appena successo. Per lei, vedere Chat Noir akumizzato era qualcosa di impossibile da descrivere. Fu però il momento peggiore di distrarsi, in quanto un piccolo sciame di Akuma le stava già volando addosso. Dark Felix, però, se ne accorse in tempo

Sembrò quasi sparire nel nulla, soltanto per ricomparirle davanti un istante dopo. Chat era già piuttosto agile e veloce, ma Felix era oltre il sovrumano. Con movimenti rapidi e precisi a mezz’aria, polverizzò tutte le akuma che minacciavano di fare del male alla sua amata, e si poggiò davanti a lei, fissando gli esseri volanti peggio di quanto avesse mai fatto

“Ti proteggo io, Milady!” esclamò il ragazzo. Quella sua reazione ed il modo di fare la fecero riprendere, anche se con un nome ed un aspetto diverso, Dark Felix era sempre il solito Chat Noir. Dragakin si mise invece alle spalle della ragazza, formando un perimetro per difenderla

“Scusami” le disse il mezzo drago, senza distogliere lo sguardo dai suoi obiettivi “Posso potenziare con la Spilla della Farfalla solo un Wielder alla volta, e Chat era il più svantaggiato. Stai dietro di noi e colpiscile senza avvicinarti!”

“Contaci!” le rispose lei

Per dare il via a tutto, AJ sferrò un poderoso ruggito, che sembrò quasi paralizzare alcune akuma data la potenza della sua voce. Allargò le ali e si alzò abbastanza da terra da vedere meglio quanti insetti aveva davanti a se, poi aprì le mani davanti a se. Su di esse, iniziarono a vorticare delle fiamme scarlatte, che in pochi istanti fecero materializzare nelle sue mani una piccola barra di metallo, modellata in modo da sembrare un tubo aperto a forma di drago. Le fiamme si spinsero dalle zanne aperte fino al fondo del tubo, creando una catena che pareva essere fatta di filo ma resistentissima, per poi ricreare un secondo tubo metallico, identico a quello precedente. Erano la sua arma, un nunchaku dalla catena estremamente flessibile ed estesa

Dragakin passò quindi all’azione e mise la catena tra i denti, tirando bene le estremità contundenti e puntando le due fauci di drago sullo sciame. Caricò nuovamente aria nei polmoni e fece fuoco, ma stavolta non ci fu un getto fiammeggiante, il piccolo gesto con l’arma serviva infatti a canalizzare a suo piacimento la forma del fuoco, rendendolo in questo caso delle minuscole e ben più precise sfere fiammeggianti, ben mirate ad ogni Akuma. Se possibile voleva evitare di danneggiare quel posto, era sempre un’opzione risistemarlo per ricreare l’avamposto di difesa che era prima, anche se ci avrebbe messo più tempo ad eliminare le farfalle

Felix invece era diventato più un ninja che un gatto. Si spostava in mezzo all’armata di Akuma di sangue come se nulla fosse, sparendo e ricomparendo nel nulla per via della sua mostruosa velocità ed eliminando ogni lepidottero che si trovava davanti con il suo Cataclisma perpetuo. Gli insetti cercavano di avvicinarsi a lui, ma ogni volta che gli erano ad una spanna, lui si volatilizzava e li riduceva in cenere

Vedendo la situazione, i demoniaci esseri cercarono di concentrarsi sul colpire Ladybug, che sembrava la più indifesa del trio. Più e più akuma ogni volta gli si fiondarono addosso per possederla, ma lei era sia ben protetta sia in grado di cavarsela da sola. Felix e Dragakin non permettevano a nessuna di loro di passare, e se anche qualcuna si avvicinava troppo, lo yo-yo della wielder era abbastanza per eliminarle

Dopo qualche minuto di fiammate, cataclismi e giocattoli sui denti, akuma di sangue ne erano rimaste ben poche. L’ultimo piccolo sciame si catapultò in un disperato assalto sempre su Ladybug, ma Dark Felix le eliminò tutte quante in un battito di ciglia. Quando videro che dei loro nemici erano rimasti solo le ceneri e pochi rimasugli creati dall’arma della coccinella, sembrarono rilassarsi sia lei che Felix, che annullò il Cataclisma. Ma un ultimo, sfuggente esserino ancora non si era dato per vinto, e sfuggito all’eliminazione per mano dello yo-yo stava strisciando lentamente verso la ragazza, che non si era accorta di nulla. Se ne rese conto quando vide un movimento con la coda dell’occhio, ma fu troppo tardi. L’esserino si era già dato lo slancio per saltarle addosso, ed il compagno potenziato, nonostante la sua velocità, non ebbe la prontezza di reagire in tempo per eliminarlo in tempo

Dragakin, però, non aveva ancora abbassato la guardia. Sapeva che non poteva mai permetterselo, ed anche quella volta fu provvidenziale. Non potendo usare il fuoco per eliminare l’akuma dato che avrebbe sicuramente bruciato anche Ladybug, per difenderla fiondò la sua mano artigliata a bloccare il salto del malefico insetto. Strinse saldamente l’akuma con la mano, schiacciandola e triturandola con gli artigli, per poi lasciarne cadere i resti per terra

“Per un pelo...” disse guardandosi intorno, sia in cielo che per terra “Credo fosse l’ultima… ma non abbassate la guardia, potrebbero essercene altre!”

“Stai bene?!” esclamò Ladybug spaventata, afferrandogli il braccio con cui aveva bloccato l’akuma “Mi dispiace, io… io...” mormorò, dispiaciuta

“Non preoccuparti, va tutto bene” gli disse, quasi abbozzando un sorriso per l’angoscia nel modo di fare di Marinette

“Non sono stato abbastanza veloce...” mormorò Felix, a cui però Dragakin scosse la testa

“Non è successo nulla, può capitare. Siamo qui tutti a guardarci le spalle per un motivo”

“Ma… tu l’hai toccata… com’è possibile?” puntualizzò lei, osservando come stesse effettivamente bene “Non avevi detto che basta che ti tocchino per ucciderti?”

“Si, ma… non io” disse loro grattandosi la nuca “Diventare Dragakin mi rende immune al potere di queste Akuma… anche se purtroppo sono l’unico ad avere questa fortuna. Tendo comunque a non toccarle mai, ho sempre paura che qualcosa vada storto e non sia protetto, ma volendo posso ucciderle in modo più diretto che con il fuoco. Non ve l’ho detto prima perché non mi sembrava importante, speravo non dovessimo nemmeno combatterle...”

Ladybug sospirò “Mi hai fatto prendere un colpo… ma meglio così” gli sorrise decisa “Adesso, immagino dovremmo andare”

“Si… ma non mi fido molto” ringhiò osservandosi attorno, per poi rivolgersi al super potenziato “Ti lascio rimanere come Dark Felix finché non arriviamo al rifugio, una volta lì ti toglierò il potenziamento. Anche perché è probabile che tu resti senza forze, dopo”

“A me sta bene” gli rispose lui, osservando i cambiamenti subiti e constatando una sensazione di forza mai sentita prima “Questo potere… è incredibile! Ci si sente così da akumizzati?”

Dragakin fece spallucce “L'ho provato solo una volta e per poco tempo, non ricordo bene. Ma sappi che i vostri Miraculous sono ben più forti di così. Adesso però muoviamoci, non vorrei arrivassero altre Akuma di Sangue…”

I due ragazzi gli annuirono e si misero a seguirlo fuori dall’accampamento distrutto, in mezzo alle rovine della loro Parigi

 

Anche dopo ciò che gli era stato detto e dopo averlo visto, ancora Ladybug e Chat Noir, momentaneamente Dark Felix, non riuscivano a credere a ciò che avevano davanti agli occhi. La cosa che più di tutte trovavano angosciante non erano gli edifici distrutti, le strade lastricate di detriti vari, le carcasse delle macchine o l’assenza di tutto ciò che conoscevano adesso distrutto o eliminato, ma era il fatto che tutti quelli che conoscevano avevano vissuto tutto ciò. Non potevano neanche immaginare come fossero cresciuti i loro compagni, sia nell’aspetto sia nel carattere dato il mondo che lo circondavano. Quando Kim aveva chiamato AJ, non era solo la voce più adulta che li aveva straniti, ma il suo tono. Era spesso strafottente, come fosse il re della classe, ma nonostante ciò simpatico ed affidabile, mentre quello che avevano sentito sembrava essere un uomo stanco, distrutto e disperato

Dragakin, ad ogni angolo ed ad ogni punto a loro cieco, si fermava ed osservava se la strada fosse libera. Non voleva e non poteva permettersi di ritrovarsi a combattere contro altre Akuma di Sangue, non con tutti i fattori a loro sfavorevoli, come Ladybug senza i “pieni” poteri o Chat costretto ad essere potenziato dalla Spilla della Farfalla

“Via libera” disse loro, facendogli un cenno con la mano per seguirlo

I due ragazzi lo raggiunsero e lui si affrettò a cambiare posizione, per osservare come procedere

“Sembri un vero soldato a muoverti così” disse Felix, alludendo al suo modo di cercare un riparo

“Credimi, vorrei sbrigarmi invece di fare certe cose, ma se ci sono le Akuma di Sangue in giro non voglio farvi correre rischi”

“Beh… non mi sono sembrate un così grande problema” gli confessò Ladybug, sperando di non sembrare presuntuosa “Voglio dire, in due siete riusciti a tenere a bada un intero sciame piuttosto bene!”

Al mezzo drago sfuggì un mezzo risolino “Credi che quello fosse uno sciame intero? Sarebbe bello… ma purtroppo, quelli sono composti da decine di migliaia di Akuma. Quelle che abbiamo combattuto erano poche, sicuramente rimaste indietro dopo che il gruppo al completo ha devastato l’avamposto”

“Poche?!” esclamò Felix, che Dragakin cercò di zittire subito

“Fai piano! Potrebbero esserci ancora le altre in giro!”

Il gatto nero abbassò la testa e si fece basso, capendo di aver rischiato molto, ma per loro fortuna tutto tacque. Riprese a bassa voce “Scusa… ma quindi come diavolo fate ad uscire se sono così tante?”

“Non sono sempre in giro, la maggior parte delle volte è tranquillo… infatti sono preoccupato del perché fossero qui. Potrebbe essere solo una delle loro ronde in giro per il mondo, ma meglio non abbassare la guardia… anche perché se non era così, allora vuol dire che Akuma stesso è vicino a Parigi” tornò ad osservare avanti ed effettuò una planata dietro ai resti di un muro, dando un altro cenno ai compagni per muoversi “Appena ne avvistiamo un gruppo, non usciamo dal rifugio finché non sono sparite, a meno di situazione particolari come la nostra. Ed è per questo che voglio arrivarci in fretta. Come se non bastasse, dopo che siamo passati, il portale è collassato su se stesso. Dobbiamo comunicarlo agli altri”

“Cosa? E per quale motivo?” domandò Preoccupato Felix, a cui Nooroo chiarì subito

“Avevamo paura succedesse, AJ e Shiv mi avevano detto che il portale aveva vacillato quando lo hanno passato. Colpa dei Miraculous… emettono una magia che va in contrasto con il portale e lo annullano. Con solo quelli di AJ ed aspettando un po' di tempo si è ristabilizzato, ma non ha retto ai vostri quattro assieme”

“E allora come faremo a tornare indietro?” chiese la ragazza preoccupata, a cui il mezzo drago rispose tranquillamente per calmarla

“Diciamo che abbiamo fatto un fortunato errore di calcolo. Pensavamo che Chronogirl avesse bisogno di caricare l’orologio per cinque viaggi nel tempo, cioè il mio arrivo da voi, il nostro ritorno qui, la nostra partenza ed infine il mio ultimo ritorno, più un extra per eventuali emergenze. Invece non è stato necessario richiuderlo la prima volta, posso ancora aprire quattro volte un portale”

“C’è un problema in tutto questo” gli fece notare Felix “Quando torneremo indietro ne avremo in totale sei di Miraculous, sarà un problema”

“In realtà sarà esattamente la stessa cosa” spiegò ancora il Kwami della Farfalla, passando ad un altro nascondiglio assieme a Dragakin “I poteri dei vostri Miraculous hanno la stessa impronta in entrambi i nostri mondi, se li avrete con voi sarà come se ne passasse comunque uno solo

“Il dove invece lo decideremo meglio quando saremo arrivati” aggiunse il mezzo drago “Non possiamo tornare in quell’avamposto. Avremmo comunque dovuto aspettare qualche ora prima di riaprire un varco, è un problema di Chronogirl che neanche lei sapeva, ma prima pensiamo a quale altro avamposto usare e meglio sarà” tirò nuovamente fuori la testa e sorrise soddisfatto “Per nostra fortuna, ormai ci siamo!”

Indicò loro l’entrata della metropolitana parigina, e constatando che la via era libera, si alzò in volo e si mise appena al suo ingresso

“Muovetevi!” li incitò

Ladybug e Dark Felix non se lo fecero ripetere e gli corsero incontro, notando solo in quel modo che l’ingresso sotterraneo non era proprio libero come sembrava. Ad una spanna da esso, videro una cupola verdognola e trasparente ricoprirla completamente. Non fu per loro difficile riconoscere di cosa si trattasse

“Quello è lo Scudo Protettivo? Il potere di Carapace?” gli chiese Ladybug

“Precisamente. Questa è una delle entrate del rifugio”

“E come facciamo a passare?” gli chiese Felix

“Lo Scudo Protettivo riconosce i miei ed i vostri Miraculous. Noi Wielder possiamo attraversarlo senza problemi”

Per dimostrargli le sue parole, Dragakin scese le scale, mostrando come effettivamente la barriera non gli dava alcun problema. Loro due, nonostante questo, fecero passare prima un braccio, per constatare effettivamente il suo funzionamento. Quando anche solo quello passò, seguirono il compagno passando la barriera

Il Wielder Dragonico osservò per qualche secondo dietro di loro prima di sospirare sollevato “È andata bene” disse, ritrasformandosi in AJ e facendo ritornare Shivihs “Adesso siamo al sicuro. Seguitemi pure”

“E… io?” gli chiese Felix, intendendo il suo stato di potenziamento

“Appena vi sarete accomodati rimuoverò il potere di Nooroo, così non ti dovremo trascinare fino alla zona abitata”

Nuovamente la coppia di super si mise a seguire il ragazzo nei sotterranei della città, constatando quanto fosse ben illuminato da luci un po' improvvisate ma comunque ben organizzate. Non ci misero poi molto ad arrivare, appena girato l’angolo delle scale trovarono subito una sorta di punto cieco, un area del passaggio totalmente oscurato ed a prima vista barricato

“Ragazzi, uscite, sono io!” esclamò AJ, alzando una mano

Dal buio, sbucarono due figure, che prima erano totalmente mimetizzate grazie all’abbigliamento nero pece ed ad un trucco facciale molto scuro. Erano entrambi piuttosto simili di statura e corporatura, la differenza era solo che uno dei due aveva i capelli rossi, un pizzetto dello stesso colore e gli occhi azzurri, l’altro i capelli neri, una barba non troppo curata e gli occhi verdi. Sembravano entrambi parecchio in forma. AJ, vedendoli, sorrise ed alzò una mano

“Oh, AJ!” esclamò il rosso, per poi gettare come il moro uno sguardo alle sue spalle “Loro...”

“Si, sono loro” gli rispose annuendogli. Si voltò verso i compagni “Credo che già sappiate chi sono, ma forse non li avete riconosciuti. I vostri attuali compagni di scuola Nathaniel e Marc” disse loro senza indicarli, sapendo che li avrebbero riconosciuti senza aggiungere altri dettagli

“È così… strano, vedervi...” disse loro Marc, portandosi una mano alla bocca

“È fantastico!” esclamò invece Nathaniel

“Ragazzi… siete così diversi...” mormorò Ladybug, nel vedere i due vecchi compagni di scuola così cambiati

I due si grattarono dietro la nuca per le parole della corvina quasi imbarazzati, poi videro meglio che il biondo non era esattamente Chat Noir, ma la sua forma Akumizzata

“Aspetta… perché hai potenziato Felix? Che è successo?” gli domandò il rosso, agitandosi leggermente

“Quando siamo tornati, siamo sbucati nell’avamposto che è stato distrutto qualche giorno fa, e c’erano ancora delle Akuma di Sangue li attorno… non erano tante, ma non potevo affrontarle da solo e difendere entrambi”

“Ah… cavolo, è vero!” esclamò in risposta, ricordando dove si fossero stabiliti per il viaggio nel tempo

“Voi avete avuto notizie di quelli che erano lì?”

“Visto che non c’eri tu, non potevano rientrare” gli spiegò Marc “E dato che all’avamposto non potevano più aspettarti, ci hanno chiamati ed hanno detto di essersi nascosti nella cantina del Le Grand Paris qui dietro. Sono riusciti a prendere qualche provvista prima di scappare, almeno in quello sono a posto”

“Ottimo, ma preferisco non aspettare oltre” rispose lui, incamminandosi di nuovo verso l’uscita “Vado a prenderli. Voi intanto accompagnate Chat e Ladybug nel rifugio, almeno si incontrano con gli altri, poi aspettate me per il resto”

“Va bene, a dopo” lo salutò Marc, per poi rivolgersi ai due super “Seguiteci. Sono in tanti a volervi rivedere”

I due uomini aiutarono i ragazzi a muoversi attraverso la barricata di legno, permettendogli di passare oltre. Ladybug osservò un attimo la direzione presa dal wielder dragonico, dimostrandosi un po' preoccupata e venendo notata dal rosso

“Non stare in pensiero, Ma… Ladybug.” si corresse in fretta scuotendo la testa “Il ragazzo sa il fatto suo. Credimi, lo abbiamo visto in azione tante volte”

“Lo so, abbiamo visto quanto è forte… ma non ho ben capito che cosa è andato a fare, da solo poi...”

“Gli altri sono bloccati fuori dallo Scudo Protettivo, senza un Wielder non possono rientrare. Non che qualcuno voglia andare la fuori senza la magia, sia chiaro, ma per ogni uscita c’è bisogno dei Miraculous ed AJ è l’unico ad averli. Gli altri lo avevano accompagnato in un punto lontano dal rifugio, per evitare che qualcosa del vostro tempo potesse passare e che ci ritrovassimo in pericolo qui dentro, poi sono rimasti bloccati fuori. Ovviamente sapevano che sarebbe successo, ma hanno voluto andare comunque”

“Hanno rischiato davvero tanto...” commentò Felix

“Sono tutti rischi che sappiamo di dover correre” gli spiegò Marc “Qualunque cosa è accettabile se serve a fermare Akuma”

Dopo essere scesi sulle rotaie della metropolitana ed aver camminato per qualche minuto, svoltarono un angolo e tutto ciò che avevano visto in superficie sembrò sparire di colpo. Erano in un area piuttosto grande del sottosuolo parigino, pieno di persone che si occupavano delle più varie mansioni agli angoli ed al muro della stanza. Chi cucinava, chi stava con alcuni bambini, chi teneva d’occhio ogni possibile varco esterno per tenere d’occhio la situazione, ma la cosa che maggiormente li colpì fu la vita che sembrava non essersene mai andata

“Ma… tutto questo… è sotto Parigi?” domandò Ladybug, ammirata

“Prima non c’era” gli chiarì Nathaniel “Ma abbiamo fatto uso dei poteri di Foretaupe per crearlo, così da avere un posto in cui vivere”

“Foretaupe? Chi è?” domandò Chat, lasciando per un secondo confusi entrambi i loro accompagnatori. Solo dopo si resero conto dell’ovvio

“Si, voi non potete conoscerlo...” aggiunse il rosso “Era Manny, un ragazzo nel vostro tempo, che non veniva nemmeno nella nostra scuola. Quando AJ ha imparato ad usare il potere del Miraculous della Farfalla, lo ha potenziato in Foretaupe e lui ha scavato tutto il rifugio da solo. Poteva creare fossi e buche in qualunque cosa e di qualunque dimensione desiderasse. Prima vivevamo praticamente nella metropolitana” sembrò incupirsi “Purtroppo, è stato una delle tante vittime dello scontro con Akuma…”

I due super si resero conto di quanto la vita fosse andata avanti per tutti in quei venticinque anni. Ognuno pareva avere una sua storia, anche se tutte sembravano terminare tragicamente

Nathaniel e Marc si incamminarono in mezzo alla stanza, facendosi seguire dai due super. Passando lì in mezzo, ben più di uno sguardo si posò su di loro. Chi sorpreso, chi felice, chi ammutolito, ma tutti quanti erano ben felici di vederli

“Siete arrivati, finalmente...” disse una voce davanti a loro, che riconobbero subito essere di Kim, dopo la discussione tra lui ed AJ al loro arrivo

Ora che potevano vederlo, si sorpresero nel vedere che di aspetto non fosse tanto diverso da prima. Era forse più grosso di Marc e Nathaniel, vestito con degli abiti simili a come se lo ricordavano, anche se logori e trasandati. In volto era ricoperto di barba del colore dei capelli, quasi non riuscivano a vedere la sua bocca muoversi mentre parlava. Alla fine, ciò che maggiormente era cambiato in lui era la voce

“Ladybug, Chat Noir… AJ ci è davvero riuscito… “ disse loro, con gli occhi lucidi e pieni di commozione. Poi anche lui vide meglio il modo di muoversi a gattoni e l’aspetto leggermente diverso del wielder del gatto nero “Mi sembra di capire che abbiate avuto qualche problema”

“Si, alcune Akuma di Sangue” gli rispose proprio Felix “Ma erano… poche, diciamo, ce ne siamo occupati abbastanza facilmente”

“Mi fa piacere che non sia successo nulla” disse, piegandosi su un ginocchio per mettere una mano sulla spalla al biondo “Ed anche che sia riuscito a convincervi… quella era la cosa che più di tutte ci preoccupava”

“Beh, noi… ci abbiamo messo un po a credergli” gli rispose Ladybug “Voglio dire, la sua storia sarebbe sembrata assurda per tutti, ma… era come se sentissi di potermi fidare. Una sorta di istinto...”

“Non c’è da stupirsi” gli rispose l’uomo barbuto “Dopotutto lui...”

“Si, so essere molto convincente” lo interruppe AJ alle loro spalle, tirando un’occhiataccia a Kim, che si rialzò e non disse più nulla, capendo che non poteva dire altro. Ladybug e Dark Felix si voltarono e videro che assieme al ragazzo c’erano altre tre persone, tre donne, che riconobbero senza troppi problemi. La più alta delle tre portava dei pattini ai piedi ed aveva dei capelli rossi accesi, non poteva essere altri che Kim. L’altra invece era un po' più bassa e tozza, con delle extension di vari colori ed una bandana rosa sula fronte, solo da quello capirono essere Mylene. La terza invece, la più giovane sicuramente, aveva i capelli castani raccolti in delle code di cavallo rifinite con delle punte bluastre. Si resero conto subito che era sotto il potenziamento del Miraculous della Farfalla, e non ebbero problemi a riconoscerla come Burattinaia, intuendo quindi che per loro era la piccola Manon

“Ragazzi, loro sono Alix, Mylene e… beh, Manon, ma per il momento è Burattinaia” disse, indicandole una ad una, anche se stavolta avevano capito con chi avevano a che fare

“Altre Akuma di Sangue?” gli chiese Kim, riferendosi alla donna potenziata

“No, ma non volevo correre il rischio di incontrarle” rispose, rimuovendo nel frattempo il potenziamento proprio della donna per riportarla alla normalità grazie alla combinazione di Nooroo e Shivihs. A differenza di Roger nel loro tempo, non sembrò soffrirne molto, semplicemente scosse la testa come a mandar via un fastidio. Ora che era libera del potenziamento, non poté trattenersi

“Ladybug… sei qui!” esclamò, correndole incontro per abbracciarla. L’eroina fu piuttosto sorpresa del gesto, ma ricambiò con gioia la stretta amichevole. Alix e Mylene, invece, si limitarono a sorriderle felici. Li in mezzo, eccetto ovviamente Felix, sapevano tutti quanto anni prima la piccola Manon fosse legata a Marinette

Anche i due super, benché piuttosto spaesati, sentivano di essere felici. Penare che dopo tutto quel tempo i loro amici erano lì e che non erano così tanto cambiati, li fece far stare meglio di quanto si aspettassero

“Bene. Adesso rimuovo il potenziamento anche a Felix. Tenetelo, non penso reggerà alla botta”

Dark Felix, sentendolo dire così, si rimise dritto sulle gambe. Ladybug e Kim gli misero una mano sulle spalle, così da sorreggerlo, ed AJ rimosse il piccolo draghetto oscuro dall’Anello del Gatto Nero. Nel momento in cui tornò ad essere Chat Noir, si sentì le gambe crollare, costringendo i due amici a stringere la presa per evitare che cadesse

“Come ti senti?” gli chiese il Wielder dragonico, osservando che stava cercando con tutte le sue forze di riprendersi

“Be… bene… credo” mormorò lui, riuscendo a restare dritto in piedi con non poco sforzo

“Ottimo” annuì il ragazzo, rimettendo via la Spilla ora che il suo utilizzo non era più richiesto. Si rivolse poi ai compagni di quel tempo “È successo qualcosa mentre non c’ero? A parte l’attacco all’avamposto, intendo”

D’improvviso, dopo la domanda, tutti lì attorno sembrarono rabbuiarsi. Le donne abbassarono la testa e distolsero lo sguardo, non sapendo cosa dire, mentre invece Nathaniel e Marc assunsero un’aria dispiaciuta e si voltarono verso Kim. Sospirò rassegnato “Mi dispiace...”

Il loro modo di fare fu più che sufficiente per far capire non solo ad AJ ma anche a Ladybug e Chat Noir che fosse successo qualcosa di brutto. Il moro scosse la testa ed esclamò per la tensione creatasi “Cosa? Che c’è?!”

“Predatroce… è stato preso”

A parlare non fu nessuno di coloro che avevano già visto. Era la voce di una donna anziana, con i capelli lunghi e sciolti fino al collo, bianchi con una minuscola linea rossa sulla tempia sinistra. Era su una sedia a rotelle, con l’unica gamba rimastagli coperta da un velo bianco, accompagnata da quello che pareva essere un armadio a due ante più che un uomo, anche lui anziano ma sicuramente ben più in forma di un qualunque vecchietto. Per Chat non fu un problema riconoscerli, e fu sul punto di chiamarli per nome, ma pensò subito che sarebbe stato come rivelare chi era sotto la maschera. SI limitò a sorridere nel vederli, contento che sia Nathalie, la segretaria di suo padre, che la sua fidata guardia del corpo erano vivi

“Co-come è possibile?!” esclamò AJ ad occhi sbarrati in risposta all’affermazione della vecchina

“È stato lo sciame di Akuma di Sangue che ha attaccato il vostro avamposto. Si è spostato verso il suo dopo aver messo in fuga Alix e le altre. C’era solo Benjamin, come sempre… ma lo hanno preso alle spalle. Non se lo aspettava… l’ho avvertito, ma non è riuscito comunque a fare in tempo...” terminò senza dire altro. Dopo aver sentito la storia, AJ iniziò a respirare profondamente e strinse i pugni, infuriato

“Io… devo andare” disse, quasi ringhiando, per poi avviarsi in dei viottoli sconosciuti ai due Wielder. Ma solo dal racconto di Nathalie e dalla sua reazione, intuirono che era andato a sfogarsi. Nessuno però gli andò dietro, nessuno provò a fermarlo. D’altronde, cosa avrebbero potuto fare?

“Questo Benjamin… Predatroce… chi era?” chiese Ladybug sentendo un nome nuovo, senza distogliere lo sguardo dalla direzione presa dal ragazzo

“Predatroce era il suo nome da potenziato” gli rispose subito Nathalie, facendo cenno al Gorilla di girarla verso di lei “AJ non credo vorrebbe che ve ne parlassi, ma… era il figlio di due persone che conoscete bene, i vostri insegnanti Miss Bustier e Monsier D’Argencourt” Ladybug capì subito a cosa Nathalie si riferisse, il concetto di non discutere di coppie future e tutto il resto “Erano sopravvissuti come noi alla prima catastrofe, quando Akuma sterminò la maggior parte delle persone nel mondo dopo essersi liberato. Si erano messi insieme ed era nato Ben… poi, quando voi siete andati ad attaccare Akuma, vi hanno seguiti… e non hanno fatto ritorno. Lui ed AJ si erano molto avvicinati, dopo che entrambi hanno perso... i loro genitori”

Prese poi a spiegare Kim “AJ ha a cuore tutti noi, ma con Ben ed altri si sentiva più affine… praticamente, con ogni persona che ha perso tutto dopo che siete andati al suo attacco...”

“Mi dispiace...” rispose Ladybug, abbattuta “Sento come se fosse colpa nostra se è successo tutto questo”

“Non solo i genitori di AJ” proseguì Chat, incrociando le braccia “Ma anche tante altre persone… morte per colpa nostra...”

Attorno a loro ci fu una serie di scambi di sguardi, come a sapere che una cosa del genere sarebbe successa

“Non dovete incolparvi. Nessuno lo ha mai fatto” disse loro Mylene, mettendo una mano sulla spalla della corvina “Tutti quelli che vi hanno seguiti vi hanno praticamente costretti, non sareste mai usciti da soli dal rifugio, erano tutti troppo determinati. Persino Ivan...” mormorò, abbassando lo sguardo e facendo intendere che neanche al loro massiccio amico fosse capitata una sorte migliore

“Mylene, no...” le rispose la ragazza in rosso, potendo solo immaginare la sua perdita

“Tutto quello che conta adesso è che siete qui” disse Nathaniel, cercando di spezzare quel clima teso “Se riuscirete a fermare Akuma nel vostro tempo, allora ci sarà speranza per tutti noi”

Chat scosse la testa “Ma… AJ ci ha detto che...”

“Vi ha spiegato che qui potrebbe non cambiare nulla, lo sappiamo” lo interruppe il rosso, con aria decisa “Ma non importa. Anche solo sapere che lottare non è inutile, è comunque abbastanza per noi per andare avanti. Siete stati voi a farcelo capire”

“Tanti di noi” commentò Alix, sorridendogli ironica “Si sarebbero già arresi tempo fa, se non fosse stato per la vostra caparbietà e bontà d’animo al limite del disgusto”

Chat sembrò rassicurarsi e sorprendersi, dalle risposte dei loro amici. Non riusciva quasi a capacitarsi di essere riuscito a creare assieme a Ladybug una comunità così unita, un gruppo di persone che seguiva il loro modo di fare e di combattere come se fosse la cosa più naturale al mondo. Anche Ladybug ne sarebbe stata molto rasserenata, ma da quando AJ era corso via per sfogare la frustrazione, il suo sguardo continuava a posarsi nella direzione che aveva preso. Nathalie non poté fare a meno di notare la sua malcelata ansia

“Vuoi andare da lui?” le chiese “Sai cosa sta facendo?”

“Si, è successo anche da noi” le rispose “E… si. Vorrei vedere come sta”

“Li lasciamo a voi due allora” disse Kim ai due anziani “Noi iniziamo a preparare un altro avamposto per ospitare il portale. E stavolta vi accompagneremo anche noi, quando avrete risolto con i Miraculous”

Nathalie, dopo avergli annuito, si voltò verso il Gorilla, che senza bisogno di dir nulla gli fece un cenno positivo con la testa e cominciò a spingere la sedia a rotelle nella direzione presa dal ragazzo. Ladybug e Chat Noir salutarono gli altri e iniziarono a seguirli, con non poca apprensione nel farlo. Avevano così tante domande da fargli, così tante cose da dirgli, ma sapevano bene che a molte domande non potevano ricevere risposta e che tante cose sicuramente erano già state dette. C’era solo un’unica cosa da dire in quel momento

“Noi… noi ce la faremo!” disse la ragazza ad alta voce, facendosi sentire non solo dai ragazzi, ma da tutti i presenti “Faremo in modo che questo futuro… cambi! Per sempre!”

Seppure la loro prima reazione fu di sorpresa, in pochi secondi la giovane fu inondata dagli sguardi rasserenati e dai volti felici degli abitanti del rifugio, che da sempre avevano piena fiducia nei due supereroi che da sempre avevano lottato senza sosta per tenerli al sicuro. Chat, anche se ormai credeva di averci fatto l’abitudine, semplicemente finì ancora una volta con il fissare Ladybug con ammirazione, colei che con le sue sole parole riusciva a far sorridere un mondo distrutto

“Sappiamo che lo farete!” gli rispose Kim, sorridendo sotto la barba “Abbiamo fiducia in voi!”

Ladybug, dopo aver detto quelle parole ed aver percepito la reazione di tutti, salutò con un gesto della mano e si avviò assieme ad uno Chat Noir in adorazione dietro a Nathalie, con adesso più rossore anche sul viso che mai

 

Nonostante la loro prima impressione sul rifugio fosse stata di ampiezza, i super si ricredettero in fretta. Il corridoio che stavano attraversando, infatti, era piuttosto stretto, tanto da costringere i ragazzi a passare in fila indiana, con davanti a loro solo la schiena del Gorilla che ritirava in dentro le braccia per passare senza trascinare le spalle sulle pareti. L’unica fortuna è che era ben illuminato da lampade e torce, altrimenti sarebbe potuto sembrare uno di quei corridoi gocciolanti e tetri da film dell’orrore

Proseguirono assieme i due anziani senza dire nulla, anche se Chat stava facendo fatica a trattenersi. Era molto felice che i due fossero vivi, sopravvissuti ad Akuma per così tanto tempo, ma voleva anche chiedergli tante cose. Più di tutto, avrebbe voluto chiedergli cosa ne fosse stato di suo padre, ma c’era più di una cosa che lo preoccupava. Prima di tutte, se ancora non gliene avevano parlato o se ancora non si era mostrato, aveva la triste sensazione che l’uomo non fosse sopravvissuto, cosa che in quel momento preferiva tenere come incognita. In secondo luogo, non sapeva se parlare di faccende di famiglia con Ladybug vicina fosse un problema, data la testardaggine della corvina a voler tenere certe cose segrete

Passando per quel corridoio, in compenso, la sua attenzione passò su altro. C’erano varie porte su ogni lato, alcune delle quali le avevano viste aperte su stanze piuttosto ampie, alcune vuote, altre con dentro una o due persone a trafficare su diverse faccende. Quelle che erano chiuse non attiravano la loro attenzione, ci sarebbero state probabilmente troppe cose da chiedere. Ma una, in particolare, sembrò quasi chiamarlo. A differenza delle altre porte che avevano visto, questa aveva una finestra sbarrata al centro che permetteva di vedere al suo interno. Inoltre era posizionata proprio dove la strettoia che stavano percorrendo iniziava ad allargarsi. Dentro non c’era quasi nulla, se non un uomo seduto su una sedia. Aveva in volto una maschera sigillata con un lucchetto, era estremamente magro e stava seduto come se fosse sul punto di morire. Il ragazzo, nel vederlo, si preoccupò non poco

“Nathalie! Credo che quell’uomo non stia molto bene!” esclamò, facendo voltare il Gorilla che riuscì, in qualche modo, a girare la carrozzina della donna verso di lui. Anche Ladybug si affacciò alla feritoia e constato che il gatto nero fosse giustamente preoccupato. Ma le loro due guida sapevano bene di cosa si trattava

“Non dovete preoccuparvi per lui” gli disse dispiaciuta “È così da quando è entrato nel rifugio anni fa”

“E nessuno fa nulla?” domandò Ladybug, osservandolo “E… perché sembra in prigione?”

“È stato lui a chiederlo. Poco dopo che Akuma fu liberato, dopo una delle vostre prime ronde in città, siete stati proprio voi due a portarlo qui. Eravate gli unici con cui parlava… vi aveva chiesto di lasciarlo morire li dentro” gli spiegò, facendoli voltare stupiti verso di lei, che si corresse subito “Oh, ma non lo avete fatto! Ancora adesso gli portiamo da mangiare ogni giorno, eravate stati voi a chiederci di aver cura di lui, come di tutti! La sua porta non è nemmeno chiusa a chiave”

Per constatare le parole della donna, Chat diede una leggera spinta all’uscio, aprendolo senza problemi

“Prima lo venivate a trovare ogni tanto, ma da quando ve ne siete andati… è come se fosse diventato un fantasma. Non parla, non si muove, a volte sembra morto per davvero...”

“Come si chiama?” gli chiese il biondo, cercando di scorgere qualche dettaglio sotto all’acciaio che gli ricopriva il volto. Nathalie scosse la testa

“Non lo sa nessuno, neanche AJ che ormai ha preso il vostro ruolo. Ci avete detto di chiamarlo Maschera di Ferro… per ovvi motivi” sospirò, rassegnata “Prenderci cura di lui è una delle poche cose che ci avete chiesto, la rispettiamo ancora adesso, anche se non ne sappiamo molto”

I due super non se ne resero conto, ma l’uomo dentro alla stanza si era leggermente girato verso di loro sin da quando Chat aveva chiesto aiuto a Nathalie senza conoscere la situazione. Adesso, li osservava da sotto la maschera, con un’aria ed un espressione indecifrabili e che neanche notarono

“Vogliamo andare?” chiese la donna ai due wielder, che iniziarono nuovamente a seguirli lasciandosi alle spalle la stanza e l’uomo. Chat, quasi pensando di aver perso tempo, si dispiacque

“Scusa, forse per voi è tutto normale, ma…”

“Non per voi” rispose comprensiva “Non fatevi problemi, capiamo che tutto questo per voi è strano, noi ormai ci siamo semplicemente abituati. Oh!”

L’ultima sua esclamazione sorpresa era dovuta al fatto che, dal fondo del corridoio, AJ stava venendo verso di lei, con gli occhi socchiusi e le mani nelle tasche dei pantaloni, come a non volerla guardare in faccia. Al suo seguito, gli immancabili Shivihs e Nooroo svolazzavano sulle sue spalle. Chat lanciò una rapida occhiata, notando qualcosa di strano in lui e nella sua Kwami, che pareva essere più timorosa di quanto già non gli fosse sembrata, nascosta dietro di lui con le mani dietro la schiena

“Va un po' meglio?” gli chiese la donna, cercando di sembrare il più amichevole possibile

“… no” rispose secco senza alzare lo sguardo “Quello che è successo a Ben, io… se fossi stato qui forse...”

“Non potevi saperlo. E stavi facendo una cosa importante… lui non ti incolperebbe di nulla. È ingiusto, ma siamo qui proprio per sistemare le cose”

AJ annuì alla donna e spiccò un balzo sul muro per passare alle spalle del Gorilla, così da poter parlare con Ladybug e Chat Noir “Ragazzi, è il momento della verità. Andiamo dai vostri Miraculous”

Nathalie ed il Gorilla proseguirono per la stessa strada, in quanto li avrebbe portati alla nuova destinazione, ed AJ fece per seguirli a ruota, ma prima di avanzare venne bloccato da Chat con una mano sulla spalla

“Mi faresti vedere le mani?” gli chiese fissandolo negli occhi

AJ sussultò un secondo, stupito “… come hai…” poi, senza aggiungere altro, sorrise melanconicamente e tirò fuori entrambe le mani dalle tasche. Le aveva nascoste entrambe per evitare che si vedesse però solo la destra, coperta da una fasciatura raffazzonata ed ancora coperta di sangue

“Lo sapevo che ti eri fatto qualcosa” decretò il gatto nero, prendendogliela per vedere meglio

“Ho solo colpito un po' troppo forte il muro...” spiegò lui, ritirandola innervosito e sospirando “Quando mi sono tagliato ho smesso, so di aver esagerato”

“Non ti sei trasformato?” domandò Ladybug, quasi accusandolo

“Non faccio sprecare energie a Shiv per una cosa del genere...” rispose ruotando gli occhi al cielo. La piccola, nel sentirsi presa in causa, si nascose ancora di più dietro di lui, sparendo alla vista

“Dovresti trovare un modo meno dannoso per sfogarti” spiegò il biondo, preoccupato

AJ si voltò per evitare di guardare sia lui che Ladybug “L’unico altro modo sarebbe fargliela pagare definitivamente ad Akuma… quello si che mi sarebbe d’aiuto. Dai, muoviamoci adesso”

Continuando a seguirli sul percorso, gli Wielder avanzarono per un tempo che sembrò loro infinito, come se si fossero fatti tutta Parigi a piedi, ma era per lo più dovuto al posto sempre uguale a se stesso ad alla ritrovata tensione nel sapere cosa li aspettava. I loro amici Kwami erano bloccati nella loro stessa magia per colpa delle terribili esperienze passate, e forse solo loro erano in grado di liberarli

Giunsero alla fine della strada, nell’ultima stanza in cui la via poteva condurli. Come la prima che avevano visitata era molto larga, ma l’ingresso era strano, possedeva un paio di scale che gli fecero subito pensare a quelle usate nelle piscine, che però affondavano in ciò che sembrava proprio essere terra solida e compatta. Il primo, effettivo sguardo dentro alla stanza, spiegò però tutto

Un percorso di terra più chiara serpeggiava per tutto lo stanzone. Ad ogni angolo in cui non scorreva, vi erano centinaia di lapidi con foto ed incisioni, accompagnate dai più vari ninnoli, come fiori ed oggettistica varia. Trovarono anche tante persone, immerse nei loro pensieri o a parlare da soli, inginocchio o in piedi con le mani ad accarezzare le immagini dei loro cari. Avevano già capito dove si trovavano, ma AJ volle spiegarglielo comunque

“Ragazzi… questo è il cimitero del rifugio. Lo avete creato voi, per ricordare le vittime di Akuma...”

Il ragazzo si girò verso una delle pietre tombali con più persone radunate attorno. La stessa era inserita a metà tra due leggermente più grandi, con sopra le foto di un uomo ed una donna che riconobbero nonostante l’età come i loro insegnanti. Una decina tra giovani ed anziani, che scambiarono con lui un triste sguardo quando si accorsero che era arrivato. Ma non riuscì a tenere fisso lo sguardo a lungo

“Quello… è per Ben?” gli chiese Ladybug, notando l’interesse provato da AJ

“Si” gli rispose cercando di non emettere emozioni “Pensavamo che volesse essere sepolto vicino ai suoi genitori… sono già passato prima a salutarlo”

“Sei già venuto qui?” domandò Nathalie, sentendolo

“Dovevo. Sia per Ben che per sistemare le cose per loro” nello spiegarlo, indicò davanti a se “Ecco”

Nathalie, il Gorilla ed AJ si avvicinarono su una collinetta di terra, sopra la quale stavano cinque tombe, ma diverse dalle altre. Il marmo della pietra non era il solito grigio, ma erano colorate ognuna in modo diverso, con cinque colori inusuali, e da dietro videro che quattro di esse erano ricoperte per più o meno metà da un velo nero. Ebbero un tuffo al cuore quando intuirono di che cosa si trattasse, ed un secondo quando ne ebbero la conferma

Erano le loro tombe. Non solo quelle dei due Wielder presenti, ma anche dei loro tre compagni a cui avevano già una volta consegnato i Miraculous. E, davanti ad ognuna di esse, oltre a fiori, disegni e quant’altro, si trovavano appunto i gioielli di ognuno di loro. La prima a destra era di Chloe, Queen B, colorata di giallo e con una sfera gialla a circondare la Spilla, da cui sentivano quasi arrivare un ronzio. Sulla lapide vi erano una foto di lei sia da normale donna sia da supereroina. Gli anni sembravano essere stati clementi con lei, eccetto l’altezza non era quasi per nulla cambiata. Subito dopo, vi era quella di Chat, nera come il suo costume e con una barriera oscura poggiata a terra attorno all’Anello che però non stava disintegrando nulla. Metà di essa, come quelle seguenti, erano quelle coperte dal telo, impedendo di vedere la foto non trasformata. Dalla foto di Chat, tuttavia, lui stesso riuscì a capire che i suoi capelli erano molto meno selvaggi e più simili a quelli del padre, dritti e curati. Al centro, quella di Ladybug, rossa e con gli Orecchini poggiati a terra, inavvicinabili da quello che aveva detto loro AJ. La ragazza si era fatta una bellissima donna, mantenendo i tratti misti del volto ma con capelli lunghi e fluenti fino alla schiena invece del normale taglio corto. Al suo fianco, con la lapide arancione ed una strana corrente d’aria attorno alla Collana, vi era il luogo di riposo di Rena Rouge, che crescendo si era fatta simile alla sorella più grande in volto, ma mantenendo il suo sorriso. Infine, l’ultima era quella di Carapace, verde e con il Miraculous a portata di mano, ma che sapevano bene essere un possibile rischio rimuovere. Il ragazzo si era irrobustito ed aveva la barba incolta sotto al mento, oltre all’essersi fatto dei rasta. AJ ripulì con la mano il pulviscolo che era normale si formasse sopra le lapidi

“Ero venuto a mettere quei teli, almeno da non far vedere chi siete sotto i costumi” spiegò loro, facendogli capire cosa fosse venuto a fare

Anche se Ladybug e Chat si aspettavano che sarebbe potuto succedere sin da quando avevano messo piede nel cimitero, averlo davanti li lasciò senza parole. AJ non poteva capire in prima persona cosa si provasse, nessuno poteva farlo

“Tutto bene? Vi serve un momento?” gli chiese Nooroo, vedendoli quasi sconvolti

“N-No, è tutto a posto!” esclamò Chat, tornando alla realtà assieme alla sua Milady. Non potevano lasciarsi sopraffare da certe cose, per quanto gli potessero sembrare irreali “Come… come facciamo con loro?”

Il piccolo Kwami si fece da parte “Avvicinatevi… e speriamo che vi riconoscono”

Ladybug, e come lei Chat Noir, si volsero verso le rispettive tombe e si piegarono su un ginocchio per avvicinarsi meglio. Allungarono una mano verso il loro gioiello, con non poca ansia da parte del Gatto Nero, che sapeva meglio di tutti cosa fosse capace di causare il Cataclisma. Ma non servì loro avvicinarsi molto, in quanto ad una spanna da essi, questi cominciarono a risplendere di luce propria. La barriera che li separava da essi venne meno, chiaro soprattutto grazie all’anello, la cui magia distruttiva si dissipò come fumo. I presenti attorno a loro sgranarono gli occhi, era la prima volta che succedeva

“Ha… ha funzionato?!” chiese AJ ai due Kwami attorno a lui

“… credo di si!” rispose Shivihs, planando davanti a lui con una stretta al cuore “Guardate!”

La piccola si agitò ancora di più nel momento in cui dai gioielli si materializzarono altre due figure a loro simili. Tikki e Plagg erano nuovamente lì con loro. AJ passò dall’essere in tensione al rallegrarsi parecchio, qualcosa quel giorno sembrava stare andando per il verso giusto finalmente. Ma ormai lo aveva capito, le cose non andavano mai come si aspettava. Si rese conto che i due super non erano felici quanto loro, perché a vederli meglio, qualcosa non andava

Erano entrambi di un colorito strano, pallido e quasi vitreo, con gli occhi vuoti e spenti. Fluttuavano come facevano sempre, ma erano immobili. Inoltre, a Plagg mancava il lungo baffo sulla destra del volto, mentre a Tikki era sparita l’antenna di sinistra. Nooroo scosse la testa

“No… perché...” sospirò con tono quasi devastato

“Che cosa succede?” gli domandò il moro, a quel punto piuttosto preoccupato

“Li abbiamo persi...” mormorò Shivihs, con le lacrime agli occhi “Li abbiamo persi per sempre!”

La Kwami squamata si gettò al petto di AJ, mettendosi a piangere a dirotto, ma né lui né le altre persone li attorno riuscivano a capire

“Cosa vuol dire che li abbiamo persi?” esclamò AJ, agitato per la reazione della piccola, che aveva già iniziato a stringere a se per non farla sentire sola “Nooroo!”

“… hanno usato troppa magia” iniziò a spiegarli dopo il richiamo del ragazzo “Per ripararsi dal trauma, hanno dato fondo alle loro energie… talmente tanto che adesso la loro mente è andata distrutta per lo sforzo”

Ladybug prese delicatamente Tikki tra le mani, osservando meglio che anche se fluttuava non sembrava nemmeno viva “Ma… ci hanno riconosciuti! Deve voler dire qualcosa!”

Il kwami purpureo scosse la testa e gettò uno sguardo dispiaciuto su di loro “Vi hanno percepiti, ma era tutto lì, l’ultimo loro barlume di coscienza. Anche recuperando le forze, nutrendosi, riposandosi, non ritorneranno più… è come se fossero in coma, in uno stato vegetativo sveglio. Temevo potesse essere successo, ma volevo credere che ce l’avrebbero fatta… mi dispiace...”

“No...” mormorò la coccinella, poggiando la fronte contro quella della Tikki rediviva, sperando in una qualche reazione. Ma la Kwami non mosse un muscolo, non fiato, non reagì. Chat provò ad avvicinare la mano a Plagg, ma anche solo vederlo in quello stato lo costrinse a ritirarsi, stringendo il pugno per la rabbia

“Come abbiamo potuto permettere che accadesse...” si rimproverò, battendo quello stesso pugno a terra “Mi dispiace Plagg… mi dispiace per tutti voi…”

I due Wielder non erano però i soli ad essere addolorati. Anche AJ aveva iniziato a stringere i denti, collerico per l’ennesimo dolore causato da Akuma, ma con gli occhi lucidi per una profonda tristezza che cercava di tenersi dentro per non peggiorare il clima di angoscia che aleggiava lì dentro. Nooroo, anche se piuttosto restio a parlare, cercò di portare almeno una buona notizia

“Io… penso che il piano sia ancora attuabile” iniziò a spiegare, attirando l’attenzione del moro “Possiamo ancora usare i Miraculous del nostro tempo per combattere Papillon. L’unica cosa che è andata perduta è la loro coscienza, ma il loro potere resta invariato…”

AJ sembrò riprendersi, ma era perplesso “… aspetta… stai dicendo che vorresti… usarli? Come se fossero oggetti?”

Come lui, anche i due Wielder si girarono verso il Kwami della farfalla con aria confusa. Lui sembrò farsi piuttosto agitato

“No, è l’ultima cosa che vorrei!” esclamò, perdendo un po' della sua compostezza ed arrabbiandosi “Ma… ci serve il potere di quei Miraculous. E sappiamo bene tutti quanti che se fossero in loro, ci aiuterebbero. Non si sono mai tirati indietro… mai…”

Vedendo che anche lui non era riuscito a rimanere impassibile di fronte a quella brutta situazione, AJ allungò una mano e gli diede una carezza sul capo. Sapeva bene che lui stesso era passato in una situazione simile, gli aveva ben spiegato come Papillon lo avesse trattato nel periodo in cui possedeva la Spilla “Si, hai ragione, non volevo accusarti di nulla… voi che ne dite? Vi sta bene?” terminò rivolgendosi ai super

Ladybug e Chat Noir si scambiarono uno sguardo, cercando di intuire la risposta dell’altro o almeno di capire chi dei due avrebbe risposto ad una domanda così difficile. Sentivano come se fosse solo un modo meno cattivo per dire che li avrebbero sfruttati, ma in fondo sapevano che non era così. Tikki e Plagg li avevano sempre sostenuti nelle loro battaglia, sia con la trasformazione sia con consigli, incoraggiamenti e tutto ciò che erano in grado di fare per aiutarli

Ladybug scosse la testa per provare a fare andare via il dolore per quella Tikki e rispose “Credo andrà bene… ma prima, vorrei chiederlo anche a Tikki. A quella del mio tempo, intendo...”

“Sono d’accordo” aggiunse Chat “Plagg e Tikki sono gli unici a cui possiamo far prendere una decisione simile”

AJ annuì loro “Ed anche io sono d'accordo con voi. Nathalie, per favore, accompagnali a degli spogliatoi, così potranno annullare la trasformazione senza vedersi a vicenda”

“Si, ma certo...” mormorò in risposta l’anziana. Non l’aveva dato a vedere ed era rimasta in disparte, ma stava male dentro di se più di quanto lo sarebbero state tante altre persone, per ciò che era successo ai Kwami “Seguitemi”

I ragazzi si alzarono dalla loro posizione inginocchiata, sollevando i Miraculous e notando con sorpresa che i vitrei Kwami si erano sollevati a loro volta. Per un istante, pensarono che forse le cose non erano tragiche come descritto da Nooroo, ma fu tutta un’illusione. Si resero conto che i due mistici esseri erano come collegati ai gioielli nelle loro mani e si muovevano a seconda del loro movimento, quasi vi fossero legati con una corda invisibile. Cercarono di non dare peso a quanto la cosa li mettesse a disagio e si misero in marcia nuovamente dietro al Gorilla, mentre AJ cercava invano di scrutare come i due ragazzi realmente si sentissero. Accarezzava Shivihs, ancora in preda alle lacrime, sentendo un brivido lungo la schiena nell’immaginare se una cosa del genere fosse accaduta a lei. Nooroo, invece, mentre osservava la forma fisica dei suoi due amici allontanarsi, chiuse gli occhi e scosse la testa, devastato. Nel frattempo, con la mano libera, il ragazzo prese il cellulare e cominciò a trafficarci sopra

 

Ancora una volta, a Ladybug e Chat Noir sembrò di star camminando da ore all’interno di quei cunicoli così angusti mentre andavano dietro ai due anziani. Cercavano ogni tanto di posare gli occhi sui loro compagni, ormai definibili caduti, che li seguivano fluttuando alle loro spalle, ma vederli in quello stato gli faceva troppo male. Infine, il Gorilla smise di spingere la sedia a rotelle, arrestando anche la loro avanzata. Lasciò i manubri ed indicò con le mani sia alla sua destra che alla sua sinistra, indicando due porte, entrambe con i classici simboli indicanti la distinzione tra uomini e donne, come nei bagni pubblici. Non vedevano bene Nathalie, ma fu lei a parlare

“Questi sono gli spogliatoi, entrate pure. E ricordatevi di non preoccupatevi se c’è o entra qualcuno, sappiamo tutti chi siete...” terminò quasi mormorando, facendo drizzare le orecchie a Chat Noir

Fu quasi sul punto di dirle qualcosa, ma non sapeva neanche lui cosa. Voleva chiederle del padre, di cosa fosse successo alla sua gamba, di come lei ed il Gorilla fossero riusciti a salvarsi. Però, non emise un fiato, riuscì solo ad aprire la bocca per annaspare leggermente. Erano cose che da una parte gli premeva sapere, ma che dall’altra temeva di scoprire. Ladybug, invece, non disse nulla perché troppo in pena per la piccola amica, ma la donna lo capì bene

“Adesso io dovrei andare… “ gli disse, cercando di mostrarsi gioviale “Mi occupo delle comunicazioni esterne con tutti gli avamposti ed ho lasciato dei ragazzini a sostituirmi per venire a vedervi, chissà che disordine troverò quando torno. Se non dovessimo rivederci prima della vostra partenza… vi auguro buona fortuna” mise una mano sul braccio del Gorilla, che abbozzò un sorriso “Abbiamo entrambi fiducia che riuscirete a fermare Akuma, ne avete sicuramente la forza… risolvete questo disastro, ragazzi”

“Arrivederci, Nathalie” rispose Ladybug, cercando di sopraffare la tristezza con le parole gentili della vecchina “Ho sempre saputo che eri una donna fuori dal comune, sia per quello che fai nel nostro tempo sia per quello che stai facendo qui nel rifugio. Auguro il meglio a tutti e due”

Chat colse al volo la positività della compagna e riuscì finalmente a parlare “E speriamo che la prossima volta che ci rivedremo sia nella vita di tutti i giorni… con voi al vostro solito posto”

Il Gorilla salutò con un semplice cenno della mano, a cui risposero entrambi allo stesso modo, mettendosi a spingere poi la donna nel lungo corridoio che avevano davanti. Ad una buona distanza, espirò pesantemente e fece cadere lo sguardo su lei, che si grattava il dorso della mano come era solito fare quando si innervosiva. E lui sapeva fin tropo bene di cosa si trattava

Non era tanto Ladybug a cui dava peso, ma a Chat Noir, Adrien, l’unica persona a cui avrebbe sempre voluto dire tutto ciò che teneva dentro dall’arrivo di Akuma, ma che non aveva mai trovato il coraggio di affrontare. AJ e tanti altri notavano spesso in lei un profondo coinvolgimento emotivo quando si parlava nello specifico di Papillon, ma lo aveva sempre associato ad una estrema empatia della donna, senza in realtà sapere che dietro ad esso si celava un profondo senso di colpa nel non aver mai rivelato nulla su ciò che sapeva del supercattivo di Parigi. Nooroo non aveva mai detto nulla perché sapeva che le faceva male parlarne, inoltre sarebbe potuto andare a cozzare con la magia che non gli permetteva di rivelare il nome del suo ultimo Wielder. Ma quando la donna ed il Kwami si incrociavano, anche se lui le sorrideva comprensivo, lei abbassava sempre lo sguardo, sentendosi colpevole tanto quanto Papillon. Ed adesso che aveva nuovamente la possibilità di redimersi, di rivelare la verità al figlio dell’uomo di cui si era innamorata, non riusciva ancora a farlo talmente era spaventata. Non era paura per se stessa, ma per il ragazzo, per la sua reazione nel sapere come stavano realmente le cose. In fondo, forse, era meglio che pensasse che aveva perso sue padre al risveglio di Akuma, piuttosto di sapere che in realtà lo aveva perso molto tempo prima

 

Ladybug e Chat entrarono ognuno dentro al proprio spogliatoio. Non si dissero nulla, perché sapevano bene che cosa entrambi provassero per i rispettivi Kwami. Appena chiusasi la porta alle spalle, la supereroina chiuse gli occhi sospirando

“De-trasformazione”

Un lampo di luce e ritornò ad essere Marinette, liberando allo stesso tempo anche Tikki, che non aspettò un attimo a fiondarsi verso la se stessa del futuro. Gli si parò davanti, fissandola dritta negli occhi vuoti e spenti. Non ci fu una minima reazione dalla sua controparte, era esattamente come aveva detto Nooroo, e come lei era consapevole potesse accadere in una situazione del genere

“È… mi dispiace Tikki… “ cominciò a mormorare la ragazza, abbassando lo sguardo

“No, Marinette… a me dispiace...” le rispose, senza voltarsi “Anche mettendo tutta me stessa, tutto il mio potere, riducendomi così… non sono stata abbastanza forte da proteggerti...”

La piccola Kwami stava cercando di trattenersi un po', ma la cosa che più di tutte l’aveva sconvolta non era stata la sua futura condizione. Era stato vedere il luogo in cui Marinette era sepolta a devastarla

“Tikki, non dire così…” rispose scuotendo la testa “Ce l’hai messa tutta. So che lo hai fatto...”

“Ma non è stato comunque sufficiente!” esclamò, girandosi e facendosi vedere con le lacrime agli occhi “Akuma… noi dobbiamo impedire che si risvegli! Ad ogni costo! No-Non voglio perderti! Non così!” gli si fiondò sul seno, cercando di stringerla a se con le minuscole braccia “Non importa quello che sarà necessario fare, e so bene che prima o poi ci dovremo separare, come con tutte le Ladybug… ma non in questo modo! Non è giusto! Tu, Chat e tutti gli altri… dovete almeno vivere le vostre vite!”

La Kwami rossa tirò fuori un argomento a cui Marinette aveva già pensato molto tempo prima, ma di cui non sapeva come discutere. La piccola era immortale, aveva conosciuto innumerevoli Ladybug nel corso dei secoli e la corvina avrebbe sempre voluto sapere se per lei erano una cosa da poco o se erano importanti, soprattutto se lei era così. Lo avrebbe capito, un esistenza immortale avrebbe potuto portare ad un certo distaccamento emotivo per non soffrire le perdite. Ma già solo il fatto di essersi sacrificata fino a quel punto nel futuro era un chiarimento più che sufficiente

“A te… allora va bene se io...” cercò di dirle, guardando gli orecchini che aveva nella mano

“Si, assolutamente!” rispose alzando lo sguardo “So perfettamente che per voi non siamo oggetti, che non ci trattereste mai come Papillon tratta Nooroo. E se questa mia versione ti aiuterà ad essere più forte per combattere, allora voglio che tu lo faccia!”

Tikki era estremamente seria nel parlare in quel modo, ma riuscì comunque a far sorridere Marinette mostrandole una tale affinità da permettere qualcosa che la stessa ragazza trovava quasi uno sfruttamento. Una cosa, però, sembrò rovinare quel momento di intimità tra wielder e Kwami, una sonora e profonda risata accompagnata da un applauso compiaciuto

“Accidenti, lo sapevo che voi due siete sempre rimaste della stessa pasta!” esclamò una voce piuttosto profonda di donna dalle docce

Uscì da quella direzione una ragazza di colore in accappatoio, i lunghi rasta neri ancora umidi e gocciolanti dopo essersi lavata. La sua stazza era impressionante, forse era grossa quanto Dragakin e quasi altrettanto nerboruta, la mantellina da bagno per quanto piuttosto grande non riusciva a coprirla fino alle gambe. Marinette e Tikki sgranarono gli occhi nel vederla, credendo di essere sole

“Scusate, non volevo origliare, ma voi vi siete messe a parlare senza controllare se ci fosse qualcuno!” continuò incrociando le braccia. L’aspetto, la dimensione ed il carattere furono d’aiuto alla giovane per capire chi avesse davanti

“Tu sei… Nora!” disse felice, per poi intristirsi nel ricordare di chi fosse la sorella. La donna le sorrise

“Si, ma preferisco Anansi! Mi chiamavo così quando lottavo e quando vengo potenziata, ci ho fatto l’abitudine!” le mise una mano sulla spalla, facendola sobbalzare per la troppa forza messa “Il ragazzino ce l’ha fatta! Ha detto che ti avrebbe portata qui e c’è riuscito! Immagino ci sia anche il micione con voi!”

Marinette non riuscì a dirle nulla né a guardarla negli occhi, sia perché un po' la metteva in soggezione, sia perché, anche se non era colpa sua, si sentiva responsabile per ciò che era successo all’Alya di quel tempo. Ma il non avere peli sulla lingua di Nora la aiutava anche a capire il disagio negli altri nel parlare, rendendola meno espansiva e più pacata per rassicurarla

“Ascolta, non devi sentirti in imbarazzo con me. Ci conosciamo da tanto ormai”

“Mi… dispiace… è solo che… ho visto la tomba di Alya, di tutte le vittime che ci sono state, e… mi sento come se fosse tutta colpa mia...”

Nora la interruppe diventando leggermente aggressiva, ma senza cattiveria “Non devi neanche pensare che tu sia responsabile… che lo sarai… che lo sia stata… insomma, non devi pensarlo e basta! Alya ha lottato con tutta se stessa per quello in cui credeva e a cui voleva bene!” distolse lo sguardo, nostalgica “Alla fine me lo ha fatto capire lei che voi ci rendevate forti, non deboli come sostenevo… e l’unico da incolpare per tutto ciò che è successo è Akuma!” strinse le spalle a Marinette, colma di rabbia “Quel demone mi ha portato via tutto… non solo Alya, ma tutta la mia famiglia! Mamma, papà, Ella, Etta… e per questo, la pagherà cara!” si rese conto di aver paralizzato la ragazza con la sua stretta ed allentò la presa “E… beh, solo voi potete fermarlo”

“… riponete tutti molta fiducia in noi” le rispose, rendendosene seriamente conto dopo le parole della donna. Se persino una come Anansi, forte e fiera, riponeva nei due le speranze di sconfiggere Akuma, qualcosa voleva pur dire

“Beh, è ovvio! Voglio dire, avete permesso voi tutto questo! Il rifugio, la sicurezza, anche solo la parvenza di una vita tranquilla… ve lo avranno già detto, ma in tanti si sarebbero arresi o sarebbero impazziti senza di voi”

La porta dello spogliatoio si aprì, ed al suo interno si riversò un piccolo gruppo di donne, la maggior parte già incontrate da Marinette ma nel complesso tutte sue vecchie conoscenze. Oltre ad Alix, Mylene e Manon, c’erano anche altre due ragazze, una con gli occhiali dai capelli rossi, che riconobbe facilmente come Sabrina, ed una seconda bionda con i capelli raccolti in codini, che però fece fatica a riconoscere. Tutte le sorrisero, ora che potevano vederla senza costume, e Nora ne approfittò

“Visto? Che cosa ci farebbero qui loro, se non avessero fiducia in te?”

“Come… come sapevate che ero qui?”

“Ce lo ha detto AJ” rispose celermente Alix, immaginandosi una domanda simile “Visto che prima non potevamo parlare tranquillamente per la segretezza con Chat, lo facciamo adesso”

“Marinette… è così bello rivederti!” gli disse subito Sabrina, correndole incontro per abbracciarla. Lei ricambiò l’abbraccio, e posò gli occhi sulla bionda con fare confuso, come se fosse l’unica a stonare lì in mezzo. Sorrideva anche lei, ma comunque faceva fatica ricondurre ad una sua conoscenza. Data l’aria interrogativa che aveva disegnata sul volto, le rispose fingendo palesemente indignazione

“Non mi riconosci per caso?” poggiò a terra un ombrello giallo, facendolo ben notare “Sono Aurore! O forse Tempestosa ti aiuta di più?”

“Oh!” esclamò la corvina, imbarazzata “Scusa, ma non ci siamo mai conosciute bene”

“Vero, ma io mi sono sempre ricordata di te e come mi hai aiutata quando ero sotto il potere di Papillon. Volevo rivederti” disse, abbassando lo sguardo, anche lei un po' imbarazzata

“In tanti volevano vederti” rettificò Manon “Ma hanno preferito che venissimo solo noi che ti conoscevamo da prima di Akuma, per non metterti troppo a disagio”

“Wow...” rispose, basita, senza saper bene cosa dire “Sono tutti così… premurosi”

“È normale” sorrise rispondendo Mylene “Sanno cosa dovete affrontare, nessuno vuole mettere te o Chat sotto pressione. Non più di quanto già non siate, almeno...”

“A quello bastiamo noi!” esclamò Alix sarcastica, cercando di farsi subito dopo un po' più seria “Ma, seriamente, è bello per tutti noi vederti, anche se sappiamo che vieni da un tempo in cui… beh, in cui tutti stavamo bene. Vedere come eri tu una volta, come eravamo tutti noi… è stupendo. Da un senso a tutto quello che AJ sta affrontando” poi si passò una mano sulla nuca ed abbassò lo sguardo “Ah, ci ha anche detto cosa è successo a Tikki e Plagg… mi dispiace… sembra che Akuma non abbia risparmiato proprio nessuno...”

Mylene mise una mano sul cuore ed abbassò lo sguardo “Già, e lui ha perso più di chiunque altro durante l’ultimo scontro con Akuma...”

“Non solo i suoi genitori” si affrettò a dire Manon, come a volerle andare a parlare sopra “Ma anche tutti i suoi mentori nell’utilizzare i Miraculous. Voi due, gli altri Wielder e adesso anche i loro Kwami, gli unici che capivano Shiv fino in fondo. Rivedervi sicuramente lo ha reso molto felice”

“Felice?” esclamò Nora “Io direi che è diventato euforico, da quando siamo riusciti a caricare il potere del viaggio nel tempo! Non lo vedevo così pieno di grinta da quando loro lo allenavano! Che diavolo, con voi tre assieme Akuma non ha speranza!” le diede una poderosa pacca sulla spalla facendola quasi sbilanciare “Siamo tutti convinti di quello che sai fare, Marinette!”

Marinette si riprese dall’involontaria percossa e sorrise loro, quasi arrossendo data la dimostrazione di affetto delle ragazze lì con lei. Immaginava, o meglio, sentiva dentro di se che la loro non sarebbe rimasta una semplice amicizia scolastica, di circostanza, ma non poteva sperare arrivasse a tanto. Anche Tikki rimase positivamente colpita da come le cose erano messe nel futuro, dalla fede che riponevano nella sua protetta. La corvina sospirò, cercando di smaltire la tensione e di ritrovare il suo modo di fare tenace

“Allora cercherò di non deludere nessuno di voi. Né qui, né nel mio tempo” scambiò rapidamente gli orecchini che aveva addosso con quelli del futuro, constatando che erano in qualche modo un po' più caldi “Io, Chat Noir e Dragakin fermeremo Papillon ed Akuma, per sempre. L’ho promesso ad AJ e lo farò a tutti i costi! Tikki, trasformami!”

La piccola kwami rossa, per la prima volta, assistette al suo stesso processo di trasformazione dall’esterno, mentre la sua doppia di quel tempo veniva assorbita dagli orecchini. Marinette cominciò a volteggiare su se stessa molto rapidamente dopo che quella Tikki entrò in sintonia con i Miraculous, venendo avvolta da un bozzolo bianco luminoso. Lo stesso si ricoprì di crepe dopo pochi secondi, per poi scoppiare in un esplosione quasi accecante. Quella che ne uscì non era più Marinette, ma Ladybug. Una Ladybug che Tikki stentò a riconoscere

Il costume era uguale a quello vecchio solo per ciò che riguardava la calzamaglia rossa a pois neri, ma per il resto si vedeva che fosse ben più moderno e potente. Invece di essere scalza, indossava un paio di stivali neri lucidi fino al ginocchio, e dello stesso colore erano dei lunghi guanti di seta che le arrivavano alle spalle. Sulla schiena portava quello che sembrava uno zaino ovale del colore della tuta, ma era come se fosse ancorato alla sua schiena, senza fasce a tenerlo su. E con quella che pareva la volontà di Ladybug, si aprì in due, rivelando un paio di enormi ali trasparenti, quasi della dimensione di quelle di Dragakin. Completato il costume, la ragazza si passò con decisione entrambe le mani sulla testa, facendo comparire non solo la solita mascherina rossa, ma anche un intero casco che le ricopriva con integrità il capo, ovviamente anche esso rosso a pois neri. Sulla fronte dell’abbigliamento protettivo si muovevano due lunghe antenne nere, anche essere sotto il controllo della supereroina, e davanti agli occhi si parò uno spessissimo strato di vetro protettivo, che le permettevano di vedere il mondo attorno a se in modo molto più chiaro di quanto i suoi occhi facessero. Le sembrò quasi di aver guadagnato la vista di un falco, tanti erano i minuscoli dettagli che adesso coglieva. L’unica cosa rimasta scoperta erano il mento e le labbra

A trasformazione completa, Ladybug sentì subito di essere diversa da prima. Poteva percepire ogni parte che sembrava essersi aggiunta al suo solito indumento, ma non per un senso di pesantezza o di fastidio, ma come parti del suo corpo. Le antenne iniziarono a girarsi ovunque lei posasse lo sguardo, mentre le ali emisero un timido ronzio, una sua prova per capire se effettivamente fossero vere. Anche i guanti e gli stivali avevano qualcosa di strano, di cui si rese conto quando appoggiò una mano al muro di fianco a lei. Non le servì nemmeno fare forza, semplicemente staccò i piedi da terra e rimase sollevata unicamente sul braccio, come se la parete fosse diventato il suo nuovo pavimento

“È… incredibile!” esclamò lei, osservando con eccitazione il nuovo costume e tastando con mano ciò che non aveva mai visto “Adesso mi sento molto più forte!”

Tikki non le disse nulla, limitandosi a fissarla con sbigottita ammirazione. Anche se sapeva di essere praticamente lei l’artefice di quella mutazione, le parve impossibile

“Credo sia normale che tu ti senta così” gli spiegò subito Sabrina “Questa tua trasformazione è molto diversa da quella vecchia. Prima avevi solo il tuo Lucky Charm ed una forza ed agilità superiori, adesso… molto di più!”

“Mi sembra di capire che ne sapete molto” teorizzò la super, ascoltando le sue parole. Alix le rispose avvicinandosi

“Stando in questa situazione, ci avete spiegato tutto sui vostri poteri, per permetterci di capirvi meglio” si ritrovò ad accarezzarle le ali “Sai, a vederti così… adesso sei quasi come l’ultima volta che ti abbiamo vista…”

Si sentì un po' a disagio quando la ragazza, al contatto con le ali sulla sua schiena, trattenne un risolino di solletico. Solo quello bastò a farle capire che non erano una decorazione estetica per sembrare più una coccinella, ma erano proprio sue

“Mancano solo qualche centimetro di altezza e dei capelli più lunghi, per il resto sei uguale!” esclamò Nora, dando una pacca sulle schiena questa volta di Alix “Oh, e ovviamente anche tutto il resto. Sai, crescendo tu cresceranno anche le...”

“Si, grazie, ho capito!” rispose imbarazzata la coccinella portandosi le braccia sopra il petto, interrompendola intuendo dove stesse andando a parare e facendo scappare un leggero risolino a tutte per la sua reazione. Poi mise una mano sul fianco, sentendo una strana assenza “Ma… il mio yo-yo?

“I tuoi yo-yo” rispose specificando Auror “Devi farli comparire, mi pare ci avessi spiegato che Tikki non poteva far comparire tutto, era un bello sforzo per lei”

Sentita la risposta, la ragazza aprì le mani e semplicemente pensandolo, in entrambe comparì uno yo-yo esattamente come quello del suo normale costume. Quelli, almeno, le erano familiari, anche se si sentiva strana ad averne due

“E il resto, invece?” domandò curiosa, giocherellando con le armi come l’oggetto che erano “Mi avete detto che c’è dell’altro!”

“Beh, per cominciare i guanti e gli stivali” indicò Manon “Ti permettono di attaccarti alle superfici, come un insetto, anche se lo hai già capito da sola. Il casco ti aiuta con il Lucky Charm, ma quello non ho mai ben capito in che modo… ah, si, puoi utilizzare più volte il tuo potere senza dover annullare la trasformazione. Non credo ci siano limiti, o almeno, noi non ti abbiamo mai visto fermarti per recuperare le energie quando lo usavi. E con le ali puoi volare, ma quello credo fosse ovvio...”

“AJ aveva ragione!” esclamò Tikki, analizzando la trasformazione della sua Wielder con fare estasiato “Con questo potere riusciremo sicuramente a fermare Papillon!” poi sorrise sotto i baffi e si lasciò andare ad una considerazione “Sai, è piuttosto strano vederti da trasformata!”

“Per un po' ci faremo l’abitudine” le rispose Ladybug, dandole un buffetto sulla guancia. Poi, per constatare la cosa più importante di tutte, inserì le mani sotto il casco per tastare le orecchie. Ma fu proprio il casco ad impedirglielo, in quanto sembrava parte integrante del suo corpo e non poteva venir via se non staccandole la testa. Anche se il pensiero fu un po' macabro, adesso sapeva che Papillon non sarebbe mai riuscito a toglierle gli orecchini “Va bene, allora… direi che siamo pronte. Basta dispiacersi e stare male… è il momento di risolvere questa situazione”

Con una risolutezza fuori dal comune, la corvina riuscì a trascinare tutte le altre ragazze nella sua sicurezza. Ma il momento venne interrotto da una chiamata a Mylene, che rispose immediatamente

“Pronto? Nathalie?” chiese subito, per poi sgranare gli occhi e preoccuparsi. Dopo qualche attimo di silenzio, rispose molto seriamente “Vado subito”

 

Nell’altro spogliatoio, quello maschile, stava succedendo più o meno la stessa cosa. AJ aveva avvertito tutti che Ladybug e Chat Noir sarebbero stati separati per annullare la trasformazione, e le vecchie conoscenze di Adrien ne avrebbero approfittato per andare a parlargli. Kim, Nathaniel e Marc avevano deciso di andare a fargli almeno un saluto come si deve, senza paura di parlare troppo, accompagnati da altre due sue conoscenze. Uno era un uomo più o meno della sua stessa statura nonostante la differenza di età, rimasto leggermente minuto ma comunque diventato adulto in un mondo del genere. I grandi occhiali tondi e l’aria innocentemente saccente, oltre che al tono di voce vagamente nasale, avevano subito ricondotto a riconoscerlo come Max. L’altro, invece, era più piccolo. Molto più piccolo. Tascabile era il termine perfetto per definire Markov, il piccolo essere robotico che accompagnava sempre Max ovunque si trovasse, si come suo creatore ma soprattutto come suo amico. Adrien però non fece domande su come o perché, era solo felice che ci fosse ancora qualcuno del suo passato oltre alle persone che lavoravano per suo padre

“Ragazzi, è davvero magnifico che ce l’abbiate fatta… almeno voi” disse, nostalgico, ricordando tutti i loro compagni che avevano fatto parte della sua prima vera esperienza di vita fuori dall’iperprotettività del padre

“Non sarebbe stato possibile senza te, Ladybug e gli altri Wielder” gli rispose Kim, osservando poi l’anello che teneva in mano “Ci dispiace per Plagg…”

Il biondo gettò uno sguardo all’anello di quel tempo “Anche a me… ma so che ha fatto di tutto, per cercare di proteggermi”

“Già, e guarda cosa è successo...” mormorò il Plagg del suo tempo, che si era nascosto in un angolo in alto della stanza. Si era infilato e ritirato lì da quando Adrien aveva annullato la trasformazione, rifiutandosi di muoversi “Non sono riuscito a proteggere il mio Wielder! L’unico che abbia mai tenuto a me!” esclamò, arrabbiato

“L’unico?” domandò il ragazzo, facendo diventare il Kwami ancora più piccolo “Cosa intendi dire?”

All’inizio Plagg sembrò non voler dire più nulla, strinse con forza le labbra e chiuse gli occhi, ma non riusciva a farcela. Non con lui “… è tutta colpa mia. È sempre tutta colpa mia” voltò la testa verso i presenti, che però sembravano confusi dalle sue parole “Andiamo, non è ovvio? Io sono il Kwami della Distruzione! Della Sfortuna! Tutti gli altri Wielder nel corso dei secoli mi hanno trattato con distacco perché sapevano bene che cosa vuol dire essere portatori del mio potere… ogni loro sconfitta, ogni volta che accadeva qualcosa di brutto, era sempre per causa mia...“

“Plagg…” cercò di controbattere Adrien. Aveva sempre visto in Plagg qualcosa di strano, come se si portasse dentro un qualche malessere interiore, ma non immaginava fosse così radicato e profondo. Ma il suo tentativo di rispondere venne interrotto da un essere mistico che andava via via facendosi sempre più nervoso

“E facevano bene! Guarda cosa è successo! Il primo umano con cui stringo amicizia, che decide di volermi davvero bene… non sono neanche in grado di proteggerlo! Neanche mettendo in gioco la mia vita! Tu sei stato vittima del mio potere come tutti gli altri!”

“Adesso basta!” alzò la voce il biondo, per cercare di farsi ascoltare. Cosa che sembrò funzionare, in quanto Plagg smise di colpo di parlare “Stai esagerando! Il fatto che tu sia il Kwami della Sfortuna non c’entra niente con quello che è successo”

“Io dico che ti sbagli...” mugugnò Plagg, incrociando le braccia, ma Adrien sorrise e scosse la testa

“No, non sbaglio. Al contrario, è solo grazie a te ed a Tikki se il mondo è rimasto al sicuro per così tanto tempo”

“… cosa intendi?” iniziò a rispondergli il Kwami, arrancando ogni volta

“Andiamo, è ovvio! Akuma ha convinto Papillon ad ottenere in tutti i modi di ottenere il mio Anello del Gatto Nero e gli Orecchini della Coccinella, perché solo il loro potere combinato è abbastanza forte da liberarlo. E questo perché è stato il vostro potere combinato a sigillarlo, sbaglio?”

“Beh, no… voglio dire, siamo stati io e Tikki ad imprigionarlo...”

“Appunto! Quello che è successo a tutti è solo colpa di Akuma, non tua. E sono sicuro che tutti i tuoi Wielder precedenti fossero dei veri idioti se ti trattavano male solo perché erano superstiziosi!Ed anche perché ti hanno fatto credere di doverti prendere colpe non tue! A loro è mai capitato qualcosa di brutto? Ed intendo di davvero brutto, come morire per causa tua o cose simili”

Iniziò a ragionare sul suo passato prima di rispondergli “Non… che io sappia… loro attribuivano a me solo le loro sfortune...”

“Visto? Per quanto riguarda la sconfitta contro Papillon… sono sicuro che c’è una spiegazione, e che ciò che sei non c’entra niente. Non voglio che ti colpevolizzi per qualcosa del genere, va bene?”

“… io…” disse, non riuscendo però più a trovare nulla su cui argomentare. Le parole di Adrien sembravano avergli aperto gli occhi dopo tanti secoli “… d’accordo. Non lo farò”

Da quel punto di vista, Adrien e Marinette erano un po' diversi. Lei aveva un sacco di timori, ma una volta dissipati si fece determinata come sempre. Lui, invece, timori e paure riusciva a metterli da parte fin da subito, perché doveva essere forte, soprattutto per la sua amata e poi per tutti gli altri, e sapeva che insieme alla ragazza quelle preoccupazioni si sarebbero totalmente dissolte

“Hehe…” ridacchiò Nathaniel, soddisfatto “L’Adrien del popolo, ragazzi, quello che è sempre lì a dare conforto a tutti! Un tratto di te che tutti apprezzavamo, anche se a volte scherzavi un po' troppo”

Il biondo sembrò imbarazzarsi “Si, credo sempre che il modo di far stare meglio gli altri sia di farli sorridere… forse tendo ad esagerare”

“Oh, ma ti sorridevano! Sempre!” specificò Max “Le persone qui vi volevano bene, vi ammiravano e vi erano vicine, perché sapevano il peso che avevate sulle spalle”

“Facevate tanto per tutti” continuò Markov “Anche più di quanto gli altri umani si aspettavano! Già il rifugio di per se è stata un impresa non da poco!”

“Per non parlare di come ci avete sempre fatto sentire utili… anche con poco” aggiunse Marc, sorridendo ironico e facendogli l’occhiolino, con una leggera gomitata sulla spalla “Tipo con un compito di sorveglianza ad un ingresso che non si può valicare senza Miraculous”

“Hey!” rispose subito Nathaniel, fingendosi offeso “Sai a quanti spifferi impediamo di passare? Salviamo un sacco di persone dal raffreddore!”

Il clima si scaldò con poco, cosa che Adrien non notò assolutamente, ma che per gli altri presenti fu quasi motivo di commozione. Ma c’era una cosa che doveva essere discussa, la più importante

“Allora, Plagg, a te sta davvero bene se uso l’altro anello?”

“Beh… per un amico, questo ed altro!” rispose il Kwami, osservando il se stesso del futuro con un sorriso mesto “Se anche lui potesse parlare, sono sicuro che direbbe che gli va bene. Che è felice di quello che ha fatto, nonostante nessuno dei due si sia salvato” distolse lo sguardo “E ti ringrazierebbe tanto di essere la prima persona a non farlo sentire un disastro vivente”

Il giovane Agreste gli annuì e sostituì i due anelli. Poi si fece prendere dalla curiosità “Sai… AJ ha detto che con questo potere, sono più forte persino di Dark Felix. Credi sia vero?”

“C’è solo un modo per scoprirlo” rispose con decisione il Kwami. Ad Adrien non servì altro

“Plagg, trasformami!”

Il Plagg del futuro venne assorbito dall’anello. Subito, la mano di Adrien si colorò di un colore nero pece, i suoi occhi si fecero verdi e si strinsero come quelli di un felino, facendogli lanciare un ruggito riconducibile solo a quello di un leone. L’oscurità distruttiva del Cataclisma iniziò a circondare tutto il suo corpo, inondandolo di potere. La magia sembrò piegarlo, smontarlo e ricrearlo, ed il suo intero corpo cominciò a mutare, fino a che quella stessa oscurità non iniziò a dissiparsi. Ne uscì fuori un Chat Noir completamente rinnovato. Era molto più alto, persino più di Dragakin, anche se non robusto quanto il drago. Le gambe non erano dritte come quelle di un normale umano, ma si piegavano sul ginocchio in avanti, esattamente come quelle di un predatore. Le braccia erano invece semplicemente più lunghe, e tutti gli arti, così come il resto del corpo, erano ricoperti da una peluria leggera e completamente nera. Sul torso portava ancora il suo solito costume, ma questo non si allungò in una coda finta, non ce ne fu bisogno. Infatti, sul fondo-schiena crebbe una vera e propria coda, che si agitava lenta e ed ipnoticamente minacciosa come quella dei felini nei loro momenti di caccia. Infine, il suo volto cambiò completamente. I biondi capelli sparirono, lasciando il posto ad una zazzera più lunga ed anch’essa nera, che scendeva selvaggia fino al collo. Sopra di essi, crebbero un paio di orecchie a punta e dritte, pronte a captare qualunque minimo movimento. Il volto, di umano, aveva a malapena il naso, in quanto la bocca era piena di zanne da animale carnivoro. L’anello del gatto nero, a quel punto, si fuse interamente con il suo dito, lasciando il suo simbolo come fosse un marchio, un tatuaggio

A trasformazione finita, Chat si trovò disorientato dal cambio di altezza così improvviso, ma fu una sensazione passeggera. Si rese presto conto che vedeva tutto leggermente più chiaro, e che con le nuove orecchie sentiva tutto molto chiaramente. Osservò le mani e, sentendo che ne era in grado, fece scaturire i suoi artigli retrattili, bianchi ed affilati come rasoi

“Wow… AJ non scherzava” disse ad alta voce, per poi tapparsi la bocca quasi spaventato. La sua voce era completamente cambiata, si era fatta molto più adulta e cupa, ma ammaliante come la notte

“Perché non provi a dire “Ce l’hai con me, amico”?” lo canzonò Plagg, più però per farlo rilassare che per prenderlo in giro, mentre lo osservava incuriosito

“Allora, come ti senti?” gli domandò Kim, vedendolo un po' troppo immobile

“Io sto… bene. Sto più che bene!” iniziò ad esclamare, mettendosi a quattro zampe, poiché solo in quella posizione arrivava a guardare i suoi amici negli occhi senza abbassare la testa “Mi sento come prima con Dark Felix, ma meglio! Sono più… più...”

“Agile, forte e veloce?” lo aiutò Max

“Si!” rispose con aria e tono decisi “Questo è molto più di un semplice potenziamento, come lo aveva chiamato AJ”

“Beh… forse ‘potenziamento’ è un po' debole, ma alla fine è di quello che si tratta” constato Marc “Hai anche più poteri di prima”

“Davvero?” chiese lui, osservando il proprio corpo per capire meglio

“Tanto per cominciare” iniziò a spiegargli Kim “Quando combatti sei estremamente veloce, ma diventi letteralmente invisibile se entri in uno spazio con un minimo di ombra, non si possono percepire neanche i tuoi movimenti. Vedi perfettamente di notte ed al buio. Gli artigli li hai già scoperti da te...”

“Puoi anche riattivare quante volte vuoi il Cataclisma” aggiunse Markov “E non distrugge la prima cosa che tocchi, sei tu che lo decidi, hai un colpo in canna per colpire quando meglio credi”

“Quindi... è per questo… che non trovo più il bastone...” disse, cercando addosso a se la sua arma “Posso combattere anche senza. Ma come faccio a comunicare con Ladybug?”

“Il bastone ce l’hai ancora” spiegò Nathaniel “Devi farlo comparire però”

Ricevuta l’informazione, a Chat bastò pensarlo e la sua arma si materializzò nella sua mano circondata da particelle tipiche del suo potere distruttivo. Era come se la ricordava, però a contatto sentì qualcosa di strano. Provò a prendere uno dei tre bastoni di cui era composto ed a piegarlo, scoprendo che nonostante fosse del solito metallo indistruttibile, era in grado di piegarlo come fosse gomma

“Che gli è successo?” disse, mostrando come riuscisse a fletterlo

“Indistruttibile e flessibile allo stesso tempo” spiegò brevemente Kim “Con la tua nuova forza e velocità, rischiavi che fosse un intralcio mentre ti muovevi. Renderlo così malleabile è stata la soluzione migliore”

Dando una leggera randellata a terra, notò che effettivamente il materiale di cui era fatto riuscì ad assorbire il colpo senza fargli tremare il braccio o rimbalzare in maniera anomala, come alle volte poteva succedere usando la sua solita arma

“Devo ammetterlo” constatò infine Plagg, dopo aver visto ciò che era in grado di fare Chat adesso “Ho sempre avuto buon gusto per quanto riguarda la trasformazione! Adesso dobbiamo solo darci da fare!”

“Lo faremo” rispose il super “Stavolta, Papillon avrà pane per i suoi denti!”

Mentre però il gatto nero si stava esaltando, sentì molto chiaramente la porta dello spogliatoio davanti a loro aprirsi violentemente e diversi suoni di passi correre all’unisono. Stava succedendo qualcosa

 

 

Mentre Ladybug e Chat Noir testavano e scoprivano le loro nuove capacità, la vita nel rifugio continuava per tutti quanti. Anche per AJ, che attendeva che i due ragazzi risolvessero le cose anche con Tikki e Plagg. Ma conosceva tutti i diretti interessati, sapeva che ai Kwami sarebbe andato bene in fondo, come sapeva anche che era giusto chiederglielo in ogni caso

Era ritornato ad aspettare nella sua stanza subito dopo aver chiamato tutti i ragazzi per dirgli che se volevano potevano parlare da soli con i super. Come tutte le stanze del rifugio, benché sottoterra, era decorata al meglio per sembrare il più possibile la stanza di un ragazzo, con letti, armadi, scrivanie e qualsiasi altra cosa si sarebbe potuto trovare in una camera comune. Nooroo stava sdraiato proprio sul letto a fianco a Shivihs, che si era addormentata dopo essersi sfogata per la sorte toccata agli altri Kwami. AJ si ritrovò ad osservare una delle foto che teneva lì, sul suo comodino. Era la foto migliore che aveva mai fatto assieme ai suoi genitori, poco prima che morissero. Era ancora piccolo e stava tra le braccia di sua madre, mentre il padre teneva una mano sulle spalle di entrambi. Scherzava sempre riferendosi a quell’immagine come ‘la perfetta famiglia dell’ottocento’, dato che la loro posizione ricordava molto quella che assumevano le famiglie nobili per i ritratti di famiglia

Aveva intenzione di rilassarsi fino al ritorno dei due ragazzi, ma una chiamata lo smosse. Posò la cornice con la fotografia e rispose a Nathalie al cellulare

“Nathalie, dimmi tutto” disse con aria felice, pensando volesse parlare di Adrien, ma in realtà quella era tutt’altro che una chiamata di piacere. Il tono della donna infatti era piuttosto preoccupato

“Si tratta dell’avamposto dietro al Le Grand Paris” rispose, facendo saltare AJ sull’attenti “I ragazzi mi hanno detto che da quando sono andata via non hanno comunicato nulla… e sono un po' preoccupata. Tutti gli altri hanno risposto quando li abbiamo chiamati per le Akuma di Sangue che vi hanno attaccati, loro sono gli unici ad essere in silenzio radio. Non è nemmeno il primo tentativo, ci avevo già provato prima che arrivaste voi...”

“Ho capito” rispose lui, con tono calmo per tranquillizzarla “Andrò a vedere se è successo qualcosa. Non è molto lontano dall’ingresso che abbiamo preso noi, ci metterò poco”

“Grazie” rispose la donna, rassicurata, per poi mettere giù la chiamata. Si rimise in piedi ed osservò Shivihs e Nooroo, facendo capire al Kwami della Farfalla che dovevano muoversi. Lui le diede qualche leggera spintarella per svegliarla, e tra un mugugno ed uno sbadiglio fu di nuovo con loro

“Va un po' meglio?” gli chiese AJ, avvicinandosi a loro

“… non proprio” rispose la piccola, per poi cercare di sorridergli “Ma starò bene… in fondo anche io sapevo che era possibile… almeno sono ancora... vivi” le ultime parole le proferì con insicurezza. Non sapeva se quella potesse essere definita vita

“Si, almeno quello...” rispose lui, carezzandola

“Cosa succede? Sembri preoccupato” disse Shivihs, sentendo la sua ansia. Lui non provò neanche a negare, sapeva che la Kwami capiva sempre il suo stato d’animo

“Un avamposto non risponde alle chiamate” spiegò ad entrambi “Dovremmo andare a controllare la situazione, Nathalie sembrava in pensiero e credo abbia turbato anche me”

“Allora muoviamoci!” esclamò lei, volando sulla sua spalla e facendo sorridere entrambi per come stava provando a reagire

AJ annuì alla ritrovata vitalità della sua Kwami e, accompagnato anche da Nooroo, si mise in marcia con passo spedito verso il suo obiettivo

 

Non ci mise effettivamente molto, infatti fu sul posto poco prima che Marinette ed Adrien potessero trasformarsi con i Miraculous di quel tempo. Dragakin atterrò assieme a Nooroo dove si trovava l’avamposto, ma tutto sembrava essere in ordine. Nessun segno di lotta, niente distruzione, eppure sentiva un brivido lungo la schiena che lo spingeva ad andare avanti

E la sensazione che provava era giusta. Anche se l’edificio era a posto, sull’altro lato non era per niente così tranquillo, O meglio, lo era adesso, ma si vedevano sulle pareti e per terra segni di bruciatura e fori di proiettili. Si iniziò a guardare intorno, preoccupato

“Hey! C’è qualcuno?!” gridò, non ricevendo risposte

Un mugugno attirò la sua attenzione, un rantolo affannato proveniente da sotto le macerie di un edificio che con il rifugio non aveva che fare. Capì chiaramente che era un lamento umano e spiccò una planata per raggiungerlo in fretta, trovando un uomo quasi completamente ricoperto di polvere e pezzi di muro. Lo riconobbero entrambi

“È Quincy!” esclamò, osservando che le pietre attorno a lui erano piuttosto pregne del suo sangue “Dannazione, hanno attaccato anche questo posto!”

“Dobbiamo portarlo al rifugio!” esclamò Nooroo, ma il mezzo drago sembrò riluttante

“Aspetta un attimo… Quincy! Amico!” iniziò a dire a voce alta, scuotendolo senza fare movimenti troppo bruschi per cercare di svegliarlo. Solo dopo notò che aveva una ferita anche sulla testa “Dannazione!”

Si rimise in piedi e tirò fuori il cellulare per chiamare il rifugio. A rispondergli fu nuovamente Nathalie

“AJ? Che succede?” chiese subito lei “Sei all’avamposto?”

“Si, avevi ragione, sono stati attaccati. Sono spariti tutti, c’è solo Quincy, ma è svenuto. Ho paura che tutti gli altri...”

“… non possiamo saperlo…“ rispose lei, sussultando nell’immaginare cosa Dragakin volesse dire “Hai detto che c’è Quincy, no?”

“Si, ma è svenuto… non può dirmi la parola di sicurezza”

Sapendo ciò, la donna si iniziò a mangiare un unghia, pensierosa “Ascolta… facciamo come le altre volte” suggerì l’anziana al telefono “Portalo all’entrata del rifugio e facciamo uscire i medici. È rischioso, ma...”

“Ma non voglio abbandonarlo qui...” si fermò ad osservarlo un attimo, stringendo i denti “Va bene, faremo così. Fai andare Mylene all’uscita che ho qui vicino, porterò Quincy lì e lei gli darà un’occhiata”

“La chiamo subito” disse poco prima di riattaccare. Dragakin sospirò e si prese l’uomo in spalla nel modo più delicato possibile, senza togliergli gli occhi di dosso per evitare comunque brutte sorprese. Non si poteva mai essere sicuri di nulla, in quel mondo, neppure dei tuoi amici

 

Nathalie telefonò immediatamente Mylene, il capo medico del rifugio, per spiegarle la situazione. Lei, che si trovava assieme alle sue amiche, spiegò loro cosa era successo e tutte assieme, come una sola donna, si catapultarono con foga all’uscita, per fare il più in fretta possibile. Chat ed il gruppo degli uomini aveva sentito loro correre fuori dallo spogliatoio. Non sapevano di cosa si trattasse, ma capirono subito che qualcosa non andava, e si misero a correre subito dietro di loro. Chat Noir si sentì estremamente leggero e molleggiato, così tanto da riuscire a staccare di parecchio i suoi amici, ma senza raggiungere le ragazze per provare a capire dove si stessero dirigendo. Le raggiunse solo quando si rese conto di essersi allontanato dalla zona abitata per arrivare al punto in cui erano entrati, cogliendo piacevolmente di sorpresa le ragazze nel rivedere Chat Noir nella sua versione più moderna e sorprendendo Ladybug nel constatare quanto fosse radicalmente cambiato. Per lui non fu da meno

“Chat! Sei… sei tu?”

“In… in carne, ossa e, beh, pelo!” rispose un po' stranito, osservandola attentamente “E tu… non so come fai ad essere sempre più affascinante! E mi fa piacere che ti si vedano gli occhi anche con quel casco, sono una delle parti di te che preferisco”

La coccinella sorrise e gli diede una leggera gomitata al fianco “Falla finita! E poi non sono molto diversa, ho sempre su un costume. Tu sei più come AJ, cambiato fisicamente. Persino la voce!”

“Si, ma sotto resto sempre il solito vecchio me!” rispose, mettendosi dritto sulle gambe e dimostrando quanto fosse diventato alto

“Purtroppo per noi si” rispose ironica, incrociando le braccia “E da quello che vedo, direi che ‘sopra’ sei sempre tu” aggiunse alludendo alla sua altezza

Dato il modo di scherzare dei due, le persone attorno a loro sembrarono lanciare sguardi e frecciatine poco consone, sia le donne che erano con Ladybug sia i ragazzi appena arrivati alle spalle di Chat. Persino i loro due Kwami li osservavano e sorridevano beffardi. Sentendosi parecchio in imbarazzo, Ladybug cercò di tornare alla realtà

“Va bene, basta cretinate. Dobbiamo andare da AJ, è qui fuori che aspetta Mylene”

“Perché? Cosa è successo?” domandò il Wielder, tornando improvvisamente serio

La spiegazione da parte della dottoressa fu rapida e chiara a tutti gli uomini

“Ok, ma non ho capito perché devi uscire a curarlo!” esclamò Chat con un ultimo dubbio

“Perché da svenuto Quincy non può dirci la parola di sicurezza” spiegò subito Nathaniel “La usiamo per evitare illusioni da parte di Volpina, non sarebbe la prima volta che prova a prenderci di sorpresa in questo modo…”

Mentre i due ragazzi sentivano la spiegazione, Mylene si avviò da sola verso l’uscita con non poca ansia. Ladybug e Chat Noir, capendo che la situazione poteva non essere delle migliori, decisero di farsi avanti e di seguire la donna per aiutare da vicino

Dragakin era al limitare dello Scudo Protettivo e tese una mano a Mylene attraversandolo appena la vide, così che potesse oltre passare la barriera magica. Risalì le scale assieme a lei senza rendersi conto che gli altri due super erano alle loro spalle

Mylene si piegò subito sull’uomo privo di sensi, constatando la gravità delle ferite sparse sul corpo, mentre il Wielder Dragonico non sembrava voler distogliere lo sguardo da nessuno dei due. Drizzò però le orecchie quando sentì passi alle loro spalle e si voltò di scatto, con il solito sguardo truce, che fece sobbalzare i ragazzi

“Hey, siamo solo noi!” gli fece notare Ladybug, alzando leggermente le mani. Dragakin, nel veder sia lei che Chat Noir, sgranò gli occhi e spalancò la bocca incredulo

“Che mi venga… voi… siete uguali a loro” mormorò, scuotendo la testa per la sorpresa “Non ci posso credAAAGH!”

Bastò un solo attimo di distrazione, un momento fatale che lo colse come un fulmine a ciel sereno. Ma era proprio quello che Volpina sperava accadesse, che il Wielder si distraesse per un istante.

L’uomo tra le mani di Mylene sparì nel nulla mentre ancora lei si stava prodigando a ricucirlo, ritrovandosi con filo ed ago a mezz’aria. Al contrario, l’infida ragazza si era trasformata in un palo della luce, per essere il più vicino possibile al mezzo drago ed attuare il suo piano. Tra le mani adesso si ritrovava con una lama insanguinata e buona parte della coda rettiliana di Dragakin, tranciatagli di netto con non poco dolore. Ladybug e Chat Noir poterono osservarla per ben poco, ma ne furono inquietati. Volpina era quasi completamente identica a quando l’avevano affrontata, una copia di Rena Rouge, con l’unica e macabra differenza negli occhi. Due fossi neri, come se gli fossero stati cavati, dai quali si propagavano delle vene nere e pulsanti come fossero il ricettacolo di una piaga diabolica

Preso ciò che voleva, Volpina spiccò un solo balzo e sorpassò persino Chat, fiondandosi nel sottopassaggio della metropolitana

Mylene si fiondò subito sul ragazzo ferito “AJ!”

“Non… non è nulla!” esclamò Dragakin, cercando di sopperire al dolore che gli aveva causato il taglio della coda “Adesso pensiamo a Volpina! Si è messa in trappola da sola! Nooroo, tenerla d’occhio, arrivo subito...”

Il piccolo essere mistico fece come dettogli e volò all’entrata della metropolitana per controllare la ragazza. Anche i due ragazzi si preoccuparono per la ferita subita dal ragazzo, e Ladybug si piegò per osservare da vicino come Mylene. Quasi inorridì, nel vedere che la donna aveva le mani ricoperte di sangue mentre lo toccava

“Come… come fa a non farti male?!” esclamò terrorizzata Tikki “Guarda tutto quel sangue…!”

Dragakin si voltò confuso ad osservare i taglio, perché era vero che non gli faceva male più di tanto, infatti voleva solo che la donna controllasse per pura sicurezza. Mylene però mostrò bene le mani e chiarì il malinteso“Questo non è il suo sangue, era di quel finto ferito”

“Aspetta… ma non era un illusione?” domandò giustamente Chat. Dragakin rispose per la donna, in quanto ne sapeva di più

“Non queste. Akuma ha completamente potenziato Volpina… le illusioni che crea possono diventare reali, fintanto che le mantiene attive”

“Ma… è terribile!” esclamò Plagg “Solo pensare a cosa potrebbe fare...”

“È anche molto limitata” specificò il mezzo drago “Può tenere attiva un illusione reale alla volta, le altre che crea sono solo immagini fasulle. E più è grande l’illusione che crea più fa fatica a controllarla, è solo grazie a certe cose che siamo riusciti a contrastarla più volte. Prima era Quincy, poi deve aver reso reale la lama che ha usato su di me...” si voltò ad osservare poi i Kwami dei due super che aveva davanti, abbozzando un sorriso “Sapete, vedere loro due trasformati e voi qui con noi è piuttosto strano...”

“Ragazzi, non è il momento di perdere tempo in chiacchiere! Questo è grave!” scosse la testa Nooroo, appena ritornato e preoccupato come mai nessuno dei presenti lo aveva mai visto per ciò che aveva appena realizzato “Non è in trappola! È entrata! È nel rifugio!”

“COSA?!” gridò spaventato il mezzo drago, rimettendosi in piedi ignorando Mylene e correndo a constatare che Nooroo pareva avere ragione, sentendo soprattutto i gemiti spaventati delle persone al suo ingresso

“Ma… come?!” domandò Chat nervoso “Solo chi ha i Miraculous dovrebbero poter passare, no?!”

“Si, ma Volpina ha preso la coda a Dragakin!” rispose il Kwami porpora indicandola, ma Dragakin si voltò con aria iraconda verso di lui. Non era infuriato per ciò che stava dicendo, lo era per motivi ben più ovvi ad entrambi, ma quel gesto fece comunque capire qualcosa a Nooroo e scosse la testa “Fa… fa parte della trasformazione del Miraculous, è come se fosse passata con il Medaglione del Drago!” si voltò preoccupato verso Dragakin “Ma non capisco come possa averlo scoperto!”

Il mezzo drago osservò la coda tranciata di netto “Credo lo sapesse già, ci avrà provato sicuramente molte altre volte a farmi questo… ma non ha mai trovato il momento buono per riuscirci. Stavolta… mi sono distratto” rispose Dragakin, osservando i due super con la coda dell’occhio senza farsi notare “Oh, ma adesso scoprirà anche cosa succede a farmi arrabbiare!”

Non lo notarono subito, ma gli occhi del wielder si erano ridotti ad una fessura e le sue narici avevano iniziato a sbuffare fumo bollente. Si voltò di scatto verso Mylene “Dobbiamo fermarla prima che faccia qualsiasi cosa!” impugnò il Miraculous della Farfalla e dal simbolo sul suo petto si fece avanti un draghetto bianco, che volò fino alla donna e si infilò dentro alla sua bandana, facendole comparire davanti agli occhi il classico sigillo “Horrificator! Muoviamoci!”

Mylene non rispose nulla, si limitò ad annuire con aria seria. In breve, la mutazione del Miraculous la ricoprì del tutto, e da normale donna si trasformò nella sua mostruosa forma potenziata, Horrificator. Con le movenze e la rapidità di una lucertola, si arrampicò sulla schiena di Dragakin, che fece poi cenno a Ladybug e Chat Noir di andare avanti e di rientrare. La situazione sembrava essere precipitata in un singolo momento

 

Rientrando con foga e con Horrificator assieme a loro, i ragazzi ancora sconvolti sapevano bene cosa stava per succedere

“Volpina è entrata! Mi dispiace, io...”

“Si, l’abbiamo vista” rispose Kim, poggiandogli una mano sul braccio per calmarlo “Non pensarci troppo, tutti noi avremmo aiutato qualcuno in difficoltà. Adesso dobbiamo solo pensare a fermarla!”

“Tutti pronti allora!” rispose subito Dragakin, per poi iniziare a stringere con decisione la Spilla della Farfalla. Stavolta il suo potere fluì un po' più a lungo dentro al corpo del mezzo drago e dal suo petto non uscì un solo draghetto splendente, ma un intero sciame. Ogni suo membro andò poi ad infilarsi in un oggetto posseduto da chi era lì attorno, ad eccezione dei due Wielder, ed a tutti comparve il marchio della farfalla sul volto

“Tempestosa! Invisibile! Inverso! Chronogirl! Burattinaia! Dessinateur! Anansi! Dark Cupido! Robostus! Gamer! Aiutateci a fermare Volpina!”

Ognuno annuì alla richiesta di soccorso, venendo uno ad uno mutati nelle corrispettive forme potenziate. Ladybug e Chat restarono quasi basiti nel vedere così tanti loro vecchi avversari adesso dalla loro parte. Inoltre fu per loro una strana sensazione anche vederli in forme cresciute ed invecchiate. Una volta che tutti furono al pieno delle forze, Dark Cupido parlò per tutti

“Dividetevi e cercatela! Non tralasciate nessuna via e nessuna stanza. E chiedete la parola di sicurezza a tutti, non sappiamo che illusioni utilizzerà Volpina! Ladybug, Chat Noir, voi cercate assieme a Dragakin, tutti gli altri prendano i percorsi di ricerca di sicurezza. Se qualcuno trova qualcosa, chiamate subito gli altri. Staniamola!”

“Agli ordini!” esclamarono tutti quanti assieme, per poi dirigersi ognuno verso punti diversi a proprio modo, chi volando, chi correndo, chi strisciando. Rimasero soltanto i tre Wielder trasformati, che però iniziarono subito a muoversi quando Dragakin si sollevò da terra

“Statemi dietro! Non era così che volevo farvi testare i poteri, ma al momento non abbiamo scelta!”

Senza ulteriori indugi partì a piena velocità in volo, seguendo il percorso che ormai avevano memorizzato. Per loro fortuna, entrambi già sentivano come propri buona parte dei poteri. Chat, allo stesso modo di Dark Felix, si mise a quattro zampe e cominciò a correre ad una velocità inumana. Ladybug, invece, allargò per bene le ali da insetto e cominciò a sbatterle velocemente, creando un lieve ronzio ed alzandosi anche lei in volo, seguendo i due compagni. I loro Kwami comunque non fecero affatto fatica a stargli dietro

Chat ci mise ben poco a raggiungere Dragakin. Sentiva in effetti di essere anche più veloce di come stavano andando, ma non aveva certo intenzione di superarlo per poi non sapere dove andare

“Non dovremmo dirci una parola di sicurezza anche noi?” domandò il gatto al drago, mettendosi al suo fianco, mentre la coccinella riuscì a recuperare il passo ed ascoltare

“Non serve” rispose il ragazzo senza distogliere lo sguardo dalla sua traiettoria “Volpina non può replicare gli effetti dei vostri poteri, quelli può solo fingerli. Vi basterà usarli per creare o distruggere qualcosa e saprò che siete voi”

“E… tu?” domandò Tikki, venendo accolta da uno sbuffo di fumo che video fuoriuscire dalle fauci di Dragakin

“Oh, stai pur certa che io mi saprò fare riconoscere...” rispose, non nascondendo quanto fosse furente. Chi si trovava al suo fianco capiva e sapeva il perché, e non riguardava soltanto il fatto che fosse stato ingannato e che gli avesse tagliato la coda. Dopo anni in cui avevano resistito senza problemi, Volpina riesce a passare proprio quando loro sono lì, perché erano stati proprio loro la causa della momentanea distrazione di Dragakin. Se ne erano resi conto già dallo sguardo che gli aveva gettato nel momento in cui si erano mostrati con quelle trasformazioni, avevano capito di aver fatto riaffiorare molti ricordi nella mente di AJ. Adesso dovevano sistemare le cose, tutti insieme

 

Tutti speravano di non farsi vedere, ma al primo avvistamento delle persone potenziate o degli Wielder era già iniziato a scatenarsi un leggero panico tra gli abitanti del rifugio. Alcuni di loro, come Anansi e Gamer, si erano fermati nelle sale principali a tentare di tranquillizzare tutti ed a spiegare con calma cosa stesse succedendo. Gli altri, invece, avevano preso vie che i viaggiatori temporali avevano solo visto di sfuggita, alla ricerca della diabolica servitrice di Akuma. Dragakin optò per prendere l’unica che i ragazzi avevano visto, così che magari potessero notare qualcosa fuori posto o che esplorassero le stanze presenti senza problemi. Ma la ricerca stava risultando un buco nell’acqua

“Grr… neanche qui!” esclamò Dragakin uscendo dall’ennesima stanza dove non aveva trovato Volpina “Voi? Trovato qualcosa?”

“Nulla neanche qui” rispose Chat, uscendo assieme a Ladybug dalla camera di fronte “Abbiamo smosso e sfiorato tutto quello che c’era, ma niente Volpina”

“Maledizione… dove può essersi cacciata?!”

L’agitazione e la rabbia non lo stavano facendo ragionare con calma, stava iniziando lentamente a perdere le staffe, perciò l’intervento di Ladybug per far tornare la ragione si fece necessario

“Dobbiamo smettere di cercare a casaccio. Cosa potrebbe voler fare Volpina qui dentro?”

“A parte uccidere tutti gli abitanti?!” rispose con tono irritato il ragazzo, per poi scuotere la testa “Scusa, non volevo gridarti contro… “

“Non fa nulla” rispose comprensiva per poi esporre la sua idea “Però… non è per quello che è entrata. Se avesse voluto uccidere, lo avrebbe iniziato a fare nella prima sala che abbiamo passato, non ti pare? E nessuno ha trovato niente, quindi non ha fatto nulla, qualsiasi via abbia preso. Persino la nostra”

“Io non penso si stia solo nascondendo… deve volere qualcosa dal rifugio” aggiunse Chat, facendo notare l’ovvio sia agli altri che a se stesso “… lei è entrata, ma...”

“Ma Akuma no!” iniziò a ragionare anche Dragakin “Non ha possibilità da sola contro tutto il rifugio... ed anche lei lo sa bene. Ma se arrivasse Akuma ci sarebbe una strage! Sta cercando un modo per togliere la barriera e farlo passare!”

“Ma… poteva correre da Akuma e dargli la tua coda!” domandò Nooroo “Perché non l’ha fatto?”

“Perché se annullassi la trasformazione, probabilmente sparirebbe anche il pezzo che ha tagliato!” rispose lui “E anche se non fosse così, non voleva rischiare e rovinare il piano, la prima volta che le va bene. Ha approfittato non solo della mia distrazione, ma anche del fatto che non sapessimo che bastava quello...”

“Dobbiamo correre al cimitero e controllare che sia tutto a posto!” sentenziò la ragazza, a cui però Dragakin non poté dare completamente ragione

“Si… ma è meglio non lasciare nulla al caso. Non credo sappia dove sono né il Bracciale della Tartaruga né il cimitero. Voi due correte lì e tenete d’occhio la situazione, io e Nooroo controlleremo il resto delle stanze per vedere se si è nascosta. Non ho assolutamente intenzione di farla muovere come le pare nel nostro rifugio! Diciamo anche agli altri della nostra idea e vi raggiungeremo il più in fretta possibile!”

Annuendo in risposta, i due ragazzi si rimisero a seguire il lungo corridoio a velocità massima per raggiungere la stanza di sepoltura. Dragakin, alle loro spalle, immaginava fosse comunque la cosa più logica da fare per Volpina, ma non poteva lasciarsela sfuggire se era ancora lì attorno, quindi con rapidità lui e Nooroo iniziarono a dividersi le stanze per controllarle rapidamente, sperando di poter raggiungere in fretta Ladybug e Chat Noir

 

I due ragazzi arrivarono piuttosto in fretta, merito soprattutto dei loro nuovi poteri. Erano arrivati nella stanza del cimitero, ancora più lugubre della prima volta che vi avevano messo piede. Poco prima c’erano varie persone a porgere omaggi ai defunti, ma adesso che la voce di Volpina nel rifugio aveva cominciato a diffondersi si erano tutti ritirati nei più disparati corridoi e stanze. Ora che erano lì, rallentarono l’andamento e si misero a camminare, così da ascoltare meglio attorno a loro e cercare di capire se avessero compagnia

Si ritrovarono a gettare con meno disagio lo sguardo sulle tombe, ora che nessuno li stava guardando. Passando per la stradina che li avrebbe condotti alle loro lapidi, videro tanti volti che loro conoscevano. Rose, Juleka, Luka e Kagami erano solo alcune delle loro conoscenze più vicine che videro tra i tanti, ma bastarono a sconfortarli

“E pensare che da noi stanno tutti quanti bene...” disse Ladybug, cercando di essere vana per non dare troppe informazioni a Chat su chi stesse parlando

“E per noi continuerà ad essere così!” cercò di rincuorarla lui, continuando però ad osservarsi attorno affranto. Nonostante i modi, anche lui stava soffrendo nel vedere tutto quello che li circondava. Plagg gli si avvicinò alla testa e gli appoggiò sopra una mano, facendogli capire che gli era vicino. La ragazza al suo fianco, invece, tentò di aiutarlo cogliendo l’occasione

“Hai ragione” rispose facendolo voltare con un sopracciglio inarcato “Con questi nuovi poteri ed AJ ad aiutarci, abbiamo i mezzi per farcela! Fermeremo Papillon… anzi, lo salveremo e gli impediremo di commettere un grosso sbaglio”

“A dire così, sembra quasi che lo stai difendendo” gli rispose Plagg, quasi a scherzare, ma lei al contrario prese seriamente la cosa e gli rispose con i suoi pensieri

“L’ho già detto ad AJ e lo ripeto… nessuno è irrecuperabile. Papillon sta facendo delle cose terribili e sappiamo che finiranno in tragedia, ma sono sicura che nemmeno lui voglia tutta questa sofferenza...”

“Per aver dato retta ad Akuma, di sicuro c’è qualcosa dietro che per lui vale il rischio di fidarsi” commentò Chat “Ma di qualsiasi cosa si tratti, non possiamo permettergli di farcela. E non è più un discorso sull’equilibrio, si tratta di salvare tutte queste vite” allargò le braccia per indicare i morti attorno a loro “Niente di tutto questo deve accadere”

“E noi lotteremo affinché non accada” gli disse la ragazza appoggiandogli una mano sul braccio. Lui non poté non apprezzare il gesto, oltre alla fiducia datagli

“Va bene…” mormorò Tikki, cercando poi di spingerla “Adesso però muoviamoci!”

I due super giunsero nel piccolo spiazzo con le lapidi colorate, rabbrividendo ancora una volta. Vederle e sapere che vi erano sepolti anche loro due non era una sensazione facile da descrivere né raccontare. Ma anche se colti da disagio, i loro sensi erano comunque parecchio sviluppati. Le antenne sul casco di Ladybug iniziarono ad agitarsi, mentre le orecchie di Chat drizzarono. Si voltarono di scatto alle loro spalle, ma si ritrovarono semplicemente con Dragakin che alzò le mani sorpreso

“Hey, piano, sono solo io!” esclamò indietreggiando leggermente, dato che il ragazzo materializzò istintivamente il bastone e glielo puntò dritto sul muso “Mi fa piacere vedere che almeno ci sentite...”

“Scusa, ma siamo un po'… tesi” gli disse il ragazzo abbassando l’arma “Controllato tutto?”

“Si, ma Volpina non c’era. Voi avete già controllato che i Miraculous siano a posto?”

“No, siamo appena arrivati” spiegò Plagg “Ma da qui mi sembra che sia tutto tranquillo”

“Va bene… non ci resta che aspettare, allora. Prima o poi si farà vedere, o magari gli altri la troveranno e se ne occuperanno”

Il mezzo drago incrociò le braccia e fece per appoggiarsi alla parete più vicina, senza però rendersi conto che aveva lo sguardo di Ladybug fisso su di se. La ragazza era piuttosto torva, c’era qualcosa che non tornava

“… tu… tu non sei Dragakin!” esclamò materializzando entrambi gli yo-yo “Chat! È Volpina!”

“Cosa?!” rispose il gatto nero, rimettendosi in posizione di guardia. Il dragonide davanti a loro sobbalzò e sgranò gli occhi

“Wow, calmati! Sono io! Sono AJ!”

“No, non sei lui!” rispose facendo roteare le armi “AJ non sarebbe mai così calmo con Volpina che rischia di distruggere il rifugio! Sarebbe agitato, non riuscirebbe a rilassarsi! E poi… lo sento! Sento che tu non sei lui!”

Chat, pensandoci bene, si convinse delle parole della ragazza. Sapevano che AJ era facilmente innervosibile, era un suo problema, e di sicuro in quella situazione non avrebbe avuto neanche il pensiero di rilassarsi. Inoltre era d’accordo anche sul non sentire che fosse lui, dentro di se sapeva che Ladybug aveva ragione. Dragakin continuò ad indietreggiare, come a volerli far ragionare, ma venne colto di sorpresa da un poderoso pugno dritto sulla schiena. Un altro Dragakin era arrivato in volo, caricandolo brutalmente e colpendolo senza pietà. Quando il mezzo drago a terra si voltò per capire cosa fosse stato, venne accolto dalle fauci spalancate del suo sosia che stavano intonando un ruggito furente davanti ai suoi occhi

“Prima mi tagli la coda e dopo ti permetti di prendere IL MIO ASPETTO!?” ringhiò quello ancora in piedi, spalancando le ali e fissandola minaccioso, con le pupille strette dalla rabbia “Mostrati per quella che sei veramente, schifosa bastarda!” si rivolse poi a Nooroo sulla sua spalla “Vai ad avvertire gli altri che l’abbiamo trovata!”

Le narici sbuffarono fumo nero e le sue zanne sembrarono farsi più acuminate, mentre sulla sua schiena crebbero nuovamente delle scaglie acuminate. Il piccolo Kwami si fiondò velocemente fuori dalla stanza a fare come dettogli, lasciando campo libero per l’imminente scontro. Al Dragakin a terra, invece, mutò l’espressione da una preoccupata ad un sorriso sinistro, ed il volto per primo ritornò ad essere quello di una ragazza in maschera, seguito dal resto del corpo. Volpina si rimise in piedi con un salto, osservando i nemici dai quali era circondata con i suoi occhi cavi

“Dal lucertolino mi aspettavo di essere scoperta, ma voi… siete stati abbastanza bravi”

“Adesso ti ammazzo!” esclamò il ragazzo, caricandola nuovamente, questa volta pronto a farla a pezzi con gli artigli, ma ad una spanna da lei se la vide sparire davanti agli occhi nell’aria. Si guardarono tutti e tre per qualche secondo attorno

Ladybug si voltò verso le lapidi “No! Il bracciale!”

Anche Chat volse lo sguardo in quella direzione. Ma c’era una cosa che a Ladybug era sfuggita e che lui vedeva benissimo, o meglio, sentiva con tutto il corpo. Percepiva il movimento e sentiva l’odore di tutto ciò che era attorno a loro, nemica inclusa. Non si stava dirigendo sui gioielli, ma alle spalle della ragazza, per colpirla con una lama affilata. Chat, quasi ad imitare Dragakin, lanciò un ruggito bestiale contro Ladybug, che però non si spaventò per il gesto improvviso. Al contrario, capì cosa il compagno le stesse dicendo e saltò nella sua direzione. Chat fece lo stesso, spiccò un balzo nel punto in cui si trovava Ladybug e pronunciò la frase “Cataclisma!” per poi allungare entrambe le mani intrise di potere distruttivo in avanti, afferrando con una Volpina senza però distruggerla e con l’altra la lama che aveva in mano, riducendo solo quella in cenere. La ragazza, per paura che potesse fare lo stesso anche con lei, si cercò di divincolare con forza. Chat però non aveva alcuna intenzione di testare il suo potere su di lei, tanto meno di lasciarla andare, perciò la tenne ben ferma mentre provava a capire il da farsi

Volpina sorrise. Era brava a sfruttare il momento, e quell’esitazione fu abbastanza per lei per farla contrattaccare. Con il braccio libero afferrò rapidamente il suo flauto e se lo portò alla bocca per suonarlo. Chat non ebbe neanche il tempo di rendersene conto che dovette mollare la presa, perché quella che aveva davanti non era più Volpina, ma Ladybug che lo fissava spaventata ed inorridita. Quando la presa si allentò, la donna saltò via e suonò ancora, per ridiventare invisibile

“Maledizione, ci sono cascato!” disse tra se e se, per poi ricominciare ad ascoltare attorno a se. Ma stavolta non sentiva più nulla “Non… non capisco dov’è!”

“Deve aver reso reale la sua sparizione, state attenti!” gli spiegò Dragakin, materializzando il suo nunchaku e mettendosi in guardia

Ladybug continuò a far ruotare i propri yo-yo ed a guardarsi attorno, cercando di vedere qualcosa, ma per lei era più difficile che per Chat Noir e Dragakin. Non capiva bene come far funzionare le antenne per captare i movimenti, poteva fare affidamento solo sulla sua vista e sui suoi riflessi. Ma si rese ben presto conto che anche lei, come Chat, era stata potenziata adesso. E la necessità di difendere se stessi ed i Miraculous richiedeva un intervento che normalmente teneva per il finale, ma che in quel caso sarebbe stato di grande aiuto fin da subito. Fece roteare gli yo-yo verso il cielo ed esclamò “Lucky Charm!”

Di colpo, il suo punto di vista cambiò radicalmente per via del suo casco. Il tempo sembrò fermarsi per tutto e tutti, tranne che per i suoi occhi, che erano liberi di muoversi e di vedere attorno a lei, soprattutto grazie alle antenne che sembravano aver iniziato a funzionare alla perfezione, permettendogli di capire cosa avesse attorno pur senza vederlo. Il mondo si era fatto grigio, ad eccezione però per alcune cose, come le lapidi, le armi di Dragakin e di Chat Noir, persino l’ingresso ed il terreno che avevano sotto i piedi, tutte queste iniziarono a lampeggiare di rosso e nero in rapidissima sequenza. Infine, si ritrovò con qualcosa di nuovo, l’effettivo potenziamento dato al suo potere. Non solo poteva utilizzare il Lucky Charm a più riprese, come Chat con il Cataclisma, ma aveva persino la possibilità di scegliere lei stessa l’oggetto da materializzare tra una decina di scelte possibili in quel caso. Aveva visto ognuna di esse come una valida vittoria, ma stavolta poteva decidere in che modo agire. Poteva vedere come avrebbe funzionato l’oggetto e persino che conseguenze avrebbe portato dopo lo scontro. Uno ad esempio portava alla fuga di Volpina, un altro a farla ammalare, uno persino alla sua morte, non doveva fare altro che scegliere. Non ebbe dubbi, però: il set da karaoke era la decisione migliore

L’effetto del Lucky Charm si attivò, ed il suo yo-yo materializzò un microfono collegato ad un apparecchio per la registrazione, che afferrò al volo già ben consapevole di cosa fare. Per conferma, si illuminarono di rosso e nero prima le mani di Chat, poi il fumo emesso dalle narici di Dragakin ed infine le sue stesse ali da coccinella

“Dragakin! Annebbia la stanza, non deve vedersi nulla!” ordinò celermente. Il ragazzo, che ben conosceva il funzionamento dei suoi orecchini, non chiese neanche il motivo e si mise a sbuffare da naso e bocca una quantità di fumo tale da crearsi quello che sembrava un vero e proprio banco di nebbia riscaldata. Se non si fosse controllato, sarebbe stato impossibile respirare per chiunque

Volpina non riusciva a vedere nulla, così come Dragakin ed anche Ladybug che aveva di nuovo perso sensibilità sulle antenne, ma Chat Noir ci vedeva alla perfezione. I suoi occhi non erano sviluppati per vedere solo al buio, ma in qualsiasi situazione. E questo la coccinella lo sapeva e se lo aspettava

“Chat!” lo chiamò, per poi fare silenzio e gesticolare per dare disposizioni. Gli fece prima segno di tapparsi le orecchie, poi gli indicò come se dovesse guardare ed infine simulò lo spezzare qualcosa con le mani. Il gatto nero capì le sue intenzioni alla lettera

“Va bene!” rispose per poi mettersi le mani sulle orecchie per non sentire

Volpina penso che il loro tentativo fosse del tutto inutile, ora che la sua illusione di invisibilità si era fatta reale, neanche il fumo poteva rivelarla. Ma non era questo a cui puntava Ladybug, voleva solo che non si accorgesse di che cosa si stavano occupando. Iniziò a diffondersi nella stanza un ronzio piuttosto sonoro, volutamente causato dalle ali di Ladybug, pochi attimi le bastarono. La registrazione di quel suono andò a buon fine, le bastò semplicemente alzare al massimo il volume e metterlo in loop ed il risultato fu un assordante e disorientante bomba sonora, talmente forte da far vibrare il fumo. E non soltanto quello, ma anche l’illusione di Volpina iniziò a tremare di fronte a quel suono tanto acuto e persistente. Non fece però in tempo a capacitarsene che subito Chat, avvistata in mezzo alla nebbia, si gettò nuovamente su di lei a mani tese. Stavolta, però, puntava dritto sull’unico oggetto che le era davvero importante. Fu troppo tardi per lei, Chat agguantò saldamente il suo flauto e lo fece a pezzi grazie al suo Cataclisma, mettendo fine all’illusione della ragazza e lasciandola senza più la sua arma principale. Per completare l’opera, Dragakin si riprese dal frastuono e riuscì a capire dai movimenti dell’aria dove Chat e Volpina fossero, giusto in tempo per fiondarsi nella loro direzione, vedere la donna impotente e rifilargli un poderoso destro alla tempia che la fece andare fuori combattimento, sferrandogli in seguito anche un sinistro sullo stomaco dopo che aveva già perso conoscenza

“Wow, non era necessario...” mormorò Chat, vedendola accasciarsi a terra

“Fidati, lo era...” rispose il mezzo drago, osservandola soddisfatto e riprendendosi la coda dalla sua cintura “Ed anche se non lo fosse stato, volevo farlo da un sacco di tempo!”

“È andata alla grande!” esclamò Tikki, volteggiando in aria

“Ma come lo sapevi che avrebbe funzionato?” chiese Chat alla sua innamorata

“Semplicemente, le illusioni di Volpina distorcono l’aria per ingannare gli occhi. Se però qualcosa di più forte fa la stessa cosa...”

“Le annulla!” terminò Dragakin al posto suo “E la stanza al chiuso l’ha solo messa in svantaggio, il suono del tuo ronzio rimbalzava sulle pareti! Ecco perché con noi ha sempre cercato di combattere all’aperto, per avere meno modo di contrastarla!” le diede un calcio sulla gamba, sorridendo malevolo “Si è messa in trappola da sola”

Ladybug annuì soddisfatta. Poi, per essere sicuri che non si risvegliasse e tentasse mosse strane, la legò con uno dei suoi yo-yo impedendole ogni movimento. Poco dopo la vittoria, arrivarono lì tutti quelli impegnati con la ricerca, avvisati da Nooroo il più in fretta possibile. Furono tutti estremamente colpiti e sollevati di aver fermato Volpina, era sempre sembrata un impresa impossibile, ed invece bastano poche ore con Ladybug e Chat Noir e tutto va per il verso giusto

“Questo… questo è… incredibile!” esclamò Dark Cupido nel vederla, svenuta e legata “Davvero, non so come abbiamo fatto fino ad ora senza di voi!”

“Adesso… che ne volete fare?” le chiese Ladybug, insicura. Il suo Lucky Charm le aveva predetto che utilizzare il set da karaoke avrebbe portato alla cattura di Volpina, ed era ciò che voleva, ma non era andato oltre a quello. I potenziati e Dragakin si scambiarono degli sguardi dubbiosi, non su cosa rispondergli, ma su che fare

“Io direi di metterla in gabbia e studiarla!” suggerì Gamer, venendo spalleggiato da Robostus

“Non è una cattiva idea. È la prima vittima delle Akuma di Sangue che riusciamo a catturare, possiamo scoprire come funzionano, o se c’è modo di contrastarle”

“Anche io sono a favore” si aggiunse persino Anansi “Insomma, di certo non la liberiamo, ora che l’abbiamo presa. Tenerla qui senza poteri è la cosa migliore… e se cerca di scappare, se la vedrà con noi!”

“Inoltre così facendo Akuma non potrà ridarle un flauto” commentò Dessinateur, per poi girarsi a guardare Dragakin. In effetti, tutti i presenti si voltarono a fissare il Wielder dragonico, che sgranò gli occhi e si mise a rispondere a tutti gli sguardi con aria persa e colpevole. Sapeva cosa stavano pensando di lui

“Che c’è? Sono d’accordo anche io!” disse ad alta voce, come se stesse cercando scuse “Insomma, non nego che mi piacerebbe farla fuori, ma… se possiamo capire di più sul potere di Akuma, tanto meglio!” strinse i denti e chiuse gli occhi, arrabbiato “E poi… voglio sapere da lei che cosa è successo all’avamposto. Voglio che ce lo dica lei stessa!”

Dark Cupido annuì, felice di sentir dire quelle parole proprio da lui, ma dispiaciuto allo stesso tempo. Il dragonide si faceva solo illusioni, purtroppo sapevano tutti perfettamente cosa fosse successo ai poveretti a cui Volpina aveva preso il posto “Visto che siamo tutti d’accordo, direi di portarla via. Faremo dei turni di guardia due alla volta per tenerla d’occhio, con parole di sicurezza aggiuntive, nel caso in cui abbia qualche sorpresa...”

“Se volete, possiamo iniziare noi!” si offrì subito Ladybug, includendo anche Chat Noir nell’offerta. Ma Dragakin dovette dissentire pesantemente

“Eh, no! Voi basta così per oggi! Vi ricordo che quando siamo partiti, a casa vostra erano le otto di sera. Dovete riposarvi, direi che ve lo siete anche meritato!”

Se il mezzo drago non glielo avesse fatto notare, i due super sarebbero andati avanti come se nulla fosse. Ma appena sentirono parlare di riposo, si resero effettivamente conto che le loro energie stavano venendo meno. L’adrenalina dello scontro con Volpina li aveva aiutati a superare anche quell’ostacolo, ma sarebbero crollati da un momento all’altro se avessero continuato. Dark Cupido si rivolse ad Horrificator ed Anansi

“Ragazze, potete ospitarli voi nelle vostre stanze? È questione di una notte, domani probabilmente ritorneranno nel loro tempo” chiese, sperando di non sembrare indelicato. La verità era semplicemente che nelle loro camere c’erano più letti, rimasti lì anche dopo la scomparsa delle famiglie delle due donne. Alle due però non passò neanche per la testa che fosse indiscreta come richiesta

“Mi farebbe molto piacere!” esclamò Anansi “Io mi prendo Ladybug!”

Horrificator, che non poteva parlare, le annuì con il capo e si voltò verso Chat, sorridendogli ma sembrando solo più inquietante. Dragakin si rivolse poi a Nooroo, ma parlò in generale

“Ok, ascoltate, con Volpina nel rifugio io non sono tranquillo. Vi lascio potenziati fino a quando non me ne dovrò andare, poi… dovrete stare attenti. Va bene?”

“Assolutamente!” gli rispose Chronogirl “Anzi, te lo avrei chiesto io di tenermi così, per sicurezza”

Gli altri sembrarono essere d’accordo con l’affermazione della donna, cosa che andò più che bene anche al Wielder

“Bene, allora mentre voi vi mettete a studiare Volpina, io vado a dare la buona notizia al rifugio e vedo se ci sono dei problemi”

“Guarda che anche tu ti sei svegliato come noi… dovresti dormire” gli fece notare Ladybug, a cui lui però rispose con un mezzo sbuffo

“Andrò a dormire quando la situazione si sarà calmata. C’è tutto il tempo e sono abituato a stare sveglio a lungo. Voi, piuttosto, muovetevi e recuperate le forze. Domani ritorniamo nel vostro tempo e vi spiegherò alcuni trucchi dei vostri Miraculous… anche se mi sembra che siate già piuttosto bravi ad usarli, non guasta mai testare”

“Non ci avevi detto che saremmo rimasti qui per qualche giorno?” gli fece notare Chat. Dragakin abbassò lo sguardo

“Era la mia intenzione, ma solo perché volevo aggiornare i nostri Tikki e Plagg su quello che era successo in questi anni e farli ambientare di nuovo… “ aggiunse con aria triste “Ora che… non è più necessario, preferisco tornare da voi subito. Dobbiamo solo aspettare che Nathalie si organizzi con un altro avamposto per tenere d’occhio il portale temporale”

“Ancora sicuro di non volerlo fare qui?” gli domandò preoccupato Inverso “La prima volta non è andata molto bene… l’avamposto è stato attaccato e voi vi siete trovati in pericolo”

“Il problema è sempre lo stesso” gli fece notare il mezzo drago “Non voglio che qualcosa entri nel rifugio dal loro tempo. Oggi è passata Volpina, ed avete visto che cosa ci ha costretti a fare. Se non ci fossero stati loro due, non so se saremmo riusciti a fermarla… non così in fretta e sicuramente non senza vittime”

“Va bene, come preferisci” si rassegnò Dark Cupido, che sperava cambiasse idea. Si sentivano comunque più sicuri con il portale li dentro che all’aperto, ma sapevano quanto fosse testardo il ragazzo

“Direi che possiamo andare!” sentenziò Anansi, prendendo sotto braccio Ladybug “Ci vediamo domani!”

Senza possibilità di dire la sua, la donna aracnoide sollevò di forza la supereroina e si incamminò nel corridoio, lasciando Chat Noir a seguire Horrificator ed il resto del gruppo a gestire i turni di guardia e le cose da fare

 

Si era fatta finalmente sera. Marinette ed Adrien dormivano ormai dal primo pomeriggio, che per loro era comunque notte fonda dato l’orario di arrivo. Horrificator ed Anansi, dopo aver mostrato loro le stanze ai due viaggiatori temporali, li avevano lasciati tranquilli, detrasformati e già pronti per dormire, mentre loro tornarono ad occuparsi delle faccende al rifugio. Dragakin era ritornato ad essere AJ ed aveva passato tutto il pomeriggio a passare da ogni singolo abitante per dare la notizia della cattura di Volpina, calmando completamente le acque. Adesso si stava dirigendo verso la stanza in cui avevano recluso Volpina, legata da delle irrisolvibili catene tecnologiche create da Robostus come sostitute agli yo-yo di Ladybug, con Burattinaia ed Invisibile a guardia della porta. Avevano deciso di piazzarla a fianco della sala di comunicazione, così che qualsiasi problema potesse esserci, Nathalie avrebbe potuto farlo sapere immediatamente a tutti. La più giovane aveva in mano una bambola di Volpina, così da controllarla nel caso avesse tentato una mossa, mentre la seconda stava lì come supporto non visto alla protezione. Una volta lì’ davanti, però, AJ sapeva che c’erano entrambe

“Manon, Sabrina” fece un cenno con la mano per salutarle “Tutto tranquillo?”

“Non si è mossa di un millimetro” rispose Burattinaia giocherellando con la bambola della nemica “Glie le hai suonate per bene, non riuscirebbe neanche a pensare di resistere al mio controllo”

“Meglio così, non voglio sorprese da lei. Immagino… che non abbia neanche detto nulla… sull’avamposto, intendo”

“AJ...” iniziò a dirgli Invisibile, restando senza parole. Le bastò semplicemente usare un tono di voce compassionevole per far capire i suoi pensieri al ragazzo

“Io… lo so…” rispose, giocherellando con le mani e sospirando disperato “Abbiamo avuto un sacco di perdite in poco tempo… prima Ben, poi l’intero avamposto del Le Grand Paris… mi piacerebbe solo illudermi che li ha semplicemente, non lo so, legati e nascosti… ma so che non è ciò che ordinerebbe Akuma” si asciugò una lacrima, venendo consolato da Shivihs, che si strusciò contro la sua guancia per farle sentire il suo calore. Abbozzò un sorriso per farla contenta e tornò a rivolgersi alle donne di guardia “So che devo essere realista… è solo dannatamente difficile”

Burattinaia gli mise un braccio sulla spalla e lo strinse leggermente a se “Ti capiamo, anche noi come te vorremmo che le cose fossero andate diversamente...”

Il gesto d’affetto fece piacere al Wielder, ma lo mise anche un po' in imbarazzo. Un conto erano gli ex compagni di classe di Marinette ed Adrien, erano uomini e donne ormai parecchio cresciuti e prossimi alla mezza età, ma Manon non era ancora così, era ancora sulla trentina ed anche se non lo avrebbe mai ammesso la trovava affascinante nonostante avesse il doppio dei suoi anni. Tossì, leggermente rosso in viso, e svicolò dalla stretta “Volete… volete che dia il cambio ad una di voi?”

“Siamo a posto per ora” rispose Invisibile, accompagnata da un cenno concordante di Burattinaia “Più tardi, forse, se non trovi nulla da fare, ma abbiamo comunque turni preparati fino a domani”

Anche AJ rispose di si con la testa e ricominciò ad avviarsi per le vie del rifugio, lasciando le due donne a vigilare in pace e senza distrazioni. Prima di ritornare seriamente a fare la guardia, però, lo osservarono andare via con un sorriso complice in viso. Il piano di metterlo in imbarazzo sussurrato da Invisibile mentre l’aveva visto arrivare era riuscito bene, e sembrava aver anche scacciato leggermente le sue preoccupazioni

 

Il tempo passava, e dopo che Burattinaia e Invisibile diedero il cambio a Gamer e Robostus, ancora la nottata procedeva tranquilla. Dentro alla stanza, però, le cose non erano tranquille come sembravano. Era vero che Volpina era bloccata e che senza il flauto non poteva usare le illusioni, ma non per questo era stata abbandonata. Non era mai da sola…

Una voce cominciò a risuonare nella sua testa. Era fredda, grave, diabolica e assetata di sangue. Era Akuma, in comunicazione mentale con la donna

/Ottimo lavoro, ragazza mia…/ si congratulò lui, mettendola sull’attenti

/M-Mio signore?/ rispose subito, piuttosto nervosa, sentito il richiamo del demone /Mi dispiace, i-io… sono stata presa… il piano di entrare è…/

/Il piano è andato alla perfezione/ rispose, soddisfatto /Tu sei dentro… esattamente dove ti volevo/

/Ma… non posso fare nulla. La barriera è ancora in piedi/

/Quella non sarà più un problema/ rispose con una punta di macabro, lasciandola confusa /Tu hai fatto la tua parte, sei stata brava… ed adesso, non mi servi più viva/

/C-Cosa?!/ esclamò, spaventata per l’affermazione /Cosa vuole dire?! Io credevo che…/

/Che tu fossi importante?/ terminò per lei, ghignando /Non farmi ridere, sai bene qual’è il tuo posto… ed adesso, ti affiderò l’ultimo compito, quello più importante… muori per me!/

“No… NOOO!” esclamò, stavolta a voce, mettendo in allerta le donne fuori. Il suo corpo cominciò a brillare di energia oscura trasbordante, che la fece gonfiare come se fosse riempita d’acqua, fino a farla esplodere trascinando con se i muri che aveva attorno. I due potenziati di guardia si salvarono soltanto grazie ai riflessi di Gamer, che alzò al primo cenno di anormalità uno scudo di pixel donato dal suo mecha virtuale. Meno fortunati furono Nathalie ed il Gorilla, nella stanza accanto, che vennero travolti all’improvviso dal crollo strutturale. Ma nonostante ciò, la buona sorte fu comunque dalla parte della donna, in quanto l’amico era un muro di carne e le aveva fatto da scudo umano contro le macerie, uscendone ferito ma ancora intero

Passato tutto l’effetto della detonazione, i quattro osservarono che dentro la stanza era rimasto soltanto un segno nerastro nel punto in cui avevano accasciato Volpina, i resti della sua stessa esplosione. Ma sopra le loro teste aleggiava qualcosa che non volevano assolutamente vedere: una singola Akuma di Sangue, ma traboccante di energia nera pulsante, quella che ricondussero subito al potere di Akuma. La magia oscura zampillava dalla farfalla come se fosse un piccolo sole, sovraccaricato di potenza demoniaca per essere un surrogato del demone

Capirono abbastanza in fretta che la situazione era precipitata di punto in bianco. Il Gorilla aiutò Nathalie a rimettersi seduta sulla sedia a rotelle e lei cominciò con una fretta indiavolata a mandare messaggi a tutti tramite i cellulari presenti nella stanza, con parole preimpostate in caso di pericolo. A tutti, eccetto che a Dragakin, che esitò a mandare ed alla fine evitò completamente di fare. L’aura attorno all’Akuma di sangue sembrò guardarsi attorno, mossa da una volontà sinistra, ed adocchiò in mezzo a tutti Nathalie come la più debole. Come un mantello, cominciò a muoversi per ghermirla, ma Robostus se ne accorse per tempo ed assorbì i pezzi tecnologici presenti nella sala comunicazioni per formare uno scudo contro il colpo che stava per colpirla

Ma fu la scelta peggiore per il piccolo robot. Uno scudo fisico, così debole e raffazzonato sul momento, non riuscì a reggere la botta, con il risultato di essere lui stesso colpito dall’attacco dell’Akuma di Sangue. Il potere diabolico di Akuma iniziò a fluire nell’essere artificiale, che in poco tempo finì prima con lo spegnersi e poi con il ridursi letteralmente in polvere, non lasciando alcuna traccia di lui

“Markov! NO!” gridò Gamer, disperato ed infuriato “Bastardo! La pagherai per questo!”

Colto da furia vendicativa, l’esile potenziato si fece forte dei suoi poteri, costruendo non il suo normale robot da combattimento gigante, ma una tuta completamente fatta di pixel che lo ricoprì da testa ai piedi, utile per combattere in spazi più stretti. Furibondo per la perdita dell’amico, si gettò a testa bassa sul lepidottero per colpirlo con un pugno trasformato per l’occasione in trivella, sperando di farla a pezzi. Ma, allo stesso modo in cui l’oscurità aveva funzionato da attacco, ebbe effetto anche come protezione. La trivella cominciò ad emettere scintille a contatto con il velo d’ombra, senza riuscire minimamente a scalfirlo. Anzi, produsse l’effetto opposto, la trivella venne distrutta e Gamer venne sbalzato all’indietro per la resistenza della protezione, andando a sbattere contro il muro. Ma non aveva certo intenzione di fermarsi per così poco

Si rimise in piedi, puntando dei cannoni cresciutigli sulla schiena contro il perfido animale, ma prima che potesse fare fuoco vide che l’Akuma stava volando nella sua direzione. Si preparò a fare fuoco di contrasto, ma era chiaro che non avesse speranze

“Levati di lì’!” gli gridò Nathalie, venendo ignorata. Non si sarebbe mai mosso, doveva anche solo provare a vendicare il suo amico appena caduto. Prima che potesse far fuoco, però, il Gorilla si piazzò tra lui e l’Akuma, venendo colpito in pieno dall’afflusso oscuro. L’Akuma sparì dentro di lui e lo fece cadere in ginocchio, cercando con tutte le sue forze di resistere

“No… non anche tu...” mormorò Nathalie, vedendo come sul corpo dell’amico stessero iniziando a formarsi delle crepe traboccanti di oscurità. Il Gorilla sapeva bene che cosa aveva fatto. Sorrise a Nathalie e, con tutte le sue forze, si alzò in piedi per poi iniziare ad allontanarsi di lì il più velocemente che il dolore gli permettesse. Gamer rimase spiazzato dal suo gesto, paralizzato ed incapace di pensare. L’anziana, vedendolo voltare l’angolo con un ultimo saluto ed un pollice in su per dirle che era tutto ok, si morse le labbra cominciò a spingere la sua carrozzina verso Gamer

“Dobbiamo andarcene di qui!” mormorò con voce strozzata da un pianto che non voleva far uscire “Non possiamo fermarlo, e non deve trovare i ragazzi! Dobbiamo… “ sospirò impaurita “Noi dobbiamo mettere in atto il piano…”

“Q-Quale… aspetta… quel piano?” rispose Gamer, ritrovando momentaneamente lucidità. Nathalie gli annuì, mostrandogli uno sguardo deciso. Nessuno sperava di arrivare a tanto, ma sapevano che non c’era altro modo

“Quell’Akuma di Sangue… è come se fosse Akuma, una sua estensione. È entrato nel rifugio… che cos’altro possiamo fare?”

“I-Io...” cercò di dire l’uomo, senza però trovare risposte “Hai… hai ragione, noi… dobbiamo farlo. Non c’è altro modo…” alla fine, si arrese all’evidenza, e cominciò a spingere con tutta la propria forza la sedia a rotelle di Nathalie per allontanarsi il più possibile di lì

“Credi che gli altri saranno d’accordo…?” domandò Nathalie, anche se chiedere una cosa simile non poteva ricevere una facile risposta

Gamer sorrise mestamente, rassegnato “Non ci aspettavamo certo che sarebbe stato necessario… non in questo modo. Ma siamo tutti pronti… lo siamo sempre stati“

“Per adesso dobbiamo guadagnare più tempo possibile” aggiunse la donna, con rinnovata decisione “Non solo AJ, ma anche Marinette ed Adrien sono coinvolti. Avvertirò anche gli altri di tenersi pronti…” sospirò, per poi ricordarsi ad alta voce che cosa stavano per fare “Dobbiamo fare in modo che quei tre possano scappare di qui senza problemi mentre noi teniamo Akuma occupato”

“Sacrificare le nostre vite adesso, per salvarci nel passato...” commentò Gamer, ironizzando nonostante il dolore che provava, quasi a voler imitare Chat Noir “Se me lo avessero detto prima che tutto questo accadesse, lo avrei trovato folle”

“Infatti è una follia...” aggiunse Nathalie “Ma meglio diventare folli, piuttosto che perdere la speranza. La speranza che per quei ragazzi, e per noi stessi del loro tempo, il mondo non diventi come questo...”

 

AJ, dato che non aveva trovato nulla da fare, si era ritirato nella sua stanza per far riposare Shivihs e Nooroo, entrambi piuttosto stanchi. Lui no, era ancora vigile ed attento, si sarebbe potuto dire fresco come una rosa. Ora che pensava che le acque si fossero calmate, gli sarebbe piaciuto andare singolarmente da Marinette ed Adrien e parlare dei loro nuovi poteri, della loro prima esperienza nell’utilizzarli e di tutto ciò che ci stava attorno, un po' come avevano fatto loro la prima volta che era diventato Dragakin. Ma era meglio lasciarli riposare, avevano passato momenti piuttosto intensi e dovevano dormire. Mentre lui si rilassava in attesa di qualcosa da fare, però, Shivihs si svegliò di soprassalto, colta da un malessere interiore che la fece tremare

“AJ...” mormorò impaurita, attirando le preoccupate attenzioni del ragazzo. Non l’aveva mai vista così “C’è… c’è qualcosa che non va...”

“Cosa? Stai male?” gli domandò controllando se avesse la febbre o se avesse un colorito diverso

“No… non io… credo riguardi Volpina…” rispose, continuando a tremare tenendosi lo stomaco

Il ragazzo continuava a non capire, ma vederla in quello stato gli fece venire il dubbio che avesse ragione, con quella donna non si poteva mai sapere. Lasciò Nooroo a riposare, portandosi comunque dietro la Spilla della Farfalla in caso di necessità, ed uscì dalla stanza assieme a Shivihs dirigendosi da Volpina. Ma appena fuori dal corridoio, notò qualcosa che non andava

In quelle gallerie, dove si trovavano i dormitori, non c’era mai un gran via vai di persone, normalmente tutti sapevano dove sbucare per entrare in fretta nelle loro stanze. Ma adesso, vide passare tanti tra uomini e donne, con aria spaventata e frettolosa. Si preoccupò ancora di più che ci fossero problemi e si mise a correre per raggiungere velocemente la stanza della prigione della donna

Lungo la strada che lo avrebbe condotto lì, incrociò per sua fortuna Tempestosa e Dessinateur, fermi davanti ad uno degli ingressi dei dormitori. Dal loro volto, si vedeva bene che erano preoccupati

“Ragazzi!” esclamò, facendoli paralizzare “Che sta succedendo?!”

“AJ, noi...” rispose l’uomo, senza riuscire a dire altro. Tempestosa, in quel caso, si prese carico della parola per lui

“Volpina… sembra che si sia liberata. E purtroppo Gamer e… Robostus… non sono stati in grado di fermarla” disse, cercando di sembrare più naturale possibile, senza far sapere cosa fosse successo al robot e senza neanche chiamare in causa Nathalie ed il Gorilla

AJ passò dalla sorpresa alla rabbia in un attimo. Era proprio il genere di notizia che sperava di non sentire”

“Dov’è andata?!” domandò rabbioso, stringendo la Spilla della Farfalla per comunicare con il suo Kwami “Nooroo, vieni qui per favore, dobbiamo di nuovo dare la caccia a Volpina!”

“Lei… credo stia cercando i ragazzi” gli disse la donna, indicando i dormitori “Sa che con loro in giro non può neanche sperare di avvicinarsi ai Miraculous. Abbiamo pensato di precederla, Anansi e Horrificator stanno già andando a svegliarli”

“Bene, perfetto!” esclamò sollevando il Medaglione ed osservando Shivihs, che gli annuì per dirgli che era pronta “Troverà NOI ad accoglierla! Shivihs, trasformami!”

A trasformazione ultimata, con la coda ritornata al posto giusto, arrivò anche Nooroo un po' stordito dall’essersi appena svegliato. In breve, anche Ladybug e Chat Noir si svegliarono e si trasformarono con i nuovi Miraculous, raggiungendo il resto del gruppo

“Spero abbiate dormito abbastanza” disse loro Dragakin, allargando le ali “Volpina è scappata di nuovo, dobbiamo riprenderla… stavolta credo che le spezzerò le gambe, così non ci proverà più!”

I super non avevano molto da dire, ormai avevano capito come le cose funzionassero e che poteva essere una misura di sicurezza accettabile, soprattutto se la donna voleva uccidere qualcuno. Non vista dagli altri, Anansi tirò fuori il cellulare e chiamò Inverso, facendo finta che fosse stato lui a chiamare lei

“Pronto…? Si, sono con noi… va bene. Arriviamo” riattaccò e ricominciò a parlare con gli altri “Erano Inverso e Dark Cupido. Ci aspettano nella sala principale, vogliono intercettare Volpina lì”

“Perfetto!” esclamò il mezzo drago, alzandosi in volo “Tutti con me, prendiamola!”

Lui si mise subito in marcia in volo, lasciando dietro di se potenziati, Wielder e Nooroo, che non si aspettava un suo scatto così improvviso. Ladybug aprì immediatamente le ali e Chat si mise in posizione di scatto, con il Kwami intenzionato a seguirli, ma la loro strada venne bloccata da Anansi tirando una ragnatela in tutto il corridoio, impedendogli di proseguire

“Aspettate un attimo” li esortò Dessinateur, con tono abbattuto “Dobbiamo parlarvi prima”

Erano ancora sotto l’effetto del dormiveglia e non se ne resero conto prima, ma non era l’unico ad essere giù di morale. Anche gli altri potenziati erano così, intuibile benissimo dai loro sorrisi. Erano falsi, di circostanza, nascondevano più di quanto stessero dicendo, almeno a Dragakin

“… che cosa succede?” domandò Ladybug, preoccupata per l’aria che si era creata

“… Markov ed il Gorilla… non ci sono più” spiegò loro Tempestosa, facendoli sobbalzare

“Co… Cosa?” fece Chat Noir, a bocca aperta, venendo distrutto da quella notizia. Anche Ladybug non fu da meno

“Volpina… lei li ha...” cercò di dire la ragazza, ad occhi lucidi per le ulteriori perdite, ma la potenziata scosse la testa

“No. Anche Volpina è morta, molto probabilmente”

“… e allora chi è stato?” chiese Chat, con aria piuttosto iraconda

Dragakin, nel frattempo, non si era accorto di essere da solo. Stava proseguendo nel suo percorso dritto nella sala principale, con occhi iniettati di sangue. Avrebbe catturato di nuovo Volpina e stavolta non ci sarebbero stati altri eventi del genere

“È stato Akuma” proseguì a spiegare Tempestosa “Siamo stati stupidi. Ed incauti. Le Akuma di Sangue sono un estensione del potere di Akuma… quella dentro Volpina ha preso il sopravvento ed adesso è libera qui dentro, nel rifugio. Normalmente non sono un problema perché agiscono come se fossero esseri con un solo obiettivo, senza volontà, ma questo è un caso a parte. In pratica, è come se Akuma stesso fosse riuscito a passare”

“Allora è a lei che stiamo dando la caccia!” esclamò Nooroo “Perché non lo avete detto ad AJ?”

“Perché… ormai è troppo tardi… non c’è modo di fermare quel demone. Quando potevamo tenerlo lontano dal rifugio, forse, ma ora che è dentro è finita. Per tutti noi”

Infine, Dragakin arrivò nella sala principale, dove trovò Dark Cupido ed Inverso ad attenderli. Ma con loro c’erano anche Nathalie e Gamer, fuggiti lì dopo l’incontro ravvicinato con il potere di Akuma, il resto dei potenziati e tutti gli altri abitanti del rifugio che ancora non erano stati coinvolti. Il ragazzo rimase stupito, ma sembrò felice, perché ciò che aveva capito era che tutti volevano aiutare. Mise mano alla Spilla della Farfalla per attivarne i poteri, ma Dark Cupido lo fermò scuotendo la testa, confondendolo

“Beh, allora… dobbiamo andarcene!” suggerì Tikki “Fuggiremo via di qui, e quando il peggio sarà passato, torneremo a recuperare gli altri Miraculous!”

“Non ci possiamo avvicinare a quei gioielli, lo hai dimenticato?” disse Anansi, cercando di mostrarsi dolce “E comunque, la prima cosa che farebbe Akuma sarebbe distruggerli, come quando distrusse tutti gli altri”

Dessinateur prese la parola “Ed una volta fuori dal rifugio, saremmo costretti comunque a vedercela contro Akuma, come adesso. Ed è uno scontro che non abbiamo mai potuto vincere, neanche quando voi c’eravate ancora”

“Allora… cosa vorreste fare?” domandò Chat, ormai a corto di idee. Prima di rispondere, i potenziati si scambiarono qualche sguardo, perché chiunque avesse risposto tra di loro avrebbe dovuto usare le parole giuste. Alla fine, fu Anansi a spiegarglielo

“Noi abbiamo un piano. Beh, è da molto tempo ormai che lo abbiamo, più o meno da quando voi, mia sorella e gli altri Wielder ci avete lasciati. Nessuno di noi è in grado di contrastare Akuma, provarci porterebbe solo alla morte. C’è solo un potere in grado di fermarlo, ed è il vostro combinato con quello di AJ. Ma non nel nostro tempo, non con il suo gruppo di alleati akumizzati. E soprattutto non con Akuma al pieno dei suoi poteri. Oggi siete riusciti a fermare Volpina, ma solo perché era da sola ed in uno spazio chiuso. In un altro scontro, ci sarebbero stati anche Akuma ed il resto del suo esercito, non avreste avuto neanche il tempo di estrarre le armi...”

“Non… ci hai ancora detto il piano...” fece notare Plagg

“Prima volevo essere chiara, perché ci abbiamo pensato a lungo prima di arrivare a questa decisione. L’unico modo che abbiamo per fermare Akuma è nel vostro tempo, prima che possa liberarsi e creare dei servitori, quando era ancora debole perché appena liberato. Ma se adesso quella Akuma di Sangue dovesse prendere uno di voi tre, tutto sarebbe perduto, e non si salverebbe né il vostro tempo né il nostro. Ecco perché noi faremo da esca” disse allargando le braccia, per indicare “Tutto il rifugio resterà a coprire la vostra fuga mentre voi ritornate indietro nel tempo e fermate Akuma”

Ladybug, Chat Noir, Tikki, Plagg e persino Nooroo sgranarono gli occhi. Era un piano folle, che nemmeno il Kwami della Farfalla conosceva. E mentre veniva spiegato a loro, anche Inverso e Dark Cupido misero Dragakin al corrente della loro mossa successiva. Ovviamente, il ragazzo non la prese bene ed iniziò ad adirarsi per quella follia senza senso

“Noi… non possiamo permettervi di farlo!” esclamò Ladybug arrabbiata per certe parole, puntando i piedi sulla sua decisione “Voi ci state chiedendo di lasciarvi a morire! Credete davvero che vi lasceremo così?!”

“Non se ne parla! Assolutamente no!” si aggiunse al coro Chat, gesticolando con le mani per negare di volerlo fare “Ci inventeremo qualcos’altro, qualcosa che non riguardi il lasciarvi morire, qualcosa...”

“Noi siamo già tutti morti!” esclamò Tempestosa, infervorandosi e con le lacrime agli occhi “Lo sappiamo che voi non siete così! E che neanche AJ lo farebbe mai! Ma pensate che ci sia ancora modo di salvarci? Se restiamo nel rifugio, dovremmo vedercela con l’Akuma di Sangue e moriremmo! Ed anche se dovessimo sopravvivere, se uscissimo tutti, ci sarebbe sicuramente Akuma ad aspettarci, e moriremmo comunque! Se non oggi, domani, se non domani, avremmo comunque il tempo contato… ma se restiamo qui a distrarre l’Akuma di Sangue, non si accorgeranno che voi ve ne sarete andati e potremmo almeno aiutarvi!”

“Lo abbiamo già visto” ricominciò a spiegare Dessinateur “Da quando avete ferito Akuma nell’ultimo scontro, tende a mandare questi suoi emissari, chiamiamoli così, che controlla lui stesso a distanza. Perché ha paura di riportare altre ferite. Ma facendo così, perde mordente su tutto il resto del suo esercito. È come se si distraesse, ed è l’unico momento che potete sfruttare per salvarvi”

“È stato il vostro ultimo gesto” disse loro Anansi “Avete impiegato tutti i vostri sforzi per ferire Akuma e lasciargli un punto debole. È finalmente arrivato il momento di sfruttarlo. Ma non potete combatterlo adesso, è inarrestabile. Ci siete voluti tutti e cinque voi solo per fargli un po' di male… da soli, finireste solo con il morire per nulla”

Tempestosa continuò a parlare “Per favore, ragazzi… non ve lo chiederemmo, se non ne fossimo sicuri… questo posto ormai è irrecuperabile. Il nostro mondo ha subito troppe perdite, non c’è più modo di riprendersi da questo… ma il vostro no. Non buttate tutto via perché volete salvarci da qualcosa di inevitabile… piuttosto, pensate a salvarci per davvero. Nel vostro tempo, dove avete ancora la speranza di riuscirci”

Dragakin strepitava e gridava, insultando i presenti per la loro idea malsana, ma nessuno sembrò prendersela. Sorridevano tutti, perché sapeva che stava facendo quella scenata solo perché teneva a loro. A tutti loro. Inverso, preso dalla commozione, si gettò addosso al ragazzo per abbracciarlo, facendolo calmare, ma iniziando a fargli tirare fuori le lacrime. Non li avrebbe abbandonati, mai e poi mai

“Lo sapete anche voi” constatò Dessinateur “Ciò che cambierete nel passato non possiamo sapere che effetto avrà sul futuro. Potremmo comunque sparire tutti, o potrebbe restare tutto quanto com’è. In entrambi i casi, non avrà importanza cosa ci succederà adesso, questo lo abbiamo sempre preso in considerazione sin da quando abbiamo pianificato il viaggio nel tempo. Per tutti noi, l’importante è che da qualche parte il mondo vada avanti senza che Akuma lo distrugga”

Il loro ragionamento, preso sotto questa luce e spiegato con quelle parole, era la cosa più logica e sicura da fare. Ma non la più giusta, non lo sarebbe mai stata. Chat rimase senza parole, sforzandosi con tutto se stesso di farsi venire un’altra idea, un’idea migliore, ma dovunque provasse ad andare a parare non trovava nulla di fattibile

“Allora… venite indietro nel tempo con noi!” esclamò la ragazza, come se fosse la decisione più ovvia, ma nuovamente gli altri dovettero dissentire

“Noi non possiamo viaggiare nel tempo” spiegò Tempestosa “Per evitare che l’orologio di Chronogirl perdesse potere una volta che lo abbiamo caricato, Nooroo lo ha legato alla Spilla della Farfalla, così che diventasse come un suo potere fino al suo esaurimento”

“E questo… cosa significa?” chiese Ladybug, che non aveva capito la spiegazione. Fu Tikki a chiarirglielo, con aria mortificata dopo averlo sentito

“È come lo Scudo Protettivo… solo chi possiede i Miraculous può passare. E se il portale era instabile con solo voi a passarlo, vuol dire che si chiuderebbe e non ci permetterebbe di portare altre persone con noi”

“O peggio” aggiunse Plagg “Potremmo perderli chissà dove, o chissà quando, se passassero con noi… ed AJ ci ha detto che devono passare ore prima che se ne possa riaprire un altro. In tutto quel tempo non potrebbero mai aspettarci nello stesso punto… o potrebbe già essere troppo tardi…”

"È come hanno detto loro" confermò loro Anansi "Il fatto di aprirlo in posti lontani dalla vista è solo una precauzione estrema, per evitare problemi di qualsiasi tipo, ma non è necessario"

“Ma...” cominciò a tremare Ladybug, senza più idee. Senza più piani. Senza più riuscire a capire come fare a salvarli “Non… non vogliamo lasciarvi morire...”

“E di questo ne siamo felici” disse Anansi abbracciandola assieme ad Horrificator “Significa che tenete a noi. Ma… se davvero è così, allora vi chiediamo solo di salvarci nel vostro tempo, quando ancora aveva senso… quando avevamo ancora qualcosa per cui essere vivi e combattere”

“Vi prego” li iniziò ad implorare Dessinateur “Fatelo non solo per noi del vostro tempo, ma anche per voi stessi… e per AJ. Perché avrà bisogno di qualcuno accanto a lui, ed ormai siete gli unici che possono farlo”

I kwami non dissero più nulla, ma si vede che per loro era una decisione difficile da prendere. Chat Noir li guardò negli occhi, vedendo in loro non la paura di morire, non tristezza e non follia, ma felicità e compassione nel compiere quel gesto estremo. Mise una spalla sulla mano di Ladybug

“Milady, andiamo...”

“Cosa? No!” esclamò in risposta, cercando di scostarsi dalla sua presa “Non ce ne andremo! Troveremo un modo per...”

“Ladybug!” gridò ad alta voce, facendo girare la ragazza verso il suo volto. Era rigato dal pianto, con il cuore a pezzi per la decisione che aveva preso “Noi… noi possiamo evitare che tutto questo accada! Dobbiamo evitarlo! Ma non qui… non più… “ si passò un braccio sul viso per pulirsi “Non facciamogli buttare le loro vite al vento per nulla! Stanno facendo tutto questo perché hanno fiducia in noi, nel fatto che vinceremo… ed è quello che faremo!”

“M-Ma...” provò a dire Ladybug, venendo però sopraffatta da quanto il suo compagno fosse serio e deciso. Lanciò uno sguardo ai volti degli ultimi rimasti, vedendoli sorridere, sicuri di loro e di ciò che stavano per fare. Alla fine, dato tutto ciò che aveva sentito, si arrese, fece cadere le braccia ed annuì “… o… ok...” mormorò, affranta. Non poteva credere di aver appena accettato, ma proprio perché lo aveva fatto, si era appena promessa dentro di se che tutto ciò sarebbe servito a fermare Papillon ed Akuma. Costi quel che costi, non si sarebbe fermata di fronte a nulla. Stava per perdere tutti quanti in quel tempo, ma nel suo non sarebbe andata così, ne fosse andata della sua vita

I Kwami, anche se piuttosto riluttanti, capirono dai loro Wielder che era la cosa migliore da fare, per tutti. Si misero sulle spalle dei rispettivi super e cercarono di tirarli su di morale con la loro presenza, anche se era impossibile dopo aver preso una decisione del genere stare meglio

“Ed AJ?” chiese Nooroo, piuttosto intristito “Lui non vi lascerà mai fare una cosa del genere… sapete che è troppo testardo e che non ascolta nessuno… anche se quello che dite è giusto, lui…”

In realtà quello che il piccolo Kwami sperava in cuor suo, come tutti gli altri li presenti seppure riluttanti ad ammetterlo, era che la determinazione di AJ li spingesse a cambiare tutti quanti idea. Ma nessuno parve porsi il problema

“Di lui se ne stanno già occupando gli altri” chiarì subito Anansi, per poi strappare la ragnatela che gli aveva bloccato la strada “Raggiungetelo. E buona fortuna, a tutti voi”

Ormai era finito il tempo delle parole. Ladybug, Chat Noir ed i Kwami assieme a loro si incamminarono a passo spedito verso la sala principale guidati da Nooroo. Ora era venuto il momento di Agire: Tempestosa sapeva bene che il Kwami porpora conosceva la strada ad occhi chiusi, perciò alzò una fitta foschia che rapidamente si diffuse in tutto il rifugio. Un aiuto per coprire la loro fuga e per disorientare il demone

 

Dopo qualche minuto di girovagare nella nebbia, Nooroo finì per arrivare assieme agli altri nella sala principale. Radunati lì, erano rimasti soltanto Dark Cupido, Inverso, Nathalie e Dragakin, mentre il resto di loro era già andato a far baccano per attirare su di se le attenzioni dell’Akuma di Sangue

“Siete arrivati finalmente” gli disse l’oscuro agente dell’amore, osservando poi le arie deluse ed amareggiate sui loro volti “Gli altri devono avervi spiegato le cose, a giudicare dalle vostre facce...”

Ladybug provò ad ignorare l’uomo e si rivolse direttamente al Wielder “AJ… a te sta davvero bene questo piano?”

Dragakin si voltò verso di loro ed annuì “Si. Dobbiamo andarcene subito”

I ragazzi ed i Kwami appena arrivati rimasero spiazzati da una risposta simile. Non si sarebbero mai aspettati che accettasse un piano suicida del genere, per di più così di buon grado. Ma si resero ben presto conto di che cosa era successo vedendo l’espressione sul volto degli uomini dietro di lui. In particolare, quella di Inverso

“Marc… hai usato il tuo potere… per costringerlo ad andarsene?”

“Sapevamo che sarebbe stato necessario” rispose al posto suo Dark Cupido “Non se ne sarebbe mai andato, senza fare così”

“E noi, invece?” domandò Chat, visibilmente contrariato da una mossa tanto subdola “Non sarebbe stato più facile anche farlo a noi? Perché convincerci?”

“Perché voi avete capito” gli rispose Inverso “AJ è ancora molto infantile, non ragiona spesso a mente lucida e vuole salvare tutti. Ma la verità, purtroppo, è che noi non possiamo più essere salvati. Questo mondo non può più essere salvato. Lui voleva riuscire a vincere tutto in entrambi i nostri tempi… ma qui, ormai, non c’è più niente da vincere”

Fu Nathalie poi a prendere la parola “Voi siete più maturi e obiettivi… riuscite a prendere la decisione migliore, anche se è dolorosa.” mise le mani sulle sue gambe per farsi capire meglio “Avete capito che questo mondo è come un animale in punto di morte, non c’è possibilità di salvarlo. Può solo essere abbattuto… sapevamo che vi avrebbero convinto per questo”

“Detta così, è davvero orribile...” puntualizzò Plagg, avvicinandosi dispiaciuto

La donna gli carezzò il capo e gli rispose “Ma è la verità” poi lasciò il Kwami nero e si fece seria “Adesso andate. Noi non possiamo trattenere Akuma per molto. Tutti quanti vi salutano e fanno il tifo per voi… ”

Ladybug fu sul punto di piangere, ed un paio di calde lacrime le bagnarono le guance, ma si dovette fare forte. Chat aveva già versato le sue, la decisione per lui era presa, e non ci pensò oltre. Anche perché sapeva che il minimo ripensamento lo avrebbe bloccato, soprattutto a rivedere Nathalie in quel modo. Annuirono loro e cominciarono a prendere la via d’uscita, sapendo che poi non ci sarebbe più stato modo di tornare indietro. Dragakin sembrava impaziente di andarsene, a segno di come al contrario volesse rimanere lì. Mentre passavano al loro fianco, porsero loro gli ultimi saluti, abbracciandoli uno ad uno. Speravano ci fossero più persone, ma non potevano lasciare fuori controllo il mostro che infestava il rifugio

“Abbiate cura di voi, ragazzi. Vi salutano tutti quanti, ovviamente” gli disse Inverso “Dovete crescere e diventare almeno come eravate qui da noi”

“Anche meglio, chissà come sareste diventati alla nostra età… vedete di raggiungerla!” aggiunse Dark Cupido, cercando di sdrammatizzare, ma non c’era nulla da fare per rimettere a posto il malessere portato dalla loro decisione

Nathalie non disse nulla ad alta voce, si limitò a stringerli entrambi, ma quando fu il turno di Chat gli sussurrò alcune parole “Adrien, c’erano tante cose che tuo padre voleva dirti… ho sempre avuto paura che non saresti mai riuscito a sentirgliele dire, e che dette da me non avessero significato o importanza, o forse anche peggio. Ma adesso so che lo farà lui direttamente, senza bisogno che sia io a farlo al posto suo”

Adrien si staccò da lei e le annuì, cercando di sorridere. Immaginava che la donna intendesse che in realtà Gabriel gli aveva sempre voluto bene e che non glielo aveva mai dimostrato abbastanza, cosa che spesso la Nathalie del suo tempo sembrava sempre voler dire quando l’uomo mancava nella sua vita. Ma in realtà, la donna parlava non solo di quello, ma di tante altre cose

Infine, con un ultimo cenno della mano, i due potenziati si fiondarono in volo dentro ai cunicoli del rifugio, lasciando Nathalie nella sala principale. La donna sarebbe stato l’ultimo baluardo vivente a difendere la fuga degli Wielder

 

Si era fatta notte in città. La colorazione del cielo era di un blu scuro molto vivido e normale, a differenza del rosso che avevano visto per tutto il giorno, ma non brillava nemmeno una stella. Sbucarono appena fuori al Le Grand Paris, dove per la prima volta erano entrati e dove Volpina era riuscita ad intrufolarsi. Già, Volpina, nulla di tutto quello sarebbe accaduto se non per quel singolo attimo di distrazione di Dragakin. La situazione sarebbe rimasta la stessa di come quando erano arrivati. Ma per quanto avrebbero retto, ancora, si chiedevano. Se era sempre bastato così poco per ribaltare le sorti e le vite di tutti, per distruggere il loro equilibrio, forse il loro arrivo era stato più un guaio che altro

Appena fuori, però, la situazione era pessima. Tutto attorno al rifugio si trovava uno sciame di Akuma, e questa volta era davvero uno sciame. Migliaia e migliaia di farfalle oscure svolazzavano sopra le loro teste, formando quasi una cupola a se stante

“Questa non ci voleva...” disse a bassa voce Ladybug, sperando di non essere sentita “Akuma saprà di noi così!”

“No, ti sbagli” gli ricordò subito Nooroo “Ce l’hanno detto prima, Akuma non ha controllo su quello che vedono queste Akuma di Sangue finché è impegnato a controllare quella nel rifugio. Possiamo farci strada con la forza”

“Non possiamo aprire un varco qui?” domandò Chat, a cui però il Kwami rispose negativamente

“Siamo in mezzo alla strada, se aprissimo il portale qui, qualcuno potrebbe passare per sbaglio! La prima volta avevamo scelto quell’avamposto perché era molto in alto, sulle rovine della Tour Eiffel”

Da quell’affermazione, i ragazzi si resero conto di non aver nemmeno riconosciuto il parco e l’assenza dell’attrazione per cui il loro paese era così famoso

“Dobbiamo trovare un posto nascosto e disabitato, così che nessuno possa entrarci dal vostro tempo e da permetterci di passare senza poter essere seguiti. Le Akuma di Sangue non devono assolutamente passare per il varco, non possiamo correre il rischio”

“Dove avevate deciso di aprirlo la prossima volta?” chiese Tikki a quel punto, sapendo che si erano già riorganizzati

“Volevano andare in un ex-avamposto, ora disabitato. Potevamo riprenderne il controllo grazie al vostro aiuto, ma adesso servirà solo come punto di passaggio momentaneo. Ha una cantina bella grande perfetta per il nostro scopo. Nel vostro tempo è abitato, ma l’uomo che ci vive riconoscerà la magia e si metterà in guardia piuttosto di avvicinarsi e controllare un varco temporale”

“Aspetta… l’avamposto è casa di Maestro Fu, per caso?” domandò Plagg, a cui Nooroo fece semplicemente un cenno positivo “Sicuro che sia una buona idea?”

“A me sta bene” si intromise nel discorso Chat, non nascondendo il fatto che gli avrebbe fatto piacere andarci non essendoci mai stato

“Ed in ogni caso non saprei dove altro andare… per quanto riguarda Maestro Fu, sono sicuro che non correrà il rischio di venire da questa parte. Il problema del portale è che deve esserci un piccolo corridoio da cui prendere la rincorsa per aprirlo, come faceva Chronogirl ma in uno spazio più stretto. E punti sopraelevati qui e disabitati da voi non ne esistono più ormai…”

Ladybug si rivolse a Dragakin “AJ, tu che dici?”

“Eh? Oh, si si, quel posto va più che bene, basta che ritorniamo in fretta nel vostro tempo!” esclamò, quasi distratto dal cercare una via d’uscita, parecchio felice di andarsene da lì. Quasi si spezzava il cuore ai suoi compagni sapere a cosa fosse dovuta quell’euforia

Ma non potevano fare nulla in proposito. E dovevano sbrigarsi, non sapevano per quanto tempo sarebbero ancora andati avanti senza problemi. Chat si voltò verso Ladybug come a chiedere conferma di qualcosa. Lei gli annuì, quindi lui si mise in testa al gruppo ed estrasse gli artigli “Cataclisma!” per poi gettarsi sulle sue prede con il suo distruttivo potere pronto a colpire, facendo da ariete di sfondamento per il resto di loro. Le Akuma di Sangue iniziarono ad agitarsi ed a convergere nella loro direzione, ma era preventivato. Ladybug iniziò ad utilizzare gli yo-yo non come solita arma contundente, ma facendoli roteare e lanciandoli come fossero bolas, sbaragliando gli insetti come fossero foglie e ricreandoli ogni volta che ne tirava uno. Anche Dragakin, seppur non del tutto in se, iniziò ad aiutare a farsi strada colpendoli con delle poderose fiammate che gli fecero da scudo infuocato

“Bene!” esclamò la coccinella “Continuiamo così fino a quando non arriviamo!” si voltò un ultima volta verso il rifugio “Grazie a tutti, ragazzi… per quello che avete fatto...”

 

Nel rifugio, intanto, tutto sembrava essersi calmato. Nathalie era ancora da sola, ferma e fissa davanti al passaggio verso le gallerie. Iniziò a sentire però un brusio, come di lotta e di percosse, ma ancora piuttosto lontano. Il brusio divenne presto rumore, ed infine li vide. Anansi e Burattinaia stavano ancora combattendo per tenere alla larga da se stessi e da Inverso, ferito alla spalla, i colpi devastanti generati dal potere di Akuma. Mentre lui continuava ad indietreggiare, il demoniaco insetto con quello che sembrò a tutti gli effetti un colpo di reni spinse finalmente via le due donne, che non poterono nulla contro quella forza. Burattinaia fece cadere la bambola che aveva in mano, una rappresentazione di pezza di quell’Akuma di Sangue realizzata dalle ragnatele di Anansi, lanciandosi di nuovo a prenderla. Ma il tentacolo del demone si tramutò in una lancia e lo trafisse poco prima che riuscisse a rimetterci mano. Non che avrebbe fatto differenza in ogni caso, perché tutti i suoi sforzi di controllarlo erano stati vanificati fino a quel momento. Anansi strinse i pugni ed i denti, fissando con odio il demone

“Per la mia famiglia!” gridò, per poi gettarsi di peso contro l’Akuma. La mossa più avventata e stupida che potesse fare, poiché a poca distanza, la farfalla ne approfittò e si infilò nel suo corpo, costringendola a cadere in ginocchio. Lo aveva visto già succedere troppe volte, sapeva cosa stava per succedere “Mamma… papà… sorelle mie… mi dispiace… non sono riuscita a vendicarvi...”

Il suo corpo fu attraversato da un’immensa serie di venature nere, per poi pietrificarsi un istante dopo. Infine, quando l’Akuma di Sangue uscì da ciò che rimaneva della donna, bastò un semplice battito d’ali per spazzare via la statua come fosse fatta di sabbia. Burattinaia ed Inverso, anche se alle strette, si misero davanti a Nathalie per cercare di proteggerla. L’aura dell’Akuma sembrò sorridere nel vederlo, anzi, non era una sensazione

“Hehehe… state difendendo quella donna?” disse l’oscurità, usando la voce di Akuma, la stessa che Volpina avvertì nella sua testa “Siete davvero patetici… non sapete nemmeno che cosa ha fatto. Se lo aveste saputo, sarebbe stata la prima che mi avreste mandato contro” allargò la sua aura, circondandoli da ogni lato “Adesso, ditemi… dove avete nascosto i tre Wielder?”

Nathalie si fece spazio tra i ragazzi, che ormai non avevano più modo di lottare né di difendersi. Sapevano tutti e tre che non ce l’avrebbero fatta, ma rimasero comunque a testa alta, fissandolo con aria di sfida. L’anziana non ebbe neanche paura, nel rivolgergli la parola “Akuma, da noi non saprai un bel niente. Non ti diremo nulla su di loro”

“Heh… così li avete convinti ad andarsene da qui… “ intuì lui “Davvero molto bravi. Ma credete davvero che me li lascerò sfuggire così facilmente?”

“Tu non potrai mai fargli del male” rispose Burattinaia “Loro sono forti. Molto più di te”

“Di sicuro lo pensavano anche l’ultima volta, quando mi hanno affrontato… sapete tutti come sono andate le cose. Li ho uccisi”

“Ma comunque non hanno mai smesso di combattere” si aggiunse Inverso “Una parte di loro ha continuato a combattere in tutti noi!”

“Ed anche se oggi moriremo, non avrà alcuna importanza… visto che alla fine, sarai tu quello che farà una brutta fine”

Il Demone si stancò in fretta di sentire i loro discorsi. Dal potere oscuro che li circondava si diramarono tre tentacoli, che li trafissero tutti e tre da parte a parte

“Ciò che vi ha sempre contraddistinto, umani, è tutta la fiducia che riponete negli altri piuttosto che in voi stessi, come con i Kwami, oppure con il ragazzo. Una fiducia totalmente mal riposta. E non pensate che io sia un idiota, so benissimo dove si stanno dirigendo…”

Nathalie, anche se i suoi polmoni erano stati bucati, non abbandonò il sorriso sul volto. Tossì un po' di sangue, ma riuscì a parlare “Tu… perderai… di nuovo… ”

Akuma sembrò irritarsi di fronte ad una simile affermazione “Io sono stato sconfitto, secoli fa, perché non distrussi l’unica cosa che avrebbe potuto fermarmi. Non i Kwami della Creazione e della Distruzione, ma il potere che li lega. Ma stavolta non sarò così ingenuo. E adesso vediamo quanta oscurità c’è nei vostri cuori...”

 

Ormai mancava poco. Le Akuma di Sangue erano abbastanza lontane, con la loro velocità erano riusciti a seminarle, e Ladybug riconobbe il punto in cui si stavano dirigendo. Certo, l’edificio non esisteva più, ma sapendo che cosa stavano cercando era chiaro almeno per lei che fossero vicini

Poco prima, però, Dragakin si arrestò di colpo, tenendosi la testa tra le mani come colto da una terribile emicrania e gridando di dolore, per di più agitandosi

“AJ!” esclamò Nooroo nel vederlo in questo stato “Che succede?!”

Il mezzo drago ricominciò finalmente a respirare, con gli occhi sgranati ed un espressione terrorizzata in volto

“Dobbiamo tornare indietro...” iniziò mormorando, per poi dar fondo a tutta la sua voce “DOBBIAMO TORNARE INDIETRO!”

“AJ… non sei più sotto il potere di Inverso?” gli chiese Ladybug, preoccupata non tanto per come avrebbe reagito ma per come già stava reagendo. Lui si rese conto delle sue parole solo quando glielo fece notare

“Io… no, ora sono… tornato normale...”

Nooroo gli si avvicinò per guardarlo negli occhi “Se sei libero… vuol dire che Inverso...”

“No...” scosse la testa e cominciò ad indietreggiare a piccoli passi “Non dirmi questo… io posso...”

“AJ!” esclamò Chat per farlo riprendere “Dobbiamo andarcene! I ragazzi… loro hanno fatto tutto questo per aiutarci! Per salvarci!”

“Ma io… non posso abbandonarli...” mormorò in risposta il mezzo drago, quasi sull’orlo di esplodere nella disperazione. Avevano spiegato anche a lui tutto ciò che avevano sentito anche Ladybug e Chat Noir, ma a differenza loro, sarebbe rimasto lì a cercare di difenderli anche a costo di morire. Non gli importava di mandare all’aria l’idea dietro al viaggio nel tempo, voleva solo combattere per aiutare tutti “Non voglio che mi lascino… non anche loro…”

“Oh, stai tranquillo, nessuno lascerà nessuno!” esclamò divertita una voce sopra di loro “Presto vi riunirete, sarete di nuovo tutti assieme!”

Nascosto sul pavimento al primo piano di un edificio diroccato, una figura immersa dal potere oscuro si calò con un balzo tra loro e la vecchia casa del Maestro Fu. Una donna, che sorrise loro con aria diabolica, mentre Tikki, Plagg e Nooroo si piazzarono davanti agli umani loro amici

“Francamente avevo in mente tanti posti dove poteste andare, ed anche se puntavo più a questo, non credevo lo avreste scelto sul serio… siete davvero prevedibili”

L’oscurità che la circondava cominciò a brillare di nero, facendola persino vedere meglio di prima. Sembrava una normalissima donna, non akumizzata come Volpina o tante altre persone che avevano visto nel corso dei loro scontri con Papillon. Aveva i capelli biondi, intrecciati in una coda di cavallo che le scendeva su una spalla. Gli occhi erano grandi e verdi, incrociati ogni tanto da sprazzi di bagliore malvagio causati dal potere demoniaco che la circondava. E come donna era pure molto bella, con tratti del viso estremamente leggeri ma decisi. Indosso portava una giacca bianca, abbinata ai pantaloni, con sotto di essa una maglia nera ed una rosa rossa all’occhiello, accompagnata da una collana a forma di stella. Sulla spalla destra però sembrava portare i segni di un taglio molto profondo, dal quale fuoriusciva una luce nera. Chat Noir, nel vederla in volto, trasalì come non avrebbe mai creduto di poter fare

“… m… mamma…?” disse a bassa voce, riconoscendo senza ombra di dubbio la donna come Emilie Agreste, non capendo cosa affettivamente avesse davanti agli occhi

Nessuno, però, sembrò far caso alle sue parole. Ladybug era pietrificata dalla paura, soprattutto nell’avvertire tutta l’oscurità ed il malessere che provenissero da lei. Dragakin, invece, cominciò ad emettere un fumo denso e nero da narici e bocca, le squame sulla sua schiena si fecero appuntite ed i suoi occhi si fecero piccoli e furenti

“AKUMA!” ruggì il mezzo drago, nel vedere la donna, per poi lanciare al vento un grido più primordiale e ferale e gettarsi su di lei, superando i Kwami, a testa bassa ed artigli sguainati, pronto ed intenzionato a tranciarla in due “Maledetto bastardo! Ridammeli! RIDAMMI I MIEI AMICI!”

La donna che aveva davanti però non si mosse da dove si trovava, semplicemente alzò una mano ed un velo d’ombra bloccò completamente il furente assalto di Dragakin, per poi scaraventarlo indietro dove si trovava con violenza. Si mise a ridere, per poi rivelare la stessa voce che avevano sentito prima, una voce demoniaca che non si adattava affatto a quel corpo, e che Chat non riconobbe per niente

“Loro hanno avuto quello che meritavano, come tutti quelli che decidono di mettersi contro di me” sollevò una decina di tentacoli oscuri e li tramutò in punte affilatissime, rivolgendosi poi ai due super a fianco a lui con aria di essere colpevolmente divertito “Ladybug e Chat Noir… accidenti, e io che credevo che Volpina avesse cercato di ingannarmi quando vi ho visti attraverso di lei e le Akuma che la avevo affidato. Peccato, avrei potuto usarla ancora un po', a quanto pare mi era fedele sul serio”

“A-AJ… quella… quella donna…” mormorò Chat, sperando di ricevere una spiegazione, ma senza parole adatte a chiederlo

“Si, quella è Akuma!” esclamò lui, estraendo i suoi nunchaku “È il suo corpo principale… e voglio farlo a pezzi!”

Nooroo gettò uno sguardo dispiaciuto verso il gatto nero aspettandosi domande, però sembrava più confuso che desideroso di sapere qualcosa da lui. E sperava che le cose restassero così

Il demone ridacchiò nel sentire le sue parole “Tu, fare a pezzi me? Ti prego… credo di avere la precedenza”

Dette quelle parole, tutti i tentacoli scattarono all’unisono sul Wielder dragonico, che dovette mettere le braccia davanti a se come scudo per provare a difendersi. Prima che potessero raggiungerlo, però, si ritrovò davanti a se Ladybug a fargli da scudo, roteando davanti a se gli yo-yo come una ventola impenetrabile. Avendola scampata, la ringraziò con lo sguardo e poi si girò nuovamente sul demone. Si sollevò leggermente in aria per non avere la ragazza sulla traiettoria ed infilò la bocca nel nunchaku per modificare la sua fiammata. Stavolta, invece che delle sfere di fuoco, ridusse le dimensioni delle fiamme per renderle un getto più piccolo e pressato, rendendolo simile ad un laser. Il colpo riuscì a penetrare tutti i tentacoli che Akuma stava usando come scudo ed a colpirlo dritto sul volto, facendolo cadere all’indietro con la faccia fumante dal calore

Ma l’attacco non sortì comunque alcun effetto. Il demone si rialzò immediatamente, mostrando che la sua faccia sorridente e sadica non aveva riportato il benché minimo danno

“Hehe… sei sempre stato interessante. Tutta quella rabbia in corpo, furioso nelle battaglie, nessuna pietà per i tuoi nemici… eppure, dal tuo cuore non sento provenire oscurità. Neanche una traccia… proprio come loro due” evocò altri tentacoli e si fece gelidamente serio “Mi mandate in bestia”

Stavolta, Ladybug non fece in tempo ad intervenire, anche perché lei stessa venne travolta dai tentacoli e scagliata contro delle macerie, prima che essi potessero puntare a Dragakin. Venne afferrato saldamente dal potere del demone, ed anche cercando di divincolarsi con tutte le sue forze non sembrava in grado di liberarsi. Provò a tirare calci, pugni, artigliate, a sparare fiamme tutt’attorno per rabbia e come grido di libertà, ma il mostro non concedeva terreno al drago. Chat osservava tutto a distanza, ancora confuso, senza sapere cosa fare per combattere quell’essere che sembrava sua madre. Furono i Kwami a farlo risvegliare

“Hey, amico! Datti una mossa!” esclamò Plagg

“Ladybug e Dragakin hanno bisogno del tuo aiuto!” lo esortò invece Tikki

“Chat, lo so che quella sembra una persona normale...” mormorò Nooroo, cercando di essere il più vago possibile “Ma non lo è! È Akuma! È lui da quando è stato liberato! Non puoi farti prendere dalla compassione adesso!”

Chat sembrò come ritornare da un lungo sogno. Gettò uno sguardo a Ladybug che si stava rialzando dopo aver subito una brutta botta ed a Dragakin che stava venendo stritolato, rendendosi conto che doveva intervenire. Non capiva il perché, ma sembrava che Akuma avesse preso sua madre, come aveva fatto con Volpina. Non poteva credere che la donna fosse malvagia fino al midollo da accettare di unirsi al demone, voleva credere che ci fosse un’altra spiegazione, ma in quel momento non aveva tempo per farsi troppe domande. I suoi occhi si illuminarono come se esposti alla luna ed il suo volto si trasfigurò nell’espressione più arrabbiata che avesse mai fatto

“Cataclisma!” gridò a voce alta, ricoprendo mani e piedi del suo potere, per poi mettersi a quattro zampe e lanciare un ruggito ferale, simile a quello di un leone. A quel punto, grazie alla sua velocità ed all’invisibilità nel buio, si fiondò addosso ai tentacoli che cingevano il Wielder dragonico per disintegrarli e liberarlo. Il ragazzo cadde a terra su un ginocchio, tossendo per il ritrovato ossigeno, mentre Chat corse immediatamente ad aiutare Ladybug a rimettersi in piedi

“Grazie Chaton...” gli disse lei sorridendogli, per poi sguainare i suoi yo-yo “Avanti, facciamogli vedere chi siamo!”

“Sicuro, Milady!” rispose, materializzando il suo bastone e mettendosi anche lui in posizione di battaglia

Akuma, stufo di vedere le sue lance distrutte, decise di fare più sul serio “Mi fa piacere giocare con il cibo… ma ora basta”

Il suo corpo umano si sollevò da terra, creando delle estensioni parecchio massicce per le sue braccia e le sue gambe, che lo fecero sembrare un golem grosso quanto un palazzo. Per prima cosa, si avvicinò ai suoi avversari calpestando Dragakin che non era ancora riuscito a mettersi in piedi, pressandolo sotto il peso del suo potere. Il ragazzo finì per il dover lottare per se stesso tenendo sollevato con braccia e gambe il singolo piede del nemico

“Lucky C...” provò a dire Ladybug, facendo roteare lo yo-yo verso il cielo, ma prima di poter completare la formula Akuma scaraventò le sue nuove mani sui due, che furono costretti ad utilizzare le proprie armi per parare l’attacco. Chat cercò di attivare il Cataclisma per distruggerle, ma non servì a nulla, in quanto ogni pezzo che riusciva a distruggere, il demone lo ricostruiva all’istante

“Siete sempre stati una spina nel fianco… voi ed i vostri maledetti Kwami...” iniziò a dire il demone, continuando a pressare sia il piede che le mani “L’unione dei vostri poteri è già stata un problema tanto tempo fa. Ed anche se ora mi fate solo il solletico, non sarò soddisfatto finché non vi avrò annientati una volta per tutte!” pressò ancora, facendo gridare Dragakin di dolore e costringendo a piegare sulle ginocchia Ladybug e Chat Noir “Vi ho già uccisi una volta! Come ho ucciso tutti i vostri adorati compagni umani! E continuerò a farlo! Cancellerò dalla faccia dell’universo tutto ciò che avete fatto ed impedirò che facciate qualsiasi cosa!” aumentò la pressione sia su di loro che sul dragonide, voltandosi a fissare lui con odio per un momento, per poi concentrarsi nuovamente su chi aveva davanti “Non lascerà traccia di nulla di ciò che avete creato!”

“Chat… non … ce la faccio...” disse Ladybug al compagno, mentre le forze di tenere alla larga il demone si facevano sempre più vane

“Dobbiamo… resistere...” rispose il ragazzo, mettendo quanta più forza possibile

Tikki, Plagg e Nooroo tentarono di aiutarli, ma ancora prima di poter pensare di intervenire, il piede del demone che ancora non stava facendo nulla si trasformò in una bocca appuntita e li mangiò senza troppa fatica. Erano ancora visibili dentro al corpo di energia, ma erano separati, incapaci di fare qualsiasi cosa

“No...” iniziò a borbottare Dragakin a terra “Lasciali… andare…!” il piede continuò a pressare, ma a lui non importava “Ti ho detto… “ esclamò, cominciando a soffiare fuoco dalla bocca “… DI LASCIARLI ANDARE!”

Una fiammata investì in pieno il corpo di energia del demone, ma non erano le solite e comuni fiamme scarlatte. Dalle fauci di Dragakin scaturirono all’unisono due getti infuocati, uno di fiamme bianche e luminose, l’altro di fiamme totalmente nere, che andarono a creare un piccolo vortice combinato e dispersero nel nulla l’energia del piede che lo stava tenendo schiacciato

“COSA…?!” fu tutto quello che riuscì a dire il demone, prima di sbilanciarsi e perdere l’equilibrio. Preso dalla foga del momento, il ragazzo gettò un altra cascata di fiamme identiche a quelle precedenti addosso alla mano che teneva fermi i due super, avvolgendo anche loro nelle fiamme, che però non sembrarono sentire nulla. Nessun segno di scottatura, neanche il calore derivante dall’incendio, sembrava solo una folata d’aria per loro. Dragakin voltò poi la testa verso i Kwami, per liberare anche loro, ed infine girò verso il corpo principale di Akuma per pressare stavolta lui a terra. Lo fissò con odio, mentre cercava di difendersi da quelle fiamme bicolori, ma mentre pensava che fosse riuscito ad avere la meglio, il fuoco si estinse e si ritrovò solo con del fumo in bocca

“… eh?! No, non ora!” si domandò, riprovando a sputare fuoco, ma riuscendo solo ad espellere fiamme normali, che il demone non faticò ad allontanare

“Lascialo perdere!” esclamò Ladybug, prendendo Chat per un braccio per aiutarlo “Dobbiamo andare via! Adesso!”

Dragakin fissò prima la ragazza e poi il demone, ma in questo scambio di sguardi si rese presto conto che lo sciame di Akuma che erano riusciti a seminare si stava facendo più vicino, richiamate dal potere del suo padrone. La situazione si stava facendo troppo pericolosa, dovevano scappare di lì. Prese con se in braccio il trio di Kwami per farli andare più veloce e si mise a correre, accompagnato da Ladybug e Chat Noir, in direzione della casa distrutta

Ladybug aveva già intuito cosa fare da ciò che gli aveva detto Nooroo poco prima. Si avvicinò alla casa più velocemente di Dragakin e gli aprì la botola che conduceva nella cantina della costruzione. Lui, capendo al volo le intenzioni della ragazza, atterrò a piedi e cominciò a correre alla stessa velocità a cui avrebbe pattinato Chronogirl, estraendo l’orologio della stessa e puntandolo avanti a se. L’oggetto iniziò a brillare di viola come se fosse controllato dalla Spilla della Farfalla, ed infine, quando Dragakin si fiondò dentro alla porta sotterranea, si aprì un varco che li avrebbe ricondotti a casa. Le Akuma erano molto vicine, ma non li avrebbero mai raggiunti. Lanciò dentro i Kwami e fece un cenno con il capo ai due ragazzi per dirgli di entrare. Ladybug aiutò il più velocemente possibile a far saltare dentro Chat, che seguì a ruota, per poi buttarsi anche Dragakin alle loro spalle e chiudersi immediatamente il portale dietro, senza neanche aspettare di essere passato completamente, quasi tranciandosi di netto le ali per la fretta messa nel farlo. Per sbaglio, lasciò scivolare dietro di se l’orologio, che venne sbalzato via finendo a pezzi tra le macerie quando le Akuma di Sangue si fiondarono come se fossero una cascata verso il portale, finendo solo con lo schiantarsi al suolo

“NO!” esclamò infuriato Akuma “Ci sono riusciti! Non è possibile!” osservò poi gli arti che prima il mezzo drago aveva distrutto “E che cos’era quel potere?!”

 

Dall’altro lato del portale, o meglio, dall’altro lato del tempo, il Maestro Fu aveva da poco iniziato a sentire dei rumori provenienti dalla cantina mentre meditava assieme a Wayzz. Si era subito catapultato a vedere cosa fosse pensando fossero entrati dei ladri, ma quando aprì la porta, si ritrovò davanti ad uno squarcio in mezzo al nulla

“Ma che succede?!” esclamò, indietreggiando e mettendosi in posizione di combattimento come se volesse battersi. Ma ciò che aveva sentito non erano altro che i Kwami, scagliati dentro con fretta da Dragakin. Quasi non ebbe il tempo di rendersene conto che vide passare prima Chat Noir, anche se quasi non lo riconobbe, ed i seguito Ladybug e Dragakin, anche lei diversa da come la conosceva. Il portale si chiuse quasi nello stesso istante di arrivo del ragazzo drago, permettendogli di scendere le scale. Ma ciò che vide lo lasciò spiazzato: una grande disperazione incombeva nell’aria, i Kwami parevano molto provati, mentre gli Wielder del suo tempo provavano un grande dolore dentro di loro. Ma Dragakin, più di tutti, ora che il pericolo era scampato sentì la necessità di sfogarsi

Era salvo. Solo lui, era riuscito a scamparla. Tutte le persone che conosceva erano morte, ormai. Era rimasto l’unico sopravvissuto. Cadde in ginocchio ed alzò al cielo un grido mostruoso, ma non era di rabbia contro Akuma. Era un latrato di disperazione e di sofferenza. E mentre ancora urlava tutto il male che aveva dentro, la trasformazione con Shivihs si sciolse, lasciando al posto di Dragakin un giovane ragazzo che aveva perso tutto quanto, e che adesso non riusciva a smettere di piangere a dirotto






Finalmente mi sono tolto un peso. Salve a tutti ragazzi, qui MC Outlaw. Ed il peso di cui parlavo era semplicemente che questo pezzo, ambientato nel futuro, lo avevo già iniziato assieme a quello nel presente, ma mi hanno consigliato di tagliarlo e farlo a parte perchè effettivamente tanto, ma tanto lungo. Dentro di me me lo aspettavo, e spero che il terzo capitolo, il finale, non sarà lungo a questi livelli, ma mai dire mai con me. Detto ciò, spero che questo pezzo sia piaciuto e ci vediamo alla prossima
MC Outlaw
   
 
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