Capitolo VI – Gita
di classe
Achille era
rannicchiato in posizione fetale all’interno della barca, ben stretto nel giubbotto
salvagente e avvolto in una coperta che gli copriva gli occhi, a suo dire un
ottimo modo per non vedere cosa stesse accadendo intorno a lui.
Maitê lo guardò
intenerita e preoccupata allo stesso tempo «Achille
so di sembrarti retorica, ma davvero, sarebbe meglio se tu ti togliessi quella
coperta» disse con apprensione «Respirare correttamente non può che giovare al
tuo mal di mare»
Da sotto la
coperta di lana si sentì un verso gutturale «Meno
vedo meglio sto» borbottò Achille e, nonostante non potesse vederlo, Aidan era
abbastanza certo di poter affermare, dal suono della voce dell’italiano, che
dovesse avere un colorito verdognolo decisamente poco sano.
La porta della
cabina si spalancò ed entrò una figura avvolta in un impermeabile corto
catarifrangente «Consiglio
spassionato, portate le vostre chiappette fuori,
all’aria aperta si respira decisamente meglio» Greer avanzò saltellando verso
il terzetto, con le lunghe trecce scure che le rimbalzavano sull’impermeabile e
per poco non scoppiò a ridere quando intuì che fosse rintanato sotto la coperta
«Hey Achille! Fatto il testamento?»
Aidan rise di
cuore mentre al suo fianco Maitê si stava sforzando di non fare altrettanto per
non offendere Achille e l’italiano tirò fuori la mano destra dell’involucro in
cui si era nascosto per fare il dito medio a Greer «Oh, bene, un braccio è uscito, vuol dire che il
bozzolo si sta schiudendo!» disse con allegria Greer «Maitê, Aidan uscite
fuori, qui dentro c’è una puzza di chiuso disgusto, al nostro fifone ci penso
io» a giudicare dalla luce malefica negli occhi della scozzese, Maitê fu
seriamente tentata di rimanere a controllare, ma non ne poteva più di starsene
al chiuso, soprattutto non quando fuori la giornata era così limpida e battuta
dal vento fresco «Cercate solo di non finire fuori bordo» Aidan sospirò
scuotendo il capo, facendo poi cenno a Maitê di precederlo fuori dalla cabina.
«Credi che sia saggio
lasciare quei due in uno spazio così piccolo?» chiese Maitê non appena furono
fuori, inspirando poi a pieni polmoni l’aria salmastra «Sappiamo tutti che sono
i più…come dire…vivaci del gruppo»
Aidan si strinse
le spalle «Appunto per questo
credo che se ci sia qualcuno in grado di trascinare fuori da quella minuscola
cabina Achille, quella persona sicuramente è Greer…certo potrebbero finire
entrambi fuori bordo, ma presumo sia un rischio che valga la pena di correre»
Maitê alzò gli
occhi al cielo «Sarà meglio che mi
cerchi anche io un giubbotto salvagente, nel caso in cui si renda necessario
salvare qualcuno»
Aidan la guardò
con tanto d’occhi «Seriamente ti
butteresti lì sotto?» chiese indicando il mare grigio scuro oltre la ringhiera
«Deve essere gelido, soprattutto in questa stagione!»
«E’ da quando sono
arrivata che bramo di farmi un bagno in mare aperto nell’Oceano Atlantico
settentrionale» disse con semplicità Maitê «Spero davvero che ne avrò la
possibilità»
Un tonfo fece voltare
entrambi «…no…molla la mia coperta!»
«Non fare il
coniglio!»
«Io là fuori non
esco!»
«L’hai voluto tu…levicorpus»
Maite e Aidan strizzarono gli occhi, nell’udire
uno schiocco deciso «AHIA! Che
craniata…sei pazza Greer? Il soffitto sarà alto neanche due metri!»
«Colpa tua, fuori non
avresti di certo sbattuto la testa!»
«Violenta!»
«Fifone!»
Aidan sospirò «Se ci spostassimo più avanti a poppa?» chiese
alla fine alla portoghese, dato che il battibecco tra i due occupanti della
cabina non sembrava essere destinato a finire in breve «Direi che è un’ottima
idea!»
*
La barca si
avvicinò alle coste rocciose di Boreray, ondeggiando
con forza sospinta dalla corrente, al punto che Hanna, così minuta, temette
seriamente che sarebbe volata fuoribordo se non fosse stato per il tempestivo
intervento di Elettra e Violet che la agguantarono per un braccio.
Maisie, la madre di Greer e Callum, nonché il timoniere
della vecchia nave, lanciò un incantesimo, assicurando la barca ad uno sperone
di roccia «Callum cerca di
renderti utile e vai a riva, ho bisogno che lanci un paio di incantesimi nella
mia direzione» per quanto gli spiacesse lasciare Isobel,
con la quale aveva chiacchierato per tutto viaggio, il ragazzo obbedì in fretta
agli ordini della madre, ben conscio del fatto che, se avesse anche solo
impiegato troppo tempo ad eseguire il compito che gli era stato affidato, la
donna sarebbe stata capace di spedirlo in acqua senza tante cerimonie.
Quando fu certa
che la barca fosse ben salda, Maisie si rivolse ai
giovani allevatori «Quando sarete
sbarcati tutti me ne ritornerò al villaggio, ma tornerò a prendervi verso le
quattro e mezza questo pomeriggio. Mi raccomando, a meno che non si tratti di
una vera emergenza non cercate di smaterializzarvi né di improvvisare
passaporte, perché se qualcosa dovesse andare storto finiremmo per cercarvi con
la rete da pesca nell’Oceano. Nel caso in cui dovesse esserci una vera
emergenza rivolgetevi ai fratelli MacLeod che vi
faranno da guide oggi: loro sapranno di certo cosa fare» la donna fece una
pausa mentre sul suo volto si apriva un caldo sorriso «Vi auguro una buona
giornata, cercate di divertirvi senza fare nulla di avventato»
Greer stampò un
bacio sulla guancia della madre, prima di saltellare giù dalla barca
trascinandosi dietro Achille con ancora indosso il giubbotto salvagente «Tu sei fin troppo eccitata per questa gita»
borbottò l’italiano, cercando di fare attenzione a dove metteva i piedi «Non mi
lasciano quasi mai venire qui» rispose Greer allegra mentre Callum sbuffava
«Forse perché quando avevi dieci anni e volevi vedere se il vento fosse abbastanza forte da sorreggerti ti sei
letteralmente buttata dalla scogliera» commentò ironico, facendo spalancare gli
occhi con orrore ad Achille «Curiosità scientifica» Greer si strinse le spalle
«E poi sono finita in acqua e non mi sono fatta nulla, è la mamma che ha dato
di matto che ha esagerato a bandirmi»
«Ho appena deciso che
non ti voglio più come mia guida» borbottò Achille, per poi in verità seguirla
in fretta.
Mentre Callum
aiutava Isobel, indicandole su quale delle appuntite
rocce dovesse mettere i piedi, Arthur, che era sbarcato con un salto, allungò
la mano sinistra per aiutare Erika, che stava superando la ringhiera proprio in
quel momento, la quale accettò con un sorriso l’aiuto «Scavalcare ringhiere e palizzate è più semplice
quando il terreno sotto di te non dondola» commentò la ragazza ridendo «E
soprattutto quando non rischi di finire come uno spiedino su quella roccia
sotto di te» fece notare Arthur, ridendo poi dell’espressione della ragazza,
quando guardò il panorama sotto i suoi piedi «Una vista affascinante non c’è
che dire» borbottò Erika, scuotendo la testa e spingendosi con la gamba
sinistra per avere maggiore slancio.
Quando la svedese
ebbe i piedi saldi a terra i due sciolsero la presa delle mani e Arthur si
irrigidì. Erika lo guardò perplessa, prima di posare gli occhi sulla mano del
ragazzo, notando che gli mancava buona parte dell’indici; e dire che non ci
aveva mai fatto caso, nemmeno quando gli aveva stretto la mano. Arthur si
affrettò a ritirare la mano imbarazzato, evitando con cura lo sguardo della
ragazza «Grazie dell’aiuto»
gli disse con sincerità Erika e, dopo avergli fatto l’occhiolino, lo superò,
cominciando a risalire le rocce con la velocità e la sicurezza di uno
stambecco.
Il gallese non riuscì
ad evitare di sorridere e si prese qualche secondo per osservare la ragazza
arrampicarsi, prima di infilare svelto la mano sinistra in tasca e tornare ad
aiutare gli altri.
*
Elettra si strinse
meglio nel piumino, calandosi con forza la cuffia sui capelli scuri «Quest’isola sarà larga sette metri» borbottò
incrociando le braccia e cercando di camminare i più in fretta possibile dietro
ai fratelli MacLeod, che stavano impartendo
spiegazioni agli allevatori «Basterebbe un filo di vento per farci volare tutti
in acqua…e poi si gela qui, questo stupido sole non serve a nulla, inganna e
basta»
Eloi, in piedi di fianco a lei iniziò a
srotolarsi la sciarpa dal collo, per poi porgerla alla ragazza «Rimettitela subito, pazzo!» Elettra guardò il
bretone e la sua giacca leggera con orrore «Ti prenderai un accidenti!»
Eloi guardò la ragazza stupito e leggermente offeso
«Io non freddo, mentre tu dicevi di stare gelando!»
«Ma non volevo che
rischiassi di ammalarti!» vedendo però che il ragazzo continuava a mantenere la
sua espressione offesa, Elettra sospirò, finendo per arrotolatasi la sciarpa
intorno al collo «Sappi che se ti dovessi ammalare mi sentirò in dovere di
curarti e ti assicuro che so essere una vera tiranna quando voglio»
Il bretone rise,
osservando la ragazza seppellire la faccia nella sciarpa scura «Davvero?» chiese senza nascondere un filo
d’ironia nella voce, che gli costò un’occhiata assassina «Ho due sorelle e tre
fratelli, so come fare a farmi ascoltare» rispose secca Elettra lasciandolo
stupefatto «Siete in sei?»
«Nove se conti anche
i miei genitori e mia nonna…ma alle riunioni di famiglia finiamo sempre per
essere molti di più» Elettra meditò per un secondo prima di scuotere il capo
«Non so quanti esattamente, ogni volta spuntano nuovi cugini o zii di cui
ignoravo l’esistenza. Tu invece non hai una famiglia molto numerosa?»
Eloi si rabbuiò, facendo immediatamente pentire
Elettra di aver parlato «No,
direi di no…»
Poco lontano Hanna
saltellava dietro alle guide, appuntando con precisione ogni parola uscisse
dalle loro bocche, bloccandosi poi improvvisamente quando non riuscì a capire
cosa avesse detto il maggiore dei due fratelli; si voltò con espressione
smarrita verso Violet che le restituì il medesimo sguardo perplesso «Anche tu non hai capito quella specie di
rantolo, vero?» chiese l’inglese, sospirando quando Hanna annuì «Vabbè, io
sugli appunti scrivo rantolo,
suppongo che prima o poi capirò cosa intendessero»
«Se non ho capito
male adesso ci portano dal rantolo»
disse Hanna, rileggendo velocemente la pagina di quaderno «Secondo te cosa
potrebbe esserci in questo posto? È disabitata e per ora non ho nemmeno visto
dei draghi»
«Non credo che un
nero avrebbe lo spazio necessario di muoversi, figuriamoci un gruppo…e i Neri
sono animali da branco» Violet fece per aggiungere qualcosa, ma fu interrotta
da fratelli MacLeod, che comunicarono ad alta voce ai
ragazzi che sarebbero dovuti scendere sulla scogliera per un pezzo, procedendo
con cautela in fila indiana, tenendosi al corrimano che avrebbero trovato
attaccato alla parete.
Violet mosse un
passo incerto sulla roccia scura a strapiombo sul mare, guardando con aria
critica il corrimano che sembrava essere fatto di stoffa «Ma questo affare reggerà?» borbottò preoccupata,
guadagnandosi un’occhiataccia dai due uomini che la precedevano «E’ lana delle
pecore Vello d’Oro delle Shetland»(1)
le rispose uno dei due secco, come se quella fosse una garanzia sufficiente
della qualità del materiale.
Hanna dietro di
lei fece del suo meglio per non ridere «Non
ci resta che sperare che quelle pecore siano belle toste, mi sa»
*
Genevieve si coprì
gli occhi chiari con una mano, leggermente abbagliata dal riverbero argenteo
che illuminava l’intera grotta; che poi, definire quel posto grotta era
estremamente riduttivo, considerate le sue dimensioni considerevoli, finendo
quasi addosso a Mikkel, che a sua volta si guardava
intorno interessato «Per la prima
volta da quando sono qui, temo seriamente che potrei scottarmi in questo posto»
commentò il ragazzo con un sorriso, prima di rivolgersi alla francese, che si
stava massaggiando gli occhi chiari, cercando di farli abituare a quello strano
posto «Che cos’è quel materiale che ricopre le pareti? Ero troppo indietro e
non ho sentito la spiegazione…potrebbe essere acciaio?» le chiese lo svedese.
«Non credo, hanno
detto che è resistente al fuoco dei draghi e l’acciaio da quello che ne so non
lo è» la ragazza, si mordicchiò il labbro riflettendo «Potrebbe essere, a
giudicare dal colore dello zinco…ho sentito che è in grado di contrastare il
fuoco di alcune specie di draghi»
Mikkel la guardò stupito «Non ne avevo idea…non credo che funzioni con i Grugnocorto…»
«Nemmeno con gli
Spinati se è per questo, ma ogni razza è quasi un mondo a parte» Genevieve rise
ripensando alla riserva nella quale lavorava «A volte è strano non dovermi
preoccupare di accarezzare un drago senza correre il rischio che uno degli
aculei mi mozzi la mano, anche se la stazza dei draghi delle Ebridi è veramente
impressionante»
«Io ero abituato
esclusivamente ai cuccioli di Grugnocorto, pensa un
po’» disse Mikkel con leggerezza «Ogni specie è
veramente un mondo a parte»
Genevieve annuì «Decisamente…da un lato è terrificante, perché
arrivi con la convinzione di essere esperto in un determinato campo e alla fine
rimani fregato» la ragazza fece una pausa, riflettendo «Anche se suppongo che
imparare qualcosa di completamente nuovo potrebbe rendermi capace di fare un
salto di qualità anche quando tornerò in Ungheria, o almeno è quello che spera»
«Una cosa è certa»
disse Mikkel allegro «In Svezia non dovranno nemmeno
provarci a confinarmi dalla mattina alla sera nella nursery!»
*
Matthew guardava
con interesse lo spazio intorno a lui, camminando con il naso per aria e le
braccia incrociate dietro alla schiena «Sostanzialmente
questa era una specie di scuola per i Neri delle Ebridi» mormorò, osservando le
bruciature brune sulle pareti «Sembra assurdo che quei bestioni riuscissero a
vivere in un posto così piccolo»
Leon si spostò un
ciuffo di capelli da davanti agli occhi «Magari
all’epoca erano più piccoli, ogni tanto capita che nei secoli gli animali si
modifichino» ipotizzò stringendosi le spalle «L’highlander scorbutico laggiù ha
detto che quest’isolotto è stato abbandonato quando i Neri hanno capito che
l’isola dei MacFusty era un posto più confortevole in cui vivere»
«Da quanti secoli i
MacFusty si prendono cura di loro?»
«Milletrecento anni?»
Leon fece un sorrisino «Secolo più secolo meno»
Matthew gli
rispose con un ghigno «E da quanto
secondo te il caro laird è il capo della brigata?»
Leon ci pensò su
«Millequattrocento, è stato lui stesso a portare di peso tutto il suo popolo
attraverso l’oceano in quel buco di culo di isola e dopo un secolo di
trattative ha convinto i Neri a venire da loro»
«No, ti sbagli,
secondo me in principio è stata la signora MacFusty» declamò Matthew solenne
«Deve essere stata lei a creare tutto, i Neri, l’isola, probabilmente il mondo
intero»
«E la ricetta
originale di quei biscotti burrosissimi…non
dimenticarti di quei biscotti» Leon sospirò, pensando a quelle piccole delizie
che la donna sfornava in quantità industriali non era dato ben sapere quando,
dato che passava il novanta percento della giornata con i draghi
«Lasciando perdere
per un attimo la signora e padrona del mondo, credi che sia sicuro rimanere qui
dentro?» chiese Matthew improvvisamente dubbioso «Se uno dei draghi dovesse
decidere di fare una scampagnata ed entrasse qui dentro sputando fuoco, la
caverna diventerebbe un forno e noi finiremmo abbrustoliti»
«Che morte gloriosa,
stracotti come delle pagnotte nel forno…di certo verremmo menzionati nei libri
di magizoologia» dall’espressione di Leon sembrava
quasi che la cosa non gli dispiacesse troppo «E potremmo far diventare
quest’isola il luogo più infestato del mondo»
«Perché questa cosa
inquietante ha un retrogusto decisamente epico?»
(1)
Le pecore dal Vello d’Oro sono un’invenzione di AdhoMu. Per maggior info consiglio vivamente la lettura di Appuntamento al Buio…Pesto Peruviano!
Ebbene sì, sono tornata non ancora in grande stile, ma
prometto che da fine febbraio sarò più sveglia e performante e riguarderò tutti
i capitoli scritti in questo periodo buio di studio intenso, sistemandoli e
correggendoli come si deve.
Dunque, dato che, come me, la maggior parte di voi aveva idee
estremante confuse sulle possibili coppie e vi giuro che praticamente nessuno
di voi mi ha indicato gli stessi appaiamenti, ho giocato un po’ di creatività
in questo capitolo, facendo interagire alcune coppiette parzialmente a caso per
sperimentare un po’. Non c’è assolutamente nulla di definitivo, ma mi piacerebbe
avere un vostro feedback su cosa ne pensate e non fatevi problemi a bocciarmi
delle idee perché ripeto, sto brancolando anche io nel buio. Se poi vi andasse
di mandarmi un mp perché non avete voglia di scrivere sulla pubblica piazza Tizio o Caio mi stanno antipatici non li
voglio insieme al mio personaggio siete invitati a farlo senza alcuna
remora, davvero, non mi offendo. In generale, se voleste mandarmi o anche
rimandarmi un mp con le preferenze per il vostro oc le leggerò volentieri.
A presto!
Em