Come
promesso
ecco a voi l’epilogo! Devo dire che questo è stato
il capitolo che ho
aggiornato più in fretta!
questa
mia storia.
Vi ringrazio.
Il corso del Destino
12
Dicembre
2001, San Mungo.
Un
bambino scoppiò
a piangere, riempiendo la corsia con i suoi lamenti, che si andarono a
sommare
al trambusto dei Guaritori, dei pazienti e dei visitatori.
La donna che lo
teneva in braccio lo cullò pazientemente, canticchiando una
ninnananna. Ma il
piccolo non voleva proprio saperne di addormentarsi.
«Giuro, Pansy, che
se non fai tacere in un istante quel marmocchio, lo
schianto!» un uomo biondo
smise di scavare un solco nel pavimento e si fermò davanti
alla mora, seduta su
una scomoda sedia del reparto maternità.
«E’ solo agitato,
poverino! Tutto questo trambusto deve averlo disturbato!»
«E allora perché,
dei tre, è l’unico sveglio?!»
«Sentirà che sta
per succedere qualcosa» ipotizzò una donna riccia,
con un fagottino dai capelli
rossi tra le braccia, che ronfava beato.
«Dovresti calmarti,
Draco» gli consigliò un uomo che faceva dondolare
uno strano passeggino, a cui
erano attaccati dei sonagli e delle strisce di carta colorata
«Andrà tutto
bene».
«E’ normale essere
nervosi» Pansy gli sorrise per un attimo, tornando poi a
dedicare tutta la sua
attenzione al figlio, che continuava a lamentarsi.
Draco Malfoy la
guardò per pochi secondi, poi riprese la marcia.
«Stai ancora
cercando di sfondare il pavimento?»
Il biondo alzò lo
sguardo sull’uomo che era appena arrivato. I suoi occhi verdi
lo squadravano
eloquenti, mentre scuoteva la testa con aria di disapprovazione.
«Pensa per te,
sfregiato! Devo ricordarti che tu hai aggredito una povera Tirocinante
che
passava di qui per sbaglio?!» sibilò astioso,
mentre Harry Potter si sedeva con
uno sbuffò accanto alla moglie.
«Draco caro, fai un
bel respiro, tutta questa agitazione potrebbe attirare i
Lompilucci».
«Il problema non
sono i Lompicosi, Luna. Il problema è che Ginny è
la dentro da ore, ormai! Ed è
tutta colpa sua!» esclamò il rosso dietro di lei,
puntando un dito contro il
cognato.
«Ronald!» lo
riprese la moglie, indignata.
«Mi hai proprio
rotto, Weasley!»
Prima che potessero
iniziare a fare a botte alla maniera babbana, veramente poco dignitoso
per un
Malfoy, arrivò una Guaritrice, con le guance rosse per
l’agitazione.
«Signor Malfoy! E’
nata! Una bella bambina!»
Da lì era stato
tutto confuso.
Si era fiondato
nella camera in cui era stata portata sua moglie, travolgendo un
anziano
signore che brancolava con un bastone e la vestaglia aperta.
E l’aveva vista, le
aveva viste.
Lei, con i capelli
rossi spettinati, le guance arrossate dall’emozione e un
sorriso felice sulle
labbra. L’aveva guardato, con gli occhi azzurri deliziati,
poi aveva riportato
tutta la sua attenzione sul fagotto bianco che aveva tra le braccia.
Si era avvicinato,
piano, con un groppo in gola, fino alla sponda del letto.
E lì aveva visto
l’altra lei. L’unica altra donna in grado di
trovare un posto nel suo cuore.
Era minuscola,
avrebbe potuto tenerla con una mano sola. Il capo era coperto da una
leggera
peluria bionda. E, anche se non poteva vederli, sapeva che i suoi
occhi, una
volta cresciuta, sarebbero stati azzurri, come quelli della madre.
Non ebbe il tempo
di dire niente, incantato ad ammirare sua figlia, la sua primogenita,
che la
camera si riempì.
Corsero tutti ad
attorniare il letto, smaniosi di vedere la neonata e il loro trambusto
svegliò
gli altri bambini.
Ormai nella stanza
regnava il caos, tanto che alcune Guaritrici cacciarono fuori i pargoli
urlanti
e i loro genitori.
Gli ultimi ad
uscire si portarono dietro l’unico piccolo che, invece di
scoppiare a piangere,
aveva finalmente smesso.
E James Edward
Potter non staccò gli occhioni verdi dal letto, almeno
finché la porta non si
richiuse davanti a lui.
Ginny continuò a
sorridere, divertita dalla scena.
Poi posò lo sguardo
sul marito e sussurrò dolcemente «Vuoi
tenerla?»
Draco annuì,
nervoso ed emozionato, sedendosi accanto alla donna.
Bastarono pochi
attimi e si ritrovò la neonata tra le braccia.
Era bellissima,
anche piena di rughe e grinze. La videro aprire gli occhi, scuri, come
tutti i
bebè.
E sorrisero.
Era tutto perfetto.
«Benvenuta tra noi,
Samantha Jessica Malfoy».
E il Destino
iniziò il suo
corso…
***
Ed eccoci qua!
Dopo venti
capitoli e più di un anno (non ci credo!) di attesa, la
storia è conclusa.
Sinceramente mi
sento un po’ strana. Questa è la prima fanfiction
che termino ed essere
arrivata alla fine è qualcosa che non riesco a concepire. Ho
passato più di un
anno della mia vita a crearla e sono contentissima che sia piaciuta a
così
tante persone.
E siete proprio
voi, che avete letto e recensito, il motivo principale che mi ha spinto
a
continuarla. Se non l’avessi pubblicata, forse sarebbe ancora
un semplice file
tra i tanti del mio computer.
Per questo vi
ringrazio.
Grazie alle
migliaia di persone che l’hanno letta.
Grazie alle
novantanove persone che l’hanno aggiunta ai preferiti.
Grazie alle
ventuno persone che l’hanno aggiunta alle seguite.
Grazie a tutti
quelli che hanno commentato almeno una volta.
Grazie a Ilaria
e Federica
che sono state
senza dubbio le mie più fedeli lettrici.
Grazie a tutti
quanti per avermi accompagnata per tutto il corso della mia storia.
Grazie ad Alice
che ha sempre letto tutto quello
che ho scritto, anche quando diventavo insopportabile (Ma che le email
non le
vede mai!).
Davvero GRAZIE!
Spero di non
avervi deluso e che vi sia piaciuta.
Alla prossima!
^.^
Marzia