Allora, ieri ho visto Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Bel film, diverso dal libro, era ovvio, ma mi ha lasciato l’amaro in bocca, perché è più forte l’impatto di una scena visiva, che cercare di immaginarsela durante la lettura, non so se mi spiego... Mi riferisco a Draco Malfoy, vittima della sua educazione e del contesto in cui è cresciuto, e, ovviamente, di Voldemort. La mia immaginazione, stimolata da quelle scene, ha prodotto questa storia. Spero vi piaccia. Baci!
- È sicuro di quello che vuole fare? Proteggere i
Malfoy da Voldemort? Non pensa che potrebbe essere una trappola?- chiese
Meredith Morgan, alquanto incredula al vecchio amico di suo padre, Albus
Silente.
Quando aveva letto il suo messaggio, si era precipitata
ad Hogwarts ed ora si era ritrovata a desiderare ardentemente di non averlo
fatto! Insomma tutto quello era ridicolo, la situazione e la stessa
conversazione!
Silente rise - Sei proprio come tuo padre, diffidente
fino al midollo! Ho dei buoni motivi per credere a Lucius Malfoy mia cara! -
-Ha mai sentito il detto Babbano “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”,
signore? Lo trovo molto azzeccato per questa situazione!-
L’uomo ridacchiò ancora, ma poi si fece
serio – Mia cara, io sono un mago discretamente abile e riesco a capire con
facilità quando qualcuno mi mente! Fidati di me!-
Meredith fissò gli occhi azzurri dell’uomo
per un attimo interminabile, sondando – Okay, d’accordo farò quello che mi
chiede, ma… se si rivelerà tutto una menzogna, mi riservo il diritto di
intervenire!- rispose in tono deciso. E lugubre. Non le piaceva per niente, no!
Vide Silente sorridere, come se da lei non
si fosse aspettato altro e stava per dire qualcosa, quando qualcuno bussò.
Fece
capolino da oltre la porta un uomo dai capelli neri, occhi neri e che indossava
una veste nera. Meredith trovò rassicurante quel monocromatismo e si ritrovò a
sorridergli.
- Ah Severus, eccoti! Posso presentarti la
signorina Meredith Morgan?-
Il nuovo venuto la squadrò per poi
borbottare – Incantato!-
Il sorriso di Meredith si accentuò. Quell’uomo
le piaceva decisamente.
Silente continuò la presentazione come se
nulla fosse – Meredith questo è il professore di Pozioni, Severus Piton-
Il nome le ricordava qualcosa. Ma certo! Quello
era un Mangiamorte. Suo padre, Luke Morgan, cacciatore di taglie non
autorizzato dal Ministero, si teneva informato sull’intera faccenda e sapere le
identità di quelle persone faceva anche parte dell’addestramento di Meredith.
Meredith socchiuse le palpebre guardandolo
con sospetto –Immagino che devo ancora fidarmi di lei, vero?- chiese a Silente
con sarcasmo pungente. Maledette prime
impressioni!
Silente sorrise, un sorriso enigmatico -Vedo
che impari in fretta! Severus ti accompagnerà dai Malfoy, gli spiegherà la
situazione e tu provvederai a nasconderli, poi tornerai qui, abbiamo ancora
molto di cui discutere… -
Meredith lo guardò rassegnata, poi esclamò –
Questa sera, però, voglio restare nell’anonimato. Questo mi aiuterà nel mio
prossimo incarico, credo- guardò con sguardo eloquente Silente, che ponderò per
un istante la questione e poi annuì.
-Se preferisci…-
Sì, preferiva. Estrasse la bacchetta e con
un incantesimo non verbale fece comparire alla sua mantella un cappuccio
abbastanza ampio da coprirle interamente il volto, ma non lo indossò.
-Dove si trovano ora i Malfoy?- domandò
curiosa.
Se avevano abbandonato il Signore Oscuro
non erano certo rimasti nel loro fastoso castello come degli idioti.
-Si trovano nella casa dei miei genitori-
rispose seccamente Piton –e ci arriveremo tramite una Passaporta! Ma dobbiamo
raggiungere il mio studio, è lì che si trova-
Meredith lo guardò di sottecchi, divertita,
probabilmente la trovava irritante. Si congedò, rapida, e mentre si apprestava
ad uscire Silente le disse –Meredith i Babbani dicono anche che errare è umano-
Lei lo fissò un istante, poi si voltò e cominciò
a scendere le scale a chiocciola che conducevano fuori dallo studio del
Preside, sapendo che Severus Piton la seguiva. Forse sarebbe stato divertente.
-Lei è una spia?- chiese mentre
camminavano. L’uomo le lanciò un’occhiataccia,
ma non rispose.
-Ci vuole del coraggio a tradire Voldemort
immagino, certo forse sarebbe meglio non invischiarsi da subito con uno del
genere, ma come ha detto Silente, errare è umano, no?- lo guardò con la coda
dell’occhio, ancora niente -Io non credo riuscirei a stare così vicino a lui,
senza tentare di Schiantarlo! Immagino abbia una faccia da schiaffi no? Sì,
penso proprio di sì, dopotutto uno chi si fa chiamare Lord Voldemort…-
-Vuole tacere?!- sibilò lui all’improvviso,
fermandosi davanti ad una porta –Non immagina nemmeno cosa voglia dire, è solo
una ragazzina, sciocca dato che osa parlare così!-
Meredith rise -Oh finalmente, cominciavo a pensare
che avesse la lingua legata! Ha ragione sono una ragazzina, ho sedici anni, ma non
sono sciocca. Sono cresciuta in fretta, ho visto cose che probabilmente nemmeno
lei ha visto… E non è necessario essere così formali!-
L’uomo strinse le labbra sottili e poi le
distese in quello che sembrava un accenno di sorriso. Meredith si accontentò,
non sembrava tipo da concedere altro.
Lui spalancò la porta e disse -Prego,
entra!-
Lei obbedì e poco dopo si ritrovò a
stringere il manico di una brocca.
-Chi è?- mormorò una voce soffocata dietro
la porta.
-Sono Severus-
La porta si spalancò all’istante e una
donna bionda, snella e molto bella, si fece da parte, lasciandoli passare.
-Lucius, c’è Severus!- disse dirigendosi
verso quello che probabilmente era il salotto.
Quando entrarono, due teste ugualmente
bionde, si sollevarono contemporaneamente e Meredith si ritrovò faccia a faccia
con Lucius e Draco Malfoy.
Il camino era acceso e i due stavano seduti
su due poltrone verdi sfogliando con gesti estremamente simili la Gazzetta del
Profeta.
-Severus chi c’è con te?- chiese Malfoy
senior, con una punta di timore e allo stesso tempo di curiosità nella voce.
Meredith non lo lasciò rispondere –Il mio
nome non ha importanza, Malfoy. Sono qui per scortarvi nel vostro nuovo
nascondiglio. Sarete più al sicuro là…-
Lucius Malfoy trafisse con lo sguardo
quella figura avvolta completamente da un mantello nero, il volto coperto da un
ampio cappuccio.
Era una voce sconosciuta, arrochita
probabilmente da qualche incantesimo, ma chiaramente di donna.
-E chi mi assicura che tu non sia stata
mandata dal Signore Oscuro?- chiese ancora dubbioso l’uomo. Per il bene della
sua famiglia aveva tradito il più potente e vendicativo mago di tutti i tempi. Sarebbe
stato sciocco fidarsi senza conferme.
-Innanzitutto perché non mi faccio problemi
a pronunciare quello stupido soprannome che si è trovato. Voldemort! Ridicolo! Per
essere così intelligente come sostiene, doveva impegnarsi di più, non creare
uno stupido anagramma del suo nome! E poi, se non ti bastasse, Malfoy, gli
unici Mangiamorte in questa stanza siete tu e lui- disse scoprendosi il braccio
sinistro, candido e privo di qualsiasi tatuaggio, e indicando con la testa i
due uomini –Sempre che la tua adorabile consorte e figliolo non lo abbiano…-
continuò allusoria.
Con la coda dell’occhio, vide il figlio,
suo coetaneo tra l’altro, Draco, alzarsi di scatto e frugare nelle tasche.
-Non lo farei se fossi in te! Sono qui per
aiutarvi, non per fare salotto e scambiarci piacevoli chiacchiere!- esclamò
voltandosi verso il ragazzo e scorgendo da sotto il lembo di tessuto che le
celava il volto, i suoi occhi color tempesta, gelidi come il ghiaccio, e la sua
espressione rigida e furente. –Vi do quindici minuti per raccogliere le vostre
cose, poi sgomberiamo!-
Si voltò verso Severus Piton, per non
lasciarsi distrarre dal viso troppo bello del ragazzo, e gli disse –Non credo
sia il caso che lei venga con me, così solamente io saprò il nascondiglio,
immagino che Silente glielo abbia detto…-
-Sì mi ha accennato qualcosa del genere ma
resto per sigillare la casa dopo che ve ne sarete andati…- le rispose calmo l’uomo.
-Ottimo!- disse e voltandosi verso il camino
si ritrovò di fronte Narcissa Black in Malfoy –Grazie, chiunque tu sia!- le
mormorò prima di allontanarsi e continuare a fare i bagagli.
Quello la sorprese. Non si era aspettata
ringraziamenti da quella gente, ma probabilmente quella donna aveva una
dolcezza inusuale per dei Purosangue fieri e convinti della loro superiorità,
qualcosa di umano che la spingeva a proteggere la sua famiglia. Leggeva nel suo
sguardo l’affetto che la legava al marito e al figlio. Forse era lei il
collante, la colonna portante della famiglia Malfoy.
Lucius sembrava proprio il genere di
persona incline a seguire le idee di un pazzo come Tom Riddle, ma almeno alla
fine aveva scelto la saggia strada di abbandonare e contattare Albus Silente.
Silente le aveva raccontato come Malfoy
avesse fatto la soffiata che aveva impedito la trappola al Ministero per Harry
Potter alla fine dell’anno scolastico precedente.
Harry non si era presentato, ma in compenso
molti Auror e membri dell’Ordine della Fenice avevano avuto il piacere di
incontrare i Mangiamorte e arrestarne parecchi.
Meredith si ricordò che non era lì per
giudicare nessuno, ma per scortarli, punto.
Qualcuno si schiarì la voce, attirando la
sua attenzione –Siamo pronti-
Lei li squadrò, poi puntò la bacchetta sui
bagagli e li rimpicciolì –Viaggerete più comodi così, ora metteteveli in tasca
e ascoltate- si guardò l’orologio, che segnava le otto e venticinque –Alle otto
e trenta entreranno in funzione parecchie Passaporte. Ciò ci consentirà
maggiore sicurezza, nel caso di un controllo, ma non si sa mai. Nel caso
incontrassimo qualcuno, state pronti e uniti. Tutto chiaro?- chiese perentoria.
Li vide annuire, tutti e tre, fissandola in
silenzio.
-Okay- estrasse dalla tasca un galeone, che
brillò sotto la luce artificiale delle lampade Babbane. Otto e ventinove -È quasi
ora. Forza toccatelo!-
I tre si sporsero e con almeno un dito,
toccarono la superficie del galeone. Pochi istanti dopo, quello si illuminò e
loro si ritrovarono su una scogliera. Meredith nascose il galeone in tasca, poi
ordinò –Tranquilli! Ora afferrate il mio braccio, dobbiamo Smaterealizzarci!-
Narcissa lo prese subito, fiduciosa, mentre
padre e figlio la fissarono con diffidenza –Non aveva accennato a questo!- La
donna lanciò loro uno sguardo ammonitore.
Meredith si spazientì –Tre, due, uno…- I
due, capita la solfa, le afferrarono il braccio, fortunatamente pensò Narcissa,
prima del sonoro crack.
Questa volta ricomparvero in un bosco,
piuttosto fitto, ma loro erano in un sentiero, praticamente invisibile ma utile
per chi lo conosceva.
Sentirono Meredith mormorare qualcosa e poi
una casa comparve davanti ai loro occhi. Era una casa a due piani, fatta di
mattonelle marroni, con grandi finestre, una veranda, con tanto di prato
fiorito e recinto di legno scuro.
Meredith fece segno ai tre di seguirla e li
scortò dentro, aprendo la porta con un gesto della bacchetta.
-La casa è protetta da Incanto Fidelius,
perciò non dovete preoccuparvi, nemmeno voi saprete dove si trova, ma è solo
una misura preventiva. Non potete uscire dal recinto, perché la protezione lì
non vi coprirà. In casa ci sono due elfi domestici. Vi pregherei di trattarli
con rispetto, perché saranno loro a occuparsi delle vostre necessità: faranno
la spesa, vi compreranno tutto ciò di cui avete bisogno. La porta si apre solo
con una parola d’ordine, che è “Harry Potter”- disse con un ghigno, invisibile
però ai tre. Vide, con sommo divertimento, Draco Malfoy irrigidirsi e sul suo
viso si fece strada un’espressione disgustata.
-Tu,- continuò voltandosi verso il ragazzo –
qualcuno ti verrà a prendere per accompagnarti al binario 9 e ¾ la mattina del
primo settembre. Fino ad allora non uscirai, non scriverai a nessuno, non farai
magie, sono stata chiara?- lo sguardo si fece truce.
-Perfettamente! Posso respirare?- chiese
sarcastico.
- Non troppo e
solo se necessario. Riduci, possibilmente, il tutto al minimo indispensabile. Vuoi
due, invece, potete usare la magia, ma possibilmente lasciate fare agli elfi
domestici. Per il vostro svago, ci sono montagne di libri, giochi, molti dei
quali sono Babbani, ma non conoscendoli vi terranno molto più occupati e in
salotto c’è un televisore. Ibby e Tobin, i due elfi, sanno come funziona e se vorrete,
vi diranno come fare. Tutto chiaro?- disse fissandoli.
- Okay. Come ultima cosa-
estrasse dal mantello tre collane identiche, da cui pendeva un ciondolo in ora
che raffigurava un serpente - se mai capitasse, in caso di pericolo stringete
queste, si scalderanno e mi arriverà il vostro messaggio, io ne ho una uguale-
spiegò tendendole loro.
Malfoy junior e senior avevano
stampata in viso la medesima espressione disgustata, ma la presero e la
indossarono ugualmente, senza fare commenti.
Meredith ghignò. - Allo stesso
modo, se vorrò avvertirvi di prestare attenzione il ciondolo diverrà tiepido,
mentre se sarete in pericolo, diverrà bollente. Tutto chiaro?-
I Malfoy annuirono. - Bene,
allora io vado. Ricordatevi quello che vi ho detto e andrà tutto bene! Addio!-
Non si aspettava un saluto. Nonostante
li avesse aiutati e loro si fossero redenti, quelli rimanevano arroganti
Purosangue, educati a essere altezzosi. Ma ancora una volta Narcissa Black in Malfoy
la sorprese: si sporse e la abbracciò. Si staccò in fretta certo, ma agli
sguardi riprovevoli del marito e del figlio, rispose con uno fiero, guardandoli
dritti negli occhi.
Meredith, prima di sparire, si
concesse un sorriso, poi si voltò su se stessa e Smaterealizzarsi.
- Allora com’è andata?- chiese Silente
vedendola comparire sulla soglia del suo studio. Si era Smaterealizzata nella
Stamberga Strillante e aveva poi raggiunto il castello a piedi, sfruttando il
passaggio segreto nel Platano Picchiatore.
- Tutto okay. Spero solo che facciano come gli
ho detto!- rispose, togliendosi la mantella e facendo tornare la sua voce
normale.
Silente le sorrise -Andrò io a
prelevare il giovane Malfoy il primo settembre. Anche tu dovrai prendere il
treno, d’accordo?-
Meredith annuì e dopo un cenno
di saluto, se ne andò.
Note Autrice:
Spero vi piacerà e mi raccomando, fatemi sapere!
Angolo pubblicità: sto scrivendo un'altra storia, sui Malandrini e i loro anni d'oro ad Hogwarts, andate a darci un'occhiatina, magari... Il titolo è "Twins". Grazie a tutti!
A presto!