Ti sei scordato di me. Ne sono quasi sicura. Due giorni e ti scordi di me. Cosa succederà quando me ne andrò? Pago ancora gli arretrati del dolore dei miei diec’anni, non voglio pensare a cosa dovrò pagare fra due anni. Ho paura che fallirò miseramente nei miei intenti, che vorrò tornare a casa, cadere nelle tue braccia calde, ma tu non ci sarai.
A volte penso che non ci sei nemmeno ora: quando sto molto male, tu mi incalzi, mi dai un colpetto sulla spalla e mi congedi. Come vorrei piangere, nello spazio fra la tua nuca e la tua spalla.
Perché ti collego sempre al dolore? Non è che forse anche tu sei dolore? O forse tu sei il contrario del dolore, qualunque cosa sia il suo contrario.
Raccoglimi dalla terra come un fiore
sempre tuo,
dono delle tue mani,
S.
17/10/18